Tuesday, Dec 22, 2020 • 49min

Marc Marquez - Un campione allo specchio

Play Episode
Otto volte campione del mondo, ha rivoluzionato il modo di andare in moto. Dietro di lui ancora poco. Marc Marquez è un campione, un fuoriclasse, un trequartista. Gioca sulle linee, sempre al limite che a volte supera e allora sono guai. Per i suoi avversari ma anche per sè. Proprio superando un limite ora la sua carriera è in pericolo. Un eroe allo specchio, che lotta contro se stesso. In questa contraddizione sta lo spirito di Marc Marquez. Il nuovo trequartista è MM93. Voce e testi di Giorgio Terruzzi e Carlo Pastore. Regia di Alessio Albano.
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Talking about
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Speakers
(5)
Carlo Pastore
Giorgio Terruzzi
Valentino Rossi
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Transcript
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Break
Carlo Pastore
00:41
Il Trequartista è un atleta speciale dotato di visione e fantasia, difficile da imbrigliare. Attacca muovendosi fra le linee, sta in una posizione fluida, liquida, un po' come la società moderna. Il Trequartista non è un'esclusiva del calcio, ma una forma dell'anima. Trequartista per noi è
Marc Márquez
.
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00:59
Io sono
Carlo Pastore
e lui è
Giorgio Terruzzi
.
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Giorgio Terruzzi
01:21
È un padrone senza eredi, proprio lui che ha fatto di tutto per appropriarsi dell'eredità di
Valentino
. Puntava al titolo nove. Si è fermato all'alba del 2020, una caduta e poi un baratro infilato, cercando di strafare, di guarire una ferita troppo profonda.
Marc Márquez
è scomparso all'improvviso è rimasto in pista, come un fantasma minaccioso. Chirurgie e fretta, un osso che non sia aggiusta, placche, interventi, infezioni, misteri. Assente, chi sa per quanto. Il suo trono liberato per una guerra che avrebbe scongiurato, dominato. Per qualcuno una conseguenza. Il frutto di troppe esagerazioni da pieghe e gas. Per altri una punizione troppo severa per un talento che fa sempre meraviglia. Lui divide come ogni re. Da una parte la luce di un talento superiore dall'altra all'ombra di un diabolico mattatore. Un trasformista capace di passare da allievo innamorato di
Valentino
, traditore di quel colosso che non si decideva a liberare il campo. Il finale del campionato 2015 come un trionfo intimo, come una macchia. La trama resta oscura. Non per
Rossi
, intralciato sulla strada del decimo sigillo. Un traguardo che
Márquez
vuole per sé soltanto, anche se è fermo, adesso, bloccato, malato abbastanza per scatenare interpretazioni maligne del destino, per attenderlo come l'unico salvatore di un universo intero, impoverito, debilitato più di lui da quando proprio lui è scomparso dalla pista, dalla scena.
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Carlo Pastore
03:06
Ciao Giorgio.
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Giorgio Terruzzi
03:07
Buongiorno.
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Carlo Pastore
03:08
Allora,
Marc Márquez
, 8 mondiali vinti, 206 gare, 82 gare vinte,134 podi. Ha solo 27 anni e ha passato questo duemila eventi fermo. Di lui sappiamo poco o niente. Come sta
Marc Márquez
, oggi?
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Giorgio Terruzzi
03:25
Non bene, ma come sta non lo sa nessuno, salvo gli intimi. Ed è un caso clamoroso in epoca di news, fake news, gossip, come dire, e irruzioni nelle vite altrui di personaggi pubblici. Certamente la questione è complessa. Perché uno stop di così tanto così lungo e anomalo e da quello che si capisce, si sa, si sussurra che dicono altri medici che entrano nel tema, potrebbe durare ancora a lungo, altri sei mesi, sette mesi. E', come dire, un re nascosto, scomparso e probabilmente sofferente.
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Carlo Pastore
04:13
Facciamo un breve recap. Allora
Jerez
cade: 19 luglio. Poi primo intervento il 21 luglio, il 23 di luglio gli danno l'idoneità per tornare a correre. Torna a correre il 25 luglio e poi succede che si spacca di nuovo la spalla mentre apro questa finestra grande non si dice anche anche questo. Un aneddoto che che ce lo mostra in una situazione quasi teatrale Lui, piccolino, di fronte a questa finestra enorme è lì che c'è di nuovo la rottura della spalla. Secondo intervento il 3 agosto, terzo intervento il 3 dicembre, a quanto pare, subentra una malattia alle ossa. Comunque c'è una dinamica è che diventa nell'assenza di notizie, certe chiacchiericcio, perché tutti intervengono e questo restituisce molto della della grandezza comunque del campione che è venuto a mancare, il mattatore, colui che stava vincendo tutto quello che stava dominando un po' come nella
Formula 1
succede per
Hamilton
. Il
MotoGP
però allora, al netto di quello che è oggi
Marc Márquez
nel tuo il primo intervento sia arrivato fino al 2015, perché forse nel duemila quindici che abbiamo iniziato a parlare tanto di marche perché, Marc ha sfidato la sua ispirazione, il suo idolo
Valentino
e quindi ha sfidato anche l'amore degli italiani per
Valentino
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Valentino Rossi
05:30
E' arrivato in MotoGP da rookie e ha fatto della sua guida aggressiva un suo punto di forza. Ecco quindi questo penso che sia che sia il suo stile. E' bello avere dei piloti aggressivi. E bello lottare con loro e quindi è una bella questa cosa di
Marquez
. Sicuramente le gare sono sono più divertenti, no?
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Giorgio Terruzzi
05:51
È tutto un collegamento, secondo me, tra la sfida vinta con
Valentino
, o meglio, per lui era fondamentale spingere
Valentino
verso, come dire un capitolo due, prendersi una un'eredità, come abbiamo detto
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Carlo Pastore
06:09
Ecco, raccontaci com'era la situazione all'epoca nel 2015 per chi non la ricordasse benissimo.
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Giorgio Terruzzi
06:15
C'erano due talenti, soprattutto tra i talenti in
Marquez
,
Lorenzo
e
Pedrosa
, per certi versi, ma già regolato già in tono minore, che non vedevano l'ora di dominare una scena che per anni aveva dominato
Valentino
. Il fatto di trovarsi ancora lì, come dire non solo come un'ostruzione, ma come un possibile ulteriore vincitore dei ceo mondiale era una cosa allora insopportabile. Ma io credo che ci sia un legame tra quello che accade allora è quello che è accaduto. Quest'anno, cioè Márquez, una volta subentrato a
Valentino
con una raffica di Mondiali così impressionante, ha vinto sette Mondiali, sei Mondiali in sette anni, in qualche modo è diventato lui, a sua volta un invincibile, un re, un dominatore e in questa consapevolezza, e la consapevolezza confina con la presunzione, sta quello che è accaduto quest'anno stava nella genesi di quella corsa dove è caduto perché era ultimo, era già accaduto, non si è accontentato. Come dire io posso fare qualunque cosa posso fare, Tutto è accaduto e il è tornato con una fretta da ganassa. Come dire ma io posso, ha fatto persino da questa scena dei piegamenti il giorno prima era eccessiva sicurezza, padronanza, no? circondato, va detto, e questa cosa è passata in cavalleria come passano in cavalleria molti scandali del motorsport da medici che non gli ha detto, stella mia, ferma un attimo no, no, noi qui siamo recuperiamo gli eroi in tre minuti no e tre minuti no, perché quella quella ripresa, quella quella ulteriore stress a quel braccio ha generato invece di una sosta di un mese in probabilmente, non lo so, una sosta di un anno e passa machete nella nella radice di questo comportamento quello che accade accade allora cioè, se io riesco a contenere addirittura a fare andare in bestia
Valentino
e poi a strabatterlo, nulla più mi può fermare o faccio quello che voglio. Posso fare comunque quello che voglio. Ed è vero, è stato vero per molti versi, ma non è sempre così. Infatti non è andata proprio così. Quest'anno
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Carlo Pastore
08:42
Perché sono tre le caratteristiche del dominio di
Marquez
no all'inizio, cioè il dominio della vitalità della giovinezza che è obiettivamente è lo scarto rispetto in questo caso,
Valentino
, che è di un'altra generazione, è una generazione prima, c'è il dominio del limite perché è
Márquez
uno che ha sempre spinto il limite più avanti e poi c'è anche una sorta di ferocia quasi terroristica nel volerlo esprimere questo dominio che è replicare
Valentino
nelle sue mosse più celebri.
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Giorgio Terruzzi
09:14
E in questo ci è dentro una una debolezza. Lui l'anno scorso, quando vinse a Misano terra di
Valentino
, fece una sorta di come del rito di trionfo. Persino eccessivo, no, come dire o persino qui no. Questo dimostra debolezza. Dimostra che nella sua testa Valentina ancora in circolazione,
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Carlo Pastore
09:37
E' ancora il
poster
appeso in camera...
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Giorgio Terruzzi
09:39
Forse non ce l'ha più il
poster
, ma il segno sul muro è rimasto, no, come quando metti
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Carlo Pastore
09:44
... lo scotch...
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Giorgio Terruzzi
09:45
Per molto tempo la la pittura del muro, se resta macchiata, resta segnata. Perché in qualche modo, in qualche modo, quella figura lì che irripetibile, non replicabile perché
Valentino
assegnato non soltanto un'epoca dal punto di vista degli albi d'oro assegnato un modo nel comunicare, nel festeggiare no, che è un po', una gabbia. Per cui questa storia della della successione, anche perché
Valentino
continua a correre,
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Carlo Pastore
10:17
E' ancora lì che rompe le scatole
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Giorgio Terruzzi
10:18
È ancora lì e in qualche modo è ancora un disturbo, nonostante non sia più necessario perché nessuno mette in discussione minimamente il talento epocale di Marquez, cioè ha fatto quello che doveva fare. Ci è stato nella storia si ricorderà l'epoca di
Valentino
, l'epoca di Márquez, l'epoca di
Schumacher,
l'epoca di
Hamilton,
ma non ha nessun tipo di fatto un esempio di rivalsa di di scoria rispetto a schumacher è certo del proprio fare e del proprio talento e del proprio curriculum.
Marquez
mostra ancora qualche scoria, qualche giramento di balle profondo nei confronti di
Valentino
,
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Carlo Pastore
11:03
Perché
Valentino
in effetti è ancora lì, è invece per esempio successo con
Senna
e
Schumacher
purtroppo è stato il tragico fatto a evitare che ci fosse questa questa questa scoria presente sulla pista
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Giorgio Terruzzi
11:16
Che comunque è stata presente nel momento in cui per gli anni che si
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Carlo Pastore
11:19
Certo l'abbiamo raccolta in un'altra puntata del trequartista, anzi in un paio di altre puntate visto che proprio
Senna
e
Schumacher
sono due dei nostri. Senti volevo chiederti un'ultima cosa su
Valentino
e
Marquez
perché veramente c'è stato quel momento in cui la lotta fra loro due era una lotta fra i popoli perché i piloti parlavano ai loro popoli, le loro community e quindi questa lotta fra i piloti diventata quasi una questione di Stato. Per chiuderla, chi aveva ragione secondo te?
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Giorgio Terruzzi
11:48
E' vero che il motomondiale è iberico-centrico perché sono spagnoli i padroni del vapore sono spagnoli molto, fin troppi campioni piloti in quella nomina duemila quindici. Come dire Lorenzo certamente ha beneficiato in un'alleanza, come dire, necessaria pur di sconfiggere o allontanare.
Valentino
dal decimo titolo ha beneficiato del lavoro di Márquez. Ci sono molte favole attorno a questa cosa.
Valentino
ha molte certezze, invece persino di un patto, di un patto segreto tra i due, in qualche modo nel comportamento di Márquez, di quelle gare, di quelle ultime gare in
Malesia
e
Australia
, mi pare. E
Valentino
era così certo da commettere un errore clamoroso, cioè di arrivare in
Malesia
e dichiarare pubblicamente la scorrettezza di
Marquez
. E questo ha generato il tutto quello che è accaduto dopo quella conflittualità da pista.
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Speaker 4
12:57
Quella squalifica, è la punizione per
Valentino
per l'ultima gara di
Valencia
e il titolo a Lorenzo, quindi con con addirittura Lorenzo che entrò nel merito stupidamente era escluso dal dibattito ed era quello che avrebbe beneficiato entrò come compagno di
Valentino
, cosa che non sta né in cielo né in terra con la
Yamaha
zitta, non non capace di gestire i propri piloti in quel momento. Quindi, insomma, è una tragedia, una scena teatrale molto complessa e difficile da riesaminare, perché la verità vera non la sappiamo, cioè la verità di
Rossi
che, come dire vittima...
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Carlo Pastore
13:40
Manifesta.
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Giorgio Terruzzi
13:41
Manifesta. C'è Marquez che ha sempre negato qualcuno dopo la fine della relazione Lorenzo-Honda, Lorenzo-Márquez due anni fa sperava che finalmente Lorenzo raccontasse, parlasse di cosa accade nel 2015, ma questo non è ancora successo.
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Carlo Pastore
14:01
Lo aspettiamo nei libri fra una decina d'anni.
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Giorgio Terruzzi
14:03
Speriamo.
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Carlo Pastore
14:04
Perché poi questa vicenda ha un po' cambiato la percezione che in
Italia
abbiamo di un pilota che un pilota stratosferico, obiettivamente a livello tecnico è un pilota che ha spinto al limite della moto oltre il primo, appoggiare anche il gomito a piegarsi a settanta gradi che ha spinto sempre al massimo, che ha lavorato anche sulla flessibilità del corpo proprio per evitare, in caso di caduta, quelle quelle frizioni corporali che poi avrebbero impedito di tornare subito. Comunque uno che ha distrutto gli avversari, appunto. Li abbiamo citati.
Pedrosa
, flagged, distrutto.
Lorenzo
flagged, a parte, in quel caso duemila cinque, lasciato vincere per uccidere il mostro, il Demogorgone,
Valentino Rossi
.: anche lui però
Valentino Rossi
, comunque archiviato.
Márquez
ha distrutto tutti. A un certo punto non poteva distruggere se stesso. Il rapporto coi nemici questa ferocia da dove arriva?
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Giorgio Terruzzi
14:57
E' un elemento è, un ingrediente tipico di tutti i fuoriclasse. Ma non è che
Valentino
sia stato da meno. Questi qui sono così, generando una, una, appunto, un furore assoluto. Lui poi, a una a una, come dire una storia familiare molto particolare. Ci è sempre stato iper-protetta iper coccolato da questo papa, ogni presente con questo fratello minore in tutti i sensi, tutti sulla moto, tutti sulla moto. Ma in qualche modo è un è un ragazzo abituato alla padronanza, al comando e quindi una così sopporta a fatica che intralcia chi chi potrebbe addirittura intralciare, quanto sia fuori portata Márquez. Questo ancora una volta non spiega la sua ferocia. Certe volte l'abbiamo visto quest'anno la sua assenza ha mostrato una sorta di deserto no, di incapacità non soltanto a fare qualcosa di simile, ma proprio di di prendere in mano un regno vuoto. Credo che
Márquez
nell'ospedale i primi mesi quando ha capito che non sarebbe rientrato il primo pensiero sia stato per
Valentino
. Cioè vuoi che adesso senza di me che ci riprovi? No, ma non è stato così. Non era nella condizione
Valentino
di poterci riprovare e c'è un altro anno pronto per paradossalmente dove, secondo me,
Valentino
dentro dentro questa ipotesi sta lavorando in questo inverno. Ma la verità è che non c'è nessuno che minimamente, in questo momento si avvicina,
Márquez
credo che guardando le gare quest'anno si sia assicurato, spero per lui perché non c'è nessuno che possa succedergli davvero. Potrebbe riprendere fra un anno, fra cinque, probabilmente con una con una identica padronanza, salvo qualche crescita di consumo piuttosto che
Rins
. Devono crescere ancora. Non c'è un campione,
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Carlo Pastore
17:11
Non ci sono personalità strabordanti pronti a prendere a raccogliere l'eredità. Ma questa ferocia da un punto di vista personale da dove arriva? Quali sono le motivazioni psicologiche che spingono un pilota a non avere paura di niente, a voler vincere in maniera così evidente? Forte, massiccia, incontrollabile in fondo lui mi sembra un ragazzo di buona famiglia che esce da un territorio buono, assolato. Ha questo sorriso da joker per perennemente addosso perché è così affamato? Secondo te
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Giorgio Terruzzi
17:47
Ma non è facile rispondere. Perché in quel sorriso che dici che racconti non nasconde tutto. Cenno Non abbiamo mai visto un'altra espressione di Márquez. Finiscono le gare, arriva primo, arriva ottavo. Lui ha quel quella patina inossidabile perennemente esposta che dà la misura di quanto nasconda. E questo, secondo me, che lo porta ad essere un po' lontano dalla passione delle persone, della gente. Perché i tifosi hanno sempre bisogno di vedere qualcosa di umano, dì somigliante alla loro vita quando guardano un campione
Márquez
non è somigliante, è una sorta di icona, granitica. Cioè lui non mostra altro che quel volto. Quelle parole quell'espressione quando toglie il casco, mentre quando mette il casco, un ghigno, un ghigno un'ombra, intravedi. Ma non è accessibile, la nasconde, la tiene lontana. E questa è la sua forza, ma anche il suo limite in termini di popolarità tutti lo ammirano
Márquez
per quello che fa in pista, non per quello che dice o per come si comporta fuori dalla pista. Quindi nel momento in cui cade o smette di vincere, secondo me si raffredda immediatamente. È diverso rispetto a
Valentino
rispetto a
Stoner
rispetto ad altri campioni che in qualche modo hanno mostrato altri lati un'umanità un'ironia una una un senso dell'umorismo, una difficoltà. Lui no, ne
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Carlo Pastore
19:31
È programmato per vincere. Eli, insomma, con questa sua programmazione quasi robotica ossessiva per la vittoria, ha deciso di sacrificare l'umanità che invece scalda tanti altri campioni. Il suo rapporto con i fans, comunque, esiste solo lui a molti tifosi del mondo forse sono più legati alla sua, strabordante, al suo strabordante talento in moto rispetto alla ha forse al personaggio a trecentosessanta gradi. Questo si può dire
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Giorgio Terruzzi
19:56
Sì, ma questo è un classico se uno vince otto mondiali, i tifosi piace qua e se tu guardi in
italia
le generazioni di tifosi sono ex bambini cresciuti con una squadra vincente.
L'Inter
ha avuto negli anni di
Mourinho
schiere di bambini, tifosi dell'inter. Prima ci sono state schiere di tifosi juventini. Cioè è sempre così? No? Se uno vince otto mondiali accumulati i fondi per il vincente la A per favore.
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Carlo Pastore
20:35
Sul rapporto col pubblico, però va dato atto a Márquez aver costruito fin da subito una community molto forte tra i suoi coetanei. Ricordiamo che lui del novantatré, quindi ragazzi molto giovani che sono cresciuti con lui e che lui si sono trovati a un fanclub anche quello un po' a
Valentino Rossi
. Vero, ma comunque molto, molto, molto solido.
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Giorgio Terruzzi
20:55
Sì, perché aveva una faccia, un modo di fare accattivante. Io quando si va molto mondiale avrà un bambino. Lo guardavo sempre, mi piaceva da matti perché aveva un modo di stare in pista, di guardare gli altri uno sguardo, una fisicità da fratellino dotato noi. Questa cosa è stata percepita secondo me da un sacco di giovani, da un sacco di coetanei, da un sacco di persone che hanno visto perché lo vedi hanno visto, intravisto, visto in quel ragazzino lì uno che aveva un oro, un una pepita, una luce da qualche parte, cosa che poi è successa. Per cui c'è stata una sorta di non solo le prime vittorie nelle gare mine nelle due centoventicinque moto due, ma c'e' stato un modo di stare in pista. Lui ha cominciato a fare delle rimonte pazzesche da ragazzino ultimo da primo l'accaduto rido anche queste cose che ha fatto poi dopo strafatto in motogp, le ha fatte quando era un ragazzino e quando le fa un ragazzino ti innamori immediatamente perché ho il tuo figlio e tuo fratellino è uno che dice io punto su di lui scommetto su di lui.
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Carlo Pastore
22:05
E poi ha vinto il mondiale da rookie con una faccia da bambino vero?
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Giorgio Terruzzi
22:09
Appunto, sta dicendo che è uno che ha vinto il mondiale al debutto in motogp e serena roba da record e il più giovane, cioè non stiamo parlando di uno che non lo noti. Stiamo parlando di uno che al di là della raffica di titoli che poi ha conquistato, l'hai notato subito prestissimo perché prestissimo, perché aveva la figura, la faccia, il modo e il modo di correre perfetti per essere una promessa, un beniamino. E così è stato. Atteggiamento poi, cosa che sia confermata a suon di vittorie, si è confermata più a suon di vittorie quello che stanno dicendo è a questo che quelle quei presupposti di comunanza con i suoi propri tifosi che sono nati all'inizio della sua carriera, poi sono stati solidificato più dalle vittorie che da qualche comportamento personale di
Márquez
, che è molto come dire inaccessibile. Per certi versi
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Carlo Pastore
23:07
È rimasto pilota e non è diventato personaggio. Questo sicuramente denota una sorta di ossessione, anche compulsiva, robotica, quasi al livello, quasi come se fosse un un algoritmo. Egli stesso per la preparazione fisica, per la gestione delle delle piste che un po' potrebbe essere. In effetti il standard moderno non lo si dice robotico, anche di e Milton lo si pensa di
Cristiano Ronaldo
che gente che si allena in maniera incredibile, no? Che però poi alla fine ti chiedi quale sia dove ci sia la ferita lì in mezzo.
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Giorgio Terruzzi
23:43
Ma questa è una è una cifra di questo tempo, no? Cioè un campione di alto livello in qualunque sport. Oggi per essere alto livello deve fare una vita consegnata a quella a quella dimensione. Io l'ho visto l'anno scorso ho fatto un tour sui italiani destinati alle olimpiadi di
Tokyo
. Ero sbalordito dalla vita che faceva nostre persone
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Carlo Pastore
24:04
Sono programmati per quello.
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Giorgio Terruzzi
24:05
È gente che fa, che sta in ritiro un anno tutto l'anno sei giorni su sette, sette giorni su sette, otto, nove ore al giorno di allenamento, cioè proprio una consegna assoluta. Poi c'è qualcuno che nei ritagli di tempo per carattere però per o per no, perché è interessato ad ampliare ulteriormente usando il web la propria rete di relazioni. Penso Hamilton che va oltre che alla sera prima di andare a dormire, invece di andare a dormire o di parlare con una sua propria fidanzata al proprio padre. La propria famiglia comunica con l'esterno su qualcosa che riguarda anche gli altri. Sta dicendo io ci sono, non solo in pista, ma questa è una è una è una è diventato una rarità. Una volta li trovavi al bar, ti trovavi al ristorante in giro i piloti, gli atleti campioni erano più connesse, mangiavano la pastasciutta. Questi hanno un'alimentazione hyper iper studiata, hanno una una programmazione, hanno una serie di specialisti al fianco che determinano come fare, come mangiare, come muoversi, come tutto qualcuno anche come comunicare no
Márquez
, secondo me come comunicare sul come comunicare. Meno interessato è più interessato a sviluppare la propria macchina in modo, in modo perfetto per questo che l'inceppo... questo incidente, questa sofferenza è iperbolica rispetto proprio una programmazione iper finalizzata, iper curata. No, è stato un veramente un inciampo sul quale secondo me verrà fuori prima o poi un bel po' di medici Hanno delle responsabilità, perché ci sono delle decisioni che vanno prese certe certe su quel fronte nemica. Da me
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Carlo Pastore
25:60
Si parlerà di colpe anche a un certo punto. Se ti volevo tanto chiederti un flash su una serie di aggettivi che vengono associati a
Marc Márquez.
Ridicolo aggettivo. Tu mi dici cosa ne pensi, allora partiamo con la con la ambizioso
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Giorgio Terruzzi
26:15
Certamente
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Carlo Pastore
26:17
Aggressivo,
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Giorgio Terruzzi
26:18
Molto
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Carlo Pastore
26:20
Fortissimo,
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Giorgio Terruzzi
26:21
Certamente
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Carlo Pastore
26:22
Antipatico
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Giorgio Terruzzi
26:23
Un po a qualcuno molto ad altri per niente. Perché non siamo tutti uguali. A chi è simpatico
Briatore
? faccio un esempio di una persona che si espone no, ci sono un sacco di persone che il suo modo di fare risulta simpatico perché è così, altri dicono ma guarda se questo qui deve dire o deve comportarsi così.
Alonso
, che il suo gamberetto del suo manager dice l'immagine pubblica di Briatore non ha niente a che vedere come con Briatore come persona che una persona buona. Sì, ma dipende come ti comporti. Certo con comunque trovi dei fan, no, trovi dei falsi mostri debolezza trovi dei fans e mostri sicurezza
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Carlo Pastore
27:12
Fortissimo.
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Giorgio Terruzzi
27:13
Già detto.
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Speaker 5
27:14
Già detto? dovevo sottolinearlo per Alessio, sennò se lo ripetiamo questo è. Costruito.
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Giorgio Terruzzi
27:24
Ma neanche tanto, nel senso che lui risponde a una natura. No, la sua natura è quella lì. Cioè, non penso che puoi costruire un monumento così complesso, enorme. No, non ce la fai. Tu puoi costruire un po migliorando, correggendo fare un bel progetto rispetto a una casa che fa un po' cagare. Ma se tu non ha invece sotto una casa che magnifica. Poi dopo non è il progetto per migliorare qualcosa. La costruzione può mia, ma devi avere vedere la stoffa sotto se alla base ci deve essere ultime due coraggioso, ma quello è una cosa che riguarda chiunque. Per certi versi chiunque fa quel mestiere coraggioso. Poi però significa anche ad avere il coraggio di mostrare un po' di di più la propria verità. E lì lui non so se è proprio un coraggioso in quel senso lì è uno più difeso che coraggioso.
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Carlo Pastore
28:32
Spietato,
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Speaker 4
28:34
Certamente. Ma anche questo fa parte, è una conseguenza della consapevolezza del proprio talento e anche dell'ambizione, cioè spietato, è una conseguenza di un di una serie di qualità, poco di caratteristiche che poi determinano un modo di fare. Non ho mai conosciuto un grande campione che non avesse una spietatezza come compagna di viaggio di vita, però c'è qualcosa d'altro che manca, cioè manca una affezione alla persona che un'affezione al campione, molto meno alla persona che è misteriosa. Tanto è vero che in un anno così non ha fatto un'intervista dicendo mi fa male questo braccio, sono in difficoltà. Non ha fatto un'intervista dicendo sì torno, mi fanno ma no, è scomparso come se fosse incapace di mostrarsi per come in quanto persona.
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Speaker 5
29:33
E tu mi insegni che se non sei così paura di mostrare le tue debolezze perché queste debolezze in fondo ti fanno un po' male. Non è che non le hai risolte completamente
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Speaker 4
29:42
Chissà ogni ferita determina un modo di fare ogni ogni sofferenza, ma le sue non le conosciamo, non le conosciamo le guardando il suo fratello no c'è un che è una sorta di di partner, innamorato di marca ma silente, destinato in qualche modo persino con questa scelta, secondo me tremenda di chiamarlo nella squadra per poi mandarlo via immediatamente.
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Carlo Pastore
30:15
Raccontiamo un po' l'entourage di
Marc Márquez
, perché se fuori dalla pista proprio non lo conosciamo, invece diciamo per quanto riguarda il suo il suo cruccio, la sua, la sua squadra, un po vediamo questi movimenti iperprotettivi nei suoi confronti, quest'anno appunto il fratello del novantasei che ha vinto in modo tremato. Due è andato in squadra con lui e ci troviamo con una squadra composta di soli market proprio per difendere a tutti gli effetti il più possibile questo campione che così potente deve essere, deve continuare a essere perché da tutti, poi da quella, da quella forza lì. Poi se ne mangio un po' tutti, forse
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Giorgio Terruzzi
30:55
Sì, ma il castello è un po' caduto quest'anno per un po' di ragioni. Intanto che carriera avrebbe avuto il suo fratello dopo una stagione in cui Márquez avrebbe probabilmente vinto il nono titolo e lui sarebbe partito stabilmente in fondo al gruppo per poi essere licenziato dalla
Honda
perché prima che cominciasse, avevano già destinato altrove per prendere tra l'altro polo che non è certo un fenomeno primo secondo tutta la
Honda
ha fatto un investimento completo su Márquez, rilevante così fa basato su una motocicletta connessa al modo di guidare di market, per cui nel momento in cui
Marc Márquez
scompare dalla scena, la Honda scompare dalla scena. Cioè è proprio una un'appropriazione di un mondo, di un universo che senza di lui si ferma, si è fermata. La
Honda
si è fermata nonostante tutto, ma si è fermata comunque la carriera di suo fratello, nel senso che è uno che ha vinto sì dei titoli mondiali, ma in modo molto diverso da Mark. Ci ha messo più tempo e sono piu'. Fa più fatica a vincere. Si è fermato il motomondiale? No, perché è come se senza di lui, neanche come antagonista. Molti perdono la trebisonda. All'orientamento Quartararo ha perso Vignanello, Dovizioso la Ducati Lampert, cioè i suoi antagonisti senza market davanti sembrano persi, cioè un dominio veramente straordinario, no, completo la sua squadra, sparita la
Honda
e spari la
Honda
, non la meccanico. Qui dietro è scomparso con piloti che non sanno come guidare. Come fare? Insomma,
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Carlo Pastore
32:51
Hai citato il nono, hai citato anche un'altra, cosa che mi interessa. Destino maligno. Come se in effetti questa ossessione nasconde in realtà una maledizione la maledizione di non poter raggiungere ciò che tu hai tentato di uccidere, il padre che hai tentato di uccidere, ovvero sempre lo stesso
Valentino
. Obiettivamente però Márquez ha ventisette anni. Bisogna augurarsi che possa tornare prestissimo, perché la
MotoGP
ha bisogno di lui, è però, cioè in questo forse questa dimensione che non riusciamo tanto a a prendere qualcosa che non ci convince dal punto di vista quasi del fato del destino, appunto.
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Giorgio Terruzzi
33:32
Ma insomma, spesso succede così spesso, ci è sempre un inciampo, una caduta massi in attesa. L'abbiamo visto molte volte nello sport, no. E che che del destino è stata quell'incidente sugli sci di
Schumacher
no? che del destino è stato quell'incidente di
Grosjean
, per altri versi finito in un altro modo. Ma è stato un un avviso è stata una campanella suonata e le orecchie di tutti noi. Guardate che quasi muore, altro che balle, si può morire lo stesso che ogni tanto, cioè una campanella. Questa qui è una campanella, forse interpretabile come un allarme rispetto a una ha un eccesso di padronanza, no un'esagerazione di presunzione, non perché c'è dentro questo no Márquez eh responsabile o almeno corresponsabile del proprio destino. In questo caso non c'è soltanto una casualità da caduta. E quindi una ferita, un incidente che ferma un campione, cioè un uno sfidare troppo tutto, persino il destino. Persino le leggi della medicina noce è un bel momento, qualcosa qualcuno in un oscuro firmamento si muove.
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Carlo Pastore
35:02
Non vorrei e non vorrei andare troppo oltre. Ma il duemila venti... è successo perché questo questo parallelo la ci pensavo l'altro giorno, Márquez a è qui occhio che sto andando in un territorio di cui potrei potrei pentirmene, soprattutto tu potresti potresti avere da obiettare market con quella faccia da da ragazzina entusiasta il perenne sorriso mostrare soltanto il lato positivo, il famelica per la vittoria rappresenta un po', il nostro sistema economico. Se vuoi lì per liberismo, questa questo profitto a tutti i costi il ossessivo positivo eterno un'eterna crescita progressiva della ricchezza e via dicendo che poi si interrompe su una piccola cosa che non riusciamo a vedere un piccolo virus che le nostre potenti scienze tecnologiche non riescono a intercettare, fermare per cui dobbiamo rinchiuderci in casa come nel medioevo duemila venti. Questo se ci pensi, è veramente l'uomo dell'anno. Da questo punto di vista la sua parabola potrebbe un po' essere metaforicamente applicata al nostro mondo.
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Giorgio Terruzzi
36:07
Ma è una metafora, un po' forte. Però è vero, questo cioè è un anno che su tanti fronti ci ha detto "il vostro modo di fare è in crisi, va cambiato", no? al netto di ogni considerazione. Non facciamo qui sul dolore di lutti, perché qui a
Roma
parliamo di vittoria anche, ma talenti. Ma che cosa è successo? È successo che con qualcosa di inaspettato ha fatto saltare il banco. Ti dice guarda che così non può andare avanti. Comunque te lo dico in modo drammatico e te lo dico subito, ma comunque toccava cambiare, toccava a darsi una sveglia. In questo senso la metafora riesce funziona su
Marquez
, perché è successo un po'. Così è successo che il destino ha proposto un a un cambio di rotta forzato, ma a fronte di un di un abuso di potere, in qualche modo anche se market il potere che che ha ottenuto.
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Speaker 4
37:09
Se l'è in fin dei conti se l'è guadagnato, se l'è conquistato vincendo è perché qui stiamo parlando di uno che ha rubato i titoli mondiali, stiamo parlando di uno che ha dominato la scena, che ha entusiasmato perché insomma va
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Carlo Pastore
37:24
Sottolineamolo questo aspetto perché comunque Márquez è è un mostro, un grandissimo pilota. Ti cito cosa dice di lui
Petrucci
dice che un rivoluzionario il ha letteralmente cambiato il modo in cui si guidano le moto. Un po', come fece
Kenny Roberts
negli anni settanta, inventando la tecnica di appoggiare il ginocchio, impiega proprio quella che Márquez ha portato a traguardi mai toccati. I primi prima con la sua Honda,
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Giorgio Terruzzi
38:11
Ha costretto tutti, compreso
Valentino
a cambiare il modo di stare in sella in moto, spostando in avanti il corpo, accentuando la piega con un un elemento fondamentale così come lo era per Pedrosa, cioè un fisico perfettamente misurato sulla moto, no?
Valentino
fa più fatica a più l'aveva. Chi più alto fa più fatica, invece Márquez dentro un'armonia perfetta che ha determinato un cambio di stile per lui consono, naturale e non non per tutti, naturale Quello che ha pagato di più è stato Lorenzo, per esempio no, che ha un modo di guidare, di, di stare in modo completamente diverso, tant'è vero che non ce l'ha più fatta. Anche
Valentino
ha perso con dentro anche poi gli anni Ducati, ma ha perso molto tempo per imparare a usare la moto in quel modo lì. Il che vuol dire avere una sensibilità già basata sul consumo della gomma sull'aderenza che chi non l'ha ci mette un sacco di tempo, ammesso che ci riesca a trovarla. Quindi stiamo parlando di uno che ha una sinergia, una sintonia con il proprio fare naturale e straordinariamente efficace. In questo, come dice
Petrucci
, li ha messi tutti dietro una classe, cioè una classe scolastica. Cioè è come se tutti gli altri avessero dovuto recuperare un anno mentre lui andava già promosso l'anno successivo con quel modo lì.
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Carlo Pastore
39:48
Esatto può ci sono altre dichiarazioni? Puoi provare a imitarlo, ma lui viene naturale. Questa dimensione nativa, essere comunque qualcuno che ha rivoluzionato il modo di andare in moto
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Marc Márquez
39:59
, visto che tra la rete il video chi devi cadere? Mazzi aveva qualcosa anch'io devo pagare perché sennò termini gelosie, diritto di vita e viveva qua la famosi
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Andrea Dovizioso
40:13
Dietro non è rilassante la situazione verrà salvato. Fermata
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Giorgio Terruzzi
40:17
Molto, molto bello da vedere perché o come Pedrosa. Io mi ricordo i primi anni del Motomondiale, guardare Pedrosa lungo la pista era una meraviglia. Perché? Perché è a misura di moto? No, è sempre stato qualcuno che stilisticamente ti piace? No, non certo. Per esempio Rins che guida come
Edwards
, con le spalle aperte, con è come se facesse resistenza al vento. Rispetto a invece ha un corpo che è dentro una carena. Naturalmente dentro la carena
Valentino
fa più fatica, a tutti gli altri fanno più fatica. Pedrosa, lui Questi qui che hanno quel fisico lì abbinato al talento, sono belli da vedere oltre che vincenti.
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Carlo Pastore
41:12
Vero? Tra l'altro pedrosa sarebbe un altro personaggio interessante, no? Grandissimo talento ma sempre con qualcuno più grande di lui. A vincere è forse un altro un altro campo del trequartista. In effetti le immagini di market spiegato sull'asfalto proprio quasi dentro l'asfalto questo questo tratto di giunzione tra l'asfalto la moto integrato è potente, molto potente.
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Giorgio Terruzzi
41:36
Comunque nella nella carriera di pedrosa sono accaduti alcuni, alcuni, alcune corse, alcuni avvenimenti che sono in sintonia con quello che abbiamo raccontato. Le vittorie clamorose all'ultima curva di dovizioso su pedrosa sono state vittorie della razionalità e della riflessione su la fretta e la convinzione, la padronanza di Márquez se ci pensate, cioè sono tutte vittorie avvenute per una interpretazione più saggia del finale rispetto a un'interpretazione più vorace e più presuntuosa del finale. Questo sta dentro un po', il modo di fare di marketing che ha tutto ciò che produce di buono questo modo qui, ma anche qualche contrazione, qualche inciampo è lo stesso inciampo che ha determinato qualche sconfitta clamorosa e questa è questo posto l'incidente di quest'anno è il posto incidente assolutamente, visto che parliamo di post incidente.
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Carlo Pastore
42:48
Duemila ventuno. Cosa accadrà nel
MotoGP
e cosa accadrà a
Marc Márquez
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Giorgio Terruzzi
42:55
Un sacco di cambiamenti. A quanto ne sappiamo,
Marquez
non arriverà prima di metà stagione, il che comporta una una nuova opportunità per chi? Ehi, per chi deve imparare a coglierle E sono in tanti, devi imparare a cogliere un'opportunità a Quartararo devi imparare a cogliere opportunità. Ormai mi sembra un po' tardi
Vinales
devi imparare a cogliere un'opportunità. La
Ducati
deve imparare a cogliere un'opportunità la
KTM
. Devi imparare a cogliere un'opportunità
Morbidelli
che sta imparando paradossalmente o
Rins
che ha vinto un Mondiale facendo il compito facendo bene, mentre gli altri hanno fatto male. Ma magari può crescere, può può acquisire sicurezza che ci sono alcune figure che stanno crescendo ancora e possono assestarsi. Altri invece che sembravano cresciute stanno regredendo, sono regrediti io. Come dire, come vecchio vecchio appassionato penso anche a
Valentino
, liberato dal peso di una squadra ufficiale, con una squadra più snella, più abituata a muoversi con rapidità. Magari può anche fare un anno di sciabola, anche se penso che
Valentino
per fortuna e lo dico come una vittoria, non una sconfitta, spero che abbia abbinato ormai alla propria maturità, visti gli anni un freno piccolo freno motore che gli impedisce, lo ferma, nel momento in cui c'è da fare quelle scelleratezze agonistiche che sono tipiche di quello sport lì.
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Carlo Pastore
44:41
A
Marc Márquez
invece auguriamo di tornare presto sulle piste di tornare così abbattersi sul campo. Perché se c'è una cosa che comunque tutti li hanno tutti gli altri piloti e gli hanno concesso lui è concesso gli altri piloti e quella voglia di combattere se la in pista e di combattere se la al cento percento ma
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Giorgio Terruzzi
45:02
Anche perché, tornando lì, vincendo, chiuderebbe veramente il circolo? Cioè vi ho dato, me ne sono andato via, ho dato due anni per fare quello che volete, per per prendere il mio
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Carlo Pastore
45:17
Vi ho fatto divertire.
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Giorgio Terruzzi
45:17
Vi ho fatti divertire. Uno che neanche capace di mettere in piedi uno spettacolino come si deve c'è da dire una cosa da quello che perché stiamo parlando comunque di un disagio e di una incidente molto serio, perché quando i tempi sono così lunghi significa che le problematiche sono molto complesse e davvero non sappiamo che cosa succederà al futuro di Márquez in uno sport dove cadere e ricadere, cioè riferire un una gamba, un abbraccio, un una parte del corpo già offese più fragile è facilissimo, quindi bisognerà vedere perché. Questo incidente, per i tempi che ha mostrato, per le difficoltà che ha mostrato, è più drammatico di quanto non si dica. Non si sappia, forse.
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Carlo Pastore
46:08
Grazie Giorgio,
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Giorgio Terruzzi
46:09
Grazie.
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46:24
Era un ragazzino cocciuto e pronto. All'alba quel sorriso che ha conservato le labbra in un'espressione da Joker vagamente inquietante. Primo titolo classe, centoventicinque nel duemila dieci anni, diciassette secondo in Moto due nel duemila dodici. Terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo tra il duemila tredici e duemila diciannove sei. Centri la
MotoGP
in sette anni, con quella grinta che aveva all'alba con quel sorriso all'apparenza spalancato, sempre difficile da decifrare. Il suo stile è un caso a parte la sua fame, una consuetudine allevata da bambino, un fenomeno un'ira di Dio. Convincente quando occorre, per il resto un po' meno qui da noi. Soprattutto presi come siamo, da qualche rabbia datata da un'invidia profonda, dalla convinzione che nel suo passo irresistibile e celebrato nasconda una smania misteriosa, inspiegabile. Per certi versi, dato il curriculum, la bacheca dei trofei sta lì, del resto. E forse la sua benzina la ricetta di un campione che vince e sconcerta sin da quando di
Marc Márquez
sapevamo poco o nulla, al contrario di lui che ha imparato presto a prendere la misura della propria stoffa con licenza, appunto, di esagerare convinto a torto come ora sappiamo di essere invincibile o invulnerabile.
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Carlo Pastore
48:16
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Carlo Pastore
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Giorgio Terruzzi
48:35
Giorgio Terruzzi.
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Carlo Pastore
48:37
Il trequartista è un progetto sette tre Una labbra da un'idea di Alessio Albano.
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48:51
Questo episodio de Il Trequartista è stato prodotto in collaborazione con
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Quest'anno al fianco del trequartista Xiamomi mette in campo un nuovo Mi undici, il nuovo flagship smartphone per l'era cinque giri, un processore Qualcomm Snapdragon ottocento ottantotto audio firmato Harman Kardon e tripla fotocamera da megapixel. Mi undici è pronto a portare la muovi mezzi nella tua vita per immortalare i tuoi mezzi Modalità cinematografica. Le storie dei trequartisti te le raccontiamo noi, ma con Mi undici il regista sei tu.
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