Saturday, Feb 26, 2022 • 14min

Ep.6: È stata la mano di Dino

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Ci sono parate che sono come gol. Ma quella parata contro il Brasile, nel 1982, non sarebbe mai esistita, se prima non ci fossero state quelle con nonna Adelaide, che lanciava le prugne al piccolo Dino, vestito con una canottiera bianca di cotone e un numero 1 ricamato dietro la schiena. La sua carriera da portiere è iniziata così, a Mariano del Friuli. Da lì, Dino Zoff è arrivato a vincere tutto e a giocare in squadra con i più grandi, anche con il presidente Pertini, a scopone.
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Talking about
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Speakers
(2)
Angelo Carotenuto
Enrico Ameri
Transcript
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Angelo Carotenuto
00:19
Certe volte quando scende la sera e fa buio e fa silenzio, quando questo signore con le mani grandi sente la mancanza di Paolo, la mancanza di Gaetano, allora si incammina verso la libreria di casa e sfila sempre lo stesso volume, lo apre e legge le pagine che parlano di campi lontani, di canti freschi, di antichi ragazzetti in mezzo alle morte prodaie.
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00:50
Sono le rime in cui non smettono di essere vivi i vecchi sterpi e il fumo che vola oscuro, i balconi dei borghi, le fontane. Le fontane che dicono: non c'è acqua più fresca che quella del mio paese. Sono le rime in cui non si spegne il fuoco che profuma, il fuoco dinanzi al quale si può desiderare di essere il vento che muore nelle strade attraversate un giorno da bambino.
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01:18
Quando scende la malinconia col buio questo pezzo del suo Friuli gli sembra meno lontano. Le poesie in dialetto di
Pier Paolo Pasolini
sanno restituirglielo uguale al ricordo, come se gli tornasse ogni sera accanto.
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01:36
Questo signore con le mani grandi un tempo faceva il calciatore, andava in porta e conserva anche nel cognome il suono della profondità, tipo un sasso che cade nell'acqua. Questo signore con le mani grandi si chiama
Dino Zoff
.
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02:00
Io sono Angelo Carotenuto, ogni mattina curo la newsletter Lo slalom e questo è Rimbalzi, un podcast prodotto da Chora Media.
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Enrico Ameri
02:12
Punizione in favore del Brasile, Eder, ha parato Zoff! Il colpo di testa parato sulla linea, il colpo di testa pericolosissimo, il colpo di testa è di Leandro, parato nettamente.
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Angelo Carotenuto
02:34
Se c'è una parata di Zoff da conservare in un museo è questa,
Barcellona,
stadio Sarrià, Mondiali di calcio mille novecento ottantadue, ultima azione di Italia-Brasile, tre a due per noi, tre gol di Paolo Rossi. Se
L'Italia
resiste va in semifinale, se il
Brasile
pareggia si torna a casa.
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02:59
Nessuno aveva mai visto Zoff scolpito in un gesto estremo da portiere show, ha costruito tutta la carriera sull'esattezza, sulla geometrica scansione dello spazio e una lettura quasi scientifica del gioco, per cui si trovava sempre nel punto esatto dove sarebbe arrivato il pallone. Senza voli, senza tuffi, senza miracoli.
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03:25
Lui dice che di miracoli ne hanno fatti pochi perfino i santi, ha attraversato un'età del calcio nella quale i portieri avevano soprannomi da felini, il gatto, il giaguaro, la tigre oppure da essere irragionevoli, il loco, il kamikaze. A lui un soprannome non l'hanno dato mai, eh però a
Barcellona
sì, a
Barcellona
fu un miracolo anzi di più, fu come un gol, fu il gol di Zoff a quel mondiale. Se non avesse catturato quella palla tenendola sulla linea, se come accade nel film La vita è meravigliosa dovessimo riscrivere gli eventi successivi, senza di lui non sarebbe mai esistito il riscatto di
Paolo Rossi
, né l'urlo di
Marco Tardelli
.
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04:16
Non ci sarebbe stato Sandro Pertini in tribuna al
Bernabeu
ad agitare le mani in aria a dire "Non ci prendono più". Non ci sarebbe stata la partita a carte sull'aereo del
Quirinale
con il presidente della
Repubblica
Franco Causio
e il commissario tecnico
Enzo Bearzot
, friulano antidivo come lui, non ci sarebbe stato il francobollo disegnato da Guttuso con le mani di Dino che alzano la coppa.
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04:49
Un portiere lo sa, la folla vuole il gol, lui è solo un guastafeste, il nemico del momento più atteso, l'unico che non può desiderarlo e in definitiva è un uomo solo contro i desideri della massa, il bastian contrario seduto dalla parte del torto. É il ruolo più letterario, più descritto, più cantato! Il portiere è quello che su e giù cammina come sentinella nella poesia di Saba, quello che diventa romanzo di
Peter Handke
o un film d'autore di Wim Wenders.
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05:29
Non ha la vita del mediano di Ligabue, non ha le spalle strette di Nino che non deve avere paura di tirare un calcio di rigore, al massimo nella canzone di De Gregori è quello che è un gol: il portiere lo fece passare. Il portiere è quello che in strada mandavano in porta perché era il più scarso, a meno che non fosse il proprietario del pallone; il portiere è quello che nessuno va ad abbracciare, amare un portiere è scegliere di stare all'opposizione. Ha la maglia di un colore diverso dagli altri, mette i guanti, sta lontano.
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06:11
Cesare Pavese ha scritto che il mestiere del portiere sviluppa le attitudini meditative, si vede il mondo arrabattarsi davanti e si fa niente. Qualche volta ti para un colpo dell'avversa fortuna.
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06:28
Giocava in porta José Saramago, giocava in porta
Albert Camus
perché aveva un solo paio di scarpe e si sarebbero consumate di meno, erano portieri Vladimir Nabokov e Che Guevara.
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06:45
Zoff lo sarebbe diventato senza un perché, Mariano Del Friuli era il posto dove si facevano le seggiole e il piccolo Dino entrava nelle falegnamerie a misurarsi, a mettere segni con le matite contro le staccionate, per sperare di vedersi cresciuto ogni giorno un pochino oltre le tacche, solo che di crescere non se ne parlava mai.
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07:12
Mamma e papà Anna e Mario agricoltori non erano tipi da perdersi in troppe smancerie. Mario aveva combattuto in
Abissinia
, in
Albania
, in
Jugoslavia
. Dopo l'armistizio dell'otto settembre mille novecento quarantatr era finito in un campo di lavoro in Germania, aveva conosciuto la guerra e ai figli predicava la calma, la calma prima della pace.
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07:40
L'unica volta che ha sgridato Dino fu quando lo trovò che sparava a una tortora con un fucile a piombini, leggeva l'Unità e Famiglia cristiana. Nella terra di casa gli Zoff coltivavano il granturco e il frumento, patate, girasoli, soprattutto prugne.
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08:00
La parata contro il
Brasile
non sarebbe mai esistita se prima non ci fossero state quelle con nonna Adelaide, nata austriaca, aveva in salotto il ritratto dell'imperatore asburgico Francesco Giuseppe. Era lei che lanciava le prugne appunto al piccolo Dino, vestito con una canottiera bianca di cotone e un numero uno ricamato dietro la schiena, e poiché la nonna aveva una regola, il cibo non si spreca, Dino quelle prugne le doveva parare. Quando lo mettevano in porta con il vestito buono della domenica, e lui si tuffava lo stesso nel fango, al paese lo prendevano per matto.
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08:48
Il campo sportivo di Mariano Del Friuli lo chiamavano GIAC, Gioventù italiana associazione cattolica. Il terreno era di proprietà della diocesi, e al Comune lo aveva regalato un prete, Don Platt, mentre la mamma aveva regalato a Dino una collanina con un ciondolo della Madonna, proprio quella che si intravede sotto la maglia della
Nazionale
nelle immagini dei Mondiali in
Spagna
.
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09:18
Quando a quattordici anni lo prese finalmente la Marianese era alto solo un metro e sessanta, la nonna lo riempiva di zabaione, in alternativa c'era la frittata. Ha avuto ragione lei, ha tirato su un tipo da sei scudetti e centododici presenze in
Nazionale
, un Europeo vinto oltre al Mondiale, una Coppa Uefa, due finali giocate in Coppa dei Campioni.
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09:43
Eppure alla prima partita in Serie A Zoff prese cinque gol a Firenze, cinque errori suoi. Qualche sera dopo andò al cinema, dove a quel tempo, prima degli spettacoli, proiettavano le notizie della Settimana INCOM e li rivide tutti i gol e tutte le papere una in fila all'altra, si nascose in una poltrona e di vedere il film gli passò la voglia.
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10:12
A Udine lo chiamavano Suf che è una minestra povera, di latte e farina di polenta, anche i miti non si riconoscono sempre in partenza. Suf a lui, a lui che sarebbe stato ospitato sotto una tenda da Gheddafi, lui che avrebbe incontrato Papa Wojtyla e si sarebbe sentito dire: "Sa noi due siamo colleghi anch'io giocavo in porta da ragazzo".
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10:42
Lo scrittore Mario Soldati ha detto una volta che Zoff è un eroe dell'Ottocento, di quelli che non esistono più. Fantozzi invece raccolse la voce che
l'Italia
stesse battendo venti a zero l'inghilterra e che avesse segnato anche lui, Zoff, di testa su calcio d'angolo.
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11:13
La sera che
L'Italia
vinse il mondiale gli altri andarono a ballare, a Dino sembrò che in quel modo nella confusione avrebbe sciupato tutto, avrebbe consumato nel mucchio e nel sudore un momento intimo, un pretesto per godere invece del silenzio e il silenzio amato lo assaporò per intero, restando in camera a fumare una sigaretta con Scirea, il suo Gaetano, l'amico con il quale capirsi senza parole, un gemello nella maniera di vivere il calcio in punta di piedi.
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11:52
Gaetano è il suo rimorso, lo volle vice allenatore alla
Juventus
e lo mandò in
Polonia
a osservare i prossimi avversari, non tornò più.
Marco Tardelli
chiamava la stanza d'albergo di Zoff e di Scirea, la mia Svizzera, per il senso di pace che potevi trovarci dentro.
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12:18
Zoff dice di aver imparato la dignità che serve per vivere a testa alta da suo padre e da
Enzo Bearzot
la ricerca del giusto, la limpidezza, l'onestà di fondo. Lasciò la panchina della
Nazionale
quando Berlusconi lo definì indegno, aveva perso la finale agli Europei e veniva incolpato di non aver fatto marcare Zidane da Gattuso.
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12:43
Indegno a lui che sentiva di avere sul petto più croci di qualunque generale, lui che si era sentito dare del miope e del vecchio ai Mondiali del mille novecento settantotto, per farsi poi trovare là dove doveva quattro anni dopo, sulla linea di gesso, a prendere quel colpo di testa del
Brasile
, senza gridare, senza far rumore, senza alzare troppa polvere, è stata la mano di Dino.
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13:18
Una volta Zoff ha detto che la vita è una parabola che segue lo stesso schema del giorno e della notte e quando arriva il tramonto non è che puoi lamentarti, non puoi pensare che ti mancherà il sole. Meglio sfilare quel libro di Pasolini dallo scaffale e ritrovarci dentro le fontane, il vento, i balconi, il suo paese. Non c'è un modo migliore di passare il tempo quando fa buio e arriva la sera.
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Angelo Carotenuto
Enrico Ameri
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