Saturday, Jun 12, 2021 • 24min

Episodio 3: Non dorme nessuno

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Nella notte dopo il secondo giorno di lotta, Isner e Mahut non dormono dalla stanchezza. Nessuno dorme, in realtà: né Buffon con l’ernia che lo tormenta né i suoi compagni che domani si giocheranno l’eliminazione dal mondiale contro la Slovacchia, né il generale McChrystal che Obama ha sollevato dall’incarico né il generale Petraeus con cui l’ha sostituito, e nemmeno i due tecnici dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club che hanno il compito di riparare entro domattina il tabellone elettronico del campo numero 18, inceppatosi sul punteggio di 47-47.
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Talking about
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Speakers
(4)
Sandro Veronesi
Ritanna Armeni
Edoardo Nesi
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Giorgio Di Palermo
00:11
Quella notte, evidentemente, Wimbledon si prepara a quello che succederà il giorno dopo e tutti gli addetti, che devono lavorare di notte, sono quasi pronti per lasciare le loro postazioni e tornare in albergo.
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Sandro Veronesi
00:27
Alle nove e venti di sera, dopo oltre sette ore di inutile lotta, Isner e Mahut, rientrano negli spogliatoi sul punteggio di cinquantanove pari, gli spettatori scontenti escono, e da qui in avanti bisogna immaginare un po' di cose.
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00:43
Innanzitutto bisogna immaginare una certa folla nella sala giocatori e anche nell'ufficio della Transportation, che poi è l'ultimo baluardo che rimane aperto a
Wimbledon
per riportare a casa i giocatori che hanno fatto trattamenti medici o fisioterapici, che hanno fatto i massaggi, gli ultimi esercizi o che si sono allenati fino a tardi, ok! Come stasera, si sono attardati a vedere come andava a finire quella partita sul campo numero diciotto.
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01:09
Allo stesso tempo dobbiamo immaginare una sequela di cazziatoni a cascata, perché il tabellone elettronico bloccato sul quarantasette pari è un vulnus e anche grave, difficile da sopportare.
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01:22
L'arbitro, Mohamed Lahyani, segnala il problema al supervisor, Stefan Franz, che riporta la sua lamentela al giudice arbitro Andrew Jarrett, il quale si precipita nel Wimbledon marchì, cioè il villaggio vip di
Wimbledon,
a lamentarsi con il vice presidente operativo di
IBM
, il quale da una strigliata al responsabile capo operativo di IBM Wimbledon, che se la rifà sul responsabile struttura tecnica della sala operativa del clan, il quale richiama immediatamente due tecnici in servizio durante la giornata.
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01:54
Chiamiamoli cip e ciop, che hanno appena smontato e si trovano alla stazione della metropolitana di Southfields in attesa del treno che dovrebbe riportarli a casa nei sobborghi, e che invece sono convocati d'urgenza al club per risolvere la bega del tabellone al campo numero diciotto.
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02:24
Giorgio Di Palermo, attualmente dirigente della Federazione Italiana Tennis, è all'epoca membro dell' ATP con delega specifica a rappresentarvi istanze, richieste, desiderio dei giocatori, vale a dire che è l'ultimo a lasciare l'impianto al termine del programma di giornata, dopo che l'ultimo giocatore è stato sistemato secondo le proprie esigenze,
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Giorgio Di Palermo
02:45
Tutti i campi, a seconda dell'umidità della sera, vengono gonfiati con i palloni appositi per preservare l'erba dall'umidità notturna e essere pronti per giocare il giorno dopo, quindi, mentre tutti gli addetti cominciano a gonfiare i campi che rimangono durante tutta la notte, con il pallone gonfio, tutti gli uffici cominciano a svuotarsi e tutti i giocatori cominciano ad affollare l'ufficio della Transportation per tornare a casa.
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Sandro Veronesi
03:15
Poi bisogna immaginare Isner e Mahut, esausti nelle loro camere d'albergo ad analizzare il match insieme ai loro coach, l'ex allenatore di Marin Cilic, Boris Vallejo, con Nicolas Mahut, e
Craig Boynton
, già coach di Jim Courier con Isner. Anche se c'è poco da analizzare in un set di centodiciotto giochi senza nemmeno un break, in qualsiasi disciplina che prevedesse il pareggio, i due contendenti si sarebbero già divisi la posta da un pezzo, bisogna immaginare bagni ghiacciati, vesciche ai piedi, dolori dappertutto, massaggi, fame e la necessità di reintegrare tutte le sostanze bruciate da quei due organismi sovrautilizzati.
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04:01
Bisogna soprattutto immaginare Andy Roddick, amico di Isner e testa di serie numero cinque del torneo, finalista l'anno scorso, sconfitto da Federer, sedici a quattordici, al quinto set e dunque grande esperto di maratone a
Wimbledon
.
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04:17
Bisogna immaginare soprattutto lui, Andy Roddick, che per rifocillare il suo amico gigantesco, ricordiamolo, due metri e dieci, porta in camera di Isner dei sacchetti di cibo provenienti dal Ristorante San Lorenzo di
Lorenzo Berni
, uno dei più famosi e costosi di
Londra
, con la storica sede a Knightsbridge, una filiale di lusso proprio a
Wimbledon
, e proprio per soddisfare l'unico bisogno di glamour che ogni anno, durante il torneo, investe questa zona di
Londra
.
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Giorgio Di Palermo
04:48
San Lorenzo è il vero quartier generale dei giocatori durante quelle settimane, gli appassionati, i curiosi che comunque a Wimbledon sono sempre molto discreti e lasciano i giocatori tranquilli, ma si affacciano un po' per vedere, vediamo chi c'è stasera a mangiare al
San Lorenzo
e sono tutti lì e ci sono le foto dei giocatori.
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05:10
Sono dei, dei, dei bellissimi poster autografati da, da tutti i grandi campioni del passato. E oggi? Oggi i giocatori vanno, la sfruttano come forse una player lounge e vanno lì e si ritrovano, si salutano, mangiano sempre più con i loro entourage e sempre meno fra di loro, perché una volta c'erano le tavolate di giocatori, oggi c'è il giocatore con il suo team a tavola e un altro tavolo vicino c'è un altro giocatore con il suo team, si salutano da lontano, parlano così del più e del meno, ma quello è il posto dove essere ed è sempre stato così, eh, per
Wimbledon
rappresenta davvero una una tradizione per i giocatori.
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Sandro Veronesi
05:55
Ricordiamolo siamo alla seconda notte, dopo due giorni di partita, e questo passaggio per il Ristorante San Lorenzo conferisce all'intero match un'epica ancora maggiore, perché il
San Lorenzo
è veramente uno dei ristoranti più leggendari di
Londra
, frequentato da artisti, modelle, nobili, rockstar.
Edoardo Nesi
, scrittore, premio Strega nel Duemilaundici è stato un frequentatore.
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Edoardo Nesi
06:23
Ma il
San Lorenzo
è un ristorante epico in qualche modo perché è un ottimo ristorante, però non è il miglior ristorante di
Londra
, è un bel ristorante, ma non è il più bel ristorante di
Londra
. Era ed è ancora semplicemente però il ristorante nel quale le persone volevano andare. Insomma, le, le celebrità volevano andare.
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06:47
Lady Diana, per esempio, ci andava spessissimo, era diventata amica della moglie di Lorenzo, la Mara, con la quale si fermava spesso a parlare. Non era più solo un posto in cui lei andava a mangiare, poi veramente c'erano delle superstar quasi sempre, io ogni volta ci sono andato, ce l'ho, ce l'ho ce l'ho trovate e, ho visto David Bowie, ho visto Eric Clapton, Michela e papà accanto al tavolo, il mio, poi c'erano appunto i tennisti, gli attori, andavan sempre lì e poi però, il San Lorenzo, è ed era ed è ancora, insomma, i suoi proprietari, soprattutto questo
Lorenzo Berni,
questo uomo, sto versiliese de, del Cinquale, che ne era il padrone e l'anima insomma, perché parlando pochissimo, perché non era uno che faceva corte no? Non era uno che parlava alle persone, proprio per questo, forse, stava simpatico, perché stava quasi sempre zitto. Faceva sempre con, con gli occhi, comandava i camerieri e salutava le persone.
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07:52
Però ci aveva questa sua enorme debolezza che, quando veniva a cena lì una persona che in qualche modo frequentava la
Versilia
fosse un pratese, un fiorentino soprattutto, per non dire appunto un fortemarmino, lui a fine, a fine cena non riusciva a non fermarsi, mettersi a parlare con, con queste persone. Te ricorderai Sandro, quando siamo andati a cena io e te ci ha tenuti fino alle due.
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Sandro Veronesi
08:22
Ecco, io di quella cena che abbiamo fatto insieme a
San Lorenzo
ricorda una quantità di celebrities per l'appunto, praticamente a ogni tavolo, mi pare tra l'altro che ci fosse Eric Clapton anche quella sera lì. Ma lui,
Lorenzo Berni
, stava seduto al nostro tavolo, e questo perché
Edoardo Nesi
frequentava la
Versilia
e poteva parlare con lui di Forte Dei Marmi.
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08:44
Poi però ricordo anche un'altra cosa che dice che tipo era questo Lorenzo Berni. Era il millenovecentottantanove e questo lo ricordo proprio perché, a un certo punto, lui fece una cosa pazzesca, si alzò e disse: scusate, ho da fare una cosa! E ci lasciò, il ristorante era ancora pieno di celebrità e lui sparì. Dopo un po' si sentì la sua voce gracchiare dal microfono interno in quel suo inglese strascicato alla versiliese.
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09:10
Il signor Salman Rushdie è desiderato alla porta, il signor Rushdie è desiderato da due signori alla porta. Come ho detto, sono sicuro che fosse il millenovecentottantanove, perché Rushdie era appena stato condannato a morte, urbi et orbi, dall'Ayatollah Khomeyni per via dei versi satanici. Per cui subito tutti a guardarsi intorno; oddio, oddio oddio! La paura serpeggiava nel locale. Poi lui tornò, si rimise a sedere e disse: lo faccio per farli spaventare un pochino! E ricominciò a raccontare le sue cose versiliesi come se nulla fosse, pare che ogni tanto lo facesse così, per vivacizzare, e quella sera, in quanto suoi conterranei, ci tenne a farci complici di questo suo scherzo.
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Edoardo Nesi
09:59
Ma sì, perché lui era uno ed è uno insomma, che è sempre vivo naturalmente, è molto, molto, molto sveglio, molto vivace. Era una persona molto viva, capito? Cioè gli interessavano le cose, quando venne a
Londra
, quando arrivò a
Londra
, lui si trovò di fronte la vera Swinging London e, e entrò subito nel, all'interno di questa cosa, perché alla fine poi il ristoratore italiano, quand'è di genio come lui, diventa veramente una celebrità in se stessa. Li aveva incontrati tutti, ma le cose belle sì son queste, ma anche poi c'è il fatto che lui leggeva i libri cioè, i tuoi libri li conosceva, conosceva i miei libri, li, li leggeva perché io glieli portavo sempre volentieri e lui li leggeva perché quando si, quando ci tornavo lui sapeva cioè, era una di quelle persone, aveva un rispetto per appunto, per la cultura anche, per la lettura, per, per le cose belle.
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10:54
Perché poi alla fine, quando uno ci ha successo nella vita, in quel campo, lì, in quel modo, lì è sempre, è sempre, è sempre colpa in merito, in qualche modo, una cultura personale e del rispetto dei libri, per le storie appunto, anche perché era un grandissimo, era ed è un grandissimo raccontatore di storie.
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Sandro Veronesi
11:14
A questo punto perciò bisogna immaginare anche il nuovo record di conto, fatto registrare in una cena da asporto per una sola persona. Dodici sacchetti, dice C. B. cioè
Craig Boynton
, il coach in un'intervista intitolata: Confessioni dallo spogliatoio dentro la leggenda di Isner-Mahut, pubblicata sul sito dell'ATP, cotoletta, pizza, pasta, parmigiana di melanzane e altro. Quanto avrà speso Roddick? Cinquecento sterline, mille sterline?
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Edoardo Nesi
11:46
Ma è tanto perché si spendeva tantissimo lì, mi ricordo, e a noi ci facevano un po' di sconto, ma sennò agli inglesi gli dava delle, delle risolate. Sarà costato e può darsi sia costato quasi mille sterline, dodici portate, dipende cosa, cosa aveva preso, se c'era qualcosa da bere, dipende ma insomma poi può darsi, può darsi anche mille sterline ecco, può darsi, perché no?
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Sandro Veronesi
12:10
Dunque la notte scende su
Wimbledon
, su
Londra
, sull'Europa, sul Sudafrica e piano piano anche sull'America. Dormono o non dormono gli azzurri della nazionale di calcio che domani a sorpresa giocheranno a Johannesburg contro la
Slovacchia
, una partita decisiva o dentro o fuori! Dorme o non dorme Buffon alla ricerca di una posizione sul letto nella quale, l'ernia che gli è spuntata, non gli faccia vedere le stelle per il dolore e dall'altra parte dell'Atlantico, a un certo punto, il generale McChrystal dormirà o non dormirà il suo primo sonno da disoccupato, mentre il generale Petraeus, che il presidente Obama ha chiamato a sostituirlo, dormirà o non dormirà a bordo del C centotrenta J che lo riporta a Kabul a prendere il posto di McChrystal
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13:06
Di sicuro non dormono i due tecnici, li abbiamo chiamati
Cip
e
Ciop
, incaricati di vincere nella notte l'assurda ostinazione con cui il tabellone elettronico, nel campo numero diciotto, si è rifiutato di andare oltre il punteggio di quarantasette pari.
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13:22
Ma c'è anche tutta una parte di mondo in cui la notte è già finita e una nuova giornata è iniziata. Magari una giornata molto importante, come per esempio in
Australia
, dove Jiulia Gillard diventa la prima donna primo ministro del paese.
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13:40
La portata di questo evento è storica. Quanto storica? Lo chiediamo a Ritanna Armeni, giornalista, saggista, femminista, collaboratrice del quotidiano Il Manifesto fin dalla sua nascita nel millenovecentosessantanove.
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Ritanna Armeni
13:55
Jiulia Gillard intanto fu davvero una novità, perché poi un grande paese come L'Australia era una laburista, ottenne questa carica però, diciamo così, in seguito ad una vittoria nel partito, perché il partito laburista fu in crisi, ci fu una crisi e ci fu quello che un'elezione interna. Prima di lei le donne, intanto guarda, anche adesso si contano non sulla dita di una mano, ma io ho calcolato che attualmente prime ministre donne, anche i capi di stato e donne sono all'incirca nel mondo una ventina.
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14:28
Se tu pensi che nel mondo ci sono duecentootto stati, le donne occupano un posto diciamo importante o di prima donna nel dieci per cento del mondo. Questo è un dato già che fa riflettere e io parlo di oggi, se devo andare col pensiero ai, a qualche anno fa beh, con oltre la Thatcher trovo
Indira Gandhi
, la signora Bandaranaike e poche altre.
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14:56
Non mi pare che ce ne siano state molte altre e quindi le donne in ruoli di leadership, ecco questo, su questo bisognerebbe interrogarsi, le donne che fanno politica, che pure ci sono nel mondo, in generale, non assumono ruoli di leadership quasi da nessuna parte.
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15:16
Da questa premessa, diciamo così, ogni discussione deve partire, la signora Gillard rompe il tetto di cristallo nel duemiladieci e in effetti da quel momento in poi le donne diventano un pochino di più, arrivando però a questo dieci per cento di cui ti parlavo prima, non di più.
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Sandro Veronesi
15:35
Ed ecco la lista di questi venti paesi che hanno una donna come Primo ministro o come presidente della Repubblica. Nuova Zelanda, Germania,
Slovacchia
,
Tanzania
,
Estonia
,
Moldova
, Lituania, Kosovo, Grecia, Finlandia, Danimarca, Georgia, Etiopia,
Islanda
,
Singapore
,
Serbia
,
Taiwan
, Bangladesh, Norvegia, Barbados. Tredici sono europei.
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Ritanna Armeni
15:58
Esaminando per esempio un po' le famose donne di cui parlavamo prima, che occupano il posto di leadership del dieci percento dei paesi del mondo, viene fuori una cosa che a me pare abbastanza interessante. Le donne socialdemocratiche sono progressiste, socialiste, che occupano un bel posto eh, una bella quota di questo dieci per cento, in generale sono nei paesi nordici, dove la cultura delle quote della, come dire, parità, effettivamente è entrata nelle coscienze, dove la cultura delle quote invece ha provocato pochissimo e quasi niente, e nei partiti socialdemocratici, diciamo della, dei grandi paesi dell'Europa centrale,
l'Italia
in questo caso è una, è un paese nel quale questo è evidentissimo.
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16:48
Le donne che fanno politica ci sono, le donne non raggiungono mai posti di leadership. Al contrario, al contrario, e questo fa un po' impressione, noi abbiamo la Le Pen in Francia, per esempio, e abbiamo la Meloni in
Italia
, no? Donne che in qualche modo riescono a raggiungere il posto di prima donna.
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17:11
Io mi sono chiesta molto, essendo una donna di sinistra, perché avvenisse questo? E lo, una spiegazione me la sono data ed è questo: noi donne di sinistra ci siamo molto affidate alla parità formale e abbiamo rinunciato molto presto al conflitto. Una volta che ci hanno assicurato guardate, potete essere il trenta percento, il venti percento o perlomeno potete avere dei ruoli di vice, ci siamo un po' acquietate ecco, ci siamo un po' acquietate.
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17:41
La cultura di destra non è una cultura paritaria, è una cultura, in teoria che, in cui le donne sono, sono subalterne, hanno un ruolo subalterno, non hanno mai accettato le quote e quindi le donne che hanno voluto farsi avanti si sono fatte, dovute fare avanti, sgomitando cioè, riattivando un'idea di conflitto, ecco e secondo me, questa è la seconda cosa che volevo dire, le donne, qui come dire una critica che io faccio alle donne, hanno un po' assimilato questa assenza di conflitto e pensano di poter andare avanti nella vita del partito, nel partito, dei partiti socialdemocratici e semplicemente con dei piccoli aggiustamenti.
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18:24
A mio parere, questo è impossibile! Io sono, io credo molto nel conflitto, io credo molto nella capacità culturale di cambiare le cose attraverso il conflitto. Secondo me l'errore delle donne, che fanno politica oggi a sinistra in questi grandi paesi, e con naturalmente ci sono delle eccezioni e non dico che non ci siano delle eccezioni, e fanno proprio questo.
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Sandro Veronesi
18:49
Ma mentre Julia Gillard festeggia in
Australia
noi torniamo a
Wimbledon
, che si prepara ad affrontare una notte classica, con gli addetti alla vigilanza notturna che sono lì a presidiare tutti gli uffici e tutte le porte, ai famosi Gates, i cancelli che a Wimbledon, tutte le notti, vengono appunto presidiati per garantire che non succeda nulla all'interno dell'impianto. Se ne vanno tutti, come abbiamo detto, per il ruolo che ricopre in seno all'ATP, Giorgio Di Palermo è l'ultimo ad andarsene.
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Giorgio Di Palermo
19:22
É evidente che dopo le undici e trenta non c'è più nessuno. Rimangono gli ultimi giocatori che devono completare gli esercizi fisici, quelli della Transportation vanno a casa e
Wimbledon
finalmente, fino alla mattina dopo, verso le sette e mezzo non ospiterà più nessuno che riguarda il torneo.
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Sandro Veronesi
19:41
Se ne vanno tutti, tranne naturalmente
Cip
e
Ciop
, i tecnici che devono riparare il tabellone, loro non possono andarsene finché non hanno risolto il problema. Ma il problema, si accorgono, è filosofico e se ne accorgono, anche se la filosofia non è il loro forte.
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19:59
Fino a ieri, infatti, nessuno si era mai chiesto fino a quale punteggio il tabellone del campo numero diciotto fosse in grado di accompagnare due giocatori che disputano un incontro. Non solo, fino a ieri questo era un quesito che nessuno si era posto, nel mondo. Sicuramente non se l'erano posto nemmeno i colleghi di
Cip
e
Ciop
, che il tabellone lo avevano montato e collaudato, funziona! Avevano detto, vedendo che il display era in grado di produrre ognuno dei dieci numeri naturali con i quali, lo insegnano alle elementari, è possibile contare fino all'infinito.
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20:36
Ma siccome fino all'infinito gli umani non ci possono arrivare, siccome gli umani possono concepirlo l'infinito e servirsene nei propri ragionamenti, per i propri scopi, ma non possono nemmeno sognarsi di farne esperienza diretta, allora, se infinito non può essere, dal punto di vista filosofico, il numero quarantasette andava benissimo e soprattutto andava benissimo come punteggio teorico di un set di tennis, considerando ciò che i tecnici
IBM,
che hanno montato quel tabellone, hanno certamente considerato e cioè che il set più lungo che si fosse disputato su un campo di
Wimbledon
, in tutta la più che centenaria storia del torneo, era stato un terzo turno di doppio del duemilasette finito ventotto a ventisei.
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21:24
Poi sono arrivati questi due e il quarantasette, come limite teorico, non solo non andava più bene, ma ha fatto fare una figuraccia a tutti e ora tocca a loro, a
Cip
e
Ciop
, concepire un nuovo limite teorico in grado di contenere la partita che riprenderà domani, perché senza limite teorico l'elettronica non può funzionare.
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21:47
Cip, più pragmatico, spinge per non metterlo un limite, cioè per far andare avanti il punteggio a oltranza, mentre va a oltranza la partita. Ciop, più speculativo, trova questa soluzione un po' vile, poiché sposta il peso del problema sul limite, non più teorico, rappresentato dal display progettato a due sole cifre e immagina il disastro, il vero disastro se domani quei due arrivassero fin lì, novantanove a novantanove, e al game successivo il tabellone si azzerasse solo per uno dei due giocatori, segnando in mondovisione l'assurdo punteggio di zero a novantanove.
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22:27
Non sarebbe meglio allora, scommessa per scommessa, puntare sul fatto che quei due domani si fermeranno, a un certo punto si fermeranno prima dell'ultimo risultato possibile per questo tabellone a due cifre, e cioè prima del novantanove pari. Non sarebbe più dignitoso il ripresentarsi domani, sul novantanove pari, dello stesso problema di oggi piuttosto che di un problema tutto nuovo, zero a novantanove.
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22:56
Sono le ultime ruote del carro, su questo non c'è dubbio, ma a quest'ora della notte i telefoni dei loro numerosissimi superiori sono tutti staccati. Nello scaricabarile che si è innescato, a proposito di questo tabellone elettronico, la minaccia di infinito portata da Isner e Mahut con la loro partita,
Cip
e Ciop devono sventarla da soli.
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Build n. 1.36.0
Giorgio Di Palermo
Sandro Veronesi
Edoardo Nesi
Ritanna Armeni
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