Tuesday, Aug 17, 2021 • 13min

Episodio 16: Il drive in è un buon posto per il quarto appuntamento?

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Quando scatta il primo bacio? Bisogna preoccuparsi se non c’è ancora stato e si è al quarto appuntamento? E il drive in è il posto giusto per provarci? Anche oggi arrivano in soccorso le risposte d’amore di Guido Catalano.
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Talking about
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Speakers
(1)
Guido Catalano
Transcript
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00:06
Chora
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Guido Catalano
00:10
Credi nell'amore eterno, ma non arrivi al mattino dopo? Senti le palpitazioni e prenoti un elettrocardiogramma? Vuoi scriverle Whatsapp di sexting romantico ma hai finito i giga?
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00:22
Questo è il podcast che fa per te! Il servizio d'aiuto per sapere tutto ciò che non avete mai osato chiedere sull'amore. Da ascoltare di nascosto con le cuffiette.
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00:34
Amare male, un podcast romantico di
Guido Catalano
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00:40
Siete mai stati in un drive-in? Io no. Ma sono laureato in storia del cinema, anche se di cinema non so una fava. È che mi piaceva l'idea di passare gli anni dell'università a guardare i film. Sono stato un furbacchione.
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00:52
Questa piccola introduzione è perché nella puntata di oggi si parlerà proprio di cinema. Nel senso di luogo e di Cinema, con la c maiuscola, nel senso di settima arte o era l'ottava? Tu lo sai, Enzo? Non lo sai? Lo immaginavo.
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01:10
E, ci scrive Marco. Ieri l'ho portata al drive-in. Era la prima volta, sia per me, sia per lei. Non ero del tutto convinto, ma quando le ho proposto di andare a vedere un film, in auto, n'è stata entusiasta.
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01:27
Caro Guido, io e C usciamo assieme da poco e insomma, lei mi piace moltissimo.
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01:32
Non ci siamo ancora baciati, sono un ragazzo lento, però lei mi piace tantissimo. L'ho già detto? Mi sa di sì. È che è proprio così!
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01:40
Ieri era credo, il nostro quarto appuntamento. Secondo te al quarto appuntamento un uomo dovrebbe aver già baciato la ragazza che ti concede un quarto appuntamento e che gli piace tantissimo?
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01:51
Non mi rispondere solo a risposta! Proiettavano Titanic.
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01:56
Io l'avevo già visto molti anni fa. Lei era entusiasta sia di provare un drive-in, sia di vedere Titanic che incredibilmente non aveva mai visto.
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02:04
Io sono uno, Guido, che non piange mai, tranne in alcuni rari casi.
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02:09
Quando vedo film del tipo Titanic, però mi son detto siccome lo avevo già visto, ho pensato che sarebbe andato tutto liscio. E niente da quando inizia il naufragio, fino a quando
Di Caprio
e la sua amata rimangono a galleggiare in mare, aggrappati a un pezzo di legno e, poi lui muore. Non ho smesso di piangere, è una cosa più forte di me.
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02:32
Ma non qualche lacrima, Guido. Proprio che non mi tengo più e inizio a singhiozzare che ci a un certo punto si è spaventata e più tentavo di trattenermi più piangevo e più mi chiedeva cosa c'era che non andava più io giù a piangere come un bambino.
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02:48
E lei si è preoccupata. Credo. Che figura ho fatto, Guido.
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02:52
Infatti poi dopo mica ci siamo baciati. Il film però le è piaciuto e anche il drive-in.
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02:58
Io mi ero immaginato il drive in come un posto perfetto per il primo bacio. Quanto meno è quello che ti fanno credere nei film americani. Niente scusa lo sfogo sono troppo sensibile.
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03:09
La prossima volta la porto a vedere
Checco Zalone.
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03:13
Ecco, ecco caro Marco mi interessa molto, mi interessa la tua lettera perché ci sono tanti temi, tanti temi fondamentali.
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03:25
Innanzitutto io ritengo che sia giunto il momento in questa complessa fase storica. Io ritengo Marco, ma parlo a tutti voi, a tutte voi, a tutti i milioni di persone che in questo momento stanno ascoltando questo podcast estivo agostano.
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03:43
Ritengo sia giunto il momento di sfatare il mito negativo dell'uomo che piange.
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03:48
L'uomo che piange, che è il contrario di quel cretino dell'uomo che non deve chiedere mai.
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03:54
Avete presente? Quello della pubblicità del profumo. Non ha nulla di cui preoccuparsi né vergognarsi.
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04:01
Non c'è nulla di male nel commuoversi davanti a una scena straziante come quella che tu, caro Marco, ci descrivi.
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04:10
E a proposito di questo ti racconto, vi racconto un aneddoto che ha proprio a che fare con questo fatto.
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04:17
Tanti anni fa frequentava un gruppo di poeti e scrittori. Ci chiamavamo gruppo Trentatré perché ognuno di noi aveva scritto almeno una poesia o un piccolo, un breve racconto a tema Gesù Cristo.
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04:30
Quindi ci chiamavamo gruppo trentatré. Ci si trovava a casa, dell'uno a casa dell'altro e si discuteva di poesia, di letteratura e di arte.
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04:39
Cercavamo nuovi modi per portare le nostre immortali opere al di fuori del piccolo circolo in cui con vivevamo perlopiù, collezionando enormi fallimenti. Non lo nego.
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04:52
Guardavamo però anche molti film. Eravamo tutti appassionatissimi di cinema. Il nostro film preferito era
Love Story
.
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05:01
Ecco. Io non so Marco se l'hai visto. Non so se voi, cari ascoltatori, care ascoltatrice, avete visto
Love Story
, ma se non lo avete visto, smettete subito di ascoltare questo podcast.
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05:13
Mettete pausa e andate subito a vederlo, anche perché io sto per spoilerare il film.
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05:21
Vi invito, dunque, ad andare a vedere il film.
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05:23
E noi lo si guardava, ma per quanto la cosa sembri incredibile, almeno una volta al mese.
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05:29
Lo riguardavamo, riguardavamo e riguardavamo con l'ausilio del videoregistratore di Aldo. Aldo non possedeva una lavatrice. Aldo non possedeva un impianto di riscaldamento, non possedeva un phon, ma una tele e un video registratore, si!
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05:45
Ormai conoscevamo il capolavoro di
Arthu
Hill
, Arthur Hiller
scusate, a memoria ne potevamo recitare le battute. Eravamo tutti segretamente innamorati di Jennifer Cavalleri, interpretata da
Ali McGraw
, e adoravamo il suo lieve, ma splendido premiatismo di Venere.
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06:06
Non so se avete presente. Andate a vederlo se non avete presente.
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06:09
Ogni volta che Jennifer si ammalava, tutte le volte e, si ammalava, è sempre verso il settantacinquesimo minuto del film non c'era scampo.
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06:20
Noi iniziavamo a piangere come i bambini.
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06:23
Ognuno aveva la sua tecnica per non farsi notare dagli altri, anche se non serviva a nulla.
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06:29
Io indossavo degli occhiali da sole, Aldo fingeva di avere un attacco di congiuntivite.
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06:35
Il signor Longo tentava di auto scommuoversi facendo battute cretine e venendo prontamente zittito con insulti e scappellotti.
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06:45
John no, lui era l'unico che se ne fregava e iniziava a singhiozzare sonoramente.
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06:51
Aveva una capacità lacrimale incredibile.
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06:55
Alla fine del film doveva andare in bagno a strizzare il fazzoletto, sracico. L'unico a non mostrare alcun segno di commozione era Todor.
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07:05
Malgrado ciò, ad ogni proiezione, dal momento in cui il giovane Oliver Barrett quarto, interpretato da
Ryan O'Neal
, veniva informato della malattia della sua amata, Todor iniziava a digrignare i denti e a respirare in modo affannato. Incredibile.
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07:21
Una volta, addirittura, la prima volta che vedemmo il film ebbe un'eccesso di rabbia. Si incazzava, insomma. E sfondò con un pugno una delle pareti di cartongesso della stanza.
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07:32
Urlando: "Eh no! porca troia! Non è possibile! Vacca merda!"
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07:36
Fu un bellissimo momento per tutti, perché capimmo che anche Todor, pur essendo un bulgaro cinico e freddo, era un essere umano. Capace di qualche emozione.
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07:48
Ebbe a ridire qualcosa solamente la coppia di cingalesi che abitava nella mansarda confinante. Ma va bene.
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07:55
Si arrivava poi ineluttabilmente al momento topico del film.
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07:60
Jennifer e Oliver nella stanza d'ospedale, lei che chiede a Oliver di essere forte è lui che trattiene le lacrime.
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08:07
Entriamo nell'ambito del sadismo nei confronti dello spettatore, intendo.
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08:11
Lui che tenta, riuscendoci, di non scoppiare in pianto, lei che gli chiede di abbracciarla, lui l'abbraccia goffamente da seduto, lei gli dice di abbracciarla meglio e lui si stende sul letto abbracciandola. Poi lei muore.
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08:27
Brividi.
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08:28
Quando Jennifer ordina a Oliver di essere forte e di non piangere perché sennò lo manda via dalla stanza d'ospedale. Lì è il segnale.
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08:37
Io io vorrei stringere la mano a Erich Segal lo sceneggiatore, perché quello è il segnale che significa: Ok, ragazzi, ora potete disperarvi.
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08:49
Aldo a quel punto cadeva in ginocchio con le mani nei capelli.
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08:53
Il resto del film era inascoltabile a livello sonoro, intendo a causa dei singhiozzi di John, che più che singhiozzi erano vere e proprie urla di dolore. Io a quel punto spegnerò sempre la tele.
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09:05
Non sono mai riuscito a vedere i titoli di coda del film.
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09:09
A quel punto tra noi si creava un imbarazzo tipicamente maschile.
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09:13
La cosa incredibile è che succedeva tutte le volte.
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09:15
Non ci si guardava in faccia per evitare di mostrare gli occhi arrossati. Si tentava di parlare d'altro.
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09:22
Come dicevo, eravamo tutti innamorati di Jennifer Cavalleri.
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09:26
Tranne John, che era innamorato di
Ryan O'Neal
una volta meditammo di costituire una squadra di hockey sul ghiaccio e di chiamarla De Cavaleris Love Project. Ma per fortuna nessuno di noi sapeva pattinare.
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09:40
Pensammo anche di creare uno spettacolo di teatro-poesia, ispirandoci al film, ma ci rendiamo conto che eravamo troppo intimamente coinvolti con la storia.
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09:49
Quando scoprimmo che il signor Longo teneva una foto di Jennifer nel portafoglio, lo costringeremo a mangiarla e a giurare di non farlo più.
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09:59
Scrivemmo tutti diverse poesie dedicate a colei che era diventata la nostra musa ispiratrice o muso ispiratore. Nel caso di John.
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10:07
Decidemmo quindi di raccoglierle e farne una pubblicazione. Come al solito la difficoltà maggiore fu scegliere un titolo adeguato.
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10:16
Todor propose leukemia ci sembrava un po' forte.
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10:21
Il progetto fallì a causa di uno spiacevole incidente. Comunque, dopo l'ennesima proiezione del film, Aldo fu colto da un chiaro attacco di sindrome di Stendhal.
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10:31
Si vestì a lutto e ci invitò al funerale della sua giovane moglie italo americana, che si sarebbe tenuto all'indomani.
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10:37
Decidemmo di distruggere la cassetta di
Love Story
e lentamente ritornammo alla regione. Ecco.
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10:44
Questo lungo aneddoto caro Marco, ma cari ascoltatori, care ascoltatrici, per dirvi che il vero uomo non ha paura di piangere.
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10:53
Né da solo, né davanti alla sua ragazza, né davanti agli amici, né davanti al suo gatto, al suo cane o al suo avvocato.
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10:60
Ti assicuro, vi assicuro che la ragazza sei intelligente, apprezzerà la sensibilità del suo ragazzo.
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11:06
Portala a vedere.
Love Story
porta anche molti fazzoletti. Potrebbe essere la volta del primo bacio.
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11:15
Ma prima di finire la puntata, ecco.
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11:17
Voglio leggervi ancora qualche letterina. Le letterine che arrivano dal modem vintage dal modem retrò. Ne sono arrivate altre.
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11:27
Iniziano sempre in modo curioso. Cara dottoressa, si, continuate a chiamarmi dottoressa. Io vi ringrazio.
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11:34
Cara dottoressa, è vero che lo sperma dei ragazzi esce solo di notte?
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11:41
Curiosa, Curiosa è il nome della persona che ha scritto questa domanda. Ci sta scrivendo questa, ci ha scritto non so esattamente da dove arrivi. Dove voleva, comunque. No, cara. Curiosa. Quelli sono i vampiri.
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11:56
Capita anche a coloro che lavorano di notte e dormono di giorno, tipo in metro notte, i baristi e i panificatori.
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12:06
Invece Arietina ottantacinque ci scrive. Cara dottoressa, ho provato a mettere un assorbente interno, ma non sono riuscita a farlo entrare. E perché sono vergine o perché non sono normale?
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12:22
Senti, Artietina, questo lo devi chiedere a tua mamma! Aretina, le mamme esistono per questo. Se non hai una mamma, chiedilo a una zia. Ok, Grazie.
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12:33
Invece Divì ottantatré ci chiede. Cara dottoressa, è possibile fare l'amore quando si é vergini Sì senz'altro, però poi dopo non si è più vergini se lo fai a modo. Ecco. Ciao.
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12:47
Oh Enzo dai metti sta sigla!
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12:53
Amare male è un podcast di
Guido Catalano
prodotto da Chora Media.
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12:58
A cura di
Francesca Milano
e Michele Rossi. La post-produzione è di Matteo Scandolin. Il producer è Matteo Perkins. Il fonico di studio è Niccolò Bosio.
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13:11
Nessun tecnico del suono è stato maltrattato durante la registrazione di questo podcast.
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Guido Catalano
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