Tuesday, Jul 5, 2022 • 50min

Ep 02. Vincenzo Sparagna: tra il Cile di Pinochet, la guerra russo-afghana e l’incontro con Cicciolina

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Senza Vincenzo Sparagna non sarebbe esistito Frigidaire. Oggi Sparagna è un vecchio saggio, un capellone ritirato nel suo monastero lisergico: ma qual è la sua storia? Lo scavo nel suo passato diventa un espediente per raccontare la seconda metà degli anni Settanta, le tante alternative alla cupezza del mito terrorista, le strane parabole esistenziali di quegli anni: figlio di un pittore che legge e scrive, Sparagna viaggia da Napoli al Sud America rivoluzionario e torna in Italia, dove lavora a un settimanale satirico, il Male, che finirà per vendere centinaia di migliaia di copie. Poi: l’incontro con i geni fumettari di una piccola rivista underground, Cannibale. Fedele alle sue radici, tra pericolosi reportage e fotoromanzi erotici Frigidaire continua a fare politica e satira politica: ma a modo suo.
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Talking about
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Speakers
(10)
Nicolò Porcelluzzi
Vincenzo Sparagna
Jo Squillo
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Transcript
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Nicolò Porcelluzzi
00:00
Ma tu cosa hai costruito qui?
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Pasquale
00:03
Eh, tante le cose che ho costruito. Bisogna allora la prima il cancello, o meglio il cancello sotto c'era tutta la scritta Frigolandia eh con che poi quella diciamo così abbiamo immaginato come fosse un drago infatti c'ha il dietro, diciamo con le due ferri che curvati che c'hanno quella sarebbe la schiena del drago e la scritta Frigolandia diciamo è la bocca.
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00:29
E lì è stata una bella avventura perché io con una semplice scala ho montato tutto da solo, ho montato tutto quel infatti quando sono venuti "Oh, no non può essere" ho detto "Se non ci sta nessuno io lavoro meglio!"
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Nicolò Porcelluzzi
00:43
Pasquale viene da Minturno, paese sul Golfo Di Gaeta, dove viveva come un semi eremita il padre di
Vincenzo Sparagna
, il direttore di Frigidaire.
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00:52
Pasquale ha costruito da solo quel cancello che in realtà è un portale, il confine sempre aperto di una micro nazione che si chiama Frigolandia.
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Pasquale
01:01
Quando abbiamo fatto qua il tetto eh beh, qui abbiamo fatto come ci sembrava le torri, sai, quelle quando nei film medievali, quando assaltano i castelli?
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01:10
E quindi sembrava questa torre è nata da sotto, così che andava su e da sopra qua, diciamo dal piano con la passerella che andava fino a su.
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Nicolò Porcelluzzi
01:18
Ma te le sei inventate però?
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Pasquale
01:20
Si che ho fatto diciamo al momento, ecco intuizioni che c'hai dovute diciamo così a una vita di esperienza di lavoro.
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Nicolò Porcelluzzi
01:32
Sono Nicolò Porcelluzzi e questo è Frigo!!!
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01:35
Frigo!!! è una serie di Chora Media promossa da CP Company, un podcast scritto con Ivan Carozzi.
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01:45
Sono partito dall'intervista a Pasquale perché non si può capire la storia di Frigidaire senza venire nella sua patria, nel suo archivio museo, nella terra di Frigo.
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01:55
Un'autoproclamata repubblica della fantasia nata dalla volontà di
Vincenzo Sparagna
, che di Frigidaire è stato ed è il direttore, il demiurgo, l'anima che si fa carne.
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02:08
Raccontare in pochi minuti la figura di Sparagna è un'impresa ardua se non impossibile.
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02:13
Quando io e Ivan l'abbiamo incontrato lì nel cuore di Frigolandia, ci siamo trovati di fronte agli stessi baffoni che ormai avevamo visto migliaia di volte in foto di ogni epoca.
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02:23
Anche il sorriso era lo stesso, da maschera napoletana, da Stregatto di Wonderland.
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02:30
Ecco come Sparagna ricorda i suoi anni d'infanzia, vissuti in una casetta a due piani condivisa con altre persone.
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Vincenzo Sparagna
02:36
Sono nato a
Bagnoli
, esattamente in via Ilioneo settantasei all'una di notte del ventotto luglio millenovecento quarantasei.
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02:51
C'era un certo James mi ricordo che è biondo, proprio quello da film americano tipico proprio, che però lasciava sempre i cassetti aperti nella sua stanza.
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03:02
Noi bambini, insomma, andavamo a curiosare e mi ricordo un giorno era là, così, per pura curiosità e non per prendere qualcosa, insomma e apparve questo pistolone americano con tutti i proiettili d'ottone che rotolavano nel cassetto.
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03:18
Poi va beh la nostra vita era molto legata al fatto che non ci era mai un soldo ecco, questo sì era proprio la base dell'esistenza.
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03:26
Il problema principale era letteralmente mangiare.
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03:29
Mio padre insegnava alle elementari, ma all'epoca davano degli stipendi proprio da fame e meno di quello che guadagnava un normale operaio dell'Italsider, per capirci, insomma, che l'Italsider cioè l'Ilva dell'epoca insomma che stava a
Bagnoli
, fabbrica peraltro terribile, insomma, dove si vedevano esplodere i fumi degli altoforni, insomma queste gigantesche macchie nere e rosse così e per noi bambini è una grande gioia affacciarsi alle finestre della scuola elementare che stava a due passi, praticamente booooah queste immense esplosioni e noi giocavamo con le biglie di ghisa nei quartieri popolari, insomma, di
Bagnoli
che poi era tutto un quartiere popolare in realtà, con ste biglie di ghisa che erano un sottoprodotto delle palline rotanti delle ruote eccetera fatte dall'Ilva insomma no, però accanto capito c'era la Cementir con l'amianto.
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04:27
Tutta la piana di Bagnoli era inquinata di queste fabbriche tremende e noi ragazzini scherzavamo, facevamo il bagno
a Bagnoli
, però l'acqua era color mattone, un po' più scura, diciamo di quella del rio della
Plata
no, nel mare della
Plata
si sa che l'acqua ha un colore rosso sangue, perché si fonde con delle cose che escono dal rio della Plata, eccetera.
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04:49
Lì a
Bagnoli
era color mattone piuttosto scuro e noi facevamo il bagno sotto queste immense imbarcature di ferro dove scaricavano carbone eccetera, su una spiaggia nerastra, sia perché con le cose minerali di ferro naturali, sia per gli scarichi di ferro continui che avvenivano.
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Nicolò Porcelluzzi
05:13
Già in questo racconto si intravedono alcuni dei punti fissi di Frigidaire e del gruppo che gli girava intorno; una curiosità verso gli
Stati Uniti
, un'assenza di antiamericanismo che era invece molto presente nella sinistra extraparlamentare.
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05:27
Poi il
Sud America
che Sparagna attraversa negli anni settanta e tornerà nel reportage su Frigidaire di Pino Cimò e l'attenzione dello sguardo ecologista nel racconto di quelle acque color mattone
nell'Italia
degli anni cinquanta.
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05:40
Infine, la vita delle classi sociali subalterne e di chi viene dal margine perché ogni essere umano alla fine è un racconto.
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05:49
Siamo tutti ambientalisti! Siamo tutti ambientalisti!
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05:58
---
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Nicolò Porcelluzzi
06:05
La solastalgia è un concetto che definisce un turbamento legato alla percezione della catastrofe ambientale.
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06:13
La solastalgia si sta diffondendo tra tutti noi persi in un paesaggio mentale e naturale e rotto, a pezzi, un quadro in cui ci trovavamo immersi a Frigolandia in ogni momento.
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06:25
Al centro di questa solastalgia frigidairiana c'era tuttavia uno strano Ovidio, in esilio volontario, che forse prima degli altri si è costruito un rifugio in vista dell'apocalisse.
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06:37
La ricerca di un'utopia ecologica per Sparagna in fondo è iniziata già molto tempo fa.
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Vincenzo Sparagna
06:47
Poi c'è stata questa rottura con una guardia operaia e e poi sono partito per il
Cile
con l'idea di fare il
Cile
, di creare una comunità di autoritaria nel sud del
Cile
, interamente ecologica, con con una popolazione di quattro cinquecento persone al massimo, diciamo così, in quelle terre araucane che sono a sud di Concepcion e sono deserte, insomma abitabili con alcuni accorgimenti, accorgimenti che avrebbero determinato anche un esperimento di costruzione di una realtà ecologica in un territorio non particolarmente agevole e comunque semi desertico.
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07:29
In
Cile
sono andato con la mia compagna Virginia Ciuffini, suo padre, insomma sua madre e la nostra figlia di sei mesi, insieme a questo gruppo che era invitato dal sindacato unitario degli insegnanti cileni.
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07:47
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Nicolò Porcelluzzi
08:10
Sparagna e famiglia arrivano in
Cile
nell'estate del settantatré poco dopo il tentativo di colpo di Stato e lo sciopero dei camioneros, cioè gli autotrasportatori che in una nazione così filiforme e dipendente dal traffico su ruota fu uno sciopero capace di bloccare tutto il paese, appoggiato dalle classi dominanti e finanziato dalla Cia.
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Vincenzo Sparagna
08:33
Insomma, le fabbriche, le poblaciones dove c'erano questi commandos comunales che si auto organizzavano per difendersi dal dall'assalto ipotetico delle destre e anche dagli attentati che andavano crescendo di Patria e Libertà, che era il gruppo dell'estrema destra cilena di quel momento.
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08:54
Poi hanno cominciato a bersagliare addirittura noi, come fossimo gli agenti del
Comintern Internazionale
andati lì per suscitare non so quale ribellione e quale massacro dei nuovi associati borghesi
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09:09
---
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Vincenzo Sparagna
09:17
Abbiamo girato anche fino a Concepcion, a Valparaiso, eccetera e ci sono state sparatorie, fughe con la bambina in braccio insomma, la situazione era diventata veramente pesantissima.
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09:31
Poi facemmo una riunione a un certo punto mi ricordo sulla terrazza dell'Hotel Panamericano, doveva essere credo la sera dell'otto o del nove settembre insomma, quindi in quella riunione il problema è che insomma, secondo me era evidente che ci sarebbe stato un colpo di Stato e che comunque noi ci trovavamo in una situazione assurda e così Paolo Hutter e che era presente dice no, c'è il golpe bianco'a Sparà non hai capito niente.
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10:02
Invece io, la bambina, moglie, eccetera insomma la famiglia intera, montammo su una jeep e scappammo.
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10:11
Credo che fosse la mattina del dieci settembre, praticamente il giorno prima del colpo di Stato e fortunatamente riuscimmo a passare sulle Ande all'alba credo dell'undici proprio dell'undici ma ma all'alba prestissimo peraltro, non era ancora successo niente ecco, e poi la cosa è cominciata verso le dieci e le undici.
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Nicolò Porcelluzzi
10:37
La cosa di cui parla Sparagna è uno dei golpe militari più violenti del Novecento.
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10:44
È uno dei momenti cardine della Guerra Fredda.
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10:57
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Nicolò Porcelluzzi
11:05
L'undici settembre settantatré
Augusto Pinochet
, il capo di Stato maggiore, si auto nomina presidente del
Cile
.
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11:13
Seguono arresti, torture e stupri.
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11:16
Molti dei crimini politici di quei primi mesi trovarono come palcoscenico lo Stadio Nazionale dove ancora oggi si giocano le partite del campionato cileno.
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11:27
È uno stadio enorme, dove vennero rinchiuse più di quarantamila persone.
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11:32
Si possono trovare video agghiaccianti di questo campo di concentramento, dove, tra gli altri finì anche
Paolo Hutter
, l'amico di Sparagna, che non si aspettava un golpe dietro l'angolo.
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Vincenzo Sparagna
11:43
Paolo Hutter
, ovviamente, era stato subito arrestato e buttato allo stadio e quindi è stato poi salvato grazie al fatto che eravamo scappati noi perché perlomeno abbiamo potuto avvertire famiglie, quello quell'altro, parlare col corrispondente, insomma attivarci per.. Paolo Hutter è rimasto quasi un mese penso, diverse settimane, è stato prigioniero.
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Nicolò Porcelluzzi
12:04
Uscito dal carcere e tornato in
Italia
, Hutter sarebbe diventato un esponente di spicco del Movimento Lgbt Italiano, il primo a celebrare nel giugno del novantadue a
Milano,
il matrimonio simbolico di dieci coppie dello stesso sesso.
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Paolo Hutter
12:19
Io Paolo Hutter consigliere comunale di
Milano
, dichiaro che i signori Maurizio Goretti e Gino Monopoli qui presenti sono da oggi uniti civilmente, auguri!
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Nicolò Porcelluzzi
12:34
Ma torniamo in
Sud America
.
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Vincenzo Sparagna
12:36
Qualche anno dopo è successo con Marco Bechis invece in
Argentina
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Nicolò Porcelluzzi
12:41
La notte del ventiquattro marzo, millenovecento settantasei, un golpe militare guidato dal tenente Jorge Rafael Videla, aveva preso il controllo della nazione.
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12:52
Anche in
Argentina
fu decisivo il sostegno degli americani.
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12:56
Da subito vennero arrestati migliaia di oppositori che prenderanno il nome dei desaparecidos, gli scomparsi.
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13:04
Marco Bechis
rischiava di fare la stessa fine.
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Vincenzo Sparagna
13:06
Lui venne preso invece dai militari argentini e fu salvato perché fortunatamente questa notizia riuscì a rimbalzare in qualche modo in
Italia
e insomma intervennero delle dei poteri molto forti per salvare sto povero ragazzo che era gettato in una cella e poteva essere torturato e cioè veniva già maltrattato ma sarebbe stato torturato e probabilmente ucciso, ma nello spazio di ventiquattro ore diventava scomparso insomma, è stato pescato, sai, poco prima di andare al mattatoio, insomma.
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13:40
E poi Marco ha fatto, peraltro negli anni un film bellissimo su queste prigioni segrete argentine che si chiama Garage Olimpo.
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13:48
Grande film, veramente.
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Nicolò Porcelluzzi
13:49
E così come per i registi, vale per i giornalisti, certi argomenti non si possono affrontare senza profondità, stile, coerenza.
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13:58
Del resto, negli anni Frigidaire ha raccontato senza pietismi il conflitto tra residui di civiltà antichissime e gli appetiti economici dell'imperialismo occidentale e sovietico.
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14:09
Le pagine sui desaparecidos argentini, nate dal materiale di Bechis e raccolte nel numero diciassette di Frigidaire, sono incredibili.
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14:18
Bechis ha recuperato una planimetria del club atletico, uno dei campi di concentramento segreti di quegli anni.
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14:25
Si vedono dall'alto le celle minuscole.
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14:29
All'altezza di una X la leggenda spiega che c'era un'apertura per guardare le donne quando si lavavano.
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14:36
La S invece corrisponde alla sala di tortura.
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14:39
Leggo da Bechis "pareti con resti di colore giallo coperto da macchie di sangue, al centro un pesante tavolo di metallo e a fianco un generatore a duecentoventi volt con la manopola per regolare la tensione".
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15:02
Sparagna, tornato in
Italia
nel settantasette, anche se lontano dai macelli sudamericani, si trova molto vicino ad altre tragedie, come la morte della studentessa Giorgiana Masi che insieme a un collega ricostruisce il giorno dopo sul Manifesto.
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15:20
Buongiorno, ancora duri scontri ieri a
Roma
, uccisa una ragazza di diciannove anni, ferito un carabiniere da un colpo di arma da fuoco. La città è rimasta sconvolta per più di sette ore da scontri violentissimi.
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15:54
Che cazzo riprendi!
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Nicolò Porcelluzzi
16:01
Siamo quasi all'apice dei cosiddetti anni di piombo, un'etichetta limitante e castrata, che rischia di cancellare la vitalità eccezionale della cultura e della controcultura, il miglioramento delle condizioni di vita sui luoghi di lavoro e la conquista di nuovi diritti, soprattutto per le donne, con la legalizzazione del divorzio e dell'aborto.
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16:20
Si faceva chiamare dottore perchè aveva la laurea ad honorem, era lui che faceva abortire le compagne per centomila lire, se la paura diventa grande e se hai bisogno di una voce umana per abortire tu devi tacere come lesbica o una puttana.
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Nicolò Porcelluzzi
17:02
Restando in questo schema poi degli anni di piombo si rischia di ignorare una delle arti più vive, la satira.
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17:09
Sparagna nel settantotto entra nella redazione del Male, settimanale che di fatto dirigerà per qualche anno insieme a Vincino, vignettista geniale che ha reinventato il linguaggio satirico, morto qualche anno fa.
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17:23
Se si sfogliano le pagine del Male, ci si trova di fronte a una quantità sconvolgente di idee etrovate, micro racconti, fantasie, in formati anche curiosi che all'epoca potevano sembrare ovvi, eterni, come i fotoromanzi che mi affascinano sempre.
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17:40
Sequenze di fotografie dove a recitare erano i redattori stessi del quotidiano, a volte anche i vari Scozzari, Tamburini, Pazienza che si sarebbero poi uniti per dare vita a Frigidaire.
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17:50
A volte, in realtà, non erano neanche proprio dei fotoromanzi.
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Vincenzo Sparagna
17:55
Erano delle sequenze fotografiche, però per dire il presidente Leone va a passeggio per
Roma
ed era Sergio Zucca, credo il nostro segretario di redazione che era un ragazzetto molto simpatico, truccato da leone, dentro una carriola che veniva portato in giro per le vie di
Roma
capito.
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18:12
Poi invece con con Frizzer facemmo invece quei fotolomangi con l'aragosta.
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18:18
Larry l'aragosta e l'oca Pasqualina ci rimase, però l'altro era stata uccisa, Pasqualina la salvai all'ultimo.
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18:26
E l'oca veramente è rimasta in redazione per un paio d'anni si si era affezionatissima, stava sul mio tavolo, sta oca.
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18:34
Poi c'avevamo il giardino accanto.
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18:36
Vivevo io con l'oca, mi ricordo.
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Nicolò Porcelluzzi
18:37
I Fotolomangi uscivano su Frizzer, una delle varie costole editoriali di
Frigidaire
.
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18:49
Sottotitolo "Tutto ciò che il buonsenso sconsiglia in una rivista formato famiglia".
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18:55
Citazione di Pazienza che nel primo editoriale si è scatenato.
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18:59
"Il mondo è una serie ininterrotta di inganni" scrive "La nostra vita è un fluire di bugie e la bellezza di vivere è solo questa che niente è più vero del falso. Anche Frizzer, anche io sono un inganno. Voi credete di leggermi e non fate che guardarmi."
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19:20
Frizzer usciva a metà anni ottanta, così come altre riviste del solito giro romano, per esempio Zut, un tabloid di satira disegnato da Stefano Tamburini con tanto di fotoromanzi, compreso uno scoop che ritrae in una camera d'albergo Bettino
Craxi
e una donna molto importante nella storia di Frigidaire,
Cicciolina
.
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Ilona Staller
19:39
Si chiama Bettino e presto girerò un film insieme, il
Craxi
Driver.
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19:45
Ora, se mi vuole perdonare, onorevole, ce l'ho con lei eh sì ce l'ho proprio con lei.
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Nicolò Porcelluzzi
19:55
Comunque, in questo incredibile scoop
Cicciolina
è veramente lei,
Ilona Staller
, ma lo pseudo
Craxi
è Vincino che nelle sue memorie, che sono malinconiche e dolcissime e acide come le sue vignette scrive
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Vincino
20:11
Ci siamo io in mutande e
Cicciolina
che mi guarda sconsolata e fa un gesto per dire che non c'è niente da fare.
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20:20
Una scena deprimente a cui sono presenti due fotografi e una ventina di redattori che assistono e si fottono dalle risate.
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20:29
Tutto questo mentre mia moglie è in clinica, che partorisce la mia prima figlia.
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Nicolò Porcelluzzi
20:37
A
Roma
, in quegli anni c'era un bel casino.
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20:40
Nascevano riviste che morivano dopo qualche numero, ci si scambiava redattori, disegnatori, anche ospiti.
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20:46
Cicciolina
, per esempio, sarebbe poi tornata nella vita di Sparagna e anche in quella di Frigidaire.
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20:54
A Frigolandia, Ivan e io abbiamo dormito tre notti in una delle stanze ricavate nell'ex colonia fascista che oggi ospita la Repubblica di Sparagna.
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21:03
Una stanza che, come qualsiasi parete di Frigolandia era tappezzata di poster d'autore, tavole di fumetti incorniciate, finte prime pagine del Male o di giornali inventati come la Corriera dell'Umbria.
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21:18
Una delle pareti della nostra stanza era dominata da una locandina designata da Pazienza.
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21:24
Il film è Lontano Da Dove una commedia scritta da Stefania Casini e Francesca Marciano.
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21:32
Nella locandina, una ragazza in canottiera è appoggiata al muro.
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21:36
La canottiera sembra un drappeggio rinascimentale e le copre soltanto un seno, sorride, indossa occhiali da sole, sembra felice e splendidamente sfaccendata.
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21:47
In secondo piano sullo sfondo, su tutta una serie di giochi metapittorici come l'evocazione del bar di Edward Hopper, lì in secondo piano svettano le
Torri Gemelle
, che sarebbero diventate, anni dopo, il simbolo di una nuova epoca.
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22:03
---
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Nicolò Porcelluzzi
22:15
Non c'è dubbio che per la mia generazione l'undici settembre richiami come anniversario, non tanto quello del golpe cileno, ma quello del
World Trade Center
in fiamme stravolto e collassato.
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22:29
Ci è venuta una curiosità allora, abbiamo chiesto a Sparagna dove fosse quel giorno del duemila e uno.
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22:35
Era in
Francia
insieme a uno dei suoi più cari e vecchi amici, l'ex leader di Potere Operaio, Oreste Scalzone.
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Vincenzo Sparagna
22:43
Oh oh guarda dice venite a vedere qua sta succedendo una cosa incredibile.
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22:47
Saliamo al secondo piano di questa palazzina alla periferia est di
Parigi
e c'era la televisione che mostrava il primo attacco no, c'era stato il primo aereo che aveva sfondato una delle Torri Gemelle.
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23:01
---
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Vincenzo Sparagna
23:10
Ma io sono stato su quelle benedette
Torri Gemelle
a New York, mi ricordavo benissimo questo due edifici giganteschi altissimi eccetera dove si sale, si saliva, per cui per me è stata proprio una scena assolutamente agghiacciante, proprio agghiacciante, veramente.
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23:27
Poi arriva pure sto secondo aereo e poi crollano tutte e due le Torri.
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23:39
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Vincenzo Sparagna
23:46
Io avevo un mal di testa proprio tremendo, tremendo.
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23:50
Dico io veramente qua pum mi scoppia la testa, insomma, entriamo in una farmacia, quello mi misura la pressione, c'era un medico nero alto due metri, mi misura la pressione dice ma lei la pressione.. gli esplode un ictus, una cosa.
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24:08
Allora Oreste stando lì dice vabbè misuro la pressione pure io perché mi sento un po' giù.
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24:14
Si misura la pressione Oreste, dice oh, ma lei sta per morì!
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24:21
A un certo punto mi è venuto in mente, sai, in questa
Parigi
, un po' piovosa, di sera, al buio, tornando a casa, mi è venuto in mente di essere in una situazione spettrale, ho detto "Orè e se fossimo già muort? Se fossimo già muort che dici, eh già! Allora qua è un sogno Oreste, capito".
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Nicolò Porcelluzzi
24:60
L'impressione di un sogno, quel giorno del duemila e uno, univa l'uomo che le aveva viste tutte e il ragazzino ingenuo che ero all'epoca.
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25:08
Così come era stato colpito da quello stesso sentimento della fine che a
Parigi
aveva attraversato Scalzone e Sparagna, che pure di guai e di guerre ne avevano già viste parecchie.
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25:19
L'undici settembre duemila e uno è finito il mondo di pace apparente inventato dai media negli anni novanta, uno dei tanti mondi che si inseguono nel ciclo della storia.
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25:29
Ora, a vent'anni di distanza l'immagine di quel giorno ci arriva più nitida e anche il peso delle conseguenze di quell'attentato, progettato tra le montagne dell'Afghanistan orientale a Tora Bora, che significa polvere nera.
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25:43
A Tora Bora si nascondeva il sistema di grotte scavato da Osama Bin Laden con i macchinari della sua ricchissima famiglia che ha costruito l'Arabia Saudita.
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25:52
Bin Laden ormai era nascosto da vent'anni, più o meno da quando
l'Afghanistan
venne invaso dall'unione sovietica.
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25:58
Un'occupazione, che era iniziata nel settantanove che si sarebbe protratta fino al millenovecento ottantanove.
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26:04
Il Male e poi Frigidaire si occupavano spesso di
Afghanistan
.
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26:08
A metà anni ottanta le foto dei Mujahideen vestiti con la maglia di Frigidaire erano uno dei classici cortocircuiti terzomondisti della rivista.
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26:18
L'Afghanistan
di quegli anni era dilaniato da bombardamenti, razionamenti, coprifuoco.
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26:24
I morti tra i civili superarono il mezzo milione.
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26:29
Gli sfollati erano milioni.
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26:32
Quarant'anni fa
l'Afghanistan
, oggi l'Ucraina e tante altre guerre.
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26:37
Le cose non cambiano, anzi, tutte le storie di guerra per certi versi si somigliano.
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26:44
Cadono le bombe e le persone muoiono, scappano e il resto del mondo sta a guardare, sperando che finisca e che la vita in qualche modo vada avanti.
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26:53
Di fronte a tutto questo, cosa si può fare?
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Vincenzo Sparagna
26:57
Nel millenovecento ottantatré era già in corso da quattro anni l'invasione sovietica
dell'Afghanistan.
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27:11
---
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Vincenzo Sparagna
27:12
Ora noi di quest'invasione avevamo già parlato in un reportage che aveva fatto Savik Shuster dall'interno
dell'Afghanistan
, che si chiamava "Attacco a Kabul".
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27:21
E in realtà avevamo seguito la storia fin dai tempi del Male, perchè dice fu una bellissima pagina di Andrea Pazienza, si chiamava Apocalipsida che era una specie di parodia di Apoclipse Now, di questi sovietici che invadevano
l'Afghanistan
, elicotteri, bombardamenti e cose, questa ripetizione incredibile della storia in un contesto diverso ma con la stessa follia dell'intervento insomma no, fatta per giunta dalle due potenze estreme del mondo in quel momento,
Stati Uniti
in Vietnam, e Unione Sovietica in Afghanistan.
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27:58
Dunque nell'ottantatré c'era questa situazione, ma soprattutto noi stavamo preparando un numero europeo con una serie di riviste europee Action Aid, Face, Ed Vidbora e altri.
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28:10
Stavo a
Parigi
e Savik Shuster, che era il ragazzo bravissimo peraltro con cui avevo già preparato tre anni prima una falsa pravda distribuita clandestinamente in
Russia
, mi avvertì che ci voleva incontrare Vladimir Bukowski, uno dei più importanti esponenti della dissidenza russa in esilio.
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28:38
Vladimir mi dice ma voi avete fatto questa cosa straordinaria della falsa pravda ma perché non inventate qualcosa, visto che c'è la guerra, c'è un certo risveglio di coscienza in
Russia
perché arrivano morti da tutte le parti, sono mezzo milione di soldati impegnati sulle montagne, eccetera.
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28:53
Io ci pensai in una notte, mi ricordo dormendo a casa di Maksimov che era un altro scrittore russo di
Parigi
, Vladimir Maksimov, e poi mi viene in mente che per ripetere la pravda era un po' una cazzata.
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29:05
L'unica era andare in
Afghanistan
con il giornale della dell'Armata Rossa, il quotidiano dell'Armata Rossa, cioè Stella Rossa che in russo è Krasnaya Zvezda.
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29:17
Quindi andai da Bukowski poi pensava che il pomeriggio dopo dico guarda a me è venuta st'idea noi facciamo una falsa Stella Rossa e andiamo a distribuire però i soldati sovietici in
Afghanistan
se no a che serve.
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29:29
Savik era da una parte entusiasmato dall'altra diceva beh, me pare un progetto veramente ma come fate a fare una cosa del genere?
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29:40
Però secondo me si poteva fare e infatti poi siamo riusciti a farlo.
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Nicolò Porcelluzzi
29:47
Il numero trentasette di Frigidaire va da sé, è un numero da collezione.
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29:52
All'interno si può trovare una copia della falsa Krasnaya Zvezda, la stella rossa che reggeva l'Esercito Sovietico con tanto di prima pagina illustrata da Tanino Liberatore, un Ranxerox sovietico, stufo marcio di quella guerra inutile, come tutte, che spezza un kalashnikov soltanto con la forza delle sue braccia.
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30:13
Sopra il Ranerox sovietico un appello
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30:17
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30:19
Ovvero "Basta con la guerra, tutti a casa".
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30:23
È un paradosso, ma solo fino a un certo punto, che questa impresa del giornalismo italiano ormai semisconosciuta coincida anche con il numero più diffuso in tutta la storia della rivista.
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30:33
Vennero tirate sessantacinquemila copie a dimostrazione che il pubblico non è un esercito di bot che vanno dove gli si dice pronto a bersi qualsiasi cosa.
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30:43
Certo, erano anni diversi, ma se c'è una lezione da imparare da questa storia è che l'intelligenza e il coraggio possono anche ripagare e che si può fare letteratura anche nelle situazioni più impensabili.
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30:54
Questa della finta Stella Rossa è una storia da film, per ora ricordata soltanto da un paio di libri, entrambi di Sparagna.
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31:03
Nel suo "La Commedia dell'informazione" si trovano tutti i dettagli del caso intorno alla strana storia dei cugini Chonkin, i due soldati cuochi che hanno tramato un complotto culinario capace di sedare i vertici militari sovietici, nessuno escluso.
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31:17
Così raccontano le pagine di questa Stella Rossa utopica, è l'inizio di una nuova era.
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31:22
I dissidenti possono tirare un sospiro di sollievo, i disertori possono tornare dalle loro famiglie e i soldati russi finalmente farsi delle grandi mangiate insieme ai Mujahideen.
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31:35
L'idea dei falsi scoop veniva dai tempi del Male da quando avevano titolato che Ugo Tognazzi era il capo delle BR.
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31:44
Il Male come redazione era diviso in due anime che il fumettista Scozzari e altri avevano definito quella popolare e quella elitaria.
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31:53
Per scherzo arrivarono anche a pubblicare due versioni dello stesso settimanale per sottolineare la loro diversità.
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31:60
Per la cronaca, nelle edicole vinsero i popolari che si presentavano con un Pertini in decappottabile disegnato da Pazienza.
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32:07
Ma questo scontro divisioni si allargava anche nelle pagine Frigidaire, soprattutto tra Tamburini e Sparagna.
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32:14
Ci sono un paio di pagine stupende nel terzo numero che riassumono questo conflitto.
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32:20
Da una parte Sparagna insiste per pubblicare i diari di un'amica della poetessa russa Anna Achmatova.
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32:26
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Nicolò Porcelluzzi
32:30
Dall'altra, Tamburini annoiatissimo dall'idea di Sparagna, illustra il testo con una foto che non centra nulla, cioè il ritratto di una modella la cui guancia è solcata da una lacrima che poi si raccoglie in un minuscolo e delicato bicchierino di vetro.
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Vincenzo Sparagna
32:46
A lui non gli era venuto in mente niente, né aveva fatto la più pallida delle ricerche, aveva la più minima delle ricerche, poi all'epoca non c'era internet.
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32:53
Mò per me Anna Achmatova era un personaggio straordinario, enorme, ma per lui erano nulla da questo punto di vista culturale, per lui e Tamburini.
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33:04
insomma, però la foto devo dire che era suggestiva, devo dire in fondo ci è andata benissimo perché nel suo non sapere nulla no e nel mio come in quel caso, sapere una parte del tutto, c'è questo punto di incontro, per cui tu leggi tutto l'Achmatova e vedi anche questa strana immagine dice che cazzo vordì questo.
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Nicolò Porcelluzzi
33:28
Ecco quel che cazzo vordì, o meglio, cosa sta succedendo davvero in mezzo e dietro queste pagine è un effetto straniante che accompagna il lettore in ogni numero della rivista.
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33:41
Frigidaire rifletteva tutto lo spettro delle ossessioni dei suoi fondatori, il cosmo delle loro passioni.
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33:48
C'è una risposta di Sparagna, a un lettore in uno dei primi numeri dove in poche righe è compendiata la visione dell'uomo, della società, ma anche dell'universo che fu la filosofia editoriale di
Frigidaire
.
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Vincenzo Sparagna
34:00
Caro Damiano, spero che la tua adesione sia solida e attiva. Io mi sento un io cosmico con te, la natura, la tecnologia, l'umanesimo troppo umano e tutto il resto. Ci dobbiamo inventare il nostro essere uomini. A volte è semplice, a volte no.
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Nicolò Porcelluzzi
34:23
Ci dobbiamo inventare il nostro modo di essere uomini, esseri umani in un processo che non ci risparmia a nessuna età, un'esplorazione continua del mondo e dei suoi ostacoli, della gioia pura che ci può dare e della sofferenza.
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34:37
Le pagine di
Frigidaire
cercano di stanare le trappole che ci circondano, che spesso nascono da noi stessi, dalle nostre esperienze, dalle paure e anche dagli errori.
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34:50
Una di queste trappole è il moralismo.
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34:53
Per dire, nel numero cinquantatré, a metà anni ottanta fa la sua comparsa su Frigidaire
Ilona Staller
, più nota come
Cicciolina
.
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35:02
Staller è un'amica di Sparagna, così integrata nell'universo di Frigolandia che oggi la loro amicizia sta per compiere quarant'anni.
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35:10
Ecco, il titolo dell'intervista a
Cicciolina
è abbastanza indicativo "Io, troia senza peccato".
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Vincenzo Sparagna
35:19
Faceva parte ma veramente lei, così come anche Schicchi di un certo momento di liberazione sessuale in
Italia
, che era una parte della rivoluzione cominciata nel Sessantotto quando è arrivato a maturazione definitiva alla fine degli anni settanta, con questa apparizione di
Cicciolina
e poi questo suo passaggio al porno hard.
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35:43
Siamo ancora in questa fase in cui il porno hard è il punto di rottura definitiva di quello che era già arrivato in Portogallo dieci anni prima e in
Francia
c'era da trent'anni, quarant'anni.
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35:55
Non parliamo della Svezia, Danimarca, Germania da altri paesi, limi e trofi.
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Nicolò Porcelluzzi
36:03
A un certo punto della sua intervista,
Cicciolina
denuncia, tra virgolette, il colore politico di altre donne di spettacolo dell'epoca, dice che Donatella Rettore è del PSI.
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36:13
Vota Partito Socialista Italiano
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Nicolò Porcelluzzi
36:15
Teresa De Sio è del PCI
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36:17
Vota Partito Comunista Italiano.
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Nicolò Porcelluzzi
36:19
Heather Parisi della DC.
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36:20
Vota Democrazia Cristiana.
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Nicolò Porcelluzzi
36:22
Di lì a poco in realtà anche
Cicciolina
sarebbe passata alla politica, dimostrando però una certa coerenza, schierandosi dalla parte dei radicali e alle elezioni del millenovecento ottantasette tra i radicali sarà seconda solo a Pannella nelle preferenze.
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36:38
Per lei si aprono così le porte del parlamento ed è grazie a
Radio Radicale
se possiamo tornare alla fine degli anni ottanta, quando l'onorevole Staller e i suoi colleghi, l'ennesimo governo Andreotti chiedeva la fiducia.
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Giulio Andreotti
36:53
La parola all'onorevole Staller.
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Ilona Staller
36:56
Signor Presidente del Consiglio, onorevoli e colleghi, vedo con piacere che dopo due mesi di crisi, di risse, di litigi, avete trovato il modo di dividervi le poltrone. Spero che adesso ve ne stiate un po' tranquilli, almeno fino il millenovecento novantadue.
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37:17
Spero che adesso per un po' lasciate in pace la gente, quella gente che è sempre più delusa, che ha sempre meno speranze e sta capendo sempre di più che tutti questi inutili litigi in famiglia servono solo a chi cerca il potere e vuole usarlo senza essere controllato.
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37:40
Il nostro paese rischia di diventare l'ultimo paese d'Europa, e questo non certo a causa mia, cioè della strega
Cicciolina
, ma a causa invece di queste crisi continue che servono solo a chi vuol trovare nuovi equilibri di potere, ignorando completamente i contenuti, le proposte, le cose da fare.
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38:04
Le formule di governo cambiano, ma le vostre facce rimangono sempre le stesse.
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38:09
C’è sempre Grava, c'è sempre Mammì, c'è sempre Misasi, c'è sempre Cicciolino Andreotti.
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Nicolò Porcelluzzi
38:16
Tutto cambia e tutto si ripete, in cicli, al governo del paese si alternano nuovi Cicciolini, Cicciolino Mario Draghi,
Cicciolina
Giorgia Meloni.
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38:26
In una società che si trasforma e accelera sotto la spinta della tecnologia di nuovi poteri economici che creano altri valori, ideali diversi, nuove vite psichiche.
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38:37
Giocare col mondo facendolo a pezzi, bambini che il sole ha bruciato già.
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Nicolò Porcelluzzi
38:50
Sfogliando e risfogliando le coppie di Frigidaire si iniziano ad avere dei numeri preferiti, dei feticci.
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38:56
Per dire uno degli apici della rivista, a mio parere, è l'edizione uscita nel novembre dell'ottantadue, che unisce due numeri il ventitré e il ventiquattro.
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39:06
A un certo punto ci sono due pagine gialle dedicate a una Schiuma più lunga del solito.
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39:11
Schiuma era la rubrica di storie vere, micro biografia di vite qualsiasi, quindi sempre molto curiose in realtà e preziose.
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39:19
Qui a parlare c'è una giovanissima
Jo Squillo,
ha ventun'anni e parla in qualità di fondatrice della Candeggina Gang, il primo gruppo punk italiano di sole donne e probabilmente uno dei primi in Europa.
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39:31
In una delle due foto a corredo dell'articolo
Jo Squillo
seminuda punta una pistola sulla tempia di un uomo.
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Jo Squillo
39:37
La foto è una foto fortissima, una foto pazzesca, una foto che quando la rivedo oggi mi mi fa impressione perché era una foto, io con una pistola che sparavo al a un uomo davanti a me ed era ovviamente una provocazione forte contro la violenza sulle donne, di ribellione.
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39:56
In questi quarant'anni l'abbiamo cercata di raccontare in modo giusto, in modo umano, come se si è sia una una barbaria a vedere quante donne stanno morendo per mano delle proprie, delle persone che dicono di amarle.
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Nicolò Porcelluzzi
40:11
Ma come ci era finita
Jo Squillo
ventenne su Frigidaire?
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Jo Squillo
40:14
I fumetti di Frigidaire erano assolutamente visionari, immaginifici, probabilmente hanno dato la base di questa nuova generazione la base culturale di una nuova generazione.
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40:24
Siamo sicuramente cresciuti in meglio perché abbiamo visto abbiamo visto cose belle e abbiamo visto cose significative.
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40:31
In realtà era una delle riviste più importanti della controinformazione, dell'informazione libera e indipendente e raccontava quello che i mass media non guardavano, ovvero tutto il movimento creativo, politico, sociale, di ribellione a quel sistema che non non ci piaceva.
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40:53
Erano appunto gli anni ottanta, millenovecento settantanove ottanta, e raccontavano in quegli anni il cambiamento che volevamo vedere nel mondo.
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41:04
Era un cambiamento che partiva dai centri sociali e nel mio caso io avevo come riferimento il centro sociale
Santa Marta
che avevamo occupato ed era una delle case più belle forse di
Milano
, con con degli archi e delle delle costruzioni artistiche bellissime, ma che raccoglieva tantissime persone che facevano teatro, danza, musica.
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41:24
E da lì passavano anche grandi personaggi come Demetrio Stratos, che è stato un po' il mio ispiratore dal punto di vista musicale, ma non soltanto della ricerca, della della creatività.
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41:34
Tutto per dire che ovviamente Frigidaire era quella dell'organo di informazione straordinario che raccontava e attivava un pensiero che era anche di provocazione, raccontavano tutto quello che volevamo sentire, era come dire l'alternativa al sistema.
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Nicolò Porcelluzzi
41:54
La prima esibizione dal vivo di
Jo Squillo
come cantante risale al settantanove nell'ambito di un festival rock auto organizzato in Piazza Duomo.
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42:04
È un festival che si chiamava Milano Città di Merda.
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Jo Squillo
42:09
Il rock rompe con lo schema, il rock fa piangere la mamma, il rock è schizzare, il rock è una situazione intelligente, violenta e attiva.
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Nicolò Porcelluzzi
42:21
Ecco quelli erano anni molto impegnati a livello politico.
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42:25
Non era proprio facile difendere quello striscione di fronte alla
Milano
operosa e operaia.
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42:31
Eppure dal racconto di Jo Squillo, scritto quasi quarant'anni fa, viene fuori un idealista che se crede in qualcosa, come dire, non si tira indietro.
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Jo Squillo
42:39
Frigidaire è stato anche quel giornale che ha accolto la campagna Tampax Gratis.
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42:45
Avevo fatto una fotografia molto forte con lo slip pieno di sangue e era una una fotografia che raccontava perché un bene considerato di lusso, tassato al pari dei tartufi, in realtà era uno strumento importantissimo di vita quotidiana per per il femminile insomma.
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Nicolò Porcelluzzi
43:06
Si trattava di una campagna parecchio esplicita, che non andava giù a molti, anche con delle sorprese.
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43:12
Per esempio, lo racconta
Jo Squillo
nella sua intervista su Frigidaire, l'otto marzo dell'ottanta un gruppo di militanti femministe non viene indicato quale ramo di una galassia molto diversificata, invadono il palco della Candeggina Gang per staccare lo striscione "tampax per tutte" e boicottare quella musica, a quanto pare, troppo sguaiata.
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43:36
Insomma, la militanza nella Candeggina Gang magari non verteva su studi troppo articolati, ma cercava a suo modo un percorso alternativo a quelli che all'epoca sembravano presentarsi come gli unici tracciati.
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43:49
Fino a quando, già squillo, decide di lanciarsi nella battaglia politica.
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43:53
Sei anni prima di
Cicciolina
, va detto, in una lista rock da presentare alle comunali.
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Jo Squillo
43:58
La lista rock è stata una delle esperienze più pazzesche penso del a
Milano
, di quello che si è vissuto come movimento.
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44:09
I nostri comizi erano dei concerti con fuochi d'artificio e scorribande varie.
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44:15
Era il nostro simbolo era questo, che era il dito medio alzato, che poi abbiamo visto è stata come dire fonte di ispirazione, oltre che di Cattelan davanti alla borsa anche di
Milano
, anche del nostro Grillo che ci ha fatto ci ha costruito un movimento, era il vaffanculo in realtà, e non a caso noi volevamo e abbiamo ottenuto l'ultimo posto nella graduatoria della, come dire, visiva delle liste, proprio per mandare a fanculo tutti gli altri partiti.
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44:46
Insieme a me che ero capolista, avevo chiamato a raccolta la
Milano
diversa, insieme a me c'era un senzatetto che raccontava proprio esattamente la vita no, come poteva cambiare e che cosa le istituzioni avrebbero potuto fare per non creare e non lasciare, come dire le persone senza casa e che è stata la prima lista di civica indipendente.
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45:09
Dopo sono arrivati i verdi.
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45:11
Mi ricordo che noi ci trovavamo in
Santa Marta,
ma anche in in Duomo, in Piazza Mercanti quindi tutto un movimento di giovani indiani metropolitani, di gente che a un certo punto si radunava la sera e poi si andava in giro per le strade a fare a fare, a fare scorribande cioè con i tamburi, con tutto il rumore che potevamo fare proprio per svegliare quella città, quella
Milano
che poi allora appunto era all'inizio della
Milano
da bere, ma che noi volevamo oltre che bere fosse una
Milano
socialmente molto più attenta.
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Nicolò Porcelluzzi
45:45
I vent'anni di Jo Squillo, sono stati senza dubbio all'insegna dell'io cosmico o quello che Sparagna in un altro editoriale definisce l'evasione fatta di carne che si raggiunge cito, muovendo il culo dalla sedia, andando a cogliere la gioia dove lo spirito affluisce nel nostro corpo.
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46:04
Insomma, come dire, l'esatto contrario di quello che abbiamo vissuto tutti durante la pandemia.
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46:11
Quarant'anni fa poi non c'erano i social network per sfogarsi a caso e parlare da soli, però c'erano le lettere che ancora oggi possono aiutarci a capire cosa ci fosse nella mente di chi passava all'età adulta in quegli anni, di cosa parlavano le ragazze e i ragazzi e che cosa li angosciava.
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46:30
Nel prossimo episodio ci immergeremo nelle acque psichiche di quegli anni.
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Ivan Carozzi
46:40
Ohi Nico ciao, sono alla stazione degli autobus alla Barona sotto la pioggia.
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46:47
Volevo dirti che per la chiusura della seconda puntata, dove dici acque psichiche e dove parli di giovani negli anni ottanta, ho trovato un discorso di Nichi Vendola, l'ex governatore della Regione Puglia, dell'ottantotto, quando Vendola aveva credo si no trent'anni e dove parla di condizione giovanile negli anni ottanta e ti mando il link.
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Nichi Vendola
47:21
La serenità, il gioco, la salute, l'informazione, la formazione, la sessualità.
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47:29
Dove sono questi diritti per esempio nel percorso di vita di un adolescente?
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47:34
La serenità è quella dell'assordante rumore metropolitano.
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47:39
Il gioco spesso è un gioco al massacro.
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47:43
Quanti suicidi tra adolescenti per paura di un insuccesso scolastico, la salute è permanentemente malata e per tutti, l'informazione ignora nei suoi dati di fondo la condizione giovanile.
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47:58
La formazione troppo sovente è dequalificazione.
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48:03
Qualcuno ha detto educastrazione.
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48:06
La sessualità è ancora paura, tabù, colpa, violenza.
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48:11
Chiediamo una casa senza barriere architettoniche per nessuna tipologia di diverso, senza stanze di punizione o di contenzione, senza labirintici oscuri corridoi dove tramare, senza sbarre alla finestra, senza galatei domestici che separino i maschietti dalle femminucce, senza angeli e senza demoni del focolare, senza bambolotti inespressivi e muti che si chiamano bimbi, senza siringhe di plastica in un angolo e senza una triste cartolina che viene dall'inferno di San Patrignano.
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48:50
Questo significa credo il nostro slogan "cambia faccia alla politica".
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Nicolò Porcelluzzi
49:01
FRIGO!!! è una serie podcast di Chora Media promossa da CP Company.
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49:06
È stata scritta da Nicolò Porcelluzzi e Ivan Carozzi.
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49:09
Ha collaborato Alessi Rafanelli, la cura editoriale è di Michele Rossi e Marco Villa.
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49:16
La post produzione è di Massimo Carozzi.
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49:19
I producer sono Matteo Perkins e Matteo Scelsa.
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49:23
Coordinamento tecnico di Guido Bertolotti.
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49:26
Il fonico di studio Federico Slaviero per pm nove.
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49:30
Musiche addizionali su licenza Machiavelli Music.
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49:36
Grazie a Pasquale Cardillo,
Vincenzo Sparagna
, Jo Squillo.
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49:41
Grazie a
Radio Radicale
e Fuffi Sonnino per i materiali concessi.
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Add podcast
🇮🇹 Made with love & passion in Italy. 🌎 Enjoyed everywhere
Build n. 1.38.1
Nicolò Porcelluzzi
Pasquale
Vincenzo Sparagna
Paolo Hutter
Ilona Staller
Vincino
Giulio Andreotti
Jo Squillo
Ivan Carozzi
Nichi Vendola
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