Thursday, Dec 16, 2021 • 54min

Ep.6: I presidenti di B.

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La seconda Repubblica comincia il 26 gennaio 1994 con la discesa in campo di Silvio Berlusconi. Per diciassette anni i rapporti tra il Cavaliere e gli inquilini del Quirinale saranno segnati da un conflitto strisciante destinato a esplodere in contrasto aperto. Mentre Berlusconi è alla presidenza del consiglio, al Colle si alternano Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Con tutti e tre l’uomo di Arcore finirà per scontrarsi, fino all’epilogo del novembre 2011, quando proprio il Quirinale porrà fine alla permanenza del Cavaliere a palazzo Chigi. Irene Pivetti, presidente della Camera nel 1994, rivela un retroscena inedito sulla caduta del primo governo Berlusconi.
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Talking about
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Speakers
(13)
Marco Damilano
Irene Pivetti
Silvio Berlusconi
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Transcript
Verified
00:08
Chora.
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Silvio Berlusconi
00:11
L'Italia è il paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho anche appreso la passione per la libertà.
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00:29
Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica, perché non voglio vivere in un paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare.
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00:48
Per poter compiere questa...
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Marco Damilano
00:49
La Seconda Repubblica comincia il ventisei gennaio millenovecento novantaquattro. quando
Silvio Berlusconi
annuncia con un messaggio televisivo la sua discesa in campo.
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01:00
Dopo la lunga stagione dei partiti forti, che hanno dominato la scena per quasi mezzo secolo, si passa ai leader forti, che personalizzano la politica e trasformano la presidenza del Consiglio nel centro del potere.
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01:15
Berlusconi è un imprenditore, è stato nominato Cavaliere del lavoro, è un tycoon dei media, ribattezzato Sua Emittenza, ama presentarsi come allergico ai riti del palazzo.
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Silvio Berlusconi
01:29
So quel che non voglio, insieme con i molti italiani che mi hanno dato la loro fiducia, so anche quel che voglio.
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Marco Damilano
01:42
Scende in politica, dice, chiedendo direttamente il voto del popolo, perché è il popolo, secondo lui, a decidere chi sarà il Presidente del
Consiglio
e non le designazioni dei partiti, le consultazioni parlamentari e nemmeno l'incarico conferito dal Presidente della
Repubblica,
secondo il dettato costituzionale.
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02:05
Berlusconi si considera figlio della religione della democrazia maggioritaria. Le elezioni politiche del marzo millenovecento novantaquattro, infatti, sono le prime in cui gli italiani votano con un sistema elettorale, maggioritario, dopo decenni di legge elettorale proporzionale.
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02:36
All'inizio di gennaio, Berlusconi ha fondato il suo partito personale, Forza Italia.
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02:44
Al Nord, è alleata con la
Lega
di Umberto Bossi, al Sud con
Alleanza Nazionale
di
Gianfranco Fini,
che sta prendendo il posto del vecchio movimento sociale.
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02:56
Due mesi dopo la coalizione di Centro-destra, a sorpresa, vince le elezioni contro il raggruppamento di Sinistra, guidato da
Achille Occhetto
e contro il Centro Ex Democristiano.
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03:08
E Berlusconi ha un'idea chiara di come dovrebbero funzionare i rapporti tra la presidenza del
Consiglio
e il Quirinale.
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03:20
Lui è l'unto del Signore e al Presidente della
Repubblica
tocca un ruolo appena formale: la ratifica di quanto votato dal popolo.
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03:29
Le cose però, andranno diversamente: diciassette anni dopo, al termine di questa storia, i poteri del
Quirinale
usciranno addirittura rafforzati.
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03:41
Il Presidente sarà il vero contro potere che si opporrà a Berlusconi.
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03:46
L'unico in grado, prima di imbrigliare, e alla fine di rovesciare il leader più forte di tutti.
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03:54
Sono Marco Damilano e questo è un podcast di Chora Media, si chiama Romanzo
Quirinale
.
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Emilio Fede
03:59
E apriamo con la politica interna, ci sono buone, buonissime notizie per quanto riguarda l'assegnazione dell'incarico per la formazione del nuovo
Governo
.
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04:13
L'incarico, quasi certamente, sarà conferito domani dal Presidente della
Repubblica
e quasi certamente, diciamo certamente, sarà conferito a Silvio Berlusconi
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Marco Damilano
04:24
Il primo capo dello
Stato
a misurarsi con Berlusconi è il democristiano
Oscar Luigi Scalfaro
, l'ex Presidente della
Camera
eletto al Colle nel millenovecento novantadue dopo la strage mafiosa di Capaci. L'attentato in cui hanno perso la vita il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie e tre uomini della scorta.
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Emilio Fede
04:47
Berlusconi è stato accolto con festa all'ingresso e altrettanto la gente rimasta lì fuori per salutarlo, applaudirlo... mentre il corteo delle macchine lascia il Quirinale.
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Marco Damilano
05:01
Quando Berlusconi e Scalfaro si incontrano per la prima volta, dopo l'esito delle urne, a mediare tre due c'è Gianni Letta.
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05:09
Letta è stato giornalista, direttore del quotidiano romano Il Tempo e vice Presidente di Fininvest, il gruppo della famiglia Berlusconi.
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05:18
E' il braccio destro del Cavaliere, il suo ambasciatore nei palazzi della politica, incaricato di trattare per conto dell'uomo di
Arcore.
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05:27
Il primo incontro è quasi cordiale, Scalfaro accetta di dare a Berlusconi l'incarico di formare il nuovo
Governo
a una condizione però: che a
Palazzo Chigi
ci sia Letta come sottosegretario.
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05:40
Berlusconi accetta di buon grado, "Senza di lui non potrei fare niente" dice al Presidente.
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05:46
L'accordo tra l'imprenditore milanese entrato in politica e l'inquilino del
Quirinale
però dura pochissimo.
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Irene Pivetti
05:52
C'era una profondissima antipatia umana prima di qualsiasi motivazione di carattere politico, poi credo che, se vogliamo portarla a un livello un po' più alto, sul piano istituzionale, Scalfaro vivesse male, ma questa parte la vivevo male anch'io di Berlusconi, il suo totale assenza d'istinto istituzionale.
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Marco Damilano
06:13
All'inizio degli anni novanta
Irene Pivetti
è una deputata della
Lega
approdata in
Parlamento
, neanche trentenne, dopo le elezioni dell'aprile millenovecento novantadue.
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06:23
Due anni più tardi la coalizione di centrodestra la elegge Presidente della
Camera.
E' la seconda donna, dopo
Nilde Iotti
, a occupare lo scranno più alto di Montecitorio.
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06:34
Pivetti è testimone del rapido deteriorarsi del rapporto tra Berlusconi e Scalfaro.
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Irene Pivetti
06:40
Cioè Berlusconi è entrato appunto a piedi uniti in questa situazione. Non era l'unico, ma era il più forte a farlo, come se, appunto, le istituzioni dovessero da quel momento essere plastilina che si modellava su quello che, questa nuova ondata, che lui rappresentava, voleva.
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06:55
Non soltanto sulla sua volontà, certo aveva una personalità molto forte Berlusconi, però era proprio tutto un mondo attorno a lui che la pensava in questa maniera e dall'altra parte c'era il vecchio mondo rappresentato e incarnato da Scalfaro, ma anche un nuovo mondo rappresentato da me che, invece, continuavo e continuo tuttora a ritenere che le istituzioni, appunto, abbiano qualcosa di sacro che va comunque rispettato, compreso inchinarsi quando non ti conviene alla tua parte, ma è giusto che sia così.
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07:23
Ecco, questo passaggio, Berlusconi questo linguaggio non accettava di parlarlo, Scalfaro non accettava che qualcuno non lo parlasse.
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Mike Bongiorno
07:30
Mah molta gente, chissà perché, vengono da me, perché dicono "Ma tu lo conosci da tanti anni" e mi dicono "Ma Berlusconi promette tante cose, ma poi le farà?" Beh! Io vi devo dire, se devo giudicare dalle mie esperienze, beh io devo dire che Berlusconi, quello che promette, fa.
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Marco Damilano
07:48
Quando Berlusconi consegna a Scalfaro la lista dei suoi ministri, alla casella Ministero della Giustizia figura il nome di Cesare Previti, neoeletto senatore con Forza Italia e da anni avvocato del gruppo Fininvest.
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08:03
Berlusconi sa che proporre il suo avvocato, alla giustizia è una provocazione, ma decide comunque di tentare la forzatura per testare i rapporti di forza col Quirinale.
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08:15
Scalfaro non ci sta e costringe Berlusconi a spostare Previti alla difesa. Non è la prima imposizione che il Cavaliere subisce dal Colle.
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08:25
Qualche giorno prima, il Presidente è intervenuto per bloccare l'operazione con cui Berlusconi intendeva portare nel suo Governo, come Ministro dell'Interno, l'uomo in quel momento più popolare in
Italia
: il pm di Mani Pulite, Antonio Di Pietro.
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08:42
A mettersi di traverso, dopo aver consultato il
Quirinale
, è stato il capo di Di Pietro, il procuratore Francesco Saverio Borrelli.
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08:52
È l'inizio, ufficiale, della lunga guerra tra Berlusconi e i giudici di
Milano
.
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Silvio Berlusconi
08:58
Le chiedo qualche minuto di attenzione per cercare di chiarirvi quello che sta succedendo nel nostro Paese. I magistrati della
Repubblica
di
Milano,
hanno deciso di scrivere il mio nome nel registro degli indagati per il reato di corruzione e mi hanno inviato un avviso di garanzia.
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09:19
Io naturalmente non ho mai corrotto nessuno.
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Marco Damilano
09:26
Il ventidue novembre millenovecento novantaquattro, la Procura di
Milano
notifica a
Silvio Berlusconi
un avviso di garanzia.
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09:34
Il primo di una lunga serie.
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09:36
Lo fa proprio mentre è impegnato a
Napoli
in un vertice Onu sulla criminalità.
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Silvio Berlusconi
09:42
Finché lo
Stato
rimarrà uno stato di diritto, in cui i magistrati fanno giustizia e non politica, nessuno potrà mai portare l'accanimento inquisitorio fino al punto di cancellare la rettitudine, la perfetta moralità, del mio operato di uomo, di cittadino, di imprenditore, di responsabile del Governo dello Stato.
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10:06
Lei ha parlato di abuso e strumentalizzazione, le ha definite infami della giustizia penale. Ecco, le volevo chiedere, Presidente, che cosa significa? Insomma chi è che abusa? Chi strumentalizza? In altre parole, se lei si sente vittima di una manovra, di un complotto?
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Silvio Berlusconi
10:22
Io non le rispondo, perché lei questa mattina ha affermato che io non rispondo alle domande, per una volta mi consenta di darle ragione.
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Marco Damilano
10:32
L'impatto sull'opinione pubblica è devastante e a
Roma
gli equilibri politici tremano.
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10:38
Pochi giorni dopo la
Lega
di Umberto Bossi, alleata di Forza Italia, esce dalla maggioranza.
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Silvio Berlusconi
10:44
Io non mi siederò mai più a un tavolo in cui ci sia il signor Bossi e non sosterrò mai più un
Governo
che conti su Bossi come sostegno, perché è una persona totalmente inaffidabile.
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Umberto Bossi
10:57
No, Berlusconi non è un amico, è una persona anche gradevole, simpatica, tanto più simpatica sapendo che tutto quel che dice non è vero.
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Marco Damilano
11:09
Una decisione che in quei giorni molti pensano sia maturata dopo un colloquio tra Bossi e Scalfaro.
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11:15
Un'ipotesi che Pivetti non esclude.
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Irene Pivetti
11:18
Allora non glielo posso giurare, non c'ero. Penso di sì.
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11:22
Io penso che, perché Bossi era uno che alzava il telefono quando voleva, e parlava con chiunque in maniera informale.
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11:29
Poi che tipo di impegno esattamente Scalfaro avesse preso nei suoi confronti lì, è un po' come se, se c'è stato questo incontro, me lo figuro un po' come, ha presente nell'antica Roma, l'incontro tra il gladiatore e il reziario.
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11:44
Il reziario chi è? E' un gladiatore che invece della spada usa la rete, quindi usano due armi dispari e si combattono nell'arena con questi due soluzioni alternative.
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11:54
Allora il gladiatore è il reziario, il barricadero è il democristiano insomma, non so, ha capito?
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12:01
Può essere stato, quindi uno ha anche molto margine per interpretare come gli pare le parole dell'altro.
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12:08
Se c'è stato questo incontro, è stato di questo tipo.
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Marco Damilano
12:13
Berlusconi non ha più i numeri in parlamento e dopo nemmeno otto mesi sale di nuovo al
Colle
, stavolta per dimettersi.
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12:21
Per la prima volta tra i berlusconiani circola la parola golpe.
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12:27
È la stessa che serpeggiava a sinistra nell'estate del millenovecento sessantaquattro. Un'estate che abbiamo già raccontato in questo podcast. A distanza di trent'anni esatti, il fantasma del golpe che spaventava le sinistre, ora turba la destra.
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12:42
Agli occhi dei berlusconiani, Il golpista che trama contro la volontà popolare è ancora una volta il Presidente della
Repubblica.
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12:55
Nel millenovecento novantatré Scalfaro è stato sfiorato da un sospetto, il suo nome è saltato fuori nell'inchiesta sui fondi neri del Sisde, il servizio segreto civile, finiti nelle casse del Ministero degli Interni fin dagli anni ottanta.
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13:11
E Scalfaro in quel periodo è stato Ministro degli Interni nel
Governo
Craxi.
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13:16
Il Presidente è finito sotto attacco in un momento drammatico. A
Milano
e
Roma
esplodono le bombe della mafia, le inchieste di Tangentopoli travolgono i vecchi partiti, il
Parlamento è
sul punto di essere sciolto per andare a nuove elezioni... c'è chi chiede le sue dimissioni.
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13:34
Scalfaro però non si dimette, anzi va in tv e rilancia.
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Oscar Luigi Scalfaro
13:41
A questo gioco al massacro io non ci sto. Io sento il dovere di non starci e di dare l'allarme.
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13:53
Non ci sto, non per difendere la mia persona, che può uscire di scena in ogni momento, ma per tutelare, con tutti gli organi dello Stato, l'Istituto Costituzionale della Presidenza della Repubblica.
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Marco Damilano
14:10
Anche il trentuno dicembre millenovecento novantaquattro, nel consueto discorso di fine anno, il Presidente si rivolge direttamente agli italiani.
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14:20
Parla a loro, ma in realtà si rivolge al dimissionario Berlusconi, proponendo una tregua istituzionale.
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Oscar Luigi Scalfaro
14:28
Se mi permettete, lo dico con affetto al Presidente del
Consiglio
, nel presentargli gli auguri, all'onorevole Berlusconi.
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14:37
Glielo dico rispettando la sua posizione e anche la ferita che ha avuto in questo momento nella rottura della maggioranza.
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14:46
Dico solo questo, siamo chiamati entrambi, forse più che altri, a questo richiamo di questa nostra patria.
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14:54
Abbiamo avuto, a volte, una posizione dialettica, ma credo che sia anche un fatto intelligente.
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15:01
Molti ci hanno inzuppato il pane per dire che eravamo in guerra dal mattino alla sera. Io non me lo sono mai sentito, ma non credo che neanche il Presidente Berlusconi se lo sia sentito.
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15:11
Ma certo siamo chiamati, forse a grandi rinunzie, forse a cercare i momenti di tregua, forse a qualche sacrificio, ma ci abbiamo davanti una patria, che è del popolo italiano.
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15:25
A noi è dato di servirla. Solo di servirla. Sempre di servirla, pagando.
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Marco Damilano
15:32
La tregua è un governo tecnico presieduto dal Ministro del Tesoro di Berlusconi, Lamberto Dini.
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15:39
Un governo di emergenza con pochi punti programmatici.
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15:43
Ma prima di arrivare a questa soluzione Scalfaro aveva valutato altri nomi.
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Irene Pivetti
15:48
Era anche una scelta molto ruffiana, ma insomma, l'idea di pescare un uomo della rosa berlusconiana, in particolare poi la scelta cadde su Dini.
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15:56
A Dini ci arriviamo attraverso un passaggio di cui non si è mai parlato e se poi ha voglia ne parliamo anche, che non centra niente con Dini.
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16:02
Diciamo, quando un'altra strada che poteva essere di maggiore garanzia, fu tappata, si scelse questa strada tutta politica e abile.
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16:11
Perché in fondo prendere quello che tu hai incaricato a fare il Ministro del Tesoro a formare il nuovo
Governo,
non gli puoi votare contro, cosa che infatti Berlusconi non potè fare, cioè si creò una situazione che portò al Governo transitorio, insomma poi detto del ribaltone.
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Marco Damilano
16:25
Pivetti ha citato un nome alternativo a quello di Dini.
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16:29
Le chiedo qual è il nome protetto dal massimo riserbo. La storia che segue non è mai stata raccontata prima
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Irene Pivetti
16:39
L'alternativa era Monti.
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16:40
Io andai a casa di Monti con una richiesta esplicita di Scalfaro ad assumere il
Governo
in quella circostanza.
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16:51
Fu una cosa molto riservata, perché facemmo alcuni incontri.
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16:54
Lo sapevan tutti, no?
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16:55
Il Presidente della
Camera
è andato a visitare il Presidente della Repubblica
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16:57
Queste cose si danno notizia, due righe di Ansa escono sempre quando van via queste macchine blu, da una residenza all'altra.
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17:05
In quel caso, presi una macchina che non era la mia, feci, entrai dalla porta secondaria, cioè questi, ne ho fatta più d'una di visite a Scalfaro con quella modalità, perché bisognava salvaguardare la massima riservatezza.
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17:17
E fui incaricata, e andai, a casa di Monti, che all'epoca abitava in via Frua, non so se ci abita ancora, a Milano, non lo sapevo, ma andai al suo indirizzo di casa e gli dissi questo: "Il Presidente le chiede di assumere questa responsabilità" e lui rispose: "No".
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17:31
Lui rispose: "Sto in Europa! Hic manebimus optime, io sto benissimo qua, non me la sento, non non ho nessuna intenzione di farlo".
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17:39
Io portai a casa questo risultato, che è una cosa che, devo dire la verità, con tutto il rispetto istituzionale intatto per una persona di profilo come quella di Monti, che non mi permetto di discutere, però in quel momento, io non giudicai positivamente, anzi la trovai una viltà.
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17:58
Mi sento di dirlo, perché quando hai il Paese in una situazione di grande fragilità e hai il Presidente della
Repubblica
che usa come postino il Presidente della
Camera
e ti viene a fare una richiesta di questo tipo, io credo che forse la risposta dovrebbe essere un'altra.
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18:12
Certo che è scomodo, se fosse stato semplice la soluzione andavamo da qualche d'un altro.
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18:18
Questa è l'episodio che precede la nomina di Dini.
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18:21
Poi Dini perché, si voleva fare una scelta istituzionale, io avevo molto insistito, non avevo nessun rapporto personale per altro con Monti, quindi non era manco un candidato mio per forza.
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18:31
Ma io insistetti a, fortemente col Presidente Scalfaro, perché si facesse una scelta non conflittuale.
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18:37
Siamo già ai ferri corti, siamo qua alle belle parole, facciamo una scelta istituzionale, diciamo così di congelamento, di raffreddamento.
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18:43
Una Draghi, diciamo una situazione alla Draghi, no?
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18:46
C'è il massimo di conflitto, prendi una figura di altissimo profilo, che non può non piacere a tutti, che permette di tranquillizzare gli animi, di trovare insomma quegli accomodamenti che servono a una democrazia.
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18:56
Questo era il disegno che stava sotto questa scelta.
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Marco Damilano
18:59
Quando Dini prende il posto di Berlusconi a
Palazzo Chigi
, Scalfaro rassicura il Cavaliere, gli dice che la fiducia potrà essere tolta in qualsiasi momento e che le elezioni anticipate arriveranno presto.
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19:12
Il
Governo
Dini è appoggiato anche da forze politiche che le elezioni del novantaquattro le avevano perse: i post-comunisti del Partito democratico della sinistra, ora guidati da Massimo D'Alema e il Partito Popolare Italiano, fondato dopo lo scioglimento della Democrazia Cristiana.
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19:30
Per Berlusconi è inimmaginabile che si possa perdere nelle urne e andare al
Governo,
senza l'investitura popolare, è un oltraggio, di più, è una congiura.
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19:42
L'esecutivo guidato da Dini, per lui, resterà per sempre il
Governo
del ribaltone, e considererà sempre Scalfaro il regista di quell'operazione.
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19:57
Le elezioni arrivano nella primavera del millenovecento novantasei e le vince L'Ulivo: la coalizione di centrosinistra guidata dal professor
Romano Prodi
.
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20:08
Da quel voto nasce un
Governo
di cui fanno parte lo stesso Dini e due futuri presidenti della
Repubblica:
Carlo
Azeglio Ciampi
e
Giorgio Napolitano
.
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20:19
Nel millenovecento novantanove si elegge il successore di
Oscar Luigi Scalfaro
e Berlusconi si sta già preparando per la prossima tornata elettorale del duemila e uno.
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20:31
Vuole la rivincita, ma sembra aver imparato la lezione: ha capito che deve tenersi buono l'inquilino del
Quirinale
, così partecipa alla votazione che elegge un Presidente al primo scrutinio.
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20:44
Era già successo nel millenovecento ottantacinque con Francesco Cossiga. Succede di nuovo nel millenovecento novantanove con Carlo
Azeglio Ciampi
.
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Carlo Azeglio Ciampi
20:55
Giuro di essere fedele alla
Repubblica
e di osservarne lealmente la Costituzione.
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Marco Damilano
21:06
Ciampi ha settantanove anni, è stato governatore della Banca d'Italia ed è stato il primo Presidente del
Consiglio
a non essere parlamentare.
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21:17
Sei anni prima, nel millenovecento novantatré, Scalfaro lo ha chiamato a guidare il
Governo
nel pieno della tempesta Mani Pulite.
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Carlo Azeglio Ciampi
21:26
Onorevole Presidente, onorevoli deputati, è la prima volta, nell'esperienza della Costituzione repubblicana, che un semplice cittadino, senza mandato elettorale, parla davanti a voi nelle funzioni di Presidente del Consiglio dei Ministri.
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Marco Damilano
21:48
Quando Ciampi fa il suo primo discorso alle Camere come Presidente del
Consiglio
, il sistema dei partiti in
Italia
è all'apice della crisi, i TG della sera aprono con il bollettino di guerra sulle inchieste, mentre il Marco vola sulla Lira.
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22:03
Un mese prima Giulio Andreotti ha ricevuto il primo avviso di garanzia per concorso in associazione mafiosa. Sette ministri del
Governo
Amato si sono dimessi, perché indagati in altre inchieste.
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22:16
Bettino Craxi attende il voto della
Camera
sulle prime autorizzazioni a procedere, richieste dai giudici di
Milano
.
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22:24
Mentre il
Governo
Ciampi ancora non ha ottenuto il voto di fiducia, la
Camera,
a voto segreto, salva il leader socialista per quattro autorizzazioni su sei.
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22:35
Quattro Ministri del
Governo
Ciampi, per protesta, si dimettono dopo nemmeno ventiquattro ore dal giuramento.
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22:43
La sera dopo una folla inferocita assedia Craxi all'uscita della sua residenza romana, l'hotel Raphael.
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23:03
---
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Marco Damilano
23:10
Ciampi va avanti lo stesso, fino alle elezioni del millenovecento novantaquattro, cinque anni più tardi, nel millenovecento novantanove, quando viene scelto per il Quirinale, Ciampi è Ministro del Tesoro del
Governo
del Centrosinistra, è il primo Presidente della
Repubblica
scelto fuori dalla platea dei grandi elettori, al momento dell'elezione è nel suo ufficio al Ministero in via Venti Settembre, ad aspettare l'esito insieme a lui, c'è il suo più stretto collaboratore, ricopre la carica di direttore generale e si chiama Mario Draghi.
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23:54
---
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Marco Damilano
23:59
Qualche tempo dopo Draghi dirà che nel momento clou non riuscivano a trovare il canale che trasmetteva in diretta lo scrutinio
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24:08
---
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Marco Damilano
24:26
Il settennato di Ciampi è condizionato dagli attentati dell'undici settembre, dal ritorno della guerra su scala mondiale, dagli interventi americani in Afghanistan e in
Iraq
.
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24:39
Sono anni dolorosi, segnati dalle stragi di
Al Qaida
a Madrid e Londra, dall'incubo di un attacco a
Roma
e dalle bare dei militari italiani che tornano sui voli di Stato, come le vittime della strage di
Nassiriya
del dodici novembre duemila e tre, in cui persero la vita ventotto persone, di cui diciannove italiani.
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24:58
Ma la presidenza Ciampi coincide anche, in gran parte, con la legislatura che va dal duemila uno al duemila e sei. Un quinquennio totalmente dominato dal berlusconismo
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25:13
Il Cavaliere ha avuto la sua rivincita, ha stravinto le elezioni del tredici maggio duemila e uno e governerà per cinque anni.
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25:22
Tra Berlusconi e il
Quirinale
si consumano scontri sotterranei di cui non si sa nulla in quegli anni.
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25:28
Ciampi preferisce mantenere il riserbo sulla sua azione, anche a costo di essere considerato debole o accondiscendente verso l'uomo di
Arcore
.
Share
25:37
Invece, si scoprirà dopo, è stato una diga, spesso insormontabile per una serie di provvedimenti legislativi, che la maggioranza di Governo vuole approvare per favorire il capo
Silvio Berlusconi
.
Share
25:52
Sono le leggi ad personam sulla giustizia, con cui il Centrodestra prova a bloccare i processi in cui è coinvolto il Cavaliere, accusato, tra gli altri reati, di corruzione e falso in bilancio.
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26:05
E non solo, perché il Presidente della
Repubblica
rinvia alle Camere la legge che porta la firma del Ministro Maurizio Gasparri sul riordino del sistema delle telecomunicazioni.
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26:18
La legge è al centro di violente polemiche, perché, secondo i suoi critici, avvantaggerebbe il gruppo Mediaset, holding della famiglia Berlusconi e secondo polo televisivo italiano.
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26:29
Ciampi annota sul suo diario: colazione con Berlusconi, che dice di considerare un atto di guerra una non promulgazione.
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26:39
Il Cavaliere comunica al Presidente di ritenere il rinvio della legge alle Camere una bomba, una pugnalata alle spalle e minaccia di non farsi più vedere al
Quirinale
.
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26:53
I traccianti della contraerea illuminano la notte di Baghdad. Il silenzio della città semideserta è rotto da violente, ripetute esplosioni.
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Marco Damilano
27:01
L'intervento statunitense in
Iraq
del duemila e tre contro
Saddam Hussein
, provoca un altro duro conflitto istituzionale.
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27:09
Berlusconi ha assicurato l'amministrazione americana al Presidente
George W. Bush
, la partecipazione italiana al conflitto in
Iraq
, una promessa in aperto contrasto con la Costituzione Italiana che, all'articolo undici, ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
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27:30
Ancora una volta il custode del Colle è chiamato a intervenire, così la partecipazione dell'Italia alla missione irachena verrà vincolata dalla formula: paese non belligerante.
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27:42
Una soluzione che impedisce ai militari italiani di intervenire direttamente in operazioni di guerra.
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27:49
Altre divergenze tra Palazzo Chigi e il
Quirinale
si registrano sulle nomine. Al centro del contendere ci sono gli avvicendamenti ai Ministeri degli Esteri e dell'Economia, provocati dalle fibrillazioni interne alla maggioranza berlusconiana.
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28:06
Ma lo scontro più duro si consuma nell'aprile del duemila e sei al termine delle elezioni politiche.
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28:14
Berlusconi rifiuta di accettare il risultato delle urne, che vede vincente, per un soffio,
Romano Prodi,
l'ex Presidente della Commissione Europea, che aveva già battuto il Cavaliere nel millenovecento novantasei.
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Silvio Berlusconi
28:28
Continueremo a lavorare nella giunta per le elezioni e continueremo a rappresentare a tutti i nostri elettori, il fatto che non consideriamo chiusa la partita del voto passato.
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28:40
Anche perché dovete sapere che non è stato fatto nessun controllo dopo. Non è vero che sono, sono stati controllati i verbali, non le schede.
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28:51
Se dal Ministero degli Interni fosse uscita la notizia opposta: "La Casa della Libertà ha vinto di ventiquattromila voti!".
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28:57
Ventiquattromila voti di vittoria ci sarebbero stati. E i risultati al Ministero sono arrivati o per faccia o per telefono, dalle varie province, quindi era facilissimo dire che se eran ventiquattromila voti di qui, avevamo vinto noi.
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Marco Damilano
29:12
Berlusconi ordina al Ministro dell'interno Giuseppe Pisanu di sospendere la programmazione dei risultati, ma Pisanu si rifiuta di ubbidire e convalida la regolarità delle operazioni di voto.
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29:25
Anche in questo caso il
Quirinale
ha silenziosamente vigilato
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29:30
Ciampi è a fine mandato, qualcuno propone la rielezione, ma il Presidente rifiuta.
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29:36
Ha già dato un chiaro indizio sul suo possibile successore, con la nomina a senatore a vita di
Giorgio Napolitano
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Giorgio Napolitano
29:44
Giuro di essere fedele alla
Repubblica
e di osservarne lealmente la Costituzione.
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Marco Damilano
29:52
Il dieci maggio duemila e sei
Giorgio Napolitano
diventa l'undicesimo Presidente della Repubblica Italiana. Viene eletto al quarto scrutinio con cinquecento quarantatré voti, sostenuto in modo compatto dallo schieramento di Centrosinistra, ha quasi ottantuno anni ed è il primo iscritto al Partito Comunista ad arrivare al
Quirinale
.
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30:17
Non ha mai dimenticato i bombardamenti americani su
Napoli
del millenovecento quarantatré, quando si rifugiava nelle grotte di tufo, sotto palazzo Serra di Cassano, lì ha imparato l'autocontrollo e un certo fatalismo, virtù destinate a tornargli utili.
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30:35
Il secondo
Governo
Prodi dura solo due anni, cade nel duemila e otto e si va a un nuovo voto anticipato a
Palazzo Chigi,
per la terza volta, torna lui:
Silvio Berlusconi
, con una maggioranza schiacciante, ma non dura molto. Già tra il duemila e nove e il duemila dieci il potere di Berlusconi si incrina.
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31:05
---
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Marco Damilano
31:51
Il premier viene coinvolto in una serie di pesanti scandali a sfondo sessuale, che ne compromettono l'immagine pubblica sia in
Italia,
sia all'estero.
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32:02
A complicare le cose si aggiunge la rottura con
Gianfranco Fini
, ex alleato e Presidente della
Camera
.
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32:10
Intanto la situazione internazionale è sempre più difficile.
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32:20
---
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Marco Damilano
33:00
L'Italia risente della grande recessione del duemila e otto, provocata dallo scoppio della bolla immobiliare negli Stati Uniti.
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33:09
La crisi si diffonde veloce da una parte all'altra dell'Atlantico, in
Europa
aggredisce i debiti sovrani dei paesi mediterranei.
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33:17
La Grecia e la Spagna, sull'orlo del collasso, sono costretti a eseguire i piani di intervento della Troika, la struttura informale di governance economica composta da Commissione Europea,
Banca centrale europea
e Fondo Monetario Internazionale.
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33:33
Anche l'Italia non tarda a ritrovarsi al centro di una tempesta perfetta.
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33:39
Mentre il paese scivola in una pesantissima crisi economica e Berlusconi perde consenso, crescono il prestigio e l'autorevolezza del Presidente Napolitano. La sua popolarità sfiora l'ottanta percento. I giornali stranieri e quelli italiani cominciano a chiamarlo Re Giorgio.
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34:00
Il duemila e undici è l'anno del cento cinquantesimo anniversario dell'Unità
d'Italia,
per il Presidente un anno con un fitto calendario di viaggi e celebrazioni, ma Napolitano al condottiero Giuseppe Garibaldi, ha sempre preferito Camillo Benso Conte di Cavour, il sottile paziente tessitore dell'unità nazionale.
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34:24
E anche la sostituzione di Berlusconi a
Palazzo Chigi
, nell'autunno del duemila e undici, viene preparata nel corso dell'anno con lentezza e determinazione.
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34:36
Attraverso i canali riservati del Colle, a Napolitano arrivano segnali di preoccupazione per la crisi economica.
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34:43
Il primo febbraio all'Università Bocconi di
Milano
, il Presidente della
Repubblica
, insieme a diversi esponenti della classe dirigente italiana europea, partecipa alla commemorazione dell'ex Ministro
Tommaso Padoa-Schioppa
, scomparso meno di due mesi prima.
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35:00
Quel giorno alla Bocconi ci sono Mario Draghi,
Romano Prodi
e il Presidente della
Banca centrale europea,
Jean-Claude Trichet.
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35:09
A fare gli onori di casa ci pensa l'ex commissario europeo ed ex rettore dell'ateneo, il professor Mario Monti.
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35:18
Da mesi proprio Monti è l'interlocutore privilegiato di Napolitano, è l'uomo che il Colle ha scelto per la presidenza del
Consiglio,
se la situazione dovesse precipitare.
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35:30
L'estate del duemila e undici è segnata dai rialzi continui dello spread, il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, che misura la solidità del debito pubblico.
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Silvio Berlusconi
35:42
Onorevoli colleghi, in conclusione, nessuno nega la crisi, tutti dobbiamo lavorare per superarla.
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Marco Damilano
35:49
L'Italia
diventa il sorvegliato speciale
dell'Europa
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Silvio Berlusconi
35:54
State ascoltando un imprenditore che ha tre aziende in borsa, e che quindi è nella trincea finanziaria, consapevole ogni giorno di quel che accade sui mercati.
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Marco Damilano
36:13
Il cinque agosto arriva a
Palazzo Chigi
la lettera della Bce, la
Banca centrale europea,
che impone condizioni durissime.
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36:24
La lettera è firmata da Trichet e da Draghi, il suo successore designato.
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36:30
Il ventuno agosto Napolitano prende la parola al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, si toglie la cravatta, è un gesto inusuale per lui, è un gesto da guerriero, ma il momento è drammatico e serve il linguaggio della verità, diretto, spietato.
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Giorgio Napolitano
36:50
Possibile che da un lato si sia esitato a riconoscere la criticità della nostra situazione e la gravità effettiva delle questioni, perchè le forze di maggioranza e di Governo sono state dominate dalla preoccupazione di sostenere la validità del proprio operato, anche attraverso semplificazioni propagandistiche e comparat, e comparazioni consolatorie su scala europea?
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37:22
Possibile? Possibile che d'altra parte, da parte delle forze di opposizione, ogni criticità della condizione attuale del Paese, sia stata ricondotta a omissioni e colpe del
Governo
, della sua guida e della coalizione su cui si regge?
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37:41
Qui in
Italia
va perciò valorizzato ogni sforzo di disgelo e di dialogo, ma bisogna andare molto oltre e rapidamente!
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Marco Damilano
38:01
È l'inizio di novembre del duemila e undici, Berlusconi ha appena subito una pesante umiliazione pubblica.
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38:13
Durante una conferenza stampa congiunta a Bruxelles, il Presidente francese, Nicolas Sarcozy, ha risposto a una domanda della stampa sul premier italiano, rivolgendo un beffardo risolino di complicità alla cancelliera tedesca Angela Merkel.
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38:31
Le risate per alcuni secondi contagiano anche i giornalisti e risuonano in tutta la sala stampa
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38:39
L'Europa ride del Presidente del
Consiglio
, mentre in
Italia
l'azione di Governo del Cavaliere si è impantanata.
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38:47
La maggioranza berlusconiana non riesce né ad approvare la riforma delle pensioni, né a reintrodurre la tassa sulla prima casa, due misure richieste
dall'Europa
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38:58
Il nove novembre lo spread schizza a cinquecento settanta punti, a un passo dal baratro.
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39:07
È allora, nel momento più buio, che Napolitano fa una doppia mossa.
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39:12
Prima convoca Berlusconi al Quirinale, chiedendogli di dimettersi dopo l'approvazione della legge di stabilità. Poi nomina Mario Monti, senatore a vita, è l'indicazione inusuale del futuro Presidente del
Consiglio
.
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39:30
Quella di Napolitano è una decisione solitaria.
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39:38
Nell'anno del centocinquantesimo anniversario dell'unità,
l'Italia
rischia di consumare la propria dissoluzione a un passo dal fallimento, non solo economico, tocca al Presidente della
Repubblica
trovare la strada per uscire dalla crisi.
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40:00
Claudio Petruccioli ha militato fin da giovanissimo nel Partito Comunista Italiano, di cui è stato parlamentare e membro della segreteria, conosce bene
Giorgio Napolitano
.
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Claudio Petruccioli
40:11
La procedura, anche piuttosto emotivamente e scenograficamente straordinaria, a causa della nomina di Monti a senatore a vita, prima di dargli l'incarico, però, partiva da una, diciamo, presa di posizione politica dei partiti che andava in quella direzione, perché se a quel punto Bersani avesse detto: "No, andiamo a votare, eh.. si andava a votare. Chiaro?"
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Marco Damilano
40:39
Il segretario del Pd Bersani, capo dell'opposizione, accetta la soluzione di Napolitano: non si va alle elezioni, si fa un Governo di emergenza.
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40:50
Petruccioli usa un preciso riferimento storico per ricostruire il ruolo del Presidente nella crisi d'autunno, il nove novembre, il giorno della nomina di Monti a senatore a vita, nel calendario della rivoluzione francese era il diciotto brumaio; proprio in quel giorno del millesettecento novantanove, Napoleone Buonaparte compie il colpo di stato, che segna la fine dell'epoca rivoluzionaria.
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Claudio Petruccioli
41:17
Io perché dissi il diciotto brumaio, a parte che lo disse in un convegno di libertà eguale e poi mi divertiva, perché la coincidenza ero andata a verificarla, ed era proprio il diciotto brumaio, accidenti, quindi mi ha preso la mano, e poi corrispondeva anche a un mio auspicio: finalmente cerchiamo di creare le condizioni anche per una riforma costituzionale, che sia solida e che dia la possibilità di esprimere un
Governo
.
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Marco Damilano
41:48
La sera del dodici novembre Berlusconi sale al
Colle
per dimettersi. Non tornerà più a
Palazzo Chigi
.
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42:04
Di fronte al
Quirinale
si è radunata una folla per festeggiare la caduta del Cavaliere.
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42:11
Spumante, coppie che si baciano, trenini, clacson, cori di insulti, inviti ad andare in galera. I manifestanti non sventolano bandiere di partito, solo il tricolore. Qualcuno chiama per nome il Presidente della
Repubblica
. Grazie Giorgio! Un'orchestra vera, con tanto di strumenti e spartiti, suona l'Alleluia di Handel.
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42:51
Tre anni dopo Timothy Geithner, Ministro del Tesoro dell'amministrazione di Barack Obama, pubblica un libro di memorie in cui rivela che nell'autunno duemila e undici alcuni funzionari europei contattarono gli americani proponendo uno scenario per far cadere Berlusconi.
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43:10
Gli americani però rifiutarono, dissero che non potevano avere il suo sangue sulle loro mani e puntarono sulla ricetta di Draghi per salvare l'euro.
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43:22
---
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Marco Damilano
43:31
Per Berlusconi le dichiarazioni di Geithner sono la prova che la sua sostituzione nel duemila e undici è stato un altro colpo di Stato, come nel millenovecento novantaquattro con Scalfaro.
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43:45
Berlusconi e Napolitano torneranno a scontrarsi nel duemila e tredici, quando l'ex premier sarà condannato con sentenza definitiva in Cassazione a un anno di servizi sociali, dal
Quirinale
arriverà un pubblico suggerimento di accettare la sentenza.
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44:03
Ma è già un'altra fase, dopo la crisi del duemila e undici, nasce il Governo tecnico di unità nazionale guidato da Mario Monti e voluto dal Capo dello Stato.
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44:14
I risultati delle elezioni politiche del duemila e tredici, però, sono l'opposto di quanto sperato da Napolitano.
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44:21
Il partito più votato è il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, che raccoglie il venticinque percento.
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44:31
Un fenomeno politico dirompente che Napolitano, dal Colle, non aveva previsto.
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44:39
La legislatura fatica a cominciare, le consultazioni si risolvono in un nulla di fatto, mentre il segretario del Pd Pierluigi Bersani non riesce a formare un
Governo
, il Paese si trova in una situazione di stallo.
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44:55
Il capo dello
Stato
è tentato di lasciare in anticipo, lo convince a restare il Presidente della Bce Mario Draghi. Senza di lui al
Quirinale,
a fare da garante, i mercati verrebbero giù. Napolitano resta e anzi raddoppia.
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45:17
È il venti aprile duemila e tredici il
Parlamento
bloccato per giorni, non riesce a scegliere il suo successore e rilegge proprio lui,
Giorgio Napolitano
al sesto scrutinio con sette cento trentotto voti.
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45:34
Anche
Silvio Berlusconi
ha dato il consenso del suo partito, il Presidente ha ormai quasi ottantotto anni e accetta un mandato a termine, per traghettare l'inizio della legislatura.
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45:46
Saranno meno di due anni, tormentati.
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45:49
Ringraziamo innanzitutto il Segretariato generale per l'ottima ospitalità e organizzazione e quindi possiamo dare inizio all'udienza. Cominciamo a chiamare le parti.
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Marco Damilano
46:02
Il ventotto ottobre duemila e quattordici Napolitano viene convocato come testimone nel processo sulla trattativa
Stato-mafia
.
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46:12
Secondo la procura di Palermo, nei primi anni novanta ci sarebbero stati contatti tra i vertici istituzionali e quelli di Cosa Nostra per chiudere la stagione delle stragi.
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46:23
Il Presidente non è indagato, ma ci sono alcune telefonate intercettate che ha ricevuto da un politico coinvolto nell'inchiesta, l'ex Ministro dell'Interno, Nicola Mancino.
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46:35
E allora siamo qui, come sapete, ovviamente per l'assunzione della testimonianza del Presidente della
Repubblica
Giorgio Napolitano
, che a questo punto possiamo introdurre.
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Marco Damilano
46:45
Per questo Napolitano viene chiamato a deporre.
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46:48
Quindi
Giorgio Napolitano
, nato a
Napoli
,
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Giorgio Napolitano
46:49
Nato a Napoli, nato a Napoli il ventinove giugno millenovecento venticinque.
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Marco Damilano
46:55
I magistrati della corte di Assise entrano nel palazzo del Quirinale, non era mai accaduto prima.
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47:03
I fantasmi, i mostri della mafia, l'ipotesi di un rapporto criminale con il potere politico, scivolano nei corridoi del
Quirinale
a tormentare le ultime settimane di
Giorgio Napolitano
al Colle.
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47:18
In quel momento a
Palazzo Chigi
, c'è Matteo Renzi, il giovane.
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Matteo Renzi
47:23
Noi abbiamo questa idea di
Europa,
l'idea di un grande luogo di speranza per le prossime generazioni e sappiamo che i nostri problemi li dobbiamo affrontare a casa nostra, come stiamo facendo con la riforma della Costituzione, della legge elettorale, della giustizia, della pubblica amministrazione, tutte realtà che in questi sei mesi il Parlamento Italiano ha mandato avanti.
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Marco Damilano
47:45
Napolitano non lo ha mai amato, ma nel febbraio duemila e quattordici gli ha consegnato il mandato di formare un
Governo
con l'obiettivo di fare le riforme costituzionali.
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47:57
Quelle riforme non sono state portate a termine, per Napolitano è una sconfitta.
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48:06
Il quattordici gennaio duemila e quindici Napolitano firma le dimissioni e lascia il Quirinale.
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48:13
Torna a casa nella sua abitazione nel quartiere Monti, a meno di cento metri dal
Colle
più alto di
Roma
.
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48:21
Sulla sua scrivania ha sempre tenuto un cartoncino bianco incorniciato, su cui sono scritte alcune parole: "È dovere del Presidente di evitare che si pongano nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell'occorso, precedenti, grazie ai quali accada, o sembri accadere, che egli non trasmetta al suo successore, immuni da qualsiasi incrinatura, le facoltà che la Costituzione gli attribuisce".
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48:54
Questa è una frase del primo Presidente eletto con la Costituzione, Luigi Einaudi.
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49:07
Immuni da qualsiasi incrinatura, una frase cara anche al successore di Napolitano, Sergio Mattarella, eletto il trentuno gennaio duemila e quindici al quarto scrutinio con seicento sessantacinque voti.
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Sergio Mattarella
49:24
Giuro di essere fedele alla
Repubblica
e di osservarne lealmente la Costituzione
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Marco Damilano
49:34
Palermitano, settantaquattro anni al momento dell'elezione, docente universitario, Mattarella è entrato in politica dopo l'assassinio del fratello Piersanti, Presidente della Regione Sicilia, ucciso dalla mafia nel millenovecento ottanta.
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49:51
Nella prima
Repubblica
è stato deputato della Dc e più volte Ministro, nella seconda deputato dell'Ulivo, vice Presidente del
Consiglio
e Ministro della Difesa.
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50:02
Nel duemila e otto ha lasciato la politica attiva ed è stato eletto giudice della Corte Costituzionale.
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50:11
I suoi sette anni sono stati tra i più drammatici della storia repubblicana, segnati da interminabili crisi di Governo, quasi senza soluzione e dalla pandemia che ha sconvolto il Paese.
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50:24
Infine, nel febbraio duemila e ventuno il colpo di scena: dopo la caduta di Giuseppe Conte, Mattarella deve scegliere a chi affidare la guida di un Governo di unità nazionale, un
Governo
che affronti l'emergenza sanitaria ed economica.
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Sergio Mattarella
50:41
Avverto pertanto il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in
Parlamento
perché conferiscono la fiducia a un
Governo
di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica.
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50:57
Conto quindi di conferire al più presto un incarico per formare un
Governo,
che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili che ho ricordato.
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Marco Damilano
51:09
Sceglie un uomo sopra le parti: l'italiano considerato più autorevole dalla comunità internazionale: Mario Draghi.
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Mario Draghi
51:18
Nel ringraziare, ancora una volta, il Presidente della
Repubblica
per l'onore dell'incarico che mi è stato assegnato, vorrei dirvi che non vi è mai stato nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia.
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Marco Damilano
51:39
Ora il mandato di Mattarella sta per scadere, nel duemila e ventidue i grandi elettori torneranno a riunirsi.
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51:47
Ancora una volta le manovre, i giochi, le trattative e la difficoltà di trovare il nuovo Presidente.
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51:58
In caso di elezione, Mario Draghi sarebbe il primo Presidente del
Consiglio
a trasferirsi direttamente da
Palazzo Chigi
al
Quirinale
.
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52:09
Sarebbe una riforma costituzionale, di fatto, la nascita del semipresidenzialismo all'italiana. quel sistema che alcuni presidenti hanno sognato senza mai raggiungere l'obiettivo.
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52:22
Ma intanto, mentre state ascoltando questo podcast, la lista dei candidati e degli auto candidati è in continuo aggiornamento, è destinata ad allungarsi all'infinito,
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52:37
In settantacinque anni il ruolo del Presidente è diventato sempre più centrale, fino a trasformare l'inquilino del
Quirinale
in un monarca repubblicano, alla vigilia delle elezioni presidenziali del duemila ventidue, tra le più incerte della storia, il Presidente monarca è sempre più potente, sempre più popolare, sempre più solo
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53:01
Il Presidente è la risposta alla crisi della democrazia italiana, ma anche la sua massima espressione.
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53:11
La maledizione del Colle continua.
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53:16
Romanzo Quirinale è un podcast di Marco Damilano prodotto da Chora Media.
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53:21
Scritto con Tommaso De Lorenzis. Supervisione, suono e musica di Luca Micheli, post produzione e montaggio di Guido Bertolotti con Matteo Miavaldi, la cura editoriale è di Sabrina Tinelli con Alessia Rafanelli, il producer è Matteo Perkins.
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53:38
I fonici di Presa Diretta sono Michele Boreggi, Roberto Colella e Alessandro Romano, il fonico di studio è Jacopo Lattanzio.
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53:47
Si ringraziano Radio radicale, e Teche Rai e l'istituto Luce per i contributi di archivio.
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🇮🇹 Made with love & passion in Italy. 🌎 Enjoyed everywhere
Build n. 1.38.1
Silvio Berlusconi
Marco Damilano
Emilio Fede
Irene Pivetti
Mike Bongiorno
Umberto Bossi
Oscar Luigi Scalfaro
Carlo Azeglio Ciampi
Giorgio Napolitano
Claudio Petruccioli
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