Wednesday, Sep 22, 2021 • 28min

Ep. 4: Una malattia che "divora"

Play Episode
A 14 anni Lorenzo inizia a sminuzzare il cibo, a nasconderlo, a rifiutarlo. Si ammala di anoressia e viene ricoverato. Per descrivere il disturbo, lo paragona a una fidanzata ossessiva. Prova a liberarsi di lei, ma non ci riesce. E a 20 anni muore per arresto cardiocircolatorio. A raccontare la sua storia è la madre Francesca, che lotta perché nessun altro genitore debba vivere quello che ha vissuto lei.
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Talking about
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Speakers
(4)
Francesca Lazzari
Fiorenza Sarzanini
Laura Dalla Ragione
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Transcript
Verified
00:07
Chora.
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Francesca Lazzari
00:14
Lorenzo è il maggiore di quattro figli maschi, è un ragazzo sensibile, altruista e molto attento a dare sempre il meglio di sé.
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00:31
C'è stato un momento in cui questa sua ansia da prestazione è diventata quasi un'ossessione.
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00:38
Però è un ragazzo che è stato per tanti anni solare, sempre altruista, ha sempre messo davanti gli altri a sé stesso ed è speciale, perché lo amano tutti, l'hanno sempre amato tutti e però purtroppo non ha, lui ha amato tanto gli altri, ma non ha amato abbastanza se stesso, evidentemente.
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01:08
Purtroppo però ha iniziato a non star bene, nel senso che questo gli ha procurato evidentemente un malessere interiore che poi lui ha manifestato con un disturbo del comportamento alimentare, che non mi piace chiamare disturbo; viene chiamato così, ma in realtà io l'ho sempre reputata una malattia vera e propria.
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01:30
Di questo Lorenzo ha iniziato a soffrire, o meglio, ha iniziato a manifestarlo a quattordici anni e purtroppo all'età di vent'anni ha perso la sua battaglia, l'abbiamo persa anche noi con lui comunque.
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Fiorenza Sarzanini
01:59
Io sono Fiorenza Sarzanini, vicedirettore del
Corriere Della Sera,
e questo è un podcast che racconta come si cade in un disturbo alimentare, come si riconosce e soprattutto come se ne esce.
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02:15
È prodotto da Chora Media, si chiama Specchio.
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02:29
Perdere un figlio è disumano, insopportabile, c'è chi non riesce più a vivere, chi si limita a sopravvivere.
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02:39
Perdere un figlio perché ha smesso di mangiare è atroce.
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02:44
Chi rifiuta il cibo si punisce e ti punisce.
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02:48
Lo vedi dimagrire, non sai che cosa fare, allora vai in affanno, cerchi una soluzione, riempi la dispensa con tutto quello che gli piace, cucini i suoi piatti preferiti, non serve, anzi ti guarda come fossi matta.
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03:03
Ti odia, non capisci che sta male?
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03:08
Provi con la linea dura, minacci che lo punirai, non serve nemmeno questo, sembra che nulla possa scuoterlo, e allora in quel momento ti arriva la disperazione, sei impotente, inutile.
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03:19
Capisci che devi combattere, ma non immagini che non ce la farai.
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03:25
Francesca Lazzari lo racconta in maniera struggente, lei è la mamma di Lorenzo, nella sua guerra personale Francesca è stata sconfitta.
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03:35
Non è l'unica, di disturbo alimentare si muore.
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03:39
Sbaglia chi crede che si tratti di un malessere psicologico facilmente curabile.
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03:45
Ma è pur vero che una diagnosi tempestiva e una terapia adeguata portano alla guarigione, bisogna saperlo.
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03:54
Secondo uno studio dell'Istituto superiore di sanità sugli adolescenti ospedalizzati per anoressia nervosa, il tempo di recupero è molto lungo, dai cinquantasette ai settantanove mesi, ma tra i pazienti che hanno ricevuto un trattamento intensivo non ci sono stati casi di morte.
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04:12
La mortalità per anoressia sembra però essere laddove il trattamento non è tempestivo ed efficace, piuttosto alta raggiunge addirittura il venti percento in persone malate per più di vent'anni.
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Francesca Lazzari
04:27
Nell'estate, fine prima liceo, abbiamo osservato che iniziava a mangiare meno.
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04:36
Avevamo pensato fosse legata appunto al fatto che magari non aveva avuto i voti che voleva, poi sai in estate il caldo, magari meno appetito, però la cosa che abbiamo notato che lui ha iniziato a sminuzzare il cibo nel piatto, a sparpagliarlo di più, a masticare molto più a lungo ogni boccone.
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04:56
E visibilmente iniziava a dimagrire; a questo punto, insomma, allarmati perché abbiamo detto ma c'è qualcosa che non va.
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05:06
Lui ha iniziato a dire che forse era perché la scuola che aveva iniziato a frequentare non era quella che effettivamente voleva fare, noi l'abbiamo rassicurato su quello, abbiamo detto guarda non c'è nessun problema, puoi cambiare scuola in qualsiasi momento l'importante è che tu sia contento.
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05:22
Quindi deciso di cambiare scuola, abbiamo pensato erroneamente che effettivamente il problema fosse quello.
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05:30
In realtà anche rassicurato da questo, niente la situazione è peggiorata, a quel punto l'abbiamo portato in un pronto soccorso perché eravamo preoccupati.
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Fiorenza Sarzanini
05:49
Ascolti il racconto di Francesca Lazzari e capisci quanta disperazione si possa provare quando tuo figlio si ammala, perché il disturbo è subdolo, non c'è una medicina per farlo stare meglio.
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06:01
Tu devi curare la sua testa, però lui deve essere d'accordo.
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06:05
Invece nella maggior parte dei casi non è così.
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06:08
I ragazzi rifiutano l'aiuto, non vogliono farsi vedere dai medici, cercano soltanto di autodistruggersi.
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06:15
Tu faresti qualsiasi cosa, ma loro resistono, si oppongono, tuo figlio resiste, si oppone.
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06:21
Decidi di forzare, cominci a cercare un ospedale che possa accoglierlo, riesci anche a farlo ricoverare.
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06:27
Sembra che la situazione migliori e lui poi torna a casa.
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06:31
In realtà lui sta ancora male e lo riporti in ospedale.
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06:35
Continui la tua lotta quotidiana.
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06:37
Continui il tuo calvario.
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06:39
La malattia gli sta divorando l'anima, la dottoressa Laura Dalla Ragione aiuta le famiglie in questo percorso che può diventare devastante per tutti.
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Laura Dalla Ragione
06:52
Io dico scatta un click quando le ragazze e i ragazzi accettano di avere un problema noi siamo già a metà strada, però quel clic può scattare anche dopo molto tempo.
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07:03
Per questo diciamo c'é un lungo periodo di quella che noi chiamiamo la motivazione no, per cui anche ragazze che entrano dentro qua, ragazze che magari sono spinte dai genitori, quindi arrivano qua con pochissima motivazione, quindi in tutta una prima fase si lavora per cercare di far capire che c'è un problema.
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07:24
Perché poi questo è un disturbo dal quale si guarisce se si sceglie di guarire.
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07:29
È una malattia particolare, perché se io non sono convinta di avere una malattia non guarisco perché non sono malata, quindi io devo portarti al convincimento che sei malata, da quel momento comincia la guarigione.
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Fiorenza Sarzanini
07:44
Il cammino è lento e tortuoso, prima bisogna prendere coscienza della malattia e poi bisogna essere convinti di voler guarire.
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07:52
Francesca Lazzari sa bene quanto è difficile, quanta forza ci vuole per affrontare una prova tanto ardua.
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Francesca Lazzari
08:00
Quello che posso dire è che purtroppo non, non tutti, e non tutti i medici sanno cosa vuol dire essere malati, perché secondo me è una malattia.
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08:16
Io, io continuo a sostenere che forse se a Lorenzo fosse stato detto e sottolineo forse, perché se il destino era questo io non posso farci niente.
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08:26
Però forse se gli avessero detto sei malato, lui avrebbe accettato di più di essere curato.
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08:33
Il fatto di dirgli soffri di un disturbo, lui si è sempre colpevolizzato, lui continuava a dire allora sono io che ho qualcosa che non va.
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Fiorenza Sarzanini
08:44
Quando sei malato i tuoi familiari capiscono che non riescono ad aiutarti e allora comincia la ricerca della struttura giusta.
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08:52
In
Italia
sono poche, in alcune regioni addirittura non esistono centri convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale.
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09:00
Allora devi ricoverarti lontano da casa, è uno strappo che può diventare lacerante.
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09:06
Alcuni genitori rinunciano, sono spaventati all'idea che la distanza fisica possa trasformarsi anche in distanza affettiva; altri invece accettano, vogliono questo rischio consapevoli che può essere l'unica soluzione per guarire.
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09:22
È una delle carenze più gravi nel sistema di assistenza.
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09:26
Il
Ministero della Salute
ha avviato una ricognizione in tutta
Italia
, ma il ritardo è evidente, così come la sottovalutazione del problema.
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09:35
Alcune regioni possono infatti contare soltanto su day hospital, ma si tratta di un'alternativa inadeguata rispetto alle situazioni gravi che invece devono essere seguite ventiquattro ore su ventiquattro, e soprattutto devono prevedere misure di controllo per chi diventa autolesionista.
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Francesca Lazzari
09:55
A sedici anni, quando a domanda diretta della psichiatra "Perché non mangi?", lui ha risposto "Perché so che almeno così muoio", noi tempo due giorni l'abbiamo caricato in macchina e lo abbiamo portato in una struttura dedicata.
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10:16
L'abbiamo dovuto ricoverare privatamente perché
l'Asl
nostra di competenza non ci dava il nulla osta per andare in questa struttura con la sanità pubblica, però vedendo l'emergenza abbiamo deciso a quel punto di mettere chiaramente prima di tutto la salute di nostro figlio.
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10:37
Lorenzo è stato ricoverato un anno esatto, e sicuramente il percorso per lui è stato faticosissimo e doloroso, ma lo è stato anche per noi, perché comunque noi per i primi tre mesi non l'abbiamo potuto né vedere né sentire al telefono; è riuscito a non perdere l'anno scolastico perché la scuola devo dire in questo l'ha supportato tantissimo, sapendo quanto lui ci tenesse.
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11:04
Quindi io partivo da
Torino
la mattina alle sette coi professori in macchina e li portavo in struttura in un'altra regione affinché loro potessero interrogarlo, spiegargli gli argomenti che non aveva capito bene, perché chiaramente lui era a distanza e dopo un anno è tornato a casa e devo dire che per un periodo è stato proprio bene, cioè era tornato sorridente, anche lo sguardo era di nuovo vivo.
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11:35
Purtroppo però con l'avvicinarsi dell'esame di maturità, di nuovo è subentrata questa ansia da prestazione.
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11:42
Questa, questa proprio tensione, questa ossessione, questa ossessione e chiaramente ha ripreso a non mangiare.
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Fiorenza Sarzanini
11:56
Succede spesso che la malattia sembri sconfitta e invece ritorna.
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12:00
Non si fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo, a ricominciare a vivere che di nuovo si ricade nel buio.
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12:07
Basta un periodo stressante, un esame, una delusione d'amore, un problema di lavoro e perdi nuovamente il controllo.
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Francesca Lazzari
12:15
Cioè lui sapeva che noi eravamo preoccupati, assolutamente; però la malattia ha preso il sopravvento.
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12:24
Io sono sicura che non volesse farci soffrire, ma non riusciva più a comandarla.
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12:31
Lui solo una volta ha detto: "Per me è un incubo, io ho le ossessioni di notte, come se avessi una voce che mi comanda".
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12:40
Lui diceva che di notte non dormiva, infatti a volte si svegliava, aveva degli incubi pazzeschi, riviveva i ricoveri e tutto.
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12:47
E lì dice, è proprio, è come lui la definiva una fidanzata ossessiva no, come quelle fidanzate che non ti lasciano mai stare, che ti martellano, ti martellano e guai se non dai retta.
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12:58
Lui dice come una fidanzata ossessiva che non ti lascia in pace, giorno e notte.
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13:05
E io credo che sia vero.
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Fiorenza Sarzanini
13:13
In realtà Lorenzo, una fidanzata vera ce l'ha, ne è innamorato ed è ricambiato.
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13:18
Ha tre fratelli, due genitori che lo adorano, ha gli amici, la passione per l'Inter, la passione per la musica.
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13:24
Ma la malattia prende il sopravvento e trasforma un ragazzo tranquillo in una persona disturbata.
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13:33
Il vero ostacolo alla fine insormontabile si crea quando Lorenzo diventa maggiorenne, quando può decidere autonomamente se continuare a seguire le cure o lasciarsi andare.
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13:44
Accade spesso e se davvero si vuole prendere il sopravvento sulla malattia, di fronte al rifiuto di tuo figlio di affidarsi ai medici l'unica strada è chiedere un trattamento sanitario obbligatorio.
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Francesca Lazzari
13:59
Nell'ultimo anno ha alternato anoressia e bulimia, quindi faceva l'abbuffata e vomitava.
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14:04
Poi lui aveva anche detto: "Io effettivamente vomito anche venti volte al giorno, ma è come se non fossi io, è come se fossi uno spettatore, in quel momento mamma, ti giuro mamma non sono io è come se fosse un'altra persona, ma io ho qualcosa dentro che me lo fa fare".
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14:20
Lorenzo era diventato io ogni tanto dico quasi diabolico, nel senso che va beh, a parte con i medici, era una faccia di tolla incredibile.
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14:31
Lui è sempre stato rigoroso nel rispetto delle regole, e questo, secondo me, su di lui purtroppo è stata una cosa negativa.
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14:41
Perché il rispetto della regola, se io mi do la regola che mi devo controllare anche no nelle, quindi mi controllo nelle emozioni, mi controllo nelle manifestazioni, quindi riesco a controllare e riesco ad avere il dominio sul mio corpo e sulla mia mente.
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14:58
Purtroppo, con questa malattia chiaramente diventa, nel suo caso è stato chiaramente molto pericoloso.
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15:05
Ed era diabolico, cioè lui riusciva a nascondere il cibo per fare le abbuffate e poi vomitare, va beh, diciamo che a vederlo riusciva a camuffare perché si metteva, poi anche la moda di adesso magari ti porta a mettere cose, sai, un po', due taglie più grandi.
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15:22
Cioè riusciva sempre a, quindi nascondere la sua eccessiva magrezza, anche se, ripeto, fosse aumentato anche di venti chili, comunque la malattia lui purtroppo ce l'aveva dentro, quindi quello non sarebbe bastato.
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15:39
Però la gente nota quello e quindi lui nascondeva la sua eccessiva magrezza, quando capitava raramente nell'ultimo periodo di vedere amici anche di famiglia lui indossava questa maschera di allegria, eccetera e poi crollava però perché magari facevamo una cena con amici, doveva essere per forza loquace e allegro per due ore, e poi alla fine era sfinito, sfinito.
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16:12
Poi cercava di farsi vedere sempre attivo, ma questo faceva parte anche, appunto, della malattia.
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16:19
Quindi su e giù dalle scale, no, no, ma io mi devo allenare, tapirulan.
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16:25
Correva in giardino, togli il tapis roulant andava a correre per strada, cioè purtroppo la strada non la puoi eliminare, e quindi cercava di far vedere che comunque lui stava bene.
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16:35
In realtà ti bastava guardarlo negli occhi.
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16:42
Io dico sempre che lo sguardo di Lorenzo è morto prima di lui.
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Fiorenza Sarzanini
16:49
Francesca e suo marito assistono impotenti all'aggravarsi della malattia, sbattono contro il rifiuto di Lorenzo a farsi aiutare dai medici.
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16:58
Lui dice che non metterà mai più piede in una struttura residenziale.
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17:02
Promette che ne uscirà da solo.
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17:06
Quando sei malato hai il corpo fragile e la volontà di ferro, in realtà però è una volontà autodistruttiva, un'ostinazione difficilissima da superare.
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Francesca Lazzari
17:21
Noi abbiamo cercato in tutti i modi di fargli capire che non saremmo riusciti da soli a farcela.
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17:28
Però lui aveva la facoltà di decidere e la non lucidità, perché secondo me io quando ho chiesto un TSO mi è stato detto che Lorenzo era collaborativo e che era assolutamente per loro in grado di intendere e di volere.
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17:45
E io ho ribattuto dicendo è in grado di intendere, ma non di volere secondo me.
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17:52
E alla fine, purtroppo, i fatti hanno dato ragione a me, perché il tre febbraio del duemila e venti Lorenzo ha avuto un arresto cardiocircolatorio e e adesso non c'è più.
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Fiorenza Sarzanini
18:04
Francesca Lazzari è una donna forte e coraggiosa.
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18:08
Lei ha dovuto tenere insieme la famiglia, ma soprattutto sostenere gli altri tre figli cresciuti con il mito del fratello maggiore e poi annientati dalla sua malattia, distrutti dalla sua morte.
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Francesca Lazzari
18:24
Le dico solo questo, quando Lorenzo è mancato
Carlo Alberto
una sera ci ha colpito perché ha detto, io sono quello che se l'è goduto meno, e metà della mia vita l'ho passata con Lollo malato, pensate a come sto.
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18:40
Loro hanno sofferto la malattia di Lorenzo perché comunque ha condizionato anche la loro di vita.
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18:48
Stanno facendo molta fatica a metabolizzare, a metabolizzare tutto, non solo la perdita di Lorenzo, che, che chiaramente è una cosa inaccettabile anche per loro, fanno fatica ad accettare anche loro che non si possa fare niente.
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19:08
Ci sono state volte in cui si sono arrabbiati con noi perché dicevano "Come è possibile che non si possa fare niente".
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19:15
Spesso, purtroppo, loro l'hanno detto "Guarda mamma che Lorenzo muore se va avanti così".
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19:21
E io purtroppo ho dovuto rispondere "Purtroppo noi, cioè più di quello che stiamo facendo, se non riescono i medici ad obbligarlo a curarsi, noi non possiamo far nulla".
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19:33
Cioè mio marito è arrivato una sera a dire "Basta, io lo carico di peso in macchina, lo porto in ospedale", ma purtroppo arrivato in ospedale, vent'anni, lui ti dice "No, ma guardi, io sto bene, forse é mio papà che è matto no, perché mi ha portato qua, io sto bene"; perché poi lui riusciva veramente a recitare questa parte.
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19:51
Capisce che guardavano, avrebbero guardato poi noi e dire no guardi, forse è lei in effetti che, e noi ci abbiamo provato, e loro hanno tanta rabbia anche per questo.
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20:04
Ed è per questo che appoggiano questa tra virgolette, battaglia.
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Fiorenza Sarzanini
20:10
I disturbi alimentari fanno ammalare tutta la famiglia, la madre, il padre, i fratelli.
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20:16
Tutti vivono pensando soltanto a come uscirne e quest'ansia di affrontare il problema spesso genera tensioni, vere e proprie liti.
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20:24
Ognuno pensa di avere una soluzione.
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20:27
Ognuno pensa di sapere come si guarisce, ma quando non arrivano i progressi possono generarsi reazioni a catena, soprattutto tra i figli che rischiano di entrare in competizione rispetto ai genitori.
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20:39
La dottoressa Laura Dalla Ragione conosce e affronta ogni giorno questo dramma.
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Laura Dalla Ragione
20:47
I trattamenti per i disturbi alimentari includono oggi sempre le famiglie, per la ragione, appunto, di aiutare i genitori a sostenere il carico emotivo anche di un, di una, di una ragazza o di un ragazzo che porta questo problema.
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21:03
Perché chiaramente ogni pasto diventa un momento angosciante per i familiari, per il papà e la mamma, ma anche per i fratelli e le sorelle.
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21:12
Non ci dimentichiamo che anche loro vengono coinvolti, no, in questo clima molto molto angosciante.
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21:19
Quindi le famiglie oggi, in passato le famiglie erano state molto, molto colpevolizzate e quindi venivano generalmente escluse dal trattamento.
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21:28
Oggi sono incluse proprio perché non possiamo immaginare di portare fuori una ragazza, un bambino, una bambina, un'adolescente da questo problema senza che anche la famiglia faccia dei cambiamenti.
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21:41
Le famiglie devono lavorare in sinergia con i terapeuti perché giorno dopo giorno i terapeuti devono indicare la strada e devono indicare la strada, che è una strada di fermezza ma anche di accoglienza, perché il disturbo alimentare non è un capriccio.
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Fiorenza Sarzanini
21:59
Francesca Lazzari oggi si batte perché altre madri non debbano vivere quello che ha vissuto lei, è diventata per molte famiglie un punto di riferimento, aiuta i ragazzi e i genitori a cogliere i primi segnali del disturbo, li invita a rivolgersi alle strutture mediche in tempi rapidi.
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22:16
Francesca ha raccolto le testimonianze di tantissime persone e mette in guardia i genitori dai possibili comportamenti diabolici degli anoressici.
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22:26
Lei sa per esperienza che chi soffre di questo disturbo cercherà sempre il modo per ingannare i medici ed evitare il ricovero.
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22:33
Ci sono ragazzi che prima delle visite bevono anche tre litri d'acqua per pesare di più.
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22:39
Ci sono ragazzi che arrivano a cucirsi piombini da pesca nell'orlo delle mutande, l'unico indumento che non viene tolto al momento di salire sulla bilancia.
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Francesca Lazzari
22:50
Io ho detto nessun altro genitore, nessun altro fratello e nessun altro ragazzo come Lorenzo deve passare quello che abbiamo passato noi.
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22:60
Cioè che almeno si possa dire guardi, una cosa che potrebbe darmi non consolazione, però potrebbe farmi affrontare, non so come dirle, con più forza questa perdita è poter dire è stato fatto di tutto per salvarlo.
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23:17
Perché allora li hai più rassegnazione, il fatto di non poterlo dire, il fatto che porca miseria, con gli strumenti giusti e le cure giuste si può guarire, si può guarire come da qualsiasi altra malattia e questo ti fa rabbia.
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23:37
Voglio dire che purtroppo, come tutte le malattie, nessuno è immune.
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23:44
Quindi di non, di non sottovalutare i piccoli segnali di cambiamento che hanno i figli o il compagno o la compagna.
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23:56
E ad esempio Lorenzo mi ricordo che a volte faceva quasi uno schermo davanti al suo piatto, per evitare che noi guardassimo come sminuzzava, quanta roba metteva nel piatto, allora io il consiglio che do ad alcune mamme magari guardare cercando di non essere visti, perché comunque soprattutto all'inizio loro sanno, riconoscono che stanno andando in restrizione, quindi cercano no di appunto riempire il piatto sminuzzando, masticare lo stesso boccone, bere litri e litri di acqua perché aiutano nel senso di sazietà.
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24:40
Ad esempio Lorenzo faceva molta più attività fisica subito dopo i pasti.
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24:47
Stare attenti, ad esempio, se hai il sospetto che tuo figlio sia bulimico, stare attento che non vada in bagno nelle due ore successive ai pasti.
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24:58
Però io dico sempre che chi meglio di un genitore conosce il proprio figlio? Allora cerchiamo di osservarli di più.
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Fiorenza Sarzanini
25:11
Avere un figlio malato scatena i sensi di colpa, ti chiedi dove hai sbagliato, perché non sei intervenuto in tempo, se ingrassa, se dimagrisce, se si abbuffa, se vomita, allora cerchi un episodio, una situazione critica, un disagio come causa scatenante.
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25:28
Soprattutto credi, sbagliando, di poter trovare il rimedio modificando i tuoi comportamenti.
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25:36
Fingi di essere quello che non sei.
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25:39
Il professor Villani segue i ragazzi, ma anche gli adulti nel percorso verso l'uscita dalla malattia.
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Alberto Villani
25:47
I genitori non devono avere il delirio di onnipotenza, cioè che tutto ciò che capita ai figli dipende da loro.
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25:53
Non è così, no.
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25:55
Questo è molto importante, perché invece molti genitori si sentono estremamente coinvolti e vivono tutto come una colpa.
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26:03
Io lavoro dell'ospedale Bambino Gesù, quindi sono un cattolico praticante e per i cattolici la colpa ha un valore significativo.
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26:11
Ma è anche vero che la colpa non esiste in questi casi e quindi non tutto può essere vissuto come colpa e soprattutto non la salute del figlio.
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26:21
Quindi quello che ci deve essere, deve essere un atteggiamento proattivo, quindi far di tutto perché le cose prendano la giusta piega.
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26:29
È chiaro che è molto difficile perché mi creda, è disarmante per un medico avere a che fare con un adolescente che si instrada in questo percorso dell'anoressia, figuriamoci lo è per un neuropsichiatra infantile difficile, figuriamoci quindi per un genitore, proprio perché non c'è motivazione, come spesso accade nella vita, laddove non si riesce a trovare un motivo, questo è ancora più destabilizzante che se il motivo lo si trova.
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26:55
E se poi il motivo lo si vuole trovare perché si sono detti troppi no, o pochi no, perché si è lavorato troppo o si è lavorato poco, perché non si è comprato l'ultimo telefonino oppure si sono comprati troppi telefonini.
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27:10
Beh, così non non si raggiunge nessun risultato quindi la prima cosa è prendere coscienza del nemico, che è un nemico insidioso, pericoloso, affidarsi nelle buone mani, e fare ciò che viene consigliato, ripeto, senza attribuirsi colpe che non esistono.
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Francesca Lazzari
27:30
E io mi continuo a chiedere, io e mio marito continuiamo a chiederci abbiamo fatto tutto il possibile e tutti continuano a dirci di sì.
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27:39
Il dubbio in un genitore rimane sempre, rimane sempre.
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27:45
L'ultima cosa che mi ha detto, ed è stata l'ultima l'unica volta nell'ultimo anno di vita in cui velatamente ha ammesso che non stava bene, mi ha detto "Non ti preoccupare, insieme ce la faremo", e me lo ha detto proprio la sera in cui invece poi purtroppo è mancato.
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Fiorenza Sarzanini
28:16
Specchio è un podcast di Fiorenza Sarzanini prodotto da Chora Media. È scritto da Fiorenza Sarzanini e
Francesca Milano
, post-produzione di Giuseppe Magazù. La cura editoriale è di
Francesca milano
. Il producer è Matteo Perkins, assistente al montaggio Francesca Abruzzese. I fonici di presa diretta sono Lorenzo Ferrillo e Gabriele Amendola, il fonico di studio è Jacopo Lattanzi.
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