Tuesday, Jul 5, 2022 • 53min

Ep 04. Frigidaire, la rivoluzione del fumetto

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Una galleria di volti e personaggi che parte dal fumetto in edicola in quegli anni e arriva ai fumettari teppisti di Frigidaire: Massimo Mattioli e i suoi viaggi splatter-lisergici; la fantascienza di Filippo Scozzari; il tratto iperrealista e muscolare di Tanino Liberatore; infine i personaggi di Stefano Tamburini e Andrea Pazienza, insomma i vari Ranxerox, Pentothal, Zanardi. Più che semplici personaggi, vere e proprie figure mitologiche.
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Talking about
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Speakers
(10)
Nicolò Porcelluzzi
Michele Mordente
Marina Comandini
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Transcript
Verified
00:03
Baum!
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Nicolò Porcelluzzi
00:04
I miei primi ricordi di lettore di fumetti risalgono alla primissima infanzia, quando mi salvavano nei momenti di noia, nei lunghi viaggi in macchina o quando la notte mi addormentavo leggendoli e mi svegliavo con il colpo del libro in faccia.
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00:17
Din Don
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Nicolò Porcelluzzi
00:18
All'inizio erano i fumetti accumulati da mio fratello, su tutti Topolino e i vari speciali, gli Almanacchi.
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00:25
Poi ricordo tonnellate di Asterix, Braccio di Ferro, Snoopy e i fumetti del Giornalino, la rivista per ragazzi delle Edizioni San Paolo, dove però leggevo soltanto Pinky, senza sapere che fosse di
Massimo Mattioli
, uno dei fondatori di Frigidaire.
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00:41
Ma soprattutto ricordo letture e riletture di Sturmtruppen, di Bonvi ed i vecchi Lupo Alberto di Silver.
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00:48
Non sento uno stranunt indefinibile profumo aleggiare nella sera?
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00:54
No, i cadaveri devono star cominciando a decomporsi
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Nicolò Porcelluzzi
00:58
Fumetti che poi scoprirò essere bolognesi e contro culturali, almeno all'origine.
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01:03
Ho ancora in testa tutte queste raccolte anni ottanta con titoli come Nuevas Novelas, La Gallina e gli Altri, L'almanacco del Cuore, Io e La Talpa, una formula magica che riporta in vita i lunghi pomeriggi degli anni novanta.
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01:17
Toc toc toc
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Nicolò Porcelluzzi
01:19
Per anni poi ho abbandonato il fumetto convinto che fosse un'arte minore e altre scemenze.
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01:24
I fumetti ok, mi hanno insegnato a leggere, anche se i primi ricordi ad affiorare sono soprattutto certi nudi di Sturmtruppen, fumettistici ma comunque, o forse proprio per questo, molto perturbanti.
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01:37
E poi ricordo ancora bene una storia di Lupo Alberto che già all'epoca, a sette otto anni, intuivo di aver capito poco o niente.
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01:44
È una storia che Silver ha scritto nel settantasette.
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01:47
A un certo punto Enrico La Talpa, con sommo stupore di tutti, si dichiara gay, così per provocare gli abitanti della fattoria, dei noiosi conformi.
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01:56
Enrico La Talpa, consulente sentimentale vuoi il mio parere?
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01:59
No.
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Nicolò Porcelluzzi
02:01
Decide allora di coinvolgere Lupo Alberto e di andare in città, questo luogo misterioso e notturno rispetto al paesino in cui crescevo.
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02:09
Insomma di andare in città a manifestare per i diritti Lgbtq fondando un'associazione, quella dei bravi ragazzi che abbreviato sarebbe br.
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02:19
Come marchio, La Talpa sceglie una cosa bella che piace a tutti, vecchi e bambini, una stella.
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02:25
Ed eccoli girare per la città con una stella a cinque punte e sottoscritto br.
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02:31
Brogate Rosse
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Nicolò Porcelluzzi
02:32
La gente li vede e fugge nel panico più assoluto.
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02:35
Tut tut tut
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Nicolò Porcelluzzi
02:38
Sono Nicolò Porcelluzzi e questo è FRIGO!!!
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02:41
FRIGO!!! è una serie di Chora Media promosso da CP Company, un podcast scritto con Ivan Carozzi.
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02:54
Scopro oggi a trent'anni che quella storia era uscita su Eureka, una rivale della più nota Linus.
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03:01
Insieme a Silver su Eureka ci pubblicavano Bonvi, Magnus e altri maestri del fumetto.
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03:07
Erano anni pieni di riviste e le edicole erano sommerse dai colori di testate che chi ha sotto i quarant'anni non può ricordare.
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03:15
In mezzo ai titoli più famosi, come Topolino e altri classici Disney, Zagor, Mister No Comandante Mark, c'erano Linus e suo cugino Alter Alter, ma anche cose come Il Mago, L'Intrepido, Il Monello, Lancio Story, Re Nudo, Zut e tanti altri.
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03:37
---
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Nicolò Porcelluzzi
03:54
In quegli anni maturano le idee di due filosofi francesi, Jill Deleuze e
Félix Guattari
, idee che
Umberto Eco
riassume sul corriere del venticinque febbraio del settantasette.
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04:09
L'interesse dell'antiedipodi Deleuze e Guattari sta nell'aver affermato che l'inconscio non è un edificio strutturato come voleva la psicanalisi classica, ma il luogo della produzione continua della catena del desiderio.
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04:20
Un mondo di produzione di macchine desideranti e che questo processo schizofrenico attraverso la storia umana, sempre immobilizzato da grandi strutture paranoiche che cercano di ridurre un ordine e una legge, il flusso del desiderio.
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04:39
---
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Nicolò Porcelluzzi
04:43
Ecco l'incomunicabilità tra il partito comunista e i ragazzi del settantasette, ma pure tra una parte di sessantottini e i ragazzi del settantasette, stava succedendo una cosa di cui dobbiamo tenere conto per capire di cosa stiamo parlando.
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05:11
Erano anni di crisi economica, sociale e politica.
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05:14
Chiunque operi e c'è chi opera per dividere la scuola dal mondo del lavoro, per spezzare in tanti spezzoni in lotta fra di loro, il mondo della scuola, gli studenti, gli insegnanti, lavoratori per il nemico
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Nicolò Porcelluzzi
05:44
Non così diversamente da oggi si era alla ricerca di nuovi principi di realtà, nuove cornici per un nuovo contesto, nuovi linguaggi per nuovi soggetti.
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05:55
È con questa esplorazione che si spiega l'importanza del fumetto nel contesto italiano di quegli anni.
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05:59
Se siamo qui a parlare di cyborg palestrati come Ranxerox di Tamburini e Liberatore e di gatti psicopatici come Speak The Mouse di Mattioli, è perché attraverso quei disegni e quelle storie una nuova generazione si stava raccontando e auto analizzando e un nuovo modo di stare al mondo prendeva forma.
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06:20
In mezzo a quelle riviste, in edicola, ce n'era una che digeriva questo spirito e lo risputava grazie al talento dei suoi fondatori, si chiamava Cannibale ed era il laboratorio di
Stefano Tamburini
,
Massimo Mattioli
, Filippo Scozzari,
Andrea Pazienza
e
Tanino Liberatore
.
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06:36
Dalle sue ceneri, se così si può dire, sarebbe nata Frigidaire.
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06:41
Ecco come la ricorda Scozzari
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Filippo Scòzzari
06:43
Nel momento in cui io incontro Stefano, lo incontro a
Milano
, era lo stesso periodo in cui io, dai microfoni di Radio Alice, cercavo di costruire e inventare attorno a me un gruppo che mi desse e ci desse modo di mettere fuori una rivista autogestita, come allora si diceva, di fumettare altre cose e non trovavo gente ne che sapesse muovere le matite, ne che sapesse agitare il cervello.
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07:11
Andando a una riunione a
Milano
, la riunione era una riunione inutilissima in cui si discuteva la linea in cui che cosa dobbiamo dire ma incontrai Stefano Tamburini, ciccione con la sua giacca di jeans, con un pacco di Cannibali sotto il braccio che mi fece vedere, lui già mi conosceva perché aveva visto delle storie mie su su Alter Alter e mi fece vedere questa cosa francamente orrenda, la presentazione minimale di questo giornalino che comunque non mi piaceva perché bruttino con tutte le stigmate del dell'essere principianti già superava il fatto delle delle delle riunioni vai, era una cosa fatta, ok, amici vi saluto, Ste vengo con te perché te lo voglio migliorare.
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Nicolò Porcelluzzi
07:59
Cannibale è una rivista che negli anni ha preso i contorni della leggenda.
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08:03
Fin da subito si distingue dal resto dei fogli pinzati alla buona che nascevano nel movimento, copertina a quattro colori, formato che si ispira all'underground americano, pagine piene di viaggi lisergici, androidi assassini e stu delinquenti.
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08:18
Lo stu delinquente, neologismo coniato da Filippo Scozzari, fotografava già allora la figura chiave dell'epoca, l'universitario della nuova sinistra che cercava di sopravvivere nelle metropoli paranoiche.
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08:30
Cioè questa è l'angoscia di chi è che e non riesce neanche più a trovare uno spazio vitale di un umano proprio un ambiente freddo, non c'è niente.
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08:37
poi lui si chiude da solo, sempre da solo, se ne va a casa tranquillo.
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08:42
Cioè tutto questo porta a un isolamento, a una mancanza proprio di vita, a una mancanza di rapporto tra tra ragazzi cioè qui si vedono soltanto le strade sono deserte, o i ragazzini che giocano a pallone
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Nicolò Porcelluzzi
08:53
Il paradosso di Cannibale è che la sua anima, cioè
Stefano Tamburini
, non era neanche un fumettista vero e proprio.
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08:60
Tamburini è stato molte cose e così
Massimo Mattioli
, che insieme a lui ha ideato la rivista.
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09:16
Certo, tra Tamburini e Mattioli c'erano anche tante differenze.
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09:20
Mattioli intanto aveva tredici anni in più, era il più anziano del gruppo di Frigidaire e anche il più psichedelico, il più pop, il più consapevole di una certa tradizione del cartoon americano.
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09:31
Il ritmo dei suoi racconti segue la logica dei salti quantici e inventa nuovi tessuti del tempo come in Jo Galaxy, la saga spaziale di un mercenario che è metà aquila e metà astronauta.
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09:43
Jo Galaxy si muove tra noir, fantascienza, commedia e pornografia.
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09:55
L'antologia di Jo Galaxy che ho trovato a Frigolandia si apre con un contributo di
Francesca Alinovi
, critica dell'arte che si andava affermando in quegli anni, uccisa nel suo appartamento di
Bologna
nel millenovecento ottantatré.
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10:07
L'artista americano
Keith Haring
dichiarò che la sua migliore intervista di sempre era stata proprio quella che gli aveva fatto Alinovi.
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10:14
Di
Massimo Mattioli
Francesca Alinovi
scrisse:
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10:18
"Jo Galaxy è un capolavoro a incastro di scatole cinesi che corrono avanti e dietro a ritmi di replay e flashback.
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10:26
Ogni puntata segue uno schema di presentazione diverso; a serial, a facciate di disco, a fotogrammi, a strisce verticali vignetta alternate.
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10:36
I retini ribaltano Liechtenstein esibendo gli splendori della pura tecnica tipografica contro la pittura del pennello.
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10:45
Le campiture di colore sono veramente a platt e s'incurvano come dei Matisse rifatti da Wesselmann.
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Nicolò Porcelluzzi
10:52
Il fatto è che Mattioli seguiva dei percorsi tutti i suoi e senza perdere la sua esattezza riusciva a passare dalle tavole surreali di Pinky pubblicate sul Giornalino, alle tavole porno splatter, di Squeak the Mouse, dove una versione impazzita di Tom e Jerry dà luogo a inseguimenti con asce e motoseghe ammazzandosi in tutti i modi possibili.
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11:16
Se tutto questo vi ricorda Grattachecca e Fichetto, il cartone animato contenuto in alcune puntate dei Simpson, è proprio perché Grattachecca e Fichetto sono stati ispirati da Squeak the Mouse, il fumetto di Mattioli, almeno, è davvero molto probabile.
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11:39
Si racconta che negli Stati Uniti i produttori dei Simpson si presentarono nello studio di Mattioli a
Roma
e che seguì una discussione se non un litigio.
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11:48
In realtà si sa molto poco di quella giornata perché Mattioli, scomparso nel duemila e diciannove, fu una persona estremamente riservata.
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11:57
Quello di cui siamo sicuri é che non guadagnò un dollaro da tutto questo e che per decenni ha preferito tacerne.
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12:11
Mattioli non disegnava tavole politiche o satira esplicita come per esempio si faceva sulle pagine del Male, il settimanale.
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12:21
Il suo obiettivo era mattiolizzare il mondo e non il contrario.
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12:25
I suoi erano lavori di esattezza, sempre tesi a un perfezionismo formale, nell'equilibrio di colore e composizione sulla pagina.
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12:33
Tutto, a sua detta, doveva essere in tiro.
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12:37
Di Mattioli amo il suo isolarsi nell'arte, nell'immaginario.
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12:41
Si chiudeva in casa, circondato dal suo pantheon culturale, dalla sua collezione di dischi e faceva l'arte, partecipava poco o niente alle riunioni di Frigidaire, anche quando si tenevano a casa sua.
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12:54
Mattioli, a detta degli amici, era un tipo strano.
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12:58
Così lo ricorda Scozzari nella sua autobiografia "Prima pagare, poi ricordare".
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13:06
Massimo era lento da far paura, ogni suo puntino andava considerato e piluccato e riconsiderato e studiato perché "nun se ponno fa le cose se non sono in tiro", ma a forza di tirà consegnava sempre all'ultimo secondo, spesso al tipografo che l'aspettava sbuffando.
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Nicolò Porcelluzzi
13:30
Il libro di Scozzari è forse la fonte più preziosa per ricostruire la storia dei ragazzi di Frigidaire.
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13:36
Non è soltanto un'autobiografia, è una fatica letteraria.
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13:40
Mescola il carattere dell'autore, non facilissimo, e un'idea precisa di stile.
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13:46
Il suo è un romanzo, ne ha la qualità letteraria.
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13:50
Non è un memoire scritto da un ghostwriter.
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13:54
I fumetti di Scozzari non sono i primi che leggo quando apro Frigidaire, ma alla fine mi stupiscono sempre per la qualità cinematografica, le inquadrature, i dialoghi anche troppo fitti ma lavoratissimi.
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14:08
Le sue storie sono popolate di strani pseudo gagà anni trenta, pieni di brillantina, da commedia dei telefoni bianchi, ma anche un po' villain tipici della fantascienza, sadomasochisti di tutti i tipi, suore e ninfomani.
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14:23
Il tutto mescolato in uno strano mix.
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14:32
Già negli anni ottanta Oreste Del Buono, intellettuale, scrittore, editore, aveva definito Filippo Scozzari il Robespierre del fumetto.
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14:44
Tuttora Scozzari è bersaglio di una narrazione direi un po' monotona, un po' stanca che lo dipinge come un reduce del fumetto, amaro nel giudizio e sarcastico fino all'esasperazione, cosa che coincide in parte con la realtà, ma mi sembrano mettere in ombra il suo purismo irriducibile che trovo molto lirico e malinconico, forse perché nasce dalla ricerca continua di una giustizia poetica, di un giusto riconoscimento dei meriti e delle colpe, di chi ha rubato a chi le idee e la fama e cose del genere.
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15:13
Scozzari da questo punto di vista è il più inflessibile di tutti i Robespierre, è un tipo dalla ghigliottina facile.
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15:21
Ecco come Scozzari ricorda il suo socio
Stefano Tamburini
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Filippo Scòzzari
15:25
Io di Stefano, col quale ho litigato ferocemente su mille motivi, donne comprese, non posso che parlarne bene, di lui fisicamente.
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15:36
Io commisi con lui il gravissimo errore di parlare male con lui dei suoi prodotti, dimenticandomi non so per quale strano meccanismo interno, forse gelosia probabilmente, che in realtà, quando Ranxerox era uno dei personaggi del di Cannibale, quindi era un parto al cento percento della della mente e delle matite di Stefano, già allora, devo dire con mio sommo dispetto, già allora su Cannibale era una delle prime storie, uno dei primi personaggi che che venano letti per primi, Ranxerox Cannibale, anche quando non era la prima storia che iniziava il numero.
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Nicolò Porcelluzzi
16:18
Stefano Tamburini
era tante cose insieme, un fumettista, un critico musicale, un remixatore di immagini.
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16:25
Dentro Frigidaire sperimentava soprattutto come grafico.
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16:28
Nel duemila e ventuno è abbastanza chiaro cosa fa chi si occupa di grafica, che sia grafico editoriale, grafico web o del prodotto, eccetera eccetera.
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16:37
All'epoca però non esistevano centinaia di scuole di grafica, corsi universitari, master.
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16:42
Tamburini imparava osservando, testando con i materiali, spesso anche con carta e forbice.
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16:48
Per campare poi Tamburini e lavorava anche su progetti più commerciali.
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16:52
Tra le sue collaborazioni ce n'è una curiosa, tamburiniana alla perfezione perché chimica, giocosa e disturbante.
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17:02
La racconta Michele Mordente, che si potrebbe definire come il più grande esperto di Tamburini in
Italia
e quindi al mondo, direi.
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Michele Mordente
17:09
Negli anni ottanta Tamburini è anche grafico non solo editoriale, ma anche per la pubblicità.
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17:17
Ha creato dei manifesti, ha creato delle pubblicità per dei farmaci ad esempio per la
Pfizer
, ha disegnato delle locandine per dei convegni, il packaging per alcuni farmaci e poi una cosa molto bizzarra un gadget per un farmaco, il Combantrin un farmaco per i parassiti intestinali dei bambini in cui a lui aveva scomposto questa immagine di un bambino che, diciamo, si grattava il sedere cioè aprendo e chiudendo la scatoletta si vedeva questo gesto del bambino che che si grattava.
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17:52
La
Pfizer
pagava molto bene, immagino allora come come ora e quindi in qualche modo Tamburini era stimolato a creare.
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18:01
Lui diceva che senza un un adeguato stimolo non mi si smuove neanche un relè mentale.
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18:07
Per questo poi, al di fuori di queste cose per la
Pfizer
, ha creato molto poco, ha fatto qualche marchio per per la moda e qualche t-shirt, ma non più di tanto, anche per il fatto che Tamburini poi alla fine ha vissuto editorialmente parlando solo per per dieci anni ecco.
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18:28
In qualche modo Tamburini è un nuovo interprete della Xeroxart, nel senso che riprende il discorso della fotocopia delle fotocopie della Xeroxart però le introduce riscrivendo, ricreando nuovi fumetti con fumetti vecchi.
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18:45
Sto parlando di Snake Agent.
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Nicolò Porcelluzzi
18:50
Snake Agent è un colpo di genio, si basa sul recupero e il rimontaggio delle tavole di un fumetto americano anni quaranta, sulle quali Tamburini lavora con la fotocopiatrice e inserendo nuovi dialoghi.
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19:05
Il protagonista è un agente segreto che viaggia alla velocità della luce in un mondo iper accelerato e dove la velocità che distorce i corpi e le figure è ottenuta da Tamburini grazie a un uso creativo e sperimentale della fotocopiatrice.
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19:21
Mi tornano in mente altre due pagine di una matita a serramanico.
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19:25
Sono un paio di paragrafi illuminanti dove l'autore spiega i suoi trucchi.
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19:29
Ci sono tre argomenti che un bravo sceneggiatore di fumetti deve tenere presente per avere successo: uno il sesso, anche se Tamburini lo chiama in un altro modo, diciamo che usa una sineddoche, due il denaro e tre le macchine.
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19:42
Poi però un quarto elemento arriva qualche riga più in là ed è la velocità.
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19:53
Le storie di Tamburini vanno a velocità supersoniche.
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Michele Mordente
19:57
Un'altra delle cose caratteristiche della rivista sono le sue illustrazioni, ricreate appunto con i cartoncini colorati.
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20:04
Queste illustrazioni in qualche modo ridisegna delle fotografie che ritagliava, che trovava dentro le riviste di moda e in qualche modo lo diciamo lo lo stimolavano, lo stimolavano e vi inseriva delle caratteristiche bizzarre, creandole appunto astratte, quasi aliene.
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Nicolò Porcelluzzi
20:26
Sto pensando al riutilizzo delle polaroid di Mario Schifano, il più americano e hip-hop dei nostri pittori, in quegli anni ormai prosciugato dall'eroina che i ragazzi di Frigidaire, Tamburini in testa, andavano a trovare lì a casa sua, dove il pittore viveva circondato da televisori e ragazze che sbucavano dal nulla.
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Mario Schifano
20:46
Allora ho pensato che.. cioè io poi sai cosa penso.. io non è che ho voglia di spiegare le cose..
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Nicolò Porcelluzzi
20:57
Sullo Schifano di quegli anni, c'è un racconto di Goffredo Parise che si trova nel libro più bello dello scrittore vicentino, cioè Sillabari.
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21:05
Ecco come Parise descrive il suo vecchio amico Schifano
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21:12
Parlando, ma anche tacendo, l'uomo ricordò altri momenti del suo amico pittore, lo ricordò più giovane, con i capelli corti e le scarpe da tennis spostare danzando grandi quadri, rideva.
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21:28
E dietro la sua figura e la sua risata di Aladino si vedeva Campo De' Fiori con le bancarelle, i fiori, le grasse donne romane.
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21:36
Ricordò Mario in cappottino nero, dentro una vecchissima Morris nera.
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21:41
Lo vide dentro l'acqua del mare, magro, beduino, i capelli da scimmia.
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21:47
Lo vide vanitoso
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Mario Schifano
21:49
Io non è che voglio spiegare le cose.
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21:51
Felice, imbroglione
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Mario Schifano
21:53
Nevrotico
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21:53
Triste
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Mario Schifano
21:54
Forte
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21:55
Come certi matadores in fotografia del millenovecento trenta, perfido
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Mario Schifano
21:59
In un senso
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22:00
E furbissimo, come tutti i grandi artisti ingenui e naturalmente si commosse.
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Nicolò Porcelluzzi
22:08
Parise si è soffermato più volte sull'opera di Schifano.
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22:13
In un suo saggio scrive che il lirismo di Schifano nasce da una specie di graziosa brutalità, di velocità liquidatoria.
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22:22
Il tratto poetico e l'instabilità che poi è tutt'uno con la continua capacità di rinnovamento e di invenzione.
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22:31
Questo posarsi da cosa a cosa.
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22:35
E mi sembra che Tamburini, a suo modo, da attento discepolo, abbia inseguito questa pratica.
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22:42
A Schifano, poi era ispirato il personaggio di un pittore dotato di poteri telepatici, comparso in un episodio di Ranxerox, il coatto sintetico protagonista del fumetto omonimo di Tamburini, disegnato dalle matite miracolose di
Tanino Liberatore
.
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Michele Mordente
22:56
Ranxerox
nasce su Cannibale.
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22:59
È un fumetto underground disegnato in bianco e nero da Tamburini, ma con un grosso aiuto alle matite da parte di Pazienza, Liberatore.
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23:08
Principalmente Tamburini si occupava degli sfondi e delle inchiostrature e soprattutto delle sceneggiature.
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23:15
Poi con la nascita di Frigidaire, quindi una rivista nuova, coloratissima, patinata, Tamburini decise di affidare la parte grafica al solo Liberatore.
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23:25
Tamburini capisce subito le potenzialità di questo nuovo personaggio che può vestire in mille modi, innanzitutto il disegno di Liberatore diventa iperrealista, oltre ogni limite, un tipo di segno che vedremo che abbiamo visto solo magari in Corbin, In
Italia
non si era mai visto, solo che Liberatore lo sporca con la sua tecnica che dal disegno sporco in bianco e nero di Cannibale di ti amo ti delle storie come enps eccetera, le porta in Ranxerox per raccontare anche il degrado della civiltà.
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24:04
Ci sta anche questa sorta di inserire elementi di varie civiltà della storia architettonica, delle città, degli stili, degli stili anche degli abiti e altro ecco di sovrapporli, creare un un continuum.
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24:22
Diventa un po' meno politico politico, nel senso di per quel che riguarda la politica reale ma non meno politico socialmente.
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Nicolò Porcelluzzi
24:29
La prima puntata di Ranxerox è uscita nel settantotto, qualche mese dopo il sequestro e l'omicidio a
Roma
di Aldo Moro.
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24:36
Nell'esordio si trovano già tutti i temi della serie.
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24:40
L'abbiamo fatta raccontare allo scrittore musicista Valerio Mattioli.
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Valerio Mattioli
24:45
Già nella prima tavola Renxerox commentato dai Ramones nel jukebox taglia le dita un sedicente disegnatore underground che si è permesso di rivolgergli la parola.
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24:57
Poi torna in periferia.
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24:58
Le periferie, nella
Roma
di Tamburini, si sviluppano su più livelli sotterranei, al trentesimo livello sotto terra mentre la radio racconta che a
Milano
sono stati arrestati due terroristi nel covo c'erano volantini, armi e vecchi numeri di Cannibale, in metro un bambino gli fa la linguaccia, lui gli dà un cazzotto in faccia, poi finalmente incontra Lubna il suo amore, ma non prima di essersi comprato una dose di vinavil da iniettarsi.
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25:27
Tornando a casa, gli amici del disegnatore amputato si vendicano tirandogli una catena in testa.
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25:34
Sai, poi lui se ne torna a casa con i circuiti sottosopra e li c'è il colpo di scena, perché a ripararlo è proprio il suo inventore,
Stefano Tamburini
in persona, che spiega ai suoi amici nascosti nel covo che da quando il movimento è stato criminalizzato, lui ha dovuto nascondersi nel trentesimo livello e con il clima che c'è fuori, chi meglio di un coatto come lui, come Ranxerox può girare indisturbato?
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Nicolò Porcelluzzi
26:02
Neanche il tempo di finire il racconto che inizia una sparatoria con la
Polizia
e Tamburini resta ucciso da una mitragliata.
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26:08
Stop fine.
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26:10
Ecco vorrei soffermarmi su un dettaglio incredibile di questo primo episodio, i ringraziamenti finali.
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26:16
Tamburini, che scrive testi, inchiostri e qualche matita by Stefano, altre matite by Andrea e Tanino, cioè Pazienza e Liberatore.
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26:26
Tamburini non solo intercala con un by inglese, ma usa la K al posto della C.
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26:31
È una lingua che sembra presagire gli albori di internet e degli sms, ma anche le dediche degli adolescenti sulla Smemoranda in un'epoca, gli anni novanta, già contaminata dai linguaggi dell'informatica.
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26:45
---
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Nicolò Porcelluzzi
26:48
Questo linguaggio adolescenziale, l'anglicismo by, in fondo erano quelli di un ragazzo giovanissimo, poco più che ventenne ed è un dato da tenere a mente, vista la lucidità e la crudezza della sua visione, di quello che oggi chiameremmo world building.
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27:02
La capacità di costruire mondi, una capacità che ha trovato piena espressione dell'onnipotenza grafica di
Tanino Liberatore
, questo Michelangelo frigidairiano presentato ai Cannibali da un vecchio amico incontrato in collegio, cioè Andrea Pazienza.
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Andrea Pazienza
27:16
Tanino era un era terribile, in questo collegio che appunto dove si pagava una retta salatissima, si mangiava malissimo.
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27:25
E mia madre quando venne a trovarmi la prima volta rimase sconcertata dallo stato nel quale mi trovavo.
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27:31
E Tanino era una potenza, soprattutto nel collegio e fra me e lui ce l'hanno continua bagarre.
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27:39
Una volta entrai con un con uno strofinaccio bagnato in camera sua e lo frustai alle spalle, lui si voltò, apprezzò molto il fatto fosse bagnato lo strofinaccio, disse: "Bagnato eh"
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27:52
Uscì malridotto da quella esperienza avevamo era anche un toro io ero mingherlino.
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27:59
Nel settantasette con Cannibale io ricordavo questo genio, che peraltro non avevo più rivisto, e l'ho rintracciato a
Roma
, dove frequentava architettura, abitava dalle parti della stazione, è molto frequentata dalla gente più strana.
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28:15
Ora lui vive a
Parigi
, continua a frequentare la gente più strana alla volta di
Parigi
.
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Nicolò Porcelluzzi
28:19
Ed è ancora a
Parigi
, quarant'anni dopo.
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28:22
Nel giro di qualche anno, grazie al trampolino di Frigidaire e ai disegni spettacolari di Liberatore, Ranxerox diventa un fenomeno mondiale.
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28:29
Tamburini e Liberatore si trovano a trattare i diritti internazionali della loro creazione, neanche trentenni, e si fanno ovviamente fregare.
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28:38
Alcune tavole di Ranxerox, viste con gli occhi di un addetto ai lavori di oggi sembrano inconcepibili, probabilmente irricevibili, sono folli, violente ma anche struggenti.
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28:50
Non credo che verrebbero pubblicate così facilmente e questo è un gran peccato anzi un disastro.
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28:56
Una delle intuizioni di Tamburini per esempio era la scoperta che il punto di contatto tra l'avanguardia intellettuale e i cosiddetti coatti potesse essere la droga.
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29:07
Questo passaggio stava prendendo forma proprio in quegli anni quando nelle città iniziavano a scorrere fiumi di eroina e cocaina.
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29:14
Mi bucavo adesso cioè non buco una volta ogni tanto così tanto per capire la gente che buca perchè buca.. senti ma tu perchè buchi? Che cazzo c'è che ti manca? Voglio dì cioè buchi c'è un motivo che buchi no cazzo.. c'è un motivo che buchi! No cioè si perché insomma ci sta gente che buca e non sa neanche perché buca a volte capito? Buchi sei una fetenzione dell'umanità, vaffanculo! Ma no me ne devo andare non ce la faccio più a stare qua..
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Nicolò Porcelluzzi
29:41
Un'intuizione che ho ritrovato nella visione del mondo di
Walter Siti
uno degli scrittori italiani più importanti degli ultimi decenni, soprattutto in un suo libro "Il Contagio" ambientato in una palazzina di borgata popolata di cristi che cercano di svoltare con il Grande Fratelllo, il romanzo di Siti conferma alcune intuizioni di Tamburini.
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30:01
Il coatto diventa una figura sociale di prima importanza, anche grazie ai reality della tv berlusconiana.
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30:07
Il palestrato ha trasformato le nostre città.
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30:11
Oggi succede che nei menù di molti bar o nei negozietti di insalate e pokè venga specificato il tipo di proteina che il cliente sta per assumere.
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30:21
Tutto mira all'efficienza.
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30:24
Ecco, mi trovo in mezzo a un doppio movimento, non solo parlo di fumetti da persona esterna all'ambito ma in più mi trovo a parlare di realtà che conosco solo attraverso dei filtri.
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30:36
Fino all'università non sono cresciuto né in città né in periferia ma in una provincia, veneta per giunta.
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30:44
La letteratura però ci mescola parti di noi che non conosciamo.
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30:48
Il racconto che Walter Siti fa di Marcello, uno dei protagonisti del Contagio, palestrato, cocainomane, insicuro, è un capolavoro.
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30:57
Ho chiesto a Walter Siti com'è venuto a contatto con questo mondo, lui che aveva studiato alla Normale e che negli anni Ottanta era già un accademico.
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31:06
La borgata romana nella sua vita arriva verso la fine di quel decennio.
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Walter Siti
31:10
Dopo un po' io ho cominciato a frequentare una palestra per l'appunto di culturismo che era la palestra Athena che stava diciamo grossomodo dalle parti di Tiburtina.
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31:22
Lì appunto c'erano alcuni di questi che mi piacevano molto, con qualcuno ho fatto amicizia e poi a un certo punto l'aggancio vero fu che vidi al Costanzo Show, mi pare fosse l'ottantotto, questi ragazzi che facevano lo streaptease che si chiamavano Centocelle Nightmare che era la contrapposizione con i California Dream Men appunto che erano quelli che andavano in giro per il mondo a fare le tourneè di streap maschile eccetera e che io sinceramente trovavo molto più sexy dei California Dream Men perchè appunto erano più rozzi, più veri, più ruspanti eccetera..
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Nicolò Porcelluzzi
32:13
Che questi spogliarellisti fossero di Centocelle è una coincidenza incredibile o forse no, ha tutto perfettamente senso.
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32:20
La borgata dove dieci anni prima i Centocelle City Rock facevano la storia del punk romano al punto che Tamburini gli dedicò la prima puntata di Ranxerox, ecco la stessa borgata a fine anni ottanta vedeva la nascita dei Centocelle Nightmare.
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32:33
Il cerchio di Tamburini si è chiuso.
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32:37
Ma torniamo all'ingresso di Siti nel sottomondo romano.
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Walter Siti
32:39
E quindi riuscii a procurarmi il numero di telefono di uno di questi e gli telefonai dicendo se potevamo vederci, se poteva venire a casa mia eccetera, lui arrivò ma palesemente non era lui, nel senso che aveva fatto finta di essere quello dicendo poi tanto questo è gay gli va bene tutto diciamo così ma era la metà!
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32:59
E quindi gli ho detto no guarda non è il caso io ti pago volentieri il taxi perchè visto che se hai fatto la fatica di venire qui però insomma amici come prima e allora lui disse no no ma allora ho capito quelli che è, ti mando domani un mio amico.
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33:13
E effettivamente il giorno dopo mi mandò questo suo amico che poi è il Marcello dei miei romanzi che appunto invece abitava in borgata e che apparteneva a questo giro appunto di persone che non so se si possono definire coatti ma insomma borgatari, borgatari molto interessati al fisico, alla palestra, spesso appunto politicamente di destra e diciamo culturalmente non esperti di Virginia Woolf ecco diciamo così.
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33:43
Quindi poi seguendo lui, seguendo le sue peregrinazioni, il fatto che poi lui pippava parecchia cocaina per cui aveva bisogno tutte le sere di andare a cercare il pusher, poi magari non c'era quello che cercava e quindi bisognava andare a trovarne un altro eh, ci siamo fatti tutte le borgate romane perchè passa dal Trullo a Pietralata, poi a Pietralata non si trova e allora vai a San Basilio eh.. e quindi ho cominciato da lì per una decina d'anni li ho molto frequentati.
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Nicolò Porcelluzzi
34:10
Nel Contagio si racconta di culturisti che piangono in silenzio rivedendosi nelle gare di quando erano giovani, di palestrati iper sensibili con spalle così ipertrofiche da non entrare nella macchina per la risonanza magnetica.
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34:23
Il potere del coatto è il corpo, il muscolo, la proteina.
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34:28
Negli anni settanta invece i corpi dei freak e degli studenti del DAMS disegnati da Pazienza erano imigriti, fiacchi, smunti.
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34:36
Espressione del linguaggio semantico in una società anale.
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Nicolò Porcelluzzi
34:40
Il tono muscolare era scarso e facevano eccezione le ragazze sempre iper curvilinee.
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34:46
Come potete pensare di capire qualcosa in cinque minuti tipo che è la nostra vita, la vuoi capire adesso in cinque minuti qua cioè però altrimenti cioè rendetevi conto che il problema è vostro, non lo so è assurdo cioè..
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Nicolò Porcelluzzi
34:60
Oggi le grandi città pullulano di corpi gonfiati dagli anabolizzzanti mentre sui social circolano video e foto di influencer post umani, di corpi traslucidi scolpiti dalla palestra e con labbra e zigomi corretti da filtri volumizzanti.
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35:16
Spesso si tratta di coatti e tamarri che si minacciano e si lanciano sfide tra Roma e Milano.
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35:21
Ti ammazzo io aò
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Nicolò Porcelluzzi
35:23
Figure ormai famosissime come Er Faina o Er Brasiliano sono corpi costruiti, corpi da laboratorio, come quello di Ranxerox.
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Walter Siti
35:33
E mi colpì appunto Ranxerox perchè aveva una fisicità di quelle che a me mi sarebbero piaciute anche se la faccia naturalmente non era quella perchè insomma tutta completamente deformata incattivita eccetera eccetera con questi occhi di fuori però mi interessava anche il fatto che non mi ricordo se avesse una cerniera o cosa insomma ogni tanto si vedeva l'interno del suo corpo ed era un interno fatto di rotelline, insomma di cose meccaniche.
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36:11
Perchè credo che il nome venisse dal fatto che all'inizio fosse stato fatto con i pezzi della Xerox vera diciamo che tra l'altro avevamo molto usato durante il movimento studentesco perchè era quella con cui si facevano le fotocopie e tutto e quindi era curioso diciamo pensare che artificialmente si potesse creare un uomo per me attraente diciamo, con la muscolatura attraente e siccome poi nel mio immaginario questi uomini che mi attraevano avevano effettivamente qualche cosa di non umano che io proiettavo più romanticamente, ingenuamente nell'ambito dell'assoluto del sacro diciamo così, però non mi sfuggiva che il sacro in quel caso lì si poteva benissimo trasformare appunto in cyborg diciamo così.
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37:06
Anche perchè di fatto poi sono dei corpi realmente costruiti perchè senza la chimica, senza gli anabolizzanti senza le punture eccetera eccetera col cavolo che ti fai un corpo così no?
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37:17
Per cui erano effettivamente dei corpi come dire esagerati e che si distaccavano dalla normale biologia insomma eh, e quindi questa cosa mi incuriosiva, mi piaceva e poi invece mi piacevano molto proprio i testi di Pazienza.
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Nicolò Porcelluzzi
37:35
Questa attenzione per il corpo, per i suoi muscoli e per i suoi potenziali di racconto era una delle tante intuizioni che accumunavano Tamburini e Andrea Pazienza che oltre a essere soci erano soprattutto amici.
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37:46
Ecco con quanta attenzione Pazienza riflette sul proprio corpo in una pagina piena di invenzioni linguistiche.
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Marina Comandini
37:53
Il corpo è per l'artista un teatro di operazioni, l'ambito di una ricerca, un modello sempre a portata di mano e a buon mercato, un robot, l'avvio di una investigazione, la verifica del gesto, il veicolo dell'arte e le arti altre.
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38:10
Quando disegno un corpo, io disegno o il mio antenato Arcadio Paz o un corpo degradato o migliorato o flaminghizzato o insensualito, ma sempre il mio corpo.
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38:21
Mi apprezzo di più vestitissimo ma tendo a finire in mutande al primo gioco della bottiglia o al primo accenno di caldo.
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38:28
Belle ho le mani per le quali aborro lavori pesanti e pericolosi e le spalle, la carnagione invernale è colore dell'olio d'oliva, d'estate un'india molto oscuro.
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38:39
Nel complesso sono sempre un pelo sottopeso e anche sottotono c'è da dire che il corpo tutto è sotto sequestro.
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Nicolò Porcelluzzi
38:47
Questa è la voce di Marina Comandini, moglie di
Andrea Pazienza
.
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38:52
Si erano fidanzati e poi sposati a metà anni ottanta ed erano andati a convivere nelle colline toscane, a
Montepulciano
, dove tutto finirà qualche anno dopo e dove spesso andava a trovarli anche Tamburini.
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Marina Comandini
39:04
Beh, Andrea e Stefano erano legatissimi, anche un po' compagni di merenda combinavano cose insieme, no?
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39:14
Io infatti ho avuto il piacere e l'onore di conoscere bene Stefano, proprio perché poco dopo aver conosciuto Andrea e noi stavamo a
Roma
, io stavo a
Roma
, Andrea veniva a
Roma
per lavorare appunto al Frigidaire e anche Stefano.
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39:29
Quindi insomma, abbiamo passato mesi estivi io, Stefano e Andrea, insieme a casa di mio padre e così via.
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39:39
Quindi loro avevano un legame fortissimo.
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39:42
Stefano era una persona meravigliosa, molto timido, non particolarmente espansivo, però super ironico, super divertente, molto autocritico.
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39:56
E un grandissimo artista anche lui per quello che lui ha ha creato.
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40:02
Erano sempre molto, molto vicini.
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40:05
Andrea era già a
Montepulciano
da da un anno e più, quando l'ho conosciuto stava cambiando casa e siamo andati a vivere in una casa in campagna che si chiama La Mano Nera, che era un ex covo di briganti nel Cinquecento, quindi già un posto molto iconico, e questa casa era una grande casa con dei mini appartamenti dove metà c'era la padrona di casa e l'altra metà c'erano dei mini appartamenti e alcune stanze.
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40:33
Quindi a un certo punto eravamo diventati un gruppetto di persone che vivevano nella stessa, nello stesso edificio.
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40:41
E Stefano si prese anche lui una camera in affitto perché praticamente passavamo le giornate insieme.
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40:47
Abbiamo praticamente convissuto con Stefano finché lui insomma, finché ci sono state le condizioni, poi a un certo punto ci sono stati dei fraintendimenti e Stefano è tornato a
Roma
e dopo poco, purtroppo, è finita come sapete.
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Nicolò Porcelluzzi
41:04
La figura di Tamburini non è raccontata dalla stessa valanga di memorialistica prodotta su Pazienza che ha generato più immagini e più mitologia.
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41:12
I due tra l'altro si erano conosciuti grazie a Scozzari nella leggendaria casa occupata di Via Clavature a Bologna.
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41:18
Perfino Scozzari, che ha sempre una parolina acida per tutti, di fronte a Pazienza, al suo amico Pazienza, non può che cedere in qualche pagina all'adorazione, un'adorazione sarcastica.
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41:30
Se c'è una cosa noiosa al mondo è stare a guardare uno che disegna, silenzio, colpi di gomma, piedi freddi, sigarette, tempi infiniti e guai a chi fiata.
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41:45
Con Andrea, invece, il casino era assicurato.
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41:48
La velocità nel far venire fuori le sue assurdità ce le faceva godere nello stesso momento in cui gli scoccavano in mente.
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41:55
Il suo segno "sericopennarellico" faceva sbrodolare di piacere.
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42:03
Liberatore scuoteva la testa ammirato.
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42:07
Andrea sotto spino proiettava ogni ben di Dio, ricordi ancestrali, allitterazioni bambinesche, l'elenco completo dei cognomi assurdi dei compagni all'asilo, l'opera omnia di Lucio Battisti e allora trasformava la redazione in un torpedone di impiegati in gita.
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Nicolò Porcelluzzi
42:31
Pazienza era molto precoce, lo racconta lui stesso.
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42:35
Il primo disegno l'ha fatto diciotto mesi, il disegno di un orso.
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42:38
Da quell'orso in poi le mani hanno inseguito un cervello che funzionava diversamente da quello degli altri.
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42:44
Prendeva le linee che danno forma alle cose e le trasferiva sul foglio a una velocità, e qui tocca usare un luogo comune, una velocità che è materia di leggenda.
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42:55
A proposito, lavorando a questo progetto con Ivan Carozzi mi son reso conto di una cosa.
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43:01
Negli ultimi anni mi sono trovato a scrivere e parlare di Brigate Rosse, riscaldamento globale, ecosistema in rovina, i nazifascisti, insomma, non proprio argomenti comodi.
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43:11
Eppure mi trovo a pensare che raccontare cos'è stato Pazienza è molto complesso, per non dire impossibile.
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43:17
L'hanno fatto in tanti e tutti si sono trovati di fronte a quell'indicibile.
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43:22
Il fatto, almeno credo, è che di Pazienza ci si innamora.
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43:26
È uno di quegli esseri umani che sembrano fatti per imprimersi nella mente degli altri.
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43:33
Tra i tanti ammiratori di Pazienza ce n'era uno molto speciale di cui vi ho già parlato nel terzo episodio, il presidente della Repubblica Sandro Pertini, che proprio Pazienza ha trasformato in personaggio.
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43:46
Pertini era divertito dalle vignette che Pazienza gli dedicava sulle pagine del Male e aveva invitato alla redazione a pranzo, al Colle.
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43:54
Ci andarono Sparagna, Vincino e Forattini.
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43:57
Gli portarono la sua caricatura preferita e una pipa lunga un metro e mezzo.
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44:02
Quel giorno poi Sparagna, Vincino e Forattini si erano portati dietro una canna.
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44:07
Il loro piano era quello di fumarla con Pertini dopo pranzo, come gesto di pace o come digestivo.
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44:14
Le cose purtroppo, andarono diversamente e la canna venne fumata fuori dal Quirinale.
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44:19
Qualche anno dopo, da un'idea di Sparagna, nasce una raccolta di Pazienza dedicata Pertini, dove Paz e Pert sono una coppia comica, perfettamente assortita e tenerissima.
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44:29
Uno è rivoluzionario, il partigiano che organizza cose e corre in giro, l'altro è lo sbandato, il casinista codardo che fa saltare i piani.
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44:38
Ma Pertini lo perdona sempre, è sempre bonario. Anche lui è caduto nell'incantesimo di Pazienza.
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Sandro Pertini
44:45
Italiani e italiane, se fate un brindisi, fatelo anche per il vostro presidente che vi ama tanto.
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Nicolò Porcelluzzi
44:57
Accanto a Pertini ci sono altri personaggi di Pazienza passati alla storia.
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45:01
Questa volta però inventati da lui, sono Pentothal e Zanardi.
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45:07
La prima puntata di Pentothal racconta le giornate tipo del fuori sede a
Bologna
, nella cornice del movimento tra pestaggi, radio libere e code chilometriche alla mensa.
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45:16
Non appena Pazienza consegna alla storia Linus, durante una manifestazione viene ucciso Lorusso, uno studente di lotta continua.
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45:24
Undici marzo millenovecento settantasette, la
Polizia
interviene e un carabiniere spara freddamente alla schiena di Francesco Lorusso, militante di Lotta Continua.
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45:33
I carri armati intervengono all'interno della cittadella universitaria e continuano gli scontri e le cariche indiscriminate nei confronti di chiunque passi per il centro.
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Nicolò Porcelluzzi
45:43
Inizia il settantasette dei carri armati in piazza, la lotta armata, e poi verranno nel settantotto il sequestro Moro, il millenovecento ottanta della bomba alla stazione di
Bologna
.
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45:53
Pazienza decide di andare oltre un possibile racconto realistico di quegli anni, mescolando poesie, sogni, allucinazioni e autobiografia, rivendicando la libertà dell'artista di fronte alle macchine paranoiche su cui teorizzava Eco, i nemici del desiderio e della libertà.
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46:10
Attraverso Pentothal, il genietto Pazienza, venuto dalla provincia, si stacca dalle sue radici e si misura con la realtà della sua nuova vita.
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46:22
Tra gli incubi di Pentothal, c'è anche un rito di iniziazione in cui uno pseudo
Andrea Pazienza
viene trascinato nella foresta da una tribù di iniziati perché è arrivato il momento di spaccarsi i denti, perforarsi il naso e farsi circoncidere.
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46:37
Pazienza riemerge dalla scrittura di Pentothal, scoprendo di essere diventato un altro.
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46:41
Qualche tempo dopo arriveranno anche le storie di Zanardi.
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46:46
Zanardi ha i lineamenti affilati e un ghigno odioso, negli altri vede solo pupazzi da sfruttare.
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46:52
È un manipolatore, un narcisista, si direbbe oggi.
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46:55
Eppure, leggendo le sue storie che ti fa sempre per lui.
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46:59
I compagni di avventura di Zanardi sono Colas che è bello e stronzissimo e Petrilli, il tirapiedi goffo che cerca di imitarli.
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Andrea Pazienza
47:07
Cattiveria ce n'è tanta, solo nelle ultime storie però la cattiveria è il punto di partenza.
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47:14
Nelle nelle prime, che forse da questo punto di vista erano anche strutturate meglio, la cattiveria invece, diventavava l'inevitabile, l'inevitabile.
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47:24
Un treno che passa in una galleria fa buio per un po'.
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Nicolò Porcelluzzi
47:30
Si potrebbe dire che nelle pagine di Zanardi, Pazienza riversa il disincanto collettivo della sua generazione, la morte degli ideali che lasciava il passo al cinismo degli anni ottanta.
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47:42
Sarebbe una lettura corretta, ma solo in parte.
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47:46
In parte perché il personaggio nasce su Frigidaire, che di quegli anni raccontava anche la vitalità, le possibilità di fuga.
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47:53
In più la cattiveria di Zanardi era anche un ottimo motore fumettistico, permetteva al suo autore di unire il nichilismo di Dostoevskij alla velocità di Quentin Tarantino, che in quegli anni era uno studente di cinema come tanti altri.
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48:13
---
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Nicolò Porcelluzzi
48:17
Dopo questo lungo racconto, viene da chiedersi quali siano oggi le star del fumetto italiano.
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48:23
A quarant'anni di distanza viviamo in un paese molto diverso, in tempi molto diversi, eppure il fumetto in alcuni casi, è ancora capace di raggiungere numeri che il romanzo, per dire, si sogna.
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48:34
È un'arte popolare e avevo voglia di parlarne con quella che forse è una delle star del fumetto di oggi e che sicuramente negli anni sempre più persone conosceranno.
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48:43
Si chiama Josephine Signorelli, in arte Fumetti Brutti.
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48:48
Fumetti Brutti mi ha raccontato il momento di una lezione all'accademia delle Belle Arti di
Bologna
.
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48:53
Insieme a lei c'è il suo insegnante, il fumettista
Gianluca Costantini
, che le consiglia di aggiustare il font, il lettering, insomma, il disegno dei caratteri alfabetici.
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49:02
E proprio riflettendo su questo episodio che nasce il segno dei Fumetti Brutti.
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Fumettibrutti
49:05
Mi aveva consigliato di mettere il font a mano, anziché scriverlo subito perché il test era al computer e mi ha detto scrivilo però.
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49:13
Io avevo fatto il fumetto della carabina, un po' meglio del solito, ma poco meglio nel senso era più più preciso e però io scrivevo ovviamente di merda, perchè io ho sempre avuto una scrittura orrenda e il professore mi ha detto, guardando le tavole: "Certo che il font è proprio brutto, dovresti sistemarlo".
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Nicolò Porcelluzzi
49:31
Anche per Josephine a quarant'anni dalle vicende di Pazienza e degli altri, è
Bologna
la città che l'ha fatta diventare una fumettista.
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49:38
Ecco il suo ricordo dell'ingresso all'Accademia delle Belle Arti.
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Fumettibrutti
49:41