Saturday, Jan 29, 2022 • 10min

Ep.2: L’uomo che ha inventato la settimana bianca

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I primi sci di legno glieli aveva costruiti il nonno. Il piccolo Gustav, che aveva 3 anni, li usava anche dentro casa. La prima medaglia d’oro arrivò che di anni ne aveva 18. Quel giorno - l’11 dicembre del 1969 - cambiò radicalmente il rapporto tra gli italiani e la neve. Gustav Thoeni è stato lo sciatore che per primo ci ha fatto appassionare a questo sport: prese un hobby per l’élite e lo trasformò in un fenomeno di massa. È lui l’inventore della “settimana bianca”
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Talking about
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Speakers
(1)
Angelo Carotenuto
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Angelo Carotenuto
00:15
I primi sci li aveva costruiti il nonno, erano di legno e il piccolo Gustav li usava pure dentro casa. Avrà avuto tre anni, forse meno, e l'unico svago a
Trafoi
era la neve. Un paese piccolissimo, a mille cinquecento metri di altitudine, lungo la strada che sale al passo dello
Stelvio
dal versante altoatesino.
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00:38
Ogni anno, ogni prima domenica di Quaresima, una trentina di uomini si arrampica sullo spuntone di roccia che chiamano Pettleiknott, di fronte alla pensione Garnì Intersky, danno fuoco a dei dischi di legno, delle rotelle, e li lanciano al di là del fiume per far passare l'inverno e accogliere la primavera. È un antico rito pagano, un rito della fertilità, un inno all'amore, più lontano volano i dischi di
Trafoi
, più fortuna avrà il paese, scrivono una traccia di fuoco nel cielo e le streghe se ne stanno lontano. Qualcosa o qualcuno le aveva tenute alla larga dalla casa, anche quando era nato il piccolo Gustav.
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01:27
Io sono Angelo Carotenuto, ogni mattina curo la newsletter Lo slalom e questo è Rimbalzi, un podcast prodotto da Chora Media.
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01:45
Raccontano che in quell'inverno del mille novecento cinquantuno fossero caduti fino a sette metri di neve, e che il medico fosse arrivato in casa per far partorire la signora Anna proprio all'ultimo momento. Riuscì a salvare tutti e due.
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01:60
Dentro questo piccolo mondo delicato presto il fuoco avrebbe portato paura e morte.
Nel Sudtirol
si era aperta la stagione degli attentati, con i primi attacchi esplosivi del gruppo Stieler contro quella che era vissuta come un'annessione
all'Italia
dopo la Seconda guerra mondiale. Lo Statuto per l'autonomia della regione aveva ripristinato l'insegnamento della lingua tedesca nelle scuole.
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02:25
Una zia di Gustav aveva sposato un calabrese e si era trasferita a
Gioia Tauro
. Lui era morto presto e lei era tornata a
Trafoi
con due bambini, compagni di giochi di Gustav, così loro impararono il tedesco e lui imparò a parlare l'italiano, e fu per questo che a un certo punto potemmo chiamarlo
Gustavo, Gustavo Thoni,
l'uomo che avrebbe messo gli sci ai piedi degli italiani e cambiato il rapporto tra un Paese e la sua montagna.
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03:03
La prima pista di gloria del giovane Thoni fu quella di
Val d'Isère
. Era un diciottenne molto atteso il giorno del debutto in Coppa del Mondo, undici dicembre mille novecento sessantanove, il giorno prima della strage di
Piazza Fontana
.
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03:18
Aveva addosso gli occhi del suo mondo, veniva da quel minuscolo punto sulle cartine
d'Italia
e adesso viaggiava, esplorava, girava posti di cui aveva letto solo sui libri di scuola, dove si era appassionato alla vita di Napoleone. Come avrebbe reagito dinanzi a tanta avventura?
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03:35
Aveva per mito un vecchio campionissimo austriaco
Toni Sailer,
ma gare di sci in televisione non ne trasmettevano, così suo padre gli procurava delle riviste da
Innsbruck
per farglielo vedere. Insomma, sulla pista di
Val d'Isère Thoni
non si scompose, avremmo imparato che era normale, era fatto così.
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03:56
Uscì dal cancelletto dello Slalom gigante, chiuse la prima manche a un centesimo di distacco dal francese
Rusel,
trascorse impassibile il tempo dell'attesa per la seconda e si scatenò. Primo posto, primo in Coppa del Mondo alla prima gara.
Karl
Schranz, austriaco che fino a quel momento aveva già due ori mondiali e un argento olimpico, disse la sua: "Questo ragazzino scia meravigliosamente. Ho l'impressione che sarà difficile batterlo d'ora in poi".
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04:30
Perchè Thoni aveva tutto, aveva stile e aveva grinta, era serio e taciturno, eppure senza complessi, moderno nella postura ma con un'eleganza sufficientemente classica da non indispettire i puristi. Aveva qualcosa che nello sci non si era mai visto prima, la potenza atletica, era accreditato di un tempo sui cento metri di undici secondi e otto decimi e senza aver mai fatto una preparazione specifica, con un paio di scarpette di gomma e senza i blocchi di partenza.
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05:04
Era allenato da
Jean Vuarnet
, che nello sci sarebbe diventato quello che Jean Rene Lacoste era nel tennis. Prima un campione e dopo un marchio, lui imprenditore e manager, un personaggio totale, al quale la Federazione Italiana aveva affidato la cura di questo prodigioso ragazzo altoatesino. Lo pagavano cento milioni di lire e di lui è stato scritto che fosse un uomo di montagna con la parlantina di un ministro. Aveva inventato la posizione a uovo.
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05:37
Non si sarebbe mai più ripreso dal dolore per la morte di sua moglie Edith Bonlieu, anche lei sciatrice. All'insaputa di Vuarnet era entrata nella setta dei templi solari e con il figlio minore Patrick prese parte a un suicidio di massa.
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05:55
Vuarnet lasciò la
Nazionale Olimpica
dopo i giochi di Sapporo del mille novecento settantadue, l'Olimpiade che fece nascere il mito di
Gustavo Thoni
, medaglia d'oro nello Slalom gigante, medaglia d'argento nello Slalom speciale, questa, ripetuta quattro anni dopo a
Innsbruck
, in coda a quattro titoli mondiali e quattro Coppe del mondo.
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06:17
Se esiste un'industria della neve si deve a lui, un innovatore, un caposcuola, prese un hobby per l'élite e lo trasformò in un fenomeno di massa. Le stazioni invernali dovettero ristrutturare i loro impianti, la produzione di sci passò dalle quarantamila paia del mille novecento sessanta alle trecentocinquantamila del mille novecento settantadue e poi c'erano: tute, maglioni, caschi, occhiali, attacchi, racchette, scarponi, un segmento di mercato questo, nel quale
l'Italia
raggiunse il primato mondiale della produzione e dell'esportazione, un milione di paia di prodotti da quando venne introdotto il modello con i ganci.
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06:56
Ai tempi di Thoni i prezzi degli sci andavano dalle poche migliaia di lire per i ragazzi, alle centomila e oltre per i modelli dei campioni, e con lui,
l'Italia
colmava un ritardo di mezzo secolo dagli altri paesi dell'arco alpino.
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07:10
Un milione di sciatori all'improvviso, in massima parte inesperti, iniziavano a salire su campi e campetti appena le vacanze invernali, ponti o i fine settimana lo permettevano, lasciavano sulla neve i soldi delle tredicesime e ogni tanto pure qualche tibia.
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07:26
I maestri di sci erano mille quattrocento a metà anni sessanta e diventarono tremila, non bastavano più. A
Cortina
iniziarono a tenersi lezioni anche di notte, le piste venivano illuminate dalle fiaccole e un'ora di discesa costava tremila lire.
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07:44
Gli imprenditori iniziarono a costruire seggiovie e cabinovie.
L'Italia
, che nel mille novecento quarantacinque non aveva neppure uno skilift, arrivò a possederne duemila e alla fine degli anni settanta, quando Thoni stava smettendo di gareggiare, era in testa alle nazioni europee per impianti di risalita.
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08:03
Gustav non era più solo un campione, era diventato un fenomeno di costume e il comico Felice Andreasi ne faceva in tv un'imitazione che all'inizio lo infastidì, ma che col tempo gli diede il senso di quello che era diventato.
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08:18
Lo rappresentavano con lo sguardo assente, la voce adenoidale, mai un sorriso, sempre serio.
Rino Gaetano
avrebbe messo il suo nome accanto a quello di calciatori e ministri nel tormentone: Nuntereggae più.
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08:31
Thoni era diventato sinonimo di audacia, gli veniva attribuita finanche la discesa con un solo sci della Streif, la micidiale pista di
Kitzbuhel
, la più difficile e pericolosa al mondo, tanto che dovette smentire.
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08:46
Quando il quindici marzo del mille novecento ottanta uscì per l'ultima volta da un cancelletto a
Saalbach,
per uno Slalom di Coppa del mondo, i giornali salutarono la fine gloriosa di una carriera con un trafiletto. Non se ne curò, come del resto aveva fatto quando la zia aveva usato la prima corona d'alloro vinta per cucinare.
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09:10
Adesso trascorre i suoi giorni nell'hotel che la famiglia gestisce da cinque generazioni, ai piedi dell'Ortles, prepara le colazioni ai turisti, li accompagna in gita, oppure va con loro a sciare; in fondo la settimana bianca l'ha inventata lui.
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Angelo Carotenuto
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