Tuesday, Nov 1, 2022 • 44min

Ladispoli, 17 maggio 2015 – Prima parte

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Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 2015 un ragazzo di vent’anni, Marco Vannini, fu raggiunto da un colpo di pistola mentre era a casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli, a Ladispoli, in provincia di Roma. Il proiettile trapassò il braccio destro, entrò nell’emitorace, attraversò il polmone destro, poi quello sinistro e si fermò nel pericardio, la membrana che circonda il cuore. La famiglia Ciontoli chiamò il 118 oltre mezz’ora dopo lo sparo annullando però, nella stessa telefonata, la richiesta di intervento. Il 118 venne chiamato di nuovo molti minuti più tardi. Furono due telefonate surreali, in cui i Ciontoli dissero molte bugie cercando di mascherare ciò che era realmente accaduto Marco Vannini morì quattro ore dopo essere stato ferito. Le perizie stabilirono che, se fosse stato soccorso tempestivamente, si sarebbe potuto salvare: nel suo torace fu trovata una quantità di sangue tra il litro e mezzo e i due litri. Morì lentamente, dissanguato dall’emorragia. Le indagini e i processi cercarono di ricostruire ciò che avvenne a Ladispoli, nella casa della famiglia Ciontoli, la notte in cui Marco Vannini venne colpito dal proiettile sparato da una pistola marca Beretta calibro nove. Tutto si basava sulle dichiarazioni della famiglia Ciontoli, sulle contraddizioni, le evidenti menzogne. Soprattutto il processo cercò di chiarire cosa avvenne nei minuti, nelle ore e poi nei giorni successivi quando un intero nucleo familiare raccontò che Marco era caduto dalle scale, quindi che aveva avuto un attacco di panico perché dalla pistola era uscito un colpo d’aria, poi che si era ferito con un pettine e infine che una pistola aveva sparato ma il colpo era partito praticamente da solo. E che Marco Vannini era stato ferito solo di striscio. Indagini è un podcast del Post https://www.ilpost.it/ scritto e raccontato da Stefano Nazzi.
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Speakers
(1)
Stefano Nazzi
Transcript
Verified
Stefano Nazzi
00:00
Un colpo di pistola non parte mai da solo. Bisogna togliere la sicura, puntare e premere il grilletto. Tutte le armi semiautomatiche costruite negli ultimi trent'anni hanno quella che si chiama assicura sul percussore. Il percussore è quella parte meccanica dell'arma che colpisce l'innesco provocando lo sparo della cartuccia.
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00:23
Meccanismo di sicurezza è semplice blocca il percussore fino a che il grilletto non è completamente premuto e per premere il grilletto fino in fondo bisogna esercitare una certa pressione che a seconda della pistola, è calcolata tra i due virgola cinque e i cinque chilogrammi.
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00:43
In pratica solo con la pressione intenzionale a fondo sul grilletto e il percussore viene liberato e può colpire l'innesco della cartuccia facendo partire il colpo. Per questo la frase è partito. Un colpo ha poco senso e soprattutto non è vera.
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00:60
Un colpo non parte, il colpo viene fatto partire. In questa storia si sentiranno assurdità. Si sentirà ripetere spesso frasi come di striscio. Ma non è niente.
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01:13
Parole come involontariamente si sentirà parlare di punte di pettine che diventano armi mortali, di crisi, di panico, di scherzi venuti male e si sentiranno telefonate al cento diciotto perché anche questa storia come tante, iniziò con una telefonata al cento diciotto si sentiranno quelle che sembrano parte di una commedia, ma in realtà sono la prova di un delitto.
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01:40
La notte tra domenica diciassette e lunedì diciotto maggio, duemila quindici a
Ladispoli
, nel Lazio, un ragazzo morì. Si chiamava
Marco Vannini
. Morì perché fu colpito da proiettili di una pistola
Beretta
semiautomatica, ottantaquattro F calibro nove. Chi sparò quel colpo? Antonio Ciontoli fu processato.
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02:04
Alcuni giudici pensarono che fosse responsabile di omicidio colposo con colpa cosciente. Si ha quando una persona pensa che la sua azione possa avere una determinata conseguenza, ma è sicuro che questa non si verificherà. L'esempio è quello di chi guida velocemente in città.
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02:22
Sa che rischia di investire qualcuno, ma confida nelle sue abilità e quindi in qualche modo esclude che possa avvenire. Però altri giudici pensarono che non si trattasse di omicidio colposo, ma di omicidio Volontario. Nella forma di dolo eventuale non viene citato molto spesso dalle cronache il dolo eventuale quando si compie un'azione, accettando il fatto che quella azione possa avere come conseguenza un reato anche grave.
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02:51
Si è coscienti, per esempio, che agendo in un determinato modo si possa arrecare danno a qualcuno e lo si ritiene probabile, però si agisce lo stesso in quel modo per raggiungere uno scopo, un obiettivo.
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03:05
Un esempio che viene fatto è quello di chi getta sassi su un'autostrada da un cavalcavia non vuole provocare la morte di qualcuno, ma non può non considerare probabile che questo possa avvenire. La distinzione tra colpa cosciente e dolo eventuale sarà molto importante in questa vicenda e determinerà il destino di alcune persone. Ne parleremo ancora.
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03:30
Attorno a questa storia si mossero altre persone, per alcuni di loro si parlò di concorso anomalo in omicidio e un altro termine giuridico che non si sente spesso. Si parla di concorso anomalo quando alcune persone si mettono d'accordo per commettere un certo reato, ma poi il reato commesso è diverso da quello che si era deciso di compiere.
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03:51
Insomma, questa è una storia complicata dal punto di vista giuridico, ma allo stesso tempo è anche, purtroppo una storia semplice, cioè un ragazzo morto che secondo Ciò che hanno stabilito i giudici dopo che era stato raggiunto da un colpo di pistola, si sarebbe potuto salvare.
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04:09
E cioè un gruppo di persone che invece di pensare a salvare quel ragazzo, forse sottovalutando la situazione, pensò come cavarsela nel migliore dei modi per non apparire come un gruppo di assassini o di stupidi incoscienti e mantenere così quello status sociale a cui tenevano più di ogni altra cosa.
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Break
Stefano Nazzi
05:45
Quando morì nelle prime ore del diciotto maggio duemila quindici, Marco Vannini aveva vent'anni, viveva con il padre Valerio e la mamma Marina a
Cerveteri
, dal centro di
Roma
sono tre quarti d'ora di strada in direzione Nord-ovest. Da lì, per arrivare al mare sono altri dieci minuti.
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06:05
Si può andare a Marina di Cerveteri, oppure poco più a nord, a
Santa Marinella
o a sud a
Fregene
,
Fiumicino
,
Ostia
o a
Ladispoli
, che da
Cerveteri
è distante sei chilometri. Lì viveva all'altra famiglia.
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06:20
Protagonista di questa storia i Ciontoli Antonio, il padre Maria Pezzillo, la madre chiamata da tutti i mari Federico, il figlio grande di ventitré anni che ha frequentato la scuola militare della
Nunziatella
a
Napoli
, una delle scuole militari più antiche del mondo.
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06:37
E Martina, la secondogenita che di anni ne ha venti, ha fatto il liceo linguistico e sta seguendo il corso per diventare operatrice socio-sanitaria. Martina Ciontoli è la fidanzata di Marco Vannini. Stanno insieme da tre anni. Negli ultimi tempi ci sono stati litigi, i due sono gelosissimo, l'uno dell'altro.
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07:01
Non varrebbe nemmeno la pena di citarlo questo particolare, se non fosse che la mamma di
Marco Vannini
nel corso dei processi sottolineerà molto questo aspetto, dandogli grande rilevanza. Martina Ciontoli è spesso a casa dei Vannini e
Marco Vannini
è spesso a casa di Ciotole.
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07:19
Il padre di Martina, Antonio, è un ufficiale della
Marina militare
distaccato a Rud Raggruppamento Unità Difesa, un ente militare interforze dell'is del servizio segreto militare italiano. Aise significa agenzia, informazioni e sicurezza esterna.
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07:38
Il Rud, la sedia ad
Alghero
,
Oristano
,
Lecce
,
San Donà Di Piave
è proprio a
Ladispoli
essere distaccati nel linguaggio
dell'Esercito
significa essere spostati dal reparto a cui si appartiene a un altro compito.
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07:53
Antonio Ciontoli lavorava con il servizio segreto
Dell'Esercito
era stato anche autista di Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore della
Marina Militare
. Ricorda Marina Conte nel libro Mio figlio Marco, che ha scritto con Mauro Valentini Marco era affascinato da Quest'uomo che le raccontava di cose molto grandi e io lo lasciavo raccontare.
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08:17
Era pieno di entusiasmo. Antonio Ciontoli aveva aiutato Marco che aveva finito il liceo scientifico e lavorava stagionalmente come bagnino a compilare i moduli per entrare nel concorso Fpu, acronimo di Volontario per la ferma prefissata di un anno
nell'Esercito
.
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08:36
Solo che per due volte erano stati commessi errori nella compilazione dei moduli e
Marco Vannini
era stato escluso per il terzo tentativo aveva deciso di farsi aiutare dallo zio Roberto Carlini, ex carabiniere.
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08:54
Il diciassette maggio era una domenica. Quella sera, come spesso accadeva,
Marco Vannini
era stato a cena Dai ciottoli c'era. Tutta la famiglia era anche Viola Giorgini, la fidanzata di Federico Ciontoli. Attorno alle ventitré Marco telefonò a casa. Disse che sarebbe rimasto a dormire da Martina.
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09:14
Aveva telefonato anche di mattina chiedendo al padre di registrarli. Il Gran Premio di
Le Mans
del
Motomondiale
. Alle ventitré e quarantuno di quella notte al cento diciotto di
Roma
, giunge una telefonata al telefono, cioè Federico Ciontoli Cento diciotto
Roma
eh Buonasera, mi serve urgentemente un'ambulanza a
Ladispoli
.
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Speaker 2
09:37
Che succede? È che un ragazzo che si è sentito male di botte è diventato troppo bianco. Non respira più, respira male, respira male. Che cosa ha fatto questa ragazza? E non me lo so spiegare bene che anche se non me lo sai spiegare bene, per cortesia, Eh no, io non ho bevuto qualche grave malattia di base. No, non non soffre di niente.
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10:02
Probabilmente uno scherzo che ha spaventato tantissimo e non respira più. Che scherzo che avete fatto e non lo so, io non c'. Ero in quel momento che sto dicendo? É che ne sa allora che è stato uno scherzo chi? Gliel'ha? Perché sta con mio padre e mia madre? Siamo in famiglia. Per favore, non me lo dici.
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10:14
Stiamo prendendo Ma mi passi suo padre, per favore, Mamma, io gli ho deciso. Per favore, non ci crede? Io no, Io non capisco la dinamica. E uno spavento è che il male stava facendo il bagno. Ragazzo stava nella vasca, si è ripreso. Che stava facendo? Là il bagno stava nella vasca, è entrato. Non serve. Vabbè, nel caso richiamiamo.
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Stefano Nazzi
10:49
È una telefonata assurda, strana, che si conclude in pratica con un grazie. Non ci serve più nessun aiuto. Quando il cento diciotto riceve questa telefonata, Marco Vannini sta male Circa trentacinque minuti prima è stato colpito da un proiettile a mezzanotte. Sei minuti al giunge un'altra telefonata questa volta parla Antonio Ciontoli, diciotto romana Salve.
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Speaker 2
11:16
Buonasera. Buonasera, sempre. Sono un'emergenza di accedere. Gasperi Ladispoli. Allora via Alcide De Gasperi.
Ladispoli
Eh sì.
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11:29
Senta, se vuole lo porto io alla laurea hospital mi chiede l'ambulanza. Gliela sto tirando perché poi mi dice che vuole portarlo più i tempi. Se mi dà il tempo di scriverlo, almeno mi dia un cognome Sul citofono che c'è scritto Ciontoli Ciontoli. Quanti anni ha anche problemi e lui ha vent'anni. È un infortunio Praticamente. Betsy!
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11:54
Eh sì, praticamente ti è accaduto E si è bucato un pochino con un Come si chiama il pettine? Quello a punta? E quindi cosa si è fatto? Niente. Sul braccio Si è bucato, Si è messo un uomo. Un panico, ma sento che si lamenta. Eh? Ma scusi, chiedo venia. È diversamente abile? No? No, perché sento una voce. Un po' stramba?
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12:22
No, amico, il nome Marco Vannini. Prego. Marco Vannini. Può darsi anche che L'ambulanza praticamente lo dice. In effetti dipende. Dai, Ma certo che lo squarcio cioè un taglio. Cosa? C'è un buchino, Un buchino è andato in panico e sta urlando che Guido male! Eh, sì, allora ma che Un'ambulanza va bene, è andato in panico, ripetuto quattro volte.
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Stefano Nazzi
12:59
Un pettine con la punta, cioè un buchino. Mentre vengono dette queste parole, i lamenti, anche le grida di Marco Vannini si sentono distintamente. In realtà non c'è stato nessun pettine, nessun attacco di panico. Un proiettile gli ha trapassato il braccio, poi ha attraversato all'emitorace destro, quindi un polmone e poi per il cardio che la membrana in cui si trova il cuore.
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13:24
La pallottola si è fermata nel sottocute, nella parte sinistra del petto. La telefonata a casa Vannini arriva a mezzanotte e quaranta minuti. Marina, sono Mary, vieni da noi che Marco è caduto dalle scale. Sbrigati, Non è più scivolato in bagno. Non è più un attacco di panico. Non è più colpa di un pettine. Ora Marco Vannini è caduto dalle scale.
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13:48
Marina e Valerio Vannini si vestono in fretta. Stanno per uscire, ma il telefono suona di nuovo Guarda che non devi venire da noi, ma devi venire direttamente al pit che l'ambulanza lo sta portando lì.
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14:01
Pitt significa presidio integrato territoriale e il posto di primo intervento di
Ladispoli
L'ambulanza a casa di Ciontoli è arrivata a mezzanotte. Ventitré non c'è un medico. A bordo è stato richiesto un intervento per un attacco di panico. Cosa ricorda L'infermiera Ilaria Bianchi in una speciale trasmesso dal canale nove.
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Speaker 3
14:24
Appena arrivati sul posto scese un signore adulto e lui mi disse Sono il signor Ciontoli e C'è un ragazzo che si è sentito tanto male. È stato colpito da un attacco di panico dopo essersi punto con un pettine a punta, è scivolato nella vasca. Arrivati davanti alla porta.
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14:41
Trovammo ragazzo Marco sdraiato per terra, gli chiesi come ti chiami? E lui mi rispose Marco Vescicola Lando, perché comunque alternava questi momenti di lucidità a stato confusionale. Dopodiché gli chiesi Dimmi dove hai dolore, che cosa ti fa male? E lui mi disse Mi fa male tutto, mi fa male tutto.
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Stefano Nazzi
15:02
I genitori di Marco Vannini arrivano al posto di primo intervento, nello stesso momento in cui il figlio esce dall'ambulanza in barella. A mezzanotte e quarantacinque minuti Marco Vannini ha la maschera per l'ossigeno. Il padre lo tocca, dirà poi che gli sembrò freddissimo.
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15:19
Arriva l'auto con a bordo Federico Ciottoli che alla guida Antonio Ciontoli Emery Pezzillo. Antonio Ciontoli scende, passa davanti ai Vannini senza dire niente e si dirige verso la porta del Pil. Maria Federico si avvicinano ai Vannini. Federico prende sottobraccio, Valerio dice Vieni, facciamo una passeggiata, dobbiamo parlare.
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15:41
Valerio si arrabbia, risponde Ma quale passeggiata? Quale passeggiata? E Federico, purtroppo a Papà gli è partito un colpo mentre stava pulendo la pistola Si'. Ma guardate, non è una cosa grave. Lo ha preso solo di striscio. La nuova versione è questa è partito un colpo di pistola. Lo ha preso di striscio lo ripetono più volte.
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16:07
Intanto Antonio Ciontoli ha suonato alla porta del Pit. È uscito il dottor Matera che poi durante una deposizione ricordò il dialogo. Io gli ho chiesto se aveva sparato. Lui ha risposto che stava pulendo la pistola in bagno, si è presentato come un carabiniere, mostrandomi velocemente un tesserino e mi chiede di non menzionare questa cosa per il lavoro che faceva.
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16:31
Giuntoli insomma, chiede al primo medico con cui parla di non dire che ha sparato a Marco Vannini come se potesse essere una cosa possibile logica, una richiesta che può essere fatta.
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Speaker 3
16:44
Ancora l'infermiera Ilaria Bianchi. Sentimmo suonare il campanello del Pit. A quel punto il mio collega andò ad aprire ed era il signor Ciontoli che chiedeva di poter parlare con un medico. Dopo circa neanche cinque minuti, il dottor Matera rientrò anche molto alterato e rivolgendosi a me con tono molto agitato, mi disse Ilaria cambia tutto, cambia tutto. È stato attinto da un colpo di arma da fuoco. Gli hanno sparato.
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17:19
Istintivamente mi venne di uscire fuori a cercare il signor Ciontoli. Ma perché non mi ha detto la verità, ma non mi ha detto che gli ha sparato. Lui, commosso, diciamo un pochino provato, mi disse Non lo so, non lo so, non ci ho capito niente, avevo paura di perdere il posto di lavoro.
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17:38
Ma vi posso chiedere la cortesia? Se questa cosa si può omettere, potete non dirla e a quel punto veramente civili più perché insomma, dopo la beffa anche l'inganno. Insomma, bellissima lei si rende conto di quello che ci sta chiedendo?
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Stefano Nazzi
17:55
Marina Conte, la mamma di Valerio ricorda nel suo libro che Maria Pezzillo, Mary a quel punto si accese una sigaretta e disse: ecco ora mio marito perderà il posto di lavoro.
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18:10
I Vannini iniziano a capire che c'è qualcosa che non torna.
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18:15
Marina Conte dice al marito di chiamare lo zio di Marco, Roberto Carlini, ex carabiniere. Quando sente questa frase Federico Ciontoli dice al padre Papà chiama Izzo. Antonio Ciontoli si allontana e telefona.
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18:32
Roberto Izzo é un maresciallo dei
Carabinieri
, ex comandante della stazione di
Ladispoli
. La sua posizione verrà vagliata. Sarà sospettato di aver tentato di coprire i Ciontoli, di averli aiutati a tentare di nascondere ciò che era successo, ma verrà poi assolto dalle accuse.
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18:52
Da dentro la sala medica si sente Marco che urla Ahia Ahia. I Vannini si rassicurano. Se Marco urla vuol dire che è cosciente che soffre, ma non è così grave. Antonio Ciontoli si avvicina ai Vannini, si appoggia al muro del Pit e dice Ho fatto una cazzata, ho fatto una cazzata. Poi si interrompe.
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19:13
È arrivata un'auto dei
Carabinieri
. Ciontoli si muove di scatto, va verso loro e dice Sono un collega, sono un collega, devo conferire con voi. A quel punto arrivano anche Martina, la fidanzata di Marco Vannini, e Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli.
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19:31
Martina ripete meccanicamente quello che hanno detto sua madre e suo fratello prima di lei. Purtroppo a Papà, mentre puliva la pistola, è partito un colpo. Marco è ferito di striscio, ripetono tutti esattamente la stessa cosa. È partito un colpo, è partito, è ferito di striscio, ferito di striscio.
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19:58
Arriva il maresciallo Izzo. Entra nel Pit, esce il dottor Daniele Matera chiede della mamma di Marco. Dice che il figlio è fortissimo, che lo ha graffiato, che si dimena per il dolore, che continua a chiamare un nome Marty o forse Massi. Questo particolare assumerà rilevanza più avanti.
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20:19
Esce un altro dottore che dalla mamma di Marco perché avete chiamato L'ambulanza e poi l'avete disdetta perché poi avete aspettato venti minuti per richiamarla. Marina Conte al momento non capisce. Più tardi nella notte inizierà a mettere insieme i pezzi. Arrivano gazzelle dei
Carabinieri
.
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20:38
Esce di nuovo il dottor Matera dice che il paziente si è stabilizzato ma va portato in elicottero al
Policlinico Gemelli
di
Roma
. I genitori di Marco, la zia e lo zio partono per
Roma
. I Ciontoli restano davanti al Pit. Dice il giornalista investigativo Fabio Sanvitale.
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20:59
Personalmente vado a memoria. Non ricordo il caso di un intero gruppo famiglia di quattro persone che decide di coprire un delitto in maniera così compatta. Così sicurezza senza nessuna esitazione al proprio interno. Gnam.
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21:21
Colpisce particolarmente anche il ruolo di Martina No che la fidanzata di Marco Vannini in quel momento eccola la presenza di un gruppo famiglia così compatto che decide di coprire sostanzialmente un reato istantaneamente. Non è che hanno avuto bisogno di pensarci particolarmente è a lungo di confrontarsi. Questo è già un evento che dal punto di vista proprio della dinamica psicologica, colpisce moltissimo.
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Stefano Nazzi
21:52
Dal pronto intervento di
Ladispoli
al
Policlinico Gemelli
di
Roma
sono quarantaquattro chilometri. I Vannini arrivano all'ospedale ma l'elicottero non è ancora arrivato. Aspettano dopo un po', chiedono Un'infermiera le risponde Guardate che L'elicottero non è più venuto.
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22:11
Ci sono state complicazioni L'elicottero da
Ladispoli
si è alzato in volo due volte e due volte è dovuto tornare a terra. Perché Marco Vannini ha avuto due arresti cardiaci. Hanno dovuto praticarli le manovre di rianimazione. Marina Conte racconta nel suo libro di aver telefonato a Maria Pezzillo. Mary, che succede? Non lo so risponde lei.
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22:33
Io sto qua sotto, fa freddo e non posso nemmeno salire a prendere un giacchino. I Vanini tornano al Pit, ci sono, i
Carabinieri
non fanno entrare nessuno. Un brigadiere che conosce lo zio di Marco lo chiama e gli dice Guarda che è morto. Marco Vannini viene dichiarato morto attorno alle tre e dieci del Diciotto maggio Duemila quindici.
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23:02
I consulenti medico legali incaricati dal pubblico ministero di
Civitavecchia
Antonella D'amore, di redigere una perizia parleranno poi di un massiccio versamento bilaterale a livello toracico. Scrivono i periti. Questo dato conferma la sopravvivenza di Marco Vannini per un consistente lasso temporale.
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23:21
Dopo il ferimento non sono state riscontrate grandi lesioni alle valvole atrioventricolare e il decesso è sopraggiunto in seguito a uno shock emorragico. Secondo i dottori Carlo Gaudio, Luigi Cipolloni, le funzioni cardiache non sono state compromesse da proiettile.
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23:41
Quando venne ascoltato al processo, al dottor Gaudio venne chiesto quanto sangue potesse aver perso Marco Vannini nel periodo trascorso. Tra riferimento ai soccorsi, il medico legale rispose che poteva trattarsi di una quantità tra il litro e mezzo e i due litri. Non specificò e non gli fu nemmeno chiesto quanto di questo sangue fosse attribuibile alla emorragia interna e quanto invece potesse essere fuoriuscito dalla ferita.
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24:09
Ai Ciontoli quella notte viene impedito di tornare a casa, ma in quella casa sono rimaste a lungo prima di lasciarla per andare al Pit e due persone, Martina Ciontoli, Viola Giorgini al Pit sono arrivate dopo e non con il resto della famiglia.
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24:25
La casa non viene sequestrata, non viene usato il
Luminol
, cioè l'analisi scientifica, per capire se c'erano tracce di sangue in casa e se in quel caso sono state lavate e in quale stanza. Il sopralluogo nella casa dura sei ore. Secondo gli esperti di scena del crimine non è nulla, è un tempo ridicolo. In sei ore non si riesce ad analizzare niente.
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24:49
Il fatto è che automaticamente è stata presa per buona la versione dell'incidente é di quel tipo di incidente, cioè del colpo partito per caso disse l'avvocato Andrea Miroli legale dei Ciontoli
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25:03
Se è stato un errore, per quale motivo avrebbe dovuto essere non c'è un reato di natura colposa a cui segue un sequestro. Quindi da questo punto di vista non c'è nulla di anomalo.
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Stefano Nazzi
25:18
Sulla pistola che ha sparato, quella da cui sarebbe partito un colpo, non è stata trovata nessuna traccia biologica. Niente è stata totalmente e perfettamente ripulita. Tre membri della famiglia Ciontoli, ma solo tre Antonio, Federico e Martina vengono sottoposti allo stupro. Ne la moglie di Ciontoli né la fidanzata di Federico fanno invece il test.
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25:41
Lo stub serve a individuare le tracce residue di polvere da sparo sulle mani di una persona. Si effettua con un adesivo posto sulle mani, soprattutto tra il pollice e l'indice, a cui restano attaccate le tracce microscopiche della lega di piombo, antimonio e bario che provengono dall'innesco di una cartuccia I ciottoli vengono anche sottoposti a tampone nasale per verificare se fossero presenti tracce di polvere da sparo nelle narici. Dodici particelle di residui di polvere da sparo vengono trovate nel naso di Antonio Ciontoli. In totale su Antonio Ciontoli sono repertate quarantadue particelle di polvere da sparo. Su Federico ne vengono trovate ottantasette, tutte sugli indumenti.
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26:36
Al processo un tecnico esperto del
Ris
di
Roma
, reparto investigazioni scientifiche dei
Carabinieri
, spiegherà comunque che lo stub test è stato eseguito dalle nove alle dieci ore dopo il fatto ed è unanimemente condiviso. È ampiamente dimostrato che i prelievi effettuati su persone fisiche oltre sei ore dal fatto non hanno alcun rilievo probatorio.
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27:01
Comunque sia, tracce di polvere da sparo vengono rinvenute su Antonio Ciontoli e Federico Ciontoli, mentre sulla pistola non c'è la minima traccia di materiale biologico.
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27:12
Il diciotto maggio, in tarda mattinata, i Ciontoli con Viola Giorgini sono convocati Dai Carabinieri in caserma a
Civitavecchia
per essere interrogati e man mano che vengono interrogati, tornano dagli altri e raccontano non sanno di essere intercettati e parlano molto.
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27:31
Federico spiega piano al padre che cosa ha detto durante l'interrogatorio gli ho detto che il bosso lo non l'ho toccato ha poi tu gli devi dire che le pistole le hai trovate da qualche parte. Gli ho detto che le pistole le ho prese nel bagno e le ho portate giu'. Ho controllato se fossero cariche e ho messo la sicura il blocco ha. Poi gli ho detto che non mi ricordo dove le ho lasciate.
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27:58
Il padre chiede ma tu il bosso lo dove gli hai detto? In bagno, vicino al mobiletto, risponde Federico. E lo hai dato a me? Chiede Antonio. No, no, io non l'ho toccato. Poi Federico chiede alla sorella Tu gli hai detto che sei arrivata dopo?
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28:13
E allora interviene ancora il padre cioè sei arrivato prima a te e allora Federico quando sono arrivato Martina stava capito, stava quando sono arrivato. Martina stava interviene di nuovo. Martina dice che lei ha dichiarato che prima era in bagno, poi uscita, e che quindi la dinamica dello sparo e di quello che è accaduto non poteva spiegarlo agli inquirenti.
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28:39
Viola Giorgini dice al fidanzato Gli ho detto che l'arma non l'avevo vista. Ho visto che tu l'hai presa e hai detto che la portava in un posto sicuro perché è pericoloso. Ho detto che l'ho vista solo in quel momento.
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28:52
Così ti ho parato un po' il culo, dice sempre nel programma segreti di famiglia del
Canale Tv Nove
Pietro Messina L'altro, avvocato dei Ciontoli capita in tutte le situazioni del genere, no, che si parli tra tra imputati in realtà quelle cose che loro, quelle notizie che loro si scambiano, non hanno nessuna rilevanza rispetto alla ricostruzione della dinamica e dei tempi del fatto.
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29:19
A un certo punto, mentre Martina Ciontoli ancora seduta sul divano nella caserma dei
Carabinieri
, riceve una telefonata e Alessandro Carlini, cugino di Marco Vannini
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29:30
Non ci posso credere, lo giuro
Civitavecchia
.
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29:35
Io me lo affezionato Martina, gli volevo bene.
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29:36
Lei aveva la mia piena fiducia, te lo giuro.
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29:41
Non lo so perché quando quando è successo io stavo in bagno.
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29:45
Però sentirsi rispondere non mezz'ora dalla morte di Marco, ma alle sei di pomeriggio. Ma Guarda, io non ero in bagno, quindi non saprei dirti che cosa è successo. Beh, scusate, però C'è un'offesa all'intelligenza di chi hai davanti? Perché? Ok, non c'eri in bagno, ma io avrei chiesto a tuo padre quello che è successo. Penso. No, lei non sapeva niente.
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30:09
Noi Inizialmente era cosciente. Poi piano piano ho cominciato a diventa pallido. Abbiamo cercato ad alzargli le gambe e poi, dopo un po', abbiamo pensato a una cosa del genere. Capito?
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Speaker 5
30:21
A parte che sentivo una cosa che mi infastidisce un po' sentivo. Federico è comunque la suggeriva un po' su quello che doveva rispondermi perché poi pensavo non perché pensavo che la cosa che gli usciva il sangue capito lì, così rimasi un attimo perché il colpo d'aria che ne so io non sono un esperto di armi, però colpo d'aria.
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Speaker 6
30:45
Ma sentite questa cosa è partito e non lo so, non lo so
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Stefano Nazzi
30:53
E' un'altra versione l'ennesima a uccidere Marco sarebbe stato un colpo d'aria uscito dalla pistola dice ancora Fabio Sanvitale
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31:03
Questo che cosa vuol dire che nell'immediato i Ciontoli non possono non essersi resi conto di quello che è successo. Sappiamo che entrano nel bagno dove si è stato stabilito in sentenza, che sia avvenuto il colpo dove sia partito il colpo e ci troviamo però di fronte ad un gruppo di quattro persone che non hanno nessuna esperienza nel crimine. Anzi uno é nelle forze dell'ordine servizi quello che volete e l'altro il figlio Federico ha frequentato l'accademia
Nunziatella
, quindi comunque in quell'ordine mentale o dovrebbe essere in quello ordine mentale. Quindi non avendo esperienza nella realizzazione di un crimine, che cosa fanno?
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31:46
Vanno nel panico perché non sanno gestire una situazione del genere. Quindi è vero che alle ventitré e quaranta parte una telefonata, ma evidentemente non sono nemmeno d'accordo tra loro su quello che devono fare o non fare.
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31:60
Vorrebbero chiamare i soccorsi, ma vorrebbero che non si sapesse che è partito tutto da un colpo d'arma da fuoco e poi richiamano un'altra volta. E si capisce ascoltando quelle telefonate che sia Federico che Maria Pezzillo, la moglie di Antonio Ciontoli, in qualche modo vorrebbero chiamare i soccorsi, ma senza dire quello che è successo realmente.
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32:25
E infatti inventano delle cose che sono totalmente inverosimile, anche quando parla Ciontoli e sono totalmente inverosimili perché sono dette da persone che non hanno un'esperienza criminale, che altrimenti avrebbero inventato una balla più più credibile.
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Stefano Nazzi
32:40
È tutto assurdo. In poche ore sono state dette bugie a ripetizione.
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32:45
Prima per coprire il fatto che Marco Vannini sia stato colpito da un colpo sparato da una pistola, poi per nascondere la gravità delle condizioni di Marco, dice Ursula Franco, criminali sta e Statement analyst, cioè analista delle dichiarazioni delle parole che vengono usate per esempio durante un interrogatorio.
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Speaker 7
33:05
Ti dico che il modo migliore per acquisire informazioni Dai protagonisti di questa dolorosa vicenda sarebbe stato quello di fargli scrivere i fatti di quella sera, lasciando a loro carta bianca sul da dove cominciare e non in a cominciare le loro dichiarazioni dal momento dall'esplosione del colpo di pistola, l'analisi delle loro dichiarazioni ci avrebbe permesso di inferire un sacco di informazioni che sarebbero state utili poi per la ricostruzione dei fatti ti dico soltanto che nella prima sit di Viola ci sono una serie di dichiarazioni che fanno pensare a una certa attenzione nella casa. Perché Viola continua a dire Ho sentito, ho sentito, ho sentito.
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Speaker 8
34:00
Poi ho sentito se avessimo potuto avere le dichiarazioni scritte di tutti i partecipanti, senza nessuna influenza di un carabiniere, senza domande, senza suggerimenti, avremmo potuto metterle a confronto e ricostruire alla lettera i fatti che avevano preceduto l'esplosione del colpo a processo, raccontando che cosa accadde subito dopo che sentirono il rumore.
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Stefano Nazzi
34:29
I familiari di Antonio Ciontoli dissero che pensarono proprio un colpo d'aria c'è una sorta di corpo a salve. La chiameranno anche una bolla d'aria.
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34:40
Cosa disse Federico se dovesse rumore, rumore era un rumore forte, però tale da non farmi alzare. Inizialmente non volevo alzarmi.
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Speaker 9
34:50
Lei aveva mai sentito un colpo d'arma da fuoco prima di allora si all'aperto. Quindi sente questo rumore? Che cosa fa?
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Stefano Nazzi
34:57
Niente. Inizialmente rimango a letto, poi sento le voci Viola vincita ad alzarmi e quindi vado lì al bagno. Io mi ricordo di aver visto mio padre e mia sorella e Marco.
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35:09
La stessa versione la diede Martina Ciotole.
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35:13
Che era un colpo d'aria che Marco era spaventato e di stare tranquilla perché si sarebbe ripreso dopo un po'.
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Stefano Nazzi
35:22
Anche la fidanzata di Federico Ciontoli disse la stessa cosa
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35:26
È partito un colpo d'aria era ed è da tanto che non uso la pistola ed è rimasta una una bolla d'aria nella nella pistola. Continuava a dire questo.
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Stefano Nazzi
35:40
Insomma, Antonio Ciontoli avrebbe detto agli altri membri della famiglia che dalla pistola è partito solo un fortissimo rumore e che Marco Vannini si è spaventato. Gli altri si sarebbero così tranquillizzati. Va ricordato che Federico Ciontoli ha studiato all'accademia militare della
Nunziatella
a
Napoli
ed è presumibile che conosca il funzionamento di Un'arma.
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36:05
I vicini hanno sentito il colpo. Tommaso Liuzzi la notte del diciassette maggio ha sentito forte lo sparo, poi ha sentito dirà lui un urlo e subito dopo Marco Vannini che dice Scusa, Marty, Scusa Marty. La stessa cosa. Dice di averla sentita anche un'altra vicina di casa. Lo dice a una trasmissione televisiva.
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36:31
Una settimana dopo Maria Pezzillo va a casa dei Liuzzi. Tommaso Liuzzi attiva di nascosto il telefonino e registra la conversazione. Secondo l'uomo, Pezzillo voleva capire che cosa loro avessero realmente sentito, ma è una sua ipotesi. Non ci sono riscontri investigativi. Maria Pezzillo chiede a Liuzzi se hanno sentito lo sparo. E aggiunge perché io che stavo in camera da letto?
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36:57
Ma non finisce la frase. Poi Tommaso Luzzi domanda Ma perché Marco chiedeva Scusa? Martina No, risponde Maria Pezzillo Non diceva Marti diceva Massi scusi Massi, Massimo Massimo, che il titolare dello stabilimento balneare dove Marco Vannini aveva lavorato anche quel giorno era stato il medico del Pit a dire per primo che non capiva se Marko stesse chiamando Marty o Massi.
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37:27
Maria Pezzillo ripete quella versione. Non si capisce però perché Marco Vannini, dopo essere stato colpito da un proiettile, debba chiedere Scusa al suo datore di lavoro. Allo stesso modo non emergerà mai un motivo per cui in quel frangente Marco Vannini avrebbe dovuto chiedere Scusa. Martina si ipotizza un litigio, eventualità sostenuta dalla famiglia Vannini.
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37:51
È anche vero però che quella notte alle ventitré, Marco aveva telefonato a casa per dire che sarebbe rimasta a dormire da Martina Il fatto che rimanesse a dormire lì il fatto che la sua voce fosse assolutamente tranquilla fa supporre che, almeno fino a quel momento non ci fosse stato un litigio. È comunque un grande caos.
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38:10
Le indagini all'inizio hanno dato per scontata la versione dei Ciontoli dice la criminologa Cristina Bondone
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38:19
Il caso di Marco Vannini è un caso che effettivamente ha degli aspetti piuttosto inquietanti per quanto riguarda la presa in considerazione, la presa in carico di alcune testimonianze, come quella appunto di Ciontoli, presa per vera presa per realistica No, nel senso uno che conosce le armi, che detiene un'arma da fuoco, che fa un lavoro per cui le armi non sono certo è un orpello che possa dire appunto, che parte un colpo d'aria che fa quasi sorridere.
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38:51
No, è una cosa talmente ridicola, talmente incredibile che dovrebbe semplicemente far sorridere. Dovrebbe far pensare che sta mentendo e non gli potrebbe credere davvero nessuno. Invece, in qualche modo, quello che ha detto è stato ritenuto al primo momento sufficiente.
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Stefano Nazzi
39:18
La cosa certa è che Marco Vannini è stato colpito da un proiettile sparato da una pistola
Beretta
calibro nove. Quell'arma secondo il racconto dei Ciontoli, era in bagno assieme a un'altra pistola. Erano state tirate fuori dalla cassaforte per essere pulite e controllate, visto che il giorno dopo Antonio Ciontoli avrebbe dovuto sostenere un'esercitazione di tiro.
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39:41
Poi però la moglie lo aveva chiamato per occuparsi del giardino e lui si era distratto. Le aveva lasciate nella scarpiera in bagno. Alle ventitre Antonio Ciontoli si ricorda di averle lasciate lì, nella scarpiera e va a prenderle per rimetterle in cassaforte. In quel momento Marco Vannini e nel bagno si sta facendo la doccia.
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40:05
Quattro giorni dopo la morte di Marco, però, Viola Giorgini al telefono con una sua amica, il suo telefono intercettato. La conversazione dura trentatre minuti e viene classificata Dai Carabinieri come della massima importanza. Viola dice alla sua amica Le pistole sono rimaste tutto il giorno sul divano. Ancora contraddizioni. Le ennesime non saranno certo le ultime.
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40:32
La perizia che la pubblico ministero ha chiesto ai professori Cipolloni e Guido dirà. In conclusione si può affermare che con riferimento ai quesiti proposti ci dal magistrato una immediata e corretta attivazione dei soccorsi avrebbe evitato il decesso del paziente con elevata probabilità.
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40:53
Nei rapporti del cento diciotto dei
Carabinieri
verrà scritto che Marco Vannini è stato trovato a terra e indossava una maglietta a maniche corte e pantaloni di una tuta acetata blu. Non erano i suoi abiti. Aveva vestiti di Federico, non c'era nessuna traccia di sangue su Marco se non su una garza. Al primo piano, nella camera dei Ciontoli, c'era un letto disfatto, piccole macchie di sangue sulle lenzuola e un phon attaccato.
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41:23
La camera successiva alla matrimoniale dei Ciontoli è in ordine, come anche quella dopo quella di Martina. Ma ci sono le scarpe di Marco sporche di sangue nella camera di Federico, c'è un letto con un contenitore sotto. Dentro una borsa con due pistole e un bossolo della calibro nove.
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41:43
Sul terrazzino di casa Ciontoli ci sono zoccoli da uomo bianchi con piccole macchie di sangue. Si sa che una pistola ha sparato che un ragazzo è morto e si sa anche che quattro persone hanno mentito parecchio e che all'inizio forse per superficialità, qualcuno tra le forze dell'ordine, anche creduto a quelle bugie dice ancora Cristina Brondoni.
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42:09
L'arma da sola non spara mai. È necessario che qualcuno decida di caricarla, scartabellare quindi e sparare. Premere il grilletto non spara se cadde per terra, ok, sono fatte apposta. Non spara se nessuno tira il grilletto. Quindi questo doveva essere l'inizio il da dove partire, cioè qualcuno in quel bagno ha tirato il grilletto dopo aver caricato e puntato l'arma contro Marco Manini.
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Stefano Nazzi
42:42
Non sarà facile in questa storia avere risposte. Alcune non arriveranno mai, le bugie continueranno a smascherare la più grossa ci penserà però un fatto banale la pistola che ha sparato a un difetto, un malfunzionamento.
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Stefano Nazzi
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