Saturday, May 21, 2022 • 11min

Ep.18 - Roland Garros, storia dell’aviatore che diventò un campo di tennis

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Da bambino credeva di avere un paio d’ali. Inspirava, tratteneva nei polmoni quanta più aria potesse e agitava le braccia, imitando gli uccelli. A 22 anni si era iscritto a una scuola di volo, e l’anno dopo raggiunse il primato sollevandosi di 3909 metri da terra. Gli capitò di precipitare due volte, nonostante avesse con sé delle uova sode: era convinto che rafforzassero le ali. Nel 1915, durante la prigionia in campo tedesco, Garros tenne un diario nel quale parlava di ali torte e di incubi. Se il campo e il torneo di Parigi portano il suo nome è perché, dieci anni dopo la sua morte, così volle il presidente dello stadio, Emile Lesieur.
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Speakers
(1)
Angelo Carotenuto
Transcript
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00:07
Chora.
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Angelo Carotenuto
00:11
Questa è una storia di persone che sono diventate altro. La prima è un monaco,
Pierre Pérignon
, un benedettino al quale con qualche leggenda viene attribuito il merito di aver scoperto il modo per far rifermentare il vino in bottiglia, tappandole la bocca con del sughero legato dentro gabbiette di metallo. In realtà sapeva soprattutto scegliere i vigneti giusti nel monastero di Hautvillers, quel benedettino Don Perignon è diventato uno champagne.
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00:51
In questa stessa regione del nord est della Francia, dove i re erano soliti andare a farsi incoronare, misero in piedi all'inizio del Novecento un'esibizione di velivoli, tra il pubblico di Rans un giovane commerciante di automobili ne restò incantato, raccolse diecimila franchi dell'epoca e andò a comprarsi un prototipo tra i più economici. Da bambino aveva sempre sognato di volare, ma alla lettera, nel senso che aveva allucinazioni notturne e poco ci mancò una volta che aprisse la finestra per provare. L'aereo pesava una sessantina di chili, aveva un motore meno potente di quello che montano oggi certi scooter, eppure bastò, bastò a questo ventenne per prendere la via del cielo e del coraggio. Si chiamava Roland, Roland Garros.
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01:46
E quello che accadde dopo fu ancora più insolito: era un aviatore, diventa un campo di tennis. È la prima volta che gli Internazionali di
Francia
si chiamarono così come lui, furono vinti da quel tennista parigino che si sarebbe trasformato in una maglietta con un coccodrillo. Non lo sappiamo mai che cosa ci tocca diventare.
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02:18
Io sono Angelo Carotenuto, ogni mattina curo la newsletter Lo Slalom, questo è Rimbalzi, un podcast prodotto da Chora Media.
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02:32
Quasi mai si diventa una leggenda senza un antagonista, Coppi e Bartali sarebbero stati più piccoli l'uno senza l'altro. Le volee di McEnroe avrebbero avuto meno enfasi se non ci fosse stato Borg e finanche Batman se la sarebbe passata male senza Joker, il rivale di
Roland Garros
nelle ardimentose imprese da aviatore si chiamava Adolphe Celestin Pegoud, veniva da
Montiferrat, un
villaggio di campagna posto su una collina tra
Lione
,
Grenoble
e Chambéry. Era di un anno più piccolo di lui e sulla scena stava come invidiabile detentore di alcuni primati.
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03:17
Era stato il primo a lanciarsi con un paracadute da un aeroplano, il primo a compiere il giro della morte. Durante la prima guerra mondiale avrebbe abbattuto quattro aerei tedeschi, qualcuno dice addirittura cinque nel giro di cinque mesi tra il febbraio e il luglio del millenovecento quindici, prima di morire in combattimento il mese successivo, colpito da un sottufficiale tedesco che lui stesso, Pegoud, aveva addestrato.
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03:48
Roland Garros
si era messo in testa di portargli via la fama di asso dei cieli, quando aveva comprato l'aereo non è che gli avessero dato il libretto delle istruzioni, esisteva all'epoca un solo modo per capire se sapevi guidarlo, salire a bordo e provare a farlo.
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04:09
Roland Garros
era andato a una scuola di volo a ventidue anni, ma il primo era finito in anticipo senza decollo, andò a sbattere contro un altro apparecchio fermo nei paraggi. Prova e riprova
Roland Garros
qualcosa di buono rimediò, volò dalla
Francia
alla
Tunisia
senza scalo in sette ore, cinquantatré minuti. A ventitré anni aveva raggiunto anche lui un primato sollevandosi di tremilanovecento nove metri da terra.
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04:36
Un record portato in seguito a quattromilacento dodici, capitò di precipitare due volte nel giro di pochi giorni. La prima nei pressi di
San Sebastian
e poi di nuovo durante la
Parigi-Roma-Torino
. Tutte e due le volte aveva con sé delle uova sode, era convinto che rafforzassero le ali.
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05:02
Il Roland bambino credeva di averlo per davvero un paio d'ali, inspirava, tratteneva nei polmoni quanta più aria potesse e intanto agitava le braccia in un gesto di grande fatica, imitando gli uccelli nell'aria.
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05:18
Nel suo incubo più ricorrente gli dava la caccia a un toro furibondo, ma la via di fuga era sbarrata da un ostacolo, era quello il momento in cui l'arte del volo, dormendo, lo metteva in salvo. "Oh, sia chiaro!" Di tennis
Roland Garros
non sapeva niente. Non deve sembrare strano, nemmeno
San Paolo
e
San Siro
hanno avuto rapporti col pallone prima di essere rimpiazzati da Maradona e Meazza nei nomi degli stadi di
Napoli
e Milano.
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05:52
Roland Garros era nato nel milleottocento ottantotto tre anni prima del torneo di
Parigi
. Wimbledon invece esisteva già e finiva spesso e volentieri tra le mani dei gemelli Renshaw.
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06:07
William fece i suoi sette titoli fra milleottocento ottantuno e milleottocento ottantanove, aveva tolto la coppa a un reverendo anglicano,
John Hartley
, davanti a centonovantatré spettatori. È stato il primo a trasformare il servizio in una battuta aggressiva e inventò lo smash.
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06:29
Andava in vacanza in
Costa Azzurra
, si divertiva a recitare. L'altro gemello Ernest riconquistò l'egemonia familiare un anno dopo che il fratello si era fatto soffiare il titolo da Herbert Lawford. Il giornale fin dall'epoca scrisse che erano stati proprio Renshaw a trasformare un passatempo in uno sport.
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06:54
Quando Roland era solo un neonato tra le donne, tra le tenniste, faceva il fenomeno l'adolescente Charlotte Lottie Dod che aveva iniziato a vincere da quindicenne e praticava anche pattinaggio, alpinismo, hockey su prato e tiro con l'arco. Di lei si dice che sia stata la prima a impugnare la racchetta con una mano sola.
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07:20
Se allora il campo e il torneo di
Parigi
portano il nome di
Roland Garros
è perché dieci anni dopo la sua morte così volle il presidente dello stadio, Emile Lesieur. Era stato suo compagno di studi e nel frattempo quello era diventato sia un eroe di guerra, sia una vedette parecchio glamour.
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07:43
I suoi successi gli avevano consentito di conoscere un giovane dandy irrequieto, poeta, romanziere, pittore, regista, uno Jean Cocteau stregato da quello spericolato padrone dei cieli. Insieme con lui aveva potuto ammirare per la prima volta
Parigi
dall'alto e ne aveva scritto eccitato, terrorizzato dalle cadute in picchiata, dalla sfida alla morte.
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08:11
Erano sfrenati anche in auto quando una volta tagliarono la strada una vecchietta, la signora gli gridò dietro: "Assassino!" Garros aveva commentato con sarcasmo: "Non sa quanto ha ragione".
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08:26
Era stata sua l'idea, durante la Prima Guerra Mondiale, di corazzare le pale degli aerei per montare sul cofano una mitragliatrice e successivamente aveva ottenuto di sparare direttamente dalle eliche. Non c'era più un pilota al fronte che dovesse lasciare i comandi per attaccare il nemico.
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08:50
Alla vigilia della morte
Roland Garros
era stato da Cocteau e si era fatto fare un ritratto. Teneva la testa china, le palpebre abbassate, aveva appena confidato alla ballerina
Isadora Duncan
di desiderare soltanto la morte.
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09:07
Marcel Proust aveva detto una volta Cocteau: "Crepo di gelosia nel vedere come nei suoi straordinari pezzi su
Parigi
lei sappia evocare delle cose che io ho sentito e che sono riuscito a esprimere solo in modo assai pallido". Gli fece arrivare, dopo la morte di Garros, un messaggio addolorato.
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09:27
Mi consola pensare che lei gli scrisse, l'ha tanto amato, sentirà la dolcezza di averlo fissato per sempre con i suoi versi in un cielo dove non ci sono più cadute e i nomi umani restano come quelli delle stelle.
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09:43
Se conosciamo tutti questi dettagli è perché Garros tenne un diario nel corso di una prigionia in campo tedesco, pagine nelle quali parlava di aritorte, gli incubi della sua vita al contrario, degli alberi osservati a testa in giù e gli orizzonti e i ronzii che lo perseguitavano. Per molto tempo dei suoi appunti si è parlato come di una leggenda e invece esistevano davvero. Li aveva fatti battere a macchina in cinque copie, consegnate di persona a cinque amici, tutti i compagni di avventura in giro per il mondo tra
New Orleans
e
Città Del Messico
,
L'Avana
e
Parigi
, facendogli giurare che mai e poi mai li avrebbero dati alle stampe.
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10:31
Ma quando scappò dal campo di prigionia non fece in tempo o non ebbe la prontezza di portarsi dietro i quaderni originali. Vennero scoperti in mezzo agli effetti personali recapitati in un baule al comando francese.
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10:49
Roland Garros
morì in battaglia a sole cinque settimane dalla fine della guerra, è sepolto nelle
Ardenne
. Nel suo diario ha scritto: il tempo si definiva bello quando, in mezzo al campo, il fumo di una sigaretta saliva seguendo una perfetta verticale, altrimenti era tempesta. è stato questo il suo match point.
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11:30
Rimbalzi è un podcast di Angelo Carotenuto, prodotto da Chora Media.
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