Saturday, Sep 25, 2021 • 43min

Ep. 1: La panchina

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"Era una caldissima giornata estiva, avevamo appuntamento per fare una corsetta e il nostro punto di arrivo era la fontanella del Parco degli Acquedotti vicino a via Lemonia, trecento metri prima di arrivare abbiamo sentito uno scoppio. Una persona in bicicletta ci ha detto “chiamate la polizia, hanno ammazzato una persona”. Non ci abbiamo dato peso, pensavamo fosse impossibile... Quindi abbiano fatto questa curva e ci siamo trovati questa persona distesa a terra davanti alla panchina in un lago di sangue." In questa prima puntata il ritrovamento del corpo di Piscitelli sulla panchina al parco degli acquedotti, le prime indagini, il lutto degli ultras, la trattativa tra la famiglia e la questura per il funerale, l’ultimo saluto allo stadio, la scoperta, da parte degli investigatori, di un possibile coinvolgimento di Piscitelli in un patto mafioso.
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Talking about
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Speakers
(7)
Francesco Acquaroli
Rita
Don Ettore Feroci
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Transcript
Verified
00:08
Chora.
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Francesco Acquaroli
00:11
Ovunque si trovi una panchina solitamente ispira benessere, riposo, ristoro.
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00:19
È un approdo sicuro per chiunque, turista, viandante, abitante del luogo, a volte persino giaciglio per chi non altro riparo, luogo di ritrovo, di meditazioni solitarie, rifugio per effusioni d'amore o baci frettolosi.
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00:39
Un posto dove sentirsi a proprio agio, insomma.
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00:43
Che però all'improvviso può diventare una trappola, l'indicazione di un bersaglio da colpire.
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00:51
Il punto esatto di un'esecuzione, com'è successo il pomeriggio del sette agosto duemila diciannove, in una villa pubblica ai confini sud di
Roma
, dove un uomo è stato ucciso mentre era seduto su una panchina, tra alberi, aiuole e persone in cerca di refrigerio.
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01:14
Chi giocava, chi passeggiava, chi faceva sport e uno di loro se la ricorda bene.
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01:21
Ricordo che c'era una caldissima giornata estiva.
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01:26
Avevamo un appuntamento per fare un po' di attività fisica, un po' di corsetta e volevamo fare cinque chilometri di corsa e il nostro punto arrivo era la fontanella del parco degli acquedotti, Viale Monia, dove tra l'altro eravamo partiti una mezz'oretta prima.
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01:46
Poco prima di arrivare, trecento metri prima di arrivare abbiamo sentito uno scoppio.
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01:52
Pensavo fosse un petardo, anche se non era la stagione di petardi però mi è venuto in mente quello, quando ho visto una ragazza che correva a poca distanza da noi, ha pensato che dei ragazzi per fare gli scemi avessero esploso un piccolo petardo.
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Francesco Acquaroli
02:08
Invece no, era un colpo di pistola e quella banale panchina è diventata scena del crimine.
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02:17
Poi meta di pellegrinaggi, omaggi alla vittima ma anche bersaglio di chi voleva fregiarne la memoria, fino ad essere rimossa e diventare oggetto di contesa tra chi vorrebbe rottamarla e chi conservarla in ricordo di un figlio assassinato per motivi oscuri.
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02:39
Un uomo che continua a dividere anche da morto, celebrato come un eroe caduto in guerra ma senza sapere quale guerra stesse combattendo o bollato come un gangster che ha fatto la fine, che si doveva aspettare.
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02:54
Una storia di crimini e passioni, di amicizie e tradimenti, dove il mistero non avvolge solo il delitto, ma pure la persona uccisa.
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03:05
Chi era? che cosa faceva? Quante vite aveva?
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03:10
Una storia che ancora non è stata scritta per intero, ma che vale la pena raccontare, cominciando dalla fine, da una panchina e da quel colpo di pistola.
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03:25
Sono Francesco Acquaroli e questo è Un uomo chiamato Diabolik, un podcast di Chora Media scritto da
Giovanni Bianconi
e Mauro Pesce.
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03:44
Un proiettile sparato in corsa da un killer camuffato da runner ha ucciso l'uomo seduto sulla panchina al
Parco degli Acquedotti
di
Roma
, in viale Monia, lungo la via Tuscolana che porta al Grande Raccordo Anulare.
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03:59
Lo stesso luogo in cui dieci anni prima i carabinieri arrestarono Stefano Cucchi.
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04:06
Una storia di piccolo spaccio finita in tragedia, quella.
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04:11
Qui pure, con ogni probabilità c'entra la droga, ma è una vicenda molto più grande e ingarbugliata.
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04:19
Un omicidio premeditato la cui vittima non è un anonimo spacciatore, ma un nome famoso a
Roma
e non solo a
Roma
, che entra subito nei notiziari della sera.
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04:34
Un colpo alla testa, poi la fuga del killer ucciso in un agguato in un parco a
Roma
.
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04:38
Uno dei capi ultrà della
Lazio
precedenti per droga, indaga l'antimafia.
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04:43
L'avete sentito agguato mortale a
Roma
a cadere sotto i colpi di un killer, Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, cinquantatré anni, capo ultrà della
Lazio
con numerosi precedenti penali.
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04:54
Un agguato in piena regola. Dalle prime informazioni Fabrizio Piscitelli si trovava nel
Parco degli Acquedotti
per incontrare una persona forse proprio il suo killer.
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05:03
Piscitelli, detto Diabolik, non negava la sua fede politica frequentava gli ambienti di estrema destra ed era conosciuto alle forze dell'ordine per essere un soggetto pericoloso.
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05:14
Le sue parole in un programma della Rai, sfide di quasi vent'anni fa.
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05:18
Ancora vive se sentiamo vana, se scopriamo che le guardie si scontrassero.
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05:22
Tifosa bella tutta quanta ascoltasse o chissà in partenza che è più forte perché armato. Sicuramente che alla fine come regola stai senza niente pigiama, scienza.
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05:31
Diabolic aveva precedenti per traffico di stupefacenti e altri legati al tentativo di scalata della
Lazio
.
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05:38
Il suo nome è legato anche a Mafia Capitale e alla rete criminale di
Massimo Carminati
.
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Francesco Acquaroli
05:44
Lo sparo nel parco ha centrato un personaggio molto noto in certi ambienti, in primo luogo nel mondo degli ultras che frequenta da decenni e che l'ha, reso famoso in tutta
Italia
e anche fuori dai confini nazionali.
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05:59
È un capo tifoso della
Lazio
, leader del gruppo Irriducibili che da oltre trent’anni, governa la curva nord dello stadio Olimpico.
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06:08
Un uomo, come scriveranno in curva nel giorno dell'ultimo saluto, prendendo in prestito la frase di una canzone di
Franco Califano
che se muore non ci credere perché è capace pure di rinascere.
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06:25
Il suo nome è Fabrizio Piscitelli ma tutti lo chiamavano Diabolik.
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06:35
Oltre che in curva, il nome e il soprannome dell'uomo ammazzato in quella sera di mezz'estate.
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06:42
Sono ben conosciuti anche dll'interno dell'estremismo, neofascista romano della malavita e del narcotraffico e alle forze di polizia.
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06:53
Negli archivi giudiziari, le ultime citazioni di Piscitelli, cinquantatré anni compiuti da un mese, risalgono all'inchiesta sull'organizzazione, guidata da
Massimo Carminati
, che in quel momento si chiama ancora Mafia Capitale.
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07:08
Solo tre mesi dopo il delitto, nell'ottobre del duemila diciannove, quella che era stata dipinta come la nuova mafia di
Roma
, verrà declassata ad associazione di semplici estorsori e corruttori.
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07:22
Nelle carte di quell'indagine che disegnano la geografia della criminalità a
Roma
c'è spazio anche per Diabolik e la sua ascesa nel mondo criminale romano evocata in un'intercettazione del duemila dodici.
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07:36
Diabolik non lo so come ha fatto, dice uno dei pregiudicati controllati da
carabinieri
, in questi quattro anni ha fatto una scalata che non vi rendete conto.
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07:48
L'uomo racconta che Piscitelli s'era messo a capo di una banda legata napoletani e albanesi che gravitava nella zona di Ponte Milvio e commenta, questa gente di merda, questa gente cattiva.
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08:02
Ma Fabrizio Piscitelli con Mafia Capitale non c’entra.
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08:07
C’entra invece con un'altra inchiesta in quel momento ancora segreta condotta dalla
Guardia di Finanza
su un traffico di stupefacenti di grandi dimensioni che rifornisce di hashish e cocaina una grossa fetta del mercato romano.
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08:23
Un'indagine chiamata Grande raccordo criminale, dove agli inquisiti si contesta anche l'aggravante del metodo mafioso.
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08:32
Le voci di Diabolik e dei suoi complici sono state registrate per quasi un anno mentre parlavano di affari di ogni genere.
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08:51
Da qualche mese, però, le microspie sono state spente.
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08:55
Gli investigatori stanno riassumendo gli elementi necessari a chiedere l'arresto degli indagati.
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09:01
Ma per Piscitelli ormai è tardi.
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09:04
I tempi della giustizia sono sempre più lenti di quelli del crimine e in questo caso si tramutano in uno smacco.
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09:13
Il colonnello Marco Sorrentino a
Roma
comanda il Gico, il gruppo investigativo criminalità organizzata della
Guardia di Finanza
.
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Marco Sorrentino
09:21
Si Abbiamo interrotto le indagini tecniche diversi mesi prima ecco.
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09:26
Certo, poi fotografando l'evento di agosto è stato grandissimo rammarico perché probabilmente se avessimo avuto le attività, l'amplissimo ombrello captativivo che avevamo all'epoca, probabilmente oggi si racconterebbe anche un'altra storia.
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09:46
Ma voglio dire, era stata fatta una scelta investigativa comunque d'intesa con l'autorità giudiziaria.
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Francesco Acquaroli
09:55
Gli investigatori intuiscono subito il peso di un simile delitto negli equilibri criminali romani.
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10:01
E immediatamente si avviano i contatti tra chi, nelle varie forze di polizia aveva svolto accertamenti sulla vittima.
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10:09
Il maggiore stile
Han Cortese
, già responsabile del gruppo operativo antidroga, era uno dei finanzieri sulle tracce di Diabolik.
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10:17
Quando è stato ucciso Fabrizio Piscitelli lo vengo a sapere da un collega dell'arma dei carabinieri, che mi manda un messaggio dieci minuti dopo che era stato trovato il cadavere e me lo manda perché lui l'aveva ricevuto da pochi secondi da un collega della
polizia
.
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10:36
Cioè muore Piscitelli, la prima cosa che gli investigatori di Roma fanno è parlare tra di loro.
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10:41
Cioè, ma non a tutti.
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10:44
Viene avvertito l'ufficiale dei carabinieri che se si sa, segue questa storia gli ufficiali della
Guardia di finanza
che, si sa, seguono questa storia e in pochi secondi chi deve sapere lo sarà.
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Francesco Acquaroli
10:57
La notizia si diffonde velocemente, anche tra chi ha conosciuto Diabolik in diversi momenti della sua vita.
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11:03
Francesca Di Paolo è la direttrice della comunità di recupero dove Piscitelli ha trascorso un periodo di detenzione.
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Francesca Di Paolo
11:11
L'ho saputo che ero in comunità si e praticamente eravamo li eravamo in un gruppo terapeutico e mi disse uno degli studenti, mi disse: "Dottore, lo sa che hanno ammazzato un paziente tuo" e io ho detto: "Chi?" dice: "Fabrizio Piscitelli".
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11:34
Mi sono venuti i brividi, mi sono venuti i brividi perché innanzitutto, senza parole.
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11:43
Perché Fabrizio è comunque era come un mio alunno è come perdere no è come sapere di un, quando finisce un percorso di un tuo alunno che non c'è più cioè poi una persona con la famiglia, la moglie e io potevo immaginare il dolore.
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12:02
Questo si, non è stata una bella cosa.
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12:05
Hanno pianto anche alcuni ragazzi in struttura, perché lo conoscevano e quindi non è stato un bel momento.
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Francesco Acquaroli
12:15
Gabriele Paparelli è figlio di Vincenzo, l'uomo, ucciso sugli spalti della curva nord dello stadio Olimpico, una vittima di cui Fabrizio ha sempre onorato la memoria.
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Gabriele Paparelli
12:29
Io purtroppo, l'ho saputa della sua morte, l'ho saputo tramite i giornali, i media e non eravamo amici, ci frequentiamo tutti i giorni, quindi non sapevo cosa facesse lui nella sua vita privata e per me quella è stata veramente un colpo al cuore.
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12:51
E un fulmine a ciel sereno perché insomma, l'ho sempre visto come un, con la maglietta della
Lazio
addosso, l'ho sempre visto come un grande appassionato di calcio e basta non l'ha mai visto con altre vesti addosso, quindi, saperlo ammazzato in quel modo mi ha rattristito molto.
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Francesco Acquaroli
13:14
Le indagini sull'omicidio vengono affidate ai poliziotti della squadra mobile che cominciano a raccogliere le prime testimonianze la sera stessa del delitto, a cominciare dall'uomo, che era seduto accanto a Diabolik su quella stessa panchina.
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13:29
E' un cittadino cubano di ventinove anni, ex nazionale di judo, arrivato illegalmente in
Italia
dieci anni prima, che ora lavora come addetto alla sicurezza in un bar di
via Tiburtina
.
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13:43
È lui ad accompagnare Fabrizio con funzioni di autista e guardia del corpo.
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13:51
Alle venti e quaranta del sette agosto, al secondo piano della questura di
Roma
, è seduto davanti a tre funzionari della Mobile e detta a verbale la sua deposizione.
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14:04
Circa tre quattro mesi fa ho conosciuto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, anche lui cliente del bar.
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14:11
Tra noi è andata subito un'amicizia poiché anch'io sono tifoso della
Lazio
, anche se non ho mai frequentato lo stadio.
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14:18
Il motivo per cui frequentava il bar era perché dalla parte opposta di
via Tiburtina
vi sono degli uffici da lui frequentati.
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14:25
Circa due settimane fa Piscitelli mi ha proposto di fargli sia da autista che da bodyguard, anche se non mi ha mai palesemente rappresentato, di avere problemi o timori per la sua incolumità.
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14:36
Preciso che Piscitelli non aveva la patente.
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Francesco Acquaroli
14:39
Agli investigatori il cubano racconta gli ultimi due giorni vissuti al fianco di Piscitelli, rivelando che anche il pomeriggio precedente, il sei agosto, Diabolik s'era fatto accompagnare al parco degli acquedotti.
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14:52
Alle diciotto circa siamo andati in viale Monia, nello stesso posto dove oggi è stato ucciso.
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14:58
Piscitelli aveva un appuntamento con qualcuno che non so indicare, come non so riferire il motivo per cui dovesse incontrarlo.
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15:05
Come siamo arrivati è sceso dall'auto e si è seduto su una panchina diversa da quella sulla quale oggi è stato attinto.
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15:12
Alle diciotto e quaranta circa, Piscitelli ha ricevuto una telefonata da una persona che, come mi ha riferito, una volta salito in macchina, lo avvertiva che l'appuntamento era stato rinviato ad oggi allo stesso orario.
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Francesco Acquaroli
15:25
L'indomani a ora di pranzo l'autista è andato a prendere Piscitelli presso un negozio di tatuaggi al quartiere Prati.
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15:34
È salito in macchina, mi ha fatto vedere il tatuaggio che si era appena fatto sulla gamba destra e siamo andati a mangiare in un ristorante che cucina pesce agli inizi della
Tiburtina
.
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Francesco Acquaroli
15:44
Verso le quattro sono andati in un ufficio dove Piscitelli è rimasto a parlare con una persona e più tardi è arrivato anche un suo amico, Fabrizio Fabietti.
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15:56
Fabrizio ha avvisato Fabietti che stava andando là, Fabietti ha risposto ok, dopo circa un'ora o forse più siamo usciti da quell'ufficio e io e Fabrizio siamo andati in macchina di nuovo nel parco dove era stato il giorno prima.
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16:12
Siamo arrivati verso le diciotto, diciotto e dieci.
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16:15
Fabrizio mi ha chiesto, dato che eravamo in anticipo, di scendere dalla macchina e di fargli compagnia.
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16:21
Seduto sulla banchina dove di lì a breve sarebbe stato ucciso.
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16:26
Eravamo seduti dando le spalle al parco e vedevamo la strada.
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16:30
Abbiamo parlato di cose futili e per lo più la conversazione era interrotta da continue telefonate di lui riceveva, dopo circa un'ora dal nostro arrivo ho visto un uomo arrivare alle nostre spalle e senza dire nulla ha sparato in testa Fabrizio per poi scappare sulla sinistra.
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Francesco Acquaroli
16:57
La concitazione di tutto quello che è accaduto dopo stride con la freddezza del verbale di interrogatorio del testimone cubano.
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17:06
Come l'uomo ha sparato mi sono alzato dalla panchina, ho fatto due passi all'indietro e ho sollevato le mani per far capire che non volevo essere ucciso, ma questi del tutto incurante della mia presenza, si è dato alla fuga.
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17:18
L'uomo era alto circa un metro e ottantacinque, un metro e novanta, corporatura atletica.
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17:24
Aveva la barba di colore nero, media lunghezza.
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17:27
Calzava in testa una bandana di colore verde, inforcava un paio di occhiali da sole.
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17:34
Indossava una maglietta a aaniche corte di cui non ricordo il colore, un paio di pantaloni tipo fitness larghi e lunghi fino al ginocchio, di colore chiaro.
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17:43
Un paio di scarpe da ginnastica di cui non ricordo il colore, particolare che mi ha colpito e che indossava sia sulle braccia che sulle gambe una specie di calzamaglia, come a coprire dei tatuaggi che avrebbero potuto farlo identificare.
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17:59
Aveva una corsa fluida e un fisico all'apparenza allenato, un'età di circa trent'anni.
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18:05
Sarei in grado di riconoscerlo.
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Francesco Acquaroli
18:08
Dopo lo sparo, il cubano racconta di essersi mosso in preda al panico fino a consegnarsi a una volante della
polizia
in arrivo.
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18:17
Impaurito per quanto successo, sono fuggito dal posto e non sapendo bene dove andare, ho fatto il giro dei palazzi.
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18:23
Una volta arrivato ai cassonetti dove ha accompagnato la
polizia
per recuperarli ho gettato uno dei telefoni in uso a Fabrizio e una sigaretta elettronica utilizzata sempre da lui, ma non so spiegare il motivo per cui l'ho fatto.
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18:37
A un certo punto ho visto transitare una macchina con i colori della polizia che ho prontamente fermato dicendogli chi ero e perché ero là.
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18:45
Non sono in grado di riferire su eventuali giri loschi di Piscitelli, anche se avevo capito che ne avesse dal tenore delle sue telefonate e dalle sue frequentazioni perché cercavo di evitare di rimanerne coinvolto.
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18:59
Oltre a Fabietti, Fabrizio era solito incontrarsi con le persone che frequentavano la sede degli irriducibili.
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19:06
Non ho altro da aggiungere.
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Francesco Acquaroli
19:08
E altri testimoni che attraversavano in quel momento il parco degli acquedotti hanno assistito alla stessa scena in momenti diversi e ognuno dà una visuale diversa.
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19:22
Uno di loro, quarantenne direttore di banca, era lì per fare jogging con un amico.
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19:28
Sarà una delle persone ascoltate dalla
polizia
quella stessa sera.
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19:32
Una persona in bicicletta ci ha detto: "Guardate, chiamate la
polizia
perché ci hanno sparato ad una persona".
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19:37
Non ci abbiamo tanto peso perché pensavamo fosse impossibile e per cui abbiamo continuato a correre, dov'è successo il tutto noi avevamo la visuale coperta da una curva e da un cartellone pubblicitario.
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19:51
Quindi abbiamo fatto questa curva e ci siamo trovati questa persona per terra, per terra, davanti alla panchina in un lago di sangue e alzando lo sguardo in lontananza una persona con una bandana in testa e una tenuta sportiva che correva scavalcando la recinzione, andando sulla strada in viale Monia e poi perdendosi in mezzo al traffico.
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20:12
Ci siamo avvicinati a quello che poi abbiamo saputo essere il capo ultra della lazio che io tra l'altro conoscevo anche dal punto di vista televisivo l'avevo visto più volte, ma lì per lì non l'avrei mai, mai e poi mai riconosciuto.
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20:26
E noi siamo tra i primi che sono arrivati lì, prima di tutto ci siamo guardati intorno perché cioè la paura che non sapevamo da dove arrivasse queso sparo.
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20:34
Poi abbiamo visto questo che correva.
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20:36
Io mi sono avvicinato alla vittima, ho visto il foro, vicino all'orecchio è ho visto che non dava alcun segno di vita.
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20:44
Abbiamo fatto chiamare, io avevo con me cioè avevo un pantaloncino e una maglietta con un piccolo marsupio dove avevo copia delle chiavi dello scooter e di un documento, non avevo neanche il telefono con me.
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20:56
Per cui ho fatto telefonare ad un ragazzo che stava lì vicino, l'ambulanza e le forze dell'ordine, son passati una quindicina venti minuti è arrivata una volante della
polizia
che però non sapeva che cosa fosse successo quindi gli abbiamo detto noi che c'era stato un omicidio.
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21:14
E poi e poi è arrivato il mondo poi è arrivato tutto, sono arrivate almeno venti volanti, due o tre ambulanze.
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Francesco Acquaroli
21:25
L'autista di Piscitelli ha fatto il nome di Fabrizio Fabietti, quarantadue anni, pregiudicato per droga e principale protagonista insieme al suo amico Diabolik, dell'indagine grande raccordo criminale.
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21:41
Secondo il cubano, Fabietti sapeva che aveva un appuntamento su quella panchina e probabilmente anche con chi.
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21:52
I suoi telefoni e la sua abitazione sono stati intercettati fino a poco tempo prima.
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21:57
Ma adesso non più.
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21:59
Nonostante ciò, è naturale che l'indagine si indirizzi subito nel mondo del narcotraffico romano.
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22:06
Per questo l'inchiesta è affidata la direzione distrettuale antimafia della Procura di
Roma
e allo stesso pubblico ministero che segue l'inchiesta, grande raccordo criminale.
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22:17
Nella quale Piscitelli era numero uno e Fabietti il numero due.
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22:23
Ma appena la notizia dell'omicidio si diffonde, è un altro mondo che entra in subbuglio.
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22:29
L'altro mondo di Diabolik, quello dei tifosi della
Lazio
che immediatamente accorrono a decine e poi a centinaia sul luogo dov'è stato ucciso il loro capitano, il simbolo e il leader degli ultras irriducibili biancocelesti.
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22:44
La tensione cresce col passare dei minuti, insieme al rancore e alle minacce verso i giornalisti e le telecamere che naturalmente si accendono intorno al parco degli acquedotti.
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22:56
Il rapporto tra gli ultras e gli operatori dell'informazione non è mai stato facile e ancor meno in momenti come questo.
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23:12
---
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Francesco Acquaroli
23:14
Sul posto vengono inviati altri equipaggi di polizia e del reparto mobile per prevenire disordini.
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23:20
Mentre all'interno del recinto che delimita la scena, gli operatori della scientifica sono al lavoro per raccogliere reperti e indizi.
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23:28
Tra questi un bossolo calibro nove trovato dietro la panchina e tre telefoni cellulari appartenuti alla vittima, compreso quello buttato nel cassonetto dall'autista cubano insieme a una sigaretta elettronica.
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23:43
Nella custodia di uno dei telefonini era nascosto un grammo di cocaina.
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23:48
Quando la folla si dirada ormai è notte e da quel momento la panchina su cui è stato ucciso Fabrizio Piscitelli si trasforma in una sorta di altare pagano per onorare la vittima, descritto come un malavitoso per come è morto, ma ha ricordato in tutt'altro modo da chi l'ha conosciuto e gli è stato amico come.
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24:11
Come Angelo, il veterinario che si occupava dei cani di Diabolik e che lo definisce una persona speciale.
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Angelo
24:19
Per capirlo bisognava conoscerlo, starci insieme, una persona generosa, una persona infatti per esempio in casa ha lasciato un gran vuoto ai figli, persona generosa, disponibile. Se hai un problema voluto aiutarti.
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Francesco Acquaroli
24:32
Angelo aveva visto Fabrizio la mattina del giorno in cui è stato ammazzato.
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Angelo
24:38
La mattina siamo stati insieme, lui era sereno, tranquillo, felice.
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24:41
Abbiamo ha giocato con i cani e abbiamo riso poi ci siamo salutati e la sera è successo, è successo.
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24:48
Era poi in mente anche di andare in vacanza e quindi stava organizzando anche con la figlia.
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Francesco Acquaroli
24:54
Nonostante il guardaspalle, che in realtà era essenzialmente un accompagnatore che guidava la macchina.
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25:01
Poiché a Fabrizio non era ancora stata restituita la patente dopo la revoca delle misure di sorveglianza, Piscitelli non dava segni di temere alcunché.
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25:10
Al contrario, la sua vita al momento sembrava più serena rispetto alle turbolenze del passato.
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25:18
Poche settimane prima c'era stato il matrimonio della figlia primogenita, Giorgia, che lo'veva reso entusiasta e radioso, mai visto così felice in tutta la sua vita dirà Ginevra, la figlia più piccola, e a testimoniare la serenità e spensieratezza di quel periodo, c'è l'ultimo, messaggio inviato pochi minuti prima dell'agguato proprio a Ginevra, che si trovava in vacanza a Formentera.
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25:45
"Ma le patatine, i nachos sono in busta come da noi o li fanno proprio loro?"
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25:52
Un pensiero buffo, molto diverso da quello che possiamo immaginare passi per la testa di un boss poco prima di un appuntamento pericoloso o di un regolamento di conti.
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26:06
Poi uno sparo nel parco ha cambiato tutto, pochi minuti più tardi, mentre il medico chiamato dal cento diciotto constata la morte della persona colpita.
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26:17
Uno dei telefonini della vittima, rimasto sulla panchina, continua a squillare.
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26:23
Chiama chi non sa ancora niente o chi è stato avvertito vorrebbe saperne di più o chi spera risposte ormai impossibili.
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26:34
Vengono avvisati i familiari, travolti da una notizia assurda e devastante, insieme da perquisizioni e domande degli investigatori che tentano di afferrare subito qualche indizio e da un crudele braccio di ferro per celebrare un funerale che invece non si può fare per ordine del questore.
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27:08
A
Roma
è ancora fresco il ricordo delle esequie pubbliche di Vittorio Casamonica, il capoclan morto nell'estate del duemila quindici e salutato con la carrozza trainata dai cavalli, la banda musicale che suona la colonna sonora del Padrino e un aereo affittato per lanciare petali di fiore sulla bara.
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27:31
Scene che hanno creato polemiche a non finire.
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27:34
Adesso il questore non vuole rischiare niente.
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27:37
Sa che per onorare Diabolik arriverebbero centinaia o migliaia di ultras da tutta
Italia
e si dice anche dall'estero.
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27:46
Uno scenario molto diverso da quello della famiglia Casamonica, ma ugualmente dietro la formula per motivi di ordine pubblico.
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27:53
Il questore vieta qualsiasi raduno e ordina che il funerale di Fabrizio Piscitelli venga celebrato in forma privata alle sei del mattino del tredici agosto al cimitero Flaminio di Prima Porta.
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28:08
La famiglia non accetta che per Fabrizio Piscitelli siano imposte le stesse regole utilizzate per Toto Rina o altri boss di Cosa Nostra o della camorra.
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28:17
Qualche precedente per droga o rischia da stadio non giustificano un trattamento da capo mafia.
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28:24
La famiglia si rivolge al Tar per annullare l'ordinanza, ma perde il ricorso e decide di disertare l'appuntamento, la moglie di Piscitelli, Rita, scrive una lettera aperta che finisce sui mezzi di informazione.
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Rita
28:39
Ci è stato vietato di celebrare un funerale in forma pubblica per motivi di sicurezza, ma la sicurezza di chi, al contrario di ciò che si pensa e si legge sui giornali.
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28:48
Fabrizio era un uomo amato dagli amici e rispettato da tutti.
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28:52
Non era un mafioso, come lo si dipinge in queste ore.
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28:55
Non ha mai subito condanne per associazione mafiosa o provvedimenti come il quarantuno bis e tutti i beni posti sotto sequestro ci sono stati restituiti.
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29:05
Lo state uccidendo di nuovo, tanto quanto il killer sorcio che lo ha sorpreso alle spalle.
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29:10
Non ci saranno problemi di ordine pubblico, lo garantisco.
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29:14
Noi vorremmo soltanto una cerimonia funebre che rende onore a Fabrizio, permettendo ai familiari e agli amici di porgere l'ultimo saluto ad un uomo vero, un punto di riferimento per quanti lo conoscevano.
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29:27
Abbiamo il sacrosanto diritto di rendere omaggio a mio marito come merita.
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29:31
Noi familiari e le centinaia di persone che desiderano farlo.
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29:36
Abbiamo il diritto e la volontà di consolarci nell'abbraccio della gente che voleva bene a mio marito ancora una volta, l'ultima.
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Francesco Acquaroli
29:45
La signora Rita si rivolge persino al Papa, mentre gli ultras fanno sapere che parteciperanno comunque al funerale ovunque e a qualsiasi ora.
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29:55
La morte è uguale per tutti, il funerale, anche, salutare Fabrizio è un nostro diritto, recita uno striscione degli Irriducibili appeso su un muro della città.
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30:07
Comincia un'estenuante trattativa con la questura che va avanti per giorni, fino al ventuno agosto, quando al santuario del Divino Amore si celebra il funerale di Fabrizio Piscitelli.
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30:20
Dentro al santuario don Ettore Feroci, futuro vescovo e cardinale legge un brano del Vangelo di Luca e oggi ricorda quella cerimonia così particolare e carica di tensione, ma fuori, non dentro la chiesa.
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Don Ettore Feroci
30:37
Non è che conoscessi la la figura, la persona, quello che ho saputo, l'ho saputo perché ho parlato con la moglie e con le figlie.
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30:43
PoI ho incontrato il padre e la madre e io nell'omelia non è che ho parlato della persona, ho fatto un discorso di fede.
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30:52
Io ho citato il Vangelo, quello che vale un po' per tutti noi.
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30:53
Il Vangelo che quando Gesù dice io non sono venuto per giusti ma per peccatori.
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30:59
Poi ho il secondo momento che ho cercato di distinguere quel personaggio da un padre e un marito, quindi c'era una moglie quindi c'era un marito e con le figlie che stavano li che lo sentivano più come padre che come personaggio.
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31:15
Non avevo giustificato quello che lui ha detto o ha fatto perché io non lo conoscevo, non mi sono trovato in difficoltà.
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31:21
Poi dopo usciti dalla chiesa siamo scesi giù nella rotonda, lì c'erano un po' tutti, come li chiamate non lo so, le persone che gli stavano intorno.
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Francesco Acquaroli
31:42
Quelle grida sono i cori di qualche migliaio di amici e tifosi.
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31:46
Non solo della
Lazio
, ma pure della Roma, del Milan, dell'inter, del
Verona
e anche di altre squadre, scanditi sulla spianata del Divino Amore.
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31:57
Ci sono fumogeni, blindati e celerini in tenuta antisommossa, qualche braccio teso nel saluto romano, e c'è uno striscione che ride alla morte e un po' anche agli assassini di Diabolik con il verso di una canzone di
Franco Califano
.
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32:15
È uno che per come lo conosco io, andrebbe solo e a piedi al funerale suo.
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32:22
Poi gli abituali improperi contro le telecamere e giornalisti, gli slogan per chiedere rispetto, qualche momento di tensione alimentato dalle divise schierate e dalle facce scure da curva.
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32:36
Ma ci sono anche i professionisti, gente comune, semplici conoscenti e tifosi, che con gli scontri da stadio non hanno nulla a che vedere, venuti per salutare un amico, un leader, una persona divenuta bandiera, come quella che ora sventola tra i fumogeni.
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32:56
Un grande drappo nero con gli occhi mascherati del bandito di cui Fabrizio Piscitelli aveva ereditato il nome da quando era ragazzo, non per chissà quale affinità con il ladro del fumetto, semplicemente per il taglio dello sguardo che ne richiamava il disegno.
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33:16
La moglie Rita ha fatto riprodurre anche sul feretro la stessa immagine, insieme alla scritta Irriducibili, una bara cromata di nero insolita e originale come l'uomo, che custodisce.
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33:35
Anche il passaggio del feretro con al seguito i genitori ultra ottantenni di Fabrizio tra le migliaia di persone che attendono sotto il solleone rischia di degenerare per via della rigidità del servizio d'ordine imposto dalla questura.
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33:50
La sfilata dei cittadini armati di scudi e caschi, fa salire la tensione provocando altre urla e proteste.
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33:60
La famiglia chiede di poter fermare il carro funebre per un minuto di raccoglimento in mezzo ai tifosi, ma la
polizia
non lo concede c'è la sensazione o il timore di qualche trappola, gli animi si esasperano la moglie di viene colta da un malore.
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34:18
Volano insulti, minacce di arresti, slogan che invocano rispetto ma alla fine tutto si risolve senza incidenti.
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34:30
Vincono gli applausi e i cori per il capitano della Curva nord e i canti per la
Lazio
che Diabolik intonava lo stadio.
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34:41
Dopo il funerale il ricordo pubblico del capo tifoso ucciso in un agguato di stampo criminale, si trasferisce in molti stadi d'italia nelle curve si celebra il diablo, simbolo della mentalità ultras, non il malavitoso descritto dalle cronache eseguite al suo omicidio.
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35:01
All'olimpico di
Roma
alla seconda giornata di campionato è in programma il derby
Lazio-Roma
e la curva biancoceleste viene coperta da un gigantesco ritratto di Piscitelli.
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35:13
Gli autori della coreografia sulla pista dell'olimpico, insieme ai familiari di Piscitelli, indossano una maglietta nera con un'altra scritta dal sapore della sfida.
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35:25
Gli sciacalli possono pure banchettare sul cadavere di un leone, ma lui resta un leone e loro restano sciacalli.
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35:35
Firmato Irriducibili Lazio.
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35:38
Saluti e omaggi, più sobri, arrivano pure dalla Curva Sud, quella dei romanisti.
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35:45
Riposa in pace Fabrizio e ciao Fabrì.
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35:54
Gli omaggi a Diabolik proseguono anche intorno alla panchina dove è stato ucciso, che continua a riempirsi di sciarpe, fiori, biglietti scritti a mano, stendardi e lumini accesi.
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36:08
Tanto che quando una notte quel pezzo di legno si incendia, la versione ufficiale fornita dalla questura è che il fuoco sia una conseguenza non voluta delle candele votive.
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36:21
Ma non è vero, quel posto è divenuto un simbolo per una frangia di ultras spiccatamente di destra e in un quartiere dal cuore rosso, qualcuno ha voluto incendiare un luogo di culto colorato di nero.
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36:36
Forse le stesse mani che avevano imbrattato una foto di Diabolik con un segno rosso sulla fronte.
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36:42
Come indicare un bersaglio colpito e affondato.
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36:47
Questa mattina per l'ennesima volta è iniziata in modo negativo perché questa notte vigliacchi infami hanno dato fuoco alla panchina di Fabrizio e naturalmente siamo andati sul posto e abbiamo valutato con tutto il direttivo di togliere la parte in legno della panchina.
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Francesco Acquaroli
37:04
Su una radio privata romana, alla trasmissione ideata e condotta dagli altri irriducibili.
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37:11
Dove Piscitelli interveniva spesso con il piglio del leader, si commentano le ultime notizie dal parco degli acquedotti.
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37:18
Basta, basta con queste cose.
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37:20
Fabrizio lo ricorderemo a modo nostro, abbiamo il bandierone che c'era in tutti gli stadi, abbiamo il murales nella nostra sede, Fabrizio sarà ricordato in quei luoghi, poi se hanno dei problemi con noi gli irriducibili sanno dove stanno.
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Francesco Acquaroli
37:34
Gli ultras hanno deciso di prendersi la panchina dov'è morto il loro capitano e per non essere accusati di furto o qualche altro reato l'hanno sostituita con una nuova, comprata coi loro soldi, l'altra l'hanno portata nella loro sede.
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37:51
Sul luogo dell'omicidio viene allestita un'aiuola di piccoli abeti, ciclamini e altri fiori, curata dalla sorella maggiore di Fabrizio, Angela.
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38:01
Nel frattempo gli investigatori sono al lavoro per individuare il motivo e l'autore dello sparo.
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38:08
Cercano indicazioni tra le intercettazioni in cui parla Diabolik o si parla di Diabolik e ne trovano una che in qualche modo aveva annunciato quello che è accaduto, risale al tredici maggio duemila diciotto.
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38:25
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Francesco Acquaroli
38:32
La voce roca di Lello, un altro ultras della
Lazio
molto legato a Piscitelli, sembra condividere con Fabrizio Fabietti, il pregiudicato intercettato dagli investigatori della finanza, le sue preoccupazioni per l'eccessiva sicurezza con cui Fabrizio gestiva certe questioni criminali.
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38:52
Non capisce che qualcuno li può tirare una sventagliata di mitra sul portone.
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38:57
E adesso gli è arrivato un proiettile calibro nove in testa, ma c’è eppure un'altra intercettazione che attira all'attenzione degli investigatori, registrata quasi due anni prima dell'omicidio in un ristorante di Grottaferrata.
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39:13
Allo stesso tavolo erano seduti Fabrizio Piscitelli e Salvatore Casamonica, esponente della nota famiglia di origini sinti imparentata con gli Spada di
Ostia
, Casamonica, Espada.
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39:28
Cognomi che identificano due clan importanti e ingombranti nel panorama della malavita romana.
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39:36
Quasi due marchi di fabbrica criminale della città sommersa e davanti ad altre persone Casamonica e Diabolik parlano come se dovessero siglare un patto.
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40:03
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Francesco Acquaroli
40:09
Nell'interpretazione degli investigatori i due hanno appena stipulato un accordo criminale per mettere fine ai contrasti tra due gruppi contrapposti sul territorio di
Ostia
.
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40:20
"Io e te ci stiamo mettendo in mezzo per fare da garanti", dice Casamonica, "Poi però devono fare i bravi davvero".
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40:31
E Piscitelli conferma "Io sui miei ci metto tutte e due le mani sul fuoco.
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40:37
Il sì deve essere sì e il no deve essere no ".
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40:41
Una sorta di pax mafiosa, diranno gli inquirenti, a dimostrazione di quanto sia cresciuto il peso di Diabolik, all'interno della malavita.
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40:51
Ma sono carte che vengono scoperte solo dopo che qualcuno l'ha ucciso quando lui non può più rispondere.
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40:59
E quell'esecuzione per mano di un killer, forse professionista, forse su commissione, accredita ogni tipo di sospetto.
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41:09
Da morto Fabrizio Piscitelli è diventato uno dei principali esponenti della Roma criminale.
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41:17
Per molti, a cominciare dai parenti e amici che hanno conosciuto il lato dell'uomo, aperto e disponibile con tutti, passionale e generoso.
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41:27
Questo stigma è qualcosa a cui fanno fatica a credere, mi sembra una scappatoia per dare soluzioni a enigmi che non si è capaci di risolvere altrimenti.
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41:38
In modo comodo, persino troppo comodo per addossare ogni responsabilità a un colpevole che non può più difendersi.
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41:47
Diabolik, senza nemmeno saperlo, è morto da indagato per narcotraffico aggravato dal metodo mafioso.
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41:54
Ma gli stessi investigatori che lo inseguivano da vivo e ora devono capire perché è stato ammazzato, sono chiamati a sciogliere il mistero dell'uomo dai mille volti.
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42:06
Lo troviamo spesso, lo troviamo dappertutto, lo troviamo sempre con un ruolo diverso.
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42:10
Fa il narcotrafficante, fa il capo, il gruppo, il capo di un gruppo criminale molto feroce.
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42:16
Riscuotere crediti, ricicla denaro, lo fa con persone diverse.
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42:21
Lo fa utilizzando anche strumenti e vestendosi di volta in volta i panni di un uomo diverso.
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42:30
Chi era Fabrizio Piscitelli? forse sarebbe più facile rispondere, ma quanti erano Fabrizio Piscitelli perchè era più persone nella stessa persona.
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Francesco Acquaroli
42:48
Un uomo chiamato Diabolik è un podcast di
Giovanni Bianconi
e Mauro Pescio prodotto da Chora Media.
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🇮🇹 Made with love & passion in Italy. 🌎 Enjoyed everywhere
Build n. 1.38.1
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Marco Sorrentino
Francesca Di Paolo
Gabriele Paparelli
Angelo
Rita
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