Monday, Mar 14, 2022 • 6min

Ep.48: Restituire un favore dopo ottant’anni

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Nel 1942 Fania, una ragazzina ebrea che abita nell’ovest dell’Ucraina, si salva dalle deportazioni dei nazisti grazie a Maria, una ragazza poco più grande di lei, che la nasconde in casa sua. Scampata all’olocausto, alla fine della guerra Fania si trasferisce in Israele. Ottant’anni dopo la famiglia di Fania ha restituito il favore. Sua nipote, israeliana, ha salvato le nipoti ucraine di Maria da questa guerra e le ha accolte a casa sua.
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Talking about
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Speakers
(1)
Cecilia Sala
Transcript
Verified
00:00
Chora.
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Cecilia Sala
00:11
Siamo in
Ucraina
.
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00:12
È il millenovecento quarantadue Fania Rosenfeld Bass è una ragazzina ebrea della cittadina di Rafalòwka, che si trova nell'ovest
dell'Ucraina
.
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00:23
Arrivano i nazisti, la sua famiglia e le altre famiglie ebree devono trasferirsi nel ghetto.
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00:29
Nei primi giorni ci sono alcune misteriose sparizioni di donne e di uomini della comunità ebraica locale e dopo poche settimane cominciano le deportazioni di massa.
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00:40
I genitori di Fania vengono uccisi dai nazisti, vengono uccisi anche i suoi fratelli e la sua sorella più piccola, che ha sei anni.
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00:47
Tutti i loro corpi, insieme a quelli di altri ebrei, vengono gettati in una fossa comune nella foresta di Rafalòwka.
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00:56
A Rafalòwka c'è una signorina che si chiama Maria. Lei è cristiana, è più grande di Fania e la conosce poco, anzi la conosce solo di vista, ma Maria decide di rischiare di nasconderla a casa sua per tutto il tempo che sarà necessario.
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01:09
Fania vive da sola nel nascondiglio che Maria ha organizzato per lei per due anni, fino al millenovecento quarantaquattro, quando Rafalòwka viene liberata finalmente
dall'Armata Rossa
, antenata dell'esercito Russo.
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01:26
Fania il giorno della liberazione esce dal nascondiglio e poi esce dal paese.
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01:30
Lei costruirà il suo futuro in
Israele
e passerà lì il resto della sua vita.
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01:35
Ottant'anni dopo e una settimana fa la famiglia di Fannia ha restituito il favore. Sua nipote israeliana ha salvato le nipoti ucraine di Maria da questa guerra e le ha accolte a casa sua.
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01:49
Per una strana coincidenza il loro visto è stato rilasciato proprio nel giorno dell'anniversario della morte di Fania.
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02:02
Sono Cecilia Sala e questo è Stories, un podcast di Chora Media che vi racconta una storia dal mondo, ogni giorno.
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02:19
Fania e Maria, dopo la fine della
Seconda Guerra Mondiale
, avevano perso i contatti l'una dell'altra.
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02:28
Fania però, da mamma e da nonna, aveva raccontato milioni di volte questa storia, la sua storia, sia ai suoi figli che alle sue nipoti.
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02:37
Gliela raccontava quando erano piccoli e per loro Maria assomigliava a un personaggio delle favole, di quelli salvifici che verso l'epilogo fanno qualcosa che cambia il corso degli eventi e garantisce il lieto fine.
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02:49
Nel loro immaginario era un personaggio emblematico e un'eroina, ma appunto quasi irreale.
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02:56
Negli anni novanta crolla
L'Unione Sovietica
,
l'Ucraina
diventa una nazione indipendente e arriva internet.
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03:04
A quel punto figli e nipoti di Fania si mettono online a cercare Maria o comunque qualcuno di più giovane della sua famiglia.
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03:12
Li trovano, si parlano e poi si incontrano.
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03:16
Maria e Fania si sono riviste nel millenovecento novantanove in
Ucraina
e proprio nella foresta di Rafalòwka.
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03:23
Adesso li c'è un monumento ed è dedicato anche alla famiglia di Fania.
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03:29
Quando è cominciata l'invasione, la nipote di Fania, Sharon, ha scritto a Lesia e Alona, le nipoti di Maria, ha detto loro che avevano un posto dove andare e che per lei era arrivato il momento di ripagare un'antica gentilezza.
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03:45
Le ha aiutate per trovare la strada più sicura per fuggire e soprattutto si è mossa facendo pressione sulla burocrazia israeliana, rilasciando interviste, organizzando sit-tin e dopo pochi giorni è arrivato il visto. Non solo per Lesia e Alona, ma per molti altri rifugiati ucraini.
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04:03
Poi Sharon è andata a prendere le due ragazze all'aeroporto di
Tel Aviv
e, anche se con loro ovviamente non ha nessun rapporto di sangue, le ha chiamate le mie cugine.
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04:16
Adesso vi sembrerà che stiamo cambiando argomento, ma non è così.
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04:20
Putin
non ha solo pianificato male questa guerra dal punto di vista militare, ma anche dal punto di vista di quello che ormai siamo abituati a chiamare lo storytelling.
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04:28
La narrativa bellica russa non funziona e appunto centra anche una storia come quella che abbiamo appena raccontato.
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04:36
Come sapete, in
Russia
non si può proprio pronunciare la parola guerra, perché è vietata.
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04:41
Il ministro degli esteri
Lavrov
continua a dire, riuscendo a rimanere serio, che quella in corso non è una guerra e non è l'invasione
dell'Ucraina
.
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04:50
Per il
Cremlino
, infatti, si tratta di un'operazione speciale di denazificazione.
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04:56
Ma il bersaglio numero uno di questa operazione di denazificazione è un ebreo, cioè il presidente
Zelens'kyj.
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05:06
Per sfortuna dei russi e come abbiamo già detto molte volte qui, è anche un presidente coraggioso, che non scappa, che sa farsi notare, è carismatico e domina la scena mediatica internazionale. Quindi lui, la sua storia e le sue origini non stanno passando inosservate.
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05:24
Ovviamente usare propagandisticamente il tema della denazificazione, quando si ha di fronte un presidente molto coraggioso, che sta guidando la resistenza
Ucraina
e che appunto è ebreo, non funziona moltissimo.
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05:39
E tutta la comunità ebraica ucraina è stata messa in fuga dalle bombe, oppure costretta a combattere da questa operazione di denazificazione.
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05:48
E sempre per usare la formula della propaganda di
Mosca
, questa operazione di denazificazione ha addirittura bombardato il monumento di
Babij Jar
.
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05:58
Babij Jar
è stata bombardata quando i russi hanno colpito la torre della televisione di Stato Ucraina, hanno ucciso quattro civili e appunto hanno distrutto il monumento alla memoria dell'eccidio di
Babij Jar
, uno dei peggiori e dei più atroci massacri dell'olocausto.
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06:15
A
Babij Jar
i nazisti hanno ucciso più di trenta mila ebrei di
Kiev
solo nei primi due giorni di massacro e quasi centomila in totale.
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06:34
Stories è un podcast di Cecilia Sala, prodotto da Chora Media.
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06:38
La cura editoriale è di Francesca Milano, l'advisor è Pablo Trincia, la producer è Monica De Benedictis, la post-produzione e il sound design sono di Daniele Marinello, la sigla e la supervisione del suono e della musica sono di Luca Micheli.
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Cecilia Sala
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