Saturday, Feb 19, 2022 • 14min

Ep.5: Wilt Chamberlain, i 100 punti e il tiro della nonna

Play Episode
Si chiamano “tiri liberi” e lui quella libertà se la prese tutta. Wilt Chamberlain è l’uomo che ha cambiato il basket, rovesciando le regole e anche il modo di mettere la palla nel canestro. Tutti a tirare con le braccia verso l’alto e lui invece no. Lui metteva la palla sotto le ginocchia e… hop…la tirava su. Gli americani lo chiamarono "il tiro della nonna" e lui lo fece diventare il suo marchio di fabbrica. Un marchio che divenne famoso quando, il 2 marzo del 1962 Wilt segnò 100 punti in una partita sola.
Read more
Talking about
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Speakers
(1)
Angelo Carotenuto
Transcript
Verified
Angelo Carotenuto
00:19
Hai tra le mani una palla arancione, circonferenza una settantina di centimetri. Il gioco consiste nel tirarla lassù a tre metri d'altezza, metterla dentro un anello di ferro del diametro di quarantacinque centimetri e farla passare attraverso una retina dalla corda bianca.
Share
00:40
Sei a cinque metri di distanza, dentro uno spazio che per la sua forma chiamano lunetta, senza avversari addosso, senza che nessuno ti disturbi. Il modo più facile per fare canestro, così dicono, gli altri.
Share
00:60
In genere si concentrano, palleggiano due tre volte, sollevano la testa e lo sguardo, tengono i piedi con le punte in avanti, aperti, tra l'uno e l'altro la stessa larghezza delle spalle, piegano leggermente le ginocchia, sollevano le braccia, prendono la mira, fanno scattare il polso in avanti per dare forza alla palla e con i polpastrelli la rilasciano nell'aria, restando con la mano sospesa nel vuoto per un secondo o due, come se stessero cercando di rubare una caramella da un vasetto di vetro.
Share
01:39
Accidenti, a loro riesce sempre, quasi sempre, a te no, a te quasi mai. Eppure sei
Wilt Chamberlain,
l'uomo che ha cambiato il basket, e allora pensi che ci deve essere un modo se anche i bambini sanno fare centro; i bambini, ecco la soluzione, tirare come uno di quei maledetti mocciosi.
Share
02:08
Allora ti piazzi con le gambe larghe, afferri la palla con tutte e due le mani, te la porti sotto le ginocchia e la tiri da laggiù, dal basso, senza troppa meccanica, senza troppa grazia, senza badare allo stile.
Share
02:29
Funziona, adesso funziona. La palla va dentro come agli altri, anche se la gente ride chi se ne frega, del resto com'è che lo chiamano: tiro libero. E tu, quella libertà, te la sei presa tutta tirando come un bambino, anche se sei
Wilt Chamberlain
, il più grande.
Share
03:02
Io sono Angelo Carotenuto, ogni mattina curo la newsletter Lo slalom e questo è Rimbalzi, un podcast prodotto da Chora Media.
Share
03:16
Giocatori alti come lui sopra i due metri ce n'erano già stati, anche di fisicamente dominanti, ma nessuno prima di Chamberlain si muoveva come un ballerino. Wilt era un cigno nel corpo di una giraffa, veniva dall'atletica, aveva affinato coordinazione e controllo del corpo con il salto in alto, il getto del peso, la corsa sui quattrocento metri, non per nulla detta il giro della morte.
Share
03:45
Insegna lungo un giro completo di pista a gestire le proprie energie, a non spremersi per intero e subito, a tenersi qualcosa nel serbatoio. È un laboratorio di gesti esatti, ma cos'è un gesto esatto?
Share
04:01
Veniva da domandarsi ogni volta che a Chamberlain toccava un tiro libero, e gli toccava spesso, perché per fermarlo non c'era scelta diversa da un intervento irregolare, fargli fallo. Aveva trovato la sua risposta e la sua misura in quella maniera bizzarra di lanciare la palla.
Share
04:21
Ingegneri meccanici di tutto il mondo di ogni tempo si sono affannati a spiegare che si in fondo conviene, ma gli americani lo chiamano "granny style", il tiro della nonna. Una soluzione fuori dai canoni, senza ortodossia, e devi avere una buona dose di personalità per associare la tua faccia da campione a una tecnica così poco rispettabile, con un nome che rasenta la derisione.
Share
04:52
Non è che Wilt fosse spaventato, in generale, dall'idea di uscire dagli schemi. Gli piaceva per esempio spacconeggiare sul numero delle donne con cui aveva trascorso una notte, ventimila diceva, e gli piaceva raccontare di aver perso la verginità a cinque anni.
Share
05:10
Quando
Mohammed Ali
era al massimo della fama, Chamberlain se ne andava in giro a dire che lo avrebbe sfidato, voleva battersi con lui, i guantoni da boxe se li portava sempre dietro. Un giorno uno steward, a bordo di un aereo, li vide spuntare da una borsa e gli chiese se allora fosse davvero intenzionato a fare quella cosa, a salire sul ring contro Ali. Questo lo guardò, lo tirò a sé, gli fece l'occhiolino e disse: "Pubblicità! Capisci?".
Share
05:44
Era alto due metri e diciotto, una volta schiacciò così forte che la palla, cadendo, fratturò un piede a un altro giocatore in campo. Nel corpo a corpo poteva spostare gli altri giganti in area con una mano sola, oppure prendere qualcuno per la canottiera e sollevarlo, così come aveva fatto con un compagno degli
Harlem Globetrotters
, la squadra che girava e gira ancora il mondo, non per vincere ma per divertire con le loro partite show, nelle quali ogni momento deve strabiliare e quello, quello che nasconde la palla e schiaccia quando vuole si metteva a tirare come la nonna. Proprio lui
Wilt, l'omone
che aveva osato sfidare il campione del mondo dei pesi massimi a una gara di flessioni.
Share
06:35
Floyd Patterson
, il pugile, si era fermato a centocinquantaotto, lui era andato avanti fino a duecento e poi si rialzò per non esagerare. Esagerò senza alcuna intenzione di fermarsi, la sera del due marzo del mille novecento sessantadue, la sera in cui segnò cento punti in una partita sola.
Share
06:59
Una delle esibizioni più famose nella storia della pallacanestro, così leggendaria da spingere Chamberlain a dire di averla affrontata dopo aver trascorso la notte con una ragazza conosciuta al bar, così leggendaria che un sacco di gente voleva raccontare di essere stata là.
Share
07:17
Io c'ero al
Madison Square Garden
di
New York
, solo che la partita si giocò da un'altra parte, alla
Hershey Arena
di
Philadelphia
, lo stadio dell'hockey da ottomila posti e per giunta pure vuoto per metà, perché quella partita contro i Knicks non è che fosse poi la più attesa dell'anno. Non esistono riprese, solo la voce di un radiocronista e la registrazione del terzo periodo della partita.
Share
07:45
Così intorno a quei cento punti sono fiorite un mucchio di leggende, raccontano che dopo la sua seratina, Chamberlain prese un treno da
New York
per tornare a casa a
Philadelphia
, dove arrivò al mattino presto senza aver dormito, scartò l'idea di gettarsi sul letto e se ne andò prima a pranzare poi nella sala giochi dell'albergo dove, per rendere affascinante quello che sarebbe accaduto dopo, si tramanda che Wilt avesse vinto tutte le partite di freccette giocate, avesse messo in buca tutte le palle da biliardo tirate e avesse pure vinto cinque partite gratis a flipper. Insomma, una di quelle sere in cui non ti ferma proprio nessuno.
Share
08:57
Ma non era pubblicità stavolta, segnò ventitre punti nel primo periodo, era arrivato a quarantuno all'intervallo, a sessantanove nel terzo periodo. Uno dei difensori che lo marcava, senza tenerlo, a un certo punto si voltò disperato verso l'arbitro che gli fischiava un fallo dietro l'altro "Bravo! Bravo! Fischia, fargliene fare cento!".
Share
09:22
Cento, preciso. Cento punti tutti insieme in una partita sola non erano stati segnati mai, prima di lui. Wilt li fece e soprattutto ne fece ventotto dalla lunetta, esatto, con il tiro della nonna, ventotto dentro e soltanto quattro fuori, a otto minuti dalla fine gliene mancavano una dozzina. Il pubblico iniziò a gridare "Dategli la palla! Date la palla a Wilt!".
Share
09:54
Lo speaker al palazzo smise di dare il punteggio della partita e tenne il conto solo dei punti suoi, a cento arrivò quando mancavano trenta secondi alla fine, una schiacciata si dice.
Share
10:08
É arrivata fino a noi solo una foto di quella sera; la scattò Paul Vathis, figlio di immigrati greci in
Pennsylvania,
reporter per la
Associated Press
. Era pure lui in discreta forma in quel mille novecento sessantadue, aveva preso di spalle
John Fitzgerald Kennedy
e l'ex presidente
Dwight Eisenhower
, mentre camminavano a
Camp David
fianco a fianco, ricurvi, uno con le mani dietro la schiena. Serious Steps, passi pensierosi, si chiama così quella foto e gli diedero il Pulitzer.
Share
10:47
Ma la sera dei cento punti di
Wilt Chamberlain
, Vathis aveva preso un giorno di ferie per portare suo figlio al palazzetto, e quelli dell'ufficio comunicazione dei Philadelphia Warriors furono svegli, andarono a prenderlo sugli spalti, lo trascinarono sul parquet e misero tra le mani del Campione un foglio bianco con la scritta "Cento", a lui ordinarono "Sorridi!", al fotografo dissero "Dai scatta".
Share
11:16
Negli ultimi trenta secondi della partita Chamberlain avrebbe potuto segnare ancora, si trovò davanti al canestro e si voltò dall'altra parte. Allora qualcuno gli chiese: "Ehi Wilt alla fine perché ti sei fermato?", e Wilt sorrise, scosse la testa, doveva sempre spiegare tutto, "Perché cento è più bello di centodue, no?".
Share
11:42
Poi venne il momento in cui quel record, quella foto, gli parvero poco, gli parvero una riduzione della sua grandezza, non gli piaceva essere ricordato come quello dei cento punti. I record di Chamberlain nella storia della
Nba
sono settantadue, compreso quello del maggior numero di rimbalzi in una partita, cinquanta cinque, stabilito nel mille novecento sessanta contro
Boston
, dove per
Boston
si intende
Bill Russell
, il suo più grande rivale, l'uomo che nel dualismo si era preso la parte del buono, lasciando a lui il ruolo del cattivo.
Share
12:21
Wilt passava per un egoista, non era vero, non era del tutto vero. Diventò il numero uno negli assist quando la squadra gli chiese di passare più spesso la palla. Diventò un difensore implacabile quando gli dissero di marcare di più, con Wilt la questione era chiedere, tu chiedevi e lui eseguiva.
Share
12:45
Venne anche il giorno in cui di tirare come la nonna non ne poté più. "Mi sentivo stupido" spiegò. Ricominciò allora a usare lo stile di tutti, lo schema base, il catalogo, e riprese a sbagliare. Cinquemila ottocento cinque errori sono stati contati alla fine della sua carriera.
Share
13:10
Quando in NBA arrivò da
Miami
il biondo
Rick Perry,
si mise a copiare quel tiro sghembo, senza abbandonarlo mai; segnava ottantanove volte su cento e ne fece una specie di bandiera dell'anticonformismo. Così a molti parve giusto criticare Chamberlain, tornato con il suo gesto per bene dentro la convenzione, ma Wilt portando le spalle al tiro della nonna, aveva accettato una eresia perfino più grande dell'originalità, aveva accettato di essere imperfetto, di sbagliare. Aveva accettato di fallire un tiro libero, di nuovo, ma libero davvero.
Share
Add podcast
🇮🇹 Made with love & passion in Italy. 🌎 Enjoyed everywhere
Build n. 1.38.1
Angelo Carotenuto
BETA
Sign in
🌎