Monday, Jul 11, 2022 • 35min

La nostra macchina più potente: il cervello. Intervento di Sonia D’Arcangelo

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Da quando nell’antico Egitto abbiamo iniziato con i primi esperimenti sul cervello, abbiamo cercato un modo per predirne il funzionamento e la risposta a stimoli diversi. Ma è solo negli ultimi 50 anni, che abbiamo iniziato a dedicargli una disciplina di studio a se stante: le neuroscienze. Oggi Sonia D’Arcangelo, Head of Neuroscience Lab presso l’Innovation Center di Intesa Sanpaolo, ci svela tutti gli ambiti applicativi di queste ricerche, fra intelligenza umana ed intelligenza artificiale.
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Talking about
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Speakers
(2)
Sonia D'Arcangelo
Alberto Mattiello
Transcript
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00:04
Benvenuti nei podcast di Intesa Sanpaolo On Air, un luogo dove vengono condivise idee, voci e soprattutto storie. Buon ascolto.
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Alberto Mattiello
00:24
Uno degli aspetti che mi ha sempre affascinato durante le mie visite alle Innovation Center di
Intesa Sanpaolo
è la vista su
Torino
e su tutto quello che la circonda.
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00:33
L'Innovation Center
, infatti, si trova al trentunesimo piano del grattacielo progettato da
Renzo Piano
e da Lì Si vede tutto la
Mole Antonelliana
, la
Basilica Di Superga
, il
Castello Di Rivoli
, ma soprattutto lo sguardo incontra colline,
Alpi
, cieli a vista, d'occhio.
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00:49
Lavorare osservando orizzonti aperti agevola incredibilmente il pensiero creativo. Da anni infatti le neuroscienze, studiano gli effetti che la natura genera sul pensiero e quale relazione ci sia con le attività creative e produttive.
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01:03
È incredibile, infatti, come anche solo pochi minuti di osservazione della natura aiutino a generare pulizia cognitiva, focalizzazione, abbassamento dei livelli di stress, di ansia e a migliorare, in generale il tono dell'umore.
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01:18
Alzare lo sguardo dalla scrivania quando si lavora
l'Innovation Center
diventa una sorta di terapia naturale o di fitness mentale che per sua natura agevola e supporta ogni processo di innovazione.
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01:30
Non è quindi casuale che da questo centro nascano molte iniziative di innovazione che poi si sviluppano a livello nazionale e allo stesso tempo sia stato avviato un laboratorio dedicato alla ricerca in ambito Neuroscience.
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01:50
Benvenuti in A prova di futuro su
Intesa Sanpaolo
on air. Sono Alberto Mattiello e insieme ai professionisti
dell'Innovation Center
di
Intesa Sanpaolo
racconteremo di esperienze, casi studio, punti di vista e strumenti che costituiranno le esperienze del prossimo futuro. Ma cosa si intende per innovazione? Che cosa significa farne parte per davvero?
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02:11
Proveremo a rispondere a queste e a tante altre domande. Insieme agli esperti
dell'Innovation Center
, in questi giorni ho incontrato Sonia D'Arcangelo, Head of Neuroscience Club presso
l'Innovation Center
di
Intesa Sanpaolo
.
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02:25
Il cervello è indubbiamente il più potente computer esistente e da sempre uno dei principali temi di interesse per scienziati e non. Infatti, con il termine neuroscienze intendiamo l'insieme delle discipline che studiano i vari aspetti del sistema nervoso, con l'obiettivo di capirne il funzionamento, predire nei comportamenti e le risposte a determinati stimoli.
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02:48
Pensate che addirittura i primi esperimenti legati al cervello risalgono all'antico
Egitto
, ma è solo negli ultimi cinquant'anni che le neuroscienze hanno subito un balzo in avanti grazie a tecnologie e metodologie sempre più avanzate e
all'Innovation Center
, il laboratorio di neuroscienze collabora con tutte le anime della banca perché parla di persone, di etica, di intelligenza in ogni sua forma. Più ampia.
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Sonia D'Arcangelo
03:12
Certamente la banca scommette Intesa Sanpaolo Innovation Center anche su dei laboratori di ricerca e sviluppo applicati. Non esiste solo quello di
New York Times
. Più avanti sentirete anche di altri laboratori, ma hanno una forma mentis, modus operandi assolutamente comune.
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03:29
Cercano di rispondere a problemi complessi che la banca, ma anche una compagnia esterna ci possono portare e che non trovano una soluzione. Weekend certi, magari in startup di mercato, ma che richiedono mesi di analisi con ricercatori e ricercatrici con i partner scientifici di riferimento che fanno un pezzo di strada insieme a noi.
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03:49
Diciamo Intesa Sanpaolo Innovation Center, i laboratori fungono davvero da diaframma che mettono insieme quella che è una domanda di business con quello che è un know-how che deriva davvero dal mondo della ricerca. E quindi qual è la bravura?
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04:02
E la bravura è riuscire a tradurre una domanda di business in quello che è un framework di carattere neuro scientifico, in questo caso in modo da avere una domanda scientifica ben determinata, quelli che sono dei tempi di ricerca che potranno portare a validare o confutare quella che ad esempio l'ipotesi iniziale in cui il metodo scientifico che abbiamo appreso appunto all'università, secondo però dei tempi ben stabiliti.
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04:28
Anche perché il tutto fa parte di un accordo ovviamente attuativo più ampio, dove le parti business Banco compagnia esterna Intesa Sanpaolo Innovation Center è partner scientifico che nel nostro caso la
Scuola IMT Alti Studi Lucca
determina in maniera molto puntuale quelli che devono essere gli esiti proprio del progetto di ricerca.
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04:48
Ora non è pleonastico dire che noi non siamo una società di consulenza, proprio perché mettiamo a disposizione Snow sinergia d'intenti e vi assicuro che è una cosa importante è che il business e la ricerca hanno non solo tempi diversi, ma sicuramente parole il modo di parlare, di approcciare le cose totalmente diverso.
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05:08
Quindi uno dei grandi gol che noi facciamo come Intesa Sanpaolo Innovation Center è raccordare queste anime in modo che anche per osmosi, possano passare competenze da quello che il mondo della ricerca proprio verso il mondo business. Al termine della ricerca, mettendo in campo quello che il framework, un programma di allenamento per andare o meno a capire come può evolvere la domanda iniziale?
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Alberto Mattiello
05:31
E poi entreremo un pochino più nel dettaglio di qualche progetto di ricerca, ci permetteranno di andare a capire qual è l'esito finale di quel progetto ed eventualmente industrializzare outsider Dot com, una startup americana fondata da
Aron Rasmussen
, lo stesso imprenditore che ha ideato Master Class, il Netflix della formazione, con corsi tenuti dai migliori professionisti in ogni disciplina possibile e sta offrendo con questa nuova realtà corsi universitari con una particolarità inedita che mi ha sorpreso.
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06:01
Lo stesso contenuto formativo viene erogato in diverse modalità per venire incontro ai diversi stili cognitivi di apprendimento degli studenti. Di sicuro le neuroscienze hanno un grande ruolo nel riconoscere gli stili di apprendimento e su questo l'Innovation Center sta facendo un grande lavoro.
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Sonia D'Arcangelo
06:18
All'interno del laboratorio di Neuroscience di Intesa Sanpaolo Innovation Center certamente una delle anime più affascinanti per tutti è quella un po' delle education del continuous learning. È una delle prime sfide proprio che abbiamo realizzato quattro anni fa con la banca e col partner scientifico di riferimento. Era sugli stili di apprendimento dei gestori della nostra banca sparsi sul territorio italiano.
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06:40
È stata affascinante perché abbiamo lavorato con un panel ampio cinquecento erano all'epoca dei gestori, dove poi ogni collega volontario partecipa sempre con codici alfanumerici. Quindi noi non sappiamo mai davvero chi la persona, ma ci interessa catturare questo codice longitudinale nel tempo perché ci permette di capire degli scostamenti rispetto a quel codice.
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06:60
Ma poi chiediamo alla persona se appunto appartiene ad un certo cluster di età, genere territorialità, per andare un po' a mappare delle caratteristiche macro che sono le variabili con cui noi analizziamo i dati.
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07:11
Avevamo creato insieme alla scuola limiti dei questionari ad hoc che permettessero tramite risposte dei gestori, ma anche alcuni diciamo, riconoscimento di pattern di figure geometriche sempre più complicate e quelli che sono gli stili cognitivi.
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07:25
Ora gli stili cognitivi sono una variabile di tratto, si dice in neuroscienze, vale a dire dopo i sedici anni diciotto rimangono stabili nel tempo, mentre la variabile di stato diciamo è quella variabile, che cioè ad un certo tempo di uno è lo Spike di felicità.
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07:39
Perché è accaduto qualcosa di tristezza? Perché è accaduto qualcosa Ltro, quella di tratto rimane a connotare quello che è davvero la nostra persona, quindi è difficile poi cambiarli. Ma conoscerli è sicuramente un grande plus, perche significa conoscersi talmente bene nell'apprendimento anche da andare a selezionare le risorse migliori.
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07:58
Quindi apprendere in maniera più veloce. Ad esempio, ci sono persone che sono più visive più verbali. Già questo significa andare a selezionare in maniera migliore quella che è, come dire la risorsa migliore per apprendere.
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08:12
Ci sono persone sequenziali o globali, quindi globale vuol dire che devono avere uno schema di apprendimento, una mappa di apprendimento del territorio che devono andare ad esplorare, mentre sequenziali.
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08:23
Come dire un concetto dietro l'altro, così come più analitici o meno analitici oppure attivisti active si dice nell'apprendimento, più, rifletto, leggo tutte queste variabili permettono sia la persona di conoscersi, ma anche di conoscere, magari per un manager, i propri collaboratori.
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08:40
Quindi saper identificare quelli che sono i tratti di apprendimento, certamente la tematica del continuous learning. E poi anche più ampia, nel senso che lavoreremo ad esempio, probabilmente il prossimo anno con la divisione corporate banking sul tema della working memory a lungo tempo.
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08:56
Vale a dire quali sono quegli strumenti Neuroscience tifi c che permettono di allenare così bene il brain da ritenere le informazioni sul lungo periodo?
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09:06
Pensate su questo Avevamo lavorato con i trader qualche anno fa della nostra maga che erano assolutamente eccellenti sul tema attitudine al rischio, della risposta dei task che stanno non stop differenziali velocissimi perdevano sul tema della memoria sul lungo periodo, quasi che avessero dato tutto nel singolo momento e poi rispettassero il brain per avere nuova energia e di andare ad affrontare il nuovo tasche.
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09:29
Ecco una sorta di scuola di memoria Questo è uno dei grandi sogni del nostro laboratorio da mettere in campo per colleghi e colleghe, ma non solo, anche per realtà esterne.
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Alberto Mattiello
09:39
Le neuroscienze ci aiutano a capire chi siamo a comprendere i nostri comportamenti, a definire i limiti e a capire i nostri punti di forza. Per questo sono uno strumento potente al servizio di chi in azienda si occupa di persone, di ruoli, di team.
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09:54
In fondo le conoscenze pratiche di un lavoro si apprendono in più o meno tempo, ma non ci sono limiti all'esperienza dall'altra parte essere posizionati nel giusto ruolo. Svolgere attività per le quali siamo predisposti e valorizzare i nostri talenti richiede strumenti sempre più sofisticati. E anche su questo il team di Sonia sta lavorando da tempo all'interno del laboratorio.
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Sonia D'Arcangelo
10:16
Due anni fa, prima della pandemia, abbiamo lavorato su una sfida meravigliosa nell'ambito dello Human Resources quindi noi chiamiamo quest'ambito Neuroscience & Humans, che abbiamo chiamato con grande fantasia HR Rescuing.
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10:28
Beh, diciamo che la domanda era davvero una domanda challenging perché ci era stato chiesto sarà possibile creare delle funzioni matematiche per andare a prevedere quello che il grado di successo nella riconversione delle persone sapete che all'interno della banca?
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10:44
Ma come in ogni grande company si hanno a che fare con delle persone che ad un certo punto della loro vita possono sia avere la loro esigenza, ma anche una esigenza, ovviamente di company, di riconversione per tanti motivi.
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10:57
A quel punto è molto importante andare a capire quelli che sono gli schizzi della persona, gli skill dell'area di approdo e anche gli schizzi dei responsabili che accolgono nella nuova area. Ecco, questo è stato davvero challenging.
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11:09
Perché quello che abbiamo chiesto a colleghi e colleghe che hanno partecipato a questo progetto, più o meno, abbiamo lavorato con cinquecento persone che erano state riconvertite secondo il programma Next di circa tre anni fa, della banca da circa tre sei mesi, massimo un anno, quindi erano stati scelti, ovviamente con determinate caratteristiche determinati con Stein, che erano per noi fondamentali come variabili.
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11:32
Quindi avevano già affrontato il cambiamento e abbiamo sottoposto loro dei questionari di carattere neuro scientifico. Ovviamente su tematiche di resilienza tematiche, stress o geni di adattamento hanno risposto sempre con dei codici alfanumerici, proprio per garantire l'anonimato, ma con delle risposte anche in timing diversi longitudinali.
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11:51
E tramite queste risposte abbiamo creato quelle che si chiamano delle structural equation model, delle equazioni strutturali lineari. Felix dove? Cosa erano Xy, vale a dire gli input? Beh, gli skill della persona, gli skill dell'area di prodi, gli skill dei responsabili che accoglievano. Perché?
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12:08
Perché in realtà siamo convinti che ognuno di noi abbia dei talenti, ma che non tutti per formino nella stessa maniera nelle stesse aree, proprio perché quei talenti hanno bisogno di un ambiente favorevole che quello che fa crescere, ovviamente quello che si trova in eredità un po', la persona. Le queste funzioni matematiche hanno messo in evidenza che ci sono è una delle parti che massimizzano la funzione matematica.
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12:32
E cosa sono queste caratteristiche, queste parti che massimizzano la funzione matematica, la residenza che potrebbe sembrare qualcosa di banale al nostro tempo? Perché se ascoltiamo un podcast di cambiamento, la resilienza è certamente il primo termine che si evince.
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12:48
Ma pensate di averlo come risultato di una funzione matematica? Beh, quello straordinario. Perché voi sapete che la resilienza una funzione matematica, una variabile che viva ad ottimizzare tutta quanta la probabilità di successo.
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12:60
Questo significa che per far sì che le persone possono avere una maggiore probabilità di ricollocamento, bisogna lavorare sulla loro resilienza. C'è un altro tema interessante che invece minimizza questa probabilità di successo ed è l'industriosità e questo fa sempre un po' sorridere va spiegata perché a livello neuroscientifico l'industriosità non è tanto il tema di lavorare bene, lavorare per portare obiettivi l'industriosità a livello di imprinting scientifico e l'idea di una persona che lavora costantemente senza pause e l'idea di una persona che non si prende attimi creativi, di una persona che non stacca mai, di una persona che forse non ha un grande bilanciamento tra attività lavorativa, attività privata.
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13:42
Avere un'industriosità da questo punto di vista troppo alta minimizza quella funzione matematica. Come a dire che le migliori persone per essere riconvertite sono in fondo quelle che hanno un bel balancing tra quella che è un po' più la forza elettrica e forza magnetica. Questa è stata un altro grandissimo risultato.
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13:59
Ora qualcuno ci potrebbe anche chiedere che cosa se ne fa una banca di funzioni matematiche o una company. Non sostituisce certamente quelle che sono tutte le frecce nell'arco di una struttura di char che rimangono valide e preziose. Rimane un tassello in più di conoscenza di quelle che sono le proprie persone, di opportunità, di utilizzo di funzione matematica, ovviamente.
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14:21
Quando? Beh, quando so che dovrò andare a riconvertire una certa popolazione in anticipo, è ovvio che sei una cosa veloce, urgente. Non si fa in tempo, ovviamente a poterla come dire utilizzare e avere quelli che sono. Come dire degli out?
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Alberto Mattiello
14:36
Un tema molto caldo. Dell'ultimo biennio riguarda i meeting aziendali.
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14:40
Dopo essere stati sommersi da riunioni online, è nata l'esigenza di analizzare anche quelli tradizionali in presenza, metodologie a volte obsolete, moltiplicazione degli inviti, sovrastrutture e perdite di tempo non passano più inosservate e tutte le aziende cercano di trovare la giusta alchimia tra persone, tecnologia, risultati, empatia e tempo. E anche qui le neuroscienze possono esserci d'aiuto.
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Sonia D'Arcangelo
15:06
Beh, certamente il tema del covi d'ha richiesto ad ognuno di noi di cambiare completamente approccio nel modo di lavorare è mme. Personalmente eravamo già fortunati perché all'interno del gruppo bancario potevamo già fruire dello smart working, ma il periodo pandemico ha acceso delle peculiarità delle cuspidi diverse rispetto al passato e ha richiesto dei nuovi equilibri.
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15:26
Allora certamente anche il tema del digital body language è diventato prioritario. Quindi capire come collaborare al meglio con il proprio team, ma anche team diversi. Ad esempio i nostri ricercatori e ricercatrici o erano in giro per il mondo o comunque Luca, certamente non a
Torino
Milano.
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15:43
Quindi in questo caso abbiamo sempre avuto una complessità diversa di avere più persone sparse per il territorio e riuscire ovviamente a continuare a lavorare. Quindi abbiamo lavorato per un anno o due, praticamente senza più vederci, eh? Le neuroscienze ci dicono molto, ci dicono che è possibile prendere in esame, ad esempio, la teoria della mente.
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16:02
La teoria della mente è una teoria che risale anche a Baron Coin, una teoria accreditata dal punto di vista Neuroscience, i Fico, per cui le persone comprendono più o meno bene gli stati emozionali altrui. Basandosi su cosa? Beh, certamente sul parlato le parole hanno un significato.
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16:20
Le parole sono importanti come mi piace sempre ricordare quando facciamo dei seminari. Il non verbale è certamente importante, ma le parole sono il primo incipit di qualunque relazione nei primi trenta secondi. Se noi riusciamo ad accendere con le parole il prefrontale del brain, si accende quella che è davvero la parte del decision-making.
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16:43
Se nei primi trenta secondi non ho catturato attenzione, dell'altra persona con le parole, con un video mi sarò persa davvero quella persona e questo significa che a livello di
Tim
al livello di vendita verso un cliente io non avrò più tanta, come dire opportunità di poter veicolare un messaggio, ma anche di poter vendere magari qualcosa, perché mi viene sempre un po' da sorridere quando racconta ai colleghi che mi vogliono chiedere qualcosa ed esordiscono con ti rubo due minuti di tempo.
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17:10
Posso disturbarti bene quello che racconto loro che il primo Ibrahim, quando sempre queste cose ovviamente si ritira. Poi io so che un bayes so che si può gestire, ovviamente rispondo che cercano nell'agenda certamente un momento per rispondere, ma va assolutamente calmierato il modo in cui noi ci proponiamo alle altre persone.
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17:30
Il modo migliore sarebbe stato quando hai due minuti di tempo da dedicarmi sarei contento di porti una domanda questo é il modo migliore per accendere la curiosità dell'altra persona. La teoria della mente passa da tante cose, tra cui le parole, tra cui l'approccio. E abbiamo anche utilizzato un questionario di teoria della mente su colleghi e colleghe della banca. Ma non solo.
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17:50
Abbiamo utilizzato anche in valore di in realtà anche in altre, in altre realtà grandi, perché avevamo una grande, un grande quesito neuro scientifico che era legare la teoria della mente con la propensione alla gente re quality. Vale a dire avevamo l'idea che più una persona aperta la teoria della mente a comprendere gli stati emozionali altrui. Più si è aperto anche le tematiche di gender Equality.
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18:13
È stato pazzesco perché è stato un lavoro di circa sei mesi. Abbiamo raccolto la tua banca circa duecento risposte anonime, ma poi grandi company é quello che si vede a livello matematico. Sono dei diagrammi bidimensionali dove le persone, uomini e donne che hanno una propensione a capire le emozioni altrui, sono anche coloro che riconoscono maggiormente si hanno avuto più o meno opportunità, ad esempio sul lavoro.
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18:35
E su questo si può lavorare. Non è un dato di fatto statico. Nel tempo il tema di allenare il brain, ad essere attento alle parole e alle modalità di approccio alle altre persone in tema Allen abile Il Brahim è sempre Allen abile perché è un muscolo e come tale possiamo dirvi anche in che direzione andare.
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18:53
Anche perché, come dire, ci sono dei Baja che ci portiamo dietro per educazione, per formazione. Una volta che una persona si conosce abbastanza bene da riconoscerlo quando sono in campo è anche possibile avere delle traiettorie, un po' diverse per portare il cervello dove noi vogliamo e quindi prendere davvero a cuore quello che il benessere delle persone.
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Alberto Mattiello
19:12
Ovviamente i meeting sono solo una piccola parte della vita aziendale. Lo stress si può generare in molti modi. Ascoltiamo il racconto di Sonya su come insieme al suo team, sta studiando il comportamento di migliaia di persone.
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Sonia D'Arcangelo
19:25
Uno dei progetti più grandi che ha realizzato il laboratorio di neuroscienze è stato il progetto Tutela Fase due. Forse non siamo sempre creati.
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19:32
Vissi mila ma l'abbiamo chiamato così perché ovviamente ci era stato precedentemente un progetto tutela fase uno dove abbiamo lavorato all'interno di quello che è un filone che chiamiamo FX Welding, con grandi strutture della banca tutela aziendale, la parte appunto più di
Carl Haber
, che si occupa del benessere più a trecentosessanta gradi delle persone.
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19:51
E abbiamo lavorato partendo da un pane iniziale ipotetico di ottomila persone del gruppo. Qual era la domanda iniziale di tutela aziendale? Beh, andare a capire qual era il mapping, lo stato iniziale della popolazione aziendale su tematiche di tecnostress, carico cognitivo ed effetto aging.
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20:11
Beh, tecnostress abbastanza semplice da riconoscere, penso sia sotto gli occhi di tutti il tema di avere tante informazioni contemporanee derivanti da device differenti in simultanea, cosa che ovviamente affatica l'organismo.
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20:25
Il carico cognitivo è il tema di dover affrontare un pass, quindi un qualunque compito e non sentire magari l'energia a disposizione in quel particolare momento. Che comunque l'energia sia sottostante rispetto a quella richiesta dal task. É l'effetto aging, un po' l'effetto del passare del tempo.
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20:40
E un effetto soggettivo, ma che sicuramente ha un effetto sulle performance della persona, ma in generale sul suo benessere. È ovvio che man mano che passa il tempo si sentirà maggiormente, ma ci possono essere delle persone che sentono un effetto aging e magari sono più giovani di altri.
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20:56
Cosa abbiamo fatto bene è stato un progetto davvero complesso é durato quindici mesi di lavoro. Ormai siamo nella sua fase di industrializzazione.
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21:04
I primi tre mesi, al netto dell'accordo attuativo delle tematiche che avrete già sentito appunto raccontare, sono passati per andare a raccontare a tutti gli Shar quello che era questo progetto. Perché ogni volta che noi raccontiamo e vogliamo avviare un progetto, è necessario che siano a bordo le funzioni di Char.
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21:22
Che ci sia un privacy di design che sia stato completato in modo da garantire quella che è la liceità di quel progetto, il fatto che garantiamo la volontarietà, la anonimizzazione con dei codici alfanumerici, il fatto che abbiamo passato un comitato etico. Abbiamo un comitato etico esterno, quello della scuola.
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21:40
Ma rispetto al sant'anna di
Pisa
, dove il progetto deve avere un suo avallo, proprio per rispettare la libertà delle persone di poter partecipare nell'anonimato passiamo dalle relazioni sindacali proprio perché è necessario dire che prenderemo probabilmente una parte del tempo dei nostri colleghi e colleghe per andare a lavorare su determinate tematiche.
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21:59
Questo prenderà magari del tempo nella loro agenda, quindi abbiamo raccontato per due o tre mesi a tutti i responsabili e char e poi ovviamente i gestori che quello che sarebbe accaduto sulle persone su queste ottomila persone.
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22:12
Dopodiché, a seconda delle varie strutture delle varie direzioni che hanno partecipato, c'era la parte dieci Hardy tutela di privacy C'era la parte del rischio della formazione.
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22:22
Siamo anche scesi a cascata, come dire sulle strutture più piccole, quasi per andare a raccontare davvero agli ottomila. Ovviamente non è stato possibile proprio raccontarlo a tutti, ma poi abbiamo creato delle mail dei gruppi teams per poter aggiornare le persone sul progetto, in modo che loro sapessero che cosa stesse succedendo.
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22:41
Che cosa abbiamo messo in campo? Beh, abbiamo messo in campo una mappatura iniziale, sempre con un questionario iniziale che ci potesse dire secondo dei codici che le persone avevano usato.
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22:51
Se quelle persone erano più affette da tecno stress o carico cognitivo aging, a seconda dei risultati, la persona sarebbe stata veicolata su un programma di allenamento che aveva lo scopo di eh diciamo calmierare o il tecnostress sul carico cognitivo Le Jing, proprio perché ognuna delle peculiarità diverse, il programma di allenamento è stato un programma di allenamento lungo otto settimane, tre volte a settimana, con dei training di quindici minuti.
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23:19
Questo perché, come dicevo, il brain si allena, il brain può cambiare abitudine, ci può portare ad un benessere generale. Si è allenato e allora abbiamo messo in campo quelle che erano dei giochi, delle letture, dei tasca, anche da fare in modo di andare a vedere che cosa sarebbe capitato al termine del programma di allenamento.
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23:36
Alla fine delle otto settimane si è riproposto quello che era il questionario iniziale di mappatura per andare a vedere se gli indici cambiavano le persone DGA il dovere che avevano utilizzato gli stessi codici perché anche questo non sempre magari capita, hanno risposto a quei questionari, ci hanno permesso di andare ad elaborare duemila risposte.
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23:54
Quindi le persone che hanno completato l'intero iter dall'inizio programma di allenamento, questionario finale sono state duemila, suddivise per per età, per genere, per strutture ovviamente territoriali differenti.
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24:08
Le risposte sono state analizzate, ovviamente clustering usate sono state presentate alla business unit di riferimento, ma soprattutto poi a tutela che era stata con lei che ci aveva commissionato.
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24:17
Il lavoro é quello che si è vinto, che effettivamente le persone che avevano completato quel programma avevano visto una riduzione di tecnostress carico cognitivo ma anche di effetto aging.
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24:28
Bene tutto questo dove ci porta ci porta a dire che abbiamo validato dei programmi di allenamento e quindi quei programmi di allenamento possono essere industrializzati sull'intero gruppo bancario che quello che stiamo cercando di fare adesso erano tre linee tecnostress carico cognitivo aging.
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24:44
Abbiamo iniziato da una delle tre insieme a tutela aziendale che Earl abbia stiamo cercando di mettere a disposizione quel programma di allenamento per tutta la banca.
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24:54
Altro follow-up di questo progetto è stata una costo la di questo progetto che in avvio nella sua parte pratica da settembre, ma ha richiesto numerosi mesi di analisi. Lo stesso progetto su disabilità sensoriali del gruppo, vale a dire persone cieche, persone sorde. Perché?
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25:10
Perché per poter elargire ai programmi di allenamento quei questionari bisogna avere un'attenzione molto particolare all'accessibilità e quindi fare dei test particolari anche con colleghi e colleghe, ma non solo, anche con esterni che abbiano la peculiarità di alcune disabilità sensoriali, proprio per essere molto attenti al tema della fruizione.
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25:29
Quindi lo stesso progetto, diciamo leggermente differente, partirà a settembre su un vasto panel di persone che hanno disabilità sensoriali per andare a comprendere come possiamo essere di supporto sul loro benessere globale.
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Alberto Mattiello
25:43
Le neuroscienze quando vengono applicate a diversi ambiti, in qualche modo li trasformano. Per questo, ad esempio, parliamo di neuro marketing, neuro arte, neuro estetica, neuro filosofia e molto altro.
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25:57
È affascinante vedere come la comprensione scientifica delle nostre strutture di pensiero apra ad un nuovo livello di consapevolezza che può essere applicato a tutti gli aspetti della nostra vita. Un esempio meraviglioso e il lavoro fatto dal laboratorio al Cenacolo vinciano due anni fa, prima della pandemia.
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Sonia D'Arcangelo
26:15
Quindi due anni e mezzo fa siamo stati chiamati direttamente dalla direzione regionale della
Lombardia
per poter lavorare sul Cenacolo vinciano. Devo dire che è stato veramente emozionante.
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26:25
La domanda che loro avevano fondamentale era che cosa le persone vedevano dell'opera leonardesca e non solo perché all'interno della sala non c'è solo l'opera leonardesca. Cosa veniva catturato? Delle informazioni che c'erano nel percorso di avvicinamento e se le luci erano ottimizzate per andare a cogliere un pochino tutti quanti i dettagli.
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26:48
Abbiamo lavorato con quaranta circa persone di nazionalità differente, quindi la lingua madre era tendenzialmente l'inglese, un po' l'italiano dieta abbastanza cross e abbiamo lavorato a museo aperto e chiuso, cosa che può sembrare strana perché in genere come il Cenacolo vinciano all'interno di Santa Maria che è sempre aperta, ma hanno chiuso per noi il museo per un giorno perché volevamo comprendere se le persone vedevano cose diverse, ad esempio nella quiete del della fruizione delle opere.
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27:19
Voi sapete che per entrare all'interno del Cenacolo ci sono delle degli iter delle protezioni che vengono fatte a favore della stessa opera leonardesca l'ultima cena di
Leonardo da Vinci
perché è un'opera abbastanza fragile, deteriorata nel tempo e quindi è necessario come dire pulire quelli che sono i propri abiti, pulire anche da particelle esterne alla pelle e quindi ci sono delle sorte di aree di pulizia e quindi si entra in gruppi minimali massimo da dieci per andare a fruire delle opere d'arte.
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27:48
Quindi abbiamo lavorato un po', un museo aperto, un po' museo chiuso e abbiamo utilizzato tre strumenti neuroscience tifi ci differenti che sono la parte di elettroencefalogramma portatile, non quella che si usa ovviamente negli ospedali, ma con un numero di canali limitato da vestire direttamente appunto sul bragg, che permette di andare a capire quello che accade a livello di onde di attivazione.
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28:09
Onde più diresti onde di attivazione che cosa accade proprio livello attentive?
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28:13
Abbiamo utilizzato gli eye tracker che sono degli occhialini che permettono di andare a cogliere ciò che sta guardando la persona all'interno ad esempio di un'opera d'arte o del percorso di fruizione che porta le opere d'arte. E abbiamo utilizzato uno stress Brasile, tu un braccialetto lo chiamiamo dello stress che alcune volte si posiziona come braccialetto, altre volte si posiziona al dito.
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28:33
Serve per andare a capire, diciamo appunto la sudorazione che un tema assolutamente non controllabile del nostro sistema nervoso che ci permette di capire quanto siamo attivati, stressati ma positivamente o anche negativamente di fronte ad una tasca di fronte ad un'opera d'arte.
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28:51
Ovviamente le persone avevano un codice alfanumerico, non sapevamo i loro nomi e cognomi e gestivano la fruizione delle opere delle informazioni in totale libertà. Museo aperto al museo chiuso bene, di che cosa ci siamo accorti?
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29:04
Beh, la prima cosa di cui ci siamo accorti che le persone guardano tantissimo, guardavano tantissimo le informazioni prima di arrivare alla sala dove C'era l'ultima cena di
Leonardo da Vinci
e dall'altra parte la crocifissione di
Donato Da Montorfano
.
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29:16
Quindi volevano sapere il più possibile prima di arrivare di fronte appunto al capolavoro leonardesco all'interno della sala in genere andavano subito verso appunto la parte dell'ultima cena di
Leonardo da Vinci
e quindi il tema è veramente molto bello, perché quello che è il risultato, ad esempio dall'iraq due time, il tempo medio di sosta all'interno dell'opera d'arte, ovviamente era catalizzata dalla figura di Gesù che è al centro di questa opera monumentale è dopodiché lo sguardo passava dalle triadi, gli apostoli a sinistra fino a destra, e questo indipendentemente dalla cultura della persona.
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29:53
Quindi si andava comunque nell'esplorazione spaziale da sinistra verso destra e il secondo apostolo con multa in maggiore, quindi maggiore attenzione dopo Gesù è stato Tommaso che in realtà, appunto alla sua destra. Ora alcune note di colore storico, perché sono difficili da comprendere quelli che sono i dati emersi.
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30:09
Siamo all'epoca di
Ludovico Il Moro
, quindi alla fine del Quattrocento, e Ludovico è commissiona quest'opera adatte a
Leonardo da Vinci
, il famoso quanto dorato da Montorfano. E quindi in realtà entrambi hanno da realizzare qualcosa.
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30:23
Leonardo in cerca di fama, perché a
Roma
erano ormai tanti attori importanti, tra cui Michelangelo e lui non aveva ancora ha realizzato l'opera della sua vita, usa una tecnica diversa che sappiamo tutti che deteriore era in maniera molto veloce. L'opera d'arte e cerca i volti degli apostoli in mezzo alla folla.
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30:42
Quindi cerca di renderli il più possibile reali. Lavora in mezzo. È come dire ad una realtà che è quella di
Ludovico Il Moro
, che è davvero molto ricca di suggestioni. Per lui sperimenta è però una tela che si degrada. Era davvero molto in fretta.
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30:58
Inoltre all'interno del dipinto, cioè Gesù completamente solo questa è un'innovazione pazzesca rispetto al passato, proprio perché è tipico di Leonardo delle onde che si allontanano dalla figura centrale. In questo caso Gesù e anche Giovanni, che l'apostolo di sempre l'apostolo che Gesù amava, si allontana.
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31:14
La prima opera in cui succede ed è la prima opera in cui Giuda non è dall'altra, parte perché Giuda ognuno di noi, ed è insieme a tutti quanti gli altri a posto. Va bene. Le persone che guardano questo quadro si focalizzano su Gesù, si focalizzano su Tommaso e poi basta la parte sottostante il tavolo non viene guardata. Perché?
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31:32
Perché c'è una porta e che è stata poi fatta all'interno di questo quadro dei frati domenicani. Perché loro mangiavano guardando questo quadro e non volevano aspettare che le pietanze si raffreddasse ro, passando dalla cucina esternamente fino alla sala e quindi creano questa porta.
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31:49
Peccato che le persone vedano questa porta e non guardino più lateralmente a sinistra a destra, dove rimane l'opera originaria che rimane sconosciuta. Così come anche le lunette in alto che sono tipiche dell'epoca di
Ludovico Il Moro
, perché sono in realtà proprio i suoi simboli, non vengono assolutamente viste.
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32:06
Questo è stato interessante perché come feedback, diciamoci, è stato l'utilizzo di luci particolari adatte a non deturpare l'opera d'arte, ovviamente, ma in modo da esaltare maggiormente quelle che erano proprio, appunto le le lunette in alto.
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32:21
Ecco qualcosa di sconvolgente accade quando le persone smettono di guardare questa opera d'arte, si girano e alcune volte nuotano, nuotavano. In realtà, prima della pandemia l'opera di
Donato Da Montorfano
, che una crocifissione alcune volte non la notano, escono tranquillamente dalla sala senza aver notato quello para darte. Perché? Perché un'opera difficile?
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32:41
Perché
Donato Da Montorfano
e meno noto attualmente di
Leonardo da Vinci
, scegli una prospettiva diversa. Sceglie di raffigurare Gesù in croce molto alto. E cosa accade? Che le persone non guardano Gesù in alto perché guardano, come accade nel supermercato, gli scaffali.
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32:56
Come dire alla propria altezza e quindi si fermano su
Maria Maddalena
ai diciamo ai piedi della croce non comprendono la squisitezza del quadro. Questo è stato un altro film che dare maggiori informazioni alla persona preparare il fatto che ci siano due opere d'arte importantissima all'interno della sala usare le luci in modo da arricchire quelle che sono entrambe le opere d'arte.
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33:18
Ma finora vi ho parlato di ali tracker cosa ci hanno detto l'elettroencefalogramma fia ma anche la parte più di sudorazione le hanno messo a confronto queste due opere d'arte a livello attentive.
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33:29
Ebbene, voi pensate che trenta secondi di attenzione sono tantissimi, come vi dicevo prima per attivare il prefrontale bene l'opera dell'ultima cena di
Leonardo da Vinci
tiene l'attenzione cinque minuti contro
Donato Da Montorfano
.
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33:43
Questo a dire che è un'opera monumentale e questo accade sia a livello di onde di attivazione sia di arous al quello che noi chiamiamo proprio all'attivazione no della sudorazione, della tematica stress o gina questo ci ha condotto davvero dare tanti feedback utili a livello di informazioni di luci che sono stati messi in atto proprio in realtà settembre ottobre dello scorso anno.
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34:03
Quindi è cambiato un po', quello che era il percorso informativo che portava all'opera d'arte sia di Leonardo sia di
Donato Da Montorfano
è stato restaurato anche l'opera di
Donato Da Montorfano
, dando nuova luce delle aree che erano un pochino in ombra, mettendo in evidenza meglio quelli che sono anche proprio dei particolari di queste due opere e dando maggiore spazio anche alla sala che viene subito dopo quello in cui sono presenti le due opere che una sala molto bella in cui si racconta la storia di questa opera.
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34:29
Un po', quella che sto anche narrando, dove si racconta come Napoleone avesse preso l'opera appunto dell'ultima cena. Cosa è accaduto durante la seconda guerra mondiale? Come i frati hanno salvato l'opera dell'ultima cena di
Leonardo da Vinci
con dei sacchi di farina all'interno ed quest'opera rimasta sepolta.
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34:47
E nonostante le bombe, abbiamo praticamente deteriorato il tutto l'opera si sia salvata. Ecco, questo è un esempio concreto di neuroscienza applicata all'arte all'inizio.
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Alberto Mattiello
34:56
Di questo racconto si parlava di una realtà a prova di futuro. Ma cosa serve per esserlo davvero? Serve avere i giusti strumenti che le scienze e la tecnologia ci mettono a disposizione e utilizzarli per fare evolvere ogni processo aziendale.
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35:12
La forza delle aziende sono le persone che ci lavorano e conoscere a fondo e permettere a loro di conoscersi al meglio significa generare una consapevolezza condivisa che dà ancora più forza ad ogni singolo e ad ogni team.
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35:27
Questa è la prova del futuro di oggi. Vi aspettiamo la prossima puntata qui su Intesa Sanpaolo Near per scoprire insieme a noi storie di innovazione.
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Sonia D'Arcangelo
35:41
Grazie per aver ascoltato il podcast di Intesa Sanpaolo Nahr al prossimo episodio.
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35:49
Ehm.
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