Thursday, Mar 3, 2022 • 9min

Ep.41: Cosa può fare Putin

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Se nei primi giorni dell'invasione la fuga da Kyiv era di famiglie intere, da quando c'è la chiamata alle armi degli uomini tra i 18 e i 60 anni, molte famiglie si fanno più problemi a scappare. Uscire dal Paese, infatti, significherebbe lasciare qualcuno indietro. Intanto, i raid russi si intensificano, e colpiscono case e scuole. Non è chiaro se Putin voglia trattare o meno, ma per arrivare a qualsiasi accordo la Russia ha due problemi: da un lato non deve apparire in difficoltà militarmente, dall’altro lato non può nemmeno esagerare con gli attacchi perché in quel caso i negoziati salterebbero.
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Speakers
(1)
Cecilia Sala
Transcript
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Cecilia Sala
00:26
Stamattina mi sono svegliata nella chiesa insieme a un'altra trentina di persone che non avevano trovato posto in città.
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00:34
Sono a ovest a poche ore da
Kiev
eh mi hanno offerto il caffè e l'acqua.
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00:40
Sono scesa giù a fumarmi una sigaretta e ho incontrato due ragazzi che, nonostante abbiano venti e ventotto anni, sono due fratelli. Potevano sembrare stranieri in
Ucraina
e quindi tentare la fuga, perché loro possono e gli ucraini maschi di venti e di ventotto anni, come sapete, ovviamente no.
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00:60
In realtà è un'altra storia, come ne ho ascoltate varie negli ultimi giorni dall'inizio dell'invasione in cui ero qui.
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01:09
Perché se nei primi giorni la fuga da
Kiev
era di famiglie intere, non c'era ancora stata la mobilitazione generale di tutti i maschi tra i diciotto e i sessant'anni, da quando c'è, le famiglie hanno molti più dubbi, si fanno molte più domande prima di decidere di lasciare il paese.
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01:27
E poi chi scappa dalla capitale, da
Kiev,
adesso ha il problema che uscire dal paese vuol dire spaccare le famiglie, lasciare qualcuno indietro, appunto, gli uomini tra i diciotto e i sessant'anni.
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01:39
Questa storia è ancora più particolare, perché si tratta di una famiglia che viene
dall'Azerbaijan,
i genitori di entrambi questi ragazzi sono nati in
Azerbaijan
e loro sono venuti a vivere in
Ucraina,
perché scappavano dalla prima guerra in
Nagorno-Karabakh
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01:56
È iniziata nel gennaio del novanta due ed è durata fino alla primavera del novanta quattro
, in Nagorno-Karabakh
, cioè nel sud ovest
Dell'Azerbaijan
.
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02:06
Era ovviamente una guerra tra la maggioranza etnica che c'è in
Nagorno-Karabakh
, che è un'enclave a maggioranza armena, e dall'altra parte la
Repubblica dell'Azerbaigian.
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02:19
Questa famiglia con il figlio piccolo, cioè il fratello più grande dei due che ho incontrato sta mattina, scappa dalla
Azerbaijan
, viene in
Ucraina
, trova rifugio in
Ucraina
, trova lavoro in
Ucraina
e diventano entrambi i genitori e anche il primo figlio, che era nato in
Azerbaijan
, cittadini ucraini, ma tutti loro conservano anche il passaporto azero, mentre il più piccolo, che si chiama
Samir, Samir Aliyev
, è nato in
Ucraina
, non ha passaporto azero, ha vent'anni e non può lasciare il paese.
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02:53
Samir potrebbe essere chiamato da un momento all'altro a combattere, la sua famiglia non sa cosa fare. Non sa se tornare in quel paese dove non vanno più da tanti anni, dove sono scappati per la guerra e lasciare indietro Samir, che è nato in
Ucraina,
che ha solo il passaporto ucraino e che rimarrebbe intrappolato in un'altra guerra.
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03:13
Nessuno di loro si sarebbe mai immaginato di potersi trovare di nuovo in una situazione del genere. I due fratelli, quello più grande ha ventotto anni, è decisamente quello meno timido dei due.
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03:26
Lui non parla inglese, quindi é Samir a tradurre per me.
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03:30
Samir è il più piccolo, è un ragazzo molto dolce, molto gentile, parla perfettamente inglese e discute con suo fratello che gli dice, anche con un tono un po' aggressivo, che non è colpa sua questa situazione, che non è logico che rischino tutti per uno solo e Samir gli dice che ha ragione e che loro dovrebbero andarsene.
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03:54
La discussione è tra i due fratelli, che paradossalmente sono in due situazioni surrealmente, assurdamente molto diverse, ma loro due sono d'accordo.
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04:04
Samir dice andatevene, il fratello maggiore dice andiamocene, ed è la madre quella a fare resistenza e dire: "o tutti, o nessuno"
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04:21
Sono Cecilia Sala e questo è Stories un podcast di Chora Media, che vi racconta una storia dal Mondo ogni giorno.
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04:43
Tutto questo avviene nel contesto in cui oggi ci sono le delegazioni
ucraina
e
russa
che si incontrano in
Bielorussia
per trattare.
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04:53
Il dilemma qui è cosa può fare Putin, non può presentarsi debole, ha bisogno prima dei successi militari, è vero che la sua campagna militare, secondo i rapporti, i piani di cui avevamo parlato ieri, sta andando più lentamente, non solo delle previsioni di chi guarda questa invasione, ma anche delle stesse previsioni dei russi.
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05:16
È altrettanto vero che Charkiv continua ad essere sotto le bombe, Putin ha offerto di lasciare evacuare gli stranieri che si trovano ancora lì, ma i russi non hanno alcuna intenzione di mollare la presa su Charkiv, che ha più di un milione di abitanti ed è la seconda città più importante
dell'Ucraina
.
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05:37
Cherson è ormai praticamente finita nelle mani russe ed è certo che questo sia il suo destino, continuano delle sacche di resistenza abbastanza eroiche in città, ma non è una situazione recuperabile.
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05:51
Mariupol
, sempre a sud est, sembra non ci siano speranze che che non subisca la stessa fine.
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05:59
E quello che sta succedendo a sud est è la premessa di un tentativo di prendere
Odessa
da parte dei russi, che è un'altra città molto importante e molto famosa
dell'Ucraina
e strategica rispetto a quelli che sono i piani dei russi in quella zona.
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06:17
Strategica anche perché da lì partirebbe un'ulteriore direttrice che porta a
Kiev
, in questo caso invece da sud.
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06:24
Putin a Macron ha detto che andrà avanti senza accettare compromessi.
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06:30
Il dilemma di cui vi parlavo prima, che tutti si fanno in questo momento qui, è proviamo a prendere in considerazione seriamente l'ipotesi che Putin voglia trattare.
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06:40
Ci sono due problemi.
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06:42
Il primo è che nel momento in cui nei negoziati si trova un accordo, Putin non deve sembrare in difficoltà militarmente, perché non accetterebbe mai di chiudere un negoziato in quel momento, perché sarebbe un negoziato in cui potrebbe vantare poche vittorie anche in patria.
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06:59
Dall'altra parte, Putin non può esagerare per ottenere dei successi militari, non può radere al suolo una città bombardandola, perché in quel caso, ovviamente, i negoziati salterebbero.
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07:11
Un'ipotesi, ad esempio, che l'intensificarsi dei combattimenti e soprattutto dei raid, dei bombardamenti, a sud est, sia la preparazione dello sbarco a
Odessa
.
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07:21
A quel punto prendere
Odessa
sarebbe sicuramente un grande successo militare da vantare da parte dei russi
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07:29
L'altro possibile successo da vantare sarebbe invece la presa della capitale, la presa di
Kiev
, ed è anche, ovviamente, il più drammatico, il più temuto.
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07:38
C'è un'altra ipotesi ancora, ci sono sabotatori russi di cui abbiamo già parlato anche qui nella puntata con i ragazzi che si preparano alla guerriglia urbana in città e a lanciare le molotov nei punti sensibili dei carri armati russi, dal quarto, quinto, sesto piano dei palazzi,
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07:54
Ecco, i sabotatori russi, cioè quelli che sono entrati nel paese mesi fa, oppure che sono agenti russi coperti in delle posizioni chiave nelle istituzioni ucraine fin da quando c'era un
Governo
Filorusso, quindi fino a prima del due mila quattordici, poi hanno finto di stare con i nuovi poteri in
Ucraina
, ma sono sempre rimasti legati ai russi e potrebbero venire allo scoperto nel momento in cui cambiassero le cose a Kiev
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08:22
I sabotatori infiltrati, e queste spie russe coperte e nascoste nelle istituzioni ucraine, potrebbero essere l'altra carta da giocare invece della vittoria militare a
Odessa
o a
Kiev
, visto che i soldati sembrano impantanati, potrebbero intervenire gli agenti russi che sono già dentro la città, ad esempio riuscendoci, ci sono già stati dei tentativi, ci sono già stati degli agguati, ad uccidere il presidente Zelens'kij.
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08:49
Anche questa operazione, che ovviamente è un'operazione chirurgica e mirata, non è un'operazione militare di larga scala e non è proprio un'operazione militare, ma come capite bene, sarebbe anche questa sufficiente a ribaltare la situazione, il quadro, a favore dei russi.
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09:10
Qui adesso suonano di nuovo le sirene e io vado nel nuovo bunker.
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09:15
Sono in un nuovo posto, c'è un nuovo bunker e questi sono i sotterranei della scuola elementare più vicina al posto in cui mi trovo. Noi ci sentiamo domani.
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09:28
Stories è un podcast di Cecilia Sala, prodotto da Cora Media.
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09:31
La cura editoriale è di Francesca Milano, l'advisor è Pablo Trincia, la producer è Monica De Benedictis, la post-produzione e il sound design sono di Daniele Marinello, la sigla e la supervisione del suono e della musica sono di Luca Micheli.
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Cecilia Sala
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