Tuesday, Mar 8, 2022 • 5min

Ep.2: Il ragazzo di Leningrado

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Il giovane Vladimir è un biondino dall’aria slavata, piccoletto in un paese di uomini alti, bruttino e proveniente da una famiglia povera. Tutti questi motivi lo rendono una vittima perfetta per i bulli della sua età. Il bullismo a cui è stato sottoposto e l’ansia di riscatto dalla sua condizione sociale lasciano nel giovane Putin un risentimento destinato a non scomparire tanto presto.
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Speakers
(1)
Enrico Franceschini
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00:06
Chora
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Enrico Franceschini
00:12
Leningrado
primi anni sessanta: neve, gelo, lo squallore dell'era comunista. Immaginate un grigio casermone popolare, muri scrostati, il cortile interno con uno scivolo e un'altalena arrugginiti. Un ragazzino ha trovato un passatempo, si diverte a rincorrere i topi che scorrazzano qui e là nel cortile, per poi colpirli con un bastone.
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00:36
Un giorno riesce a chiuderne uno in un angolo e si prepara a colpirlo. Ma il topo, con la forza della disperazione, spicca un balzo, gli salta addosso e fugge via.
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00:47
Lo stesso
Vladimir Putin
racconterà molti anni dopo l'episodio e la lezione da lui imparata: "Non chiudere un nemico in un angolo aspettando la sua reazione. Colpisci per primo, colpisci pesante, colpisci per fare male!" In fondo, la stessa tattica che ha usato contro l'Ucraina.
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01:13
Sono
Enrico Franceschini
e questo è Nella mente di Putin, un podcast prodotto da Chora Media.
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01:25
Come mai tanta cattiveria in un preadolescente? Cosa gli aveva fatto di male quel topolino? O forse il mondo circostante per renderlo così feroce? Dalla sua biografia sappiamo che Putin era di famiglia povera. L'appartamento in cui abitava, figlio unico con il padre e la madre, era una Kommunalka, come si chiamavano in
Unione Sovietica
le case in coabitazione, cucina e servizi in comune, una stanza a famiglia. Una scelta che fu un risultato della cronica carenza di alloggi dell'URSS fin dal tempo della rivoluzione bolscevica.
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01:59
Michail Bulgakov
racconta la situazione con amara satira nel suo celebre romanzo Cuore di Cane. Ma la miseria di per sé non spiega la crudeltà d'animo. Nel suo caso, c'è dell'altro.
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02:14
Il giovane Vladimir è un biondino dall'aria slavata, piccoletto in un paese di uomini alti come la
Russia
. Bruttino, con una faccia appuntita che sembra, ironia della sorte, il muso di un topo. Non c'è da meravigliarsi che i suoi coetanei lo prendano in giro.
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02:32
Lui reagisce menando le mani. Fa a botte con ragazzi più grossi e più grandi di età, le piglia ma le dà. Ad appena dodici anni si iscrive a un club di arti marziali per imparare a difendersi, anzi ad attaccare. Uno dei suoi compagni al club si chiama
Arkadij Rotenberg
. Ne risentiremo parlare.
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02:54
È l'inizio di un'amicizia, o meglio di una complicità, che dura una vita. Insieme, dopo qualche anno, si iscrivono a una palestra di judo, diventano entrambi cintura nera. A quel punto nessuno può più permettersi di prendere in giro Putin. Ma il bullismo a cui è stato sottoposto da bambino, l'ansia di riscatto dalla sua povera condizione sociale, lasciano un risentimento destinato a non scomparire tanto presto.
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03:22
Nemmeno quando sarà diventato un agente del
Kgb
, sia pure di basso grado, nemmeno quando sarà diventato Presidente della Russia.
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03:31
Dentro di lui rimane lo spettro del ragazzino davanti all'avversario che vuole umiliarlo, un topo, l'Ucraina o l'Occidente non fa differenza, e la determinazione a reagire colpendo per primo, colpendo pesante, colpendo per fare male.
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03:49
Se il giovane Putin si fosse limitato a vendicarsi nelle risse di strada, tuttavia, forse sarebbe diventato al massimo il buttafuori di un locale notturno. Il suo desiderio di rivincita sociale è molto più ambizioso. Capisce che la forza non basta, a scuola studia con profitto, si distingue abbastanza per ottenere i voti necessari a iscriversi all'università.
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04:11
E a quel punto, anche al
PCUS
, il Partito Comunista Sovietico, alla facoltà di legge, la stessa di Lenin e di Gorbaciov. Si laurea a pieni voti con una tesi in diritto internazionale e guadagna la stima di un assistente universitario destinato a diventare professore: Anatolij Sobčak. Anche di lui risentiremo parlare.
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04:33
In apparenza il professor Sobčak non ha niente da spartire con Putin. È un intellettuale, crede nella legalità, è iscritto di malavoglia al Partito Comunista, vedendo tutti i difetti della società sovietica. Ma Sobčak diventerà l'involontario trampolino di lancio della carriera di Putin nella prossima puntata.
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04:58
Nella mente di Putin è un podcast di
Enrico Franceschini
prodotto da Chora Media.
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05:03
La cura editoriale di
Francesca Milano
. La producer è
Monica De Benedictis
. Il sound designer è Filippo Mainardi. La supervisione del suono e della musica sono di
Luca Micheli
.
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