Saturday, Apr 2, 2022 • 15min

Ep.11 - Il ping pong e l'arte di fare la pace

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Oggi la chiamiamo la diplomazia del ping pong, ma quello che accadde nel 1971 fu un gesto di spontanea socievolezza: ai mondiali del Giappone, l’americano Glenn Cowan si era distratto e aveva perso una partita e anche il pullman per tornare in hotel con la sua squadra. Salì su un altro pullman, senza accorgersi che fosse quello della nazionale cinese, a bordo del quale c’era anche Zhuang Zedong, 3 volte campione del mondo di tennis tavolo. All’epoca, Usa e Cina non si parlavano, ma i due ragazzi lo fecero. Il loro incontro cambiò il corso della storia, preparando il terreno per la prima visita di Richard Nixon a Pechino.
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Talking about
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Speakers
(1)
Angelo Carotenuto
Transcript
Verified
Angelo Carotenuto
00:10
Dicono che spaccando in due parti questo oggettino di tre grammi, tagliandolo a metà del suo diametro di quattro centimetri, si possano coprire gli occhi con quel che resta: due pezzetti di celluloide concava, dicono che in questo modo si possono perfino provocare delle allucinazioni, l'oggetto é questa pallina che lungo una superficie verde va avanti e indietro, avanti e indietro.
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00:44
Tic toc, titic titoc, anzi ping pong, ping pong, tanto assillante nel suo andare e venire che quasi ipnotizza, ruba il pensiero, porta da un'altra parte; così era parso a
Glenn Cowan
, questo gli era successo. Aveva perso la sua partita ai mondiali e si era messo a palleggiare un altro po' con certi coreani, incantato fino a scordarsi dell'appuntamento preso coi compagni per tornare in albergo.
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01:24
Quando arrivò con l'affanno, di corsa nel parcheggio, il pullman se n'era andato, ce n'era un altro con il motore acceso, stava chiudendo le porte, Glenn saltò su, chiese un passaggio: "oh oh" era il pullman della
Cina,
ah niente di male solo che nel mille novecento settantuno cinesi e americani non si parlavano.
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01:57
Io sono Angelo Carotenuto, ogni mattina curo la newsletter Lo slalom questo è Rimbalzi, un podcast prodotto da Chora Media.
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02:10
Chissà per quanto ancora non si sarebbero parlati, se
Glenn Cowan
non si fosse distratto, se i suoi non lo avessero abbandonato al palazzetto, se a bordo di quel pullman di fortuna non avesse incrociato un altro momento inatteso, un tipo che dopo dieci minuti di indecisione si alzò dal suo posto, si fece avanti e gli sorrise mentre i compagni cercavano di fermarlo: "non puoi, non puoi, è uno straniero".
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02:39
Zhuang Zedong,
trent'anni, tre volte campione del mondo di tennis tavolo ci aveva rimuginato sopra per la metà del viaggio e aveva pensato che invece "sì altro che, potevo". Avrebbero cambiato il corso della storia, avrebbero spinto
Usa
e
Cina
a riallacciare le loro relazioni, avrebbero preparato il terreno alla prima visita di
Richard Nixon
a
Pechino
.
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03:13
Oggi la chiamiamo la diplomazia del
Ping Pong
. Erano solo due ragazzi che volevano parlarsi, sensibili al fascino della curiosità, al potere degli incontri, non a quello dei governi. Stabilirono il primato dello sport sulla politica, la superiorità della parola e del confronto sui muri e sulle barriere.
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03:40
Glenn Cowan
era uno studente diciannovenne del
Santa Monica College
così tipicamente dentro la controcultura californiana, un capellone, si era trasferito da
New York
a
Los Angeles
anche per migliorare i suoi colpi da Milla Boczar.
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03:58
Un santone del
Ping Pong,
impugnava la racchetta con la mano sinistra, passava per essere un tipo geniale e sregolato, sensibile alla marijuana e al sesso libero. Si era qualificato per quei mondiali di
Nagoya
, in
Giappone
, con una mezza impresa ai campionati americani.
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04:20
Zhuang Zedong era uscito, come i suoi compagni, da un periodo in cui il gioco era stato individuato come un segmento del revisionismo alla dottrina di Mao. La rivoluzione culturale lo aveva censurato per poi rivedere le proprie posizioni fino a chiedere ai suoi atleti di colpire ogni pallina come se fosse la testa del nostro nemico capitalista.
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04:49
Anche questo fa lo sport da molto tempo, diventa un mezzo nelle mani del potere, ma Zhuang, Zhuang quella mattina si smarcò. Nixon e Mao erano nemici ma non loro due, ma non lui e Glenn, appassionati delle stesse racchette, delle stesse palline. Che cosa avevano a che fare con la guerra fredda?
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05:14
Gli eserciti dei loro paesi si erano scontrati in
Corea
, certo. La Cina comunista aiutava il
Vietnam
a fare impantanare l'avanzata americana, d'accordo. Ma a parte il fatto di essere uno rasato e l'altro un fricchettone, ecco a parte la zazzera, ma che altro li divideva? La lingua, la lingua li divideva.
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05:43
Zhuang allora chiese aiuto all'interprete, rovistò nel borsone fra gli oggetti che si portava appresso, scartò l'idea di porgere all'americano una spilletta con il volto del Comandante supremo, il grande timoniere e tirò fuori una serigrafia delle montagne di Wudang Shan, dove tra le briofite e le felci, si sale per vedere la luce di Buddha. Gli disse qualcosa tipo: "I nostri popoli sono amici".
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06:14
Cowan avrebbe voluto ricambiare, si frugò le tasche, aveva solo un pettine, allargò le braccia, mormorò: "Grazie e buona fortuna" e scesero insieme dal pullman senza immaginare che lì fuori un fotografo giapponese avrebbe fatto: clic, tic tac, titic titac io la tiro di là, tu la tiri di qua, ping pong, ping-pong a te, a me che cos'è se non la simulazione di un dialogo? Io batto, tu rispondi, appunto rispondi, non puoi tacere, non puoi sottrarti. Chi esce dallo scambio ha perso, scambio, ma non nel senso di equivoco, di errore, un abbaglio, scambio nel senso di confronto.
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07:19
Un confronto è riconoscersi, è rispettarsi, è accettarsi l'un l'altro, anche se non siamo nella stessa metà del campo, anche se siamo separati da una rete, anche se provo a metterti in difficoltà con una palla tagliata nell'angolo e tu mi rispondi con una schiacciata.
Ping pong
,
ping pong
però parliamo.
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07:46
Cowen avrebbe trovato un modo per ricambiare il regalo. Si mise in giro per negozi, compro una maglietta con il simbolo della pace e il verso di un pezzo dei Beatles Let it be, lascia che sia. Quello che nel frattempo si stavano dicendo dentro la cerchia del Partito comunista cinese e pure alla Casa Bianca, perché no? Lascia che sia. Quando la foto del pullman finì sulla prima pagina di
Dacankao
, la pubblicazione che circolava negli uffici del
Governo
di
Pechino;
poteva essere un incidente pericoloso per Zhuang e invece mise in moto un pezzo di storia.
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08:29
Si racconta che qualcuno portò a Mao la pazza idea "Invitiamoli, facciamoli venire qui". Più passavano le ore e più la proposta si faceva strada, era l'evento fortuito che nessuno dei due governi poteva suscitare ma dal quale entrambi potevano trarre un vantaggio.
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08:49
Mao trovò un ostacolo solo nella sua governante Wu Shuang, le aveva detto di opporsi a ogni ordine dato di sera perché prendeva sonniferi. La cosa più difficile fu passare la sua barriera, convincerla che lui fosse in sé. Nell'ultimo giorno dei Mondiali giapponesi di tennis tavolo agli americani arrivò l'invito, erano in quindici e prima di loro, nessuno che non fosse comunista, aveva attraversato la frontiera dal mille novecento quarantanove, raggiunsero il paese volando fino a
Hong Kong
, ancora sotto il controllo della Regina Elisabetta d'Inghilterra e di là con un treno fino al confine, attraversando a piedi un ponte.
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09:41
Nel gruppo c'era Judy Bochenski, quindici anni, portava la minigonna e dovette chiedere l'autorizzazione a mamma e papà al telefono con l'America, erano due insegnanti dell'Oregon: "In
Cina
a giocare a Ping Pong, ma sei sicura?". Dal Jong Lee, di origini coreane, aveva avuto il padre, due fratelli e una sorella uccisi in guerra e rifiutò.
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10:12
John Tannehill, diciotto anni, si presentò con un jeans blu assai di moda e Connie Sweeris con dei pantaloni viola a gamba larga, assai anni settanta. Nove tra giocatori e giocatrici, sei dirigenti, loro sbarcarono senza sapere niente della
Cina
e in
Cina
scoprirono, non sapevano che nel frattempo l'uomo era sbarcato pure sulla luna. Rimasero per una settimana, visitarono la
Grande Muraglia
, il palazzo proibito, giocarono alcune amichevoli contro i più forti al mondo. Quando Cowan capì che gliele stavano facendo vincere di proposito, davanti a diciottomila spettatori gridò al suo avversario: "Guarda che ti avrei battuto lo stesso". Non era vero.
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11:04
I dirigenti americani avevano solo paura che facesse qualche scemenza mandando tutto all'aria, lui aveva innescato il grande passo e lui era così immarcabile da poterlo far finire in uno sgambetto. Prima di partire lo avevano spinto a liberarsi del fumo, gettando tutto nel gabinetto e adesso lui se ne andava in giro a chiedere se Mao fosse davvero vivo o morto.
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11:35
E tutto, dopo, tutto diventò troppo più grande di lui. La visita di stato di Nixon e quella dei cinesi l'anno seguente alla Casa Bianca. Loro, gli artefici del disgelo, erano diventate delle star da mettere sulle copertine di tutti i magazine e lui, il primo motore di ogni cosa, non resse, girava tra radio, tv e ospedali, cadde in depressione, prese a drogarsi. Diceva di essere il fratello di
Mick
Jagger e si firmava MGM: Mao Glenn Mick, iniziò a vendere scarpe, si sposò e si separò nel giro di due anni, vendette casa, andò a dormire sotto un ponte. Sarebbe morto nel duemila quattro per un attacco di cuore.
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12:35
Anche Zhuang aveva avuto i suoi guai, era stato il capo delegazione della visita negli
Stati Uniti
, Ministro dell'educazione fisica al ritorno in patria, ma avrebbe pagato nel tempo la sua vicinanza alla cerchia di Mao. Era stato caro a Jiang Qing, la moglie di Mao, un colluso, lo esiliarono. Finì in prigione con la colpa ulteriore di possedere un orologio svizzero.
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13:04
Perse tutto, tentò il suicidio, quando uscì trovò un lavoro come spazzino. Aveva sempre quella maglia, la maglia con il verso di Lennon e McCartney Lei it be, lascia che sia, la maglia con il simbolo della pace. Non aveva mai dimenticato quel tipo strano che gliel'aveva regalata, così appena fu possibile, quando a ridosso delle Olimpiadi di
Pechino
duemila otto, la
Cina
volle mostrare al mondo il suo volto più cordiale, Zhuang poté fare l'ultima cosa che gli stava a cuore, volare a
Los Angeles
dalla madre di Glenn. Non averti più rincontrato, scrisse in una lettera al suo improbabile amico, è il rimpianto più grande della mia vita.
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14:01
Si erano incrociati per sbaglio, avendo in comune solo l'amore per questo gioco così buffo e così diffuso, cominciato con un tappo di champagne come pallina, scatole di sigari per racchette e qualche libro usato al posto della rete. Così almeno narra la leggenda della sua fondazione, non meno improbabile del racconto sulla nascita di
Roma
, tic toc, titic titoc, Ping Pong.
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14:38
Questo strano rumore che fa sul tavolo a ogni rimbalzo aveva portato addirittura un po' di pace in più nel mondo, in fondo bastava volerlo, come sempre basta un ragazzo che perde un pullman è un altro che abbia voglia di parlargli.
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15:08
Rimbalzi è un podcast di Angelo Carotenuto prodotto da Chora Media, la cura editoriale è di Francesca Milano, la producer è Monica De Benedictis, la post-produzione e il sound design sono di Filippo Mainardi, la supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli.
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