Monday, Mar 28, 2022 • 17min

Puntata 3: La Tavola del Re

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Angela Bubba ha scelto l’acqua per raccontare L’isola di Arturo. Anzi, uno scoglio a forma di tavola intorno al quale Elsa Morante nuotava per ore, e ore. Pensando al suo eroe-fanciullo, al ragazzo allevato dall’isola che avrebbe voluto essere lei.
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Talking about
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Speakers
(1)
Angela Bubba
Transcript
Verified
00:03
Sulla nostra mappa c'è un punto soltanto immerso nel mare. Ci si potrebbe arrivare con la torpediniera delle Antille di Arturo, oppure chiedendo un passaggio a un pescatore, come faceva
Elsa Morante
quando dalla Corricella, con un gozzo, si faceva portare su uno scoglio che si trova all'estremità di Punta sul chiaro per nuotare in uno spettacolo incredibile.
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Speaker 2
00:26
Il promontorio di Terra Murata, il
Golfo Di Napoli
, Capri
, si chiama "La tavola del re", quel posto, e
Angela Bubba
lo ha scelto per raccontare l'isola dall'acqua.
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00:41
Il salone presenta
Elsa Morante
è un podcast del Salone Internazionale del Libro di
Torino
, prodotto da Cora Media.
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Angela Bubba
00:52
Uno dei miei primi tanti era stato il mio nome, é questo l'incipit de L'Isola di Arturo, una manciata di parole che, ancora oggi, mi sembrano semplici, fin troppo semplici eppure incredibilmente rivelatrici, capaci di spalancare davvero una porta magnifica sull'universo poetico e spirituale di
Elsa Morante
, che da sempre fa tutt'uno col suo personaggio più riuscito, Arturo, appunto.
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01:18
Ma chi è davvero Arturo? Mi sono spesso chiesta, e chi è davvero profondamente, inevitabilmente Elsa
, Elsa Morante
. Dopo parecchio tempo e dopo innumerevoli indagini, riletture, scritture e riscritture a lei dedicate, comprendo che questo ragazzino tanto particolare e scintillante, tanto attraente, ma scontroso e, a volte, davvero intrattabile, finanche incomprensibile.
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01:48
Ebbene, questo ragazzino non è che una riproposizione di colei che lo ha ammesso ad esistere. Parlo
dell'Elsa Morante
, non più giovane o meglio giovanissima, dietro la quale si cela la sua variabile maschile adolescente, a cui la scrittrice, fino all'ultimo dei suoi giorni, non fece che aggrapparsi.
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02:06
E lo fece con una tremenda spensieratezza e inevitabilmente, anche con una dose non trascurabile di angoscia. Come ha spiegato una volta
Alberto Moravia,
in questa donna, anzi, in questa creatura magica chiamata
Elsa Morante
, convivevano due aspetti: da un lato la pesantezza più fonda e dall'altra, la spensieratezza più divertente, anche maleducata, manipolatrice e adorabilmente furba, incurante delle opinioni altrui e a cui più o meno tutto era concesso, anche viversi senza troppi progetti, con lo stesso orizzonte di attesa che potrebbe caratterizzare un bambino.
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02:46
Io, lei,
Elsa Morante
, l'ho sempre immaginata, e la immagino tuttora, nell'atto di seguire le gesta di questo piccolo dio meridionale, mi riferisco ad Arturo. Le gesta di questa curiosa miniatura di guerriero, questo strano Achille del Novecento, che tenta di descrivere giorno per giorno il proprio poema. Si tratta di un poema maestoso infantile, resistente, eppure fragilissimo.
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03:15
Una cosa che mi unì immediatamente ad Arturo fu la sua dipendenza da certi modelli del passato. Parlo, cioè, degli esempi gloriosi che ci ha lasciato la letteratura greca, soprattutto l'epica.
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03:28
Quando cominciai a leggere questo libro di
Elsa Morante
, ero totalmente immersa nei versi dell' Iliade. Traducevo tutti i giorni, molte ore al giorno, e Arturo mi sembrò subito l'applicazione vera e propria, in forma moderna, di quanto quel passato aveva tramandato.
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03:46
Anche Arturo ha sempre un'armatura addosso, sebbene sia invisibile e coraggioso e sprezzante del pericolo, è assolutamente isolato dai suoi coetanei, con cui comunica poco o nulla, e non è una persona ordinaria, infatti è un eroe. Ha propri codici Arturo, ha proprie strategie. Immagina costantemente battaglie, avventure e coltiva ogni giorno gli ideali con cui si è formato.
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04:13
Il suo stesso modo di esprimersi, del resto, lo riflette. Pensiamo alla barchetta con cui va e viene dalle coste dell'isola, che lui ha eloquentemente ribattezzato Torpediniera delle Antille.
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04:25
Pensiamo ai dialoghi con nunziatella, una ragazza analfabeta e senza alcuna malizia, a cui Arturo parla addirittura di
Alessandro Il Macedone
. Pensiamo a quel personaggio chiamato Pugnale Algerino e via dicendo.
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04:38
Non voglio dimenticare, Arturo è un ragazzino e dei più volubili, c'è una parte della sua anima che si impone regole davvero inverosimili per quell'età, risponde, cioè, a veri e propri comandamenti militari, ordini, comandi marziali che il fanciullo rivolge a se stesso sempre con implacabilità come se la debolezza, per non dire il perdono, non fossero ammessi nel campo minato delle sue azioni.
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05:06
Un'altra parte, tuttavia, di quella stessa anima, e questa è una delle cose che mi affascina, è assolutamente comparabile con tanti altri quindicenni, quindicenni di ieri, di oggi e di domani. E questa è la parte che vive di contraddizioni, che è ingenua e piena di capricci, che è fatta di rispetti e di tenerezze. Si muove spesso in maniera incerta, questa seconda parte, è goffa, è maldestra, fa sorridere e fa anche ridere.
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05:35
Ha sempre a cuore la semplicità, la piccolezza, il leggero e l'effimero. E' spensierata e non fa mai calcoli, non progetta, non decide, semplicemente si lascia trasportare dalle cose come dai loro significati, che per un quindicenne, quale Arturo, hanno il lusso di essere sempre variabili, di non essere statici ma, anzi, in movimento.
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05:59
Io sono sempre stata affascinata da questa doppiezza incarnata da Arturo, la sua ambiguità, il suo bifrontismo costante e delizioso, mi faceva riflettere anche sulla mia adolescenza e su ciò che mi avrebbe aspettato. Mi chiedevo se sarei cambiata e come quanto l'avrei fatto.
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06:18
Se avrei potuto un giorno lasciare da parte emozioni tanto contrastanti. Mi sarei spaccata? Mi sarei lacerata? O avrei retto l'urto? E ce l'avrei fatta, alla fine? Non ero certa, ma intanto continuavo a leggere il romanzo di
Elsa Morante
, che, ad ogni modo, mi catturava anche per altre ragioni.
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06:38
Una su tutte la libertà assoluta di cui godeva questo ragazzo, non limitata apparentemente da nessun divieto od obbligo genitoriale, essendo la madre scomparsa per darlo alla luce e il padre sistematicamente assente da casa.
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06:54
Ma in realtà sarà proprio quest'ultimo, Wilhelm, e Arturo, il quale ogni volta vorrebbe lasciare l'isola insieme al padre, di attendere di temporeggiare, di compiere appunto quei leggendari sedici anni dopo i quali avrebbe varcato con lui le colonne d'Ercole di
Procida
, così le ho sempre viste e lo avrebbe accompagnato nelle sue presunte, meravigliose spedizioni.
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07:20
Ecco, quella limitazione vissuta ad Arturo acquisisce, così, contorni edenici, é favola pur essendo realtà, e Arturo ci crederà fermamente fino alla fine, fino alla tremenda disillusione che accompagna gli ultimi capitoli del romanzo, in cui il ragazzo verrà a conoscenza delle vere intenzioni paterne e si arrischierà a compiere un gesto stavolta veramente liberatorio, che non aveva mai finora compiuto, lasciare
Procida
. Montare, cioè, su una barchetta e dire addio, non solo alla sua isola, ma anche a ciò che era stato, che era voluto essere fino ad allora.
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07:60
La più vera libertà, la più genuina delle rivoluzioni, Arturo la realizza proprio allora, in fase terminale, potremmo dire, lasciando il vecchio se stesso come la pelle rinsecchita di un serpente, il guscio brillante, ma vuoto di uno che non vuole più farsi vedere, almeno non lì, non a casa. Ma era davvero una casa?
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08:24
L'isola non si vedeva più, questo è il finale. Procida che si allontana le spalle di Arturo Gerace e lui che sul traghetto nasconde la faccia contro lo schienale del sedile, copre gli occhi pur di non guardarla la sua isola, mentre rimpicciolisce e diventa una cosa grigia, un posto qualunque.
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Angela Bubba
08:48
L'isola di Arturo inizia con una poesia che l'autrice dedica un certo Remo N. Nei manoscritti autografi, conservati nell'archivio
Morante
a Roma
, si è trovato anche un foglietto in cui l'autrice rivela il cognome di quel dedicatario e cioè Natales. Remo Natales, dunque, nome che non è altro che l'anagramma di
Elsa Morante
.
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09:12
L'autrice si auto dedica perciò il libro? E' lei stessa nelle vesti di Arturo, la protagonista del libro? Potremmo chiederci. E dovremmo interpretarlo eventualmente come atto egoistico, questo, o puramente narcisista? Io non credo.
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09:29
Leggiamo il primo esergo inserito da
Elsa Morante
al libro, tratto da una poesia di
Umberto Saba
, che recita esattamente questo: "io se in lui mi ricordo ne mi pare" e aggiungiamo un ulteriore dettaglio, ovvero una piccola rivelazione dell'autrice. Quando le chiesero quale fosse il suo più grande desiderio, lei rispose essere un ragazzo, non disse uomo, nè bambino, bensì precisamente ragazzo, un ragazzo dell'età di Arturo, dovremmo immaginare.
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10:02
A un passo dal divenire adulto, ma ancora legato alle sue fantasticherie infantili, in bilico tra il passato e il futuro, tra l'essere piccoli, piccolissimi e il farsi grandi, tra una vita vecchia e una nuova.
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10:19
Questa è anche la ragione per cui l'autrice non la prendeva per niente bene quando qualcuno definiva il suo libro come un racconto di evasione o, peggio ancora, una narrazione totalmente favolistica.
Elsa Morante
, al contrario, rivendicò sempre il pieno realismo della sua storia.
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10:36
Potremmo riascoltare, ad esempio, l'intervista che rilasciò dopo la vittoria del
Premio Strega
nel cinquantasette, in cui disse che per lei l'isola di Arturo, cito letteralmente, "era uno dei libri più reali mai stati scritti negli ultimi tempi".
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10:52
Elsa Morante
è giovanissima, ha da poco lasciato la sua famiglia ed è andata a vivere da sola, in una casa sempre nella sua città natale,
Roma
. All'epoca non conosceva ancora
Moravia
e le sue condizioni economiche erano davvero più che precarie. In questo periodo la donna scopre di aspettare un bambino, non si sa con certezza chi era il padre.
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11:14
Sappiamo tuttavia che quel bambino, per volontà di
Elsa Morante
, non verrà dato alla luce. Smetterà di esistere, potremmo dire, tecnicamente, acquistando però subito dopo la morte, una nuova vita, o meglio, una vita altra, che l'autrice rielaborerà perennemente fino al resto dei suoi giorni.
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11:34
Una donna non materna mi sembra una donna non riuscita, dichiara
Morante
. Non madre ma materna. Due parole diverse. E infatti, lei che figli non ne avrà, e che i legami familiari facilmente li trasforma in guerra, sarà materna e riuscita in ognuno dei suoi libri.
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Angela Bubba
11:56
Elsa Morante
, quindi, cristallizzerà suo figlio nei propri racconti, creando storie dove i ragazzi, più o meno piccoli, più o meno indifesi, e singolari, e iconici, sono sempre protagonisti. Pensiamo ad esempio ad Elisa di "Menzogna e Sortilegio", ad Andrea de "Lo scialle andaluso", a Manuel di "Ara cieli", a Nino e Useppe de "La storia".
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12:20
Pensiamo anche ai racconti per l'infanzia scritti da
Elsa Morante
, e alle poesie, ai saggi, dove figure simili non fanno davvero che illuminare le pagine e renderle memorabili. E pensiamo infine, o meglio, prima di ogni altro, allo stesso Arturo, Arturo Gerace, che di tutto questo grande esercito infantile è il portabandiera, è il capo, il condottiero.
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12:45
E' chiaramente l'archetipo principe, l'apice e il più felice, direi, di un movimento dell'anima e del corpo a cui l'autrice non fu mai in grado di rinunciare, con cui dialogò senza poter smettere, proprio come per un dovere o anche per un diritto. Ma nei confronti di chi? Di quel figlio che non fece nascere?
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13:07
Questo, anche questo interrogativo, è Arturo. Anche questa grande, immensa domanda è
Elsa Morante
. Di
Procida
, di questo piccolo grande universo, in cui è cresciuto Arturo, due cose mi hanno sempre incantato più di tutte: il mare che circonda l'isola e la barchetta che il ragazzo utilizza per muoversi intorno alle coste, senza, tuttavia, allontanarsi realmente, senza mai abbandonarle davvero quelle coste, se non alla fine nelle ultime pagine del libro.
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13:43
L'acqua è l'infanzia di Arturo, l'acqua è la sua dimensione più infantile e profonda, l'acqua è il grembo di sua madre, morta per darlo alla luce.
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13:54
La stessa che Arturo eternerà sempre, come fosse una divinità, da adorare, da temere. L'acqua è per Arturo, ecco, proprio quel legame con chi l'ha fatto venire al mondo e poi è scomparso. Le barche, invece, ciò che consente ad Arturo di stare in bilico tra una dimensione e l'altra, e ciò che lo avvicina al miraggio di partire per raggiungere altri luoghi lontani mille miglia da
Procida
, anche.
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14:21
La barca, la Torpediniera delle Antille, che abbiamo già citato, è il traghetto, immaginiamolo così, la gondola, il passaggio tra un mondo e l'altro. É proprio in questo movimento, che non conosce mai soste, Arturo immagina e progetta la vita oltre la sua stessa vita, la realtà differente dalla sua realtà, l'universo al di fuori del suo piccolo, grande, immenso universo.
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14:49
Ricordate come finisce questo romanzo? Arturo scappa in fretta e furia da casa, e a bordo di un'imbarcazione, guarderà commosso Procida finché non la perderà di vista.
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15:00
Io spesso ho immaginato Arturo a venti, trenta o quarant'anni come si sarà trasformato? Che lavoro avrà scelto? Avrà perso il suo incanto o l'avrà intensificato? Sarà tornato a
Procida
? Si sarà commosso? Si sarà infastidito? Sarà rimasto indifferente Arturo? Queste sono tutte domande che continuo a pormi.
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15:24
Continuo a chiedermi che ne sarà stato di quel ragazzino, quel fanciullo venuto fuori da uno spazio davvero senza tempo, un'isola, appunto. Un piccolo punto della terra, come lo chiamava
Elsa Morante
, dove avanti indietro non esistevano, dove c'era solo il presente, il mare e il sole di un'isola, un sogno quasi.
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15:46
E' ancora vivo Arturo? Non posso fare a meno di domandarmi, o è scomparso come la sua autrice? Anche
Elsa Morante
, quindi, anche Remo Natales dovrà lasciare la propria isola. Slegherà, sarà costretta a slegare la corda che la teneva legata al molo ed entrerà in un nuovo mondo, non meno fantastico e non meno sorprendente. Crescerà anche lei, a modo suo, e sempre dolorosamente, navigando ed altre parole.
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16:21
Se ci vivi in mezzo, il mare può abbracciarti, proteggerti, oppure tenerti in ostaggio, allontanarti. Decide lui se puoi navigare o se invece devi restare.
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16:32
Ma il mare lo dirige il vento, e il capolavoro di
Morante
, sembra una sinfonia di Ponente, vento forte, devastante che rompe le barche e mischia le acque, ma pulisce l'aria e l'anima con la tempesta, cosicché il giorno dopo, finalmente, si è liberi di andare.
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