Saturday, Jun 18, 2022 • 24min

Puntata 7: Sandra Pinto

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Per undici anni è stata direttrice della Galleria moderna di Palazzo Pitti a Firenze, poi dell’Archivio delle collezioni asiatiche in Italia al Museo Nazionale d’Arte Orientale. Quindi dal 1987 al 1994 Soprintendente per i beni artistici e storici del Piemonte e dal 1995 al 2004 Soprintendente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, della quale ha curato il restauro e il riallestimento. Ma è stata anche la storica dell’arte che ha rivalutato la pittura dell’800 e che per prima l’ha studiata direttamente sulle fonti - tanto che oggi il suo lavoro è un pilastro insostituibile per gli studiosi di tutto il mondo. Schiva e totalmente dedita alla promozione del patrimonio artistico italiano, non ha mai considerato importante il successo personale, così che i suoi meriti vanno ben oltre la sua popolarità.
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Talking about
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Speakers
(5)
Serena Dandini
Giovanna Capitelli
Michela Di Macco
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Transcript
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Serena Dandini
00:12
Che la storia dell'arte sia piena di figure femminili non è certamente una novità, c'è il vizio però, pessimo, di tendere a indicarle come la fonte dell'ispirazione artistica. La fonte d'ispirazione per chi, scusate? Eh, già: noi le muse, loro i creatori.
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00:30
Ecco, io qui voglio invece raccontare un'altra storia: una storia di conquiste professionali, di coraggio, passione e tenacia, in nome dell'arte, della sua scoperta, custodia e promozione. Otto ritratti di donne che hanno vissuto e lottato per l'arte e la cultura. Sono Serena Dandini e vi presento Paladine, una serie podcast realizzata da Chora Media per la Direzione Musei del Ministero della Cultura.
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00:59
Oggi vi racconto la storia di Sandra Pinto.
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01:11
Sandra Pinto? Finalmente qualcuno ne parla!
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01:15
È la reazione di chiunque abbia avuto occasione di lavorare con questa storica dell'arte riservata, infaticabile, preparatissima, quando si sente chiedere notizie su di lei e sul suo lavoro.
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01:27
Un nome che i non addetti ai lavori hanno sentito pronunciare poche volte, forse perché Sandra Pinto ha dedicato la vita alla ricerca e ai musei senza pensare mai al successo, né ai riconoscimenti personali, eppure all'estero è venerata come un guru nel suo campo.
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01:44
La storia dell'arte dell'Ottocento. Proprio lei che aveva iniziato la carriera scrivendo di arte contemporanea, funzionaria schiva e rigorosissima; per i suoi assistenti è stata un capo esigentissimo, mai banale, e sempre stimolante. I suoi allestimenti e il suo lavoro di ricerca entusiasmano ancora generazioni di studiosi.
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Michela Di Macco
02:09
Sandra Pinto era una donna veramente molto seria, aveva un senso etico della vita e del comportamento nella vita, che guidava e dettava tutte le sue attività. Non ha mai ripiegato.
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Serena Dandini
02:27
Sandra Pinto è un personaggio da scoprire. Attraverso i suoi scritti, le mostre e i musei che ha allestito: dalla Galleria d'Arte Moderna di
Palazzo Pitti
a
Firenze
, alle Gallerie Sabaude a
Torino,
fino alla Galleria Nazionale di Roma.
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Giovanna Capitelli
02:42
Sandra Pinto si batteva contro la superficialità, contro l'approssimazione e contro il pregiudizio, anche quello storico. Era una donna molto severa, però anche molto appassionata e quindi la severità veniva stemperata dalla passione.
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Serena Dandini
02:59
Un carattere d'acciaio su un corpo minuto. Sandra Pinto ha sempre lavorato nell'ombra, affrontando senza tentennamenti qualunque sfida, con una preferenza per quelle impossibili, come quella che incontra al suo primo incarico direttivo, quando arriva, nel mille novecento sessantanove, alla Galleria d'Arte Moderna di
Palazzo Pitti
.
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03:22
Mentre
Firenze
sta ritornando faticosamente alla vita, appare ancora più evidente la catastrofe provocata dall'alluvione. Milleduecento opere d'arte sono state gravemente danneggiate, tra cui gli ottocento dipinti custoditi negli scantinati della Galleria Degli Uffizi. L'ottanta per cento del patrimonio librario è in pericolo e ora decine di restauratori e di bibliofili sono all'opera per limitare i danni al massimo.
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Speaker 5
03:46
E tuttavia,
Firenze
si sta lentamente riprendendo da questa triste realtà di un tragico autunno, che ha colpito quasi un terzo del nostro territorio nazionale.
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Serena Dandini
03:55
Nella
Firenze
del post-alluvione che, a tempi di record e con grande efficienza, si è spesa nel recupero del suo patrimonio artistico, Sandra Pinto si ritrova davanti invece una galleria trascurata e dimessa, sorella povera delle grandiose sale della Galleria Palatina, dove si va per vedere la Madonna della Seggiola di Raffaello, la pittura del Cinquecento e le collezioni medicee.
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04:20
Lei deve vedersela con le collezioni dell'Ottocento, un periodo considerato marginale e di scarso valore dagli storici dell'arte dell'epoca. Inoltre, gran parte del materiale è accatastato nei depositi, in condizioni di conservazione disastrose.
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04:36
Ma Sandra non si tira indietro come racconta Giovanna Capitelli, professore associato di Museologia all'università di
Roma
Tre, che lavorerà con lei per alcuni anni.
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Giovanna Capitelli
04:48
Pensate, nella
Firenze
dove era appena morto, nel Settanta muore Roberto Longhi, che era lo storico dell'arte più importante
d'Italia
, forse il più ascoltato, colui che aveva dichiarato a chiare lettere che la storia dell'arte italiana si chiudeva con Tiepolo, quindi nel Settecento, perché l'arte ottocentesca italiana è un'arte periferica, un'arte provinciale. E lei, invece, si mette a fare il suo museo partendo dalla pittura più indigesta per il modernismo.
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05:17
E che cosa fa? Fa il recupero di questa pittura accademica, per certi versi incomprensibile ai contemporanei, e lo fa persino l'anno prima di quanto questa operazione sarà fatta a Parigi con una mostra che fa la storia degli studi che si chiama Equivoque, proprio su questa pittura accademica.
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Serena Dandini
05:37
Sandra Pinto decide di affrontare il nuovo compito a modo suo, cioè con un lavoro ciclopico. Comincia a catalogare e studiare tutti quei pezzi dimenticati, per capire la storia di ciascuno, la storia della collezione che li ha riuniti, la storia del committente che li ha ordinati e la storia dell'epoca che li ha prodotti.
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05:57
Un metodo che ha iniziato a sperimentare alla Galleria d'Arte moderna di
Roma,
durante il suo primo incarico con l'allora soprintendente
Giorgio De Marchis
.
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Giovanna Capitelli
06:07
Sandra Pinto nasce a
Roma
e nasce nel trentanove in una famiglia borghese, famiglia conservatrice, però entra all'università La
Sapienza
e diventa subito, potrei dire, una donna di sinistra. Immediatamente dopo, con una borsa di studio della
Sapienza
, va a lavorare alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, dove incontra
Giorgio De Marchis
.
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06:28
De Marchis era un filologo classico che lavorava però a Lagname ed era appassionato di contemporaneo, anzi era proprio amico degli artisti. E che cosa fa
De Marchis
insieme a Sandra? Diciamo, cominciano a trattare quei materiali della storia dell'arte con la stessa, con lo stesso metodo della filologia, quindi lavorano sui materiali utilizzando la stessa grammatura dello sguardo del filologo.
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Serena Dandini
06:55
Libera da ogni pregiudizio critico e da ogni influenza dettata dalla consuetudine accademica, Sandra Pinto a Firenze applica all'arte dell'Ottocento il criterio storiografico, come sperimentato sul contemporaneo con De Marchis.
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07:09
Studia un secolo di pittura non su resoconti o testi critici precedenti, ma analizzando direttamente i documenti, e ne trae le linee di connessione per progettare la sua esposizione. Il metodo Pinto è faticoso, ma è inattaccabile.
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Giovanna Capitelli
07:26
Prima si recuperano le opere d'arte, si fanno restaurare, poi si fotografano, poi si studiano gli inventari, si studiano le fonti e, solo in quel momento, si decide quale di loro allestire, come allestirle, che relazioni mettere l'una con l'altra, eccetera, eccetera.
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07:41
E tutto questo per ricostruire, per offrire un pezzetto di storia che era stata del tutto trascurata appunto, poi fisicamente lasciata nei depositi.
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Serena Dandini
07:52
Dal periodo fiorentino di Sandra Pinto, oltre alle due celebri mostre "Sfortuna dell'Accademia" e "Romanticismo storico", nasce un nuovo allestimento della galleria che ha sfidato il tempo e si può ammirare ancora oggi.
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Giovanna Capitelli
08:10
Offre alla città di
Firenze
e, in generale, all'Ottocento italiano, un nuovo tassello alla vista. E lo fa con una pulizia di allestimento, con una grazia, aveva una capacità straordinaria di mettere gli oggetti nello spazio, di farli dialogare.
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08:27
I suoi erano musei veramente parlanti. Certo, parlanti anche a un pubblico molto colto, perché erano musei pieni di riferimenti, erano musei, se vogliamo, particolarmente sofisticati intellettualmente.
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Serena Dandini
08:40
L'arte dell'Ottocento, incontrata per caso a
Firenze
, sta per diventare l'amore della vita di Sandra Pinto. Anni più tardi, riuscirà a portarla anche a
Roma,
con una mostra letteralmente maestosa.
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08:55
Borghesi! Borghesi! Borghesi!
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Serena Dandini
09:02
Negli anni della contestazione giovanile, studiare l'arte della restaurazione dell'Ancien Régime è già di per sé una scelta rivoluzionaria, che dimostra una grande libertà di pensiero.
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Giovanna Capitelli
09:14
Per lei c'era una forte urgenza, ed era quella della storia, di comprendere la storia, cioè non c'è angolo della storia che non merita la nostra attenzione, e per lei significava naturalmente capire l'Italia, non far finta che non c'è stato tre secoli di baronato, ma invece capire come funzionava questo baronato, anche in che modo questo baronato guidava le arti, il rapporto arte e politica, un rapporto anche fortissimo nella contemporaneità che lei viveva.
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Serena Dandini
09:43
Nei primi anni Settanta, il presente è fatto di tensioni politiche e spinte rivoluzionarie. Nella scuola, nella cultura e nell'arte tutto ciò che è elitario va combattuto e ripensato, mentre il mercato culturale si espande e allarga la sua fascia di adepti.
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10:01
Arte contemporanea, investimenti, speculazioni, mercato: questo è il tema di una tavola rotonda organizzata sotto l'egida di nuovi incontri dall'associazione piemontese Gallerie d'Arte Moderna. L'interessante dibattito ha puntualizzato il momento che sta attraversando il mercato dell'arte, argomento quanto mai di attualità oggi che un'opera d'arte uscita dall'ambito di uno stretto collezionismo, si è imposta sul mercato mondiale come un vero valore di investimento e, addirittura, come si riconosce ormai da più parti, come una delle forme di investimento più attuale.
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Serena Dandini
10:38
Gli artisti contemporanei, il primo amore di Sandra Pinto, sono coinvolti in prima linea in questo processo e Sandra, attenta alla storia e alla politica, non manca di prenderne le difese.
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10:50
"Arte per tutti" non può e non deve significare mercificazione.
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Sandra Pinto
10:56
Vediamo che i rotocalchi femminili già propugnano l'arte contemporanea in veste essenzialmente ed esclusivamente consumistica. Presto avremo il Carosello che ci raccomanderà di comprare la pittura di Fontana, magari perché è più bianca di un'altra.
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11:12
Quindi il museo d'arte moderna, invece di competere con il collezionismo privato, dovrebbe essere un laboratorio di nuove esperienze e un punto di incontro tra gli artisti e il pubblico.
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11:25
In questo modo la collettività e l'amministrazione pubblica offrirebbero agli artisti la possibilità di sottrarsi a quei condizionamenti che li costringono ad accettare la falsa funzione di decoratori, di arredatori, di produttori di beni di lusso per le classi privilegiate.
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Serena Dandini
11:43
Passa il tempo e l'eccellenza di Sandra Pinto non passa inosservata. Dopo cinque anni alla guida dell'archivio delle collezioni asiatiche del Museo Nazionale di Arte Orientale, nel mille novecento ottantacinque Giovanni Romano, allora soprintendente per i Beni Artistici del
Piemonte
, la chiama a
Torino
per seguire la ristrutturazione della
Galleria Sabauda
.
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12:05
Soltanto lei può, in quel momento storico, cimentarsi con i Savoia e le loro collezioni. Ai dipendenti della soprintendenza, Romano la presenta come "il generale Pinto". Tra di loro c'è anche Michela Di Macco, alla quale Sandra diventata soprintendente, affiderà la direzione della galleria.
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Michela Di Macco
12:24
Lei aveva una specialità singolare, che era quella di applicarsi sulle identità smarrite. E così fece a
Torino
, non tanto quando cominciò a lavorare per il riordino della
Galleria Sabauda
, ma il suo lavoro riguardò anche tutte le residenze reali che avevano fatto parte della storia della promozione delle arti dello stato sabaudo.
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Giovanna Capitelli
12:57
Per Sandra Pinto, il museo era il museo degli oggetti che vi sono contenuti, delle storie che gli oggetti raccontano. Ma era anche il museo che doveva raccontare il modo in cui gli oggetti erano stati raccontati dagli altri allestimenti. Per cui, nel caso della Sabauda, era un museo anche dinastico, un museo che raccontava il collezionismo dei diversi personaggi della famiglia Savoia.
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Michela Di Macco
13:24
Abbiamo avuto una grande sintonia. Certo, ci telefonavano alle due di notte, alle cinque di mattina, perché non c'era orario, non c'era, ma eravamo come dire all'unisono, in questo senso. Bisognava maturare, maturare, maturare e verificare, verificare, verificare, mettere in opera e mettere in opera e mettere in opera.
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Serena Dandini
13:45
Per Sandra Pinto non avere orari era normale, in una vita completamente dedicata ai suoi musei, senza distrazioni.
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Michela Di Macco
13:52
Il soprintendente Berti fiorentino si divertiva ad anagrammare i nomi dei suoi dipendenti e di Sandra fece questo anagramma straordinario: andar spinto. Era perfetto, perché non si fermava mai, non accettava mai di scegliere una via di mezzo, non si accontentava.
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Serena Dandini
14:21
Quando nel mille novecento novantacinque, Sandra Pinto torna a
Roma
come nuova soprintendente della Galleria Nazionale d'Arte Moderna, il museo dal quale la sua carriera era cominciata trent'anni prima, l'ex direttrice, la ormai leggendaria
Palma Bucarelli
, che l'aveva plasmato a sua immagine, vive ancora in un appartamento al suo interno.
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14:43
Per Sandra Pinto anche il lavoro della Bucarelli, tanto diversa da lei, è parte della storia del museo e, in quanto tale, va studiato e integrato. Come spiega Matteo Lafranconi, oggi direttore delle Scuderie Del Quirinale, che in quegli anni ha lavorato al suo fianco.
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Matteo Lafranconi
15:00
Sandra ha fatto un allestimento direi unico e, per certi aspetti, irripetibile. Nonostante, diciamo, la sua capacità di immaginare anche in maniera del tutto autonoma questo lavoro, non si è mai sognata di organizzarlo, senza basarsi sulla storia dell'istituzione e degli allestimenti che sono stati prodotti prima del suo, perché l'allestimento di un museo passa attraverso la capacità di stratificare il suo vissuto. È un'operazione complicata, ma allo stesso tempo tutte le complicazioni a cui è andata incontro Sandra Pinto erano complicazioni che servivano ad aumentare la ricchezza della sua offerta.
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Michela Di Macco
15:46
E lei, per la prima volta, ha guardato ai singoli direttori nel tempo e ricostruito la storia della galleria attraverso le scelte dei direttori. Guardi che è una cosa molto importante.
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Serena Dandini
16:04
A
Roma
si compie anche il percorso sull'Ottocento, iniziato a
Firenze
alla fine degli anni Sessanta. Sandra Pinto è la studiosa che codifica l'impianto di conoscenza di questa epoca storico-artistica. Una specie di sacerdotessa dell'Ottocento in arte.
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16:21
Nel duemila tre la mostra Maestà di
Roma
, che parte da un progetto dello storico dell'arte Stefano Susinno, è il capolavoro col quale Sandra Pinto corona decenni di attività. Il valore dell'arte nell'Ottocento è ormai riconosciuto. Ora va riscoperto anche il valore artistico e culturale di
Roma
in quel secolo.
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Giovanna Capitelli
16:40
Nel secolo delle nazioni,
Roma
ha costituito una specie di grande vivaio in cui sono nate molte scuole nazionali artistiche. Per esempio, la pittura russa nasce a
Roma,
questo nessuno lo sa, la scultura tedesca dei grandi prussiani nasce tutta a
Roma
alla scuola di Bertel Thorvaldsen. Gli spagnoli, la grande cultura spagnola dell'Ottocento, pure quella si fonda a Roma.
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Serena Dandini
17:05
Ben quattromila pezzi, esposti in tre sedi: la Galleria Nazionale d'Arte Moderna, le Scuderie Del Quirinale e Villa Medici, per raccontare la scena cosmopolita della
Roma
della prima metà dell'Ottocento quando, da
San Pietroburgo
a
Washington,
ci si ispirava al linguaggio della nostra capitale.
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Giovanna Capitelli
17:24
Il progetto si basava su un'idea molto chiara: l'Ottocento a
Roma
è un oggetto storiografico completamente dimenticato, rimosso. La Roma dei Papi è una Roma che il Risorgimento ha voluto mettere nel magazzino delle scope. E invece, la Roma dell'Ottocento è una
Roma
profondamente cosmopolita, universale.
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17:44
Un luogo di scambio di idee, un luogo di condivisione tra gli artisti di tutte le nazionalità, dove si parla una lingua che è la lingua dell'arte.
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Serena Dandini
17:56
Opere raccolte in tutto il mondo e allestite a tempo di record.
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Matteo Lafranconi
18:01
Un'impresa eroica dal punto di vista dell'ambizione degli obiettivi, rispetto al tempo e alle energie che si avranno a disposizione.
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18:09
Insomma, senza la sua caparbietà non ci sarebbe stato nessun risultato.
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Serena Dandini
18:15
Per questa impresa eroica, la Pinto riunisce una squadra di giovani studiosi, scienziati, storici, una comunità di esperti al battesimo del fuoco che ricorda quell'esperienza come una grande prova di iniziazione.
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Giovanna Capitelli
18:28
Ricordo per esempio, durante il processo di selezione delle opere, che alcune delle nostre proposte venivano scartate con un semplice sguardo cattivo. Quindi non era sempre semplice avere a che fare con lei però, almeno per quanto mi riguarda, la sua passione assoluta, la sua serietà, la limpidezza del suo sguardo erano per me fonte di grande ammirazione.
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Michela Di Macco
18:57
Era molto brava nel mettere insieme i gruppi di lavoro, era molto brava nel riconoscere le competenze e non era affatto una persona che si impadroniva delle competenze degli altri senza riconoscerle. Riusciva ad essere regista, dando agli attori il ruolo che lei capiva dovesse essere quello giusto. E lo era, non si è sbagliata nella sua vita, non ha mai scelto delle persone sbagliate.
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Serena Dandini
19:47
Roma
si è vestita a festa per il Giubileo del Duemila.
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19:52
Nei primi anni del nuovo millennio, in città si respira aria di rinascita. La globalizzazione, però, ha investito tutti i settori e il pubblico della cultura, divenuto consumatore, si muove ormai tra multisale cinematografiche e spacciatrici di popcorn, catene di negozi monomarca uguali in tutto il mondo e musei che offrono mostre-pacchetto itineranti.
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20:15
È in questo contesto che Sandra Pinto annuncia il suo pensionamento. Lo fa con una grande festa alla Galleria Nazionale di
Roma
, che celebra anche il compimento dei lavori di ristrutturazione che ha diretto personalmente. La intitola "Incipit Vita Nova".
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20:43
Il nuovo inizio è per Sandra Pinto una dichiarazione di riscossa in favore della storia dell'arte. Contro la cultura del blockbuster e dell'effimero, scrive insieme al suo braccio destro Matteo Lafranconi un libro epocale: Gli storici dell'arte e la peste.
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Matteo Lafranconi
20:60
Sandra mi coinvolse in una impresa che io avevo capito solo fino a un certo punto. Lei comunque voleva dare delle risposte a un problema che la assillava molto all'indomani della sua uscita dall'amministrazione, e cioè di una perdita di importanza nell'ambito del sistema così pubblico del nostro paese e della figura dello storico dell'arte.
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21:21
E si misero così in dialogo figure di colleghi molto diverse fra di loro ma molto autorevoli, nell'idea che ognuno potesse, come dire, dare la propria versione del perché si era rotto qualche cosa. In che momento, diciamo, tutti noi avevamo forse accettato di tradire un po' il senso della disciplina, in nome di qualche altra cosa, e quando era successo, e come era successo.
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Sandra Pinto
21:45
Con questo libro abbiamo voluto chiamare alla riscossa i colleghi, tentando un'operazione di recupero rispetto alla situazione disgraziata in cui versano l'Università e le Soprintendenze.
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Serena Dandini
21:58
Pinto vuole spronare i colleghi a non rassegnarsi a questa tendenza generale, anche se sembra ineluttabile.
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Sandra Pinto
22:05
Dal dovere di un rinnovato e rinforzato impegno nessuno si può sottrarre: né noi, né le culture professionali in rapporto a noi, né la società civile in rapporto a noi, né i decisori politici in rapporto a noi.
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Serena Dandini
22:21
D'altra parte, nella sua carriera, alla direzione di un museo o nella cura di una mostra, Sandra ha sempre applicato l'idea che per il pubblico bisognasse fare il massimo, senza però mai abbassare il livello per andare incontro ai suoi gusti.
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Matteo Lafranconi
22:35
Gli allestimenti di Sandra Pinto erano insieme complessi per chi voleva scavare, ma straordinariamente di impatto, straordinariamente belli dal punto di vista della loro classicità.
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Serena Dandini
22:56
L'arte deve essere per tutti, perché tutti meritano di essere elevati, non fare il percorso inverso, ed è per questa convinzione che Pinto ha lottato fino alla fine, scegliendo sempre la via difficile. Anche perché, non dimentichiamolo, Sandra Pinto era una donna e ha sintetizzato così questa sua condizione.
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Sandra Pinto
23:18
È bellissimo e difficilissimo ballare il tip-tap come
Fred Astaire
, ma è ancora più difficile farlo come Ginger Rogers: all'indietro e sui tacchi a spillo.
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Serena Dandini
23:41
Io sono Serena Dandini e in questa puntata di Paladine vi ho raccontato la storia di Sandra Pinto con la voce di Orsetta De Rossi.
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23:52
Paladine è una serie podcast realizzata da Chora Media per la Direzione Musei del Ministero della Cultura. La puntata che avete ascoltato è scritta da Michela Guberti. La produzione esecutiva è di
Valentina Meli
. La post-produzione è di Stefano Tumiati. In redazione Anna Iacovino.
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24:13
Le registrazioni in presa diretta sono di Michela Guberti. Il fonico di studio è Ruben Stacchi. Hanno partecipato Giovanna Capitelli, Michela Di Marco, Matteo Lafranconi. Questo podcast è stato realizzato con il supporto di Cinecittà. Si ringraziano Archivio Luce e Università di Roma Tre.
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🇮🇹 Made with love & passion in Italy. 🌎 Enjoyed everywhere
Build n. 1.36.0
Serena Dandini
Michela Di Macco
Giovanna Capitelli
Sandra Pinto
Matteo Lafranconi
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