Sunday, Aug 28, 2022 • 15min

Ep.7 - La campagna dei senza volto

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C’erano una volta le preferenze. Amate, temute, maledette. Erano la formula magica per conquistare un seggio alla Camera o in Senato. I candidati ci mettevano la faccia, gli elettori sceglievano i nomi di chi volevano in parlamento. Erano i tempi della prima Repubblica, quando si battevano i territori a caccia di preferenze. Una dopo l’altra, un pacchetto di voti sommato all’altro. Da allora sembrano passati secoli, oggi che in Italia la preferenza è bandita dal sistema elettorale e le liste sono “bloccate”. Oggi che a metterci la faccia è solo uno: il Leader. E a decidere tutto sono i partiti: prendere o lasciare. Benvenuti nel Paese delle meraviglie, dove si svolge la non-campagna elettorale dei candidati senza volto. Il contributo audio di questa puntata è tratto dal programma Faccia a Faccia del 22 febbraio 2016, disponibile su La Sicilia Web.
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Talking about
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Speakers
(2)
Marco Damilano
Vladimiro Crisafulli
Transcript
Verified
00:06
Chora
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Marco Damilano
00:10
É una sera di febbraio del duemila e otto e siamo a
Enna
, in
Sicilia
.
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00:19
Quando il pullman del segretario del
PD
Walter Veltroni
entra in città, c'è un tempo da lupi, piove e tira vento.
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00:28
Ad accoglierlo trova decine di manifesti che tappezzano i muri di tutta la città con una sola scritta "il vostro candidato invita a votare
Partito Democratico
" così, senza firma né volto.
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00:43
Il candidato non ne ha bisogno.
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00:45
Gli elettori sanno bene chi è.
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00:47
Lo chiamano il Barone Rosso, rappresentante indiscusso della politica di
Enna
, esponente di primo piano del
Partito Democratico
in
Sicilia
, conosciutissimo anche in
Italia
. Il suo parere conta e alcuni colleghi, anche quelli che non sono proprio amici suoi, dicono "a
Mirello
a testa ci cammina."
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01:10
E allora ecco con noi l'ospite del faccia a faccia di oggi
Vladimiro Crisafulli
detto come si scrive oggi,
Mirello
.
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01:20
Buonasera
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Vladimiro Crisafulli
01:21
Buonasera a tutti. Buonasera e grazie anche per la presentazione.
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01:26
Bella presentazione.
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Marco Damilano
01:27
Capelli impomatati, mani tozze, licenza di scuola media, una carriera tutta l'ombra del Pc e del Pds.
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01:34
Vladimiro Crisafulli
, detto
Mirello
, è il politico più potente di
Enna
e ama vantare in pubblico la sua imbattibilità.
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01:44
A Enna
, dice, vinco col proporzionale, col maggioritario e pure col sorteggio.
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01:53
Quando nel millenovecento novantuno si candida per la prima volta alle elezioni regionali siciliane, nella sua provincia prende oltre novemila preferenze.
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02:05
Nel duemila e otto invece, quasi vent'anni dopo,
Mirello
l'imbattibile non ha bisogno neppure di un voto, la sua elezione è già garantita dalla presenza in lista.
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02:17
E il manifesto del candidato ignoto sta lì a indicare al suo fedele elettorato un compito paradossale.
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02:26
Se mi volete bene, questa volta non scrivete il mio nome sulla scheda, la annullereste.
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02:34
Benvenuti in
Italia
, il Paese delle meraviglie dove prima del voto si svolge la non campagna elettorale dei non candidati.
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02:44
Sono
Marco Damilano
e questo è un podcast di Chora Media, si chiama Ex Voto.
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02:53
L'hanno chiamata Porcellum.
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02:57
È la legge elettorale scritta nel duemila cinque dal senatore leghista
Roberto Calderoli
, che prevede le famigerate liste bloccate, liste composte dai partiti su cui non è possibile esprimere preferenze.
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03:13
Al tempo del Porcellum la campagna elettorale è inesistente, i tabelloni elettorali?
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03:20
Più vuoti della spiaggia di
Pesaro
d'inverno.
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03:23
I teatri e le piazze? Deserti e disertati.
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03:26
Desolanti pure i siti internet, con le agende in bianco prive di appuntamenti.
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03:32
I futuri parlamentari girano in branco di palco in palco ad ascoltare il leader l'unico che si dà da fare per cercare voti.
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03:41
Quei pochi che vorrebbero menare le mani vengono trattati come fastidiosi seccatori.
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03:48
Qualche anno fa perfino una veterana del mestiere come la radicale
Emma Bonino
raccontava di essersi offerta per andare in giro a tenere comizi, ma che la sua disponibilità non era stata raccolta.
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04:00
Altri candidati, invece, vengono caldamente invitati a non far conoscere la loro esistenza.
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04:07
Mostrarsi in pubblico potrebbe addirittura costare dei voti al loro partito.
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04:15
Sono i cosiddetti paracadutati, quelli a cui è garantito un posto sicuro in regioni dove non hanno mai messo piede.
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04:25
Gente come il centrista
Italo Tanoni
, l'ex, segretario factotum di
Lamberto Dini
che, piazzato in
Liguria
nel duemila e sei, assicurava "Una buona ragione per essere eletto a Genova? Mi piace il pesto."
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04:40
O la bionda forzista Michela Biancofiore, nata a
Bolzano
e catapultata alle elezioni del duemila e otto in
Campania
, che cercando cercando sfoderò uno zio acquisito ad
Avellino
.
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04:56
Meglio non farli vedere in giro, in effetti.
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05:00
A cancellarle dai muri, le facce, ci ha pensato
Berlusconi
.
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05:05
Già nel duemila e uno aveva ordinato "sui manifesti di
Forza Italia
voglio vedere un solo sorriso, il mio" qualcuno obbedì senza fiatare.
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05:15
L'avvocato di
Berlusconi
,
Cesare Previti
, che pure del suo volto aveva una discreta considerazione, rinunciò a foto e nome sui manifesti del collegio Ventidue di Roma, Tomba Di Nerone, dove era sicuro di essere eletto anche senza tanta pubblicità.
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05:33
I manifesti col solo volto del capo, in effetti, sarebbero stati utili per evitare incidenti come quello capitato a
Sergio De Gregorio
.
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05:43
Nel duemila e cinque
De Gregorio
si presenta alle elezioni regionali in
Campania
con
Forza Italia
.
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05:51
L'accordo è fatto e a poche ore dalla chiusura ufficiale delle liste, il candidato riempie tutta la Provincia di
Napoli
di giganteschi sei per tre con il suo faccione, la scritta "finalmente" e il simbolo del partito di
Berlusconi
.
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06:08
All'ultimo momento, però, la candidatura salta e
De Gregorio
è costretto a chiedere asilo nella
Dc
di
Gianfranco Rotondi
.
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06:17
I manifesti, però, sono già appesi con il simbolo sbagliato.
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06:22
Come si fa?
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06:23
Nessun problema, nottetempo gli attacchini passano a coprire il tricolore di
Forza Italia
con una pecetta, un foglio bianco, in attesa di ristampare i manifesti con il partito giusto.
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06:38
De Gregorio
è protagonista di un altro episodio, diciamo memorabile, della politica italiana.
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06:44
Eletto con il partito dell'ex pm
Antonio Di Pietro
nelle liste del centrosinistra, nel
Duemila
e otto sarà determinante per far cadere il Governo Prodi.
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06:55
Da un giorno all'altro passerà da sinistra a destra in uno dei più clamorosi cambi di casacca degli ultimi anni, per cui, ha ammesso in seguito durante un processo, incassò da
Berlusconi
due milioni di euro.
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07:10
Candidati senza partito e partiti senza candidati, campagne elettorali lunari senza segni di vita, solo polvere e sassi, residui di rappresentanza, dove si vota per un solo nome e una sola faccia, quella del capo, tutti gli altri a seguire.
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07:29
Colpa del Porcellum, lo abbiamo detto.
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07:32
L'attuale legge elettorale, quella con cui si voterà il venticinque settembre, il
Rosatellum
non ha cambiato la situazione e a ben guardare, la legge che ha istituito le liste bloccate è solo l'ultimo stadio di un'involuzione cominciata già molti anni prima.
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07:51
Siamo nel millenovecento settantanove in piena campagna elettorale e
Giampaolo Pansa
riesce a salire sulla Alfetta con cui l'andreottiano di ferro
Franco
Evangelisti
si spostava di comizio in comizio.
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08:06
L'intervista che ne esce fuori, letta quarant'anni dopo, racconta un modo di fare politica oggi inimmaginabile.
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08:13
"Vedi" dice
Evangelisti
"noi democristiani siamo sempre stati cacciatori di preferenze avveduti, tenaci, bravi. Io sono uno dei più bravi."
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08:29
Segue un'epopea del consenso fatta di lunghe tavolate, grandi mangiate, il candidato come uno sposo a caccia di dote.
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08:39
Evangelisti
è sfacciato "Mi chiedete se sono venuto qui per avere preferenze? Ebbene sì, avete ragione" ma anche incazzoso.
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08:48
"Sono una specie di robot, salto in macchina e quello che trovo trovo. A volte trovo bene. A volte trovo male. Tra l'alta borghesia vogliono sapere tutto, spaccano il capello in quattro e poi magari non ti votano nemmeno. Vaffanculo."
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09:05
Poi alla fine del racconto una profezia, guai se fossero abolite le preferenze, che gusto ci sarebbe a fare le campagne elettorali tutti uguali, tutti appiattiti.
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09:17
Invece così è una festa.
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09:22
Oggi la festa è finita.
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09:26
In origine c'era la preferenza.
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09:30
Amata, temuta, maledetta.
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09:33
La formula magica con cui conquistare un posto in Parlamento e poi chissà, un posto di Governo o di sottogoverno.
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09:42
Era il meccanismo implacabile con cui si doveva formare la classe politica.
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09:48
La carriera si faceva così, con l'escalation di voti personali.
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09:52
Andreotti
,
Moro
, De Mita tutti i campioni e i gregari della prima
Repubblica
erano instancabili cacciatori di preferenze.
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10:03
L'elettore lo si corteggiava in tutti i modi, si faceva leva sull'appartenenza di categoria artigiani, commercianti, medici.
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10:12
Il deputato
DC
Lino Aldi, per dire, amava presentarsi dicendo "Ho sempre vissuto con i cavalli e per questo sarò votato dall'ANACT, allevatori del cavallo trottatore."
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10:24
Oppure si puntava sulle comuni origini abruzzesi, marchigiani, calabresi che chiedevano il voto ai loro compaesani emigrati in terra ostile.
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10:34
"La nostra terra è rimasta nel cuore, quanti di noi sono costretti a cercare lavoro altrove" assicuravano alla fine degli anni ottanta i candidati campagnoli, Andreoni e Garbo, tre pavesi in esilio a Milano, un mondo cattivo a poche decine di chilometri da casa.
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10:57
E si votava naturalmente per interessi, per favori dati e ricevuti.
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11:03
Alfredo Vito, detto mister centomila preferenze, non aveva bisogno di manifesti per fare il pieno di voti, gli bastava l'archivio, trentamila elettori da accontentare, il tutto senza computer, era il millenovecento ottantasette.
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11:23
Nel duemila e quattro alle elezioni europee, un big come
Massimo D'Alema
ha applicato la stessa ricetta per conquistare un seggio nell'immensa circoscrizione sud che comprende sei regioni dall'Abruzzo allo Stretto.
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11:40
La sfida era superare le seicento trentatremila preferenze ottenute da
Berlusconi
.
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11:55
Uno spettacolo imperdibile per me che l'ho seguito come cronista, il leader figlio prediletto del
Partito Comunista
, che indossa i panni del politico meridionale a caccia di consensi,
D'Alema
come padre Pio come un santo da portare in processione, da invocare per ottenere la grazia.
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12:20
Un sabato sera di maggio San Massimo fa il suo ingresso alla festa patronale di
Supersano
, minuscolo centro del Salento, quattromila e seicento ottantadue abitanti.
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12:35
Perfettamente a suo agio tra luminarie, bancarelle, vecchi con la coppola, il bastone, le mani callose, la cravatta sotto il maglione.
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12:46
Una donna con i capelli bianchi si avvicina, si inchina e gli bacia la mano, il gesto di devozione verso il potente
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12:57
D'Alema
è paziente, accetta il baciamano con la bocca chiusa in una smorfia.
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13:02
Al banchetto del comitato organizzatore il leader, ateo dichiarato, estrae senza batter ciglio una banconota da cinquanta euro, riceve un'immagine netta della Madonna e la conserva religiosamente in tasca.
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13:16
"La migliore manifestazione elettorale di oggi" commenta soddisfatto alla fine di una giornata cominciata con un matrimonio in una masseria di
Gallipoli
.
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13:28
"È qui che si prendono voti" dice "mica con i discorsi".
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13:36
Nel duemila e quattro
D'Alema
macina centinaia di chilometri al giorno, migliaia di mani da stringere, quattro cinque comizi in poche ore, ma da giovane, racconta, ne faceva anche dieci.
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13:50
Una media di due colpi di tosse e un bicchier d'acqua in otto discorsi a braccio, vescica di ferro.
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13:59
Incontri con imprenditori, lavoratori socialmente utili, infermieri, pescatori è il mercato delle preferenze, ingrediente tipico di ogni campagna elettorale.
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14:10
Accordi tra i capi corrente, costruzione di cordate a prova di tradimento.
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14:15
Andrà bene.
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14:17
Riceverà ottocento trentadue mila voti personali, quasi il doppio del Cavaliere, a
D'Alema
la faccia è sempre stato felice di metterla.
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14:27
Mentre da qui al venticinque settembre il cammino verso il seggio parlamentare per tanti altri sarà diverso. Invisibile.
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14:41
Ex Voto è un podcast di
Marco Damilano
prodotto da Chora Media, scritto con Tommaso De Lorenzis e Matteo Miavaldi, la cura editoriale è di Francesca Milano. la supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli, la post-produzione e sound design sono di Guido Bertolotti, il producer é Peverengo.
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15:04
Il contributo audio di questa puntata è tratto dal programma "Faccia a faccia" del ventidue febbraio duemila sedici, disponibile sulla Sicilia Web.
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🇮🇹 Made with love & passion in Italy. 🌎 Enjoyed everywhere
Build n. 1.38.1
Marco Damilano
Vladimiro Crisafulli
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