Thursday, Jun 16, 2022 • 26min

Ep.2: Il Grande Ritorno

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Sembra che, nel 1988, Charles Bukowsky scoprì di avere la TBC portando il suo gatto dal veterinario. I medici di Beverly Hills erano abituati all’upper class degli anni 80 e non ne avevano riconosciuto i sintomi. La pensavamo sconfitta, ma la tubercolosi è tornata e rappresenta un pericolo per tutto il mondo. O meglio, non se ne è mai veramente andata. Rimasta annidata negli angoli nascosti della nostra società, o dilagante nelle comunità più svantaggiate del mondo, la tubercolosi è ancora viva e resta secondo agente infettivo più mortale al mondo. Appena dopo il covid-19. In questo episodio si raccontano l’attualità e i protagonisti della lotta a questa malattia, dall’attivista Zambiana Carol Nawina, all’ex dirigente dell’OMS Mario Raviglione, a capo proprio del programma di lotta alla tubercolosi nel mondo.
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Talking about
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Speakers
(7)
Mario Calabresi
Simona Biasetti
Paolo Giangrasso
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Transcript
Verified
00:06
Chora.
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Marco Archetti
00:16
E poi Charles Bukowski e lì il dettaglio divertente è che gliela diagnosticò un veterinario, perché i medici di
Beverly Hills
, dove Bukowski, ormai ricco, famoso, viveva, sfuggì perché non furono, non erano abituati a identificarla, perché era una malattia da poveri, anche se nell'immaginario, ecco si, si staglia come malattia degli artisti, malattia legata al privilegio di una visione.
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00:42
In realtà era una malattia che non colpiva affatto i privilegiati ed era una malattia piuttosto spietata nel decorso.
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Mario Calabresi
00:49
A raccontarci di Bukowski è Marco Archetti, scrittore, giornalista del Foglio che abbiamo già sentito nel primo episodio, allo scrittore americano fu diagnosticata la Tubercolosi nel mille nove cento ottantotto, pochi anni prima che morisse, in realtà per altre cause.
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01:05
Ciò che è singolare di questa vicenda, però, è il fatto che i medici di
Beverly Hills
, a cui Bukowski si rivolse su consiglio di attori amici come Elliot Gould e Sean Penn, non riconobbero i sintomi, così assuefatti ai pazienti delle altissime classi sociali di quel quartiere, non ne avevano riconosciuto i sintomi. Sembra che gli consigliasse di riposarsi, prendere vitamine e non lavorare fino a tardi.
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01:29
Chi invece riconobbe subito i segni della Tisi era stato il veterinario di
San Pedro
, un quartiere portuale di
Los Angeles
, a cui lo scrittore si era rivolto per far curare uno dei suoi adorati gatti. Probabilmente Bukowski aveva contratto il bacillo anni prima, quando era ancora un impiegato delle poste, con la passione per l'alcol e le bettole
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01:50
D'altronde si tratta di un morbo che può rimanere latente per anni o addirittura non manifestarsi mai.
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01:57
Nel caso di Bukowski, la Tubercolosi colpì una celebrità, un volto noto ovunque nel mondo, anche se per tutti quanti quella malattia era già sparita per sempre.
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02:13
Sono Mario Calabresi, questo è un podcast di Chora Media per The Global Fund, il fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la Tubercolosi e la Malaria, si chiama Un filo blu.
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02:39
Gli anni precedenti al caso di Charles Bukowski avevano effettivamente segnato un cambio di passo nella lotta alla Tubercolosi. E non solo.
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02:47
Dopo i traumi della Seconda Guerra Mondiale, il mondo, almeno il mondo occidentale, era entrato in una fase di crescita e fermento e il clima che accompagnava la visione del futuro era segnato da un deciso ottimismo.
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02:60
I progressi biomedici di questo trentennio sono tantissimi. Nel mille nove cento cinquanta tre, le innovazioni di Rosalind Franklin consentono a Watson e Crick di svelare la doppia elica del DNA, la molecola della vita, e nel mille nove cento cinquanta cinque Jonas Salk inventò il vaccino per un'altra piaga secolare, la Poliomelite.
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03:23
Qualche anno prima, nel mille nove cento quaranta quattro, Selman Waskman scoprì per primo la Streptomicina, una molecola in grado di fermare nei batteri la produzione di alcune molecole fondamentali per il loro metabolismo, uccidendoli; un antibiotico potentissimo, che troverà larghissimo utilizzo nel trattamento della Tubercolosi.
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03:44
La scoperta gli varrà il premio Nobel per la medicina nel mille nove cento cinquanta due e segnerà una nuova era nel trattamento di una malattia che era diventata il simbolo di un intero secolo. I sanatori non servono più, quasi in un batter d'occhio la Tubercolosi è stata dimenticata, superata.
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04:02
La malattia simbolo di un secolo, ha smesso di esistere, o almeno così sembrava.
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Mario Raviglione
04:09
Alla fine degli anni ottanta, a
New York
il problema Tubercolosi diventa un problema di grandissimo rilievo, tant'è che poi un paio d'anni dopo scoppia il caso di
New York City
, con qualche centinaio di persone sieropositive che si ammalano di una forma di Tubercolosi che a quei tempi era veramente nuova, e cioè quella che si chiama multi farmaco resistenza.
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Mario Calabresi
04:34
Abbiamo già conosciuto Mario Raviglione, docente di Salute globale all'università statale di
Milano
e già direttore del programma di lotta alla, TB
dell'OMS
.
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04:44
Ciò di cui parla è l'epidemia scoppiata a
New York
a cavallo tra il finire degli anni ottanta e i primi anni novanta.
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04:50
In questo periodo nella città americana l'incidenza della malattia passò da venti tre casi per cento mila abitanti, nel mille nove cento ottanta sette, ai cinquanta del mille nove cento novantuno.
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05:01
Ad Harlem, il quartiere simbolo della comunità afroamericana della città, si arrivò a due cento venti casi su cento mila abitanti e se prendiamo in considerazione solo la popolazione di maschi afroamericani di età compresa tra i trenta cinque e i quaranta cinque anni, si parlava addirittura di quattro cento sessanta nove casi ogni cento mila abitanti; per rendere l'idea a febbraio due mila ventuno l'incidenza del Covid in
Italia
era di cento novanta cinque casi per cento mila abitanti.
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Mario Raviglione
05:31
La Tubercolosi diventa una sorta di malattia da cui non si può prescindere, perché anche a
New York City
, tra i migranti, tra le fasce più povere della popolazione, è molto diffusa e si sta diffondendo proprio con queste forme multi farmaco resistenti, che sono quelle poi che nei primi anni novanta scatenano l'interesse internazionale.
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Mario Calabresi
05:57
Cos'era successo in questo periodo? Un'indicazione arriva dalla prestigiosa rivista scientifica British Medical Journal, che identifica le cause dell'aumento delle diseguaglianze, nelle persone senza fissa dimora in quartieri sovrappopolato e nella crescita del contagio da HIV, disuguaglianze, povertà estrema e l'arrivo della HIV.
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06:20
L'HIV, il grande male della fine del secolo scorso, non si presentava da solo, un suo effetto collaterale era proprio il ritorno della Tubercolosi su larga scala.
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Maria Laura Gennaro
06:30
Nella metà degli anni ottanta la curva discendente che si vedeva negli
Stati Uniti
di frequenza, di incidenza della Tubercolosi, improvvisamente subì una frenata e questa frenata poi fu seguita da da un aumento, ehh cosa che non ci si aspettava assolutamente, tanto che da tempo il CDC qua, il Center For Disease Control, che è l'agenzia federale che si occupa della sanità pubblica, aveva smesso tutti i controlli che si fanno per la Tubercolosi.
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Mario Calabresi
07:03
Maria Laura Gennaro è docente di medicina e epidemiologia alla Rutgers New Jersey Medical School negli
Stati Uniti
, descrive così il clima e lo stupore che accompagnava il ritorno della Tubercolosi nelle nostre cronache, ma la malattia torna nelle agende della sanità mondiale, tanto che nel mille nove cento novanta tre l'OMS dichiara l'emergenza sanitaria globale.
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07:28
Quando nel Duemila viene fondato dal
Global Fund
per contrastare la diffusione dell'HIV le morti per Tubercolosi nel mondo sono stimate in circa due milioni e mezzo l'anno.
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07:38
L'associazione tra queste due pandemie non può essere ignorata, dato che di questi due milioni e mezzo di persone, almeno sette cento mila sono pazienti HIV positivi, come ricorda Peter Sand, direttore del
Global Fund
.
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Paolo Giangrasso
07:58
Ciò che ha dato impulso alla creazione di Global Fund nel due mila, appena venti anni fa, è stata l'esperienza della HIV dell'AIDS, in particolare in
Africa
.
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08:09
A quel tempo ci si è resi conto che non era solo l'HIV a fare un gran numero di vittime, ma c'erano altre due malattie infettive che affliggevano le stesse comunità, ovvero i più poveri, gli emarginati, i più vulnerabili.
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08:28
Si trattava di Tubercolosi e Malaria ed era importante concentrarsi sulla Tubercolosi, perché interagisce molto con l'HIV, infatti spesso le persone sieropositive sviluppano anche la Tubercolosi e molti dei decessi tra le persone con HIV sono dovuti in realtà alla Tubercolosi,
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08:50
Quindi l'interazione tra le due malattie, è molto potente e per contrastare HIV e AIDS occorre contrastare anche la Tubercolosi, però la Tubercolosi è già di per sé una grave malattia infettiva.
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09:04
Nel due mila e venti ha ucciso circa un milione e mezzo di persone in tutto il mondo, risultando seconda soltanto al Covid, quindi affrontare la Tubercolosi significa combattere una delle più grandi pandemie che colpiscono l'umanità.
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Mario Calabresi
09:22
Si tratta di un'epidemia silenziosa, nascosta alla vista della maggioranza, nonostante si stimi che due miliardi di persone siano entrate in contatto con il batterio della Tubercolosi nel corso della propria vita, la grande maggioranza di noi non svilupperà la malattia, ma in alcuni casi le condizioni saranno favorevoli al bacillo e la Tubercolosi diventerà conclamata.
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09:43
Da noi le situazioni più critiche si ritrovano nelle carceri o nelle periferie maggiormente affollate e con reddito medio più basso.
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09:52
Le persone più a rischio sono immunodepressi, persone sieropositive con AIDS conclamata e migranti.
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09:60
Nel mondo la maggior parte dei casi si registra in paesi come l'Indonesia, le
Filippine
, il
Pakistan
e il
Bangladesh
in
Asia
e in
Africa
, in
Nigeria
e in
Sudafrica
, senza tralasciare economie più avanzate come la Cina.
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10:15
Qui le difficoltà più grandi sono intercettare e diagnosticare i malati nelle prime fasi della malattia e accompagnarli durante il trattamento, perché la terapia è lunga e debilitante e serve assistenza costante al malato, come ha vissuto in prima persona Carol Nawina, ambasciatrice Zambiana del
Global Fund
, a cui è stata diagnosticata una forma di Tubercolosi extra polmonare nel due mila e uno; è una survivor, una sopravvissuta, come lei stessa si definisce.
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Simona Biasetti
10:49
Ho scoperto di avere la TB nel due mila uno, avevo la tosse secca da un po' e andavo in continuazione nelle strutture sanitarie locali per farmi controllare, ma gli operatori sanitari mi ripetevano che quello che avevo era forse una bronchite cronica, così continuavo a fare avanti e indietro e a quel tempo ero una giovane vedova, avevo perso da poco mio marito e avevo due bambini piccoli e continuavo a fare avanti e indietro dalle cliniche senza ricevere cure.
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11:22
Durante quegli anni, intorno al due mila uno, c'erano informazioni molto limitate sulla Tubercolosi e non potevo davvero saperne di più.
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11:32
Per fortuna uno dei miei fratelli era medico e mi ha portato nell'ospedale dove lavorava e quando mi hanno controllato si sono accorti che ciò che avevo era quella che si chiama Tubercolosi extra polmonare, cioè che è esterna ai polmoni, ecco perché quando andavo in clinica non riuscivano a trovare la Tubercolosi.
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Mario Calabresi
11:55
La storia di Carol Nawina è esemplare di quanto sia faticoso seguire queste cure.
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Simona Biasetti
12:03
Il trattamento è stato un po' pesante, perché ero solita prendere, penso, qualcosa come più di sette medicine alla volta, e a quel tempo ero vedova, non stavo lavorando e sai quando prende i farmaci per la Tubercolosi, questi in qualche modo ti fanno venire fame o devastano così tanto il tuo corpo, che devi seguire una dieta corretta, ma non potevo seguire quel tipo di alimentazione, facevo fatica al punto che a volte, quando avevo fame, non prendevo nemmeno le medicine, perché se le avessi prese, mi sarei sentita ancora peggio, quindi ho lottato, ma sono stata fortunata, perché mio fratello era medico e mi ha aiutato durante il percorso, ma altre persone nella comunità non sono state così fortunate.
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12:57
Di solito, dopo la diagnosi di Tubercolosi, si viene sottoposti alle cure, vengono somministrati farmaci e ti dicono di andare a casa a bere, indipendentemente dal fatto che tu abbia da mangiare o meno, ma quando alcune persone tornano a casa stanno peggio e nella maggior parte dei casi buttano via i farmaci, perché sentendosi peggio, credono che peggiori anche la Tubercolosi e l'impatto nel tempo, quando prendi solo le medicine, è che diventi davvero, davvero debole.
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13:32
Oppure, e questo succede perché purtroppo non si è informati abbastanza, dopo aver preso il farmaco per la fase intensiva, che è di due mesi alla fine dei quali ci si sente meglio, qualcuno sospende la cura, il che diventa pericoloso, perché se ti fermi allora non significa che la TB è andata via, continuerà e peggiorerà.
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13:56
E inoltre, così facendo, si rischia di sviluppare la Tubercolosi resistente ai farmaci.
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Mario Calabresi
14:02
La farmaco resistenza, quella caratteristica che permette ai batteri di diventare insensibili agli antibiotici.
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14:10
Una caratteristica subdola, un problema globale che non riguarda solo il bacillo della Tubercolosi, ma che in questo caso assume dimensioni particolarmente preoccupanti.
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14:21
La farmaco resistenza ce la spiega Maria Laura Gennaro
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Maria Laura Gennaro
14:26
Per parlare della della Tubercolosi farmaco resistente comunque, tu hai ragione, è un problema grave, importante e che è dovuto principalmente al fatto che, essendo questo batterio un un batterio che si è, si è voluto molto bene con la specie umana, tanto da mantenersi in uno stato di equilibrio in cui non causa malattia ed è è capace di restare senza senza dare sintomi in tutto questo grande numero di persone, questo stato, diciamo, silente del batterio è particolarmente, naturalmente resistente ai farmaci.
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Mario Calabresi
15:03
Ma i regimi di cura sbagliati possono aggravare il quadro e i ceppi farmaco resistenti possono essere contagiosi quanto e di più della forma non mutata. Lo descrive bene Anna Scardigli, Senior Disease Advisor per la Tubercolosi presso il
Global Fund
.
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Anna Scardigli
15:19
La Tubercolosi resistente si può creare o si può, diciamo, ricevere. Nel senso che, se un malato non viene diagnosticato con Tubercolosi resistente presto, eh trasmette una Tubercolosi già resistente a persone intorno a lui, cioè un batterio già resistente ai farmaci di prima linea.
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15:39
Alternativamente, un paziente può sviluppare una Tubercolosi resistente durante il trattamento di una Tubercolosi che era inizialmente sensibile e questa è una resistenza, diciamo secondaria ed è di solito secondaria un po' a un maltrattamento, magari farmaci presi in maniera irregolare, farmaci di scarsa qualità, combinazione di farmaci non adeguata
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Mario Calabresi
15:60
È un fenomeno che non è uniforme nel mondo, è più sentito in quelle zone in cui è difficile accedere e mantenere le cure tradizionali e dove i sistemi sanitari sono sottoposti a pressioni da più fronti.
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16:13
In Europa è particolarmente critica la realtà dei paesi dell'ex blocco sovietico, tra cui l'Ucraina, come ci spiega Raviglione.
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Mario Raviglione
16:22
Con la crisi economica, e soprattutto quella che segue al collasso dell'Unione Sovietica quando collassa il sistema di salute pubblica, si aggrava la situazione e la Tubercolosi si diffonde in maniera ovviamente non controllabile, proprio per le condizioni sociali ed economiche della popolazione.
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16:42
Quindi lì siamo di fronte a povertà, siamo di fronte a sotto nutrizione, a problemi sociali come l'alcolismo, il fumo, sono tutti fattori scatenanti una epidemia di Tubercolosi. E a questo si aggiunge la carenza di farmaci, di farmaci di prima linea, che sono quelli essenziali per il trattamento alla Tubercolosi e mi ricordo, per esempio nel mille nove cento novanta quattro, quando ho visitato nello stesso anno Kirghizistan, Kazakistan e
Russia
, che nessuno di questi paesi, compresa la
Russia
, aveva a disposizione i quattro farmaci che si utilizzano per il controllo e per la trattamento della Tubercolosi; questo significa che venivano utilizzati dei regimi di standard inferiore e di conseguenza, che si creavano le condizioni per la creazione della multi farmaco resistenza.
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Mario Calabresi
17:36
Qui il pensiero va all'Ucraina, la cui situazione era gravissima già prima dell'invasione russa, perché tra le storie dimenticate della guerra ci sono le persone che con un giro di orologio si sono trovate senza l'assistenza medica di cui hanno bisogno. Naturalmente non si tratta solo di malati di Tubercolosi, ma se guardiamo a questo caso specifico, i numeri dicono che, prima dello scoppio della guerra, erano trenta quattro mila gli ammalati di Tubercolosi nel territorio ucraino.
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18:03
Trenta quattro mila persone sono un numero enorme, lo sarebbero per
l'Italia,
e lo sono ancora con più forza nell'Ucraina moderna.
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18:11
Oltretutto di questi trenta quattro mila, circa un terzo è stimato essere affetto dalla forma farmaco resistente. Trenta quattro mila potenziali profughi, ammalati, in fuga da un paese in guerra e senza le cure necessarie.
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18:25
Sentite come descrive la situazione ucraina Anthony Fauci, il consigliere per l'emergenza Covid del presidente degli
Stati Uniti
: "Come funzionario della sanità pubblica, come scienziato e come esperto di malattie infettive, sono molto preoccupato per l'interruzione che è già avvenuta e che continuerà, gli ospedali trasferiti nelle cantine, le cliniche che devono chiudere avranno un terribile impatto sulla Tubercolosi".
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18:57
A questo punto è importante fare una precisazione, grazie al cambio di rotta e alla maggiore attenzione internazionale, i progressi in questo campo sono stati notevoli.
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19:06
Come già anticipato, nel due mila è stato istituito The Global Fund, il fondo globale per la lotta a HIV, Tubercolosi e Malaria.
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19:14
Nel due mila e sei
l'OMS
ha lanciato il piano Stop TB Strategy due mila sei, due mila quindici, che verrà sostituito dal piano End TB Strategy per il periodo due mila quindici, due mila trenta.
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Paolo Giangrasso
19:29
Non dobbiamo sottovalutare quanti progressi sono stati fatti dal due mila, quando è nata per la prima volta l'idea di creare un fondo globale per combattere l'AIDS, la Tubercolosi e la Malaria
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19:41
Da allora il tasso di mortalità, quindi i decessi in relazione alla popolazione, sono diminuiti del quaranta due per cento.
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Mario Calabresi
19:52
Poi però, un'altra infezione respiratoria ha stravolto le carte in tavola, l'impatto del Covid è stato violentissimo, dirottando risorse e personale prima impegnato nella lotta alla Tubercolosi e inducendo comportamenti opposti a quelli necessari per contrastare la malattia tubercolare.
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Anna Scardigli
20:09
La Tubercolosi con il Covid hanno in comune molti aspetti e quindi per rispondere al Covid c'è stata la necessità, per la maggior parte dei paesi, di utilizzare anche le risorse che erano per la Tubercolosi.
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20:21
Quindi utilizzare sia risorse umane, per esempio tecnici di laboratorio, eh medici, medici specialisti eh nella salute respiratoria e così usare risorse di laboratorio o risorse nel senso di ospedali, centri di salute, spazi dove ospedalizzato i pazienti.
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Paolo Giangrasso
20:40
Nel caso della Tubercolosi stavamo cercando di raggiungere e trovare le persone con tosse, difficoltà respiratorie, per portarle nelle cliniche per la diagnosi e il trattamento. Nel caso del Covid diciannove, invece, l'indicazione era di rimanere isolati e non andare in ospedale a meno che non fosse davvero necessario.
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21:02
E così, in un certo senso, stavamo inavvertitamente scoraggiando le persone con la Tubercolosi, dal farsi curare.
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Mario Calabresi
21:17
Questo rallentamento ha significato un milione di diagnosi in meno.
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21:21
Meno diagnosi vuol dire più contagi, soprattutto nelle zone più difficili da raggiungere, come le periferie delle grandi megalopoli mondiali.
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21:29
Allo stesso modo le morti sono tornate a crescere e hanno superato nuovamente il milione e mezzo di persone, oltre cento mila in più del periodo per pandemia.
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Maria Laura Gennaro
21:40
Questo era il primo anno in quindici anni che c'è un aumento da un anno all'altro di mortalità dovuta alla Tubercolosi, cioè in tutti questi quindici vent'anni precedente c'era sempre stata una diminuzione, invece questo è stato dovuto al Covid, il fatto che le barriere, cioè la la difficoltà di accesso è aumentata, in particolare in popolazioni diciamo svantaggiate, le forme di diseguaglianza che ci sono, rispetto alla tubercolo, sono state esacerbate dalla diseguaglianza combinata, Tubercolosi Covid, più le nuove barriere che ovviamente in presenza del Covid si sono create e all'accesso ai farmaci, ai programmi di controllo della Tubercolosi, l'accesso alle cliniche, eccetera eccetera.
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Mario Calabresi
22:25
Certo, sarebbe un errore ignorare i progressi fatti negli ultimi vent'anni da quando si è tornati a investire nella ricerca per questa malattia ci sono stati innovazioni importanti sia nelle cure, con farmaci nuovi e protocolli più economici e accessibili, sia negli strumenti di diagnosi, importantissimi per intercettare gli ammalati nelle fasi precoci della malattia.
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Anna Scardigli
22:45
Tutti quelli che, diciamo, lavorano nell'ambito della Tubercolosi, tendono avere fiducia e come dicevo passione e direi che adesso siamo più motivati che prima, perché appunto per tanti anni c'è stato poco, poco sviluppo di farmaci, poco cambi nel ehm, nei mezzi diagnostici.
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23:05
Oggi per fortuna esistono dei mezzi molto più efficaci, rapidi e precisi, che non richiedono l'interpretazione umana e che, anche se sono di biologia molecolare, che detta così può sembrare una cosa molto complessa, possono essere utilizzati anche a livello piuttosto periferico, non hanno bisogno di ospedali, di laboratori di alto livello assolutamente, quindi questo è, per noi, è stato un enorme passo avanti e così per il trattamento recentemente si sono identificati dei regimi più corti, più brevi.
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23:33
La difficoltà rimane il metterlo in pratica, il metterlo in pratica su grande scala di maniera che veramente tutti possano avere accesso al mezzo diagnostico e al trattamento terapeutico preventivo che sia ideale.
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Mario Calabresi
23:48
Gli orizzonti guardano a farmaci, diagnosi e vaccini.
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23:52
La speranza ci arriva ancora da Carol Nawina e dall'importanza di avere un fondo globale che aiuti le comunità locali nella loro azione di contrasto al diffondersi dell'epidemia di Tubercolosi nel mondo vostro.
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Simona Biasetti
24:06
Vorremmo anche imparare dai successi del Covid, perché il Covid ci ha mostrato che i soldi per la ricerca e lo sviluppo ci sono, e se potessimo usufruire delle lezioni apprese con il Covid, forse allora potremmo avere un efficiente vaccino contro la Tubercolosi entro il due mila venti cinque.
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24:27
Prendo me stessa come esempio, per dire che se non ci fosse stato il Global Fund, forse oggi non sarei qui, perché i farmaci che ho preso per la Tubercolosi, i farmaci che ho preso per l'HIV, sono stati tutti finanziati dal Global Fund.
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24:44
Quindi il Global Fund deve essere messo in grado di continuare a sostenere le organizzazioni comunitarie e la società civile, così come i programmi nazionali di contrasto alla Tubercolosi, perché non possiamo vincere questa battaglia da soli.
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25:00
Abbiamo degli obiettivi ambiziosi per porre fine alla Tubercolosi entro il due mila trenta, l'unico modo per farlo è farlo insieme.
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Mario Calabresi
25:24
Un filo blu è un podcast di Chora Media, scritto con Simone Clemente per The Global Fund, il fondo globale per la lotta contro l’AIDS, la Tubercolosi e la Malaria.
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25:32
Le registrazioni in studio sono di Nicolò Bosio, i fonici in presa diretta sono Loran Volan per Kitchen Studio e Cristiano Lo Mele, la voce di Peter Sands è di Paolo Giangrasso, la voce di Carol Nawina è di Simona Biasetti, l'editing e il sound design sono di Francesco Ferrari per Frigo studio. Le musiche addizionali sono su licenza Machiavelli music, Universal Music Publishing, Ricordi srl, la produssero è Monia Donati. La cura editoriale di Sarah Poma.
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🇮🇹 Made with love & passion in Italy. 🌎 Enjoyed everywhere
Build n. 1.36.0
Marco Archetti
Mario Calabresi
Mario Raviglione
Maria Laura Gennaro
Paolo Giangrasso
Simona Biasetti
Anna Scardigli
BETA
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