Wednesday, Feb 23, 2022 • 15min

Ep.3: “Il futuro è nell’elettrico”

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Per raggiungere i risultati indicati dagli accordi sul clima, anche il settore della mobilità deve essere rivoluzionato e reso più sostenibile. Spesso si pone l’accento solo sui veicoli elettrici, ma il discorso è, in realtà, molto più ampio. Una mobilità davvero sostenibile, infatti, si compone di più soluzioni, che possono integrarsi tra loro: comprare l’auto elettrica o il monopattino, usare mezzi pubblici o in sharing, preferire la bicicletta o spostarsi a piedi sono tutte scelte amiche dell’ambiente. E servono incentivi e grossi investimenti da parte delle istituzioni, che riguardino non solo il modo in cui ci muoviamo noi, ma anche lo spostamento delle merci. Cerchiamo di capire come con Anna Donati, esperta di mobilità sostenibile e coordinatrice del Gruppo Mobilità del Kyoto Club.
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Talking about
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Speakers
(2)
Anna Donati
Giampiero Kesten
Transcript
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Giampiero Kesten
00:10
Il futuro è nell'elettrico! Un momento, il futuro è nelle elettrico? Nel senso, le macchine elettriche inquinano meno ovviamente questo è chiaro, ma ogni volta viene fuori qualcuno che dice ad esempio che produrre un'auto elettrica inquina e di per sé non è mica falso, però é sicuramente meglio di un bel turbodiesel smarmittato e poi ci sono i biocarburanti di cui si parla poco, ma possono essere generati anche dalla raccolta differenziata dell'organico e dagli oli di scarto della cucina per esempio, il che è bene in ottica di circolarità.
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00:39
Detto questo però non è mica facile capire davvero l'impatto di tutte queste soluzioni, ci sono tante variabili. Per esempio c'è il tema di come viene prodotta l'elettricità per caricare le auto elettriche, se arriva dal carbone allora cambia poco e poi c'è lo smaltimento delle batterie, non possiamo lanciarle nello spazio come
Elon Musk
con le sue Tesla.
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00:58
Certo, direte voi, si può andare a piedi, usare i mezzi pubblici o andare in bici però mica sempre è possibile, quello che è certo è che quello della mobilità è un settore che deve essere rivoluzionato e reso sempre più sostenibile, se vogliamo arrivare a raggiungere i risultati indicati dagli accordi sul clima.
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01:20
Economia circolare, decarbonizzazione, mobilità sostenibile, sono parole che sentiamo ogni giorno ormai, ma ti sei mai fermato un secondo a chiederti: "ma io so davvero cosa significano e cosa c'entrano con la mia vita di tutti i giorni?" Io sono Giampiero Kesten e questo è dicono che, un podcast di Chora Media promosso dal gruppo Hera in cui rispondiamo ad alcune domande sul futuro del pianeta. Sfatiamo i falsi miti e ti diamo gli argomenti giusti per fare bella figura durante le conversazioni in ufficio, alle feste comandate o anche al bar sotto casa. No, aspetta, non è solo questione di fare bella figura, ma di capirci davvero qualcosa per fare ciascuno la propria parte.
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02:00
Abbiamo capito quindi che sulla mobilità ci sono un sacco di se e di ma, per scioglierli mi sono rivolto ad
Anna Donati
, esperta di mobilità sostenibile e coordinatrice del Gruppo Mobilità del Kyoto Club, così siamo sul sicuro.
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02:14
Allora cominciamo da una domanda base l'auto elettrica è comunque più ecologica di quella motore termico? Cioè quella classica che va a benzina, diesel che funziona con la combustione di qualcosa insomma.
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Anna Donati
02:23
Sì gli esperti soprattutto di energia, ma anche di cicli produttivi e di uso del veicolo, ci dicono che anche con la attuale mix energetico, dove il quaranta per cento energia rinnovabile, il motore elettrico in realtà è un motore molto più efficiente di quello a diesel e benzina.
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02:41
Naturalmente siamo solo agli inizi di una rivoluzione che avrà bisogno di tante nuove tecnologie, di molte rinnovabili, di un uso comunque moderato, perché quando parliamo di veicolo parliamo di spazio pubblico, di sicurezza, di città, quindi non c'è dubbio che è una buona partenza ma è un pezzo della soluzione.
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Giampiero Kesten
03:03
Un ottimo inizio se non altro, ma quindi se prendiamo un'auto elettrica come possiamo conoscere l'impatto della sua produzione o dello smaltimento delle batterie?
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Anna Donati
03:11
Questo è un tema chiave, perché se vogliamo davvero uno sviluppo esteso dei veicoli elettrici, che naturalmente non deve riguardare solo le automobili ma deve riguardare anche, per esempio, la distribuzione delle merci, i motoveicoli, i motorini, la bicicletta, questo richiede due cose: molta energia, energia rinnovabile, perché il veicolo del futuro deve essere alimentato da energia rinnovabile, non dobbiamo essere più dipendenti dalle fossili, dai carburanti fossili e secondo il tema batterie, che è un tema su cui si sta investendo molto a livello mondiale proprio per ridurre e innovare le tecnologie. Adesso le batterie sono poche, quando diventeranno tante dobbiamo fare in modo che non ci ritroviamo un ulteriore problema che è quello del loro smaltimento.
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Giampiero Kesten
04:02
Chiaro! Dobbiamo evitare di ritrovarci sepolti di batterie esauste. Senti, il mercato dell'elettrico sembra si stia dando una mossa ma pare che rappresenti ancora meno del cinque per cento del mercato di auto. Perché va così piano?
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Anna Donati
04:13
Credo che le ragioni siano due tipi, da un lato c'è un sistema ultra consolidato e che naturalmente tende anche a difendere la sua posizione in modo anche lecito, a volte anche con qualche colpo basso, dall'atro c'è un nuovo sistema elettrico che ha bisogno di infrastrutture di ricarica, c'è una ricerca sui veicoli, c'è una ricerca sulle batterie, c'è bisogno di energie rinnovabili che devono essere la base dello sviluppo dei veicoli elettrici, senza dimenticare che tutta questa ricerca e questa innovazione dovrebbe produrre anche una riduzione del prezzo, perché per molti cittadini e cittadine italiane un veicolo elettrico è un veicolo ancora molto costoso, almeno alla partenza, nel senso che acquistarlo richiede un certo impegno.
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05:09
Certo! Ci sono degli incentivi e questi incentivi sul veicolo elettrico speriamo che restino e poi bisognerebbe fare anche dei conti più complessivi di quanto costa, puoi mantenere un veicolo elettrico che tutte le esperienze e gli esperti ci dicono essere più basso di un veicolo a combustione fossile.
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05:30
Voglio ricordare il Green Deal Europeo dice che entro dieci anni dobbiamo ridurre la CO due del cinquantacinque per cento rispetto al novanta e questa è una sfida veramente complessa, difficile per tutti, anche per
l'Italia
, per
l'Europa
e direi per tutto il resto del mondo, ma ricordo che i trasporti contribuisce per il, complessivamente i trasporti il ventisei percento, il trasporto su strada di questo ventisei percento è oltre il novanta per cento, non dimentichiamo che abbiamo una quota di trasporto merci molto robusta, abbiamo un sistema di distribuzione urbana di logistica merci che impatta moltissimo.
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06:14
Abbiamo anche un trasporto pubblico che ha bisogno di molto ammodernamento, di molti investimenti, proprio perché quello che serve è il giusto mix, nuove tecnologie, tecnologie pulite, ma anche meno auto e più alternative all'auto, che significa ragionare delle nostre città, della sua dimensione, dei suoi servizi, perché la mobilità è il prodotto di tutto quello che accade nei nostri territori e nelle nostre città.
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Giampiero Kesten
06:45
Però qualcosa si muove, mi sembra che già alcuni marchi hanno detto che abbandoneranno del tutto il motore a combustione interna. Secondo te a un certo punto sparirà del tutto?
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Anna Donati
06:53
Io ritengo di sì, è chiaro che i tempi possono essere molto differenti. Ricordo che a livello europeo è stata avanzata la proposta a Luglio del duemilaventuno dalla
Commissione Europea
che al duemilatrentacinque non sia più possibile vendere auto a motore endotermico e quindi puntare con decisione alla vendita solo di veicoli elettrici. È Chiaro che passare dall'attuale sistema diciamo "fossile", tra virgolette, al sistema elettrico da rinnovabili è un processo, implica i nuovi sistemi industriali, implica nuove competenze meccatronica, per esempio molta tecnologia, anche perché la veicolo elettrico è un vei, è un veicolo anche da riprogettare molto diverso, molto più semplificato, che richiede anche nuove tecnologie. Tradurre tutto questo, il sistema industriale in lavoro e occupazione, nonché naturalmente in offerta di modelli per i clienti, è chiaro che è un processo piuttosto lungo.
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Giampiero Kesten
08:09
Ok ma allora scusa, nel frattempo non conviene puntare tutto sulla sharing? A partire dalle città sono sempre più diffusi i noleggi di bici e auto, soprattutto elettriche.
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Anna Donati
08:19
Non c'è dubbio che la rivoluzione digitale che ci ha consegnato, diciamo ormai in mano a quasi tutti i cittadini uno smartphone, ha dato il via anche alla sharing mobility di cui parliamo in realtà da molto tempo, voglio ricordare che in
Italia
il primo provvedimento per la sharing mobility è del millenovecentnovantotto, il ministro per l'ambiente Ronchi. Perché è importante la sharing mobility e condividere un veicolo? Perché noi abbiamo in
Italia
un primato, seicentotrentotto auto ogni mille abitanti utilizzate tutti i giorni per il dieci per cento e il novanta percento sono auto in sosta, quindi occupiamo stabilmente uno spazio pubblico pregiato importante, le nostre strade, i nostri centri storici, le nostre piazze per un veicolo che sostanzialmente ha molto fermo. Quindi l'idea di utilizzare un veicolo quando mi serve e poi scendo e lo utilizza un'altra persona è molto importante, perché ci consente in prospettiva di ridurre il numero delle auto in circolazione.
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09:28
È Chiaro che per certi territori, piccoli paesi o bassa densità, borghi, probabilmente resterà ancora così ma se noi, almeno nelle città medie e grandi, abbiamo un sistema di sharing in cui io di volta in volta uso il trasporto pubblico, un veicolo, un veicolo merci se devo caricare qualcosa, il monopattino, la bicicletta o cammino, questo giusto mix ci potrà dare un contributo importante per la mobilità sostenibile del futuro, che adesso pesa moltissimo in termini negativi sul piano ambientale.
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Giampiero Kesten
10:04
Quindi per cambiare dobbiamo partire dalle città mi pare di capire, ma come deve cambiare la mobilità urbana per essere più sostenibile?
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Anna Donati
10:11
Indubbiamente
L'Italia
soffre non solo di un elevato numero ed uso di veicoli privati, ma anche di una debolezza del trasporto collettivo e questo vale nelle città, nelle aree metropolitane ma anche a livelli regionali. La maggioranza dei cittadini e delle cittadine che si sposta ha bisogno di un servizio vicino a casa propria per fare cinque, dieci, quindici venti, in genere massimo cinquanta chilometri, è lì che noi dobbiamo agire molto potenziando i treni pendolari, i treni da utilizzare tutti i giorni del trasporto locale.
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10:53
Ci sono tutta una serie di statistiche che vanno citate, in cui si vede che noi abbiamo un deficit rispetto alle altre città europee dove non so, le reti tranviarie sono il sessanta percento di meno, le reti metropolitane il settanta percento di meno, quindi lì bisogna investire! Devo dire, perché è corretto e opportuno farlo, che il piano nazionale di ripresa e resilienza destina significative risorse, purtroppo insufficienti, ma comunque significative, perché si realizzino nei prossimi anni cinquanta chilometri di nuove reti metropolitane e almeno duecento di reti tranviarie, perché questo è quello di cui hanno bisogno le nostre città, aree metropolitane e territori.
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11:42
Quindi anche qui il tema della innovazione, elettrificazione e maggiori servizi è un elemento chiave per far sì che si possa chiedere ai cittadini e alle cittadine, con un certo vigore, un cambiamento di rotta, lasciare a casa la propria automobile, tra virgolette, con piacere, perché ho in alternativa dei servizi, un giusto mix di servizi che mi consente di spostarmi e svolgere le mie attività, le mie relazioni, il mio tempo libero e andare al lavoro o studiare in modo sostenibile.
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Giampiero Kesten
12:20
Ultimissima domanda molto concreta da parte della nostra community. Quali sono le tre cose accessibili a tutte e tutti che potremmo cambiare nella vita di tutti i giorni per fare la differenza?
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Anna Donati
12:30
Naturalmente qui stiamo parlando a persone che vivono a tante latitudini della nostra bella
Italia
, quindi è chiaro che dare un consiglio utile per tutti è sostanzialmente impossibile, però credo che ognuno di noi si debba da, domandare se lo stesso spostamento lo può fare in un altro modo, per esempio a piedi e in bicicletta, se posso utilizzare di più tutti i giorni il trasporto collettivo, se posso anche un po' risparmiare mobilità. Adesso c'è tutto un dibattito anche su questo, sulla città a quindici minuti, sui servizi di prossimità. In fondo abbiamo visto durante il lockdown che abbiamo riscoperto un po' i nostri quartieri, i servizi di prossimità, i negozi sotto casa ecco, anche questo è un pezzo della soluzione.
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13:26
È chiaro che chi sta in un'area storica e a molti servizi a disposizione potrà muoversi più a piedi, chi sta in una prima periferia magari ha una rete di trasporto collettivo, non dico adeguata, ma sicuramente esistente, è chiaro che chi sta oltre tangenziali e in aree disperse sarà ben difficile chiedergli subito un comportamento adeguato e ridurre il proprio consumo di automobile. Quindi anche il tema della transizione ecologica del futuro che ci attende deve essere anche un tema di responsabilità e di comportamenti personali, dove non lo immaginiamo che tocca sempre a qualcun altro cambiare, ma dobbiamo riflettere e fare anche noi individualmente la nostra parte.
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Giampiero Kesten
14:19
Quando si parla di mobilità sostenibile si rischia spesso di fare un po' di confusione o al contrario, di semplificare troppo, facendola diventare una battaglia fra motore elettrico contro motore termico, ma le cose sono un pochino più complesse, nel senso che la mobilità sostenibile è di fatto un insieme di soluzioni, dallo sharing ai mezzi pubblici, all'ideale della città in quindici minuti che ci permette di spostarci con il mezzo più sostenibile del mondo: i nostri cari vecchi piedi, e se volete battere traffico, velocità di spostamento e farvi anche del bene beh, i pedali sono imbattibili e occhio! Lo rimarranno ancora per molto tempo.
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