Saturday, Jun 25, 2022 • 12min

Ep.23 - Storia della prima maglia gialla

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L’idea era venuta ad Henri Desgrange, direttore de L’Auto, il quotidiano sportivo che organizzava la corsa. Aveva annunciato l’intenzione di assegnare una maglia con un colore speciale al primo in classifica, per distinguerlo più facilmente dagli altri ciclisti. Il primo a vestirla, nel 1919, fu un apprendista fabbro, Eugène Christophe, che al ciclismo era arrivato per caso, inizialmente per poter vedere da vicino il suo campione preferito: Maurice Garin. Non ha mai vinto il Tour, ma fu il primo a indossare quella maglia, la stessa con cui volle poi essere seppellito, nel 1970, all’età di 85 anni. Ancora oggi, nel cimitero comunale di Malakoff, poco distante da Parigi, qualcuno va a portagli dei fiori. Gialli.
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Talking about
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Speakers
(1)
Angelo Carotenuto
Transcript
Verified
00:07
Chora
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Angelo Carotenuto
00:10
Erano già le due di notte, gli uomini che portavano il tesoro si scusarono tanto, non ce l'avevano fatta prima.
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00:20
Era loro intenzione consegnarlo già da qualche giorno, meglio ancora in un orario consono prima del buio.
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00:27
Ma certe volte le cose vanno così e noi possiamo solo accompagnarle.
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00:33
Si presentarono all'appuntamento previsto, nel retrobottega del Cafè de l'Ascenseur al numero quattro di Rue Berangere a
Grenoble
, dove non è che servissero solo dei caffè, ci fu chi celebrò l'evento prendendo un boccale di birra.
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00:51
L'uomo al quale andava consegnato lo scrigno con il prezioso contenuto si chiamava Eugene, Eugene Christophe, aveva trentaquattro anni.
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01:03
Tre settimane prima di quel diciannove luglio millenovecento diciannove, era salito in bicicletta a
Parigi
e aveva puntato verso la Normandia, le Havre, dove nei giorni senza nebbia qualcuno diceva di riuscire a scorgere l'Inghilterra.
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01:20
In senso antiorario, aveva accarezzato lungo la costa ogni lembo di Francia.
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01:26
La Bretagna a Brest, la Vandea a le Sables d'Olonne, si era spinto non lontano dall'Atlantico a
Bayonne
e si era arrampicato sui Pirenei fino a Luchon per poi scendere verso
l'Occitania
a Perpignon, per raggiungere
Marsiglia
,
Nizza
e le Alpi a
Grenoble
.
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01:49
Proprio a Luchon era venuta per la prima volta l'idea di mettergli tra le mani quel tesoro e adesso finalmente glielo davano.
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01:58
Eugène prese il pacco, lo posò su uno dei tavoli e lo scartò piano piano, come si fa ai compleanni per godersi fino in fondo una sorpresa.
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02:10
E quando finalmente dalla carta spuntò il colore dell'oro fu il primo, fu il primo di una storia centenaria a poter toccare la maglia gialla, la maglia gialla del primo in classifica al Tour de France.
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02:35
Io sono Angelo Carotenuto ogni mattina curò la newsletter Lo Slalom e questo è Rimbalzi un podcast prodotto da Chora Media.
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02:47
Un duello alla grande, un duello in cui sono di scena i due grandi primi attori di questo Tour de France
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02:56
E non può neanche concedere molto Pantani, perché a quattro minuti in classifica questa salita é lunga quasi sedici chilometri ed è anche giusto che lo tenga sotto tiro, perché altrimenti Pantani va a perdere la maglia gialla
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Angelo Carotenuto
03:06
L'hanno vestita francesi e belgi, olandesi e spagnoli, italiani.
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03:13
Eddy Merckx
più di tutti, centoundici volte e nessuno può immaginare come sarebbe il Tour de France senza la maglia gialla, l'abito che i francesi con una metafora esatta chiamano il Sacro Graal, il Sacro Graal del ciclismo.
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03:32
L'idea era venuta sui Pirenei ad Henri Desgrange, direttore del L'Auto, il quotidiano sportivo che organizzava la corsa, aveva annunciato dalle colonne del suo giornale l'intenzione di assegnare una maglia con un colore speciale al primo in classifica, per distinguerlo più facilmente dagli altri ciclisti.
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03:51
Un collaboratore gli avrebbe suggerito il giallo.
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03:54
Presentava due vantaggi; non era nelle maglie di nessun altra squadra e in fondo si trattava pure del colore delle loro pagine.
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04:04
Desgrange disse che gli era venuta l'ispirazione perché una notte aveva visto in sogno, una maglia d'oro in testa alla corsa.
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04:12
Vero o no che sia, la storia è troppo bella per essere scartata.
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04:17
E poi aggiunse, giallo era il colore del sole, del sole e della speranza che doveva illuminare la vita pochi mesi dopo la fine della Grande guerra, con le città distrutte e le strade ancora in condizioni infami.
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04:35
L'Esercito Austro-Ungarico
e il
Kaiser
in
Germania
si erano arresi nel novembre del millenovecento diciotto, due mesi più tardi Desgrange già aveva in testa di aspettare l'estate per riprendere il tour, del quale fino alla guerra c'erano state dodici edizioni.
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04:52
Sfidò una serie di ostacoli pur di riuscirci.
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04:55
Le industrie delle biciclette e dell'automobile si erano convertite alla fabbricazione di armi e non avevano ancora ripreso del tutto la loro produzione originaria.
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05:06
Molti hotel erano ancora requisiti, l'alloggio per i corridori e tutto il personale non era garantito.
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05:12
La stessa partecipazione era un punto interrogativo.
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05:16
Tre ex vincitori erano morti.
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05:18
Francois Faber, arruolato nella legione straniera, ucciso a Carency nel millenovecento quindici.
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05:27
Octave Lapis caduto durante un combattimento aereo nel luglio del diciassette e Lucien Petit Breton, morto al fronte in un incidente automobilistico.
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05:38
Altri erano ancora presso le loro guarnigioni, avevano smesso da un pezzo di allenarsi e Desgrange tirò dritto "Se anche il tour dovesse finire con un solo ciclista", disse "arriverà".
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05:54
Era pure una faccenda politica.
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05:57
Nel percorso avrebbero toccato
Strasburgo
e Metz, le pianure dell'Alsazia, della
Mosella
, per celebrare il ritorno nel territorio francese.
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06:07
Il giorno dopo la firma del trattato di
Versailles
, a giugno del diciannove, Desgrange riuscì a far partire sessantasette corridori.
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06:16
Dopo il primo giorno, in ventisei erano già sulla strada del ritorno a casa e quando in quella famosa notte di
Grenoble
, alla locanda, portarono la maglia gialla al leader della corsa erano rimasti in tutto in undici.
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06:32
Desgrange scrisse sull'Auto "ho consegnato stamattina al valido Christophe una superba maglia gialla, la lotta per il suo possesso sarà appassionante".
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06:47
---
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Angelo Carotenuto
06:48
Una maglia gialla nobilita una carriera, certe volte invece schiaccia chi la indossa.
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06:55
È un romanzo, è un romanzo che contiene anime candide e imbroglioni solenni.
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07:01
Ci sono state maglie gialle rotolate in un fosso, in un terrapieno, giù da una curva in un burrone, scorticate su un marciapiede, lacerate e altre, altre finite in un precipizio morale di truffa e di inganno.
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07:16
C'è la vergogna di Lance Armstrong, al quale le hanno tolte tutte.
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07:20
Quella del belga Pollentier che venne beccato all'antidoping con una vescica artificiale sotto le sacre insegne del primato e un marchingegno che pompava urina pulita per i controlli.
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07:34
Ma c'è pure la poesia di Willi Schroder in maglia gialla da gregario, così fedele ai suoi compiti da risalire il gruppo con le baguette per i compagni nelle tasche della maglia gialla.
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07:48
Oppure Andrea Carrea, gregario pure lui di Coppi, terrorizzato dal senso di colpa per un primato che avvertiva come lesa maestà, non avrebbe smesso mai di chiedere scusa per tutta la vita al capitano.
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08:05
Oppure il tedesco Karl-Heinz Kunde, un metro e cinquantotto d'altezza, per l'imbarazzo degli organizzatori che non riuscivano a trovare la taglia giusta.
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08:17
Ma il primo, il primo di tutti, Eugene Christophe, portava invece degli occhialini tondi, pesava sessantadue chili, era nato a
Malakoff
, sette otto chilometri fuori
Parigi
e non si era mai mosso di là, dalla sua casa nella
Piazza Grande
, ai margini della ferrovia.
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08:37
Lavorava come apprendista fabbro e al ciclismo era arrivato per caso, inizialmente per vedere da vicino il suo campione preferito, questo Maurice Garin di cui parlavano tutti.
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08:49
Al primo dei suoi undici tour, sei anni in anticipo sulla maglia gialla, aveva rotto la forcella della bici in discesa dal Tourmalet.
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08:59
Per regolamento non poteva sostituire il pezzo, solo ripararlo.
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09:03
Allora si fece quattordici chilometri a piedi, fino alla bottega di un fabbro, accompagnato da un ispettore, perché le norme volevano che dovesse aggiustarla da solo.
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09:15
Lavorò con la lima per quattro ore e quando l'ispettore gli domandò se nel frattempo lui potesse andare a mangiare un boccone, gli rispose "Eh no, il carceriere deve restare col carcerato."
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09:29
Così Christophe perse il tour, ma rimase nella leggenda e nemmeno quello del diciannove gli riuscì di finire per primo.
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09:37
Eppure oggi ricordiamo il suo nome, non quello di chi lo vinse.
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09:43
Da adolescente aveva avuto come vicini di casa nella stessa strada, Pier e Marie Curie mentre tenevano i primi esperimenti sul radio e incrociò senza conoscerli Lenin e la sua compagna, allora in esilio a
Parigi
, perché erano soliti fermarsi a
Malakoff
lungo il tragitto delle loro passeggiate nei vicini boschi di Clamart.
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10:06
Quando Christophe chiuse la carriera all'età di quarantuno anni, venne assunto dai servizi municipali di
Malakoff
come corriere in bicicletta.
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10:16
Fino alla fine degli anni sessanta lo videro girare in città, sempre in giallo, con una delle sei maglie che quella notte gli avevano consegnato.
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10:26
E chi lo sa perché sei, chissà perché proprio sei, nessuno seppe spiegarlo mai.
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10:32
Erano di cotone, Eugene raccontò una volta che le aveva indossate anche durante la seconda guerra mondiale, sentiva che lo tenevano al caldo.
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10:43
I figli vendettero la casa lasciando tutto com'era, e nemmeno i nuovi proprietari vollero toccare niente.
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10:51
Avevano scoperto in cantina il laboratorio dove Eugène aveva continuato ad armeggiare sul suo banco da lavoro in metallo.
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11:00
Erano convinti che laggiù continuasse a vivere il suo fantasma.
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11:05
Solo una cosa aveva chiesto Christophe per la sua morte, nel millenovecento settanta, all'età di ottantacinque anni, aveva espresso il desiderio di essere sepolto con il suo abito preferito, del colore del sole e della speranza, il Sacro Graal, il Sacro Graal della bicicletta.
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11:26
Nelle navate laterali del cimitero comunale non è difficile trovare la sua tomba.
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11:33
È quella dove la gente di
Malakoff
va a portare ogni tanto dei fiori, dei fiori gialli, per Christophe.
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11:40
Rimbalzi è un podcast di Angelo Carotenuto prodotto da Chora Media.
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11:57
La cura editoriale è di Francesca Milano, la producer è Monica De Benedictis, la post-produzione e il sound design sono di Filippo Mainardi, la supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli.
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