Saturday, Aug 6, 2022 • 11min

Ep.29 - Lizzie Murphy e la parità nel baseball

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Lizzie Murphy aveva un sogno: giocare a baseball contro gli uomini in Major League. Aveva iniziato in prima base con un paio di squadre locali, i Warren Silk Hats e il Warren Baseball Club. Il 14 agosto del 1922 la squadra di Lizzie fu invitata per un’esibizione contro i Boston Red Sox. Una donna contro una formazione di Major League. Era il sogno che si avverava, ed era una barriera abbattuta per la parità tra uomini e donne.
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Talking about
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Speakers
(1)
Angelo Carotenuto
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Angelo Carotenuto
00:11
C'è sempre qualcosa che non ci lasciano fare. C'è sempre qualcuno che la trova inaudita, fuori da ogni orizzonte concepibile, nessuno l'ha mai fatta prima.
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00:24
Pierre De Coubertin
non voleva che le donne partecipassero alle Olimpiadi. Perché? Perché la tradizione, le abitudini, l'antica
Grecia
, eccetera, eccetera, eccetera.
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00:36
Le compagnie di volo non accettavano domande di ammissione al corso piloti firmate da un nome femminile. Perché? Eh perché? Perché la tradizione, le abitudini e chi l'ha vista mai una donna al comando di un aereo.
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00:50
Ecco la stessa cosa dissero a Lizzie. Non si poteva proprio. Ci dispiace, ma una femminuccia non gioca a baseball insieme con i maschietti, eh!
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01:02
Ne aveva mai vista una? No.
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01:05
E se non c'era mai stata, allora come poteva essercene una? E poi sei troppo piccola. Su, andiamo.
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01:15
C'è sempre qualcosa che non ci lasciano fare, fino a quando non arriva una persona che quel limite non lo vede e il giorno dopo non esiste più.
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01:25
"Ah, certo, capisco" rispose Lizzie Murphy, confidando che nessuno sentisse il rumore dei suoi pensieri in azione.
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01:36
L'unica cosa che davvero non si poteva fare, era dirle di no, ma loro là intorno ancora non lo sapevano. Lasciate almeno che vi porti le borse, le borse con le mazze, le palle, tutto il resto, lo faccio io.
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01:52
E mentre se le caricava in spalla, mentre iniziò a muovere un passo dietro l'altro in direzione del campo d'allenamento, senza che nessuno potesse leggere che cosa stava scritto dentro l'invisibile nuvola del fumetto sulla sua testa, Lizzie Murphy pensò: "datele a me, datemi le borse, le mazze e tutto il resto e poi vediamo se davvero riuscite a non farmi giocare".
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02:26
Io sono Angelo Carotenuto. Ogni mattina curo la newsletter Lo Slalom e questo è Rimbalzi, un podcast prodotto da Chora Media.
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02:39
È iniziata così la carriera della prima donna che sia mai riuscita a giocare a baseball contro una squadra della
Major League
.
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02:48
Di lei sappiamo che era nata nello stesso anno in cui cominciarono a vendere quella famosa bevanda scura, gasata dentro bottiglie di vetro, il mille otto cento novanta quattro, forse era nata nel Rhode Island, qualcun altro dice in
Canada
suo padre era un artigiano, un giocatore di baseball semi-professionista.
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03:10
Era facile allora soffiargli sotto il naso l'attrezzatura e uscire di casa, uscire e stupire, perché Lìzzie stupiva in quasi tutto ciò che faceva: il nuoto, la corsa, il pattinaggio e come avevano imparato i ragazzi in zona, nella città di
Warren
, non c'era verso di fermarla.
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03:33
Come molte ragazze della sua epoca, Lizzie aveva lasciato la scuola all'età di dodici anni.
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03:40
Era andata a lavorare come filatrice in un lanificio al Parker Hullen Meal
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03:47
L'America
era nel pieno del dibattito sui nuovi diritti delle donne, sul suffragio universale, sulle riforme dell'industria dell'economia.
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03:57
Le leggi antitrust si proponevano di promuovere la parità di concorrenza tra le imprese, ma Lizzie cercava un'altra parità.
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04:07
Il baseball veniva giocato in alcuni college femminili di
New York
e del
New England
già a metà del diciannovesimo secolo.
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04:15
Philadelphia
aveva dal mille otto cento sessanta sette una squadra femminile, solo afro americana, ma restavano un'anomalia, restavano donne che facevano cose da maschi.
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04:28
Fino all'inizio degli anni novanta dell'otto cento, fino a quando non iniziò a diffondersi la bicicletta, tutte le donne che volevano fare attività fisica erano generalmente scoraggiate. Il baseball fu la prima delle eccezioni.
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04:43
Le Boston Bloomer Girls divennero un piccolo fenomeno, prendevano il nome dai pantaloni che le ragazze avevano iniziato a indossare, al posto delle gonne lunghe, ma nella Grande America c'erano pure città in cui le autorità locali vietavano la nascita di un abominio simile.
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05:05
La lanciatrice Maud Nelson raccoglieva elogi sui giornali per il suo tiro curvo della palla, per la raffinatezza dei suoi gesti.
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05:15
Nei primi anni del nove cento alle bostoniane in tournée aggiunsero qualche giocatore uomo, ma il punto era un altro, non era quello che voleva Lizzy.
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05:27
Lei non desiderava qualche uomo che giocasse tra le donne. Lei voleva essere la donna che giocava contro gli uomini.
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05:37
Aveva iniziato in prima base con un paio di squadre locali, i Warren Silk Hats e i Warren Baseball Club, fino a essere presentata come un'attrazione.
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05:50
Tra un inning e un altro la squadra passava con un cappello tra la folla e raccoglieva delle donazioni. La cifra veniva poi divisa dentro lo spogliatoio.
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06:02
Raccontano che dopo la prima partita Lizzie si trovò tagliata fuori dalla spartizione e fece finta di niente. Ma non al successivo weekend, quando il manager sparse la voce che avrebbe portato una ragazza, una giocatrice di baseball, a Newport.
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06:20
Eh Beh, se le cose stavano così, l'ex bambina a cui non si poteva dire di no, lo sapeva come regolarsi.
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06:29
Poco prima di cominciare si piantò davanti a lui e disse più o meno: "niente paga, niente Lizzie" e funzionò. Non solo le diedero la sua parte, ma pure un bonus per ogni occasione in cui si faceva valere.
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06:44
Salì di livello, all'età di diciassette anni, eh, non c'erano più dubbi sul fatto che per averla in squadra, eh, bisognasse pagarla.
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06:53
Quando firmò per i semi professionisti dei Providence Indipendence, i giornali raccontavano che i suoi guadagni di trecento dollari a settimana erano superiori a quelli di molti uomini.
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07:04
Con i Traveling Gold Stars di Ed Car entrò a far parte di una squadra che arrivava a giocare fino a cento esibizioni all'anno, e nell'intervallo si era abituata a salire personalmente in tribuna per vendere delle sue fotografie. Portava i capelli rossi avvolti sotto il berretto.
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07:23
Aveva il nome scritto grande sul davanti, sul retro della maglia, così che la folla potesse individuarla più facilmente e la chiamavano Spike Murphy, dal nome dei tacchetti sotto le scarpe. Lei se ne era data una più ambizioso The Queen, io sono la regina del baseball.
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07:47
E poi venne il momento il giorno desiderato, il quattordici agosto del mille nove cento venti due, la squadra di Lizzie fu invitata per un'esibizione contro i
Boston Red Sox
, una donna contro una formazione di
Major League
, una partita al Fenway Park per raccogliere fondi da destinare alla famiglia di Tommy McCarthy gloria di fine Ottocento, morto da poco, nel dopoguerra poi accolto nella hall of fame.
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08:16
Lizzie Murphy entrò in gioco in mezzo a molti applausi e qualche fischio, andò a mettersi in prima base, non ebbe l'occasione di battere, ma aveva rotto una barriera nello sport americano per eccellenza, quello che con le sue regole e il suo simbolismo parla di frontiere attraversate e di spazi da conquistare.
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08:38
Lo scrittore
Chad Harbach
una volta ha detto che il baseball rappresenta l'anima riflessiva,
dell'America,
affascina i narratori, perché la storia del gioco si intreccia ripetutamente con la storia del paese, sin dai tempi della guerra civile.
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08:55
In pochi sport come nel baseball, si trovano vicende di razzismo, segregazione, integrazione.
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09:02
Il baseball ha avuto per esempio le
Negro League,
esattamente così con questo nome, così figlio del suo tempo dalla fine dell'ottocento fino al mille nove cento sessanta sei.
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09:14
Erano campionati in cui le squadre venivano formate esclusivamente, o in ampia prevalenza, da giocatori afroamericani. Segregazione.
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09:25
Lizzie giocò anche là. Raccontano che una sera abbia sfidato il temibile Satchel Paige, uno dei lanciatori più forti, e che abbia battuto una palla conquistando una base.
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09:36
Parve un evento così smodato che a fine partita domandarono a Paige se l'avesse fatto apposta, sì insomma, se avesse tirato in modo più dolce per essere gentile con una donna, trattata come un uomo, disse quello, scrivendo così il saggio più involontario e profondo sull'eguaglianza negli anni trenta del Novecento.
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10:02
Lizzie lasciò nel mille nove cento trentacinque, si stabilì di nuovo a Warren e tornò nei lanifici di una volta, si sposò.
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10:11
Disse che in fondo, bho, lei nemmeno lo sapeva che cos'è che del baseball le fosse piaciuto così a lungo e quando rimase vedova cambiò occupazione, usciva in barca a pescare ostriche.
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10:27
La prima volta l'avevano respinta. Le avevano detto che no, era un lavoro per uomini, senza sapere che solo una cosa per Lizzie Marphy non si poteva fare: dirle di no.
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10:52
Rimbalzi è un podcast di Angelo Carotenuto prodotto da Chora Media.
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