Wednesday, Sep 30, 2020 • 45min

Zinedine Zidane - Il capobranco

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Zinédine Yazid Zidane, il terzo giocatore più forte di sempre, il Francese più popolare dei nostri giorni. Un cavaliere della Legione d’onore, l’eroe nazionale che ha portato alla prima vittoria in una coppa del mondo i Bleus. Un personaggio che ha saputo creare le condizioni per costruire una squadra vincente anche da coach. Fuori dagli schemi anche per una personalità decisamente controversa e complessa, non sempre esemplare, Zidane rappresenta pienamente il nostro concetto di Trequartista, senza urla, senza lustrini e paillettes, ma con la forza del lavoro e dei principi insegnati da quel padre algerino che emigrò negli anni 50 in Francia per cercare fortuna. Fortuna trovata, costruita e che in tutti i modi Yazid vuole difendere. Da tutto e da tutti. Con Giorgio Terruzzi e Carlo Pastore. Regia di Alessio Albano. Una produzione 7:31 LAB
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Talking about
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Speakers
(3)
Giorgio Terruzzi
Carlo Pastore
Zinédine Zidane
Transcript
Verified
Carlo Pastore
00:05
Questo episodio del trequartista è realizzato in collaborazione con Xiaomi. Xiaomi presenta la nuova Xiaomi 12 series, la nuova serie di smartphone flagship Xiaomi con modulo di fotocamere professionali da cinquanta megapixel, ricarica rapida Xiaomi Iper-Charge, processore Qualcomm Snapdragon di ultima generazione e audio firmato Harman Kardon. Xiaomi 12 Series e Il Trequartista insieme per dominare la scena.
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00:40
Il trequartista è un'atleta speciale, dotato di visione e fantasia, difficile da imbrigliare, attacca muovendosi fra le linee, sta in una posizione fluida, liquida un po' come la società moderna. Il trequartista non è un'esclusiva del calcio, ma una forma dell'anima. Trequartista per noi.
Zinédine Yazid Zidane
Io sono
Carlo Pastore
e lui e
Giorgio Terruzzi.
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Giorgio Terruzzi
01:05
No no. Rosso per
Zidane
che se ne va sotto la doccia giustamente.
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01:22
Un colpo di testa. Il gesto è calcistico, eccelso, ma il suo doppio indimenticabile parti dentro il cervello colpì un istante più tardi il petto azzurro di Marco
Materazzi
. E' la finale del Mondiale 2006 che
L'Italia
vincerà ai rigori. E' la fine della carriera di
Zinedine Zidane
. La scena è dunque una summa, una sintesi assoluta. Zizou tra i più grandi giocatori della storia, geniale, generoso, capitano, capobranco trascina e vince incanta e concretizza. Una vita così. Ma guai ad offendere, a incrinare il suo ritmo perfetto perché così come reagisce agli stimoli del gioco, del talento, dell'agonismo reagisce alle offese. A chi infrange il suo codice rigido perché è frutto di un sacrificio sacro, come un principio seguito sin da quando era un ragazzino. Il suo curriculum stereofonico e strepitoso come giocatore, come allenatore è illuminato dalla grazia e offuscato dall'orgoglio. Il giocatore che ha ricevuto il pallone d'oro che ha portato la
Francia
sulla vetta del mondo nel 1998 che ha vinto tutto, in
Francia
come in
Italia
, in
Spagna
l'allenatore unico capace di vincere tre Champions filate con il
Real Madrid
e anche il giocatore che ha ricevuto più cartellini rossi e gialli nelle fasi finali della Coppa del Mondo che, a causa dei rossi presi in Champions, perse il secondo pallone d'oro nel 2000. Colpi di testa, pochi ma clamorosi e per molti versi coerenti dentro una storia piegata a forza verso la fortuna, il cui prezzo dev'essere stato altissimo, pagato grazie ad un codice suo soltanto. Un codice che non permette intrusioni, interferenze o affronti da chi contro di lui gioca senza sapere, senza capire il significato profondo della sua ricerca, della sua ispirazione.
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Carlo Pastore
03:33
Ciao Giorgio, buongiorno. Oggi parliamo di un calciatore che per me è stato incredibile, fondamentale anche quasi ispirazionale perché l'ho visto giocare proprio quando ero piccolo e sono quasi cresciuto con lui e l'ho sempre ammirato tantissimo.
Zinédine Yazid Zidane.
Poi oggi stiamo rivalutando anche il secondo nome che invece è sempre passato in secondo piano. Un nome che come dici tu è già musica Zinédine Yazid
Zidane
.
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Giorgio Terruzzi
04:01
Sembra una canzone, una canzone nordafricana. A me, a me che insomma io non sono un patito, un tecnico del calcio a me è sempre più interessata alla persona del giocatore che ha in qualche modo manifestato sempre, manifesta ancora una cosa, una cosa che si chiama integrità, che io apprezzo da matti.
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04:25
Credo che ci sia molto bisogno di integrità, sempre. Questo modo di stare in campo e al mondo, comprese le esuberanze, le chiusure a me piace sempre piaciuto.
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Carlo Pastore
04:40
E' un modo molto forte. Ripercorriamo la prima vita ufficiale di
Zidane
, quella di calciatore che è una vita piena di successi e che si conclude proprio con il tuo racconto di apertura, con quella testata a
Materazzi
che chiude la sua carriera in campo con gli scarpini.
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04:59
Zidane
, nato il 23 giugno 1972 sangue algerino nel quartiere povero di
Marsiglia
, sopra il
Vieux Port
, ha esordito in
Lee Gang
con il Cannes a 16 anni, quindi un fenomeno fin da piccolo, un enfant prodige viene acquistato dal Bordeaux, che lo trasforma in un nome a livello internazionale e poi viene acquistato dalla
Juventus
tra l'altro non per tanti soldi, per 7 miliardi e mezzo che all'epoca era una cifra normalissima nel 1996 e viene poi invece venduto al
Real Madrid
nel 2001 per la cifra galattica come la squadra in cui sarebbe poi andato a giocare di 150 miliardi di lire. Caso del mercato perché era il giocatore più pagato di sempre.
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05:40
E poi, appunto, a
Real Madrid
, diciamo aveva già vinto tutto, gli mancava soltanto la Champions League. La vince l'anno dopo e da lì diventa diventa una leggenda del calcio, diventa una leggenda della squadra, madrilena. E poi la sua carriera si conclude con quella finale di Coppa del Mondo, Francia Italia, un passato prossimo contro il suo è quello che sarebbe divenuto da lì a poco il suo passato recente, ovvero il calcio, la
Francia
è lui che chiude con una testata con quell'immagine di lui che passa a lato della Coppa del Mondo mentre viene accompagnato, anzi, mentre si dirige verso l'uscita dopo essere stato espulso. Un giocatore così che chiude la sua la sua carriera con una testata. Ma di cosa stiamo parlando? È poesia pura?
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Giorgio Terruzzi
06:22
Sì, sì. Un gesto straordinario nella sua, come dire, esposizione, perché indica un limite non valicabile. Cioè io ho sempre odiato gli insulti personali, razziali. Queste cose qui sono delle porcherie assolute. Io ho sempre considerato molto più grave un giocatore che insulta l'altro o la famiglia dell'altro piuttosto di ogni reazione esplicita.
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06:59
Uno è un insulto sottovoce, un po' vigliacchetto l'altro invece è un gesto eclatante, non dico da non punire mai più bello e più autentico. Cioè molti molti hanno commentato no, ma la reazione è ingiustificabile. Non è vero, non è ingiustificabile, non è peggiore, anzi della provocazione. Io ho sempre dato questa lettura, ma credo che in quel gesto lì ci sia proprio il timbro, la sua storia.
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07:31
Perché stiamo parlando di un ragazzino che ha ha visto il il verso dell'esistenza sin dai primi capitoli. Perché essere un ragazzino nordafricano o comunque di famiglia nordafricana in
Francia
in quegli anni lì in una città complicata come
Marsiglia
significa o ti dai un rigore che ti salva o ti perdi.
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08:03
E lui se l'è dato e ha dato a ha offerto alla propria famiglia a chi si è sacrificato per lui, a chi l'ha tirato su immagino in mezzo a mille difficoltà perché erano cinque fratelli, il padre faceva il muratore, insomma non è che stiamo parlando di sciambola, credo che abbia fatto una sorta di patto con se stesso, da una parte, con la tradizione e la cultura e l'educazione che ha ricevuto é lì, non si tocca, è quello che l'ha portato avanti secondo me, così persino credo nella sua oggi ultima appartenenza, richiamo al
Real Madrid
, cioè quello c'è la famiglia, la famiglia come baricentro, come luogo intoccabile, la famiglia che può essere anche considerata la squadra che gli ha permesso di fare quel percorso da allenatore che ha fatto poi dal dopo la fine della carriera. Quindi stiamo parlando di una persona molto integra che ha una serie di principi forti e alcuni limiti non toccabili.
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Carlo Pastore
09:09
Abili, esatto, non discutibili, non emendabili è
Zidane
integro, che poi ha trovato appunto casa dove a
Madrid
, dove ha i figli giocano a
Madrid
anche, quindi è proprio casa sua. Io però volevo discutere di questa uscita di di scena, quella foto bellissima, no? Con queste due queste due teste lucide, la testa della coppa del mondo, questa sfera no che riflette loro invece la testa di
Zidane
perennemente sudato? No, io di lui ricordo il la faccia madida di sudore dentro ogni gioco che esce appunto dopo l'espulsione. In questo momento vedo che nelle storie all'interno di chi scrive storie c'è tanto bisogno di avere, di tirare fuori le epica, e la storia di
Zidane
èuna storia epica, è una storia da eroe, perché oggi gli unici eroi che ci possiamo permettere in questa società sono diciamo così, eroi alla
Zidane
, eroi che partono da una situazione difficile, familiare e contestuale, di ambiente e che poi si trasformano in esempi transnazionali che uniscono i popoli e veramente questo è proprio nel senso letterale che uniscono i popoli in maniera trasversale.
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Giorgio Terruzzi
10:23
Ma è una cosa di questo tempo secondo me più c'è una sorta di decadenza dell'etica del costume nelle persone, più le storie che raccontano questo assumono fascino. E' abbastanza curiosa questa cosa faccio un paragone che non c'entra niente ma quando ha avuto un incidente
Zanardi
tutti hanno hanno detto tutti proprio tutti hanno detto che peccato che uomo. Sì ma quello che fa
Zanardi
lo possiamo fare tutti quanti.
Zanardi
quando tra l'altro che fa le cose per per quello per proprio piacere non è neanche uno che la mette giù dura che vuole un riconoscimento. Quella distanza lì in realtà è molto più colmabile ma non c'è una sorta di pigrizia per cui deleghi a qualcuno.... ti salva quello lì ti salva e ti mette al riparo e tu te ne puoi stare in pantofole per fortuna c'è lui. Questo discorso faccio un'altra parentesi che non centra assolutamente niente col calcio vale per
Greta
no certo certo c'è lei che fa quella battaglia di poi tu butti la plastica che tu che sostieni sei d'accordo con lei puoi buttare la plastica nel prato di fianco tanto, cioè lei che fa la battaglia per te, ma la battaglia devi farla tu.
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Carlo Pastore
11:48
Quindi forse quasi cattolico, come approccio aspettiamo Gesù in croce...
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Giorgio Terruzzi
11:53
Un cattolico con il ventre molle a proposito di un qualche differenza, per esempio con una cultura musulmana.
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Carlo Pastore
12:01
È cioè questo altro lato però che trasforma si danna in un eroe diverso. Perché di
Zanardi
, per esempio, citato
Zanardi
ricordiamo anche l'esuberanza la grande forza è l'incredibile capacità anche di ingaggiare a livello comunicativo le persone, l'ispirazionalità a tutti gli effetti.
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12:19
Se vogliamo citare altri numeri dieci
Maradona
insomma
Maradona
era uno spettacolo costante, è invece forse forse si danno assomiglia a livello, come dire umorale. Un po' più a
Roberto Baggio
per citare un altro nostro trequartista, più malinconico, più intimista, più silenzioso. Che ne dici?
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Giorgio Terruzzi
12:40
È però secondo me nella nella nella, nel
Baggio
silente c'è una sofferenza. É una debolezza, una fragilità più marcata rispetto al silenzio fortificato di
Zidane
.
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13:00
Questo qui è una figura molto più solida, secondo me no, è un uomo che va via per linee rette, che ha una rettitudine, sa dove andare, sa cosa fare secondo me anche nel compromesso, perché è uno che ha imparato a stare al mondo presto. Per cui, per esempio, lui è musulmano, non praticante, perché sa perfettamente che uno che ha fatto la vita del ragazzino che ha fatto lui non può buttarla lì, creare un contrasto, una difficoltà. Ne ha già abbastanza ha gli avversari, ha se stesso, ha già altri fronti.
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13:44
Per cui nel compromesso però è più solido, anche fisicamente, più solido è uno che ha avuto meno fastidi, ben meno coraggio, meno sofferenze di
Baggio
.
Baggio
dice sempre non gioco più a pallone neanche per scherzo, per tanto ho sofferto. Credo che lui si sia sempre divertito a giocare così a pallone. Si divertiva anche quando era la
Juve
.
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Carlo Pastore
14:09
Esatto. Si divertiva quando la
Juve
che andava con
Davids
a giocare la l'aneddoto famoso di loro due che prendono, si vestono, si bardato per non farsi riconoscere, vanno a giocare in piazza con gli immigrati a
Torino
è però un altro lato. Volevo chiudere sulla testata no, perché appunto la testata avvenuta nella finale della coppa del mondo del Duemila e sei, che poi
l'Italia
vinse ai rigori tra l'altro
Materazzi
, aveva procurato il rigore che poi
Zidane
aveva segnato con un cucchiaio giusto per ricordare questi passaggi più legati al campo e poi invece
l'Italia
appunto, trionfa ai rigori e
Zidane
non c'è perché era stato espulso. Prima però il calcio è uno sport che ha dentro di sé l'altissimo, se lo vuoi trovare, ma anche il bassissimo, perché è un ambiente, un po' strano, no? In effetti, se ci pensi è uno dei pochi ambienti in cui non ci è mai stato un coming out. Per esempio nessun giocatore si è mai dichiarato omosessuale per dire è un ambiente in cui magari le sporcizie che ha detto
Materazzi
a
Zidane
sulla mamma e sua sorella vengono perdonate, perché il gioco lo richiede, no?
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15:16
In fondo
l'Italia
ha vinto e tutti noi abbiamo celebrato quella sera. Ora in tutto questo un giocatore come
Zidane
con una dote di malinconia, come si colloca? Qual è l'unica maniera che ad resistere uno così, se non di tirare fuori il suo lato di strada, a un certo punto uno deve farsi giustizia da solo?
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Giorgio Terruzzi
15:37
Beh, intanto ha il talento e ha sempre avuto una una risorsa da quello perché qui non stiamo parlando di un ultimo. Perché un ultimo ha solo una risorsa. Che la rabbia e la frustrazione lui tutela gli ultimi, tutela la parte di sé che è stata ultima però è un primo della classe. Ha quindi un talento, ha le ali per volare, ogni tanto si dimentica, oppure quando gliele toccano va in bestia. Però ha le ali per volare.
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16:15
Stiamo parlando di uno che ha la consapevolezza, credo l'abbia sempre avuta, di avere quel tocco lì che hanno avuto... poi la
Francia
aveva avuto
Platini
parlando di di trequartisti o di giocatori di Quindi quella levatura lì è uno che ha giocato insieme a
Del Piero
. È uno che ha giocato con
Figo
.
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16:38
E' uno che ha giocato con
Ronaldo
è uno che ha ha avuto attorno a sé anche altre sollecitazioni e altri interlocutori che toccavano invece di della sorella, della madre, offendendo le come ha fatto a
Materazzi
. Toccavano invece l'oro, la sua parte gioiosa e potente di talento. Ciò che gli permetteva e di essere
Zidane
, cioè un grande giocatore, di essere, di essere divertente e utile.
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Carlo Pastore
17:10
Esatto, divertente e utile. Stai anticipando poi quello che è ciò che
l'Avvocato Agnelli
ha detto di lui perché si danno è diventato un giocatore internazionale di livello nella
Juventus
e poi al
Real Madrid
ha completato l'opera
Juventus
ha perso due finali di Champions League. Strano, succede mai.
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17:27
Invece poi al
Real Madrid
è riuscito a portare a casa subito l'unico trofeo che che gli mancava. E poi in tutto questo c'è un giocatore che all'epoca era un giocatore tecnico, elegantissimo, accarezzava la palla in una maniera che poi non ho più visto fare veramente unico ma anche molto forte fisicamente.
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17:47
E poi c'era la questione della testa che diventa fondamentale nella sua seconda vita. Perché da allenatore quella fisicità lì non ti serve più, rimane la tua storia, la tua storia di giocatore incredibile e pazzesco, però poi la testa serve a gestire un gruppo di superstar. Perché
Zidane
ha allenato per qualche mese la squadra, diciamo così l'Under 23, come si direbbe in
Italia,
del
Real Madrid
.
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18:13
E poi è passato ad allenare invece la prima squadra, portando a casa da allenatore tre Champions di fila. Quindi corriamo il rischio di parlare di uno che oggi ha una carriera da allenatore così vincente da offuscare quella da giocatore,
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Giorgio Terruzzi
18:28
Ma c'e' una continuità. Secondo me è una persona abituata a guardarsi dentro, a riflettere e a misurare se stesso in un limite, e questo gli permette di farlo e di con gli altri, con i compagni e quindi secondo me coi giocatori che allena nel momento in cui cambia ruolo, cioè o o... ci sono delle persone che non riflettono e sono superficiali o comunque più leggere, non c'è verso, possono farlo, restano così sia che facciano i cuochi o gli insegnanti o i librai, mentre ci sono delle persone che indagano per forza.
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19:12
Lui è un ex ragazzo che sicuramente ha lavorato su sé per forza e questo lavoro gli è servito ha avuto anche secondo me qualche allenatore molto rilevante dal quale apprendere da giocatore come trattare coi giocatori.
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19:32
Perché anche lì è una questione di interpretazione, di introspezione, di capacità di dare un comando e mettersi nella condizione di darlo, di essere accolto in quanto leader. Lui del resto però è sempre stato un leader in campo, è sempre stato un capitano e quindi non mi pare strano che abbia trovato gli strumenti per esserlo o per essere, come dire, efficace anche nei panni dell'allenatore.
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20:03
Perché in fin dei conti, anzi forse i grandi allenatori sono quelli che in qualche modo sono in campo, oltre che in panchina, sanno stare in campo, potrebbero stare in campo perché sono abituati a farlo.
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Zinédine Zidane
20:17
Y luego, defensamente, vuelos, meter un poco más de de de pierna, y ya está, nada más, y seguir trabajando, ¿Eh? Porque tenemos que sufrir, es una final, sufrimos pero siempre con la serenidad nosostros pensar que va llegar traves el gol.
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Carlo Pastore
20:34
C'è però un'altra questione che riguarda Zidane, che è la sua diciamo la sua biografia. Ritorniamo un attimo alla vita di
Zidane
, che oggi è padre di quattro figli, ma a sua volta è stato figlio di un immigrato algerino che ha fatto il muratore, un grande lavoratore. Lo raccontano così lo racconta lui stesso.
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20:56
Così probabilmente gli ha insegnato la cultura del lavoro all'interno di una
Francia
in mutevole cambiamento che in maniera forse esplicita perché ci presentava per esempio una nazionale di calcio che era composta quasi più da ragazzi con la pelle nera che i francesi, come li abbiamo sempre immaginati, raccontati e quindi esplicita una questione che è una questione alla fine coloniale, no, la
Francia
, come tanti altri paesi europei, è stata una nazione coloniale. Le colonie all'interno dei cambiamenti poi della storia diventano un fattore di emigrazione e quindi di immigrazione ecco che la
Francia
accoglie famiglie che vanno a mettersi nelle periferie parigine. Quelle periferie parigine diventano per il sistema calcio francese un serbatoio di forza, un serbatoio di talento. Tanto che oggi le cantiere, appunto delle banlieue, sono delle cantiere fenomenali, con una serie di talenti pazzeschi. L'ultimo è
Mbappe
che è che è stato anche lui uno dei colpi di mercato più pagati della storia.
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22:01
In tutto questo è come società come affrontiamo questa cosa così evidente che lo sport più popolare e mi immagino una
Francia
dove comunque il calcio non è al livello
dell'Italia
, ma uno sport così popolare ci mostra un mondo così cambiato? Che tipo di capacità abbiamo di affrontare questa situazione? In tutto questo Zidane, che tipo di esempio è stato?
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Giorgio Terruzzi
22:25
Beh, intanto dove c'è fame, dove c'è fatica e miseria. C'è energia.
Marsiglia
oggi è una città nera, non solo nelle periferie e il centro di
Marsiglia
, è completamente afro, completamente abitato da persone di colore. I negozi sono di cibi e destinate a persone di colore e molto più evidente l'osmosi, la penetrazione degli emigrati nella cultura della città.
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23:04
Il problema è da una parte come accogliere, è sempre un problema accoglienza, come accogliere una cultura diversa e anche come dire, gli spigoli che l'emarginazione determina. E' un percorso che tutti i paesi europei stanno imparando, dovranno imparare volenti o nolenti, qui c'è poco da fare, da fare gli ideologici.
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23:36
E' quello che è certo è che siamo certamente in una condizione di maggior raggio rispetto ai paesi dai quali nasce l'emigrazione e quindi questo è un percorso di integrazione culturale che in
Francia
è stato anticipato rispetto
all'Italia
c'è un'abitudine alla convivenza e all'accoglienza diversa in tempi dove non era così, numericamente rilevante la presenza di immigrati.
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Carlo Pastore
24:05
Però mi fa ridere perché l'altro giorno ho riguardato appunto le immagini di questa partita che si danno ha giocato in maniera devastante i quarti di finale della Coppa del mondo 2006 dove secondo me si danna mostra tutto il suo talento contro il
Brasile
proprio prima di andare in finale.
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24:22
E c'erano i calciatori al all'inizio della partita nella classica foto di rito in cui tra l'altro
Zidane
sorride, sapeva già che avrebbe dominato il gioco, era sereno, però si mettono in fila., posano foto con un bel cartellone con scritto Say No To Racism. Sono anni che mandiamo avanti questi messaggi, ma sembra che non attecchisce.
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Giorgio Terruzzi
24:45
Ma non attecchisce perché la stupidità umana è infinita. Se c'è una cosa che non è spiegabile è, come dire, considerare superiore una razza rispetto a un'altra in base a Drake, al colore della pelle è una cosa che non ha... solo una stupidità profonda può sostenere una cosa del genere.
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25:11
Però questa cosa è abbinata a un'idea egoistica di protezione, di mio, di non dare, non darsi, di chiusura che finirà perché è completamente in controtendenza rispetto a quello che di fatto succede. Quello che succede è più forte di questa ottusità. Ci vuol tempo, no, le donne non votavano una volta. Ci vuole tempo, no?
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25:42
Cito le le donne perché non è che sto parlando di un problema risolto, ne leggiamo tutti i giorni. Cambiare una cultura è un percorso lungo, soprattutto se ci sono incitazioni continue all'arretratezza, perché qui noi abbiamo continui che istigazioni alla chiusura, all' arretratezza.
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Carlo Pastore
26:08
Ti faccio questa domanda che rischia di essere complessa perché se penso a
Platini
mi viene in mente prost sei d'accordo un po' in qualche ma forse il ricciolino
Prost
meno esuberante, meno capacità dialettica, meno meno fantasia è è okay, meno fantasia vero. Però facciamo questo parallelo Juventus Ferrari via dai automobile e calcio. Zidane invece che il pilota è oggi? colpi di testa, ma anche porta a casa il risultato.
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Giorgio Terruzzi
26:42
È più
Hamilton
è
Hamilton
è più beh, oggi più
Hamilton
difficile andare più
Lauda
, più
Lauda
più tosto e concreto.
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Carlo Pastore
26:57
A proposito di paragoni ti legge questo articolo che fu scritto nel 9 luglio 2006 da Liberation quotidiano francese che parla di venerazione
Zidane
ok, perché poi a un certo punto, come dicevamo, all'inizio è diventata una figura epica per per tutti.
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27:14
Per tutti oggi Zidane è il talento di
Maradona
, il carisma di
Pelé
, una mescolanza di
Abbé Pierre
e di
Gandhi
, di
Martin Luther King
, del
Dalai Lama
. E non soltanto per la stampa francese.
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27:24
La Zidano-mania è mondiale, incensato dalla grande stampa come negli Stati Uniti, l'uomo più cool del mondo si compiace il
New York Times
, che suggerisce di fare un film di promozione con immagini dell'entusiasmo di
Zidane
e mostrarla a giocatori giovani e vecchi.
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27:39
Peccato che poi ci fu la finale, credo in cui lui è concluse, diciamo così questo articolo con una bella testata, un punto a capo.
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Giorgio Terruzzi
27:46
Però c'è una cosa che l'immagine pubblica secondo me di
Zidane
nella fantasia, nella memoria è molto lontana da quella di
Maradona
. È molto lontana da quella di
Platini
. Stiamo parlando ancora una volta di un eroe molto riservato e silente, no? Molto meno esuberante e votato alla comunicazione. Stiamo parlando di uno che faceva sul campo e poi si ritirava in un'ombra. È sempre stato un po' così. Quindi non stiamo parlando di un eroe da poster nella cameretta. O meglio, ma molti meno poster rispetto a
Maradona
o
Platini
.
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Carlo Pastore
28:31
Anche perché se proprio per citare alcuni dei suoi contemporanei Figo,
Beckham
, Ronaldo,
Luis Nazario
Da Lima
ovviamente intendiamo
Del Piero
,
Totti
. Quando pensiamo al miglior calciatore al mondo non c'è quasi mai nessuno che dice come prima risposta:
Zidane
. Eppure a tutti gli effetti parliamo di uno dei più grandi calciatori di sempre. Come mai?
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Giorgio Terruzzi
28:56
Si, perché aveva fatto ha fatto poche PR. Non avevo non forse non gli interessava neanche. L''anno scorso, quando si è fermato come allenatore per poi, due anni fa, per poi essere richiamato... è uno che a un certo punto ha bisogno di un ambito di ombra no, sparire deve sparire.
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29:27
O perlomeno non è interessato a comparire così come lo sono stato io. Lo sono altri? Beh, no. Insomma non parliamo di
Maradona
, ma insomma che rompe una cristalleria ogni volta che si muove, no. Lui invece passa via da una stanza come un panno, non sposta niente. Non ti accorgi che sia che è appena passato, invece Maradona sbatte giù due sedie e qualcuno la butta giù Anche Platini, a differenza sua.
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Carlo Pastore
29:58
No perché poi ogni tanto ci dimentichiamo anche di quanto oltre a essere bello, fosse decisivo
Zinedine Zidane
Due gol, due colpi di testa contro il
Brasile
nella finale di Coppa del Mondo del 1998.
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30:34
Gol incredibili con la
Juventus
. Ma quello più forse iconico di tutti è quello in finale di Champions League col Bayer Leverkusen. Giocava col
Real Madrid
, un cross a caso di
Roberto Carlos
. È lui che si coordina in una maniera incredibile e segna questo gol pazzesco. Zidane era uno che risolveva le partite.
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Giorgio Terruzzi
30:59
E noi abbiamo parlato spesso della sua riservatezza, ma siamo qui in
Italia
e magari chissà quanti ragazzini proprio nelle periferie delle città francesi e figli di immigrati o anche di seconda generazione, hanno o hanno avuto per anni la il poster di
Zidane
. Cioè, ci sono stati dei dei momenti che sono credo indimenticabili per i francesi del pallone, o anche per per gli spagnoli del pallone quando è andato a giocare a
Real Madrid
che noi non misuriamo perché siamo qui, non abbiamo la stessa percezione che abbiamo avuto per esempio nei confronti di un
Del Piero
, di un
Totti
che sono qui. Immaginiamoci discutere oggi in un podcast a
Madrid
o a Parigi di
Totti
o di
Del Piero
no, sarebbe un po' la stessa cosa.
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31:57
Io credo che nel soprattutto nella sua storia col
Real Madrid
, da giocatore, lui abbia in qualche modo fatto casa. È stata sua moglie, fu determinante per trasferirsi
dall'Italia
alla
Spagna
. Sua moglie spagnola è quando andò andando via dalla
Juventus
. Credo che
Madrid
possa essere possa essere diventata per lui come come una seconda
Marsiglia
nell'età adulta.
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32:30
E forse il presidente del
Real Madrid
Perez, ha colto questa cosa. Ne è stato in qualche modo abile o, come dire, affettuoso al punto da interpretare un ruolo di papà padre due no nella seconda casa, quindi questo è un altro elemento che forse spiega è come dire la attaccamento al gruppo, la gratitudine anche che muove
Zidane
.
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Speaker 4
33:04
Un solo legame col presi con Perez, ma decisivo
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Zinédine Zidane
33:08
En primer lugar quiero agradecer al club, a usted presi, por darme la oportunidad de entrenar a este equipo. Yo creo que va a salir todo bien. Y nada mas. Lo importante es estar mañana con el equipo y empezar a trabajar.
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Giorgio Terruzzi
33:25
Sì, è come se lui avesse bisogno a un certo punto, di scegliere e poi perseguire. Una volta scelto lui mantiene, mantiene la promessa in qualche modo. Non si è mai separato. Ha tenuto un matrimonio che è nato quando era ragazzo, ha rapporti, ha un rapporto con
Real Madrid,
con la città lunghissima a questo punto è come se in qualche modo quello che ha ricevuto privatamente in casa sua é da questa squadra, da questa città determini un riconoscenza e un legame che va oltre i risultati sportivi.
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Carlo Pastore
34:03
E volevo leggerti invece questa cosa che ho letto Dalla malinconia di Zidane via 4-3-3di Jean-Philippe
Toussaint
che dice, parlando proprio della partita che abbiamo anche noi usato come apertura di questa puntata del trequartista, ovvero della finale, quella con la testata della Coppa del Mondo.
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34:21
Zidane non riesce a segnare, non ne può più dei compagni, dei suoi avversari, non ne può più del mondo e di se stesso.
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34:29
È come se a un certo punto non ne poteva più.
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Giorgio Terruzzi
34:33
Può essere. Qui abbiamo un ambito di intimità, perché molte cose sono leggibili dai comportamenti, anche dai non comportamenti, dai silenzi. Ma la riservatezza preclude qualche visione.
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34:53
Forse abbiamo a che fare con un uomo che davvero ha bisogno di mettersi in pausa per guardarsi dentro. Forse abbiamo a che fare con una persona che non dimentica una parte di sé che è stata silente in ombra per ricaricarsi, per trovare le energie per farcela quando era un ragazzo. Insomma non lo sappiamo certamente certamente è questa è una è una, è una modalità che appare spesso come se fosse una necessità.
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35:25
Lui ogni tanto è come se dicesse io devo fermarmi anche bruscamente anche con una testata, ma oltre un certo punto non vado. Magari è una anche che ha una vita interiore o altri interessi intimi che non conosciamo molto rilevanti. Non è mica detto che uno che fa il calciatore o l'allenatore debba avere in testa il calcio l'allenamento dalla mattina alla sera, magari uno ha in testa i pinguini dell'Antartide, non sappiamo.
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Carlo Pastore
35:56
Ho capito, è vero, tra l'altro per poi andare a capire
Zidane
per capire Zidane ci è voluto tanto tempo, no c'è chi anche si è sbagliato nelle sue valutazioni, forse un po' per per giustificare il fatto che se ne andasse via la famosa frase dell'avvocato Agnelli che quando si danno venne venduto dalla
Juventus
e
Real Madrid
per 150 miliardi di lire disse più divertente che utile, ma lo disse contestualizzando poi andrò a vederlo a
Madrid
e se ne dispiacque comunque, perché Zidane era
Zidane
.
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36:33
Però ecco Zidane ci messo un bel po' a farsi capire e forse non vuole del tutto farsi capire. Infatti ti vorrei chiedere un parere su questa frase che
Marcello Lippi
disse di lui.
Marcello Lippi
, suo allenatore, appunto. La
Juventus
disse di lui
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36:46
Zidane
giocava su una nuvola, una nuvola dove nessuno poteva salire. Diverso.
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Giorgio Terruzzi
37:13
Secondo me ci sta che lui abbia dei punti di non accessibilità. È così come nel calcio. Anzi, forse grazie al fatto di essere così può ritrovare delle risorse per alimentare il talento. Perché qui stiamo parlando sempre quando parliamo di questi campioni stiamo parlando sempre di figure che trovano il modo di alimentare mentalmente con uno stile di vita, con un allenamento mentale, un talento straordinario.
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37:41
E qui sono bravi tutti. Poi la lo scatto che ti fa stare lì, su quelle nuvole lì di cui parlava Lippi da solo te lo dà, la tua forza mentale, la tua dedizione, la tua concentrazione, la tua capacità di perseverare di determinare il tuo fare.
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38:00
No, può anche essere che non non uno come
Zidane
non sia sempre ha portato per la compagnia, per la, per stare in compagnia. Mi immagino una persona, per esempio, che ha pochissime frequentazioni, non necessariamente nel calcio e anche delle gran serate dove sta con la sua famiglia e basta magari a casa. Stiamo parlando di una persona che probabilmente non ha un'attitudine alla alla vita del calciatore, così come la vediamo adesso sui giornali, sui pettegolo dei giornali di gossip, queste stupidaggini qui e probabilmente è molto lontano da tutto questo.
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38:44
È un uomo, ripeto che secondo me ha molto presente la vita che ha fatto suo padre, la vita che ha fatto la sua famiglia quando era ragazzo e che quindi omaggia la fortuna che ha avuto per un modo suo non necessariamente condivisibile o condiviso.
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Carlo Pastore
39:17
Io una cosa che trovo fondamentale è quella di essere in qualche maniera riconoscenti in maniera equilibrata nei confronti della propria natura, di non negare agli altri e a se stessi di dirsi per come si è. Zidane non si è mai negato per come si è nelle testate e nella sua grande eleganza.
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Giorgio Terruzzi
39:40
Ma certo è il discorso sull'integrità che abbiamo fatto all'inizio io ho ammirazione per persone così. E ho anche ammirazione per persone che sono alla fine molto semplici cioè hanno un rapporto con le proprie, il proprio oro, non così eclatanti come l'abbiamo noi che lo guardiamo, ma più sereno, più tranquillo. Lui è uno che voleva fare il calciatore, si è impegnato per diventare bravo, aveva il talento per riuscirci. Ha alimentato il proprio talento. Ma il bilancio intimo della sua vita, quello che volevo dire prima, forse lo esplicito meno adesso non è che dipenda necessariamente da questo. Dipende da tante altre cose.
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40:18
Quindi lui è così e come è davvero, forse non ha interesse di metterlo sul tavolo per farci discutere. Lui è così per quello che mostra in campo, nel bene o nel male, comunque una verità, un modo di essere proprio diretto. E poi c'è una parte della sua intimità che sta nella sua vita, che non è la nostra non è pubblica.
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Carlo Pastore
40:41
Esatto, ma anche come anche a livello professionale, sportivo. In questa dittatura della vittoria ossessiva va ricordato che ebbene si poteva vincere il pallone d'oro del 2000 non l'ha vinto per intemperanze sul campo. È stato espulso tantissime volte. Poteva vincere la seconda coppa del mondo nel duemila e sei si è fatto espellere per una testata a
Materazzi
. Ma quante cose ha vinto dopo probabilmente anche riflettendo su quegli errori? Chi nega la propria natura, queste fortune non se ne può permettere perché cerca di inseguire un modello che sempre posticcio.
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Giorgio Terruzzi
41:16
Esatto. E probabilmente come parlando di testa, di presenza mentale e di determinazione, uno che da ogni errore ha imparato qualcosa. E credo che la testimonianza più evidente sia quella che viene fornita dalla sua carriera di allenatore, no?
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Carlo Pastore
41:37
Chissà cosa direbbe oggi l'avvocato di lui se fosse vivo. Dello Zidane ipervincente.
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Giorgio Terruzzi
41:44
Beh, dovrebbe trovare un'altra battuta perché sulle battute era molto forte. No, non sempre. Non sempre, almeno qualche volta la battuta, era molto effetto ma non...
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Carlo Pastore
41:55
Non corrispondeva alla verità.
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Giorgio Terruzzi
41:57
Esatto.
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Carlo Pastore
41:58
Grazie Giorgio,
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Giorgio Terruzzi
41:59
Grazie a te.
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42:11
Più divertente che utile. Lo disse di lui Gianni Agnelli, lasciandolo partire da
Torino
nel 2001. Una frase lapidaria secondo lo stile inconfondibile dall'avvocato un errore di valutazione tanto raro quanto clamoroso. Sarebbe bastato star lì qualche ora a ripercorrere il cammino di
Zidane
per comprendere che l'utile sta al centro dei suoi pensieri sin da quando era un piccolo bambino. Figlio di Ismail, pastore di
Cabilia
, regione berbera dell'algeria emigrato a
Marsiglia
a fare il muratore, a tirar su cinque figli a forza di braccia. Fatica. Il primo insegnamento per un ragazzino cresciuto con il calcio, nell'anima con i numeri dell'uruguaiano
Enzo Francescoli
nella memoria. Con la consapevolezza soprattutto di non poter sbagliare. Perché il destino di chi scala da sempre ogni sbaglio fa pagare assai. Utile. Altro che. A quella
Juve
ad ogni squadra, vista e presa allora come ora, per divertire e divertirsi casomai di conseguenza. E' questione di regole e di crescita, di cultura. La religione musulmana come fondo, senza alcun bisogno di sbandierare. La famiglia come baricentro, senza alcuna concessione alla ribalta. Un matrimonio scattato quando era poco più che adolescente, quattro figli, una vita tutt'altro che spericolata. Ha costruito ogni tassello del proprio patrimonio
Zidane.
Mai un passo falso oltre ai doppi passi alle veroniche, per divertire, si intende, in un abisso di utilità.
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Carlo Pastore
44:06
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Giorgio Terruzzi
44:25
Giorgio Terruzzi.
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Carlo Pastore
44:27
Il Trequartista è un progetto 7:31 Lab da un'idea di Alessio Albano.
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44:44
Questo episodio de Il Trequartista è stato realizzato in collaborazione con Xiaomi. Xiaomi presenta la nuova Xiaomi 12 Series, la nuova serie di smartphone flagship Xiaomi con modulo di fotocamere professionali da cinquanta megapixel, ricarica rapida Xiaomi Hyper-Charge, processore Qualcomm Snapdragon di ultima generazione e audio firmato Harman Kardon. Xiaomi 12 Series e il Trequartista insieme per dominare la scena.
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