Ep.9: Il prigioniero della pandemia

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La diffusione del coronavirus innesca in Putin un paranoia che lo spinge a isolarsi nella sua faraonica dacia fuori città, dove ha vissuto negli ultimi due anni senza incontrare praticamente nessuno. Alla paura del virus si aggiunge il terrore che tutti tramino contro di lui. Nel periodo di isolamento Putin medita, legge e scrive: nel luglio 2021, pubblica un lungo articolo sul ruolo storico della Russia, sui torti che ha subito e sul fatto che l’Ucraina non esiste.
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(1)
Enrico Franceschini
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00:06
Chora.
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Enrico Franceschini
00:09
Alla fine qualcosa che ferma Putin c'è ma non è un oppositore interno né un
esercito
nemico. È il Covid. La pandemia spaventa a morte il Presidente russo che si chiude nella sua faraonica
Dacia
fuori città e ci rimane per due anni.
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00:25
Quando torna al
Cremlino
per incontrare un leader straniero, lo tiene a distanza, facendolo sedere al lato estremo di un lunghissimo tavolo. Una scena quasi comica, tenuto conto che Putin ha completato il ciclo di vaccinazioni contro il
Coronavirus
e gli basterebbe indossare una mascherina.
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00:44
Ma soffre chiaramente di germofobia e della paranoia, il suo chiodo fisso che tutti tramino nell'ombra contro di lui. Per cui prende precauzioni assurde. Gira voce che, come un monarca medievale, abbia perfino un assaggiatore obbligato a ingoiare un boccone del suo cibo prima che lo mangi lui.
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01:08
Sono
Enrico Franceschini
e questo è Nella mente di Putin, un podcast prodotto da Chora Media.
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01:20
I due anni di isolamento alla
Dacia
non gli fanno bene, già prima si era circondato quasi esclusivamente di yes man, consiglieri e ministri che gli dicono soltanto quello che vorrebbe ascoltare, quelli che osano dire la loro, divergendo dalla sua visione vengono licenziati uno dopo l'altro.
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01:39
Ma adesso, a causa del Covid non vede quasi più nessuno. E alla Dacia da solo, cosa fa? Medita, legge, scrive, teorizza, filosofeggia. La tesi secondo cui Putin sarebbe impazzito nasce da qui. In realtà non ha bisogno della camicia di forza, non è un matto, ma le sue frustrazioni di bambino diventano il veicolo per la frustrazione che sente come leader.
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02:07
Il crollo dell'Urss, un sistema totalitario che ha spaventato il mondo per settant'anni, è diventato, nella sua mente, la più grande tragedia geopolitica del ventesimo secolo. L'Occidente, afferma ora Putin, ha un solo obiettivo: impedire lo sviluppo della
Russia
con il costante tentativo di chiuderla in un angolo.
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02:30
Si torna sempre lì, al topolino chiuso in un angolo della sua infanzia, che per liberarsi gli balza addosso. Di conseguenza, per vincere ed essere rispettati bisogna colpire per primi. Colpire duro, colpire per fare male. La lezione che ha imparato da allora e che porta sempre con sé.
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02:50
A influenzare il Putin-pensiero sono due scrittori russi minori, dei cui i testi si innamora. Lev Gumilëv, figlio della grande poetessa
Anna Achmatova
, censurata e perseguitata da Stalin che fece fucilare suo marito e rinchiuse nel gulag suo figlio, proprio quel Lev che adesso piace tanto a Putin.
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03:11
"La Russia non ha ancora raggiunto il suo apice", scrive Gumilëv, "Ma ci arriverà!" E Putin si convince di essere lui il predestinato a portarcela. L'altro pensatore si chiama Ivan Il'in, morto nel millenovecento cinquantaquattro e scrive cose come queste: "L'originalità della Russia non è compresa dagli occidentali".
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03:34
Sono le letture alla Dacia nei due anni di pandemia che spingono Putin a scrivere di suo pugno un lunghissimo articolo, pubblicato nel luglio duemila e ventuno, sul ruolo storico della Russia, sui torti che ha subito e sul fatto che
l'Ucraina
non esiste.
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03:52
Delirio di onnipotenza? Certo, il potere può dare alla testa, specie quando lo si detiene per così tanto tempo in modo assoluto e l'isolamento accresce questa sensazione.
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04:04
Gleb Pavlovsky
, un ex consigliere di Putin, sostiene che nei due anni di pandemia il presidente russo è rimasto perfino più isolato di Stalin negli anni finali della sua leadership. Negli ultimi anni, ricorda Pavlovsky, Stalin non veniva mai al
Cremlino
, viveva alla
Dacia
fuori
Mosca
.
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04:23
Ma il
Politburo
, ovvero il Consiglio dei massimi dirigenti comunisti composto da una dozzina di membri, andava regolarmente a incontrarlo alla Dacia. Putin alla Dacia non riceve nemmeno i suoi ministri, dice l'ex consigliere. E in questo isolamento, aggiunge, sviluppa uno squilibrio mentale.
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04:44
Squilibrio. La stessa diagnosi dell'intelligence americana per il Putin degli ultimi tempi. Non è la stessa cosa della pazzia, ma è una visione alterata della realtà e di se stesso. La visione che sta per produrre il capitolo più recente nella vita di
Vladimir Putin:
la guerra in
Ucraina.
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05:07
Nella mente di Putin è un podcast di
Enrico Franceschini
prodotto da Chora Media.
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05:12
La cura editoriale è di
Francesca Milano.
La producer è
Monica De Benedictis
. Il sound designer è Filippo Mainardi. La supervisione del suono della musica sono di
Luca Micheli
.
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Enrico Franceschini
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