Anzi, molti pompieri scelgono deliberatamente di continuare le operazioni di soccorso ai piani alti, a rischio della propria vita, e mettendo in gioco anche il futuro delle proprie famiglie.
Si può vederla come si vuole. Ogni atto di coraggio può apparire anche un'espressione di estrema stupidità o di autolesionismo. Fatto sta che nella scelta dei pompieri newyorkesi c'è qualcosa che la rende leggendaria.
da anni mi sono impegnato proprio a raccontare la storia in maniera diversa. E in questo podcast, che si chiama Otto e quarantasei, lo faccio parlando dell'attentato suicida più famoso di sempre.
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01:39
Costretti a districarsi fra le macerie, la calca di uomini e donne in fuga ed esposti a continue inalazioni di fumo e polveri di silicio, i
vigili del fuoco
sono gli unici a percorrere in senso contrario le rampe di scale.
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01:53
Sempre più in alto, anche se il respiro si fa affannoso e la paura li attanaglia e lo fanno trasportando quasi venti chili di attrezzature sulle spalle: bombole, corde, asce, equipaggiamenti di primo soccorso.
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02:08
Ma proseguono comunque.
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02:10
Perfettamente consapevoli che le possibilità di liberare qualcuno da quell'inferno di acciaio e cristallo incandescente, man mano che salgono i gradini, si fanno sempre più remote.
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02:20
È sempre maggiore, invece, la probabilità che l'edificio collassi.
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02:25
Questione di ore, e probabilmente di minuti.
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02:34
Minuti.
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02:36
Non ne passano neppure trenta, alle dieci e ventotto la torre nord collassa. Mentre disperate operazioni di soccorso da parte dei più testardi, o eroici, sono ancora in pieno svolgimento.
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03:00
Moriranno trecentoquarantatre pompieri, la più grande tragedia della storia di questo corpo e sessanta poliziotti del
New York Police Department
e dell'autorità portuale newyorkese.
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03:13
Tra i defunti anche lo stesso comandante dei vigili del fuoco di
New York,
Peter James Ganci Junior, e il sovrintendente della Polizia Portuale James A. Romito.
Cioè solo l'uno per cento di coloro che potevano essere salvati, finisce tra le vittime.
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03:46
E se le torri non fossero collassate così repentinamente, l'evacuazione avrebbe potuto ottenere risultati ancora migliori.
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03:56
I
vigili del fuoco
di
New York
pagano un prezzo altissimo. Ma in qualche modo sono gli unici vincitori eroici di questa storia.
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04:05
Poi una nuvola di fumo e detriti a quel punto avvolge tutta l'isola di
Manhattan
.
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04:27
Le urla di chi assiste attonito al crollo si spengono pian piano e lasciano spazio al silenzio. E da quel momento le Torri Gemelle, semplicemente, non esistono più.
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04:45
È che esistono tanti modi diversi per essere eroi, e l'undici settembre ne ha altri da raccontare.
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04:53
Il crollo delle torri è la faccia più eclatante di questa vicenda, ma non è l'unica, lo sappiamo benissimo.
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05:01
Altri due aerei sono infatti coinvolti nel tremendo progetto dei terroristi.
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05:06
Uno è decollato da
Washington
D C, il settantasette, l'altro da
Newark,
il novantatre.
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05:14
Entrambi, al momento del secondo crollo al
World Trade Center
, sono già stati dirottati con due tragici, diversi, finali.
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05:25
L'ultima comunicazione radio di routine ricevuta dal volo novantatre è delle nove e ventisette.
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05:32
Qualche istante più tardi l'aereo che vola a circa trentacinque mila piedi di quota, scende improvvisamente di un centinaio di metri.
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05:40
Sulla frequenza radio della
United Airlines
irrompe la voce del pilota: "Mayday, mayday! Ehi fuori di qui!".
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05:53
Rumori e urla faranno pensare a una colluttazione all'interno della cabina.
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05:58
La comunicazione resta aperta per qualche secondo ancora, giusto il tempo per i controllori di volo di
Cleveland
di vivere in diretta il momento dell'uccisione del pilota e del copilota.
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06:10
Poi le urla, come risucchiate nel cielo americano, cessano improvvisamente.
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06:19
Ziad Jarrah, il nuovo pilota del volo novantatre, spegne il trasmettitore, isolando così il velivolo.
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06:25
Gli altri dirottatori, nel frattempo, presidiano l'accesso alla cabina di pilotaggio.
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06:31
Uno dei passeggeri,
Todd Beamer
, riesce faticosamente a contattare una centralinista della
GTE
Airfone, società che gestisce i telefoni di bordo della
United Airlines
.
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06:44
Il nome della donna è Lisa Jefferson, e sarà l'unica persona a seguire tutti gli eventi.
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06:50
Todd racconta dell'intenzione sua e degli altri passeggeri di escogitare un piano per contrastare i dirottatori.
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06:57
Poggia poi il telefono acceso a terra, consentendo dunque alla centralinista di sentire quel che accadrà .
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07:04
Pochi minuti più tardi Thomas Burnett, un secondo passeggero, riesce a contattare con un telefono di bordo la moglie Dina.
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07:13
Con sorprendente calma racconta che i dirottatori hanno già accoltellato una persona e dicono che c'è una bomba. Chiama le autorità .
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07:22
Sarà la prima di una serie di trentasette telefonate di passeggeri e hostess che consentiranno di ricostruire, con relativa precisione, quanto succede.
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07:40
...
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Paolo Colombo
08:07
Alle nove e trentadue, sulle frequenze radio del controllo aereo di
Cleveland,
si sente improvvisamente la voce di uno dei dirottatori: "Signore e signori è il comandante che vi parla. Vi prego di stare seduti. Restate seduti, abbiamo una bomba a bordo per cui state seduti".
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08:25
La voce è quasi certamente quella di Jarrah e per sbaglio, esattamente come era capitato ad Atta circa un'ora prima, trasmette via radio la comunicazione destinata ai passeggeri.
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08:37
Contrariamente a quanto accaduto sugli altri tre voli, però, il transponder resterà acceso e i controllori di volo non perderanno mai di vista il velivolo sui propri schermi radar.
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08:52
Alle nove e quarantaquattro Thomas Burnett telefona per la terza volta alla moglie Dina, che lo informa su quanto accaduto agli altri tre voli.
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09:01
È perfettamente chiaro che la quarta freccia nell'arco dei terroristi islamici, è proprio il volo novantatre.
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09:08
Dice Thom: "Vogliono far schiantare l'aereo. Dobbiamo fare qualcosa. Stiamo studiando un piano".
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09:15
"Chi ti aiuterà ?"
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09:16
"Alcune persone, parecchie persone. Siamo un gruppo. Non preoccuparti, ti richiamo dopo".
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09:22
I vertici americani stanno intanto discutendo l'eventualità di un intervento militare per intercettare il volo novantatre, e scortarlo verso un aeroporto. Oppure, nella peggiore delle ipotesi, abbatterlo prima che si avvicini a un obiettivo sensibile.
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09:37
Nessuna di queste piste sembra però percorribile. Non c'è tempo.
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09:43
Burnett chiama un'ultima volta la moglie: "Riprenderemo il controllo dell'aereo".
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09:48
"No, stai seduto e tranquillo. Non attirare l'attenzione su di te".
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09:52
"Dina, se vogliono far schiantare l'aereo dobbiamo far qualcosa".
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09:56
"E se le autorità fanno qualcosa?"
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09:59
"Non possiamo aspettare. Dipende solo da noi. Penso che possiamo farcela. Cosa vuoi che faccia? Pregare Dina? Solo pregare. Ti amo. Non preoccuparti. Faremo qualcosa."
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10:17
Alle nove e cinquantacinque sulla linea telefonica di bordo lasciata aperta da
Todd Beamer
, la centralinista Lisa Jefferson sente l'uomo pronunciare una frase che diventerà uno dei simboli del coraggio e della disperazione dei passeggeri del volo novantatre.
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10:30
Are you ready guys? Let's roll!
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10:35
Siete pronti, ragazzi? Diamoci dentro!
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10:39
I passeggeri corrono verso la prima classe e assalgono i dirottatori.
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10:44
Le grida e i rumori dello scontro che ne segue sono memorizzati dal registratore audio della cabina, e sono l'unica prova disponibile della ribellione dei passeggeri a bordo del volo novantatre.
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10:56
Todd e i suoi compagni cercano di entrare nella cabina di pilotaggio servendosi di un carrello porta vivande per abbattere la porta, usando come arma contro i terroristi tazze colme di acqua bollente preparate dalle hostess.
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11:12
Jarrah si rende conto di quanto sta accadendo, e comincia a far oscillare l'aereo per metterli in difficoltà .
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11:19
Per oltre due minuti i passeggeri tentano di entrare nella cabina, malgrado le violente vibrazioni dell'aereo e le continue perdite di quota alternate a brusche risalite.
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11:30
I dirottatori si rendono conto di avere i minuti contati, e concordano di farla finita nel caso in cui i passeggeri riescano a entrare.
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11:38
Poco dopo uno dei dirottatori urla: "Spingilo giù, spingilo giù!".
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11:43
Jarrah allora capovolge l'aereo e punta il velivolo verso terra, e al grido di Allah è grande, il volo novantatre si schianta oltre novecento chilometri orari nella campagna di
Shanksville
, in
Pennsylvania
.
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11:60
L'impatto è così forte che l'aereo si infila letteralmente nel terreno, disintegrandosi.
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12:05
Le scatole nere saranno ritrovate a circa dieci metri di profondità , così come i resti di alcuni passeggeri.
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12:14
Sebbene non sia mai stato dimostrato con certezza il bersaglio dei dirottatori si ritiene che potesse essere il
Campidoglio
, più precisamente l'ala nord occupata dal
Senato
o, addirittura, la
Casa Bianca
.
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12:34
Otto e quarantasei è un podcast di
Paolo Colombo
prodotto da Chora Media.
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12:38
È scritto da
Paolo Colombo
e Davide Antonelli ed è un progetto di storia e narrazione.