Monday, Mar 21, 2022 • 18min

Puntata 1: Abbazia di San Michele Arcangelo

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Valeria Parrella parte dal finale. “L’isola di Arturo” che piano piano scompare e che, dal vaporetto, a un certo punto, non si vede più. La scrittrice napoletana racconta Elsa Morante da Procida, dall’Abbazia di San Michele Arcangelo.
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(1)
Valeria Parrella
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00:02
Questo è un viaggio sull'Isola di Arturo. Una mappa reale immaginata ci guiderà fra i posti e le pagine di una delle autrici più importanti del Novecento,
Elsa Morante
.
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00:16
Tutto inizia una mattina del millenovecento cinquantacinque, dal Molo Beverello a
Napoli
.
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00:26
Morante e Moravia prendono il mare, non scenderanno sulla loro Capri prediletta, andranno a stare su un'altra isola, quella più vicina, taciturna, tutta vicoli, pescatori e donne che aspettano. Arturo nascerà in una casa che poco dista
dall'Abbazia Di San Michele Arcangelo
, la punta più incantevole e sacra della scogliera. È lì che troviamo
Valeria Parrella
.
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00:51
Il salone presenta:
Elsa Morante
è un podcast del salone internazionale del libro di
Torino
, prodotto da Chora Media.
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Valeria Parrella
01:08
Io non so moltissimo di
Elsa Morante
, però so che effetto può fare su una giovane lettrice, perché è l'effetto che ha fatto a me che poi sono diventata una scrittrice, quindi credo che abbia saputo seminare una cosa che poi nel tempo è germogliata e neppure io so dire quando, ma mi ricordo il seme.
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01:35
Quel seme l'ho visto una volta che tornavo dall'isola di
Procida,
dal mio accento si capisce che io sono di
Napoli
e
Procida
per noi napoletani è un'isola molto vicina, é come non so una Dacia per i russi, un posto che si raggiunge per prendersi un tempo.
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01:55
Noi quando stavamo all'università, insomma noi ragazzi napoletani che studiavamo lettere avevamo proprio il mito dell'Isola di Arturo.
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02:07
Quindi cercavamo
Procida
con la speranza di ritrovare qualche cosa nelle passeggiate, sulle scogliere, cercando di immaginare quale potesse essere lo sguardo di
Elsa Morante
quando ci andò.
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02:25
E poi c'era anche una parte più divertente e più ludica no, era quella di andare a
Procida
per farsi un bagno, per mangiarsi una frittura di pesce sul porto.
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02:35
Questo secondo me è il miracolo della letteratura, perché è come se essa si concretizzasse quando non te l'aspetti, proprio nel momento in cui la scordi. E questo successe appunto; avevo diciott'anni, frequentavo lettere, durante questa giornata bellissima che passammo un poco sulle tracce di Anna Maria Ortese in maniera esplicita, però poi dopo a un certo punto questa cosa ce la siamo dimenticata, ci siamo bevuti il vino, adesso non ricordo con precisione.
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03:06
Ricordo invece con precisione questo, che a un certo punto partiva l'ultimo, noi li chiamiamo i vaporetti, sarebbero dei traghetti, delle navi lente che poi tornano a
Napoli
in meno di un'ora.
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03:20
E prendemmo l'ultima perché eravamo studenti, quindi ci volevamo godere il sole fino all'ultimo, e a un certo punto insomma nell'andare via, nell'uscire dal porto eravamo tutti orientati a guardare altre cose, a guardare i monti di
Procida
che è li di fronte, il Vesuvio sulla destra, dirci sciocchezze, accenderci le sigarette, all'epoca si fumava ovunque.
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03:44
Ad un certo punto io, quasi come se avessi sentito che mi stava mancando qualcosa, mi girai verso
Procida
e l'isola era sparita.
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03:58
E quindi nell'istante in cui successe capii perché una grande scrittrice aveva fatto finire il romanzo che le ha dato il successo, quella che ha fatto vincere lo Strega, in quel modo là.
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04:14
Cioè ci sono delle frasi voglio dire, che non possono essere altrimenti che quelle, e credo che questo sia l'indirizzo della letteratura.
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04:29
Di tutte le fotografie che si trovano di
Elsa Morante,
ce ne sono tante, e chiaramente poi nella ricostruzione, guardandosi all'indietro dei grandi scrittori fa piacere andare a cercare immagini, se ne trovano nei vari studi di Roma, se ne trovano con Moravia; a noi fa piacere andarla a cercare in qualche modo oltre i suoi libri e oltre le sue parole.
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04:60
Sempre perché è come se uno si lasciasse accompagnare da un'amicizia no, e non solo un'amicizia; credo anche che le scrittrici scelgano altre scrittrici un poco come nomi tutelari, cioè si affidino all'idea che si può fare.
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05:21
E anche se non diventeremo mai quelle scrittrici così brave, però almeno sappiamo in che direzione dobbiamo andare. Credo che questo sia un grande dono della letteratura italiana femminile del Novecento.
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05:37
Bene dicevo, una delle immagini che mi piace di più guardare di Elsa Morante è quella della sera in cui vince il premio Strega. Mi viene da ridere perché è un'immagine molto tenera e commovente se la paragoniamo a tutte.
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05:53
Il premio Strega, insieme ad altri, il premio Campiello è sempre stato un premio che è stato, ha sempre avuto molto credito dalla stampa e dagli stessi lettori italiani ed è tenuto in grande conto nell'ambiente letterario.
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06:08
Dunque, se guardiamo per esempio le immagini che accompagnano le premiazioni degli ultimi anni, vediamo immagini di persone molto eleganti, giustamente in festa per un riconoscimento tanto atteso.
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06:22
Ecco la fotografia in cui Elsa Morante riceve il premio Strega non è così, è proprio il contrario, ha i capelli tutti scompigliati, come se non si fosse data neanche una pettinata, un vestitino semplicissimo, e non perché non se lo potesse permettere, erano già tempi in cui voglio dire poteva vestire meglio, più elegante, è che non gliene importava.
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06:49
Ma quello che veramente è affascinante, che forse le dicono come spesso succede anche adesso, le dicono di indicare sulla lavagnetta dove c'era il computo dei voti che appunto l'aveva decretata vincitrice, il suo nome.
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07:09
E lei lo fa guardando verso l'obiettivo, per cui si vede che non è un gesto suo, non è un gesto che le appartiene. Sta con questo ditino teso verso le lavagne alle sue spalle e nel frattempo guarda; io penso a quello sguardo, cioè penso al momento in cui ha indirizzato quello sguardo verso i fotografi.
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07:27
Lei era molto miope no, aveva uno sguardo che rivelava questa miopia ed è come se fosse completamente persa. Cioè io credo che anche nel momento in cui bisogna far salotto in qualche modo, ella abbia recuperato il motivo per cui scriveva, che era sostanzialmente legarsi, legare la sua parola, il suo essere alla menzogna e al sortilegio.
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07:58
In quel momento lei non c'era veramente, da quella fotografia si vede, stava da un'altra parte, nell'impero degli scrittori. Bene che lo abbia vinto, ma non ne aveva bisogno.
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08:13
Mentre scrive L'isola di Arturo
Elsa Morante
si diverte. "E' l'unica cosa che mi dà delle ore felici in questo momento", lo confessa a Calvino in una lettera; quell'isola, la sua luce, il suo eroe fanciullo saranno per lei, per sua stessa ammissione, un paradiso terrestre prima dell'inferno.
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Valeria Parrella
08:38
Una delle storie che si raccontano spesso quando si parla di
Elsa Morante
, riguarda la sua relazione con Moravia.
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08:50
Moravia più adulto, solido, già famoso passava a Morante i suoi vestiti da uomo, lei li trasformava ago e filo in dignitosi abiti da donna. Si cuciva addosso in pratica la stoffa di lui, in attesa di diventare scrittrice, anzi scrittore come lui.
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Valeria Parrella
09:13
Nonostante il matrimonio di
Elsa Morante
e
Alberto Moravia
sia stato costellato all'inizio di difficoltà dovute alla guerra e all'immediato dopoguerra, noi siamo abituati a immaginarceli sempre in viaggio, sempre accompagnati per esempio da Pasolini.
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09:36
Abbiamo un'immagine molto divertente, in cui loro si fronteggiano quasi con le macchine da scrivere, nel senso che il dorso delle loro macchine si tocca e loro sono l'uno di fronte all'altro, che diciamo per una persona che scrive è uno scenario inquietantissimo. Dobbiamo ipotizzare che si ripetesse, che fosse prassi.
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09:60
Io ci ho costruito un muro in mezzo per salvare Elsa. E questo muro che ho costruito, secondo me è un muro fatto dalla sproporzione. Lei era troppo più brava, e questo fatto le garantiva la possibilità di continuare a scrivere di fronte a
Moravia
. Moravia è bravo, ma
Elsa Morante
è bravissima.
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10:23
Moravia ha sempre sminuito il valore che Procida ebbe nella vita di sua moglie, anche quella forse una forma di gelosia.
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Valeria Parrella
10:33
Quando, io me la immagino mentre scrive La storia, perché La storia è un monumento per noi, no? Scritta nel millenovecento settantaquattro, l'anno in cui io sono nata, quindi io me li punteggio tutti così, perché gli scrittori che mi piacciono ho bisogno di puntarmeli nella vita.
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10:53
E lei scrive questo monumento in cui c'è tutto; ci sono due sentimenti, secondo me, che lo caratterizzano, lo cuciono per tutto, per la mole, sono settecento pagine, più o meno.
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11:13
E sono due: uno è l'ineluttabilità, cioè il fatto che gli uomini sono alla mercé degli eventi e in questo lei è classica, proprio greca, greca intendo tragica, c'è poco da fare per gli uomini. Essi cercano di strappare dalle mani della parca il filo, ma quelle filano per i fatti loro.
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11:39
E l'altro sentimento che è bellissimo e che non competeva proprio, per esempio, ai racconti di
Moravia
, alla letteratura di Moravia che era molto più compiaciuta, c'è un sentimento di pietas. Lei ha proprio una tenerezza, un'infinita tenerezza per il mondo, per come si è manifestato, per gli errori che ha fatto.
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12:06
E questa infinita tenerezza, che forse non riesce ad avere manco per se stessa, si dice che lei era una donna molto dura, però succede. Succede che per mettere un mondo dentro, ti devi tenere, ti devi chiudere rispetto al mondo fuori, e per mettere quella tenerezza nelle pagine devi permetterti di essere dura fuori.
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12:29
Elsa Morante non deve essere stata molto simpatica, almeno dalle ricostruzioni, diciamo, dei suoi biografi. Però ha avuto degli amici, poi sono tempi diversi, lei si faceva chiamare scrittore.
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12:49
Diciamo era un momento in cui per farti, un poco perché è vero no che la scrittura non ha genere, come non ha latitudine, questo è ovvio; però molto perché era difficilissimo essere ammessi alla scrittura come donne.
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13:06
Aveva delle amicizie, ebbe quasi tutte amicizie maschili; più di una volta disse a me piace molto come ragionano i maschi e quello che si racconta di più è Pasolini. Pasolini però aveva con lei un rapporto più da figlio adottivo.
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13:24
Quindi in lei c'era un lato un po' materno che appunto, essendo una donna dura, non esercitava mai se non con i gatti. No, é lo stesso Pasolini che dice lei assomiglia ai suoi gatti, ha una faccia da gatta.
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13:41
Non sono mai stati generosi gli scrittori uomini con il volto di
Elsa Morante
, addirittura il marito diceva che la trovava brutta, cioè siamo a questi livelli.
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13:53
Io la trovo bellissima ed è strano che degli scrittori non sappiano vedere dove va visto, cioè che guardino il canone no? Perché proprio la scrittura dovrebbe essere quell'esercizio, la letteratura quell'esercizio ad andare da un'altra parte, a spostarlo il canone, non a cercarlo.
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14:13
Va bè, comunque ebbe questa amicizia con Pasolini che è molto raccontata perché era appunto un'amicizia squilibrata, sproporzionata, perché lui voleva da lei lo sguardo costante delle madri, voleva essere guardato; e lei era già un po' più grande, era presa da cose, impegnata, si distraeva un po' e lui questa cosa non gliela perdonava.
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14:43
Gli ultimi anni di
Elsa Morante
sono connotati da una grande tristezza, almeno da quello che sono riuscita a recuperare io da qualche informazione frammentaria. Lei era tristissima.
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15:00
Nel settantacinque muore Pasolini, nel settantasei comincia il suo ultimo romanzo Aracoeli, che è un romanzo poi pubblicato nell'ottantadue, ma un po' pessimistico, che quasi annuncia con quella cupezza la sua morte, e poi lei morirà tre anni dopo in una clinica romana.
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15:23
Ma perché dico che questa cupezza circondava del tutto la sua vita? Perché scrive delle cose, per esempio lei scrive molto
a Dario Bellezza
in quei giorni.
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15:34
Dice: "Solo la simpatia a me può dare ancora qualche contentezza. Io cerco la contentezza come la gente comune. Certo, tutti cerchiamo la contentezza. Lei sa di non essere una persona comune, ma vuol dire che non ce l'ha quella contentezza no?
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15:51
È quasi una richiesta di aiuto a cercarla. A Luisa Fantini scrive: "Luisella cara non bisogna mai voler bene a nessuno, è troppo terribile", come se lei accompagnasse poi diciamo gli ultimi anni della sua vita con la consapevolezza, una consapevolezza faticosa che nel momento in cui vuoi veramente bene a una persona, nel momento in cui ti innamori di una persona, nel momento in cui quella persona assume importanza nelle tue giornate, già in quel momento, quindi nel momento dell'estasi della bellezza, dell'oro no, già fosse seminato, già ci fosse la possibilità della fine.
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16:47
Quindi che mentre le cose luccicano già come un Giano Bifronte, dall'altra parte hanno la possibilità della fine, della morte, dello spegnimento.
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16:58
E la cosa che ci può consolare rispetto però a questa cosa, a questo fatto, questo pensiero che lei se ne é andata comunque come una donna non contenta in realtà, come tutte le scrittrici non se n'è andata, perché noi stiamo qui a parlare di lei. In realtà il percorso che ha segnato lo stiamo ancora facendo e chissà per quanti anni ancora lo faremo. È ancora tutto, è ancora tutta da percorrere, tutto da scrivere.
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17:30
Scrivo soltanto quando la storia mi urge dentro, negli altri momenti sono distratta dalla vita.
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17:40
Il salone presenta
Elsa Morante
è un podcast del Salone Internazionale del Libro di
Torino
, prodotto da Chora Media, scritto da Valentina Farinacci con la cura editoriale di Michele Rossi.
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17:51
Per il Salone del libro si ringraziano Francesca Mancini e Maria Giulia Brizio, il producer è Matteo Perkins, post-produzione di
Pietro Paletti
, supervisione del suono e delle musiche di
Luca Micheli
, il fonico di studio è Paolo Ocone.
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18:05
Hanno partecipato
Valeria Parrella
,
Giulia Caminito
e Giulia Nazagra,
Antonella Lattanzi
,
Vittorio Lingiardi
,
Angela Bubba
e
Telmo Pievani
.
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