Saturday, Jul 16, 2022 • 13min

Ep.26 - L’urlo più famoso del cinema è di un nuotatore

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Il cinema non era più muto da soli cinque anni quando Johnny scoprì che la sceneggiatura del film in cui doveva recitare prevedeva un urlo che nessuno avrebbe più dimenticato. Ma prima di diventare Tarzan, Johnny Weissmuller era stato il primo uomo nella storia sotto la barriera del minuto nei 100 metri stile libero, la sua specialità.
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Talking about
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(1)
Angelo Carotenuto
Transcript
Verified
00:07
Chora.
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Angelo Carotenuto
00:13
Quando Johnny lesse sulla sceneggiatura, che avrebbe dovuto lanciare un grido, il cinema era diventato sonoro da cinque anni, tutti i Tarzan precedenti erano rimasti in silenzio e l'urlo della giungla andava inventato.
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00:29
Fino a quel momento ne avevano usato uno, come si faceva all'epoca, con la musica e con un cartello che lo annunciava, faceva più o meno così
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00:41
Iaaa iaaaa iaaa!
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Angelo Carotenuto
00:47
E onestamente non era niente di speciale.
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00:51
Johnny si ricordò allora di certi vicini di casa tedeschi che aveva avuto a
Chicago
, dove con la famiglia si erano trasferiti quando lui era un bambino.
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01:01
Erano arrivati via nave da Freidorf, che oggi è in
Romania
, ma che a inizio Novecento apparteneva all'impero austro-ungarico.
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01:10
Papà Pater e mamma Elisabeth gli avevano dato per nome Janos e in
America
era più semplice per tutti Johnny, almeno compensava la difficoltà del cognome.
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01:25
Si ricordò di quei vicini che cantavano lo yodel e provò, provò una sequenza di modulazioni diverse, ma senza immaginare che sarebbe diventato il suono più famoso nella storia del cinema.
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01:41
Così famoso che alla Metro-Goldwyn-Mayer raccontavano di averlo creato in laboratorio, mescolando alla voce originale di Johnny l'ululato di una iena riprodotto al contrario.
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01:54
Una nota d'opera di un soprano a una velocità mutata, il ringhio di un cane, il lamento di un cammello, la nota sol di un violino piegato.
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02:09
Qualcun'altro diceva che era stato ingaggiato un famoso tenore e che il nastro della registrazione era stato manipolato, in modo che la seconda metà dell'urlo fosse la prima metà all'incontrario.
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02:24
Storie.
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02:25
Per tutta la vita Johnny ha negato, con il vantaggio di poter convincere chi gli stava davanti.
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02:32
Metteva le mani alla bocca e lo faceva sentire, ovunque si trovasse.
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02:39
L'urlo di Tarzan, non scherziamo, l'aveva inventato lui.
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02:53
Io sono Angelo Carotenuto, ogni mattina curo la newsletter Lo Slalom e questo è Rimbalzi, un podcast prodotto da Chora Media.
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03:05
Ma nella vita di
Johnny Weissmuller
, l'urlo di Tarzan viene dopo, viene dopo la sua carriera da campione di nuoto.
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03:13
L'avevano scelto per il primo film del millenovecento trentadue "Tarzan" di Hyman, per averlo visto ricoperto solo di una foglia di fico mentre fissava sulle spalle l'attrice Mary Heaton in una commedia musicale.
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03:28
Erano passati quattro anni dall'ultima partecipazione alle Olimpiadi, due medaglie d'oro vinte ad
Amsterdam
nella staffetta quattro per duecento stile libero e nei cento metri, la sua specialità.
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03:41
La distanza che nel luglio del millenovecento ventidue aveva nuotato in cinquantotto secondi e sei decimi, il primo uomo nella storia sotto la barriera del minuto.
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03:56
Johnny era arrivato al nuoto per curare i postumi della poliomelite, senza troppo entusiasmo.
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04:03
Si era buttato sotto le insistenze della madre nelle acque fredde di Fullerton Beach, sul
Lago Michigan
, fino a quando non lo indirizzarono da Bill Backrak, leggendario allenatore dell'Illinois Athletic Club.
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04:17
"Fammi vedere un po' cosa sai fare" gli disse il nuovo maestro.
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04:24
E Johnny nuotò, nuotò come era solito tra le acque melmose di casa, con la testa fuori alta, disordinato, scomposto, scalciava, schizzava come un cane che prova a tenersi a galla.
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04:41
Bill sbuffò, gli disse "e come prima cosa cancella tutto, dimentica la maniera in cui hai nuotato fin ora".
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04:52
Poi però abbassò lo sguardo, lo posò sul cronometro e ci ripensò, ci ripensò perché quel ragazzo senza uno stile, grezzo, autodidatta, brutto come uno scafo che si trascina senza sollevarsi dall'acqua, andava più veloce di tutti gli altri ragazzi della squadra e senza nemmeno impegnarsi, era la sua natura e Backrak non gliela cambiò, che continuasse pure a tenere la schiena arcuata, le spalle, il petto fuori, i gomiti alti, che continuasse pure a scuotere la testa in quel modo molle.
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05:29
Si permise solo tre cose, la prima fu cambiare la respirazione una volta ogni sei bracciate, la seconda fu correggere la direzione, gli lanciava un cappello in acqua e gli chiedeva di seguirlo per andare dritto e la terza, un discorsetto "giura che lavorerai con me senza fare domande e senza scuse, sarai un mio schiavo, mi odierai, ma alla fine batterai tutti i record che desideri."
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06:06
Johnny avrebbe cancellato sessantasette primati mondiali con un piccolo imbroglio.
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06:12
Per essere selezionato dalla nazionale americana ai Giochi di
Parigi
del millenovecento ventiquattro aveva falsificato il certificato di nascita, prendendosi quello del fratello per nascondere il fatto che allora fosse un apolide.
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06:28
Janos Pater Weissmuller non era più cittadino di un impero dissolto dalla prima Guerra Mondiale e non aveva ancora ottenuto una nuova nazionalità, era un senza patria.
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06:43
Non come Petrus, suo fratello, regolarmente presente nei registri di battesimo della
Chiesa Cattolica
di
Saint John
Cantus a Windber.
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06:54
Aggiunsero allora a mano su quel foglio le quattro lettere di John tra il nome e il cognome, con un inchiostro e una grafia diversi.
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07:04
Iniziò a raccontare di essere nato in
Pennsylvania
, nel millenovecento cinque e andò con la Nazionale alle Olimpiadi, iniziando ufficialmente una vita da fratello minore di se stesso.
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07:17
Una certa propensione a riscrivere la storia e i certificati è appartenuta all'intera famiglia.
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07:24
I genitori si separarono presto, ma non lo seppe mai nessuno.
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07:28
Il documento rimase nascosto.
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07:31
Quando dal bar di proprietà suo padre tornava a casa ubriaco e picchiava la madre, Johnny scappava fuori, fuori casa di notte, per non sentire.
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07:42
Spesso restava a dormire sotto il ponte della ferrovia sopraelevata a Cleveland Avenue, coprendosi con dei giornali.
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07:51
Rientrava la mattina dopo e le prendeva pure lui.
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07:55
Aveva spesso le labbra insanguinate e gli occhi neri.
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07:59
Da adulto avrebbe confessato ai figli nati dai suoi cinque matrimoni che c'era una volta in cui pensava di ammazzarlo, quello là, finché il padre li abbandonò.
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08:11
Elisabeth era cattolica, diffuse la voce che suo marito era andato a lavorare in certe miniere e aveva preso la tubercolosi, ne era morto.
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08:21
Non era vero, visse a lungo, si risposò, mise al mondo molti altri Weissmuller.
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08:30
Quelle di
Parigi
, nel millenovecento ventiquattro, erano state le prime Olimpiadi mediatiche della storia, con mille giornalisti al seguito.
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08:38
E fu la fortuna di Johnny.
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08:40
Le sue tre medaglie d'oro nel nuoto, più quella di bronzo con la Nazionale di pallanuoto, non passarono inosservate.
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08:49
Diventò il primo campione vicino al nostro concetto di stella globale.
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08:54
Venne ingaggiato per fare pubblicità a una tuta mono pezzo con cui nuotare e poi al primo costume da bagno maschile, hanno messo la sua faccia su una scatola di cereali e del pane Tarzan furono venduti settantacinque milioni di pezzi in un anno.
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09:11
Durante l'arco di tempo dei suoi diciannove film come Tarzan, veniva considerato il perfetto fisico di un uomo.
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09:20
Quando si presentò al produttore Bernard Hyman si sentì dire che aveva un cognome troppo lungo, andava accorciato.
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09:30
Qualcuno in ufficio obiettò "Ma non possiamo, Weissmuller è il miglior nuotatore del mondo, un campione olimpico di fama internazionale".
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09:39
Il produttore si arrese "E vabbè, vabbè, allora allungheremo il cartellone. E mettiamo un sacco di nuoto nel film, mi raccomando".
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09:49
Johnny sarebbe rimasto il più famoso tra i Tarzan e finanche il più vicino allo spirito del personaggio letterario di
Edgar Rice Burroughs
, mai convinti entrambi dalla semplificazione cinematografica del selvaggio che non sapeva parlare.
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10:07
"Come si possono guadagnare tanti soldi" diceva Johnny continuando a ripetere solo "io Tarzan, tu Jane"
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10:14
E il suo urlo non è mai più stato sostituito, è stato solo allungato, qualche volta allungato un po' e utilizzato anche nell'episodio del millenovecento ottantuno, quello con
Bo Derek
nel ruolo di Jane.
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10:44
Johnny ha cavalcato senza controfigure rinoceronti ed elefanti, ha lottato con un coccodrillo meccanico e con alcuni alligatori veri e vivi, in una vasca d'acqua gelida per addormentare le bestie.
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10:58
Gli scimpanzé lo adoravano e il pubblico ha considerato ogni altro Tarzan un usurpatore del ruolo, il critico letterario Edwards Said ha detto che era una sorta di grado zero dell'esistenza, pura, l'eroe naturale, in un'epoca di extra umani dai poteri soprannaturali.
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11:21
Quattro divorzi e una serie di investimenti sbagliati lo spinsero a cambiare più lavori.
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11:27
Ha fatto il cuoco, ha fatto il rappresentante di un marchio di piscine, poi con l'aiuto di
Frank Sinatra
, trovò un impiego al Cesar's Palace di
Las Vegas
.
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11:38
La principale occupazione consisteva nello stringere la mano agli ospiti.
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11:44
Io Tarzan, e tu?
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11:48
Ha finito i suoi giorni in un ospedale di
Acapulco
, tormentato dai fantasmi della morte di una figlia adolescente e dal suicidio della sua amata Lupe.
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11:60
Secondo la leggenda, ancora lanciava nei corridoi l'urlo più famoso nella storia del cinema.
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12:07
Due volte al mese per due anni, aveva addestrato le truppe dell'accademia navale di
Long Beach
, in
California
, al nuoto subacqueo, a tuffarsi tra le acque coperte di un olio fiammeggiante.
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12:22
Ma quelli, quelli gli chiedevano un'altra cosa, gli chiedevano di imparare il grido per usarlo in battaglia, al fronte.
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12:33
E quando Weissmuller morì nel millenovecento ottantaquattro, si racconta che ne diffusero una registrazione perfino sulla Piazza Russa a Mosca.
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12:45
Tu, Tarzan e pure tutti noi.
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12:60
Rimbalzi è un podcast di Angelo Carotenuto prodotto da Chora Media.
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13:05
La cura editoriale è di Francesca Milano, la producer è Monica De Benedictis, la post-produzione, il sound design sono di Filippo Mainardi. La supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli.
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