Wednesday, May 25, 2022 • 17min

Ep.3: Nicola e la meccatronica fra le montagne

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Ricevere diverse offerte di lavoro prima ancora di laurearsi non succede a tutti. É accaduto a Nicola Vicari, tra i primi ad aver ottenuto a Bologna una laurea ad orientamento professionale in meccatronica. Siamo andati a trovarlo a Borgo Chiese, un paesino nella provincia di Trento dove lavora in un'azienda internazionale svolgendo proprio il lavoro che desiderava fare. Tra il suono della natura e quello del motore della sua moto, Nicola racconta come ha superato la paura di non farcela nei primi mesi di università, e di come gli studi gli abbiano insegnato un nuovo modo di pensare.
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Talking about
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Speakers
(2)
Adrian Fartade
Nicola Vicari
Transcript
Verified
00:10
Questa serie è promossa da Super, la fondazione nata in Emilia Romagna dalla collaborazione tra le università, le aziende e l'associazione degli ITS per promuovere e sostenere le lauree ad orientamento professionale e in generale la formazione di tipo tecnico.
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Adrian Fartade
00:31
Il suono di un fiume in montagna mi ricorda tantissimo la mia infanzia. I periodi trascorsi tra i monti della
Transilvania
, da cui originale la mia famiglia erano pieni di scenari così, anche se non è esattamente lo sfondo che mi sarei aspettato per parlare di meccatronica.
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00:46
Eppure siamo nel posto giusto. Ci troviamo a
Borgo Chiese
, in provincia di
Trento
, ma molto vicino al confine con la provincia di
Brescia
. Qui vive Nicola Vicari, un ragazzo di ventitré anni che si è appena laureato in Ingegneria Meccatronica a
Bologna
.
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Nicola Vicari
01:02
Qua siamo a circa seicento metri da casa mia, ma tutto tutto il paese misura una larghezza di circa cinquecento metri e una lunghezza di tre chilometri, due chilometri e mezzo. Quindi è molto piccolo. Qui vicino c'è persino un paese da quaranta abitanti.
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Adrian Fartade
01:18
Borgo Chiese
ne ha meno di duemila di abitanti. Ha una forma tutta allungata che si è sviluppata nell'insenatura di una valle e non ha una stazione ferroviaria. Per raggiungerlo con i mezzi pubblici bisogna prendere un autobus, come quello in cui saliva Nicola all'alba durante gli anni delle superiori, per frequentare l'istituto tecnico a
Riva del Garda
.
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Nicola Vicari
01:37
Avevo la corriera di linea che mi portava avanti e indietro tutti i giorni, e ci mettevo un'ora e mezza andare un'ora e mezza a tornare, perché i chilometri son solo quaranta però in realtà ci sono due passi di montagna da fare in mezzo e quindi il tragitto diventa abbastanza lungo.
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Adrian Fartade
01:53
È forse anche questa la ragione che lo ha spinto a coltivare fin da piccolo quella che definisce una delle sue più grandi passioni.
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02:08
La moto di Nicola è stata ferma per un po' in garage, ma ora che il motore si è scaldato è pronto a partire.
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02:20
Io sono Adrian Fartade e questo è Passaparola, un podcast di Chora Media. Nel corso di tre puntate incontreremo tre studenti e chiederemo loro di raccontarci le loro storie, dandoci informazioni e consigli per gli studenti futuri.
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02:36
Dal garage siamo saliti nell'appartamento in cui vive Nicola. Ci mettiamo nel suo studio per non disturbare i genitori.
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Nicola Vicari
02:42
Ho scelto di vivere coi miei genitori per poter risparmiare più soldi possibile, per poi fra uno o due anni poter scegliere di andare da solo.
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Adrian Fartade
02:51
Nicola non vuole spendere ovviamente tutto quello che guadagna in un affitto. Un problema questo, che affligge molti lavoratori in
Italia
, giovani e meno giovani, e ora ha buone speranze di mettere da parte anche qualche risparmio.
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03:03
Non ha quasi fatto in tempo a laurearsi, lo scorso dicembre, che già aveva un lavoro e uno stipendio.
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Nicola Vicari
03:08
Ho fatto una decina di colloqui e sette di questi colloqui si son trasformati in proposte di lavoro. E sei di questi non li ho cercati io. Eran loro che mi telefonavano.
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Adrian Fartade
03:19
Non posso comprendere Nicola fino in fondo, perché io di colloqui in realtà ne ho fatti pochi. L'ultimo, e più importante una decina di anni fa, a ventiquattro anni e l'ho fatto con me stesso. Una mattina mi sono svegliato, ho indossato una camicia e una cravatta sopra il pigiama, e mi sono messo davanti allo specchio e mi sono assunto per lavorare con me stesso, in modo autonomo.
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03:39
A tempo indeterminato, ovviamente, ma mi rendo conto che per chi si affaccia al mondo del lavoro una delle difficoltà più grosse è proprio fissare dei colloqui per potenziali lavori davvero interessanti.
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03:51
Da dove si parte? Dai siti di annunci, da un'agenzia, da
LinkedIn
? Nicola è stato contattato tramite l'università, ancor prima di finire il suo corso di laurea ad orientamento professionale in meccatronica. Il corso, infatti, è nato proprio dalla collaborazione con aziende
dell'Emilia Romagna
e questa connessione fra le materie di studio e il mondo del lavoro l'ha sentita da subito anche in aula.
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Nicola Vicari
04:14
Una cosa che mi hanno insegnato durante il corso di meccatronica, grazie a un professore che è stato un luminare dell'automazione in
Italia
e che ho potuto avere come professore di informatica, è proprio che dagli anni Ottanta, grazie appunto all'inizio dell'espansione della meccatronica e allo sviluppo di tecniche per utilizzarla in modo corretto e a pieno potenziale.
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04:45
Proprio nella Packaging
Valley
, quindi in
Emilia Romagna,
sono nate moltissime aziende che hanno sfruttato questo fattore a loro vantaggio per diventare leader in
Italia
- ma forse, penso, anche in
Europa
-nella produzione di packaging.
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Adrian Fartade
05:03
Nicola ci ha ricordato che, tra i settori industriali più forti in
Emilia Romagna
, c'è quello delle piadine.
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05:09
No, ok. Però, vicino, perché riguarda quello che impacchettiamo, imbottigliamo, inscatoliamo. Tutto il packaging viene fatto molto spesso in
Emilia Romagna
, soprattutto le macchine in questo caso servono per impacchettare alimenti, bevande, ma anche prodotti per l'igiene, farmaci e sigarette. Insomma, dalla passata al pomodoro al balsamo per capelli.
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05:30
La funzionalità di questi macchinari viene sviluppata e ottimizzata nell'ambito della meccatronica, ed è quindi arrivato il momento di chiarire un punto: cos'è di preciso la meccatronica?
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Nicola Vicari
05:40
Praticamente la meccatronica e la gemella dell'automazione, ovvero contiene al suo interno le materie di informatica, elettronica, elettrotecnica e meccanica.
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Adrian Fartade
05:50
Nicola ci fa anche un esempio, applicato al mondo dei veicoli.
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Nicola Vicari
05:53
Una volta, i veicoli erano praticamente puramente meccanica. C'era il motore, il carburatore, il serbatoio, lo sterzo che era un piantone che arrivava direttamente all'asse delle ruote. Poi, col passare degli anni, si è voluto prima di tutto migliorare le prestazioni dei veicoli. In secondo luogo, anche migliorare i consumi e quindi renderli più vivibili.
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06:20
E quindi è iniziato quel processo di unione tra la meccanica e, prima l'elettronica e basta, e poi con dell'elettronica generica come una centralina che poteva essere programmata attraverso l'informatica, in modo da poter, analizzare dei comportamenti, ma anche migliorare dei processi che avvenivano prima solo in modo meccanico, e quindi ci si basava solo sulla precisione meccanica delle regolazioni.
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06:51
E ora invece si può invece interagire proprio a livello di logica, tramite un software particolare che permette di attuare certi comportamenti in base alle necessità. Quindi diciamo che, ormai, al mondo d'oggi non c'è più niente di solo meccanico, solo elettrico, solo informatico, ma è tutto amalgamato.
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Adrian Fartade
07:12
La passione con cui Nicola ci racconta quello che fa mi è molto familiare e la riconosco perché per entrambi è nata quando eravamo bambini. Io ora mi occupo di divulgazione scientifica, astronomia e ho ancora vivo nella memoria il cartellone con i pianeti che avevamo a scuola. Mi sembra di averlo davanti.
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Nicola Vicari
07:29
La mia famiglia ha una piccola azienda che, sin da quando avevo cinque, sei anni, aveva già al suo interno alcuni macchinari che funzionavano in modo semiautomatico, diciamo in cui l'operatore premeva un pulsante, la macchina faceva qualcosa, magari di estremamente gravoso, come alzare centinaia di chili.
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07:52
E io da piccolo rimanevo lì, sbalordito, a pensare come poteva essere che premendo un pulsante succedevano delle cose che non c'entravan niente con la pressione di un pulsante.
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Adrian Fartade
08:06
La curiosità per quel pulsante ha accompagnato Nicola negli anni, fino alla scelta delle scuole superiori.
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Nicola Vicari
08:11
Da piccoli si vuole fare il pompiere, l'astronauta... Io volevo fare lo scienziato, quindi avevo in mente di fare lo scienziato. Però non volevo fare il liceo, perché mi sembrava troppo teorico, allora ho scelto di fare le ITT perché mi piaceva l'aspetto, diciamo delle della fisica legata all'elettricità.
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08:28
E così, per pura passione dell'elettricità, mi sono iscritto a Elettronica elettrotecnica, che poi durante gli anni di superiori questa passione per l'elettricità in realtà si è trasformata in una passione per l'automazione, perché mi sono reso conto che alla fine l'elettronica o l'elettrotecnica in generale da sola non fa niente.
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Adrian Fartade
08:51
Una volta ottenuto il diploma dell'istituto tecnico, Nicola non ci pensava neppure a fare l'università. Di nuovo, veva paura di cascare in un mondo di teorie, che poi non sapeva come riportare alla pratica.
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Nicola Vicari
09:02
La mia idea, in realtà, era proprio andare direttamente a lavorare. Poi, per puro caso, ho scoperto questo corso di Ingegneria meccatronica professionalizzante.
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09:11
E allora ho provato ad entrarci, perché non avevo molto interesse nel diventare il classico ingegnere tutto ufficio, ma di essere più che altro la figura di che mette in comunicazione il tecnico che opera in officina o comunque che va effettivamente a montare la macchina e risolvere i problemi, con l'ingegnere che progetta tutta la parte di, ad esempio nel mio caso, la progettazione software.
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Adrian Fartade
09:39
In
Italia
si dice che chi comincia bene sia già a metà dell'opera, ma quando questo non accade la paura di non farcela si trasforma in un ostacolo difficile, a volte impossibile da superare.
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09:50
A meno che, ovviamente, uno non sia abituato come Nicola a salire e scendere dalle montagne. E, prima, viene la salita.
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Nicola Vicari
09:57
Il mio percorso universitario è iniziato un po' travagliato, perché ero già partito con l'idea che non ce l'avrei mai fatta. Il mio test d'ammissione era andata molto male, cioè non è che era andato molto male, avevo superato la soglia minima di pochissimo. Quindi già ho detto, cavolo, non riuscirò mai a fare bene in questa università.
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10:21
Quindi mi ero dato una deadline, e a dicembre-gennaio avrei del primo anno avrei deciso se effettivamente avrei continuato o meno gli studi. I primi tre mesi, e quindi da settembre a dicembre, sono stati duri, però volevo dare il massimo per dimostrare a me stesso che nel caso l'avessi fatta vuol dire che potevo arrivare in fondo, e nel caso invece avessi fallito, avrei capito che nonostante avessi dato il massimo, non faceva per me.
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10:52
Invece, ho fatto come primo esame l'esame che reputo il più difficile di tutti e tre anni, Fondamenti di matematica, che comprendeva Algebra uno e Analisi uno e un po' di Analisi due e anche l'utilizzo di un programma chiamato Matlab, ed era veramente tosto come esame.
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11:11
L'ho eseguito i primi giorni dopo la fine delle lezioni, dopo il primo semestre. E appunto, ciò contro ogni previsione, sono riuscito a passarlo e allora lì mi sono convinto che potevo farcela e potevo arrivare in fondo.
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Adrian Fartade
11:29
Per Nicola la svolta è arrivata nel momento in cui ha capito che stava finalmente cominciando la discesa. Anche se, come dice un detto rumeno, non bisogna mai pensare che la discesa sia meno impegnativa.
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Nicola Vicari
11:41
Da lì in poi, sia l'esperienza emotiva dell'università è migliorata perché comunque ci si iniziava abituare agli standard universitari e a come fare gli esami, ma anche dal punto di vista di rendimento, quindi dei risultati, piano piano sono aumentati i voti.
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11:59
Poi ho conosciuto molti compagni, molti tra virgolette perché comunque eravamo a numero chiuso, quindi a lezione eravamo circa una ventina. Non eravamo, come in altre ingegnerie, centinaia di persone che cercano posto nelle aule.
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12:15
E, forse, questa è stata una delle cose che sono piaciute anche di più, il fatto che fosse a numero chiuso permetteva un rapporto molto stretto con i professori, e infatti capitava spesso dei professori che ci chiamassero proprio per nome.
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Adrian Fartade
12:28
Nicola ha avuto la possibilità di seguire tutte le lezioni online, ma ha frequentato il più possibile i corsi in presenza. Ovviamente, le occasioni sono state un po' limitate dalla pandemia. Comunque sia, da remoto o di persona, il suo più grande consiglio per gli studenti futuri è quello di seguire i corsi.
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Nicola Vicari
12:44
Per fare ingegneria, in generale, bisogna frequentare le lezioni, perché è proprio un altro modo di studiare quello di frequentare le lezioni e poi studiare quello che si è imparato durante lezione rispetto a studiare e basta sui libri.
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12:60
A parte che studiare e basta sui libri proprio non va bene, a livello ingegneria, perché effettivamente c'è una differenza abissale tra andare a un esame avendo studiato sui libri e basta, e andare all'esame avendo almeno studiato gli appunti che si è presi in aula.
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Adrian Fartade
13:18
La convinzione che frequentare i corsi fosse fondamentale ha portato Nicola a lasciare Borgo Chiese e a trasferirsi prima a Bologna e poi a Imola, dove ha fatto lo stage. Non è stata una scelta così facile per lui. Ha sempre sofferto le grandi città e non gli è piaciuto stare a
Bologna
. A
Imola
è andata un po' meglio, forse anche perché si è portato dietro la moto, per esplorare il paesaggio circostante.
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Nicola Vicari
13:38
Vedere quei paesaggi lì, magari anche collinari, che io non avevo mai visto le colline, è stata un'esperienza indimenticabile, me lo ricorderò per sempre quei paesaggi. Poi giù lì c'è anche proprio un mondo motociclistico diverso. Qui è difficile trovare uno del luogo con cui parlare di moto. Lì invece, praticamente, vai al bar e nove ragazzi su dieci sanno di moto, seguono le moto, è tutto un altro mondo.
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Adrian Fartade
14:07
Ma a Nicola mancava proprio
Borgo Chiese
. La cosa bella è che, a differenza di molti studenti che dopo una laurea fuori sede non possono neppure pensare di tornare dal paese da cui vengono, perché non avrebbero la possibilità di lavoro, Nicola sapeva che a due passi da casa sua c'era un'azienda in cui avrebbe potuto fare proprio il lavoro che desiderava.
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Nicola Vicari
14:27
Poter lavorare immerso nella natura, in un paesino tranquillo, lavorando comunque per un'azienda che è internazionale, quindi ha più di duecento dipendenti, secondo me è un'opportunità che a pochi capita, anche solo pensare di avere un'azienda del genere nel proprio paese.
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Adrian Fartade
14:48
Non sentirsi costretti ad allontanarsi da quella che si reputa la propria casa per poter lavorare è tutt'altro che scontato. La mia vita è stata segnata da questa necessità.
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14:57
Mia madre, per esempio, era laureata in chimica e, quando ero piccolo, lavorava in una fabbrica vicino a casa, a capo di un team che sviluppava formule per tipi diversi di carte. Poi la fabbrica ha chiuso. Prima ha trovato lavoro in una fabbrica italiana, aperta vicino alla nostra città
, Bacau
, dove cuciva capi di abbigliamento per circa ventotto euro al mese. Poi, ha deciso di raggiungere mio padre, ed è venuta in
Italia
.
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15:19
Il fatto che Nicola possa tornare nel suo paese senza rinunciare al suo sogno mi fa pensare a quanto sia importante tenere un legame vivo con le attività economiche locali, soprattutto quando sono ambiziose e investono sull'idea che i propri dipendenti possono crescere professionalmente. Ed è anche questa consapevolezza di poter crescere che Nicola ha trovato nei suoi studi universitari.
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Nicola Vicari
15:39
Perché l'università di ingegneria non è soltanto un corso che ti fornisce certe competenze, ma è anche un corso che ti forma a pensare in un certo modo, ad affrontare i problemi in un certo modo, indipendentemente dalla natura di questi problemi.
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Adrian Fartade
15:60
Imparare a pensare. È questo che mi auguro che gli studenti cerchino all'università. Non un certificato che permetta loro semplicemente di ottenere un lavoro, magari spinti solo dalla necessità o pressione sociale. Perché il mondo del lavoro cambia, noi cambiamo.
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16:16
Spesso finiamo per identificarci con il nostro lavoro o, addirittura, con l'azienda per cui lavoriamo. Questo accadeva molto nelle generazioni passate, in cui magari si manteneva il famoso posto fisso per decenni, ma ora non è più così. Sarebbe un rischio credere che lo sia. Noi non siamo il nostro posto di lavoro, noi siamo quello che ci piace fare.
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16:35
L'università può aiutarci a capire questo: come trasformare una passione nel lavoro che vogliamo fare da grandi.
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16:52
Passaparola è una serie prodotta da Chora Media per la Fondazione Super - Scuola Universitaria per le Professioni Tecniche Emilia Romagna, nata dalla collaborazione tra le università, le aziende e le associazioni degli ITS per promuovere e sostenere le lauree ad orientamento professionale e in generale la formazione di tipo tecnico. È stato scritto da Francesca Berardi, che ha realizzato anche le registrazioni di presa diretta.
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17:15
Le registrazioni in studio sono di Andrea Girelli L'editing, le musiche e il sound design sono di Cristiano Lo Mele, con le musiche addizionali su licenza di Macchiavelli Music. La producer è Anna Nenna. La cura editoriale è di Sara Poma. Per saperne di più, visita il sito di Super: super.unier.eu/it.
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🇮🇹 Made with love & passion in Italy. 🌎 Enjoyed everywhere
Build n. 1.38.1
Adrian Fartade
Nicola Vicari
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