Wednesday, Feb 9, 2022 • 17min

Ep.1: “È soltanto maltempo” 

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Le attività umane generano emissioni che, sempre più, alterano gli equilibri dell’ecosistema e producono impatti anche sul clima. Le conseguenze sono qui, oggi, e sono disastrose, perché gli eventi meteoclimatici avvengono con una frequenza e un’intensità mai viste prima. Ecco perché è importante darsi subito da fare per contribuire a invertire la rotta e ridurre la temperatura terrestre. Senza limitarsi a liquidare le temperature infernali come “un’estate più calda”, le gelate primaverili come “un’annata sfortunata”, e le inondazioni e gli uragani come soltanto “maltempo”. In questo episodio, il climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli ci chiarisce alcuni concetti cardine su questi fenomeni.
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Talking about
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Speakers
(2)
Gianpiero Kesten
Luca Mercalli
Transcript
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Gianpiero Kesten
00:17
L'estate del 2021, fra le altre cose, la ricorderemo come un'estate di fuoco. No, non perché hai fatto conoscenze memorabili in spiaggia, almeno non solo per quello, ma proprio per le temperature, abbiamo battuto dei record pazzeschi, solo che quella di sfondare il termometro con temperature tipo la saga di
Mad Max
in genere è un'attività che di buono ha pochissimo, anzi in genere è molto, molto male, e in
Europa
l'estate 2021 è stata più calda di quasi un grado rispetto alla media degli ultimi dieci anni.
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00:46
Un grado è un salto pazzesco in così poco tempo e quando poi è la volta del freddo molto freddo, delle ghiacciate che distruggono i raccolti, eccetera eccetera, puntuali come i mandarini a Natale i soliti dicono, "Ma quale riscaldamento globale va qua che è tutto ghiacciato!" E magari ci credono pure, magari nel senso che sarebbe figo se ci stessimo inventando tutto ma ahimé no, niente scie chimiche, niente 5G, niente terra piatta, terra tonda ma caldissima e gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti.
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01:24
Economia circolare, decarbonizzazione, mobilità sostenibile. Sono parole che sentiamo ogni giorno ormai, ma ti sei mai fermato un secondo a chiederti, "Ma io so davvero cosa significano e cosa c'entrano con la mia vita di tutti i giorni?"
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01:39
Io sono Gianpiero Kesten e questo è dicono che, un podcast di Chora Media promosso dal gruppo Hera in cui rispondiamo ad alcune domande sul futuro del pianeta. Sfatiamo i falsi miti e ti diamo gli argomenti giusti per fare bella figura durante le conversazioni in ufficio, alle feste comandate o anche al bar sotto casa. No aspetta, non è solo questione di fare bella figura, ma di capirci davvero qualcosa per fare ciascuno la propria parte.
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02:06
Si sta rompendo il pianeta, questo è chiaro, ma come mai? È lui che ha deciso che a un certo punto basta non funziona più, mi sono rotto le scatole, la garanzia è scaduta e cose così? No ma va, La colpa è sempre dell'uomo, anche della donna, Nel senso dell'umanità intendo, Perché sono le cose che facciamo noi che hanno mandato in vacca gli equilibri di un sistema che di suo, ti giuro, se la cavava benissimo. Qualche meteorite ogni tanto, glaciazione, caldino, glaciazione, ma nel giro di un sacco di anni, quindi tutto bene o male tornava a posto adesso no, adesso no per davvero però.
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02:41
Perché è vero che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati, ma a parte il meteorite di cui sopra, credimi, le cose di solito si muovono con molta calma, molta, molta calma. Mica come ora che quando eravamo piccoli il clima era diverso, letteralmente eh! Ci ha fatto caso, è pazzesco.
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03:00
Poi stiamo finendo i nomi per gli uragani, prima di un uragano se ne parlava per settimane in tv. Gli si dava un bel nome e tutti ce lo ricordavamo, adesso sai quanti ce ne sono stati nell'ultimo anno? No, certo che non lo sai, non lo so manco io, sono tantissimi E poi crollano le montagne, hai notato? Certo, l'erosione, perché hanno costruito come degli scoppiati ovunque, senza alberi non ci sono le radici e senza le radici il terreno non sta insieme, e poi abbiamo tappato la strada ai corsi d'acqua e i fiumi non è che si mettono lì con navigatore a cercare il percorso migliore, se si riempiono perché piove di brutto, quelli si gonfiano e scendono a valle.
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03:41
"C'erano delle case, amen, adesso non ci sono più, passo io!" Fanno così fiumi eh, perché sono maleducati? Ma va, anche lì è colpa nostra, e perché è colpa nostra? Per le case ok, ma anche perché piove a dismisura, tantissimo, molto più di prima. "Eh ma dai, adesso anche questo è colpa nostra? Eh sì, è colpa dell'uomo e anche della donna, ok? E poi un sacco di altre cose, è che siamo predatori, nel senso molto, molto ampio del termine. Ci prendiamo tutto quello che ci serve perché tanto è lì e chi se ne frega se nel lungo termine ci stiamo dando una gigantesca zappa sui piedi. Ci siamo arrivati con un paio di secoli di ritardo che tutto quello che era lì era lì per un motivo, che poi non è che non potessimo coltivare o allevare per carità, diciamo che abbiamo un pochino esagerato ecco, con questa cosa di produrre e poi comprare e consumare molto più di quello che ci serve, e poi ci sono le città." Che c'entrano le città? "Dirai tu! C'entrano, c'entrano le città scaldano tanto e invadono.
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04:40
Insomma fanno una serie di casini pazzeschi e più sono grandi più fanno macello e più le vogliamo calde quando fuori fa freddo e peggio facciamo, e non ti dico quando vogliamo stare freschi in casa con duemila gradi all'ombra fuori e quindi? Buttiamo giù tutto e rifacciamo? No tranquilli non si puo' e non sarebbe nemmeno la soluzione, ma di soluzioni là fuori ce ne sono anche per rendere le città più sostenibili.
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05:03
Per questo è importante capire cosa è possibile fare nel lungo periodo, ma anche nel qui e ora, io e te, ogni giorno, perché ci sono una marea di cose che possiamo nel nostro piccolo fare molto meglio. Stiamo migliorando in generale eh, ok, ma siamo lontani dal farlo tutti e dal farlo a sufficienza e siccome la questione del clima è una delle più difficili da capire e da prevedere, soprattutto, ne ho parlato con uno bravo ma bravo tanto, il climatologo e divulgatore scientifico
Luca Mercalli
, hai presente?
Luca Mercalli
saprebbe far capire come funziona la roba del clima anche al tuo amico, quello che ogni volta che mette il cappotto ti dice: "magari ci fosse il riscaldamento globale?"
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05:44
Tranquillo, ce l'abbiamo tutti un amico così, comunque è davvero soltanto maltempo? I negazionisti ci sono in tutti gli ambiti, ovviamente l'argomento dei cambiamenti climatici non fa eccezione. Ci spieghi una volta per tutte la differenza tra maltempo e cambiamento climatico?
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Luca Mercalli
06:00
Il maltempo c'è sempre stato nella storia e quindi non dobbiamo assolutamente confondere degli episodi che fanno parte della normale evoluzione climatica di un territorio, con quelli invece nuovi che vi si stanno sovrapponendo.
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06:16
In sostanza, il riscaldamento globale non fa altro che aumentare la frequenza e l'intensità di quegli episodi che già ci disturbavano in precedenza, come le alluvioni, le tempeste o nelle zone tropicali, gli uragani, ma anche una nevicata è maltempo, ma dipende quanto è imponente in quale momento dell'anno. In sostanza, il riscaldamento globale immette più energia nella nostra atmosfera e quindi tende ad amplificare tutti i fenomeni estremi che già facevano parte del nostro carnet della climatologia locale.
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Gianpiero Kesten
06:51
Ecco a questo proposito, prevedere il clima di per sé è già difficilissimo da un giorno all'altro, come si fa a prevedere che gli eventi climatici, violenti in particolare, saranno sempre più frequenti?
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Luca Mercalli
07:02
Allora prima di tutto si prevede il tempo, il tempo è quella previsione sulla scala dei giorni, quella che siamo abituati ad utilizzare per decidere un'attività all'aperto, oltre una decina di giorni le previsioni perdono di significato, ma acquistano invece significato gli scenari climatici. Si tratta non di definire il tempo che ci sarà il dieci novembre del duemilasettantaquattro, questo non si può fare, ma si può senz'altro definire uno stato medio dell'atmosfera terrestre fra cinquant'anni, per esempio, se continuiamo con un certo tipo di comportamento, se emettiamo tanti gas a effetto serra, la temperatura aumenterà a seconda della quantità, di più o di meno.
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07:48
Questo è l'oggetto tra l'altro dell'accordo di
Parigi
, quello discusso anche a
Glasgow
alla COP ventisei. In sostanza, se rimaniamo in uno scenario prudente limitando prima possibile le emissioni di gas a effetto serra, allora possiamo rimanere sotto due gradi di aumento di temperatura complessivi a fine secolo, se invece lasciamo l'economia correre come sta facendo adesso, senza limitazioni e senza transizione alle energie rinnovabili, il rischio è di avere cinque gradi in più alla fine del secolo, con conseguenze catastrofiche e un aumento esponenziale proprio di questi fenomeni estremi.
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08:26
Ecco questi sono gli scenari climatici che ce lo dicono, non danno la precisione del giorno ma hanno però una razionalità nel definire quello che si chiama il bilancio energetico del pianeta, via via che aumenta le emissioni di gas a effetto serra e per questi studi è stato tra l'altro assegnato il premio Nobel per la fisica duemilaventuno, oltre all'italiano Giorgio Parisi per gli studi sulla complessità, ci sono infatti altri due suoi colleghi: Syukuro Manabe, giapponese che era sempre lavorato all'università di
Princeton
negli
Stati Uniti
, e Klaus Hassellmann, che ha lavorato al
Max Planck Institut
, entrambi novantenni, perché già negli anni settanta avevano completato questi scenari di simulazione matematica del clima, che sono poi la base per le scelte della politica.
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Gianpiero Kesten
09:18
E quanto tempo ci vorrebbe per avere un'inversione di rotta, ipotizzando l'impegno di tutto il mondo? Nel senso, possiamo ancora invertire questa tendenza nel breve o siamo come dire già andati troppo lunghi?
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Luca Mercalli
09:30
Siamo già andati lunghi, avendo perso ben trent'anni da quando si è fatto il primo momento mondiale di incontro politico sul clima, la conferenza delle
Nazioni Unite
di
Rio De Janeiro
del millenovecentonovantadue. Avessimo iniziato all'ora con convinzione, oggi saremmo messi molto meglio, invece ci troviamo nell'emergenza climatica, cioè il cambiamento climatico è già visibile, si è già esplicitato, non è soltanto una previsione come poteva essere fatta negli anni settanta, ottanta. Questo comporta il fatto che non si può invertire la rotta, si può solo attenuare il risultato finale dei sintomi.
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10:07
Ecco proprio l'accordo di
Parigi
ci dice: se vogliamo rimanere sotto i due gradi, meglio ancora un grado e mezzo per prudenza, dobbiamo tagliare del quarantacinque percento le emissioni di gas a effetto serra entro il duemilatrenta, le emissioni rispetto al duemiladieci e quarantacinque percento, è una bella fetta e dobbiamo farlo in meno di dieci anni altrimenti, se non riusciamo a farlo in questi tempi così brevi, la temperatura crescerà più di due gradi aumentando i rischi climatici e le conseguenze.
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Gianpiero Kesten
10:39
Ok, che è come dire che non siamo ancora del tutto spacciati ma dobbiamo davvero darci una mossa. Senti, quelli della mia generazione hanno, come dire, imparato a conoscere i problemi dell'ambiente con un certo ritardo, mettiamola così, mentre oggi i ragazzi sono molto informati su questo tema già da piccoli e si vedono le differenze, ci sono delle cose che si possono insegnare ai bambini per crescere generazioni sempre più consapevoli?
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Luca Mercalli
11:02
Ci sono, però non possiamo delegare loro alla risoluzione del problema, perché se dobbiamo scendere dal quarantacinque percento in nove anni, è chiaro che i bambini possono darci una mano accompagnandoci, stimolandoci, ma non saranno loro quando saranno adulti a risolvere il problema, sarebbe già troppo tardi.
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11:20
Comunque la prima regola d'oro direi è abbasso lo spreco, dobbiamo combattere una battaglia serrata contro ogni spreco di energia, di materie prime e questo purtroppo anche nella nostra società italiana continua ad avvenire, in tutte le forme possibili, dalla nostra casa, dove buttiamo via un sacco di energia, dalle finestre e dai muri male isolati, oppure nei trasporti, macchine troppo potenti, oppure lasciamo il motore acceso quando siamo fermi, facciamo viaggi troppo lunghi, prendiamo troppo l'aereo, nella nostra dieta anche sprechiamo sia buttando via il trenta percento del cibo che compriamo in qualche maniera e questo è uno spreco ovviamente di energia e di materie prime, laddove il cibo è stato prodotto, oppure perché mangiamo troppa carne e la carne bovina in particolare produce molte emissioni di metano, che un altro importante gas a effetto serra.
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12:14
Sprechiamo anche comprando troppe cose inutili, pensiamo alla fast fashion, quella moda indotta dalla pubblicità che ci spinge ad acquistare continuamente nuovi capi, scarpe, abiti, anche quando quelli che avevamo prima sono, erano ancora buoni e li potremmo ancora utilizzare per anni. La fast fashion alla fine si trasforma in oggetti che indossiamo poche volte, che poi riteniamo non siano più adatti al contesto sociale e li buttiamo via, e lì dentro nuovamente c'è energia, materie prime e rifiuti che produciamo. Se mettiamo insieme queste quattro cose cioè: i consumi, la dieta, la casa e i trasporti, abbiamo già fatto un grande passo avanti, direi la metà del problema
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12:55
L'altra metà invece appartiene alle grandi scelte politiche, proprio quelle che si discutono in quelle grandi conferenze internazionali, cioè le strategie a lungo termine sull'uso dell'energia, le nuove tassazioni e o incentivazioni, per esempio l'aiuto all'auto elettrica, posto che venga poi caricata con l'energia rinnovabile, se la carichiamo con la centrale a carbone non serve a niente. Insomma, è un problema molto complesso ma ognuno di noi sicuramente può fare la propria parte.
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Gianpiero Kesten
13:22
Ecco in parte hai già risposto però mi chiedevo: quali sono e quanto contano le piccole azioni quotidiane? Cioè, dal chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti, allo spostarsi in bicicletta privilegiando la mobilità più sostenibile, sono cose che effettivamente hanno poi un impatto sul problema generale?
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Luca Mercalli
13:39
Allora i piccoli gesti hanno un impatto ma sicuramente abbiamo bisogno anche di quelli grandi. Definiamo intanto il numero cardine per capire che cosa dobbiamo fare, è un numero che riguarda quante tonnellate di CO due emette ogni italiano, sette! Settemila chili per persona all'anno, è da questo numero che dobbiamo partire se dobbiamo ridurlo.
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13:60
I piccoli gesti tolgono qualche chilogrammo e servono, certamente moltiplicati per milioni di persone la loro parte la fanno, ma quello che serve di più sono i grandi gesti ecco, saremmo molto virtuosi se al duemilatrenta invece di sette tonnellate ciascuno all'anno ne mettessimo tre e mezzo.
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Gianpiero Kesten
14:18
Ecco, però poi ci sono quelli che semplicemente se ne fregano e spesso sono persone come noi, non sono mostri mitici che vivono ai margini della società anzi, ti sei mai chiesto: ma come fanno o come mai lo fanno? E se sì, che risposta ti sei dato?
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Luca Mercalli
14:33
Ma prima di tutto è una grande mancanza di altruismo, un grande egoismo perché questo vuol dire soprattutto condannare i figli e i nipoti a vivere su un pianeta ostile, però credo che ci sia anche una risposta di rimozione dovuta all'ansia, questi problemi se mal posti possono creare un'ansia, anche un effetto di sopraffazione, di oppressione, di impotenza ecco, allora il modo migliore per sbarazzarsene è rifiutarli all'origine dire: "no, no, non voglio neanche sentire, non è un problema che mi riguarda".
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15:08
In realtà dobbiamo pensare che purtroppo riguarderà tutti, perché gli eventi estremi che già colpiscono a macchia di leopardo il pianeta, non solo si rifletteranno sulla qualità della vita di figli e nipoti, ma possono già condizionare la nostra. Ci sono già purtroppo vittime di qualsiasi evento qua e là nel mondo.
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15:27
Mi viene in mente quelle che possono essere le alluvioni che abbiamo, a cui abbiamo assistito a Luglio in
Germania
, duecentoventi morti nel cuore
dell'Europa,
oppure gli incendi boschivi che costeggia, che costellano un po' tutte le località del mondo d'estate, le alluvioni di casa nostra, le abbiamo avute in
Sicilia
molto frequenti in quest'ultimo autunno duemilaventuno. Insomma, il cambiamento climatico può già entrarti in salotto e quindi direi che è saggio occuparsene, se non vuoi per i posteri, anche per te stesso.
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Gianpiero Kesten
16:06
Quindi beh, tempo e clima sono due cose ben diverse, che è anche la ragione per cui purtroppo no cioè, non possiamo tirare un sospiro di sollievo davanti a un inverno più freddo del solito sperando che si sia fermato il riscaldamento globale, o ancora meglio che sia proprio una bugia.
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16:21
Il cambiamento climatico esiste, eccome se esiste ed è anche colpa nostra, per questo, come ci ha raccontato Mercalli, dobbiamo stare attenti alle nostre cattive abitudini per cercare di mitigarne gli effetti più devastanti, quelli che si verificheranno se la temperatura del pianeta aumenterà di più di un grado e mezzo.
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16:38
I famosi uno punto cinque gradi dell'accordo di
Parigi
ecco, quelli che sembrano una sciocchezza ma che rappresentano un problema enorme. Questo significa che dobbiamo tutti cambiare un po' la nostra vita, consumare e soprattutto sprecare di meno, spostarci e mangiare in maniera più sostenibile, ma significa anche che la società intera deve cambiare cioè, proprio il suo modo di funzionare, di produrre, di sostenersi. Insomma, non è che sia tutto nelle mani dei singoli, però ognuno di noi può iniziare cambiando quelle cose della nostra vita in cui possiamo fare la differenza, per tutti.
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