Wednesday, Apr 20, 2022 • 23min

Puntata 2: La giornata nella stazione spaziale

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Samantha è nel pieno della sua preparazione, dovrà restare sulla Iss per sei mesi. Ma cosa fa un astronauta nella vita di tutti i giorni? Samantha racconta la propria routine nello spazio, tra i cliché epici della rappresentazione cinematografica e la realtà dello scienziato. A raccontare come l’immaginario degli astronauti sia cambiato nel tempo c’è anche la giornalista Claudia di Giorgio, testimone di numerosi lanci in alcuni luoghi “mitici”: la città delle stelle, in Russia, e poi le sedi della Nasa.
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Talking about
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Speakers
(3)
Silvia Bencivelli
Claudia Di Giorgio
Samantha Cristoforetti
Transcript
Verified
00:07
Chora.
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Silvia Bencivelli
00:14
Marzo duemila ventidue, ci stiamo avvicinando alla data del lancio.
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00:19
Samantha Cristoforetti
è nel pieno della sua preparazione.
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00:23
A metà del mese prossimo volerà da
Cape Canaveral
, a bordo di una navetta Dragon, insieme a tre colleghi astronauti americani per raggiungere la
Stazione Spaziale Internazionale
.
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00:33
É la sua seconda volta lassù.
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00:36
Per me invece è la prima volta, andrò a vederla volare, cioè andrò lì in
Florida
, dove la Dragon si staccherà da
Terra
e non ho mai visto un volo umano verso lo spazio.
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00:47
Mi sto preparando con entusiasmo ma anche con una certa ansia; prenotazioni, passaporti, visti, uso il plurale perché dovrò andare con Dalia, mia figlia che ha due anni e mezzo e anche questo non migliora la mia apprensione.
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01:04
Ma insomma, non è qui la storia interessante.
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01:06
Samantha sta per partire e sta per farlo alzandosi da un pianeta che è cambiato, c'è una pandemia e c'è una guerra che noi europei abbiamo alle porte di casa.
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01:18
Ma anche lo spazio é cambiato.
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01:20
Prima della crew quattro, dalla stessa base americana in
Florida
, il Kennedy Space Center, partirà un volo turistico che porterà alcune persone sulla
Stazione Spaziale Internazionale
per una villeggiatura di una settimana.
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01:40
Tra loro avrebbe dovuto esserci anche
Tom Cruise
, ma poi è stato annunciato che lui partirà una prossima volta.
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01:47
E anche Samantha è cambiata, stavolta sa bene che cosa l'aspetta lassù.
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01:56
Sono Silvia Bencivelli e questo è un podcast di Chora Media realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo On Air, si chiama Spaziale.
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02:26
Mamma "bobbitatte!"
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02:27
Ecco, io da qualche mese mi sveglio così, c'è chi si sveglia col drin molesto di una sveglia, chi si sveglia col gatto che gli zompa sulla pancia, io mi sveglio perché qualcuno ha fame e ha fretta di risolverla con latte e biscotti al cacao, possibilmente a forma di ometto.
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02:47
In piedi mamma, sennò strillo e "amineccia" cioè apri la finestra, subito.
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02:55
Nello spazio le mattine sono molto più tranquille ma il resto della giornata sulla
Stazione Spaziale Internazionale
beh, alla fine assomiglia molto al mio.
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03:05
Tante riunioni in videoconferenza, vabbè più alcuni esperimenti, la manutenzione della stazione, la
Terra
vista dall'alto.
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Samantha Cristoforetti
03:21
La giornata a bordo inizia nella propria cuccetta, dentro a una sorta di sacco, in italiano diciamo sacco a pelo ma non è che sia una cosa imbottita ovviamente perché la temperatura a bordo è la temperatura diciamo di casa, intorno ai ventidue gradi.
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03:35
E poi dipende un po' dalle abitudini, io sono una che tende poi a svegliarsi abbastanza tardi, quindi di solito vado faccio un salto in bagno di corsa, una mi lavo un po' la faccia al volo e poi subito inizia la conferenza di pianificazione quotidiana del mattino, poi ce n'è una alla sera ed è una chiacchierata con con i centri di controllo a Terra in giro per il mondo, quindi si comincia con Houston, poi si arriva in
Europa
, a Monaco di Baviera, dove c'è il centro di controllo del
Columbus
del modulo europeo, poi si fa un salto fino in
Giappone
, a
Cuba
, e poi si torna indietro e sono solitamente poi i nostri colleghi russi che prendono loro la radio e parlano con il centro di controllo di Mosca.
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04:17
E così si fa una chiacchierata in genere abbastanza breve poi ognuno inizia le proprie attività.
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04:24
Noi non gestiamo il nostro tempo a bordo, ci sono degli eserciti di pianificatori in giro per il mondo che cercano di ottimizzare lo sketching, la programmazione del lavoro e quindi si vede, che ne so, sono le sette e mezza, io dalle sette e mezza alle otto e mezza devo fare che ne so questo esperimento.
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04:38
Poi dalle otto e mezza alle dieci devo fare attività cargo, poi dalle dieci a mezzogiorno sforzo, poi che ne so pausa pranzo, poi un altro esperimento e poi si arriva praticamente a fine giornata, verso le sette sette e mezza di sera, cioè questa dpc del planning conference della sera.
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04:56
Analogamente alla mattina si chiacchiera un po' con tutti i centri di controllo e poi inizia la serata, si cena solitamente insieme, chi fa una telefonata a casa, chi poi la sera si è organizza magari per guardarsi un film insieme, chi passa le serate nella cupola a fare foto, a fare video, chi scrive mail, insomma poi un po' come, un po' come a casa propria.
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Silvia Bencivelli
05:22
È la giornata tipo sulla
Stazione Spaziale Internazionale
.
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05:26
Da come la racconta Samantha, anche nello spazio ognuno trova le proprie routine, ha i propri momenti di lavoro e quelli di relax.
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05:34
Poi c'è il fine settimana.
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05:36
Per me è sempre il grido "bobbitatte!" tra le sei e mezza e le otto del mattino, e mai più tardi.
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05:44
Per il resto dell'umanità, astronauti compresi, è il meritato riposo.
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05:49
Certo, nello spazio sono escluse le gite fuori porta, ma il riordino di casa, quello tocca farlo anche lassù.
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Samantha Cristoforetti
06:00
I fine settimana sono un po' diversi, non sempre, ma solitamente sono liberi da lavoro, a parte una mezza giornata il sabato che viene dedicata alle pulizie, che sono un po' diverse dalle pulizie di casa ma se vogliamo sono analoghe no, anche sulla stazione spaziale si passa l'aspirapolvere, a casa in genere lo passiamo sul pavimento perché la polvere tende a scendere sul pavimento, sulla stazione spaziale dobbiamo pulire le griglie del sistema di ventilazione, perché no, è lì che poi si raccolgono tutta la sporcizia, la polvere.
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06:32
E poi il fine settimana in genere viene programmata una videoconferenza con la famiglia, abbiamo solitamente un'oretta per ciascuno in cui possiamo fare una videochiamata con i nostri familiari.
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Silvia Bencivelli
06:44
Ora Samantha parla di mattina e sera perché così ci capiamo, perché così siamo abituati noi terrestri.
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06:51
Ma quando si vive sulla
Stazione Spaziale Internazionale
di albe e di tramonti se ne vedono quindici o sedici al giorno perché si fa un giro della
Terra
ogni novanta minuti.
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07:02
Perciò non è come per noi che siamo sulla
Terra
, che al tramonto si va a nanna e con l'alba ci si comincia a svegliare.
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Samantha Cristoforetti
07:10
Sì, ma devo dire che anche sulla
Terra
non mi sveglio all'alba e vado all'altro al tramonto ma ahaha in questo senso è abbastanza simile.
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07:17
No, diciamo che l'illuminazione naturale è abbastanza limitata in realtà sulla stazione spaziale, la maggior parte dei moduli o non hanno finestre oppure hanno dei piccoli oblò e spesso poi sono coperte, quindi è difficile che entri illuminazione naturale, l'unica vera fonte di illuminazione naturale è la cupola, quando ci si avvicina alla cupola, ovviamente c'è questa luce naturale che entra, che poi è il riflesso del pianeta no, perché a meno che non siamo proprio al momento del tramonto dell'alba quando il sole è molto basso, la luce che entra dalla cupola, è quella poi riflessa dal pianeta Terra e quindi ha un colore che in qualche modo ti ti ti suggerisce anche dove dove stai volando, no se entra dentro una luce molto rossa sai che sei magari o sopra al Sahara oppure sopra l'Australia rispetto che ne so magari a essere una luce molto chiara, bianca, dove dice che devo essere sopra una distesa di nuvole, magari.
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Silvia Bencivelli
08:11
Ecco, chi di noi sta pensando di andare a fare un giro nello spazio, come i turisti spaziali che partiranno prima di Samantha, queste cose è bene che le tenga in considerazione.
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08:25
Tutti gli altri, come me, a questo punto potrebbero chiedersi che cosa si veda quando si segue da
Terra
il lancio di una navicella spaziale con gli astronauti a bordo.
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08:37
Quando ci si pianta lì, per esempio, al Banana Crick a Cape Canaveral, i piedi a Terra e il naso all'insù e si guarda partire una missione umana nello Spazio.
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08:47
Cioè che effetto fa?
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09:01
L'ho chiesto a una collega più anziana, una che di voli umani nello spazio ne ha visti tanti.
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09:07
Le ho chiesto intanto com'è stata la sua prima volta, lei si chiama Claudia Di Giorgio, ha raccontato lo spazio su
Repubblica
, ha scritto sulle scienze e conosce gli astronauti come pochi altri in Italia.
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Claudia Di Giorgio
09:22
La prima volta è stato un caso e la nascita di una grande storia d'amore, perché in realtà per me, perlomeno lo spazio, il volo umano è proprio stata una grande passione.
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09:35
Comunque la prima volta sono andata per caso, per curiosità, mi hanno invitato a vedere il secondo lancio di
Umberto Guidoni
era l'aprile di vent'anni fa, esattamente nel duemila uno e sono andata perché insomma, se ti portano a
Cape Canaveral
te ci vai anche se nello spazio non te ne importa un granché.
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09:51
Arriviamo, ci portano al centro stampa di Cape Canaveral, vedo questa cosa e dico mi hanno un po' tirato una fregatura, nel senso che c'è questo grande prato, che è quello che poi si vede nelle foto, dove c'è il loggione del countdown e poi c'era questa cosa lontana, lontana cinque chilometri che era lo shuttelino.
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10:12
Mi metto lì, io non sapevo niente e poi parte questa cosa.
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10:18
Ti viene incontro, diventa grandissimo, ma soprattutto quello che nessuno mi aveva mai detto e dalle foto ovviamente non si vede nemmeno nei video, è la fisicità di questa cosa, questo oggetto c'ha un'onda d'urto pazzesca, ti ballava tutto.
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10:38
Dovevi tenere, eravamo distanti cinque chilometri, c'era questa cosa che ti travolgeva completamente.
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10:45
Per capirci, le telecamere che riprendono i lanci le bloccano con dei blocconi di cemento, se non vola tutto.
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10:54
Ecco da lì, ho detto beh, questa cosa è straordinaria.
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10:58
È una straordinaria espressione della capacità dell'umanità nei suoi momenti migliori di fare cose audaci che funzionano.
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11:09
Poi ho approfondito e in realtà lo spazio c'ha un sacco di altre cose, per me perlomeno affascinanti, di cui devo dire non ci si stanca mai.
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Silvia Bencivelli
11:20
Claudia ha avuto la fortuna di vedere lo Shuttle, in termini spaziali ci sta parlando di un'epoca fa, cioè lo Shuttle era come si andava nello spazio prima e prima è tra il millenovecento ottantuno e il duemila undici.
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11:36
Era un sistema di lancio spaziale parzialmente riutilizzabile.
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11:39
Infatti shuttle di per sé significa genericamente navetta e forse lo Shuttle è ancora la prima immagine che ci viene in mente se pensiamo a quella scena lì, gente seduta sulle tribune, in mezzo a un prato che assiste alla partenza del grande razzo coi serbatoi che si sganciano man mano che il razzo va su.
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11:60
Lo abbiamo visto nei film, in decine di film.
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12:03
Lo Shuttle oggi si racconta coi numeri della sua storia, cento trentacinque voli all'attivo, due incidenti mortali, il Challenger nel millenovecento ottantasei e il
Columbia
nel duemila tre e quattro navette rimaste e oggi in pensione nei musei americani: l'Endeavour, il Discovery, l'Enterprise é l'ultimo ad aver volato cioè l'Atlantis.
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12:28
Dopo lo Shuttle, gli astronauti sono stati portati sulla
Stazione Spaziale Internazionale
solo con la navicella russa
Sojuz
e anche questo ci dice molto del gioco di cooperazione internazionale che è, o almeno è stato, lo Spazio.
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12:42
Samantha nel duemila quattordici volò infatti con una
Sojuz
, partendo dal cosmodromo di
Baikonur
, che si trova geograficamente in Kazakistan, anche se sotto l'amministrazione russa.
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12:54
Baikonur
è il più antico cosmodromo spaziale ancora in uso ed è un luogo mitico per il volo spaziale umano.
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13:01
È da qui che sono partiti il primo Sputnik nel millenovecento cinquantasette, e poi
Jurij Gagarin
nel sessantuno e
Valentina Tereskova
nel sessantatré.
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13:19
Dopo lo Shuttle dunque, messo in pensione nel duemila undici, l'unico modo per andare nello spazio è stato per un po' partire con la
Sojuz
e valeva per tutti; russi, americani, europei.
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13:32
Nel frattempo in Occidente è cominciata l'era del volo spaziale privato.
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13:41
Nel duemila dieci la
Nasa
ha cominciato a rivolgersi ad aziende private, appunto per la costruzione delle navicelle e dal duemila quattordici SpaceX e Boeing hanno ricevuto ricchi finanziamenti per la progettazione e la costruzione dei nuovi mezzi di trasporto americani.
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13:59
E così si è tornati a volare dagli
Stati Uniti
.
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14:03
Oggi gli astronauti americani viaggiano quasi sempre con le Dragon, le navicelle di SpaceX, la compagnia di
Elon Musk.
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14:10
La prima con un manichino a bordo, è stata lanciata nel duemila diciannove e dal duemila venti volano su Dragon anche equipaggi umani.
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14:19
Le navicelle della Boeing sono un po' in ritardo, ma arriveranno.
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14:23
E anche noi europei adesso voliamo preferibilmente con le Dragon.
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14:27
Questo cambia molto anche in termini di che cosa si vede, o meglio dell'estetica del volo spaziale e quindi anche del nostro immaginario che è tutt'altro che irrilevante se parliamo di Spazio.
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Samantha Cristoforetti
14:42
L'estetica è completamente diversa naturalmente tra un lancio da
Baikonur
, in
Kazakhstan
, dove sono partita la volta scorsa, e un lancio dalla
Florida
, la
Florida
richiama un po' quell'iconografia cinematografica a cui siamo abituati no, perché letteralmente la rampa di lancio da cui partiamo, quella storica la trentanove alpha, le stanzette in cui dormiremo sono le stesse stanzette in cui dormivano gli astronauti Apollo.
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15:10
Baikonur
in qualche modo è lo stesso, nel senso che noi siamo partiti dallo stesso luogo dove partirono all'epoca
Gagarin
e
Tereskova
e sicuramente l'estetica è molto diversa in questi ambienti russi, anche se si parla di spazio hanno sempre una qualità domestica, c'è sempre una sorta di divano con dei motivi floreali, c'è sempre un tappeto, c'è sempre la teiera da qualche parte, ti offrono sempre i biscotti.
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15:34
Un'atmosfera molto, molto domestica, anche se vogliamo calda, negli ambienti statunitensi sono più occidentali, in generale sono molto più asettici.
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15:44
I colori sono più, colori più da laboratorio non sono questi colori caldi domestici, magari si vedono a Star City o a
Baikonur
.
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Silvia Bencivelli
15:60
Questa cosa di
Baikonur
in
Russia
e di
Cape Canaveral
negli
Stati Uniti
, e di come cambi l'estetica del volo spaziale da un posto all'altro mi incuriosisce molto.
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16:10
Non solo perché si tratta di culture diverse e di tradizioni diverse, ma anche perché dietro c'è una politica diversa.
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16:19
Negli
Stati Uniti
, più che in
Europa
, e molto più che in
Russia
c'è anche una questione di consenso popolare, cioè gli elettori, i tax payers, quelli che pagano le tasse, devono entusiasmarsi per il volo spaziale, perché in fondo lo pagano loro e noi, noi turisti delle cose spaziali qui sulla
Terra
, questa differenza la notiamo, soprattutto la nota chi ha avuto la fortuna di andare anche a
Baikonur,
in
Russia.
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Claudia Di Giorgio
16:51
Baikonur
è questa città nel nulla, quando dico nulla intendo nulla, nel bel mezzo della steppa del
Kazakistan
non c'è niente, niente, nulla.
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17:01
C'è questo orizzonte piatto pazzesco, tu arrivi lì e vedi uno spazio, un look come succede dello spazio completamente diverso, totalmente diverso.
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17:13
Intanto era tutto o legno o cemento.
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17:17
Dopo un po' ti chiedevi ma perché questa cosa c'ha questa aria diversa e ti accorgi che non c'era la plastica.
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17:24
Perché per l'unione sovietica, specialmente in quegli anni, la plastica era un materiale prezioso e quindi lì non ci facevi cartello di entrata a
Baikonur
, quello lo facevi in legno.
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17:35
Un esempio che faccio sempre, nella stazione spaziale, almeno all'epoca, la stazione spaziale è divisa in una parte internazionale diciamo americana e c'è una parte russa.
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17:46
Nella parte internazionale per tenere le cose ferme c'hanno il velcro, nella parte russa c'hanno delle cinghiette con i bottoncini, cioè è proprio uno Spazio, dal nostro punto di vista, del nostro immaginario, tra virgolette povero, ma non per questo meno curato, meno amato.
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18:05
Insomma, hanno veramente un immaginario diverso.
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Silvia Bencivelli
18:09
Ma stavolta Samantha partirà da
Cape Canaveral
e anch'io andrò là a un'ora e mezzo da Orlando in
Florida
, quindi anche a due passi da Disney World.
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18:18
E voglio sapere com'è lì, che cosa si vede al Kennedy Space Center.
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18:23
Anche perché mi hanno detto che assomiglia un po' a un parco giochi.
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Claudia Di Giorgio
18:30
È bellissimo, assolutamente.
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18:33
Chiunque passi dalla Space Coast, lo consiglio, ovviamente è un visitor set, vero americano, fatto bene, bello.
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18:41
Si vedono delle cose che non si vedono da nessuna altra parte e te le fanno vedere molto, molto bene.
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18:47
Per esempio il Saturn, che è il razzo che ha portato sulla Luna l'Apollo, che è un oggetto di dimensioni pazzesche, cioè in confronto lo Shuttle è piccolo, tanto per intenderci.
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19:02
Poi c'è uno Shuttle adesso vero e poi vedi tutta la ricostruzione di un lancio, di quello che succede nella sala di controllo, puoi andare a pranzo con l'astronauta.
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19:13
Ti premiano, ti paghi qualcosa in più e l'astronauta è un'astronauta cioè voglio dire, solo gli astronauti americani sono parecchi, prendono uno stipendio anche per andare a pranzo con le persone.
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19:24
Cioè lì vedi veramente come l'importanza del rapporto con la gente, dell'avere consenso sia fondamentale.
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Silvia Bencivelli
19:43
Ci stiamo avvicinando alla data del lancio, Samantha si sta preparando da astronauta, io più modestamente mi sto preparando a un viaggio aereo intercontinentale che richiede solo un po' più di attenzione del solito, ma da terrestre nata e vissuta sempre coi piedi felicemente saldati al suolo, sto cominciando a vivere un'inquietudine nuova.
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20:05
La guerra in Ucraina sta continuando e ogni giorno che passa ho gli occhi sempre più pieni di quelle immagini drammatiche, disperate, strazianti.
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20:14
Se penso allo spazio, oggi ci rivedo il luogo che per decenni, durante la guerra fredda, è stato strategico, un terreno di conquista con mille significati.
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20:25
Non l'ho visto di persona, sono nata nel millenovecento settantasette, come Samantha appunto, e le prime cose spaziali di cui ho memoria risalgono agli anni novanta.
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20:35
Non per niente il primo italiano nello spazio è stato nel millenovecento novantadue,
Franco Malerba
.
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20:41
A studiare un po' però scopro che nel decennio precedente avevano volato americani, russi e qualche outsider come un ungherese, un vietnamita, un mongolo, un rumeno, un francese, un tedesco, un indiano, un siriano, un canadese, un saudita, un olandese, un messicano, tutti uomini, tranne un paio di russe, tra cui la mitica Valentina, Valentina Treskova.
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21:05
Scorro la lista e tra tanti primatisti trovo finalmente la prima donna americana nel millenovecento ottantatré e il primo volo con due donne contemporaneamente nell'ottantaquattro.
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21:17
Ma di questi eventi che adesso mi paiono tanto pieni di storia, anche della mia storia di donna europea, non ricordo niente.
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21:24
Ricordo invece la narrativa spaziale della mia età adulta, diciamo degli ultimi vent'anni.
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21:30
Lo Spazio è un luogo di pace, un luogo di collaborazione tra esseri umani, un luogo di esplorazione, ricerca e costruzione del futuro.
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21:38
Questo abbiamo detto e ripetuto per tanti anni.
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21:42
E poi sarò un'ingenua, ma anche la targa che fu lasciata sulla
Luna
il venti luglio del millenovecento sessantanove, cioè il giorno del primo allunaggio, da un equipaggio americano, all'apice della Guerra Fredda, dice: “Siamo venuti in pace a nome di tutta l'umanità“.
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22:07
Ma oggi, ad aprile duemila ventidue, riusciamo ancora a sostenerlo?
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22:12
Che è Spazio è lo Spazio di oggi?
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22:14
E che Spazio sarà domani?
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22:21
Spaziale è un podcast di Silvia Bencivelli prodotto da Chora Media.
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22:25
È realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo On Air, è stato scritto con Alessia Rafanelli, la cura editoriale è di Sabrina Tinelli, postproduzione di Mattie Diciotti con la supervisione di
Luca Micheli
, il producer e Matteo Perkins, editing di Francesca Abruzzese.
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22:44
Si ringrazia
ESA European Space Agency
.
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🇮🇹 Made with love & passion in Italy. 🌎 Enjoyed everywhere
Build n. 1.38.1
Silvia Bencivelli
Samantha Cristoforetti
Claudia Di Giorgio
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