Saturday, Jun 18, 2022 • 30min

Puntata 8: Margherita Sarfatti

Play Episode
Ai primi del ‘900 la letterata Margherita Grassini fu la prima donna in Europa ad occuparsi di critica d’arte. Tuttavia, oggi viene comunemente ricordata soprattutto perché, pur provenendo da una famiglia ebrea, negli anni ‘10 diventò amante di Mussolini pianificandone la politica culturale e influenzandone il pensiero, fino alla svolta delle leggi razziali, quando per lei divenne opportuno espatriare. All'estero continuò a mantenere interesse per la cultura italiana, ritornò in patria solo alla fine del secondo conflitto mondiale.
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Talking about
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Speakers
(4)
Serena Dandini
Daniela Ferrari
Margherita Sarfatti
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Transcript
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Serena Dandini
00:12
Che la storia dell'arte sia piena di figure femminili non è certamente una novità, c'è il vizio però, pessimo, di tendere a indicarle come la fonte dell'ispirazione artistica. La fonte d'ispirazione per chi, scusate? Eh, già: noi le muse, loro i creatori.
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00:30
Ecco, io qui voglio invece raccontare un'altra storia: una storia di conquiste professionali, di coraggio, passione e tenacia, in nome dell'arte, della sua scoperta, custodia e promozione. Otto ritratti di donne che hanno vissuto e lottato per l'arte e la cultura. Sono Serena Dandini e vi presento Paladine, una serie podcast realizzata da Chora Media per la Direzione Musei del Ministero della Cultura.
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00:59
Oggi vi racconto la storia di
Margherita Sarfatti
.
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Margherita Sarfatti
01:11
Io non sono la signora Pinco, suocera del conte Gaetani. Sono
Margherita Sarfatti
, scrittrice, madre della più giovane medaglia d'oro italiana, moglie di
Cesare Sarfatti
.
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01:23
Sansepolcrista in marcia su
Roma,
con una personalità morale, intellettuale e politica propria, ben conosciuta, insindacabile da tutele familiari o altre di qualsiasi genere. Se il Duce o il
Governo
del mio paese hanno alcunché da comunicarmi, intendo che ciò avvenga direttamente e personalmente, in modo esplicito e responsabile.
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Serena Dandini
01:46
Storica dell'arte, critica d'arte, curatrice ante litteram, giornalista e scrittrice,
Margherita Sarfatti
è un'intellettuale poliedrica e vivacissima, difficile da afferrare. Se c'è un luogo che più di ogni altro può parlarci di lei, questo è il Mart, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
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02:06
Qui è custodito il suo archivio, come ci racconta Daniela Ferrari, attuale curatrice del museo.
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Daniela Ferrari
02:13
Il
Mart
contiene qualcosa di preziosissimo, che è l'archivio di
Margherita Sarfatti
. Un archivio che ci permette di studiare a fondo la donna, la storica dell'arte, la studiosa, una donna che è veramente un caleidoscopio di idee, di spunti, di spunti di riflessioni, come un prisma con talmente tante sfaccettature che ogni volta che si entra nel suo mondo si scopre qualcosa di nuovo da approfondire e da studiare.
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Serena Dandini
02:44
Margherita nasce a
Venezia
l'otto aprile del mille ottocento ottanta, in un'agiata famiglia ebrea, i Grassini, molto ben inserita nel contesto politico e culturale della città.
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02:55
Un palco alla Fenice, una gondola sul
Canal Grande,
un'istitutrice svizzera a disposizione.
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Daniela Ferrari
03:02
C'è un episodio davvero curioso che riguarda la vita, diciamo, dei bambini Grassini, che avevano un'istitutrice svizzera, perché si sapeva quale giorno della settimana fosse, semplicemente perché, per ogni giorno della settimana, l'istitutrice faceva parlare i bambini una lingua diversa, quindi per le calli veneziane, riuscivano a riconoscere quale giorno della settimana fosse a seconda della lingua che parlavano i bimbi in passeggiata.
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Serena Dandini
03:32
Crescendo, la padronanza delle lingue straniere le permetterà di leggere in lingua manoscritti di filosofia, letteratura, storia dell'arte.
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03:40
Margherita non è mai paga, perché voracemente affamata di cultura, di sapere, di voglia di conoscere.
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Daniela Ferrari
03:47
Margherita Sarfatti è riuscita a vivere la propria giovinezza facendo tesoro delle sue possibilità economiche e sociali. Avrebbe potuto essere una giovane fanciulla qualsiasi, crescere nella bambagia, la più piccola di casa, e invece ha deciso di coltivare i suoi interessi, i suoi interessi anche sociali, i suoi interessi anche politici.
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Serena Dandini
04:16
Diventa socialista, giovanissima, cosa piuttosto inconsueta per una fille de famille. Non è ancora maggiorenne, quando invia il suo primo articolo, anonimo, alla redazione dell'Avanti, il giornale socialista appena fondato.
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04:31
Il padre cercherà di ostacolare la fede negli ideali socialisti della piccola di casa, ma l'istruzione non convenzionale che ha pensato per lei assegnandole tre tutori di eccellenza, scelti tra intellettuali di primissimo piano nella Venezia dell'epoca, non fanno altro che stimolare l'intelletto e la sensibilità di questa talentuosa fanciulla che diventa sempre più autonoma nei suoi interessi.
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Margherita Sarfatti
04:54
A tredici anni mi innamorai della pittura, a quindici di un'idea, a sedici di un uomo, a diciassette sposai nello stesso tempo le lettere, le arti, questa idea e quest'uomo.
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Serena Dandini
05:09
Si sposa, infatti, col socialista, anch'esso di famiglia ebraica,
Cesare Sarfatti
, un avvocato ben più grande di lei. Un amore immediato, che inizialmente viene ostacolato, ma che poi porta alle nozze celebrate con Margherita, appena diciottenne.
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05:26
Il viaggio di nozze a
Parigi
, certamente. La Ville Lumiere è al culmine della
Belle Epoque
, e in essa arte e vita si fondono. Margherita tornerà piena di suggestioni, portando con sé lo spirito della città che anticipa i tempi. Per questo, da
Venezia,
decideranno di trasferirsi a
Milano,
che a inizio Novecento è in pienissima evoluzione.
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Daniela Ferrari
05:53
Si trasferiscono a Milano perché, naturalmente,
Milano
è una città viva, è davvero la città che sale, come l'aveva definita in un quadro Boccioni, ed è una città ricca di spunti culturali, sociali, ma naturalmente anche letterari e artistici.
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Margherita Sarfatti
06:15
Il rombo della piazza, col carosello giallo dei tram e lo scorcio del suo affannoso formicolio nero, riempiva ondate come la marea. Quella hall del transatlantico, tutta baie di archi vetrati.
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Serena Dandini
06:48
Quando i Sarfatti si stabiliscono a
Milano,
impegnati nella causa socialista, immediatamente vengono a contatto con il salotto di
Filippo Turati
e
Anna Kuliscioff
.
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Margherita Sarfatti
07:00
Il salotto che comanda L'Italia. Lì vibra la fucina intellettuale e il cervello regolatore della vita socialista e politica della città.
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Serena Dandini
07:10
Margherita assiste alle discussioni, ascolta e osserva. Con la Kuliscioff il dialogo non è facile, Margherita appartiene a un'elitè a cui non vuole, in verità, per nulla rinunciare. E la discussione si accende proprio sulla condizione femminile, un tema che le sta molto a cuore.
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Margherita Sarfatti
07:28
Tutti si battono nel nostro nome, tutti pretendono di volerci difendere. Tutti hanno in bocca, non garantirei li abbian nel cuore, soltanto i nostri interessi. A noi non resta che applaudire e dire grazie tante. E se invece ce li lasciassero difendere a noi, i nostri interessi?
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Serena Dandini
07:50
Per la Kuliscioff, la liberazione delle donne è un fatto sociale e passa attraverso l'indipendenza economica. Margherita invece, ritiene che per liberare le donne servano educazione sessuale e coscienza della propria identità e, soprattutto, dei propri desideri.
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08:06
Questa è la donna emancipata, quella che realizza i propri desideri. A Margherita non verrà perdonato l'agio in cui si trova, nella sua classe alto-borghese, i gioielli con cui è vestita, eppure ha un'idea della donna modernissima e controcorrente.
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Daniela Ferrari
08:28
Margherita Sarfatti
è una donna libera. È una donna libera, dall'idea che mi sono fatta io, perché ha una vastissima cultura. Lei è entrata in questo mondo con un bagaglio culturale talmente ampio, talmente vasto che ha potuto affrontare anche la questione femminile e la questione del femminismo con una libertà tale che le ha permesso anche di sganciarsi da una visione che fosse troppo, troppo ristretta.
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Serena Dandini
08:57
La questione sociale è importante, ma il centro dei suoi interessi è da sempre l'arte. Un piacere che va esteso anche al proletariato. Infatti, nella sua visione, l'arte non è un diletto elitario. Al contrario l'arte ha un ruolo etico, di trasmissione di valori, edificante, di crescita per l'individuo.
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Daniela Ferrari
09:16
Per
Margherita Sarfatti
l'arte aveva un valore morale. Attraverso l'arte, inevitabilmente, poteva avvenire una conoscenza, una emancipazione e una comprensione maggiore del suo tempo. Lei sapeva che gli artisti avevano antenne lunghe ed erano ben capaci anche di in un certo senso, di essere preveggenti.
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Serena Dandini
09:40
E individua il suo ruolo. Serve qualche uno che sappia parlare d'arte alla gente, una sorta di intermediario tra opere e spettatore: la critica d'arte. Lei si sente tagliata per questo. Fin dalle prime esperienze sul giornale socialista Il Secolo Nuovo, scrivendo della Biennale di
Venezia
, viene notata per la capacità di saper cogliere e restituire l'idea che ha ispirato l'artista.
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Daniela Ferrari
10:04
Quando
Margherita Sarfatti
giunge a
Milano
ha già ben chiaro quelli che sono i suoi intenti, lei vuole crescere dal punto di vista, naturalmente, letterario, vuole crescere come storica dell'arte, e scrive per molteplici riviste e crea attorno a sé un mondo appunto di letterati, di artisti e pittori e scultori che frequenta abitualmente.
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Serena Dandini
10:33
Margherita Sarfatti
incontra
Umberto Boccioni
per la prima volta nel 1909, per una mostra alla Permanente e, tra opere che lei trova mediocri, spicca un'acquaforte che appartiene al pittore dal profilo tagliente.
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Margherita Sarfatti
10:48
Alto, zazzeruto, scattante, chiuso e corazzato dentro un maglione nero alla mugeek...
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Serena Dandini
10:56
E tra loro è subito intesa. Margherita gli procurerà contatti, committenze, lavori, tra cui le celebri copertine dell'Avanti, giornale su cui Margherita scrive. Boccioni la introduce, dal canto suo, al giro dei giovani artisti che vivono in periferia, tra le ciminiere e le case degli operai.
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11:17
Boccioni in quegli anni dipingerà alcuni dei capolavori della modernità: La città che sale, Gli stati d'animo (oggi esposti al MoMA di New York), Materia (esposto alla Collezione Peggy Guggenheim di
Venezia)
e scolpirà l'Antigrazioso, ispirato in pieno stile futurista, proprio al volto di Margherita, conservato alla Galleria Nazionale di
Roma
.
Margherita Sarfatti
lo definirà, qualche anno dopo, come il più grande pittore d'anteguerra.
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11:46
Ah sì, la guerra, la prima guerra mondiale, verso la quale
Margherita Sarfatti
e i futuristi saranno convinti interventisti. Del resto, proprio nel novembre del mille novecento quattordici, quella parte dei socialisti a favore della guerra si raccoglie intorno al Secolo
d'Italia
, il nuovo giornale fondato da
Benito Mussolini
.
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12:06
Il terribilista di Forlì è già stato notato da Margherita, che descrive così l'impianto del nuovo giornale.
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Margherita Sarfatti
12:13
Niente articoli editoriali anonimi e compassati, brevi colonne a carattere larghi, interlineate di spazi come linee di fuoco, urli di battaglia, motti di riconoscimento per l'amore e per l'odio. E quella firma elettrizzante che si correva a cercare con l'occhio: Mussolini, breve, apodittica, in calce a parole concitate e imperiose.
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Serena Dandini
12:38
E così
l'Italia
entra nel primo conflitto mondiale. Una guerra che porterà via, tra i tanti, anche il primogenito dei Sarfatti, arruolato volontario a diciassette anni, ed il migliore pittore dell'anteguerra,
Umberto Boccioni
.
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13:08
La morte del figlio e di Umberto, e la grande carneficina di quella prima guerra mondiale, segnano un cambiamento in Margherita e nella sensibilità degli artisti reduci dalle trincee. La fase provocatoria e destrutturante del Futurismo è ormai lontana e porta alcuni artisti verso nuove ricerche, a cercare nuove forme e più che a decostruire, a costruire con il colore.
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Margherita Sarfatti
13:36
Caro amico, ho ricevuto i quadri, sono veramente splendidi, specialmente la grande figura del bevitore. Non esito ad affermarlo con la consapevolezza di compromettermi e con la certezza di avere ragione. Un capolavoro.
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Serena Dandini
13:54
Scrive Margherita a Mario Sironi, l'artista saturnino e malinconico che ha già avvertito il dramma esistenziale dell'uomo moderno e che nell'anteguerra aveva dipinto Il ciclista, oggi conservato alla Guggenheim.
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Margherita Sarfatti
14:07
Leggero e formidabile. Ruote e muscoli, filiera di raggi e corpo incurvato, manubrio e cappello che balenano al sole.
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Serena Dandini
14:22
Nel settembre del 1922, un mese prima della marcia su
Roma,
alla Galleria Pesaro di
Milano
Margherita Sarfatti
raduna un gruppo di sette artisti: Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville,
Achille Funi
,
Gian Emilio Malerba
, Piero Marussig,
Ubaldo Oppi
e Mario Sironi.
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14:40
La proposta è quella di unirsi in gruppo e di esporre insieme. Pur nelle loro differenze, lei riconosce in loro il futuro dell'arte italiana. Una nuova fermezza dei volumi, una solidità delle forme, un sentore di moderna classicità.
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Daniela Ferrari
14:55
Questa meravigliosa attenzione dei pittori su questo ritorno all'ordine, che in realtà soffia su tutta
Europa
, ma che in
Italia
prende una piega ben precisa, che tra l'altro viene proprio teorizzata da
Margherita Sarfatti
con questo ossimoro che lei appunto crea e che definisce perfettamente la vocazione di questi artisti: moderna classicità. Quindi guardare all'arte classica, guardare agli antichi maestri, con uno sguardo moderno. Quindi non imitare, ma interpretare.
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Serena Dandini
15:41
L'autunno del 1922, come sappiamo, è segnato da un evento cruciale che determinerà per sempre il destino dell'Italia, un evento a cui Margherita partecipa attivamente.
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Daniela Ferrari
15:52
Margherita Sarfatti
è stata comunque una delle figure che ha sostenuto e che ha finanziato, anche, il fascismo e l'ascesa di Mussolini al potere. Senza di lei, senza la sua cultura, senza il suo sapere, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Aveva una fiducia, evidentemente malriposta, in quello che potevano essere le sorti del fascismo e, in un certo senso, è stata tradita dal punto di vista anche culturale.
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16:27
Lei aveva riversato moltissimo del suo, delle sue conoscenze nella genesi dell'ideologia fascista e, per certi aspetti, c'erano delle componenti che rientravano anche nella genesi della sua poetica come storica dell'arte. Quindi immaginiamo questi due momenti, quello artistico, ma anche quello politico, che stanno andando avanti di pari passo.
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16:60
Nel 1924
Margherita Sarfatti
espone i sei pittori di Novecento alla Biennale di
Venezia
, in una sala. Da sette sono diventati sei, perché ci fu la defezione di
Ubaldo Oppi
, che ottenne una sala personale grazie ad Oietti, che comunque anche lui espone naturalmente in questa sala importantissima alla Biennale.
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Serena Dandini
17:26
Nell'estate del mille novecento ventiquattro, Margherita è impegnata anche in un'altra grande impresa: la stesura di Dux, biografia di
Benito Mussolini,
che uscirà in prima battuta in inglese nel mille novecento venticinque e poi in moltissime altre lingue. Un caso editoriale straordinario.
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Daniela Ferrari
17:43
Dux è il risultato della capacità di
Margherita Sarfatti
di fare pubblicità, nel vero senso del termine, è stata un'operazione di marketing di un'intelligenza rara. A leggerlo, si rimane davvero stupiti di come lei sia riuscita a darci un'immagine di quest'uomo che, beh, non corrispondeva certamente alla realtà.
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18:08
E uno dei modi modelli di
Margherita Sarfatti
è comunque la grande romanità, e lei fa di tutto per trasferire questo modello imperiale romano nella visione del fascismo. Anche in questo lei ha sicuramente, ha sicuramente contribuito. È grazie a Dux che, in realtà, la figura di Mussolini prende la piega che ha preso.
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Serena Dandini
18:36
Ma torniamo alla biennale di
Venezia
del mille novecento ventiquattro con i sei pittori di Novecento. Ecco, l'esibizione non è il successo che
Margherita Sarfatti
si aspettava. Il gruppo appena costituito si sfalda.
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Daniela Ferrari
18:50
Ma
Margherita Sarfatti
rinasce come la Fenice, e rinasce ancora più forte perché nel mille novecento ventisei presenta il gruppo di Novecento Italiano. Mantiene questo nome, gli dà però una veste nazionale, quindi quel gruppo, per residenza, per la maggior parte lombardo, diventa in realtà il gruppo di pittori che deve rappresentare l'Italia. Li presenta, sono più di cento artisti che vengono appunto selezionati e invitati.
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19:23
Stiamo parlando di artisti davvero importantissimi. Oltre a quelli naturalmente che ho citato, che facevano parte del gruppo storico dei Novecento, contempla veramente una vastità di grandi dell'arte italiana. Dico solamente due nomi: Morandi e Casorati. Erano presenti anche loro con delle opere naturalmente molto importanti, rivoluzionarie.
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Serena Dandini
19:49
All'inaugurazione è invitata tutta la società che conta, e anche il Capo del
Governo
, il quale tiene un discorso che lo rappresenta come cultore delle arti.
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Benito Mussolini
19:58
Il Novecento è un anno importante perché segna l'ingresso di gran parte del popolo italiano nella vita politica. Non si può formare una grande nazione con un piccolo popolo, non si può governare ignorando l'arte e gli artisti.
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20:18
L'arte è una manifestazione essenziale dello spirito umano. Dichiaro che è lungi da me l'idea di incoraggiare qualche cosa che possa assomigliare all'arte di stato. L'arte rientra nella sfera dell'individuo.
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Daniela Ferrari
20:37
Il suo discorso verrà poi pubblicato sul Popolo
d'Italia
, un discorso che naturalmente aveva preparato
Margherita Sarfatti
stessa.
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20:47
Ecco, mi piace sottolineare che la maggior parte dei discorsi di stampo culturale, o comunque quelli più sottili, più fini, più ricchi dal punto di vista della cultura, erano in realtà frutto della mano di
Margherita Sarfatti
, della sua mente straordinariamente viva e capace di, in un certo senso, di indirizzare anche le sorti dell'arte e della politica italiana, fino a un certo punto naturalmente.
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Serena Dandini
21:22
Margherita, infatti, comincia a dare molto fastidio agli alti gerarchi fascisti, in particolare a Farinacci, che cercava di indirizzare l'arte italiana pompandola di retorica e piegando in un certo senso gli artisti a temi e voleri della propaganda nazionale.
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Daniela Ferrari
21:38
E infatti, poi avviene un momento che, come dire, è ben documentato da una lettera presente negli archivi del Mart. Siamo nell'estate del mille novecento ventinove, in cui Mussolini scrive in modo molto preciso a
Margherita Sarfatti
, con parole dure, che considerava l'arte pertinente all'esclusiva sfera dell'individuo e le chiede, anzi le impone, di non utilizzare più la sua figura, la figura del Duce, per promuovere Novecento Italiano. E Mussolini prende decisamente le distanze da Novecento e scrive:
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Benito Mussolini
22:29
Gentilissima signora, leggo un articolo nel quale ancora una volta voi temete l'apologia del cosiddetto Novecento, facendovi alibi del fascismo e del sottoscritto.
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Daniela Ferrari
22:39
Cioè, queste sono parole molto chiare, in cui Mussolini già fa una sorta di passo indietro. Del resto, probabilmente, in quel momento
Margherita Sarfatti
non era più così funzionale alla sua ascesa. Lui continua:
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Benito Mussolini
22:57
Lo disapprovo nella maniera più energica e di tale mio sentimento giungerà segno oggi stesso ai direttori dei due giornali. Questo tentativo di far credere che la proiezione artistica del fascismo sia il vostro Novecento è ormai inutile ed è un trucco.
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23:18
Non vi stupirebbe che alla prima occasione, in un modo esplicito, io preciserò la mia posizione e quella del fascismo di fronte al cosiddetto Novecento o a quel che resta del fu Novecento. Distinti saluti, Mussolini. Roma, 9 luglio 1929, settimo anno dell'era fascista.
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Daniela Ferrari
23:40
Ecco, queste sono le parole di Mussolini. Sono parole durissime. Però dobbiamo pensare che
Margherita Sarfatti
si era mossa in un modo molto libero. Cioè, lei aveva una sorta di potere in mano, che era quello delle sue molteplici relazioni culturali e artistiche, e aveva organizzato delle mostre straordinarie all'estero.
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24:06
All'estero lei era, come dire, una forza, e nelle sue molteplici conferenze, perché non stiamo parlando solo di mostre, ma anche di conferenze, quindi di vere e proprie dichiarazioni in cui lei si si esprimeva a chiare lettere, inevitabilmente mischiava arte e politica. Ma perché lei credeva fermamente in questo rapporto, in questo rapporto fecondo.
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Serena Dandini
24:33
Come ci dice Rachele Ferrario nel suo libro sulla regina dell'arte nell'era fascista. Mussolini si circonderà dell'analfabetismo culturale becero e violento dei camerati, dei Farinacci e degli Starace, che a quella donna facoltosa e più istruita di loro, intelligente e sessualmente libera, faranno la guerra attaccandola proprio sul suo stesso terreno. La Sarfatti non poteva impedire il maschilismo degli squadristi.
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25:02
Nel mille novecento trentadue, per le celebrazioni del decennale del fascismo, pur avendo prestato delle opere, Margherita non viene nemmeno invitata. Nonostante questo, lei continuerà a promuovere all'estero l'arte italiana e il fascismo in cui aveva creduto.
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Daniela Ferrari
25:18
Perché inizia a organizzare delle mostre di arte italiana all'estero, che sono veramente tantissime. Stiamo parlando di città come
Parigi
, ecco pensiamo a che cosa era a
Parigi
in quegli anni. Era il centro del mondo dal punto di vista artistico, e lei vi organizza più di quattro mostre, volendo proprio portare l'arte italiana, volendo sdoganare l'arte italiana e mostrare l'arte italiana fuori dai confini nazionali.
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Margherita Sarfatti
25:49
La parabola di Margherita Sarfatti arriva al suo compimento con l'emanazione delle leggi razziali. Margherita è bandita dalla vita pubblica italiana e, quasi con premonizione scrive:
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26:01
Se Mussolini e Hitler non muoiono subito, vedo un futuro pieno di orrori. Sangue, sangue, fiumi di sangue, scorrere e affogare il mondo.
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Serena Dandini
26:13
Riceve il privilegio di preparare il suo esilio insieme al figlio Amedeo all'estero. Sorte meno felice toccò alla sorella Nella e al cognato Paolo Herrera, che morirono deportati in Germania.
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26:33
Negli anni dell'esilio non cessa di lavorare. Pubblica cinque libri in spagnolo su Casanova, Tiziano, Giorgione e Vasari, ma non può scrivere d'altro per la salvezza della figlia Fiammetta e del resto della famiglia rimasti in
Italia.
Solo a guerra finita puntualizza ciò che deve nel libro My fault: Mussolini as I knew him (Il mio errore: Mussolini per come lo conoscevo).
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Daniela Ferrari
26:57
Margherita Sarfatti era una donna, e poche erano le altre donne che avevano una sorta di potere culturale o, comunque, che potevano influenzare il pensiero.
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27:11
Lei ci riesce fino a un certo punto, ma davvero erano pochissime queste figure femminili che attraverso la loro cultura possono determinare le sorti politiche, sociali e culturali
dell'Italia
di allora. È molto importante ricordarci che le regole di allora erano completamente diverse da quelle di adesso. Bastava poco per farti, in un certo senso, tacere.
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27:39
E
Margherita Sarfatti
in realtà è riuscita a far valere la sua voce perché aveva anche degli strumenti, anche economici, per riuscirci perché comunque lei ha avuto la possibilità di viaggiare, di scappare e di far valere il proprio valore in altri ambiti, in altre realtà.
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27:59
Quando Margherita torna in
Italia
e, naturalmente, subisce la cosiddetta damnatio memoriae e viene anche offesa, si guarda solamente all'aspetto negativo che è stato il suo apporto culturale.
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28:15
In realtà, saggio sarebbe riuscire a guardare a quel momento e alla sua figura nella complessità del suo rapporto con la politica di allora e avere, come dire, lo stesso atteggiamento che si ha per altri letterati che hanno operato in quegli anni.
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Serena Dandini
28:36
Il
Mart
deve a
Margherita Sarfatti
, oltre che la custodia del suo archivio, l'impronta stessa della sua collezione permanente. Qui sono custoditi alcuni dei principali capolavori del Novecento italiano: opere di Boccioni, Sironi, Casorati, De Chirico.
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28:51
Le altre sono sparse nei musei di tutto il mondo. È la preziosa eredità che ci ha lasciato questa prima critica d'arte e curatrice, una donna libera che vale la pena di conoscere e riscoprire ben oltre l'etichetta che le è stata data di amante del Duce.
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29:05
Un'etichetta che punta a sminuire, come tanto sovente si è fatto, l'operato di donne eccezionali, spesso solo riducendole alla componente sessuale. Margherita era molto di più, anche da questo punto di vista; era una donna libera, che tra i vari amanti ebbe anche il Duce.
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29:29
Io sono Serena Dandini e in questa puntata di Paladine vi ho raccontato la storia di
Margherita Sarfatti
con la voce di Orsetta De Rossi.
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29:38
Paladine è una serie podcast realizzata da Chora Media per la Direzione Musei del Ministero della Cultura. La puntata che avete ascoltato è scritta da Francesca Borghetti. La produzione esecutiva è di
Valentina Meli
. La post-produzione è di Stefano Tumiati. In redazione Anna Iacovino.
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30:01
Le registrazioni in presa diretta sono di Francesca Borghetti. Il fonico di studio è Ruben Stacchi. Ha partecipato Daniela Ferrari. Questo podcast è stato realizzato con il supporto di Cinecittà. Si ringrazia Archivio Luce.
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