Era il solo che avesse il potere di placarlo, era il suo compagno di allenamento, il suo gregario riservato, timido, serio. Si salutavano ogni mattina con un nitrito e insieme salirono per la prima volta su un aereo con la testa incappucciata, secondo la legge, e un casco con una calotta protettiva in acciaio e gomma. Magistris al portellone urtò la testa contro lo stipite superiore una, due volte, tre e sempre tornava indietro, mortificato per non farcela. Ribot fumantino perse la pazienza, salì sulla passerella, abbasso la testa, varcò la soglia e si voltò verso il suo amico con un nitrito: "diamine, si fa così!" E allora anche Magistris passo.