Saturday, Mar 5, 2022 • 15min

Ep.7: Olga Korbut, la prima ginnasta bambina

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È stata la prima al mondo a eseguire un salto mortale all’indietro su una trave, nel 1972. Aveva solo 17 anni e pesava solo 38 chili. Dopo quel salto divenne all’improvviso una star, tanto che a Grodno, la sua città in Russia, dovettero assegnarle un impiegato delle poste tutto per lei, vista la mole di lettere di fans che riceveva. È stata la prima ginnasta teen ager: quattro anni dopo, alle Olimpiadi di Montreal, le pedane erano piene di bambine a cui hanno rubato la giovinezza
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Speakers
(1)
Angelo Carotenuto
Transcript
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Angelo Carotenuto
00:16
Ricordati di tenere la schiena dritta, il corpo deve restare perpendicolare al terreno, blocca lo sguardo, gli occhi alti davanti a te. Resta in punta di piedi, piega le ginocchia, fai oscillare le braccia all'indietro ma tese, tienile tese e adesso salta.
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00:38
Prendi lo slancio e salta più in alto che puoi, le mani puntale verso il soffitto, non piegarti, contrai gli addominali e quando sei a metà, quando sei sottosopra, con la coda dell'occhio sbircia dove dovrai atterrare. Devi girare la testa all'indietro, solo un po', per cercare il punto preciso.
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01:05
Stai cadendo da un metro e mezzo d'altezza, devi toccare il pavimento con energia, le gambe non devono cedere, c'è un trucco. Premile una contro l'altra e un'ultima cosa, alla fine sorridi, maledizione. Allarga queste braccia e sorridi!
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01:27
Venti comandi, una catena di imperativi, glieli hanno ripetuti allo sfinimento, l'hanno ammaestrata e allora lei va, tiene la schiena dritta, il corpo perpendicolare, blocca lo sguardo e tutto il resto, tutto! Dal primo al ventesimo gesto.
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01:48
E quando atterra, quando atterra e allarga le braccia, quando addirittura sorride, con le treccine bionde annodate da fili di lana rossa, è diventata la prima al mondo a eseguire un salto mortale all'indietro su una trave.
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02:10
Si chiama Olga, Olga Korbut e ha diciassette anni, una ragazzina.
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02:24
Io sono Angelo Carotenuto, ogni mattina curo la newsletter Lo slalom e questo è Rimbalzi, un podcast prodotto da Chora media.
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02:37
Non ci era mai stata prima di Olga Korbut una ginnasta così piccina, un metro e cinquantacinque, snella, trentotto chili, troppo snella, gracile, senza seno. Prima che alle Olimpiadi del mille novecento settantadue arrivasse lei a stupire il mondo, il corpo di una campionessa era diverso.
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02:59
Era quello di Vera Caslavska, la ceca che si allenava spalando carbone, trasportando sacchi di patate, usando un albero al posto della trave. Aveva vinto i suoi ori olimpici tra i ventidue e i ventisei anni. Oppure era il corpo di Larissa Latynina, addirittura trentenne alla fine del suo ciclo di successi, per impugnare le parallele si era fatta venire i calli sulle mani.
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03:26
Diciassette anni erano pochi per averne anche con Latynina per allenatrice. Olga Korbut era arrivata ai giochi in Germania per chiudere l'età delle campionesse donne e aprire l'età delle ginnaste bambine. Muoveva i suoi passi aggraziati lungo un confine tra lo stupore e il turbamento, era come un colpo furioso di vento che spalanca una porta, fa entrare dell'aria nuova, non spaventa.
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03:59
Una quindicina d'anni prima di lei un'altra ragazzina, venuta dalla
Russia
, aveva già spiazzato il mondo, di più! Lo aveva scandalizzato. Si chiamava Lolita, la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere al terzo contro i denti, come aveva scritto Vladimir Nabokov che l'aveva tirata fuori dalle sue fantasie.
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04:30
Olga era solo l'ultimo filo inconsapevole di una cosa nuova, l'affermazione definitiva del potere dell'adolescenza nella nuova società dei consumi. In cinque giorni, tra il ventisette e il trentuno agosto del mille novecento settantadue, riscrisse i canoni di uno sport e costruì un ponte verso gli eccessi che sarebbero arrivati.
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04:52
Si impose con una personalità che rompeva lo schema delle ragazze dell'est. Olga smentiva lo stereotipo dei robot, era scoppiata a piangere dopo due errori grossolani il primo giorno alle parallele nella gara a squadre, sembrò una creatura smarrita che chiedeva di essere amata.
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05:14
L'uccellino la chiamavano, ma l'uccellino sapeva volare e lo dimostrò con quel prodigio alla trave, poi con le esibizioni al corpo libero e di nuovo con un salto mortale all'indietro, alle parallele, nella gara individuale. Una stregoneria che non esisteva, le diedero il nome di Korbut flip, eseguito a velocità sensazionale, un movimento così spregiudicato da essere messo subito dopo l'uscita al bando, proibito, come era successo a Lolita.
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05:52
Era una contorsionista nell'aria, quando i giudici premiarono al suo posto la tedesca orientale Karin Janz, il pubblico della Sporthalle fischiò per sei minuti. Olga Korbut piaceva perché aggiungeva umanità alla tecnica, perché esultava alla fine dell'esercizio, sorrideva come le avevano comandato di fare, lanciava baci alla platea.
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06:19
Bart Conner, americano, disse: "Avevamo l'impressione che ogni atleta dell'Unione sovietica fosse una macchina priva di emozioni. Poi è arrivata lei, questa ragazzina vulnerabile e tutti volevano abbracciarla".
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06:37
Era venuta dal nulla per abbattere la quarta parete della ginnastica, all'improvviso Olga aveva reso glamour uno sport di pura meccanica e poi era in attesa, l'avevano tenuta nascosta. Sulla cartella stampa di presentazione delle atlete i dirigenti dell'Unione sovietica l'avevano descritta in quattro righe, senza fotografia, anonima.
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07:02
Doveva sorprendere e il piano riuscì, veniva da
Grodno,
Bielorussia
, dove viveva col papà ingegnere, la mamma cuoca, quattro fratelli. Parlava bene l'inglese, ma le avevano detto di fingere, fingere di non capirlo così le avrebbero messo un interprete di fianco. Si allenava tre ore al giorno, girava con un registratore con certe incisioni di Jazz e musica classica.
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07:32
I compagni di scuola le mandarono un telegramma "Brava Olga!", anche se ti hanno rubato la giovinezza. Un anno dopo prese a girare il mondo in tour, al termine di una esibizione ad
Atlanta
le fecero avere un biglietto. Ciao mi chiamo
Kyle Gib
, sono ammalato di cancro, sono innamorato di te, vorrei conoscerti e chiacchierare per qualche ora prima di morire. Olga si fece accompagnare, rimase in casa sua per tutto il pomeriggio.
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08:06
Al
Madison Square Garden
si presentarono un diciannovemila seicento novantaquattro per vederla, la folla più numerosa per un evento di ginnastica in Occidente con scene di idolatria tra il pubblico giovanile. Scrisse, il New York Times, che non si vedevano dai tempi di Judy Garland.
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08:28
A Washington andò sulla tomba di Kennedy, a
Indianapolis
in discoteca, a
New Orleans
a vedere una partita di football, a Orlando ospite di Disney World, ad Ann Arbor venne invitata con tutta la squadra a una festa birra e pizza ma solo gli uomini potevano bere.
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08:49
Richard Nixon disse che contro la Guerra Fredda aveva fatto più Olga Korbut di qualunque politico, dal negozio JC Penny di
Saint Louis
uscì dopo aver comprato un abito da sposa, era fidanzata con uno studente di
Mosca
. Si lasciarono.
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09:09
Venne pure a Milano, accompagnata dalla ballerina
Liliana Cosi
e posò per una scultura di Francesco Messina. Nella sua autobiografia del mille novecento novantadue My Story ha scritto "Di lunedì non ero nessuno, e il martedì ero una star".
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09:30
Riceveva un tale numero di lettere che a
Grodno
dovettero assegnarle un impiegato delle poste tutto per lei. Olga Korbut diventò più di se stessa, diventò un modello, uno schema da imitare, un fenomeno. Quattro anni dopo, alle Olimpiadi di
Montreal
, le pedane erano piene di ginnaste non più ragazzine, ma bambine.
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09:56
Tredici anni, quattordici, più erano acerbe e più erano spendibili al tavolo delle giurie dei voti, il femminismo militante iniziò a eccepire. Giulia Borgese sul Corriere Della Sera scrisse: "Sembra di essere a un mercato dove sono in vendita, invece delle noci di
Sorrento
o dei duroni di Modena, solo bambine prodigio di ogni parte del mondo".
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10:24
Mentre Natali Aspesi su Repubblica raccontava di queste atlete allevate in modo innaturale, minuscole, con i loro faccini pallidi e stanchi, invecchiati. Avremmo scoperto nel tempo le fabbriche dell'infantilismo, il progesterone somministrato per ritardare lo sviluppo e le mestruazioni, le diete carenti di grassi e carboidrati per frenare la crescita, pranzi fatti di yogurt e tre prugne secche.
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10:59
Sarebbe stata proprio una quattordicenne a battere Olga nel mille novecento settantasei, era
Nadja Comaneci
, la rumena che le avrebbe soffiato anche il ruolo di icona con il primo voto di dieci nella storia. "Nadja può sostituirmi come ginnasta" disse allora lei, "ma non mi sostituirà mai come Olga Korbut".
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11:24
La sotto alimentazione non era tutto, avremmo scoperto gli abusi degli allenatori, l'orco di Olga Korbut si chiamava Renald Knysh. Mi ha dato qualche sberla, dei pizzicotti, avevo sedici anni, era per spronarmi, mi sembrava normale spiegò lei una prima volta, ma qualche settimana dopo raccontò il resto.
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11:53
Una sera a Monaco lui era entrato in camera, le aveva detto che dovevano consumare l'atto finale per la preparazione, aveva una bottiglia di cognac in mano e il resto fa parte dei ricordi peggiori di Olga. Ci sono voluti ventisette anni per raccontarlo e molti meno per assolvere l'uomo, insufficienza di prove. Ma ce ne sono in abbondanza di prove oggi, per sapere che le ginnaste bambine non erano solo leggerezza.
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12:27
Olga Korbut ne è uscita sopraffatta, si è trasferita negli
Stati Uniti
dopo la tragedia di
Chernobyl
, non viveva molto lontano da lì. Preoccupata per gli effetti sulla salute dei bambini ha aperto una fondazione e una collaborazione con la Hutchinson Cancer Research Center di
Seattle
.
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12:46
Un giorno venne accusata di furto in un supermarket di North Cross vicino a
Duluth
in Georgia. Aveva cercato di portare fuori fichi, spezie, tè, formaggi, sciroppo per un importo di diciannove dollari e trentasei centesimi. Spiegò che aveva dimenticato il portafoglio in macchina, trovarono un accordo.
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13:11
La CIA intanto aveva avviato un'indagine su una contraffazione di denaro per trentamila dollari. Erano dentro la sua vecchia casa, venduta nel frattempo all'uomo che aveva sposato per la gioia dei fotografi e dei giornali rosa della nazione, Leonid Bortkevich, un cantante folk.
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13:34
Olga finì per spendere la sua gloria in un programma trash, Celebrity Boxing, dove la mandarono una sera sul ring a combattere con Darva Conger, una signora bionda che aveva vinto a un talent show un matrimonio con un miliardario, per poi scoprire che era stata tutta una truffa. Il tipo non era miliardario, non era ricco, era un attore fallito, uno squinternato.
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14:04
Tutte le medaglie olimpiche di Olga Korbut non sono più dentro casa, le ha vendute per pagarsi i debiti ma nessuno, nessuno potrà toglierle quel salto mortale all'indietro sulla trave.
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14:20
Ricordati di tenere la schiena dritta, il corpo deve restare perpendicolare al terreno, blocca lo sguardo, gli occhi alti davanti a te. Solo vent'anni dopo l'ha rivisto in tv per la prima volta appena arrivata in
America,
un replay con la telecronaca della
ABC
, disse che finalmente aveva capito perché il mondo l'aveva adorata e come quel fanatismo fosse diventato nel tempo un peso.
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14:57
Olga Korbut è stata un lampo, un lampo durato quattro anni in tutto, fino all'arrivo di Nadia Comaneci. Ma dove sarebbe stata Nadja? Dove sarebbero state tutte le ginnaste bambine senza di lei?
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15:16
Rimbalzi è un podcast di Angelo Carotenuto prodotto da Chora Media, la cura editoriale è di Francesca Milano, la producer è Monica De Benedictis, la post-produzione e il sound design sono di Daniele Marinelli, la supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli.
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