Friday, Jun 11, 2021 • 28min

Episodio 2: Non è questo il giorno

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23 giugno. Mentre nel mondo le cose importanti continuano a succedere, sul campo 18 di Wimbledon ricomincia la partita tra Isner e Mahut, interrotta il giorno precedente. Dopo tre ore di pareggio assoluto, mentre i due continuano a sbriciolare record, il mondo si accorge che quella è la cosa più importante di tutte, e tutte le altre passano in secondo piano. E siccome non è questo il giorno in cui uno dei due prevale sull’altro, dopo altre quattro ore di battaglia, sul punteggio di 59-59, la partita viene di nuovo interrotta per sopraggiunta oscurità.
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Talking about
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Speakers
(6)
Sandro Veronesi
Giorgio Di Palermo
Paolo Mastrolilli
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Transcript
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Giorgio Di Palermo
00:10
Eravamo tutti lì a dire: ma forse questo è veramente il match che non finirà mai? Questo è proprio il match per cui il tennis è nato e i due punti di vantaggio saranno scolpiti nella memoria, perché non finirà mai. Però ci, sapevamo che sarebbe finita.
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Sandro Veronesi
00:27
E siamo al ventitré Giugno, mercoledì, il giorno che nella targa è stato sostituito dal trattino. Muore il bassista dei
Kinks
Peter Quaife, a sessantasei anni, i morti del disastro ferroviario in
Congo
salgono a settantasei. Il generale McChrystal arriva alla
Casa Bianca
direttamente da Kabul, Obama lo riceve, ma nella notte ha cambiato idea, perché? Paolo Mastrolilli, capo della redazione newyorkése della Stampa, Perché nella notte Obama ha cambiato idea?
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Paolo Mastrolilli
01:11
Si convince che il caso di McCrhystal è diverso da quello di tutti quanti gli altri politici con cui ha avuto un problema. I politici sono politici, possono sbagliare in queste situazioni, possono dire qualcosa di, di troppo, ci sono naturalmente dei danni, delle conseguenze, ma per un militare la questione è molto più grave, perché naturalmente le, le forze armate si reggono sulla catena di comando, si reggono sulla fedeltà dei soldati e sul rispetto dei superiori, e quindi lui pensa che McCrhystal ha commesso un errore fondamentale, perché ha mancato di rispetto ai massimi vertici militari americani, che sono appunto: il presidente, il vicepresidente, che negli
Stati Uniti
sono i comandanti in capo delle forze armate, quindi non sono semplicemente dei civili che gestiscono delle forze armate.
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01:52
È devastante, perché se a un generale a quattro stelle, che comanda una delle missioni più importanti, che il
Governo
degli
Stati Uniti
sta conducendo in
Afghanistan
, dove è scaturito poi l'attacco contro le Torri gemelle, la lunga guerra nella quale gli Stati Uniti si sono impegnati, questo generale si permette di insultare i massimi comandanti cioè, il vicepresidente e il presidente, il segnale che viene dato alle truppe è che ognuno può fare lo stesso e quindi, quando lo riceve alla Casa Bianca, gli chiede in sostanza di presentargli le dimissioni, cosa che naturalmente McChrystal avrebbe comunque fatto! Perché in questi casi così si fa, si presentano le dimissioni e poi si lascia al leader decidere, nella speranza di essere salvati, perché questo voleva McChrystal.
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02:37
Invece Obama lo sorprende dicendo grazie delle dimissioni, le accetto nonostante ho stima di te, non penso che ci siano più le condizioni per continuare a collaborare, soprattutto per lasciarti alla guida delle, della nostra missione in
Afghanistan
, dopo che tu hai dato questo segnale negativo nei confronti dei leader militari della missione cioè, me stesso e il vicepresidente. McCrhystal rimane molto stupito da questa decisione e deluso, ma naturalmente non può fare altro che accettarlo.
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Sandro Veronesi
03:06
Stupito e deluso, soprattutto perché si rende conto che Obama aveva già deciso, che non gli era stata lasciata nemmeno una chance. Obama aveva già deciso perfino con chi sostituirlo infatti, di lì a un'ora, viene convocata una conferenza stampa nel giardino della
Casa Bianca
, nella quale il presidente presenta il nuovo comandante delle forze alleate in
Afghanistan
, David Petraeus, che a rigore addirittura è un superiore di McChrystal, perché è il capo del comando centrale, il comando che gestisce tutte le truppe americane di stanza in Medio Oriente.
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03:38
Frattanto, ai Mondiali di calcio in
Sudafrica
, la
Germania
fatica a superare il
Ghana
per uno a zero, con un gol di Özil nel secondo tempo. Buffon è sempre infortunato, non può proprio muoversi dall'albergo
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Gianluigi Buffon
03:52
E la cosa bella è che per me, che in quel momento stavo soffrendo le pene dell'inferno per, per ovvi motivi, è che mi suscitò una curiosità alternativa no? Questa, questa sfida epica, questa sfida così, così lunga e quindi se non altro aveva suscitato in me una curiosità di svegliarmi la mattina e accendere la tv e vedere, ma quando ricominciano? quando ricominciano? E questo era un po', diciamo, il refrain e quello che, che girava anche nel nostro, nel nostro spogliatoio ecco, nel nostro ritiro.
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Sandro Veronesi
04:29
Alle quattordici e zerosette, Isner e Mahut rientrano nel campo numero diciotto di
Wimbledon,
per disputare il quinto set della loro partita. Non possono ancora immaginare quello che sta per succedere, nessuno può immaginarlo, sebbene la possibilità teorica che questo accada sussista ogni volta che Wimbledon, a
Melbourne
e a
Parigi,
un incontro raggiunge il quinto set dove non è previsto il Tie-break.
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04:56
Ora la dico grossa! Per i primi diciannove giochi i due giocatori tengono il proprio servizio senza consentire all'avversario nemmeno di sognarsi di ottenere il break, diciannove giochi. Alle quindici e zeronove però, sul dieci-nove per Isner, dopo il cambio di campo, e dei giudici di linea e dei raccattapalle, commettendo due doppi falli consecutivi, Nicolas Mahut, concede all'avversario un match point, ma lo annulla immediatamente con un ace per poi vincere il game e portarsi sul dieci pari.
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05:28
Da questo momento, dieci pari al quinto per oltre due ore e mezza, l'incontro ricomincia andar via liscio nel più perfetto equilibrio, con il servizio sempre agevolmente tenuto da entrambi.
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05:42
Semplicemente Isner e Mahut, sull'erba di questo campo numero diciotto di
Wimbledon
, oggi danno prova di equivalersi, in senso proprio fisico, matematico e il mondo se ne accorge! E gli spettatori di questo incontro passano, da poche centinaia a decine di milioni. Tra le poche centinaia che si trovano lì, sul posto, c'è
Stefano Meloccaro
, inviato come ogni anno da
Sky Sport
a seguire il torneo.
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Stefano Meloccaro
06:14
Il campo diciotto, combinazione vuole, che sia uno dei campi se non il campo più comodo da vedere dalla famosa terrazza delle televisioni, che è molto famosa per chi lavora, per chi non lavora a Wimbledon in realtà è difficile da descrivere, però è una sorta di grande terrazza dove vengono alloggiate quasi tutte le telecamere, di tutte le televisioni che sono presenti a
Wimbledon
, è una terrazza arredata molto bene, tutta in verde, ovviamente stile Wimbledon, stile inglese, perciò c'è addirittura una pianta intagliata a mò di cameraman, che guarda dentro la telecamera no? Cioè, un bosso! Che sono quelle quelle piantine, quelle tutte tipicamente inglesi, fatte con le foglioline verdi, tutte piccole.
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06:58
Tutte le televisioni sono lì, da quella terrazza il campo che si vede meglio è il campo diciotto. Perciò tu puoi continuare a fare il tuo lavoro, continuare a fare i servizi per Sky Sport ventiquattro, puoi continuare a guardare le altre partite perché ci sono i monitor, e puoi metterti sulla balaustra del campo diciotto con le mani appoggiate proprio sulla ringhiera metallica e affacciarti lì, e poi il resto lo fa il punteggio cioè, finché stanno sei pari al quinto, oh che bello, bravi, vediamo! Quando vanno dieci pari li guardi un po' meglio, poi vai a fare una passeggiata perché devi fare un'altra cosa, poi torni e stanno venti pari, dal venti pari in poi il tutto prosegue, come posso dire, con una progressione aritmetica cioè, venti pari li guardi, trenta pari caspita se li guardi, quaranta pari urca se li devi guardare! e fino a qua, poi quando, quando esagerano tu non puoi staccare,
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Sandro Veronesi
07:54
Comincia ad accennarsi lì, all' All England Law Tennis and Croquet Club, ma anche a propagarsi in tutto il mondo, collegato tramite la tv, l'idea pazzesca che una partita di tennis, almeno una nella storia, possa non finire mai. Edoardo Nesi, scrittore, premio strega, da giovane buon tennista, è uno di quelli che hanno sempre amato questa idea. Perché?
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Edoardo Nesi
08:24
Sai, due cose: la prima è che il tennis in qualche modo io sono stato sempre immaginato ad amarlo così no? Cioè, servizio e volée, si va avanti, si cerca di servire meglio possibile, si segue a rete e poi si cerca di chiudere la volée. Sull'erba! Io una volta ci ho anche giocato sull'erba ed è così.
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08:44
Insomma poi era affezionato a questi antichi maestri tipo Rosewall, Laver, ma anche lo stesso Stan Smith no? Che giocavano, venivano avanti, il punto si chiudeva subito, era molto bello insomma, io provavo a farlo sulla terra battuta, ma non c'era quasi mai verso. E poi la cosa bella di quella partita era la sua promessa di infinito sostanzialmente no? Perché poteva veramente non finire mai, poteva continuare per sempre a, a venire avanti, chiudere i punti o sbagliarli ma insomma, continuando a tenere il proprio servizio fino all'infinito, è la grande promessa del tennis. Il tennis in realtà non, non è un gioco tanto addomesticabile no? Insomma, alla fine ha delle regole tutte sue, può non finire mai, questa era una delle cose che me lo rendeva affascinante.
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Sandro Veronesi
09:36
Alle diciassette e cinquanta, sul punteggio di trentatré a trentadue per Isner, un sussulto. Serve il francese, come sempre nei giochi dispari ed è uno svantaggio, perché se si perde per un momento la concentrazione e con essa si perde il servizio, non c'è nessuna possibilità di rimediare.
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09:54
Mahut fin qui non è sembrato correre questo rischio, ma in questo game lo corre eccome. Due passanti di Isner e un suo errore gratuito di rovescio lo portano su quindici-quaranta, vale a dire che dovrà servire due match point consecutivi al proprio avversario.
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10:12
Ecco! Pensano contemporaneamente milioni di persone in tutto il mondo, ecco come finiscono queste cose! Un colpo azzeccato, un po' di fortuna e via, è stato bello. Ma prima o poi doveva succedere, perché il pareggio nel tennis non esiste, le partite finiscono. Isner ciondola in attesa del prossimo servizio, il pubblico grida e applaude, Mahut va a servire da destra, la prima la manda fuori di un niente.
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10:42
La seconda la tira centrale e profonda e dopo un breve scambio, breve, ma uno dei più lunghi della partita, cinque colpi, segue a rete un dritto lungolinea, Isner si allunga per quanto è lungo quindi, tanto perché il suo soprannome è long John, e riesce a rimandare la pallina di là dalla rete e a invitare Mahut a perdere il match sbagliando la più facile delle volée di dritto. Cosa che Mahut non fa perché invece la chiude, in tutta sicurezza, e annulla il primo match point.
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11:13
Ne resta un secondo, però l'idea che una partita fenomenale come questa possa concludersi solo perché uno dei due giocatori si distrae, questa balorda idea scompare di colpo. Sì! C'è ancora un match point, ma sul servizio di Mahut, il quale non ha mai servito così bene in tutta la sua vita e di punti sul suo servizio, in questa partita, ne ha persi davvero molto pochi.
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11:38
Infatti, servizio vincente! Secondo match-point annullato. Con un rovescio lungolinea in scioltezza e un altro servizio vincente, Mahut ristabilisce l'equilibrio che sembrava perduto, si porta sul trentatré pari e sfoga la tensione facendo un cenno col ditino all'indirizzo della tribuna. Un cenno di no! Come dire bastardi, non era questo il momento, non è questo il giorno. E certo che non lo è! Perché questo è il giorno in cui le partite di tennis finiscono pari, e perciò è il giorno in cui i record e i primati stabiliti più di cent'anni vengono spazzati via.
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12:27
Si comincia alle diciotto e quarantacinque sul punteggio di trentotto a trentasette per Isner, quaranta-quindici per Mahut, Quando il francese scende a rete con un morbido rovescio in back e Isner stampa sul nastro il suo tentativo di passante, il punteggio si porta sul trentotto pari.
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12:47
Ecco, qui per apprezzare l'importanza di questo punto, bisogna spostarci nell'ufficio dell'ATP, che si trova nell'area giocatori del club, di fronte al prato e la caffetteria. L'ufficio è popolato dai membri dell' Association che seguono il match in televisione, uno di essi è il cileno jaime Fillol, già numero quattordici del mondo negli anni settanta, che nel consiglio dell'ATP ricopre il ruolo di rappresentante degli ex giocatori. Un altro è Giorgio di
Palermo,
romano, che invece in seno all'ATP rappresenta i giocatori in attività. Ed è proprio Giorgio di Palermo a raccontarci cos'è successo in quella stanza
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Giorgio Di Palermo
13:33
Io ero seduto a guardare la partita perché avevamo provato a vedere se c'era un posto sul campo diciotto ma non c'era, per cui dopo qualche tentativo, perché si respirava l'atmosfera del match storico, siamo, siamo andati nell'ufficio, guardavamo la partita da lì e vicino a me c'era Jaime Fillol, che oltre ad essere uno dei più grandi gentleman della storia del tennis, era anche un fortissimo giocatore. Era lui che aveva partecipato a quel doppio del trentanove-trentasette, quel famoso doppio, quello Smith-Van Dillen contro Cornejo- Fillol, ce lo ricordiamo, la semi di coppa Davis era incredibile, e lui era lì seduto vicino a me e io lo guardo, trentotto pari lo guardo, e lui mi guarda come per dire che c'è? Strano no? Beh, vabbè, ci stiamo guardando da un po' di tempo, che è un set che ha delle caratteristiche incredibili, forse non finirà, ma che cosa vuoi?
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14:31
Ma hai capito cosa è successo? E lui mi guarda e mi dice: ma ti ricordi quel doppio in Coppa Davis? E lui mi guarda, in quello con, contro Smith-Van Dillen? Sì era lungo, ma era lungo, era così lungo, era trentanove-trentasette il set, e lui mi guarda e capisce che sul trentotto pari il suo record sarebbe stato battuto. In quella, in quel sorriso, in quella, in quel momento lui aveva capito che comunque il suo record veniva battuto ma, al contempo, io credo che anche la consapevolezza che se ne sarebbe riparlato di quella partita che lui aveva giocato così tanti anni fa, sarebbe ritornata agli onori delle cronache?
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Sandro Veronesi
15:19
Ora facciamo un po' di aritmetica, seguitemi. L'incontro in questione era terminato a favore degli americani con il pazzesco punteggio di sette-nove, trentasette-trentanove, otto-sei, sei-uno, sei-tre. Quindi non solo trentanove-trentasette era il set più lungo della storia e a questo punto, sul trentotto pari, verrà per forza battuto perché come minimo farà quaranta-trentotto, no?
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15:49
Ma facendo la somma complessiva dei game giocati in quell'incontro viene fuori il numero record, anche questo record, di game giocati in una partita, centoventidue e anche qui, per una coincidenza davvero incredibile la somma dei game giocati finora da Isner-Mahut è centoventuno, cioè anche quel record verrà per forza battuto a causa di quel colpo di Isner finito in rete.
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16:18
L'incontro va avanti, ace, servizi vincenti, serve and volley, il servizio è dritto, nessuna palla break. I record cadono come foglie uno dopo l'altro, numero di minuti giocati in una partita, numero di ace messi a segno da un singolo giocatore nel corso di una partita, numero di ace messi a segno dai due giocatori nel corso di una partita, game di servizi ottenuti di fila, più punti vinti da un giocatore in un match, più punti totali giocati in un match e, naturalmente, evento sportivo della storia che ha battuto più record.
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Paolo Mastrolilli
16:54
Poi alla fine quello che succede è che la strategia di McChrystal, questa strategia di controinsorgenza COIN che Obama ha appoggiato, fallisce! Non funziona neanche con Petraeus e in sostanza, quello che fa
l'Amministrazione
Trump, è applicare la strategia che era stata favorita dal vice presidente Biden, cioè ridurre le truppe e farle agire solamente per le operazioni di antiterrorismo.
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17:16
McCrhystal non entra
nell'Amministrazione
Trump, appoggia Biden nelle elezioni presidenziali e adesso Biden si trova a prendere la decisione definitiva: se ritirare tutte quante le truppe americane da,
dall'Afghanistan
oppure lasciarle lì per continuare queste operazioni di antiterrorismo.
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Sandro Veronesi
17:35
Ma a venire travolta insieme ai record è anche la tecnologia. Su quarantasette pari infatti, il tabellone del campo numero diciotto si blocca e si spegne, perché i tecnici dell'IBM, chissà perché? Non l'avevano programmato per superare quel punteggio.
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17:52
Venti minuti dopo, sul cinquanta a cinquanta, a saltare è il conta game del sito web di
Wimbledon
, che viene fatto ripartire da zero a zero con la tenera scritta: si prega di aggiungere cinquanta al punteggio.
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18:08
Sul cinquanta a cinquanta per inciso, per via di due dritti consecutivi sparati fuori dal campo, Isner concede a
Mahut
le prime e uniche palle break del quinto set, due consecutive che poi annulla con un servizio vincente a duecentododici chilometri all'ora e con uno smash, un po' sbilenco, ma preciso dopo un attacco sul rovescio dell'avversario.
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18:27
Poi va tranquillo a vincere il game grazie a una risposta lunga di Mahut e un altro servizio vincente, e da lì si ricomincia. Servizi tenuti a zero o a quindici, ace, serve and volley, bordate di dritto, il sole che cala inesorabilmente.
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Giorgio Di Palermo
18:44
La partita sta volgendo al termine e anzi, il tramonto sta arrivando. É il solito problema delle, delle partite in tornei che non hanno la luce artificiale, si comincia a fare sempre più pressante quando sospendere, evidentemente l'arbitro di sedia che era Mohamed Lahyani insieme al Referi e al supervisor, il Referi della, del torneo che era Andrew Jarrett, cominciano a dover decidere quanti game ancora si devono giocare. Come sanno gli appassionati di tennis, le interruzioni per oscurità, devono sempre avvenire su un numero di giochi pari, per non lasciare a uno dei due avversari la possibilità di servire per salvare il match il giorno dopo, quindi sempre su condizioni di parità o comunque di un numero di giochi pari e ovviamente sul cinquantasette pari, decidono di giocare ancora quattro game.
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Sandro Veronesi
19:49
Quattro game, il primo cinquantotto a cinquantasette a zero per Isner, il secondo cinquantotto a cinquantotto a trenta per Mahut, il terzo cinquantanove a cinquantotto a trenta per Isner e qui, sul cinquantanove a cinquantotto per Isner, Mahut al servizio, commettendo un doppio fallo, alla fine i suoi doppi falli complessivi saranno ventuno, mentre quelli di Isner solamente dieci, regala il quarto match point a un incredulo e sempre più ciondolante John Isner. Il pubblico grida, rumoreggia, applaude e ha pagato. Chi sta incoraggiando? Isner? Che si trova a un punto dal match?
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20:32
Può andar bene che l'incontro finisca qui sessanta cinquantotto al quinto per lui, o sta incoraggiando Mahut? Perché annulli anche questo match point e spinga l'incontro ancora più avanti.
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20:44
Mahut probabilmente, almeno a giudicare dall'ovazione che accoglie l'ace numero novantacinque col quale il francese cancella anche questo quarto match point, e anche dagli applausi che lo accompagnano nei due successivi punti che ristabiliscono la parità. Cinquantanove pari l'aveva detto con quel ditino tre ore e un quarto fa. Non è questo il giorno.
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21:10
Sono le ventuno e dieci e ora bisogna parlare dell'arbitro, Mohamed Lahyani, svedese di origini marocchine, il migliore, il più famoso arbitro della storia del tennis. Il caso ha voluto che questo incontro di primo turno toccasse proprio a lui, sicché anche lui, che è una leggenda, è seduto sul seggiolone da tutto questo tempo. Ma chi è Mohamed Lahyani? Perchè non è un arbitro qualsiasi?
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Giorgio Di Palermo
21:40
Mohamed ed io ci conosciamo da, da tantissimi anni, abbiamo quasi iniziato insieme la nostra carriera nel novantasette nell'ATP e lui è una star involontaria. È un ragazzo molto timido e capiva che l'arbitraggio era per lui una vocazione, ma che doveva limare questa sua timidezza, perché comunque doveva essere un punto di riferimento per i giocatori, annunciare decisioni, prendere decisioni, essere capace di giustificarle in pochi secondi ai giocatori. Quindi devi essere particolarmente bravo. E Mohamed ha imparato a farlo.
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22:15
Ma ripeto, lui è una star involontaria. Lui è un ragazzo che è generoso e beh, è simpatico con tutti, non ama le controversie, però le controversie sul campo ci sono e sono il pane del mestiere dell'arbitro. Tutti gli altri suoi colleghi erano così, in qualche modo, invidiosi di questa sua celebrità involontaria, ma era così che doveva andare. Lui era destinato con questa sua questa sua simpatia innata, questo tono di voce, questa modularità nell'annunciare il punteggio di cui molti ridono, gli spettatori che lo sentono per la prima volta quando lui annuncia, forty-fifteen, si guardano un po', un po' divertiti come per dire: ma chi c'è sulla sedia, è un attore? Che cosa? E questo era il suo modo di arbitrare e lo è ancora. Mohamed è un grande personaggio e ha meritato quel palcoscenico e l'ho anche arricchito di un'ulteriore storia.
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Stefano Meloccaro
23:14
Ma è anche proprio simpatico! Questo lo posso dire per esperienza diretta perché, frequentando da qualche anno il circuito, è uno di quelli che ti vede due volte e alla terza ti saluta, ti dà una pacca sulla spalla, si ricorda chi sei e questa gente che gira il mondo, sempre che gira centomila posti e centomila tornei e lo fa da centomila anni, per cui se si ricordano di te, secondo me quello è già un punto a loro favore.
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Sandro Veronesi
23:43
Non ci si vede più, non si può giocare a tennis, il tennis professionistico richiede un certo numero di Lux, che è l'unità di misura della luminosità, che sia adeguato e in quel momento non c'è e si deve sospendere. Lahyani, carico del suo carisma, prende la decisione e sospende la partita su cinquantanove pari per sopraggiunta oscurità, come l'ha sospesa anche ieri, si provvederà a finire il giorno dopo.
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24:09
Solo che ora il pubblico che gremisce le tribune, ma anche i corridoi di accesso, le terrazze e ogni spazio praticabile nei dintorni, comprese le tribune del campo numero diciannove, dove non gioca nessuno e dalle quali non si vede nulla di ciò che accade nel numero diciotto. Ma insomma, si è lì adiacenti al luogo dove sta accadendo la cosa e il pubblico, dicevamo, disapprova la decisione, e c'è anche una ragione precisa, economica. Tutta questa gente ha comprato il biglietto per oggi, ventitré giugno, e non ce l'ha anche per domani. Ha passato magari la notte in coda per avere il biglietto, ma non puoi comprare il biglietto per più di un giorno alla volta.
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24:51
Quindi questa gente domani la fine di questa partita, ammesso che questa partita finisca, non la vedrà. Ecco perché si mettono a gridare ed è la prima volta. É anche l'unica nella storia del tennis che questo succede, ecco perché si mettono a gridare: we want more! ne vogliono ancora, non si vede più nulla, ma loro vogliono che la partita continui.
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25:18
Proviamo a immaginarcelo allora. L'incontro non viene sospeso, Mohamed Lahyani se ne va, perché per giocare al buio l'arbitro non serve. Ai giocatori no restano, accontentano il pubblico e continuano a giocare la partita. Tanto non sarebbe molto diversa da come è andata con la luce.
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25:39
Serve Isner, gli spettatori non vedono niente, vedono delle ombre chiare che si muovono, però sentono! Sentono il colpo pieno del piatto corde della racchetta di Isner che colpisce la palla, che parte a duecento all'ora e poi non sentono più nulla.
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25:54
Dunque ace, quindici zero, Isner va a servire da sinistra, si fa rimbalzare la pallina sotto le gambone prima di servire, è uno dei suoi vezzi, non si vede, ma si sa! Pum, out! dice la voce di Mahut. E che fa Isner, non si fida? Si fida e serve la seconda. Risposta di Mahut, rumore della rete, trenta a zero, e si va avanti così esattamente come si è andati avanti per tutto il pomeriggio. Isner vince il servizio, poi cambiano campo, il servizio passa a Mahut, si sente il colpo bello del kick, rotondo, profondo, i tre passi con cui Mahut si porta in rete la risposta secca di Isner, il suono pieno, paffuto di una splendida volée di rovescio di Mahut, quindici zero.
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26:42
Anche qui Isner chiamerà out, un paio di prime di servizio, magari chiamerà anche un doppio fallo, ma alla fine vuoi che Mahut non tenga il servizio? L'ha tenuto tutto il giorno con la luce, lo terrà anche al buio. Sicché la notte avanzerà, Isner si porterà sempre un game avanti a Mahut e Mahut lo raggiungerà, sempre! E quelli che gridavano, we want more, uno a uno a un certo punto cederanno e andranno via, oppure si addormenteranno lì sulla tribuna, si prenderanno anche un malanno, perché c'è umido. E a un certo punto sorgerà pure il sole, sul duecento a centonovantanove, e il loro biglietto non varrà più perché arriveranno gli altri, quelli che hanno il biglietto giusto per il ventiquattro Giugno e li butteranno fuori da quella tribù netta, e sempre alla tv finiranno a vedere il resto dell'incontro.
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27:31
Non era questo il giorno semplicemente. Lahyani l'ha capito, è il miglior arbitro del mondo, ha fatto bene a sospendere. Smettete di protestare, da bravi! Andate a letto, andate a letto.
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Giorgio Di Palermo
Sandro Veronesi
Paolo Mastrolilli
Gianluigi Buffon
Stefano Meloccaro
Edoardo Nesi
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