Wednesday, Dec 1, 2021 • 27min

Ep.2: La direzione

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Maurizio, ancora minorenne, decide di costruire la sua prima cantina, ma non è solo in questa nuova avventura. Intorno a lui iniziano a moltiplicarsi le vite che contribuiscono a indicargli la giusta direzione. Mamma Annamaria e papà Albano, con il quale il rapporto non è sempre facile, ma anche il fattore Antonio Gandossi, una vera e propria spalla per Maurizio; fino all'incontro con Luigi Veronelli, padre putativo e grande maestro: sono alcuni dei protagonisti di questa storia. Dall'inizio degli anni Settanta allo scandalo del metanolo, nel 1986, tra rivoluzioni e scossoni il mondo del vino sta cambiando e Ca' del Bosco è sempre un passo avanti.
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Talking about
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Speakers
(4)
Martina Colombari
Maurizio Zanella
Dante Bonaccina
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00:06
Chora.
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00:13
Mio padre mi disse vai, falla che aspetti?
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00:19
Ma i soldi? risposi.
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00:22
Vai in banca e prendili, accendi un mutuo e costruisci la tua cantina.
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00:28
Ma non me li danno a sedici anni i soldi non me li danno.
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00:33
Chiedi a tua madre di venire con te.
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00:36
Ricordo che a stipulare quel mutuo venne davvero mia madre, Annamaria Clementi, che, non sapendo come fare, piangeva preoccupatissima Albano, mio padre, di nascosto aveva già posto a garanzia la somma necessaria al finanziamento, da incosciente firmai un pacco di cambiali alto un palmo di mano.
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00:56
Venni a conoscenza della verità, sull'accaduto solo molti anni più tardi, dopo aver chiuso quel mutuo e averne aperti altri.
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01:05
La verità, però è che mio padre, non ha mai amato il mestiere verso cui mi ha avviato.
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01:12
Non ha mai considerato quello del vignaiolo un lavoro intelligente.
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01:17
Riteneva sciocco investire così tanto in termini di tempo e di denaro per ottenere così poco.
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Martina Colombari
01:30
Tengo in mano una foto scattata Ca del
Bosco
alla fine degli anni ottanta, cioè la cantina, in fondo.
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01:37
Una costruzione che in realtà assomiglia a una grande casa circondata dal verde brillante dei vigneti e da quello un po' più scuro dei boschi ai lati.
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01:46
In primo piano su un grande piazzale rotondo e pavimentato con una miriade di sanpietrini, alcuni dei quali sono bianchi e vanno a formare l'enorme scritta.
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01:55
Ca del Bosco, Erbusco, ci sono ventidue persone che brindano alzando i calici al cielo azzurro.
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02:02
Riconosco davanti agli altri un sorridente ed elegante Maurizio Zanella che tiene in braccio una gigantesca bottiglia di spumante Franciacorta.
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02:12
Dietro di lui, a partire da sinistra, ci sono cinque ragazzi in tuta verde su di un trattore.
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02:18
Immagino che siano arrivati lì direttamente dalla vigna in centro, accovacciato accanto a una piccola botta in legno, l'enologo Stefano Capelli e in camice bianco e insieme a lui i cantinieri.
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02:31
Sono loro che si occupano di trasformare l'uva in vino.
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02:35
Per finire sulla destra ci sono altre otto persone e seduta a una scrivania su cui poggia una di quei primi futuristici ma lentissimi computer c'è Maria Rosa Gandossi, che spicca anche grazie a quella sua camicia Fuchsia uno di quei colori che si potevano indossare solo in quegli anni lì.
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02:53
Sia lei, sia suo fratello Guido, ovvero i figli Del fattore Antonio Gandossi.
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02:59
Dopo aver passato l'adolescenza con il ribelle Maurizio Zanella, hanno iniziato a lavorare per Ca del Bosco.
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03:06
All'epoca della foto, la casa nel
Bosco
ospita quella che ha tutta l'aria di essere una famiglia molto allargata, è anche molto felice.
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03:19
Io sono Martina Colombari e questo è Vite nel Bosco, un podcast di ChoraMedia per Ca Del Bosco.
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03:33
Eccola qui, in questa foto dai colori sempre vividi la cantina dei sogni.
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03:39
Era stata costruita vent'anni prima con il finanziamento ottenuto dall'ancora minorenne Maurizio Zanella, grazie al supporto della madre Annamaria e alla segreta complicità Del padre, Albano che, senza rivelare niente a nessuno, nemmeno alla moglie, aveva già stanziato la copertura necessaria per dare il via al progetto.
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03:58
Così quella che fino ai primi anni settanta era una semplice fattoria con quattro botti sotto a un portico dal millenovecento settantacinque, hanno della mia nascita.
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04:08
Aveva assunto le sembianze di una vera e propria azienda vitivinicola con una grande famiglia a sostenerla e primo fra tutti il fattore Antonio Gandossi.
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04:17
Riprendiamo il nostro racconto proprio da lì, da quando la casa nel Bosco si trasforma prima in un'idea, poi in un progetto.
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Maurizio Zanella
04:26
Gandossi parte da farmi da babysitter.
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04:29
Più o meno comunque, adesso direbbero guardia del corpo, da custode è diventato complice, complice perché convincevamo mio papà, che era quello che pagava sostanzialmente a comprare quel terreno confinante, per cui mio padre arrivò a un punto che diede il libretto degli assegni, a Gandossi con la firma, per cui è diventato complice nel convincere mio padre andare avanti all'inizio e soprattutto è diventato poi la mente, non il braccio.
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05:07
Ci tengo a sottolinearlo cioè non è che io ero il braccio, lui la mente o viceversa, io ero la mente, lui il braccio.
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05:14
Non è vero, eravamo due menti.
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Martina Colombari
05:18
Nasce così, in maniera del tutto spontanea, una tradizione, i Gandossi padre e tre figli Maria, Rosa, Guido e Barbara, la prima che avete già conosciuto a contatto con il pubblico durante fiere e con i clienti, il secondo in produzione, la terza in amministrazione, dedicano anima e corpo al progetto di Maurizio Zanella.
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05:40
Ascoltate la voce timida di Guido, il ricordo commosso Del padre.
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Maurizio Zanella
05:45
Mio papà mi ha trasmesso la passione per la campagna, gli animali.
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05:52
È un contadino nato in una cascina, stile albero degli zoccoli e che è cresciuto con la durezza anche della campagna e aveva un grande senso e amore per le piante e per gli animali.
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06:07
Per lui è stata una fortuna incontrare la famiglia Zanella in quanto gli ha permesso di realizzare i suoi sogni.
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06:16
A cantine ultimata i primi sogni comuni realizzati, Maurizio Zanella percepisce però un'insoddisfazione, a scatenarla è quel grande divario tra L'Italia e la Francia Del vino che aveva avuto modo di constatare pochi anni prima, durante quel suo primo viaggio in pullman per le cantine D'oltralpe, dove il mestiere del vignaiolo era considerato un lavoro nobile e anche il vino, di conseguenza, aveva diversa dignità.
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Martina Colombari
06:47
Ma la visione illuminata del giovane Maurizio si scontra ben presto con l'espressione dell'enologia italiana di quegli anni, anche dal punto di vista commerciale.
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06:58
Nel millenovecentosettantacinque Maurizio Zanella decide di tornare nella sua
Milano
non più in veste di giovani ribelle ma di giovane imprenditore per tentare di vendere il suo primo vino, quel pinot di
Franciacorta
che aveva iniziato a produrre tre anni prima nel millenovecentosettantadue insieme a Gandossi.
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07:18
Niente da fare.
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07:20
Il proprietario della storica drogheria Gaboardy, alla richiesta di settecento settanta lire a bottiglia, sbeffeggia il povero Maurizio mostrandogli a quanto veniva venduto un cartone composto da tre bottiglie dell'allora, ben più rinomato vino Barolo, appena novecento novanta lire.
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07:39
Maurizio però non si arrende e crea una società con sede a
Milano
, chiamandola Vin, acronimo di vini italiani nobili, con lo scopo di poter vendere i suoi prodotti direttamente al consumatore finale.
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07:53
È allora che inizia a collaborare con Dario Pogliani, che pochi anni più tardi assumerà il ruolo di responsabile commerciale per Ca del Bosco a raccontarci il suo lavoro e chi ne ha raccolto oggi il testimone Dante Bonaccina.
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Dante Bonaccina
08:09
Il primo giorno di lavoro in Ca Del Bosco non fu inca
Del Bosco
, ma è il quattro di agosto del millenovecentonovantasette, Dario Pogliani venne a prendermi a casa e partimmo in macchina insieme per un tour in
Europa
con tante tappe, tante bevute, tante mangiate.
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08:31
Capì che era era una prova molto intelligente.
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08:34
Cioè io e lui avremmo dovuto collaborare strettamente, quindi lui voleva capire, stando insieme a me, ventiquattro ore su ventiquattro in macchina viaggi, pranzi, cene, alcool, eccetera.
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08:46
Se c'era come dire un'affinità, o c'era comunque sia la voglia di costruire qualcosa, poi la macchina è un contenitore straordinario.
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Martina Colombari
08:56
Gli insegnamenti di Dario Pogliani appaiono sin da subito determinanti, per l'allievo Dante e sebbene non sia ancora presente nella foto che vi ho descritto prima.
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09:06
E una voce indispensabile per comprendere questa parte di storia aziendale.
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Dante Bonaccina
09:11
Sono un non laureato, credo l'ultima generazione di giovani che ha potuto ambire a quelli che chiamano i ruoli di comando senza un titolo.
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09:23
Beh, ho sopperito con molta curiosità Dario Pogliani, l'ho detto prima, era una persona che appariva molto severa, molto determinata, non accettava sbavature e ha dedicato la sua vita questa azienda.
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09:42
Quindi mi ricordo anche che io la battuta di del giovane che mi ha mi aveva preceduto.
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09:48
C'era una sorta di challenge, no, se resisti fino a Natale vinci il Poglianino d'oro.
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09:54
Questa è la dimensione del clima che si respirava attorno a questa figura così molto molto severa.
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10:01
Vabbè di Poglianini d'oro gli aventi parecchie, visto che sono che sono qui, ma per me è stata una grande scuola o palestra, quindi io non rinnegherò mai i dieci anni trascorsi con Dario Pogliani.
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10:14
Anzi, oggi ci incontriamo qualche volta all'anno per un caffè nel suo vecchio ufficio che è diventato il mio ed è ancora persona lucidissima.
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10:24
Anzi è una è un piacevolissimo confronto.
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10:27
È un confronto onesto e ci diamo ancora del lei.
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Martina Colombari
10:31
Lo so, mi rendo conto i personaggi della grande famiglia allargata cominciano ad essere tanti e a viaggiare nel tempo.
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10:38
Dante Bonaccini a Maria Rosa, Guido Gandossi rappresentano il presente Dell'azienda e Dario Pogliani, il fattore Gandossi il passato.
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10:46
Ma vedete quel passato è ancora molto presente fra le mura di Ca del Bosco.
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10:52
Quindi mi perdonerete i salti temporali.
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10:57
Siamo di nuovo negli anni settanta e grazie all'incontro con Dario Pogliani, i vini di Cà Del Bosco cominciano a trovare una loro collocazione sul mercato.
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11:06
Con la vendemmia Del millenovecentosettantasei, vengono prodotti i primi tre spumanti all'epoca si potevano chiamare ancora così, di Ca del
Bosco
, il pinot di Franciacorta Brut, il pinot di
Franciacorta
Dosage zero e il pinot di Franciacorta rosé che verranno messi in commercio due anni più tardi.
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11:28
Ma tutto questo succede in concomitanza con un evento che darà una spinta del tutto inaspettata e decisamente fondamentale, alla storia moderna Del vino.
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11:42
É il ventiquattro maggio millenovecentosettantasei e un commerciante di vino britannico che risponde al nome di Stevens Poorier organizza a Parigi una degustazione alla cieca, a cui prendono parte molte personalità di spicco della ristorazione e della critica enogastronomica dell'epoca.
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11:60
Cos'è una degustazione alla cieca? vi starete chiedendo.
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12:03
È una pratica decisamente curiosa, potremmo definirlo un gioco molto utile a chi si occupa di vino.
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12:10
Non è il degustatore a venire bendato, bensì le bottiglie che assaggerà così da poter esprimere un giudizio senza condizionamenti.
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12:20
L'iniziativa di Spoorier, oggi nota come The Judgment of Paris, sono stati realizzati un libro e un film, mette a confronto per la prima volta e rigorosamente alla cieca, ora sapete cosa vuol dire, alcuni importanti vini francesi con altri provenienti dal nuovo mondo del vino la
California
.
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12:40
Maurizio Zanella ricorda bene quell'episodio.
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Maurizio Zanella
12:42
La disfida del povero Steven, che purtroppo è mancato poco, che all'epoca avevo un'enoteca in Place De La Madeleine a
Parigi
.
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12:51
Da buona anglosassone, con la mente aperta, importava i primi vini della
California
e quindi fu in grado di invitare il Gotha dell'enologia della gastronomia francese.
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13:05
E lui presentò i vini che importava californiani, contro i vini più blasonati francesi alla cieca inspiegabilmente, i californiani ebbero dei punteggi superiori ai francesi.
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13:19
Per cui cosa è cambiato da quella data, è cambiato il dogma che il vino di qualità potesse essere solo francese.
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13:27
Da quella data in poi si apre uno spiraglio, non è che si aprono le porte, si apre un piccolo spiraglio in cui bisognava infilarsi.
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Martina Colombari
13:35
È allora che Maurizio si dice se ci sono riusciti gli americani posso riuscirci anche io.
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13:41
E anche lui comincia a organizzare delle degustazioni alla cieca che permettono di confrontare i vini prodotti a
Erbusco
con quelli provenienti da aree allora più famose.
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13:51
Morale della favola senza alcun condizionamento pregiudizio o quant'altro uno sconosciuto Franciacorta poteva rivaleggiare e magari vincere contro un famosissimo champagne.
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14:03
Ma il valore dello champagne non viene certo meno quel giorno e Maurizio Zanella è ben consapevole del fatto che dai francesi ci sia ancora tantissimo da imparare.
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14:15
Per questo motivo, invece di abbassare la guardia, il giovane imprenditore alza il tiro.
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14:22
Pubblica un annuncio di lavoro per la ricerca di un cantiniere, ritenendo però che in
Italia
non ci sia ancora nessuno in grado di eguagliare i francesi in termini di cultura, tradizione e capacità tecniche.
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14:34
L'annuncio viene pubblicato sul quotidiano francese L'union, di Rems la capitale della champagne é il millenovecentosettantotto.
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14:42
Iniziano i colloqui e Albano Zanella da un unico piccolo suggerimento al figlio.
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Maurizio Zanella
14:48
Quando vai prendi quello che ha le unghie più sporche, cosa che non so se sapete io disattesi.
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14:53
Ovviamente e durò due meno di un mese e mezzo e per cui andai da quello che aveva le unghie nere, lo trovai nel momento giusto.
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Martina Colombari
15:06
Il mastro di cantina, quello che in Francia chiamano chef
De Cave
si chiama Andre Du Bois ed è l'uomo che darà l'impronta qualitativa a tutti i vini di Ca del Bosco.
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15:17
Du Bois
accetta la proposta mettendo però in discussione tutto il lavoro fatto fino ad allora nella nuova cantina di
Erbusco
e costringendo Maurizio a sostituire tutti i macchinari che erano stati acquistati solo due anni prima.
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15:34
I frutti della collaborazione non tardano ad arrivare e grazie a lui nasce il primo Franciacorta Pinot Millesimato, un vino destinato a diventare il simbolo di Cà Del Bosco.
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15:47
Iniziai a settembre durante la vendemmia dell'Ottantasei, lontano ottantasei.
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Stefano Capelli
15:51
Sono cresciuto al fianco di un grande maestro l'azienda come Maurizio e maestro di cantina come Andre Du Bois, purtroppo ci ha lasciato dal novanta e da lì poi siamo dovuti ripartire io e Maurizio.
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16:04
Ripercorre un po' tutto il percorso della, di sviluppo di Cà Del Bosco.
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16:08
Andre Du Bois ci ha insegnato un mestiere, ci ha insegnato l'arte di assemblare, per cui lo ringrazieremo a vita, sempre noi Andre Du bois per quello che ci ha lasciato e soprattutto per le sue capacità di insegnare un mestiere senza fare ricette.
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16:26
Cioè facendoti lavorare.
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16:28
Però aveva un talento particolare nel trasmettere sensibilità nel percepire le differenze fra i vari mini base per come immaginarli in un futuro.
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16:37
Tu assaggi un qualcosa oggi, ma sai che poi si deve affinare per anni e devi già immaginarti quale potrebbe essere il suo gusto.
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Martina Colombari
16:44
Quella che avete appena sentito, la voce del enologo Stefano Capelli, già presente con il suo camice bianco nella foto che vi ho descritto all'inizio della puntata e da allora fedele custode del gusto e dei profumi dei vini qui prodotti.
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16:58
Ma tornando a quel lontano millenovecentosettantanove, stesso anno in cui arriva Du Bois, il cui cognome, se tradotto in italiano, curiosamente significa proprio
Del Bosco
un'altra buffa è fortunata coincidenza porterà una nuova e fondamentale amicizia quella con il giornalista scrittore, filosofo, rivoluzionario, in una parola sola anarchico.
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17:22
Luigi Veronelli
, da molti conosciuto come Gino, con il suo essere così eclettico e visionario, è stato il primo in
Italia
a restituire dignità al lavoro del contadino, innalzando al cielo i prodotti della terra ed elevando a cultura il patrimonio enogastronomico italiano.
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17:44
Sarà lui, più di ogni altro, a indicare d'ora in poi a Maurizio la giusta direzione da seguire.
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17:52
In quell'anno Ca del
Bosco
sta partecipando ad una delle prime fiere Del vino che si tengono in
Italia
, il Bibe di Genova.
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17:60
È qui che avviene il primo incontro tra i due grazie a un vignaiolo piemontese,
Giacomo Bologna
, ha detto Braida.
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18:08
Di nuovo Maurizio Zanella.
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Maurizio Zanella
18:10
Giacomo Bologna è un uomo straordinario, un uomo semplicissimo ma fantastico, che dava immediatamente simpatia e metteva a proprio agio tutti.
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18:21
Quell'anno volle fare questo Bibe fu quindi la prima uscita ufficiale di Cà Del Bosco in una fiera con uno stand orripilante, ci sono le foto, un disastro se lo guardo oggi mi vergogno, però aveva un suo senso.
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18:35
E Giacomo venne allo stand e assaggio quello che era il primo vino e rimase colpito dalla qualità di questo vino.
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18:43
A un certo punto portò Veronelli.
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18:46
E Veronelli si emozionò, sentì il vino, quindi mi invitò immediatamente a casa sua e andai a
Bergamo
, dove poi fu la mia seconda casa perché ero più la che a casa mia.
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18:59
In questa casa meravigliosa a
Bergamo
alta e nacque subito un rapporto totalmente oltretutto disinteressato, perché non esisteva nemmeno lontanamente il pensiero di una marchetta o di cose che oggi succedono.
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Martina Colombari
19:18
Quello tra Maurizio Zanella,
Luigi Veronelli
e
Giacomo Bologna
diviene un vero e proprio sodalizio.
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19:25
I tre, negli anni a seguire, vivranno un'amicizia quasi quotidiana, costruendo ricordi che per Maurizio sono indelebili.
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Maurizio Zanella
19:33
Era quasi una simbiosi di amicizia, di stima, di i viaggi, per cui non mi ha mai dato dei consigli.
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19:41
Ma andando non so, nei centri sociali, che tra l'altro io avevo frequentato prima di lui, Leoncavallo, a fare i convegni tutte queste robe qui.
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19:49
C'erano delle conferme se vogliamo al passato che bisognava rompere gli schemi e per rompere gli schemi non devi avere compromessi e lui era mi insegnava questo.
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19:59
Quindi io io ho imparato da lui a non avere mezze misure perché mi comportavo come lui. Purtroppo o bianco o nero.
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20:08
Non c'erano delle declinazioni, che invece è sbagliato no, ma quell'epoca era meglio rompere gli schemi e andare totalmente dall'altra parte senza la minima paura, ma soprattutto con rigore.
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20:25
E penso che è il rigore che mi ha inconsciamente insegnato Veronelli più di ogni altra cosa e il rispetto per la terra che viene prima della cantina viene prima di qualsiasi cosa.
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20:36
La prima cosa è la terra.
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Martina Colombari
20:42
Tantissimi sono gli aneddoti che legano i tre amici di età estrazione vissuti totalmente diversi ma legati dalla volontà di camminare la terra, come amava dire Veronelli, dallo stesso entusiasmo e dalla stessa fame e voglia di mordere la vita.
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20:59
Forse a volte un po' troppa.
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Maurizio Zanella
21:01
Siccome eravamo tutti ampiamente sovrappeso, eh, La cosa più bella fu quando andammo in
California
e io e Giacomo facevano una gara che pesava di piu'.
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21:15
Io ero vicino centoventi, centotrenta, Giacomo giù di lì e Veronelli è sempre sopra i centodieci per cui eravamo arrivavamo a quattro quintali, andammo a vedere il Gran canyon e all'epoca si poteva ancora volare con gli aerei dentro.
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21:34
Non ci eravamo resi conto che all'imbarco si passava su una roba che in effetti era una bilancia, perché erano aerei piccolini.
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21:43
Per cui andiamo. Fermi. Ci fermarono perché suonarono gli allarmi, perché il peso complessivo dei sei passeggeri era superiore a quello che l'aereo poteva portare.
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21:55
Ci mettereno insieme anziché quattro persone, due giapponesini piccolini, allora abbiamo capito.
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Martina Colombari
22:04
L'amicizia con un giornalista rispettato come Veronelli permette a Maurizio di entrare in contatto con diversi professionisti del settore, a livello nazionale e internazionale, che altrimenti sarebbe stato difficile se non impossibile conoscere.
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22:19
In quegli anni il mondo del vino stava cambiando molto rapidamente ed è probabilmente grazie a questa nuova via intrapresa, fatta di momenti immortalati e passati alla storia, ricerche, incontri voluti o eventi fortuiti che anche Ca del
Bosco
cresce altrettanto rapidamente.
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22:37
Sta però per arrivare una dura battuta di arresto per il vino italiano.
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22:41
Esattamente dieci anni dopo l'evento che dalla ville Lumière fece luce su un nuovo mondo e modo di intendere il vino, un'altra vicenda questa volta meno esemplare, coinvolge l'enologia.
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22:54
E' lo scandalo del metanolo, accadde nel millenovecentoottantasei, quando ventitré persone perdono la vita e altre decine vengono gravemente lesionate a causa dell'avvelenamento da metanolo, usato per dopare il vino aumentandone l'alcolicità.
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23:11
Questo evento indica il momento in cui l'enologia italiana ha toccato il fondo, ma anche l'istante in cui è stata in grado di darsi la spinta per ritornare a galla.
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23:24
Tale impulso ha creato una vera rivoluzione che ha segnato la fine del vino di scarsa qualità, portando negli ultimi trent'anni allo sbocciare del concetto di qualità, di cui Ca del Bosco si è fatta da subito portavoce.
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23:39
Da quel momento in poi Maurizio Zanella può comunicare ai suoi consumatori l'importanza dell'arte nobile e rispettosa della natura e dell'uomo che conduce alla creazione di un vino.
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23:53
Il vino è il canto della terra verso il cielo, ha i suoi tenori e il soprano contadini, agricoltori, se volete e contadine che lavorano le vigne e ne vanificano le uve con tutta la fatica l'intelligenza e la passione che vigna e vino esigono.
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24:14
Così scrisse una volta Veronelli.
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24:17
Ed ecco che il fare vino diventa un lavoro corale, un concerto di vite e di competenze di persone senza le quali Ca del
Bosco
oggi non sarebbe quello che è.
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Maurizio Zanella
24:28
Se Ca Del Bosco è Cà
Del Bosco
lo dimostrano tre fotografie di tre persone che non ci sono più, che però quando io accompagno gli ospiti dice, se mancava una di queste tre persone Ca del Bosco non ci sarebbe o sarebbe in ritardo di vent'anni, c'è un ritratto di Gandossi, c'è un ritratto di mia mamma e c'è un ritratto di
Du Bois
, non c'è ancora la loro foto perché son vivi e lavorano.
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24:52
Ma prosegue con Pogliani ha proseguito, senza il quale non saremmo dove siamo con Stefano Capelli e con Dante Bonaccina.
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25:03
Sono gli uomini che fanno le aziende perché io da solo non fare niente.
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25:07
Non lo giudico nemmeno più lavoro, più una passione comune.
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25:11
Sono riuscito a trasmettere l'unico merito che ho a loro una costante insoddisfazione che a volte diventa un boomerang, ma sono diventati peggio di me, cioè mai contenti.
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25:21
Ed è questo il sale della vita e il sale di questa azienda è questa perenne insoddisfazione in tutto quello che fanno e la ricerca di poter sempre mettersi in discussione e fare meglio.
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Martina Colombari
25:36
Tutto torna alla fine anche quella frustrazione che ha dato la forza Maurizio Zanella di seguire la direzione che alcune figure chiave gli hanno mostrato, trovando la forza di insistere, contrariamente a quanto credeva papà Albano, nella convinzione di considerare il vino è un prodotto nobile.
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25:55
Nella realizzazione di un vino confluiscono infatti un'infinità di fattori che non sono prevedibili, che interagiscono con la vena artistica della natura e con quello che i francesi chiamano terroir, una sintesi di suolo, clima, vite e mano dell'uomo.
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26:14
Ed è proprio con questa mano che il bravo vignaiolo deve essere in grado di catturare il tempo e fermarlo all'interno di una bottiglia cercando di renderla immortale.
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26:26
Come in una fotografia appunto, in cui le persone lo vedremo nel prossimo episodio sono destinate a diventare sempre di più.
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26:43
Vite nel
Bosco
è un podcast di ChoraMedia per Ca del Bosco è stato scritto da Anita Franzoni, la producer e Anna Nenna il fonico in presa diretta e Francesco Ciego per Frigo Studio Recording Editing Sound Design di Francesco Ferrari per Frigo Studio La cura editoriale e Sarà Poma Grazie a
Pierfrancesco Favino
per aver prestato la voce al diario di Maurizio Zanella.
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Maurizio Zanella
Dante Bonaccina
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