Tuesday, Mar 29, 2022 • 9min

Ep.59: La ragazza di Mariupol

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Kataryna ha 31 anni e fino a quando ha potuto è rimasta nella sua città, Mariupol, per aiutare la resistenza. Anche se in molti erano scappati, lei non voleva lasciare il Paese, voleva fare la sua parte. È fuggita solo quando a dare l’ordine di lasciare Mariupol sono stati i capi del gruppo di volontari di cui fa parte, quando cioè hanno iniziato a esserci combattimenti casa per casa, strada per strada, e si diffusa la voce che i russi in città stavano dando la caccia proprio ai volontari. Perché - secondo la propaganda russa - i volontari che organizzano la resistenza sarebbero neonazisti.
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Talking about
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Speakers
(1)
Cecilia Sala
Transcript
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Cecilia Sala
00:06
Chora
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00:07
Ho appuntamento qui al parco con Katharina Jerska che è una ragazza nata e cresciuta a Mariupol a trentun anni lei era lì, viveva lì, lavorava lì e ha deciso di rimanere dopo il ventiquattro febbraio, quando è cominciata l'invasione.
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00:30
Moltissime persone a
Mariupol
non si aspettavano che l'invasione sarebbe veramente cominciata e solo, solo tra virgolette, ma insomma, solo centomila persone su quasi mezzo milione di abitanti sono fuggiti prima del ventiquattro, perché avevano paura di quello che sarebbe potuto succedere.
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00:48
Gli altri non sono scappati. Lei non è scappata, non perché non credesse all'invasione, ma perché voleva restare e aiutare la resistenza. Altri invece non hanno capito che cosa stava per succedere e poi si sono ritrovati in trappola. When did you manage to find a way to leave Mariupol?
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01:11
Gli ho chiesto quando e come è riuscita a fuggire e se avesse provato altre volte, perché, come sapete spesso i corridoi umanitari, le evacuazioni, le persone in fuga da
Mariupol
sono state colpite dai russi. E lei mi ha detto appunto che non ci aveva provato perché lei anche poi quando è scappata non voleva scappare.
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01:31
Lei aveva deciso di rimanere come volontaria, di aiutare i suoi concittadini durante i bombardamenti, ma adesso che non c'è più solo l'accerchiamento da parte delle truppe russe della città e le bombe e i missili dei russi contro il centro della città, in questo momento in cui ci sono i carri armati per le strade del centro e i combattimenti casa per casa e strada per strada, non è stata una sua decisione, ma è stata una decisione dei capi del gruppo di volontari di cui lei faceva parte.
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02:00
E appunto, quando i combattimenti sono arrivati per le strade l'ordine è stato dobbiamo andarcene tutti e lei ha seguito la carovana dei suoi colleghi che andava fuori dalla città. Il motivo per cui l'ordine generale è stato scappare è che i russi, nel momento in cui sono dentro i confini della città di
Mariupol
, cercano i volontari ucraini perché la propaganda russa dice che tutti i volontari ucraini a
Mariupol
, tutti quelli che aiutano tutte le organizzazioni di volontariato, sono di Pravy Sektor.
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02:33
Pravy Sektor, la cui traduzione italiana, il settore destro, che è un gruppo neonazista di cui abbiamo parlato quando abbiamo dedicato una puntata alle milizie che combattono dalla parte degli ucraini.
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02:47
Sono Cecilia Sala e questo è Stories.
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02:55
Okay.
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03:02
Poi abbiamo parlato di quello che sta succedendo a
Mariupol
in questo momento, dei combattimenti che ci sono, dei russi che stanno cercando di penetrare e sono già in alcuni quartieri della città, ma stanno cercando di tagliare in due
Mariupol
, penetrando da est e da ovest, per poi fare un ulteriore accerchiamento, non più delle truppe che erano già isolate all'interno della città e non potevano più ricevere aiuti, rifornimenti e rinforzi, ma spezzarla in due gruppi ancora più piccoli per metterli ancora più in crisi, disarticolarli perché divisi in due gruppi più piccoli, sono più facili da sconfiggere.
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03:37
Abbiamo parlato del fatto che nella battaglia di
Mariupol
ha un ruolo fondamentale il Battaglione Azov. Anche del Battaglione Azov abbiamo parlato nella puntata sulle milizie che stanno dalla parte dell'ucraina.
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03:49
Lei non sa esattamente quanto importante sia la componente dei combattenti del
Battaglione Azov
tra le forze ucraine presenti in questo momento dentro
Mariupol
, ma sicuramente hanno un ruolo fondamentale.
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04:02
Abbiamo raccontato che hanno cominciato a scontrarsi sia con i soldati russi che con gli uomini del leader ceceno Kadyrov, e le ho fatto una domanda su una questione su cui la propaganda russa insiste moltissimo e che però ha attecchito anche in
Italia
e non solo, cioè il fatto che in realtà i russi sarebbero stati disponibili a lasciare uscire le persone da Mariupol, e i civili da
Mariupol
, ma il
Battaglione Azov
li ha usati come scudi umani, impedendogli di scappare.
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04:31
A quanto dice Katharina, questo non è assolutamente vero. Ci sono stati dei momenti in cui gli ucraini, in generale le forze militari ucraine presenti a
Mariupol
, hanno sconsigliato i civili di utilizzare i corridoi umanitari in quel momento, ma solo dice Katharina, perché poche ore prima, o pochi minuti prima quei corridoi umanitari erano stati colpiti, quindi utilizzarli in quel momento era pericoloso.
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04:54
Per il resto lei ha sempre potuto scappare, tranne in questi momenti, semplicemente non voleva farlo. Nel momento in cui ha deciso di farlo, i suoi capi le hanno ordinato di farlo. Non ha avuto nessun problema a uscire dalla città e anzi è stata aiutata dalle forze ucraine presenti a farlo il più possibile in sicurezza.
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05:12
E dicendo che non ha avuto nessun problema a uscire dalla città, ovviamente intendiamo che gli ucraini non l'hanno bloccata. Poi ci sono decine di check point russi che devi passare in cui ti perquisiscono and they are looking for some kind, they say, of tatooes. Do you know what kind of tatooes?
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05:33
Loro cercano in particolare due tipologie di tatuaggi che sono il tridente che è il simbolo nazionale ucraino ed è un simbolo che si tatuano addosso molti nazionalisti e un'altra tipologia di tatuaggio, a mosaico rosso e nero, che di solito è tatuato sull'avambraccio.
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05:51
I problemi, quindi, sono i pericoli di essere colpiti dalle bombe russe. Perché devi scappare mentre i bombardamenti continuano, il pericolo di finire in mezzo a un combattimento strada per strada in cui si sparano tra russi e ucraini, e ovviamente il pericolo che poi, anche una volta fuori da
Mariupol
, il corridoio umanitario che stai utilizzando non sia rispettato dai russi e sia colpito da loro.
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06:11
Il pericolo che a quei check point che abbiamo citato qualcuno si insospettisca su di te e decida di non lasciarti andare, ti prenda prigioniero, ti deporti in
Russia
, quindi tutti questi pericoli ovviamente rimangono, ma lei non è stata bloccata, non ha avuto problemi da parte degli ucraini.
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06:28
Lei è rimasta isolata a
Mariupol
, senza connessione internet dal primo marzo. La guerra era cominciata da una settimana e quel giorno i russi hanno colpito le infrastrutture che permettevano le comunicazioni sia telefoniche che via internet.
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06:41
Il gruppo di volontari di cui fa parte però aveva un telefono satellitare, quindi ogni tanto riuscivano a collegarsi e a ottenere informazioni e notizie su quello che stava succedendo fuori e a dare informazioni e notizie su quello che stava succedendo dentro
Mariupol
.
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07:02
Mi ha raccontato che il primo momento davvero drammatico è stato il giorno in cui hanno bombardato il reparto maternità.
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07:08
In quel momento non era possibile far arrivare aiuti da fuori, far arrivare persone da fuori; quindi per le donne e i loro bambini, per le donne incinte o le donne che avevano appena partorito è stato veramente difficile trovare qualcuno che potesse assisterle.
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07:25
Il secondo momento più drammatico è stato il bombardamento sul teatro di
Mariupol
. È successo il sedici marzo. Lei era lì, lei vive proprio di fronte a quel teatro nella piazza centrale di
Mariupol
e sapeva benissimo perché c'era stata e gli aveva portato dei pacchi con cibo e medicine, che le mille e trecento persone rifugiate nei sotterranei, che sono dei sotterranei molto grandi, anche se il teatro è un teatro piccolo, perché erano un bunker costruito dai sovietici negli anni sessanta, quando si temeva una guerra nucleare con gli
Stati Uniti
.
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07:56
Lei in quel teatro, nei sotterranei di quel teatro era stata molte volte e conosce le famiglie che si erano rifugiate lì. Le famiglie che si erano rifugiate lì lo avevano fatto perché le loro case erano state distrutte, non avevano più niente
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08:09
Did you find a way to reach them, the people that you know there.
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08:14
Dopo il bombardamento del teatro, Katharina è scappata da
Mariupol
.
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08:18
Ci sono persone che lei conosce, che si trovavano lì e con cui riesce ancora a parlare e con cui è rimasta in contatto, e altre persone che non è più riuscita a raggiungere.
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08:27
In quel teatro con attorno in terra le grandi scritte "bambini" in russo perché fossero visibili agli aerei militari russi c'erano milletrecento persone e secondo le autorità ucraine trecento sono rimaste uccise.
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08:42
È il più alto numero di vittime in un singolo bombardamento russo dall'inizio di questa guerra.
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08:49
Io con Caterina rimango in contatto e provo a cercare delle persone che erano in quei sotterranei, nei sotterranei del teatro nel momento in cui è stato bombardato.
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08:58
Noi ci sentiamo domani.
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09:06
Stories è un podcast di Cecilia Sala prodotto da Chora Media. La cura editoriale è di
Francesca Milano
L'advisor
è Pablo Trincia
, la producer
è Monica De Benedictis
, la post-produzione e il sound design sono di Daniele Marinello. La sigla e la supervisione del suono e della musica sono di
Luca Micheli
.
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Cecilia Sala
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