Thursday, Apr 28, 2022 • 12min

Ep.3: Stefano Milano e la parola #dubbio

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Come si fa a comunicare qualcosa che ha l’ambizione di essere certo, come la scienza? Dubitando. È questa la risposta che ci ha dato Stefano Milano, docente della Scuola Holden che nella vita ha imparato ad apprezzare il valore del #dubbio. Siamo andati a trovarlo nella sua casa vicino a Torino. Abbiamo scoperto che, oltre a essere un esperto di comunicazione scientifica, sa suonare il basso (e in passato lo ha fatto molto bene).
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Talking about
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Speakers
(2)
Stefano Milano
Natasha Lusenti
Transcript
Verified
Natasha Lusenti
00:12
Siamo a
Settimo
, una cittadina a nord di
Torino
, e siamo a casa di Stefano Milano, docente di storytelling scientifico alla
Scuola Holden.
«Canta a tutte le ore del giorno della notte, è proprio un Gallo vecchio, anziano». Il Gallo non smette di cantare, ma Stefano suona decisamente meglio.
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Stefano Milano
00:29
Devo provare, ma non suono da dieci anni. Questo è il primo giro di agosto, fatto con la chitarra ovviamente, con il basso è un'altra cosa.
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Natasha Lusenti
01:02
Stefano è stato il bassista dei Perturbazione. Per chi non lo sapesse, una band indie rock originaria di
Rivoli
, un'altra cittadina vicino a Torino. Agosto è uno dei loro brani più noti, contenuto nell'album in circolo del Duemiladue. Il testo della canzone lo ricordo anch'io diceva: Agosto! Il mese più freddo dell'anno.
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01:33
Io sono Natasha Lusenti e questo è Lessico salutare, un podcast di Chora Media promosso da
Sanofi
.
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01:43
Parleremo di comunicazione scientifica e quindi di prevenzione.
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Stefano Milano
01:57
Questa ad esempio è quella a cui sono più legato. Questa è la pietra di Sonora, deserto di Sonora.
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Natasha Lusenti
02:05
Stefano ha di fronte un contenitore con dentro decine di pietre raccolte in giro per il mondo.
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Stefano Milano
02:12
Questa credo sia una pietra di
Petra
, in
Giordania
, poi ci sono pietre vulcaniche nere, una rosa del deserto africana, da qualche parte c'è un sacco di pietre di
Senegal
,
Benin
,
Etiopia
.
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Natasha Lusenti
02:28
Oltre ad essere docente alla scuola Holden, ad essere un coordinatore editoriale in un'agenzia di comunicazione e ad avere un passato come musicista, Stefano è stato anche reporter e ha lavorato a lungo sul confine tra
Messico
e
Stati Uniti
. Una vita con decine di vite dentro, decine di importanti decisioni prese. Forse proprio per questo che la parola che ha scelto per il nostro glossario è quella che sta alla base di ogni cambiamento.
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Stefano Milano
02:57
Dubbio! dubbio, dubbio significa errore, dubbio significa non basarci su certezze non provate. La scienza e il metodo scientifico, si basano proprio sulla verifica di ipotesi. Il motivo per cui ho scelto la parola dubbio è molto semplice, perché un po' tutti ci aspettiamo dalla scienza delle certezze.
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03:19
La scienza arriva certezze progressive, ma ci arriva proprio attraverso il dubbio, ponendosi domande, raggiungendo la dimostrazione di qualcosa su quel qualcosa, ponendosi una nuova domanda per scoprirne ancora un pezzo e andare sempre più in là.
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Natasha Lusenti
03:33
Per spiegare quello che intende, Stefano fa diversi esempi: cita
Albert Einstein
e l'idea che nessuna quantità di esperimenti può dimostrarci di avere ragione, mentre un unico esperimento può dimostrarci di avere torto. E cita anche un premio Nobel della fisica americano.
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Stefano Milano
03:52
Richard Feynman in poche parole ha spiegato che cosa questo significa cioè, Feynman diceva: scienza è credere nell'ignoranza degli esperti. Gli esperti, anche se sono tali, devono passare attraverso il metodo scientifico, la prova delle ipotesi, gli esperimenti in laboratorio e l'arma per farlo è il dubbio costante e progressivo.
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Natasha Lusenti
04:16
Ma come si fa a comunicare in modo efficace questo metodo? Quali strategie della narrazione si devono tenere a mente nell'ambito della comunicazione scientifica?
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Stefano Milano
04:28
Allora, partiamo da una base scientifica. Le neuroscienze dicono che il nostro cervello processa continuamente un sacco di informazioni, undici milioni di bit di informazioni. Poi cosa succede? Succede che il nostro cervello processa inconsciamente queste informazioni, però seleziona quelle rilevanti e quindi di fatto ci propone una sorta di visione del mondo, per orientarci nel caos che ci circonda, semplificata, quindi in qualche maniera il nostro cervello è una sorta di narrator innato. Narrator innato significa che fa questa selezione, come fa questa selezione? La fa basandosi sul principio di causa effetto quindi, sostanzialmente, le storie interessanti anche a livello narrativo sono quelle che parlano di causa-effetto cioè di cambiamento.
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05:25
Questo si collega anche a tutto un discorso non solo di narrazione, ma anche relativo alla comunicazione della scienza, perché una comunicazione della scienza efficace è una comunicazione che sa mostrare in maniera chiara, netta, precisa proprio la causa effetto. Quindi lo storytelling scientifico, sostanzialmente laddove riesce da un lato a lavorare sul causa-effetto narrativo, quindi mostrare il cambiamento, ma dall'altro a comunicare un'informazione precisa, sempre che lavora sul causa-effetto, è uno storytelling scientifico efficace perché è più facilmente comprensibile e coinvolgente per le ragioni narrative che abbiamo detto, ma si confà a come funziona il nostro cervello sostanzialmente.
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Natasha Lusenti
06:12
Il dubbio ha a che fare con la narrazione anche da un altro punto di vista, chi si occupa di raccontare storie, soprattutto a livello giornalistico, sa che alla base ci è sempre un'ipotesi, un'idea che può trovare conferma oppure rivelare la soggettività del nostro sguardo, il nostro pregiudizio.
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Stefano Milano
06:32
Il dubbio mi ha accompagnato molto spesso quando facevo il giornalista del reportage, prima di andare sul campo, quando devi recarti in un luogo specialmente lontano che non conosci, in cui non sei mai stato, ovviamente c'è un grosso di lavoro di preparazione del viaggio, di quello che devi fare, della ricerca delle storie.
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06:48
Quel lavoro è fondamentale, però in qualche maniera poi quando arrivi sul campo è come se dentro la tua testa avessi già costruito una storia e ti fosse fatto dei pregiudizi su quella situazione, puntualmente, ed era la cosa che mi affascinava anche tantissimo del fare quel lavoro, arrivati sul campo tutti quei pregiudizi puntualmente crollavano, crollavano ovviamente se tu ti dai la possibilità di essere aperto al dubbio e quindi di lasciare che la storia stessa, la situazione si lasci raccontare invece di forzare tu un racconto di quella situazione.
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07:22
In questo devo dire che la più grande lezione, che ho sempre cercato di tenere a mente è quella di Salvemini, una formazione da storico,
Gaetano Salvemini
diceva che l'imparzialità non esiste sostanzialmente. Quello che possiamo fare è essere intellettualmente onesti e avvertire in qualche maniera il lettore della nostra parzialità, le nostre passioni che sta inseguendo, le nostre passioni.
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07:41
Tenere sempre aperto il dubbio e cercare il più possibile di non orientare il tuo sguardo, ma lasciare che siano le situazioni a orientare il tuo sguardo e ciò che ti permette poi, probabilmente, di avvicinarti il più possibile alla verità anche se, come diceva Salvemini, è quasi impossibile essere totalmente imparziale.
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Natasha Lusenti
08:01
La discussione sui limiti della comunicazione e sull'urgenza di affrontare questi limiti, in campo scientifico, è stata al centro del nostro mondo in questi anni di pandemia e continua ad esserlo. Qualcosa comprensibilmente, è andato storto. Cosa possiamo imparare da questa esperienza?
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Stefano Milano
08:20
Molto spesso è successo che anche la comunicazione della scienza, i media, abbiano come dire, dato il ruolo a chi si occupava di scienza, a chi parlava per bocca della scienza, di rassicurare, il problema è che non poteva essere fatto sulla scorta delle informazioni che c'erano, perché non erano ancora verificate, allora quello che è successo è stato che invece di spiegare esattamente, di nuovo, che quelle erano certezze in via di verifica, il dubbio, famoso dubbio, si è cercato di fare delle supposizioni su delle ipotesi in via di verifica.
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08:55
Questo ha causato spesso, è quello che abbiamo visto, dei messaggi o non corretti o fuorvianti, spesso cacofonici, ci siamo trovati con i virologi che litigavano in televisione o sui giornali, che dicevano: no ho ragione io, hai ragione tu, però in quel momento lì forse nessuno aveva gli elementi per per dire chi avesse ragione. Questa è stata la grande occasione persa, a mio modo di vedere, sarebbe stato molto più onesto spiegare, anche se non facile, come stava procedendo alla scienza.
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Natasha Lusenti
09:36
Quello che non sembra facile è conciliare l'intenzione di spiegare, con le modalità di alcuni dei canali di informazione più usati. Penso ad esempio ai social media, dove lo spazio della narrazione e dell'attenzione sono ridotti al minimo.
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Stefano Milano
09:51
Questo studio che dice che abbiamo un'attenzione di otto secondi, il pesce rosso ce l'ha di nove e quindi in otto secondi devi acchiappare sui social il tuo pubblico, è come dire, comunicargli qualcosa in quegli otto secondi.
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Natasha Lusenti
10:06
Questi sono otto secondi.
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10:16
Come posso pensare di comunicare qualcosa in questo tempo?
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Stefano Milano
10:21
Forse un tentativo e, credo che possa essere una possibilità, è ritornare a quel causa-effetto di cui parlavamo. Probabilmente bisogna usare dei linguaggi che non è detto che siano testuali, perché i linguaggi testuali di per sé implicano un maggior tempo di lettura, No?
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10:38
Quando prendi un articolo tempo di lettura stimato tre minuti, due minuti, un minuto, otto minuti e non otto secondi, forse bisogna lavorare con linguaggi visuali, infografiche, data visualization, immagini con un dato e mostrare in maniera molto chiara, molto netta, molto precisa e, speriamo immediata, quel rapporto causa-effetto. É una semplificazione difficile da compiere, perché la scienza è complessa da spiegare, però forse lo sforzo che dobbiamo fare sempre di più, non semplificando e quindi come dire, modificando il contenuto scientifico, è quello di adattarlo a questi linguaggi molto più immediati, che arrivano subito.
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11:19
Poi la parola scritta ha indubbiamente una sua valenza di altro tipo, ma può essere l'approfondimento rispetto a quel contenuto semplificato che non risolve il tutto, diciamo che quel contenuto semplificato in qualche maniera può essere l'amo, l'amo per agganciare il tuo pubblico, il tuo lettore e poi lo porti ad approfondire, se ha voglia di approfondire e se stimolato e incuriosito.
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Natasha Lusenti
11:42
E qui entriamo in gioco tutti noi! Perché su un punto non ci sono dubbi, la comunicazione non è un esercizio solitario. Imparare a dubitare, a farsi domande significa anche imparare ad ascoltare.
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12:22
Lessico Salutare è un podcast di Chora Media per
Sanofi,
è stato scritto da Francesca Berardi. La producer è
Anna Nenna
, l'editing e il sound design sono di Cristiano Lo Mele. La registrazione in studio è di
Francesco Ferrari
per Frigo Studio. La cura editoriale è di Graziano Nani.
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Natasha Lusenti
Stefano Milano
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