Monday, Jun 27, 2022 • 20min

Ep.1: La foto dell'anno

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Il fotografo di Life Magazine Loomis Dean si imbarca da New York per Parigi a bordo di un transatlantico francese, che presto sarà coinvolto in uno dei più grandi salvataggi in mare della storia. Loomis scatterà una foto che farà il giro del mondo, quella di una bellissima nave morente, appoggiata su un fianco, in attesa di essere inghiottita dall’oceano. Quella nave è l’Andrea Doria, il gioiello della rinata marineria italiana, punto di orgoglio della nazione che cercava di uscire dagli anni difficili della Ricostruzione e, in particolare, di una città, Genova, e dei suoi cantieri. E allora “riavvolgiamo il rullino”, lasciamo Loomis, New York, l’oceano Atlantico e ripartiamo da quei cantieri che stanno creando una nave meravigliosa, proviamo ad immergerci in quei primissimi anni ’50, ascoltiamo gli audio dell’Istituto Luce che ci fanno rivivere un’epoca fatta di speranze e ottimismi che oggi ci sembrano quasi incredibili… PROTAGONISTI: Il Comandante Eugenio Gianni, all’epoca Terzo Ufficiale sull’Andrea Doria e lo Storico navale Maurizio Eliseo, tra i massimi esperti di transatlantici.
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Talking about
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Speakers
(4)
Luca Bizzarri
Guido Notari
Maurizio Eliseo
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Guido Notari
00:06
Sotto gli occhi vigili degli ufficiali, vediamo gli ultimi preparativi di imbarco delle merci e dei passeggeri prima di salpare l'ancora alla volta dell'Atlantico.
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Luca Bizzarri
00:15
La chiamavano "la gran dama del mare".
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Guido Notari
00:18
Si controllano i passaporti, e gli ultimi bagagli scendono nelle stive.
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Luca Bizzarri
00:24
Era uno dei simboli della rinascita italiana dopo la rovina della seconda guerra mondiale, il fiore all'occhiello della neonata marina mercantile.
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Guido Notari
00:33
La grande e bella nave salpa.
Dall'Italia
a
New York
in otto giorni. L'Atlantico valicato in duecento ore di festosa vacanza.
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Luca Bizzarri
00:46
Il gotha degli anni cinquanta dalla politica alla cultura, dalla finanza allo spettacolo per raggiungere
l'Italia
viaggiava così: una settimana di traversata atlantica con le comodità di una crociera.
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Guido Notari
01:01
Ed ogni partenza è una promessa di sensazioni nuove.
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Luca Bizzarri
01:06
Fino a quando, in una tragica notte di nebbia al largo delle coste nordamericane, tutto cambiò, per sempre.
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Guido Notari
01:14
Sei luglio millenovecento cinquantasei, gli orologi segnano le undici di notte, quattro e venti ora italiana. Un tremendo urto, le luci si spengono, la musica da ballo cessa di colpo, urlano nel buio le sirene.
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Luca Bizzarri
01:30
Il documento sonoro che state ascoltando proviene dall'Archivio Luce, un'eccezionale miniera di documenti audiovisivi preziosi e sorprendenti che ci accompagneranno per tutto il nostro racconto.
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Guido Notari
01:42
Una vedetta costiera trasmette, sta affondando rapidamente, abbandonata dal capitano e da un gruppo di ufficiali anziani che hanno lottato fino all'ultimo per salvare la loro nave.
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Luca Bizzarri
01:52
È il racconto di un naufragio avvenuto sessantasei anni fa, nella notte tra il venticinque e il ventisei luglio millenovecento cinquantasei.
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Guido Notari
02:04
Un transatlantico moderno non affonda, e soprattutto non può affondare
l'Andrea Doria
, con undici paratie stagne, con le pompe più efficienti del mondo, e con dispositivi di sicurezza pari a quelli di un incrociatore.
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Luca Bizzarri
02:15
Ed è un racconto che per la sua dimensione internazionale, per il contesto storico, politico, economico in cui accadde, ha segnato un'epoca e lasciato in molti italiani un sapore amaro di ingiustizia, di rassegnazione e di rimpianto.
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Guido Notari
02:35
Questo dicevano gli italiani che ebbero modo di seguire le fasi della tragedia. Questo dicevano come un'ansiosa preghiera. Un vecchio marinaio rispose per tutti così: "L'oceano è cattivo, sempre. Quando ha sete beve tutto".
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Luca Bizzarri
02:57
Sono
Luca Bizzarri,
e questa serie podcast di Archivio Luce, realizzata da Chora Media, si chiama La Ballata
Dell'Andrea Doria
. Primo episodio: la foto dell'anno.
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03:11
Si può cominciare un podcast con una foto?
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03:15
Bah noi ci proviamo, descrivendovela. E' un'immagine che molti potrebbero ricordare di aver già visto, e che sicuramente si può trovare facilmente online.
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03:25
Basta cercare la copertina di Life Magazine dell'agosto millenovecento cinquantasei.
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Guido Notari
03:31
L'Andrea Doria
alta come una fortezza, vasta quanto una città, muore in un gorgo di appena settanta metri.
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Luca Bizzarri
03:39
E' l'immagine di una grande nave morente, il transatlantico
Andrea Doria
è adagiato su un fianco in attesa di sprofondare negli abissi atlantici.
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03:53
Sono passate diverse ore dal momento in cui la motonave svedese
Stockholm
, con una prua rinforzata per la navigazione tra i ghiacci del mare del nord, l'ha speronata, condannandola. Una delle peggiori collisioni della storia della marineria internazionale, che costa la vita a cinquantuno persone.
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04:14
Intanto sull'oceano tragicamente calmo l'agonia
dell'Andrea Doria
è cominciata. Un'agonia di molte ore, seguita istante per istante attraverso le immagini delle telefoto, le onde della radio, l'arido linguaggio dei dispacci, il volo degli aerei, il febbrile ticchettio delle telescriventi che sembrano scandire in tutto il mondo il battito di milioni di cuori.
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Luca Bizzarri
04:34
L'autore di questo scatto -
L'Andrea Doria
, poco prima di essere inghiottita dai flutti - è un fotografo americano che si chiama Loomis Dean. Nell'estate del millenovecento cinquantasei Loomis ha trentanove anni e una carriera di cui non può lamentarsi.
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04:52
Aveva cominciato a vent'anni come fotografo per un circo della famiglia Barnum. E se pensiamo a un circo dei Barnum nel millenovecento trentasette, dobbiamo immaginare qualcosa come milleseicento lavoratori tra clown, acrobati, freaks, domatori, un migliaio di animali, e due convogli ferroviari in continuo movimento. Insomma, Dumbo!
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05:17
Vent'anni dopo, Loomis era diventato uno dei fotografi più importanti di Life, la rivista settimanale che faceva del fotogiornalismo il suo punto di forza. E gli editori nell'estate del millenovecento cinquantasei avevano deciso di inviarlo in
Europa,
per destinarlo agli uffici parigini della rivista.
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05:35
E per questo motivo gli avevano comprato un biglietto di prima classe sull'Île-de-France, l'anziano e sontuoso transatlantico francese, che al comando del barone Raoul de Beaudéan, la mattina del venticinque luglio, era salpato dal porto di
New York City
diretto a Le Havre.
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05:57
Ancora non poteva saperlo Loomis che quel viaggio non lo avrebbe portato in Francia, ma di nuovo a
New York
, con un carico umano fatto di settecentosessanta persone sconvolte da quello che avevano vissuto.
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06:11
"Procediamo verso
New York
a tutta forza", questo l'ultimo messaggio dell'Île-de-France, dopo il generoso salvataggio di settecento sessanta naufraghi nelle acque del disastro.
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Luca Bizzarri
06:22
Settecento sessanta sopravvissuti al tragico naufragio della nave, che è la protagonista del nostro racconto:
l'Andrea Doria
, non una nave qualsiasi.
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06:34
Il gioiello della rinata marineria italiana, punto di orgoglio della nazione che cercava di risorgere dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale, seguendo una semplice parola d'ordine che riecheggiava ovunque.
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Guido Notari
06:48
Ricostruzione. Abbiamo costruito per ottant'anni, a poco a poco, con la politica della
lesina
, con tenace risparmio, col duro lavoro dei nostri operai, dei nostri contadini e dei nostri emigranti.
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07:02
Ma una guerra sciagurata, non voluta dal nostro popolo, ha seminato rovine e morte in tutto il nostro paese. E abbiamo cominciato a ricostruire in mezzo a stenti e privazioni indicibili.
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Luca Bizzarri
07:17
E proprio per questo, per ricordare e comprendere quanto ci fosse dietro questa nave e cosa simboleggiasse, prima di rivivere la tragica notte del naufragio, vale la pena di riavvolgere il rullino. Lasciare
Loomis
,
New York
, l'Oceano Atlantico e ripartire da
Genova
, dalla mia
Genova
, dal suo porto, dai suoi cantieri, dove
L'Andrea Doria
nacque.
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Guido Notari
07:45
Erano disperate antenne emergenti da un cimitero marino che trasmettevano lungo tutte le nostre rive un messaggio angoscioso. La guerra aveva distrutto anche le nostre città galleggianti. Sulle acque, ancor peggio che sulla terra, il novanta per cento del nostro naviglio era perduto.
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Eugenio Giannini
08:01
L'Italia
finita la guerra era malmessa, proprio non avevamo più niente. Dovevamo ricominciare tutto da capo.
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Luca Bizzarri
08:10
Il comandante Eugenio Giannini, all'epoca della collisione, era terzo ufficiale
sull'Andrea Doria
. Oggi ha novantatre anni e vive a
Padova
. Lui gli anni dell'immediato dopoguerra li ricorda bene.
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Eugenio Giannini
08:26
Il mondo marittimo a quel tempo doveva ricostruirsi perché era stato lesionato, pesantemente, dalle vicende della guerra. E poi piano piano le cose sono migliorate.
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Guido Notari
08:41
Vigilato dalla Lanterna, il porto di
Genova
è costato praticamente otto secoli di lavoro. All'indomani della guerra tra mine magnetiche, ingombri di naufragi e distruzioni, le sue acque erano impraticabili. Tre mesi dopo vi rientrava la prima nave.
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Maurizio Eliseo
08:57
Qua dove vediamo le officine di prefabbricazione dei blocchi siamo esattamente nella posizione dove c'erano gli scali di varo, dove è stata costruita
l'Andrea Doria
prima della guerra, chiaramente il Rex.
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Luca Bizzarri
09:14
Maurizio Eliseo è uno dei massimi esperti di storia della navigazione italiana. Il suo libro
sull'Andrea Doria
è un'opera monumentale, frutto di un'appassionata ricerca. Ci accoglie a
Genova
, dove sta seguendo la messa in linea di un'innovativa nave da crociera, la Vergine Resilient Lady del magnate Richard Branson, costruita negli stessi cantieri
dell'Andrea Doria
.
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Maurizio Eliseo
09:38
La condizione dei cantieri italiani subito dopo la guerra era chiaramente molto, molto difficile. Oltretutto all'inizio mancavano moltissime materie prime, tanto che la famosa inventiva italiana riuscì a sopperire alla mancanza di materie prime, dedicandosi innanzitutto al recupero di molti di quei relitti che erano stati affondati nei porti italiani. In particolar modo a
Genova
ve n'erano parecchi, anche di navi di una certa importanza.
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Guido Notari
10:10
Rottami, ma non faranno la ruggine, vengono introdotti nella gola dei forni spinti nel cuore della fiamma. Gli operai delle officine di Sestri Ponente certo non pensano alla leggenda della Fenice, che rinasceva dal fuoco, ma così è. L'inerte rottame, cadavere di ferro è già rinato incandescente lingotto.
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Maurizio Eliseo
10:30
Gli operai, che si erano riorganizzati perché questi cantieri non morissero, in autogestione tra l'altro, si adoperarono per rimettere a galla questi relitti, quelli che in altre situazioni non si sarebbe neanche lontanamente pensato di provare a recuperare, e ne fecero delle ottime delle ottime unità.
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Guido Notari
10:51
Mosso dalla brezza marina, lo stendardo della superba si leva come un sipario su un panorama di moli, bacini, cantieri in piena attività. Un mondo operoso, governato dalla legge della produzione, del lavoro, dei commerci. Un grande emporio che la storica
Lanterna
indica ai marinai di tutto il mondo. E' rinato a tempo di record questo porto carico di tradizioni gloriose, che non poteva rinunciare al suo primato mediterraneo, e le migliori unità della Marina Mercantile Italiana non sono mancate all'appuntamento dei tenaci genovesi.
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Maurizio Eliseo
11:25
Il problema principale che
l'Italia
si trovò ad affrontare, uscendo sconfitta dal conflitto, fu proprio quello di riavere un'autorizzazione da parte del mondo occidentale a utilizzare le rotte commerciali che prima della guerra l'avevano vista protagonista.
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Guido Notari
11:47
De Gasperi
arriva a Washington. La lunga, cordiale stretta di mano del presidente Truman è una prima testimonianza di amicizia, un buon auspicio.
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Maurizio Eliseo
11:55
E fu così che
De Gasperi
decise di fare visita a Truman nel gennaio del quarantasette, proprio poche settimane prima che fosse firmato il trattato di pace, in modo tale che gli Stati Uniti potessero restituire
all'Italia
quella rotta del Nord America che era appunto la più importante di tutte.
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Guido Notari
12:18
Subito all'assalto le macchine da presa, mentre
De Gasperi
dinanzi ai microfoni invia il suo primo saluto all'America.
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Maurizio Eliseo
12:26
De Gasperi portò a casa un grande successo e anche, in un certo qual modo, il seme di quello che poi sarebbe stato il grande sviluppo realizzato grazie al piano Marshall in
Italia.
Tanto che buona parte del piano Marshall aveva come suo scopo quello proprio di ricostruire la marina mercantile e anche la cantieristica italiana.
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Guido Notari
12:51
Gli Stati Uniti hanno destinato centotrenta milioni di dollari dei fondi Grant in Aid per nuovi aiuti ricostruttivi e assistenziali al nostro Paese. Firmano la convenzione per
l'Italia
De Gasperi
e Sforza, per l'America l'ambasciatore
Dunn. De Gasperi
sottolinea non soltanto l'atto di solidarietà, ma il concreto contributo alla sicurezza della pace.
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Luca Bizzarri
13:10
La rinascita, specie se aiutata da prestiti internazionali, non è a costo zero. Chi presta soldi vuole in cambio garanzie che passano per ristrutturazioni, scorpori, riorganizzazioni, tagli del personale. E quindi, in quegli anni la situazione sociale era in fermento, i dipendenti dei cantieri erano diminuiti, molti avevano ricevuto lettere di licenziamento, su tanti altri aleggiava lo spettro di una cassa integrazione perpetua.
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Guido Notari
13:42
Non fosse per la
Lanterna
, stenteremmo a riconoscere la nostra instancabile
Genova
. Ferme le gru, le ciminiere sembrano avere ammainati i loro pennacchi di fumo, bloccato il
Saturnia
in partenza per l'America. Silenziose le sirene, come prigioniere le stive dietro le grate dei portelloni, deserta in uno stupore lunare la stazione.
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Maurizio Eliseo
14:01
Era un periodo di grandi scioperi e dei grandi problemi ancora per l'organizzazione lavorativa del cantiere.
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Luca Bizzarri
14:08
È in questo clima, in cui si mescolavano ansia, preoccupazione, speranza per il futuro che inizia il nove febbraio millenovecento cinquanta la costruzione novecento diciotto. Era questo il nome della nave più prestigiosa della neonata flotta italiana. Quello di
Andrea Doria
sarebbe stato assunto solo poche settimane prima del varo.
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Maurizio Eliseo
14:32
Lo scafo
dell'Andrea Doria
venne impostato nel cantiere Ansaldo di
Genova-Sestri
nel febbraio del millenovecento cinquanta.
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Guido Notari
14:39
Sulle gru, multiple, viaggiano le lamiere sagomate che collegandosi serviranno da distanziatori tra cielo e pavimento del doppio fondo.
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Maurizio Eliseo
14:47
Venne posato un blocco della chiglia centrale del doppio fondo della nave sullo scalo inclinato, dove sarebbe stata costruita.
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Guido Notari
14:56
Con due dischi da ferroviere, un caporeparto dirige e smista la manovra dei carrelli. Le lamiere calano sul punto che devono occupare nella struttura e la fiamma ossidrica le investe per saldarle.
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Maurizio Eliseo
15:07
Al tempo le navi venivano costruite su dei piani inclinati, quindi anche semplicemente l'idea di verticale piuttosto che di ortogonalità era una grande sfida che i progettisti, e i costruttori soprattutto, dovevano affrontare per poter realizzare la nave.
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Guido Notari
15:24
Questi tralicci uniscono tra loro i carrelli della gru in modo da aumentarne la portata, che è di cinque tonnellate per ciascuno.
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Maurizio Eliseo
15:31
L'Andrea Doria
fu una nave rivoluzionaria. Intanto l'idea di creare una nave che avesse una sorta di simmetria palladiana, quindi non soltanto la sinistra e la dritta della nave erano speculari, ma in un certo qual modo, anche la parte anteriore e la parte poppiera, con un grandissimo fumaiolo centrale, che divideva in certo qual modo la nave in due parti e che nel contempo aveva una forma aerodinamica.
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Guido Notari
16:02
Dal profilo dei pezzi si capisce che la nave sarà a chiglia piatta secondo i più aggiornati schemi dell'ingegneria di oggi. Ogni pezzo è come un alveare d'acciaio.
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Maurizio Eliseo
16:11
La nave aveva la classica livrea bianca e nera, con il fumaiolo dotato del tricolore italiano. E una linea estremamente piacevole e aggraziata all'occhio.
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Guido Notari
16:25
Si comincia a indovinare la forma della nave.
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Luca Bizzarri
16:28
Il sedici giugno millenovecento cinquantuno, quindici mesi dopo la sua impostazione, lo scafo della grande nave era pronto per scivolare in acqua. Il suo nome, svelato da qualche settimana al pubblico, era in onore del più noto condottiero e ammiraglio della Repubblica Marinara di
Genova
.
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Guido Notari
16:49
Essa porta il nome, augurale sul mare, di
Andrea Doria
che con quello di
Genova
brillerà sulle eliche. Questa turbonave di venticinquemila tonnellate è la maggiore unità costruita dopo la guerra. Riti consacrati, commozione sempre nuova.
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Maurizio Eliseo
17:06
La tensione era alle stelle tra tutti quelli che avevano lavorato. Si trattava di una grande cerimonia, di una grande festa dove tutti gli operai del cantiere, insieme ai dirigenti, ai lavoratori esterni che avevano contribuito alla realizzazione, assistevano a questo evento per il quale si erano preparati per tantissimi mesi, alcune volte anni, e che poi durava soltanto una manciata di secondi, e che era di fatto il battesimo della nave perché nel senso vero e proprio questa per la prima volta toccava l'acqua, dove poi avrebbe continuato la sua esistenza e la sua vita.
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Guido Notari
17:46
Dopo la benedizione impartita dal vescovo di
Genova
, la madrina, signora Saragat, abbassa l'accetta sul nastro azzurro, si infrange la bottiglia e la nave comincia a scivolare verso la sua vita.
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Maurizio Eliseo
17:58
Teniamo presente che questi scafi venivano costruiti appunto con la loro prua che svettava sopra alle strade, alle case del borgo attorno al cantiere.
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18:10
Questo gigantesco oggetto che poi era dipinto di rosso, quindi, era una sciabolata di vernice rossa che tagliava in due l'orizzonte, aveva caratterizzato la vista di tutti quelli che vivevano nei dintorni e poi nell'arco di pochi secondi tra grandi nuvole di vapore, di polvere, scompariva.
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Eugenio Giannini
18:32
All'ultimo levavano quel cuneo e la nave scivolava in mare, era uno spettacolo, era bellissimo.
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Guido Notari
18:41
Silenzioso questo inizio del tragitto, come gli attimi iniziali di una esistenza umana. Il primo sciacquio è come il primo vagito. La Doria offrirà ai mille e duecento passeggeri aria condizionata, tre piscine, quattro cinema, telefono in ogni cabina e perfino l'autorimessa. Farà la rotta di
New York
genovese. Varcherà l'Oceano di Cristoforo Colombo.
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Luca Bizzarri
19:05
Le navi sono grandi creature, i contenitori di storie individuali e collettive. Racchiudono tante vicende, tanti sforzi, idee, saperi, lavoro, fatica. Sono fatte per durare, la maggior parte di loro ha vite lunghissime. Lo scopriremo anche andando avanti in questo racconto. Per questo nessuno, veramente nessuno, quel sedici giugno millenovecento cinquantuno mentre osservava l'imponente scafo entrare in acqua tra le grida festose degli operai e gli applausi di tutti i presenti alla cerimonia, nessuno poteva immaginare che quella
dell'Andrea Doria
sarebbe stata una vita di appena cinque anni.
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19:50
Avete ascoltato il primo episodio de La Ballata
Dell'Andrea Doria
, una serie podcast di Archivio Luce, realizzata da Chora Media, scritta da Davide Savelli. La post-produzione è di Roberto Vallicelli. La produzione esecutiva è di Valentina Meli. Il fonico di studio è Filippo Mainardi. Per Archivio Luce: supervisione editoriale Chiara Sbarigia ed Enrico Bufalini, coordinamento e ricerche e materiali d’archivio Cristiano Migliorelli e Nathalie Giacobino.
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20:17
Hanno partecipato Maurizio Eliseo ed Eugenio Giannini. Io sono
Luca Bizzarri
e vi do appuntamento al prossimo episodio invitandovi a visitare il sito di Archivio Luce punto com per compiere un eccezionale viaggio nel nostro passato. A presto!
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Build n. 1.36.0
Guido Notari
Luca Bizzarri
Eugenio Giannini
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