In questa stessa regione del nord est della Francia, dove i re erano soliti andare a farsi incoronare, misero in piedi all'inizio del Novecento un'esibizione di velivoli, tra il pubblico di Rans un giovane commerciante di automobili ne restò incantato, raccolse diecimila franchi dell'epoca e andò a comprarsi un prototipo tra i più economici. Da bambino aveva sempre sognato di volare, ma alla lettera, nel senso che aveva allucinazioni notturne e poco ci mancò una volta che aprisse la finestra per provare. L'aereo pesava una sessantina di chili, aveva un motore meno potente di quello che montano oggi certi scooter, eppure bastò, bastò a questo ventenne per prendere la via del cielo e del coraggio. Si chiamava Roland, Roland Garros.