Monday, Jan 17, 2022 • 6min

Ep.6: Forse abbiamo capito chi ha ucciso il presidente di Haiti

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L’assassinio del presidente di Haiti Jovenel Moïs è una storia di gang latinoamericane, di tradimenti, di droga... e di anguille. Adesso, le indagini sull’omicidio sono vicine a una svolta, grazie alle intercettazioni del primo ministro di Haiti che parla con uno dei maggiori sospettati e grazie a un’inchiesta del New York Times.
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Speakers
(1)
Cecilia Sala
Transcript
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00:06
Chora.
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Cecilia Sala
00:14
Quest'estate un gruppo di uomini armati è entrato nella villa del presidente, ad
Haiti
, ai
Caraibi
.
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00:21
Lo hanno ammazzato mentre era nel suo letto e hanno sparato anche a sua moglie.
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00:26
Lei è rimasta sul pavimento sanguinante, è riuscita a sopportare il dolore e a fingersi morta e per questo si è miracolosamente salvata.
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00:36
Questa è la storia dell'assassinio di un presidente, Jovenel Moise, ed è una storia di gang latino-americane, di tradimenti, di droga e di anguille.
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00:55
Sono Cecilia Sala e questo è Stories, un podcast di Chora Media che vi racconta una storia dal mondo, ogni giorno.
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01:16
Prima di morire il presidente stava lavorando a qualcosa, ne aveva sicuramente parlato con quattro persone del suo entourage e ne aveva parlato con gli americani.
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01:26
Era un piano pericoloso, pericoloso per lui, che prevedeva di stilare una lista di nomi di quelli che gestiscono il traffico di droga e di armi nel paese.
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01:35
Quindi uomini d'affari, politici e personaggi di peso della criminalità locale; attenti perché molti ricoprono due o tre di questi ruoli contemporaneamente.
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01:46
Ad
Haiti
ci sono trafficanti che siedono in
Parlamento
e poliziotti corrotti che non rispondono neanche al telefono quando i superiori li chiamano e ogni gruppo criminale ha i propri giudici amici.
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01:57
Tutti gli abitanti sono abituati a questi voli di piccoli aerei privati che si spostano in giro per il paese o anche andando fuori dai confini e decollano da delle piste clandestine.
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02:07
Quindi combattere il traffico è difficile e gli americani sono preoccupati perché nonostante i dati sicuri non esistano, le stime dicono che proprio da Haiti passa la tratta principale che porta la droga negli
Stati Uniti
.
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02:19
Anche tra gli haitiani che lavorano per la DEA, che è l'agenzia antidroga americana, c'è gente che fa il doppio gioco e alcuni sono sospettati di aver avuto un ruolo nell'assassinio del presidente.
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02:32
Quando sono entrati a casa sua dopo aver ucciso il presidente, quelli della gang hanno cercato con una certa furia quel famoso documento con la lista dei nomi.
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02:40
"Urlavano tra loro e sembravano isterici", questo ha raccontato dopo la moglie che in quel momento era sempre sul pavimento, immobile e con gli occhi chiusi, ma ovviamente ascoltava.
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02:53
L'ha confermato anche uno dei ragazzi della gang che la
Polizia
ha fermato e che nell'interrogatorio ha detto "trovare quella lista era una priorità".
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03:02
Negli ultimi tempi, per la precisione negli ultimi sette mesi, c'era qualcosa di strano nel presidente Moïse, era sfuggente.
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03:11
Forse lui non ha saputo reggere la parte fino al momento in cui avrebbe poi effettivamente svelato le sue carte e quindi ha commesso un passo falso.
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03:19
Forse non è riuscito a comportarsi come se niente fosse, con quegli uomini d'affari e faccendieri che in passato l'hanno aiutato e che lui stava per tradire.
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03:29
Oppure qualcuno di cui lui si fidava e che gli era molto vicino, ha tradito lui.
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03:34
"Sarei uno sciocco a pensare che il narcotraffico e il traffico di armi non abbiano giocato un ruolo nell'assassinio.
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03:41
Chiunque capisca qualcosa della politica o dell'economia di
Haiti,
lo sa ".
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03:46
Questo ha detto al
New York Times
l'inviato speciale degli
Stati Uniti
ad
Haiti
, che si è dimesso da poco.
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03:53
Adesso, uno dei nomi di peso di quella famosa lista è quello di Charles Saint-Rémy che ad Haiti tutti chiamano Kiko.
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04:00
Lui è un businessman importante ed è il cognato dell'ex presidente, cioè del predecessore di Moise, che poi è proprio la persona a cui Moise doveva tutto, perché quando era praticamente uno sconosciuto lui l'ha scelto come proprio delfino e gli ha consegnato il paese.
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04:16
Infatti, Moise è nato molto povero e quando era giovane ha lavorato anche per l'impero di
Kiko
, lui ha varie industrie e varie attività ad
Haiti
, ma soprattutto è il re del mercato delle anguille.
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04:26
Però ad
Haiti
la pesca e il commercio delle anguille non sono un settore pulito, hanno vissuto una rapidissima espansione ma tutti sanno che sostanzialmente servono solo a riciclare il denaro del narcotraffico.
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04:38
Anni fa Moise, insieme a suo cugino, ha lavorato per Kiko in quel settore, quindi nessuno sa meglio di lui cosa c'è davvero dietro il traffico di quei pesci.
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04:47
E secondo alcune fonti della sua amministrazione, il presidente stava per metterci mano.
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04:52
Le stesse fonti dicono che per Moise, i suoi protettori e quindi in primis Kiko, stavano diventando soffocanti e pretendevano favori in continuazione.
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05:02
E dicono anche che il presidente era stressato e non ne poteva più.
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05:07
Ora, un attimo di attenzione perché la vicenda diventa ancora più ingarbugliata.
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05:11
Ovviamente dopo l'assassinio del presidente c'era il rischio che il caos e la violenza aumentassero, quindi ha preso in mano la situazione il Primo Ministro che si chiama Ariel Henry.
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05:22
Lui ha promesso di calmare le acque, di aiutare il paese a superare il trauma e a ritrovare l'unità per poi fare le elezioni.
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05:29
Tutto con un tono molto rassicurante.
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05:32
Quello che non è rassicurante è quello che è appena venuto fuori su di lui.
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05:36
Adesso ci sono delle intercettazioni che dicono che il Primo Ministro ha parlato con uno dei sospettati e ricercati per l'assassinio del presidente proprio subito prima del giorno dell'omicidio e poi la mattina dopo e addirittura che di recente l'attuale Primo Ministro e il ricercato si sono incontrati.
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05:57
Per mettere insieme i pezzi di questa storia il
New York Times
ha parlato sia con la moglie di Moise che con settanta persone tra politici, funzionari locali, poliziotti, ovviamente pescatori di anguille e poi amici d'infanzia della vittima.
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06:11
Molti di loro ora temono anche per la propria vita.
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06:22
Stories è un podcast di Cecilia Sala, prodotto da Chora Media.
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06:26
La cura editoriale è di
Francesca Milano
, l'advisor
è Pablo Trincia
, la producer
è Monica De Benedictis
, il sound designer è Daniele Marinello, la sigla e la supervisione del suono e della musica sono di Luca Micheli.
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Cecilia Sala
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