Sono le 20:58 di venerdì nello stato di Washington e le 17.58 di sabato a Tonga. Arriva una notifica sulla chat iMessage di Facebook: “Sorella, prega per noi. C'è uno tsunami. È spaventoso. Stiamo scappando e qui piovono sassi”. L’esplosione causata dall’eruzione del vulcano sottomarino è stata cinquecento volte più potente di quella della bomba atomica su Hiroshima. Le linee di comunicazione con Tonga sono interrotte e i soccorsi sono lenti e difficili. Alla catastrofe naturale, adesso, si aggiunge un problema che potrebbe sembrare assurdo.