Tuesday, Nov 1, 2022 • 49min

Ladispoli, 17 maggio 2015 – Seconda parte

Play Episode
Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 2015 un ragazzo di vent’anni, Marco Vannini, fu raggiunto da un colpo di pistola mentre era a casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli, a Ladispoli, in provincia di Roma. Il proiettile trapassò il braccio destro, entrò nell’emitorace, attraversò il polmone destro, poi quello sinistro e si fermò nel pericardio, la membrana che circonda il cuore. La famiglia Ciontoli chiamò il 118 oltre mezz’ora dopo lo sparo annullando però, nella stessa telefonata, la richiesta di intervento. Il 118 venne chiamato di nuovo molti minuti più tardi. Furono due telefonate surreali, in cui i Ciontoli dissero molte bugie cercando di mascherare ciò che era realmente accaduto Marco Vannini morì quattro ore dopo essere stato ferito. Le perizie stabilirono che, se fosse stato soccorso tempestivamente, si sarebbe potuto salvare: nel suo torace fu trovata una quantità di sangue tra il litro e mezzo e i due litri. Morì lentamente, dissanguato dall’emorragia. Le indagini e i processi cercarono di ricostruire ciò che avvenne a Ladispoli, nella casa della famiglia Ciontoli, la notte in cui Marco Vannini venne colpito dal proiettile sparato da una pistola marca Beretta calibro nove. Tutto si basava sulle dichiarazioni della famiglia Ciontoli, sulle contraddizioni, le evidenti menzogne. Soprattutto il processo cercò di chiarire cosa avvenne nei minuti, nelle ore e poi nei giorni successivi quando un intero nucleo familiare raccontò che Marco era caduto dalle scale, quindi che aveva avuto un attacco di panico perché dalla pistola era uscito un colpo d’aria, poi che si era ferito con un pettine e infine che una pistola aveva sparato ma il colpo era partito praticamente da solo. E che Marco Vannini era stato ferito solo di striscio. Indagini è un podcast del Post https://www.ilpost.it/ scritto e raccontato da Stefano Nazzi.
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Talking about
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Speakers
(2)
Stefano Nazzi
Franco Coppi
Transcript
Verified
Stefano Nazzi
00:00
Marco Vannini è morto a
Ladispoli
, trentacinque chilometri da
Roma
, nella notte tra il diciassette e diciotto maggio. Duemila quindici. Poco dopo le ventitré è stato colpito da un proiettile sparato da una pistola
Beretta
calibro nove. In quel momento si trovava in casa della sua fidanzata Martina Ciontoli.
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00:22
Oltre a lei e al fidanzato, erano in casa il padre Antonio Ciontoli, la madre Maria Pezzillo, il fratello Federico e la sua fidanzata Viola Giorgini. Il proiettile ha trapassato il braccio destro, è entrato nelle mi torace, ha perforato il polmone destro e ha raggiunto il pericardio, senza però bloccare il cuore.
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00:43
Marco Vannini è morto quattro ore dopo per emorragia nel torace è stata trovata una grande quantità di sangue. In quelle quattro ore la famiglia Ciontoli ha nascosto ciò che era successo. Ha vestito al cento diciotto, anzi addirittura fermato i soccorsi per poi richiamarli, ma sempre però mentendo.
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01:07
Ha mentito alla madre e al padre di Marco Vannini. Ha mentito ai
Carabinieri
, ha mentito. Poi il giorno dopo al pubblico ministero è stato detto che Marco Vannini è caduto dalle scale e si è fatto un po' male, poiché ha avuto un attacco di panico per uno scherzo poi che è scivolato nella doccia, poi che si è ferito con un pettine di quelli che hanno una punta.
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01:31
Alla fine è stato detto che si il colpo di pistola c'è stato ma che Marco è stato raggiunto solo di striscio. Niente di che. Non c'è proprio da preoccuparsi.
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01:43
Antonio Ciontoli, il padre della fidanzata di Marco, ha ammesso di essere stato lui a sparare appoggiato a un muro fuori dal Pit il presidio integrato territoriale di
Ladispoli
ha ripetuto Ho fatto una cazzata, ho fatto una cazzata, ma non ho ancora detto non ha spiegato. Non ha descritto perché quella cazzata è stata fatta. Che cosa realmente sia successo.
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02:11
Seduti su un divano della stazione dei
Carabinieri
di
Civitavecchia
, il pomeriggio successivo, i quattro membri della famiglia Ciontoli, non sapendo di essere intercettati, si sono ripetuti a vicenda che cosa devono dire. Hanno confrontato le loro versioni, ma hanno anche rivelato alcuni particolari di ciò che è accaduto la notte precedente.
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02:32
La versione di Ciontoli si può riassumere con le affermazioni È partito un colpo, Pensavamo che non fosse nulla di grave. Non abbiamo capito che Marco stesse male. Il sopralluogo nella casa di
Ladispoli
che non è stata sequestrata è stato veloce, superficiale.
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02:51
Non è stato fatto il test del
Luminol
per verificare dove fossero le tracce di sangue e se alcuni ambienti fossero stati puliti. Una cosa però è certa la pistola è stata pulita, non ci sono tracce biologiche, non si può risalire a chi l'ha maneggiata.
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03:08
Nel duemila diciotto, tre anni dopo la morte di Marco Vannini, il ministro della
Giustizia
Alfonso Bonafede
inviò ispettori ministeriali alla
Procura
di
Civitavecchia
perché venisse accertato se tutto, durante le prime indagini, fosse stato fatto diligentemente se non fosse stato trascurato nulla l'operato del pubblico ministero Alessandra D'amore fu messo sotto indagine dal Consiglio Superiore Della Magistratura.
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03:35
Nel duemila eventi, la sezione disciplinare del Csm, quella che vigila sulla condotta dei magistrati, archiviò la sua posizione.
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03:44
Non sono state omesse le doverose attività investigative, venne scritto
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Break
Stefano Nazzi
05:01
Nell'ottobre del Duemila quindici Più di quattro mesi dopo la morte di Vannini, arrivano i primi risultati delle perizie. Il risultato dell'autopsia e le prime risultanze dell'analisi della pistola. Antonio Ciontoli viene convocato in
Procura
a
Civitavecchia
per essere interrogato dal pubblico ministero D'amore L'inizio Dell'interrogatorio. A questo punto lei ha la facoltà di non rispondere, ma anche se non risponderà al procedimento sicuro al suo corso, se renderà dichiarazioni, potranno essere utilizzate contro di lei. Si renderà dichiarazioni nei confronti di altri soggetti, assumerà la veste di testimone. Cosa vuole fare?
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05:41
Ce la dice la verità questa volta?
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05:45
Ma la verità l'ho già raccontata.
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05:48
Parliamo un po' più forte l'autorevole che fa?
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05:54
Io le dico che lei la verità non ce l'ha detta. Quindi le do un'altra possibilità per dirci la verità eh?
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06:03
Mi dica lei da dove vuole che parto
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06:06
Da da quello che è successo quel giorno, come è partito questo colpo? Praticamente sono finita la sera,
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06:16
No? Come è partito il colpo
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06:18
E accidentalmente.
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Stefano Nazzi
06:22
Ciontoli dice che Marco è stato colpito in bagno, dove era fare la doccia. Lui sarebbe entrato per prendere il marsupio con dentro le due pistole, tra cui la
Beretta
calibro nove che aveva lasciato in una scarpiera.
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06:35
Aveva spiegato in precedenza che aveva tolto le pistole dalla cassaforte per controllarle, visto che il giorno dopo avrebbe dovuto sostenere un'esercitazione di tiro. Poi sua moglie l'aveva distratto e le pistole erano rimaste in bagno.
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Speaker 3
06:51
Nella mano sinistra avevo il marsupio e con la mano destra il contratto l'arma dal marsupio con una delle armi praticamente nel nel movimento. Il marsupio mi stava per cadere mettendo la mano sotto praticamente stretto. L'arma che avevo impugnato mi è partito assolutamente.
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Stefano Nazzi
07:19
Quindi Antonio Ciontoli stava facendo vedere la pistola Marco Vannini Poi però sarebbe partito un colpo dice Alessandro Pavan, ex carabiniere ed esperto di armi da fuoco
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07:31
In condizioni ordinarie, chiedersi se una pistola posso parlare da sola. Come chiedersi se un coltello può accoltellarmi da solo? No, la pistola a deve necessariamente avere una prescrizione esercitata sul letto per consentire di attuazione del ciclo di sparo.
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Stefano Nazzi
07:47
C'è da dire, a differenza del coltello, che la pistola è molto più sensibile allo Human Factor, perché tu sei in condizioni di stress col dito all'interno del ponticello un'altra, cosa che è fondamentale nella formazione degli operatori è quella che viene definita la Fig sì plan, la disciplina del muto, nel senso che tu devi sempre tenere in vita al di fuori del ponticello parallelo al fusto, fino al momento in cui non hai la certezza di dover sparare in quel momento. Metti il dito dentro e fuori prima, sempre fuori. Perché si è notato nel corso degli anni che il fatto di avere il diritto all'interno del ponticello in posizione di stress molto spesso ha causato la partenza occidentale. Dopo lo portano dal fuoco, perché nei momenti ovviamente di stress elevato, le reazioni, anche le contrazioni involontarie, possono essere frequenti.
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Speaker 3
08:31
Antonio Ciontoli sostiene che quella sera era assolutamente convinto che la pistola fosse scarica
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08:38
Ma pensando che la scarica no, non ha chiaramente se era carica e così come poi si è dimostrato con il colpo in canna a prescindere che non l'avrei mai. Presa, che non gliel'avrei mai, fatta venire e c'erano tante altre precauzioni da prendere.
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08:56
In quel caso però, appunto convinto che era scarica e ho capito che mostrava la mamma la cantava. Ma perché? Appunto, cioè non essendo in pericolo l'arma perché non era carica per me, non vedevo alcun scherzo. No, no, assolutamente no. Quindi volevo far vedere l'arma puntandola, non la puntavo l'avevo rivolta verso di voi perché l'avevo impugnata. Marco mi stava praticamente avanti. Il sì sì l'avevo impugnata.
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Stefano Nazzi
09:36
Ciontoli spiega. Stavo facendo vedere l'arma che tenevo con la mano destra la impugnava verso Marco. Avevo il dito sul grilletto, il marsupio mi stava cadendo dalla mano sinistra e a quel punto è partito il colpo.
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09:51
Attenzione, però il pubblico ministero ha aspettato quel momento per comunicare il risultato dell'analisi effettuata dai periti balistici sulla pistola che contraddice la versione di ciottoli da lei che la sua pistola infetto in doppia azione non funziona mai saputo.
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10:12
Se fosse andata come dice lei, non avrebbe sparato. La negoziazione non funziona il campo.
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10:19
Eppure non l'ho mai. Non l'ho mai saputo
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10:22
Quindi questo dimostra quello che lei dice inattendibile.
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10:26
Eh, ma sono andate così le cose.
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10:27
Non sono andate così.
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Stefano Nazzi
10:30
In pratica la pm D'amore ha fatto dare a Ciontoli la sua versione per rendere poi è evidente che quella versione non poteva che essere falsa. Subito dopo, durante l'interrogatorio, vengono lette alcune delle frasi intercettate quando tutta la famiglia era seduta sul divano della
Procura
di
Civitavecchia
. Anche quelle intercettazioni contraddicono la versione appena fornita.
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10:56
Alle ore diciotto e ventotto mattina in cucina. Era destino che doveva morire. Era destino. Io ho visto papà quando gli ha puntato la pistola e Marco gli ha detto Vedi di puntare al di là del Papa che sparì E papà mi ha detto Ma lo scherzo era lui Non si scherza così ed è diventato pallido qua sotto aveva il proiettile che ha luogo ancora dalle ore venti trentadue. Venti, ventisei ore, venti, trentadue.
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11:32
Martina perché papà pensa alla scena con lui Marco che diceva Leva un po', sta perché Marco gli faceva Leva questa pistola puntata E Martina mima il gesto che faceva quando diceva il padre di levare la storia. Diceva Leva la pistola Leva. A questo punto si può dire che i dati che hai interrogato aggressivo guardi ripeto, io le cose come sono andate le sto dicendo poi non lo so quello che ha detto Martina che cosa?
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12:10
A questo punto vorrei un attimino conferire con il mio cliente.
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Stefano Nazzi
12:22
Chiedo di conferire con il mio cliente dice L'avvocato. Nei film succede spesso, qui succede nella realtà. Il legale ha capito che le cose si stanno mettendo parecchio male, che quella versione non regge proprio non regge perché, come ha spiegato al pubblico ministero se fosse andata come dice Ciontoli, la pistola non avrebbe mai sparato. Aveva un malfunzionamento e non poteva sparare in doppia azione.
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12:53
Ora però bisogna capire che cosa significano singola e doppia azione e come spara una pistola. Lo spiega Alessandro Pavan
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13:02
La differenza tra singola e doppia azione è una differenza meccanica. Diciamo che nelle armi a singola azione è necessario armare il cane e agire, diciamo così, sul grilletto.
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13:16
Per determinare lo sgancio del cane, l'abbattimento sul percussore e determinare l'innesco della cartuccia. Nelle armi a doppia azione. Il cane può essere armato dalla trazione diretta del grilletto. È chiaro che in questo caso l'azione o meglio, la forza da applicare sul grilletto sarà maggiore rispetto a quella necessaria per il mero sgancio del del cane sul il suo abbattimento.
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13:44
Tipicamente diciamo così per per un'arma a doppia azione. Sparare in doppia vuol dire applicare una forza di circa due chili, due chili e mezzo, mentre in singola approssimativamente fra il chilo il chilo e duecento. Poi ci sono le mie preparate che sparano a quattro etti, ma non questo è un caso ordinario.
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Stefano Nazzi
14:02
Quindi quando il pubblico ministero dice ad Antonio Ciontoli che la sua
Beretta
calibro nove semiautomatica a un malfunzionamento non può sparare in doppia azione, intende che non può sparare se prima non si arma se prima non si alza il cane si chiama in gergo tecnico cane quello che in realtà è un martello e infatti in inglese è denominato Hammer, appunto martello.
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14:26
Ma in Italia ha assunto questo nome per via della sua forma tradizionale a muso di cane, con il naso a punta e le lunghe orecchie e il martello che colpisce il percussore abbattendosi su di essa una volta che si è tirato il grilletto, andando a percuotere il fondello della cartuccia e facendo partire il proiettile per sparare.
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14:45
Bisogna fare il gesto di scarrellare, quindi tirare indietro il carrello e quindi armare il cane. Non è plausibile che Antonio Ciontoli abbia sparato tentando di fermare la pistola che stava cadendo per terra. Con quel semplice gesto la pistola non avrebbe mai sparato. Dopo aver parlato con l'avvocato, Ciontoli rientra nell'ufficio della pm e cambia versione.
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15:12
Cosa ha deciso? Mi dica.
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15:15
Le cose sono andate praticamente come già è. Solo che praticamente la bella non l'ho presa l'ho impugnata, convinto che era scarica, scarica, scarica, che é praticamente poi per gioco ho fatto finta di sparare. Invece niente. Però non spiega perché i proiettili all'interno della pistola, perché mi è partito il colpo e la nuova versione è che è stato uno scherzo.
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Stefano Nazzi
15:52
Ciontoli armato la pistola e l'ha puntata su Marco Vannini facendo finta di volergli sparare. Poi ha davvero premuto il grilletto. Solo che lui pensava che la pistola fosse scarica. Non era così però nella pistola c'erano i proiettili.
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16:11
Ciontoli ha fatto tutto ciò che non bisogna fare con un'arma da fuoco. Ci ha giocato la tenuta in mano, senza sicura la puntata contro qualcuno ha tenuto il dito sul grilletto e quel grilletto. Poi l'ha premuto pensando che la pistola avrebbe fatto solo click.
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16:28
Nemmeno il secondo racconto di Antonio Ciontoli, però è sufficiente Troppe cose sono ancora da capire. Le pistole erano davvero in bagno oppure, come ha detto Viola Giorgini al telefono con Un'amica durante una conversazione che è stata intercettata, erano state tutto il giorno sul divano perché ciò non toglie entrato in bagno, mentre Marco Vannini stava facendo la doccia e Martina Ciontoli era anche lei in bagno.
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16:55
Perché quel bagno era così affollato tra l'altro mentre ci era dentro una persona, nemmeno un componente della famiglia che si stava facendo la doccia durante i processi. I giudici faranno esattamente questa domanda a Martina Ciontoli
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17:11
Era consuetudine di Antonio Ciontoli entrare nel bagno è quando Marco era il bagno.
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17:18
Capitava che comunque se a mio padre servisse qualcosa in bagno, lui entrava tranquillamente. Ora, se non lo so, se papà entrava sempre quando Marco si faceva la doccia però capitava spesso che mio padre comunque entrava in cosa che avveniva anche quando ero a casa di Marco, che quando Stavo al bagno mentre mi facevo la doccia, sia Marina serviva qualcosa, entrava tranquillamente, quindi era una cosa reciproca.
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Stefano Nazzi
17:49
Le cose si complicano ancora di più quando si cerca di capire che cosa hanno fatto dopo lo sparo gli altri membri della famiglia. Martina dice di essere uscita dal bagno dopo che era entrato il padre e di essere andata in camera. Poi, quando è tornata in bagno, il padre le avrebbe detto che è stato un colpo d'aria. Anche Federico Ciontoli và a vedere che cosa succede e anche lui dice che ha creduto al colpo d'aria.
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18:17
Il colpo d'aria, si capisce dagli atti, sarebbe come un colpo sparato a salve. Questo fare muro di tutta la famiglia attorno alla versione data da Antonio Ciontoli, unito al fatto che alcune indagini, come il test del
Luminol
all'interno della casa non sono state fatte o sono state fatte sommariamente, rende impossibile capire che cosa sia accaduto davvero in quei minuti e che cosa sia accaduto nelle ore successive.
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18:45
La cosa certa è che mentre Antonio Ciontoli diceva che si era trattato di un colpo, d'aria e sua moglie, i suoi figli e la fidanzata del figlio ci credevano. Marco Vannini aveva un proiettile in corpo, hanno scritto in un loro articolo le criminologa Chiara Penna, avvocata penalista, e Flaminia Bolzan, psicologa.
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Speaker 4
19:08
Dobbiamo domandarci cosa sia scattato nella mente di tutti i soggetti quella fatidica sera e come mai nessuno a vario titolo si sia imposto rispetto a fare la cosa giusta. La famiglia è stata lungo ammantata di un alone di sacralità e di privatezza.
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19:23
Ma noi possiamo leggere questo particolare gruppo alla luce di un po' di sana teoria, evidenziando come il nucleo familiare sia di fatto un'organizzazione relazionale all'interno di un ambiente simbolico complesso.
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19:36
Per tentare quindi di comprendere a un livello più profondo ciò che prescinde dalla sola verità processuale, dobbiamo fare lo sforzo di entrare in quest'ottica e iniziare a spiegare come il sistema famiglia sia da considerare un'entità e non un agglomerato di individui, laddove la singola individualità perde quindi di importanza in funzione di qualcosa di più grande.
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19:57
Questo sistema è regolato da una rete di relazioni il cui scopo principale è quello del mantenimento del sistema stesso, dove c'è una sorta di copione familiare che guida i contributi dei singoli attraverso alcune determinanti importantissime, tra cui la devozione e la lealtà.
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20:15
Noi sappiamo che le relazioni tra i membri sono determinate da una legge sottile che opera al fine di preservare l'equilibrio e il benessere della famiglia e questo principio viene definito lealtà familiare. Se da un lato questa svolge un'azione di salvaguardia per i vari componenti, dall'altro però funge da limite.
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Stefano Nazzi
20:33
Se non si fosse trattato di un gruppo con un'affiliazione così potente, con maggiore probabilità il tenore delle telefonate al cento diciotto sarebbe stato un altro e altro sarebbe stato l'epilogo il quattro marzo Duemila sedici il giudice per l'udienza preliminare rinvio a giudizio Antonio Ciontoli, Martina Ciontoli, Federico Ciontoli e Maria Pezzillo per omicidio volontario, mentre Viola Giorgini è rinviato a giudizio per omissione di soccorso.
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21:07
Il processo inizia a
Roma
nel maggio duemila sedici e dura da quel momento quasi due anni. Il padre e la madre di Marco Vannini sono sempre presenti, sono parte civile. La parte civile in un processo penale assume chi è stato danneggiato dal reato o si considera danneggiato e partecipa al processo con i propri avvocati.
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21:31
Quello contro i Ciontoli è un processo strano che suscita moltissima attenzione e che si basa esclusivamente sulle dichiarazioni delle cinque persone che erano presenti nella casa al momento dello sparo. Non c'è praticamente altro.
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21:46
Non ci sono elementi concreti emersi dalle indagini condotte negli ambienti, perché il sopralluogo, probabilmente per una sottovalutazione iniziale, è stato sommario la pistola che ha sparato è stata pulita.
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22:01
Anche da lì si ricava poco, ma soprattutto attorno a quello sparo è stato costruito un castello di affermazioni, a volte anche assurde, illogiche, che si smonta quasi da solo pezzo per pezzo. Il problema è che è caduta una menzogna detta dai Ciontoli ne viene fuori subito un'altra. Antonio Ciontoli quindi ha raccontato di essere andato in bagno per recuperare le pistole che aveva lasciato in una scarpiera.
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22:26
Marco Vannini avrebbe chiesto di vederle quelle pistole. Ciontoli prima dice di no, ma poi si fa convincere. Tutto questo sarebbe accaduto mentre Marco Vannini era seduto nella vasca da bagno con il boccino in mano.
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Speaker 3
22:41
Lei conferma che è stato Marco a chiederle, mentre si faceva la doccia, di poter vedere le armi.
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22:49
Si ha insistito lui perché io inizialmente Stavo uscendo.
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Stefano Nazzi
22:58
Ciontoli ripete durante il processo la sua ultima versione dei fatti è stato lo scherzo. Ho detto ti sparo, ho scagliato e contemporaneamente ho premuto il grilletto. Ero sicuro che la pistola fosse scarica. Ciontoli dice anche di non avere nessuna dimestichezza con le armi. Può essere davvero così per un militare di carriera, assegnato oltretutto ai servizi segreti. Il colpo è partito.
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23:27
Martina Ciontoli, che era andata in camera, torna in bagno. Questo è ciò che afferma Processi, ma intercettata sul divanetto della
Procura
di
Civitavecchia
ha detto altro E ho visto papà sparare poi al processo spiega Sì l'ho detto ma intendevo che avevo visto papà che mi raccontava di aver sparato e mimava il gesto. Il racconto prosegue poi con la storia del colpo d'aria.
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Speaker 3
23:55
Antonio Ciontoli lo dice ai giudici chiedono cos'è successo, dato che non erano presenti in bagno. Continua loro Continuo a dire sempre ho sempre continuato a dire non vi preoccupate. Un colpo d'aria si è solo spaventato.
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Stefano Nazzi
24:12
Sul divanetto intercettata, Martina Ciontoli ha detto di aver sentito il padre dire è uno scherzo. E Marco replicare non si scherza così. Ma poi un colpo d'aria si può davvero pensare che tutti abbiano creduto al colpo d'aria lo sparo fa rumore. Rumore che spaventa soprattutto in un ambiente chiuso.
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24:34
Ecco cosa dice il giornalista investigativo Fabio Sanvitale.
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24:41
Un'arma come quella che ha colpito Marco Vannini produce un suono di centoventi decibel. Se due persone urlano sono sui settanta ottanta decibel, prova essendo una voce potente. Apparentemente sembrerebbe una piccola distanza, ma è un'enorme distanza.
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24:55
Il suono è stato fortissimo ed è stato sentito chiaramente da chiunque fosse all'interno di quella di quella villetta, ma anche dai vicini, visto che le mura della villetta sono sottili. Questo che cosa vuol dire? Che nell'immediato i Ciontoli non possono non essersi resi conto di quello che è successo.
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Stefano Nazzi
25:16
E poi c'è l'odore uno sparo lascia un odore forte, soprattutto in un ambiente chiuso. Lo si sente, non è possibile ignorarlo. Eppure quando a Martina Ciontoli viene chiesto se ha sentito nell'aria qualcosa, lei risponde No, niente.
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25:34
Federico Ciontoli dice non c'era niente che mi spingesse a non credere in quello che mio padre chiamò colpo d'aria, del cui significato non mi interessa più di tanto, essendo stato solo uno scherzo dice ancora Federico Ciontoli in aula durante il processo è stato fino ad oggi ripetutamente detto solo sulla base di supposizioni e questo è presente addirittura in alcuni atti processuali che, anche a costo di far morire Marco, io avrei nascosto quello che era successo.
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26:06
La verità è che io ho chiamato i soccorsi pensando che si trattasse di uno spavento, figuriamoci se non l'avrei fatto sapendo che era partito un proiettile. A un certo punto di quella sera, però, Federico Ciontoli in bagno trova il bossolo espulso dall'arma e non può non aver capito che ci è stato uno sparo vero.
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26:28
Prendi il bossolo, le pistole, quella che ha sparato, ma anche l'altra e le porta in camera per mettere in sicurezza. Così dice. E Marco Vannini, intanto, secondo i vicini urlava e che urlasse già emesse lo si sente anche nella seconda telefonata fatta al centodiciotto. Secondo Ciontoli queste urla non c'erano, erano lamenti, questo sì, solo lamenti. Martina Ciontoli al processo dice che non c'era nemmeno una ferita.
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Speaker 3
27:00
Questo è un colpo d'aria che provoca una ferita.
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27:04
Beh, non era non era propriamente una ferita. Era un segno come un
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27:09
Lei pensa che il colpo d'aria avesse provocato questa pressione.
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Stefano Nazzi
27:17
Poi c'è la questione del sangue. Secondo i periti di parte civile, cioè della famiglia Vannini, quella ferita doveva aver provocato una cospicua fuoriuscita di sangue. Di quel sangue non c'è traccia dov'è finito è stato pulito. Anche questo non si può sapere, dice l'avvocato dei Ciontoli Andrea Mirò.
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Speaker 5
27:42
La pallottola nel momento in cui è entrata a determinata per tutta una serie di motivazioni chiusura immediata della ferita, per cui di fatto questa si palesava come una procedura di sigaretta. Ma questo guardi, non lo dicono soltanto i familiari di centro, lo dicono anche i sanitari che sono intervenuti nell'immediatezza.
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Stefano Nazzi
28:08
Questa storia è come se fosse divisa in due. Prima c'è il colpo di pistola come partito e in questa prima parte, cioè l'ammissione di Antonio Ciontoli, pur tra mille contraddizioni, bugie, cose mai chiarite. E poi c'è la seconda parte, quella che inizia dopo il colpo di pistola, e cioè la mancata assistenza a una persona che sta male, anzi che sta morendo.
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28:32
Perché i soccorsi sono stati chiamati tanto tempo dopo perché una famiglia intera, quattro persone ha mentito al personale sanitario? La risposta è che Antonio Ciontoli aveva paura di perdere il posto di lavoro e la famiglia si è comportata come un nucleo compatto a difesa del proprio status della propria integrità.
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28:53
Anche Martina Ciontoli, la fidanzata di Marco, si è forse preoccupata maggiormente di proteggere il padre che di capire realmente come stesso il fidanzato. La domanda è erano coscienti o meno del fatto che, ritardando i soccorsi era probabile che Marco Vannini morisse?
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29:11
Tutte le perizie hanno spiegato che se fosse stato soccorso tempestivamente, Marco con molta probabilità si sarebbe salvato. Non c'è la prova, non ci potrà mai essere, ma le probabilità ci sono e sono molte. Lo sapevano questi Ciontoli. È questo che il processo deve appurare.
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29:32
Se Marco Vannini è morto perché è stato soccorso solo dopo molto tempo quel ritardo nel chiamare i soccorsi e tutte quelle bugie come devono essere giudicati quanto i Ciontoli erano consapevoli che agendo in quel modo Marco Vannini avrebbe potuto morire o non lo erano affatto.
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29:52
Si torna così alla differenza tra
Dolo Eventuale
e colpa cosciente. Lo spiega L'avvocato Giuseppe Di Palo, penalista del foro di
Napoli Nord
, autore di video su
YouTube
in cui tratta la complessità giuridica di casi di cronaca.
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Speaker 6
30:10
Quello che differenzia in ogni caso le due fattispecie è sempre e comunque la volontà. La colpa si definisce cosciente quando tu prevedi un evento sai che quell'evento può accadere. Però confidi nelle tue abilità, nelle tue capacità che quell'evento potrà essere scongiurato sostanzialmente Predici ok?
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30:33
Può capitare che succeda questa cosa, però io sono bravissima, vero? Sono un professore, riesco sicuramente ad evitare che accada quello che ho previsto. L'ipotesi tipica un'ipotesi, peraltro abbastanza recente e pure discussa, di colpa cosciente è stata quella della di
Schettino
e della
Costa Concordia
.
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30:56
Schettino
ha previsto che potesse accadere quello che poi è accaduto, ma confidava nelle sue capacità di evitare di poter evitare quelle vento, cosa che ovviamente non è. Non è successo e lo abbiamo, lo abbiamo visto, ne ha patito anche le conseguenze.
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31:14
Nel
Dolo Eventuale
c'è qualcosa in più perché tu non dici io confido nelle mie possibili, le mie capacità, nella mia professionalità, nella mia capacità di evitare quelle vento. Tu dici vabbè, ma anche se dovesse succedere, chi se ne frega fondamentalmente accetti nel tuo interno psichicamente l'eventualità che quell'evento possa essere causato.
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31:43
Completi quindi che nella colpa cosciente non c'è la volontà, perché tu sei sicuro che quel evento non si verifichi nel
Dolo Eventuale
, invece prendi in considerazione che possa capitare quell'evento e ciò nondimeno non desisti dal compimento di quella condotta.
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Stefano Nazzi
32:07
Al termine del processo L'accusa chiede ventuno anni di carcere per Antonio Ciontoli, quattordici anni per Federico e Martina Ciontoli e per Maria Pezzillo, due anni per Viola Giorgini.
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32:19
La sentenza viene emessa il ventotto aprile duemila diciotto Antonio Ciontoli viene dichiarato colpevole di omicidio nella fattispecie del
Dolo Eventuale
. Questa è la formula applicata dai giudici. Vengono concesse le attenuanti generiche, la pena a quattordici anni di reclusione.
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32:39
Federico Ciontoli, Martina Ciontoli e Maria Pezzillo vengono condannati, secondo l'articolo cinquecento ottantanove del
Codice Penale
omicidio colposo a tre anni di reclusione, l'omicidio colposo Quando si sopprime una vita umana senza intenzionalità, anche a loro vengono concesse le attenuanti generiche.
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33:02
Viola Giorgini viene assolta dal delitto perché il fatto non costituisce reato. Nelle motivazioni della sentenza i giudici scrivono che Antonio Ciontoli ha avuto la piena consapevolezza della modalità del ferimento, la prevedibilità delle possibili conseguenze e la decisione di nascondere mentendo é reale svolgersi dei fatti è che avrebbe dovuto soccorrere il ferito.
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33:27
Antonio Ciontoli ha quindi agito dicono ancora le motivazioni per la tutela dei propri interessi piuttosto che per la salvezza del ferito.
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33:37
Le attenuanti generiche vengono concesse a tutti i membri della famiglia, considerando la pregressa e del tutto regolare condotta di vita e la loro incensurate zza l'evidente, occasionalità e ripetibilità della vicenda é lo stesso legame affettivo esistente tra ciascuno di loro é la vittima e quindi la drammaticità anche per loro, dei fatti nei quali sono rimasti in vario modo coinvolti però le stesse motivazioni dicono anche che sia la moglie che i figli erano soggetti adulti di cultura medio-alta e pertanto sicuramente capaci di discernere autonomamente la veridicità di quanto veniva loro raccontato e di adottare condotte esattamente opposte a quelle in concreto tenute in aula Antonio Ciontoli aveva detto
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Speaker 3
34:30
Io sono ben cosciente della stupidaggine di aver rovinato la vita a tante persone, il primo a Marina e Valerio e poi a tante altre persone, tra cui anche i miei familiari, perché é a me stesso, perché io oggi mi sento un uomo finito. Per me la vita non ha più senso per tutto, per l'amore che provo per Marco, per per per Marina e Valerio, per i miei figli, per tutto.
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Stefano Nazzi
34:60
I genitori di Marco Vannini giudicano la pena troppo lieve dice Marina Conte Io non c'ero in casa loro, ma diamine, io ero lì dall'arrivo dell'ambulanza in poi. Come hanno potuto non tenere conto dei miei ricordi, delle nostre parole, delle parole dei genitori della vittima in nome del quale si stava svolgendo il processo? Aveva ragione mio cognato. Noi eravamo ospiti indesiderati, sopportati e questo non ha senso.
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35:32
Secondo Marina Conte Valerio Vannini tante cose non sono state raccontate dai Ciontoli. Forse prima c'è stato un litigio in quella casa e forse il colpo di pistola non è partito in bagno, ma altrove. I Vannini hanno ipotizzato che ci potessero essere stati malumori perché Marco aveva deciso di non farsi aiutare più di Antonio Ciontoli per compilare il modulo che gli avrebbe permesso di arruolarsi nell'Esercito.
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35:59
C'è da dire però che i processi hanno sempre confermato che all'origine dello sparo ci sia stata una imprudenza con conseguenze tragiche e non la volontà di colpire. Marco Vannini all'inizio del Duemila e diciannove si tiene il processo d'appello è un processo veloce, il clima è abbastanza pesante. La famiglia Ciontoli ha ricevuto minacce all', arrivo e all'uscita dal tribunale con gli avvocati vengono scortati l'avvocato.
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Speaker 7
36:27
Franco Coppi
, che rappresenta la famiglia Vannini, parte civile, dice
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Franco Coppi
36:33
Se Marco fosse morto in bagno, L'omicidio sarebbe stato qualificato come colposo, senza alcun dubbio. E invece i successivi comportamenti di Antonio Ciontoli fanno rientrare il tutto nell'omicidio volontario con il
Dolo Eventuale
che sussiste non solo quando si accetta il rischio dell'evento morte, ma anche quando colui che ha ritenuto responsabile del fatto, agisce senza avere la certezza che l'evento stesso non si verificherà.
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Stefano Nazzi
37:02
I giudici giungono, però ha una conclusione diversa da quelli di primo grado Non c'è il
Dolo Eventuale
. Ma la colpa cosciente. Antonio Ciontoli viene condannato a cinque anni. Immutate le pene per gli altri imputati al termine della lettura della sentenza in aula ci sono proteste pesanti.
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37:22
Per cortesia che liquida complessivamente euro in quattromila ottocento per Marina Conte e Roberto Cardini ed euro duemila cinquecento. Non li voglio, te li strappo, dai usciamo esci fuori, esci fuori.
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38:18
Se volete farvi una passeggiata a Perugia ditelo.
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Stefano Nazzi
38:43
Il giudice Andrea Calabria chiede a coloro che protestano, rivolgendosi in particolare alla madre di Marco Vannini se vogliono andare a fare una passeggiata a
Perugia
, minaccia di presentare una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Perché
Perugia
?
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38:60
Perché se questo accadesse, se il giudice li denunciasse, a occuparsene non potrebbe essere la
Procura
di
Roma
, perché delle questioni che riguardano i magistrati deve occuparsi una
Procura
diversa da quella di appartenenza. E per quanto riguarda i magistrati della
Procura
di
Roma
, la
Procura
di Competenza e
Perugia
.
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39:20
Il giorno dopo il ministro della Giustizia Bonafede, in un intervento pubblicato su
Facebook
, dice che il comportamento del giudice
Calabria
è inaccettabile, dice di essere indignato contro il giudice. Arrivano anche minacce e insulti sui social network.
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39:38
Le motivazioni della sentenza d'appello spiega nel punto di vista di chi ha emesso quel verdetto la condotta di Antonio Ciontoli appare estremamente riprovevoli sotto il profilo etico. Ma il fatto di trovarsi alle prese con un imputato la cui condotta è particolarmente odiosa, non può di per sé comportare che è un fatto colposo, diventi doloso.
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40:00
Nel rispetto del principio del favor rei. La condotta di Ciontoli va qualificata come sorretta da colpa cosciente. Il favor rei è un principio generale significa il dovere di garantire sempre un'efficace tutela dell'imputato.
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40:20
In pratica, dicono i giudici della
Corte D'Assise D'Appello
non ci si deve far prendere dall'emotività, ma vanno visti i fatti con freddezza. E i fatti dicono che l'omicidio di Marco Vannini è stato un omicidio colposo. Lui non voleva uccidere e non immaginava che ritardando i soccorsi, Marco sarebbe morto.
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40:43
La
Corte Di Cassazione
affronta il caso il sette febbraio. Duemila eventi, poco meno di cinque anni dopo la morte di Marco Vannini, L'avvocato
Coppi
dice davanti al giudice
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Franco Coppi
40:56
Non ci interessa cosa avrebbe fatto Ciontoli se avesse saputo della conseguenza. A noi interessa giudicare quello che lui ha fatto. Ciontoli si è reso conto della gravità del fatto e non solo lui. Tutti sapevano cos'era successo. Tutti sapevano di quel proiettile. Marco poteva essere salvato. Lo dice anche il consulente della difesa, ma Ciontoli lo ha lasciato colpevolmente morire.
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41:20
L'ossessione del suo posto di lavoro lo ha portato a mentire continuamente. Ha fatto tutto il possibile per sviare le indagini pur nella consapevolezza della gravità delle condizioni di Marco. Egli non poteva non sapere, non poteva non rendersi conto. Ha seguito passo dopo passo l'agonia del ragazzo, preoccupandosi solo del suo posto di lavoro.
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Stefano Nazzi
41:44
La
Corte Di Cassazione
dice che non si può parlare di colpa, ma bisogna parlare di dolo. Bisogna rifare il processo. Ecco come spiega la decisione l'avvocato Di Palo
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41:55
Non è possibile parlare di colpa, ma dobbiamo assolutamente parlare di d'oro perché le condizioni in cui versava Marco, ma soprattutto il fatto, la consapevolezza che Marco fosse stato colpito da un colpo di pistola rendeva altamente prevedibile.
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Speaker 6
42:11
È altamente probabile che in assenza di soccorsi tempestivi, Marco avrebbe potuto conseguire subire quelle conseguenze fatali. Nonostante quindi la previsione di quell'evento, quando una persona viene colpita da un colpo di pistola.
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42:28
Io immagino che le conseguenze possono essere un po' più gravi delle mere lesioni. Quindi, secondo la
Corte Di Cassazione
é il ragionamento della seconda sentenza della
Corte D'Assise D'Appello
è lui ha preso, ha visto e ha accettato che succedesse quello che poi è successo nel solo interesse di evitare le conseguenze dannose per il suo lavoro.
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42:52
E quindi ha accettato in qualche modo il rischio che Marco morisse. Ha accettato le conseguenze di quella sua condotta omissiva nel non raccontare la verità immediatamente ai soccorsi, ha accettato le conseguenze di quella condotta
Dolo Eventuale
.
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Stefano Nazzi
43:18
Il secondo processo d'appello si conclude il trenta settembre Duemila e venti con la condanna a quattordici anni di carcere per Antonio Ciontoli per omicidio con
Dolo Eventuale
.
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43:28
Gli altri esponenti della famiglia vengono condannati a nove anni e quattro mesi di carcere per concorso anomalo in omicidio sotto il profilo del
Dolo Eventuale
. Il concorso anomalo e quando dei soggetti si accordano per commettere un determinato reato, ma viene poi commesso un reato diverso da quello voluto.
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43:48
La norma prevede che tutti rispondano del reato effettivamente realizzato. La
Corte Di Cassazione
escluse poi che si trattasse di concorso anomalo, ma confermò la condanna per concorso sotto il profilo del
Dolo Eventuale
.
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44:03
Nelle motivazioni venne scritto che la scelta di un comportamento di un certo tipo fu del capo famiglia e di Antonio Ciontoli, al quale tutti aderirono consapevolmente, pur non potendosi non rendere conto delle conseguenze che avrebbe avuto lo stesso, accettandone il rischio, le conseguenze e avendone il tempo per concordare una versione da fornire coralmente agli investigatori e che vedeva come primo obiettivo la possibilità a di far passare sotto silenzio l'accaduto.
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44:36
Di far credere a un incidente non voluto, ci in ultima analisi, per venire ad un'ipotesi di omicidio colposo.
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44:46
Il tre maggio duemila ventuno la
Corte Di Cassazione
confermò le condanne del secondo processo d'appello, scrissero i giudici nelle motivazioni.
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44:55
La condotta di Antonio Ciontoli fu dunque non solo assolutamente anti doverosa, ma caratterizzata da pervicacia e spietatezza, anche nel nascondere quanto realmente accaduto, sicché appare del tutto irragionevole prospettare, come fa la difesa, che egli avesse in cuor suo sperato, che Marco Vannini non sarebbe morto.
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45:18
Quanto ai familiari, rimasero ancora una volta inerti, non assumendo alcuna fattiva iniziativa per aiutare la persona offesa, non si attivarono finanche nel riferire subito ai genitori di Vannini quanto fosse accaduto.
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45:33
Come si è visto, i giudici di merito hanno accertato che la Pezzillo li chiama una prima volta per dire loro che Marco si era fatto un po' male, cadendo per le scale e una seconda volta solo per avvertirli di recarsi al Pit, senza specificare che cosa fosse successo.
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45:52
Dopo la sentenza della
Corte Di Cassazione
, Marina Conte, madre di Marco Vannini, venne intervistata
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45:59
Sì, purtroppo il dolore è indelebile, non finirà mai. Non è che con la Giustizia noi purtroppo siamo condannati all'ergastolo a vita. E comunque anche il fatto che sia stata fatta Giustizia e pensare che un'altra famiglia è una tragedia su una tragedia no, perché Marco è stato ucciso da da questa famiglia e loro da ieri praticamente si sono aperte le porte del carcere. Quindi tragedia su tragedia.
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Speaker 9
46:33
Nessuno ha vinto, non c'è nessuna vittoria. Io tendo a precisare questo perché noi volevamo soltanto Giustizia e basta per Marco. Perché la verità non è non la sapremo mai. La verità è quella processuale, non è quella storica chiaramente che per noi invece sarebbe stato importante sapere anche quello che è successo quella sera in quella casa.
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Stefano Nazzi
47:05
Antonio Ciontoli sta scontando la pena nel carcere di
Civitavecchia
. Maria Pezzillo, Federico Ciontoli e Martina Ciontoli sono nel carcere romano di
Rebibbia
. Al di là della verità giudiziaria, che cosa esattamente sia accaduto in quella casa di
Ladispoli
la notte tra diciassette diciotto maggio, duemila quindici?
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47:26
Probabilmente non lo sappiamo, non lo sappiamo del tutto e non sappiamo, ne sapremo probabilmente mai quali emozioni, pensieri, distorsioni abbiano portato un'intera famiglia a creare una verità propria, diversa, una loro bolla che li mantenesse uniti e salvi, come se nulla fosse accaduto.
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47:56
Avete ascoltato la nuova storia di indagini sull'omicidio di Marco Vannini a
Ladispoli
nella notte tra diciassette diciotto maggio, duemila quindici, trovate la prima parte e tutte le altre storie sull'app del Post e su tutte le principali piattaforme di podcast.
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