Friday, Sep 10, 2021 • 13min

Episodio 3: Perché proprio le Twin towers?

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Realizzate da Minoru Yamasaki, le torri furono costruite con l’obiettivo di dare corpo allo spirito che anima la società civile americana con la sua ricerca quotidiana del successo e la volontà di realizzare i propri sogni. E proprio per questo vennero scelte come obiettivo dell’attentato da Osama Bin Laden.
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Talking about
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Speakers
(1)
Paolo Colombo
Transcript
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Paolo Colombo
00:06
Chora
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00:12
La realizzazione del progetto dei due monoliti gemelli, su ispirazione di David e Nelson Rockfeller è affidato a
Minoru Yamasaki
, architetto statunitense di origine giapponese ed esponente di spicco del cosiddetto nuovo formalismo.
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00:27
La scelta sorprende un po' tutti, non solo per lo stile eccentrico delle sue opere precedenti, ma soprattutto perché favorisce un giapponese quando è ancora cosa fresca la seconda guerra mondiale, in cui gli
States
si sono scontrati molto duramente con il Sol Levante.
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00:43
I
Rockefeller
si prendono accuse di scarso patriottismo.
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00:48
Si tratta infatti di dare corpo allo spirito che anima la società civile americana con la sua ricerca quotidiana del successo e la volontà di realizzare i propri sogni attraverso il lavoro e la cooperazione reciproca, e
Yamasaki
ha una straordinaria capacità di tradurre i simboli in opere architettoniche e viceversa.
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01:07
Yamasaki
ha due grandi ossessioni: la prima per gli spazi aperti.
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01:12
È infatti pionieristico cultore dell'open space, che in quel contesto diventa simbolo di libertà, le torri sono costruite senza né muri né colonne al proprio interno, e la seconda per le forme sacrali delle cattedrali, capaci di far sentire chi vi accede piccolissimo di fronte a un potere venerabile e immenso.
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01:40
Ma con gli esseri umani è così che va, le cose hanno sempre più di una faccia, figurati i simboli che, come ha detto il filosofo antropologo
Claude Lévi-Strauss
, hanno un significato di posizione sempre relativo, cioè completamente diverso a seconda della cultura di chi osserva.
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01:58
Metti il bianco, da noi le spose lo indossano ai matrimoni, simbolo di gioiosa castità e purezza, in Asia ci vanno ai funerali per esprimere lutto.
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02:10
E da questo punto di vista gli eventi dell'undici settembre sono un esempio perfetto.
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02:15
Nelle
Twin Towers
ci si poteva vedere tutt'altro che delle venerande cattedrali.
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02:25
Tutti sappiamo come sono andate le cose nell'attentato alle
Torri Gemelle
dell'undici settembre duemila e uno, o almeno lo crediamo. Perché si può raccontare la stessa storia e non farne la solita storia.
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02:38
Io,
Paolo Colombo
, docente di storia all'università Cattolica di
Milano,
da anni mi sono impegnato proprio a raccontare la storia in maniera diversa. E in questo podcast che si chiama Otto e quarantasei, lo faccio parlando dell'attentato suicida più famoso di sempre.
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03:02
Prendi
Osama Bin Laden,
era sicuramente d'accordo sul fatto che fossero il perfetto simbolo degli
Stati Uniti D'America
, ma le guardava, proprio per questo, con disprezzo e risentimento, e ci vedeva l'imperialismo e la nefasta influenza internazionale americana.
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03:19
Erano sì un'ostentazione di prosperità, ma basata sullo sfruttamento degli altri popoli e sull'omologazione al modello economico statunitense, e non solo.
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03:30
La maestosità delle altissime
Twin Towers
era una sfida al cielo, immagine tangibile e ancestrale, vi dice niente la torre di
Babele?
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03:40
Dell'arroganza dell'uomo che si mette in competizione con Dio e deve riceverne il castigo.
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03:46
Per non dire dell'espressione di potenza virile, fin troppo evidente esibizione voyeuristica di simboli fallici, che possono titillare il compiacimento machista a stelle e strisce, ma che fanno inorridire la ben più pudica osservanza islamica.
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04:03
Insomma, i nemici dell'occidente non detestano il sistema statunitense solo per i suoi vizi, ma forse ancor di più per le virtù che pretende di esibire, per i diritti che proclama di difendere, per le libertà di cui ambisce a farsi portavoce.
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04:18
Colpire le
Torri Gemelle
, così, significava far sapere al governo statunitense, ai suoi cittadini, che non erano invulnerabili; e che
Al-Qaeda
non era uno sprovveduto manipolo di fanatici sperduti in qualche villaggio ai confini del mondo, ma un'organizzazione potente e ben strutturata, capace di sferrare un colpo micidiale direttamente al cuore della società americana.
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04:46
Ma nella scelta di
Bin Laden
c'è anche della genialità funzionale assai pragmatica.
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04:52
Le
Twin Towers
erano infatti anche l'obiettivo che garantiva la maggior probabilità di causare spettacolari danni collaterali, con la massima visibilità.
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05:03
L'abbiamo detto erano altissime, enormi, con oltre sessantaquattro metri per lato, cioè due terzi della lunghezza di un campo di calcio, dunque relativamente agevoli da centrare con un aeroplano.
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05:16
Erano affacciate sul mare, quindi anche dal punto di vista televisivo, facilmente inquadrabili senza altri edifici che ne ostruissero la visuale.
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05:42
Infine, garantivano un alto numero potenziale di vittime per l'elevata densità di lavoratori che vi erano impiegati, circa zero virgola zero due persone per metro cubo. Da questo punto di vista, un bersaglio molto più rilevante rispetto per dire alla
Casa Bianca
, dove il numero di vittime provocate da un attacco sarebbe stato inevitabilmente più limitato, e le possibilità di uccidere il presidente praticamente nulle.
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06:10
Altri target newyorkesi, pur celeberrimi, come
L'Empire State Building
, il ponte di
Brooklyn
o la
Statua Della Libertà
, semplicemente non avevano lo stesso potenziale.
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06:20
Così il mirino di
Al-Qaeda
viene puntato sul
World Trade Center,
e quello che si viene a generare qualcosa che non si era mai verificato prima: un immenso psicodramma collettivo, globale, sotto gli occhi di tutto il mondo.
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06:42
...
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06:53
...
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Paolo Colombo
07:05
Io sono sempre attratto dalla situazione di chi si trova faccia a faccia con la morte.
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07:13
Capitemi bene, niente di morboso. Il fatto è che normalmente noi non sappiamo quando moriremo, e quando invece succede il contrario, c'è comunque un più o meno lungo processo di avvicinamento che ci prepara e ci lascia tempo per decidere cosa fare, come affrontare la cosa.
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07:31
Quella che mi affascina, perché rarissima, è la condizione propria dell'essere umano che acquista la consapevolezza di dover morire di lì a poco.
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07:39
E ha appena il tempo, pochissimo, per poter decidere una sola cosa da fare prima che tutto si compia.
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07:48
Non ci credo se mi dite che non vi è mai venuto in mente, cosa farei se i prossimi due fossero gli ultimi minuti che ho a disposizione.
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07:59
La vicenda delle
Twin Towers
ci mette a disposizione uno straziante caso di studio, un commovente campionamento di ciò che un essere umano sente il bisogno di fare.
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08:09
E quello che questo campionamento ci insegna, è che, davanti alla morte inevitabile, può sembrare incredibile, ma ciò che sentiamo il bisogno di fare è dire ti amo a qualcuno. Vorrà ben significare qualcosa? Che ne dite?
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08:30
"Ehi Giulia, sono Brian. Sono su un aereo che è stato dirottato. La situazione non sembra molto buona. Volevo solo dirti che ti voglio bene. Spero di poter richiamare, ma se non posso voglio che tu ti diverta, che tu viva la tua vita. Sono certo che un giorno ci rivedremo". Brian Sweeny, trentotto anni, alla segreteria telefonica nella casa di famiglia dal volo
United Airlines
centosettantacinque.
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08:58
"Ciao mamma, sono Mark. Sì, sì voglio dire, sono io. Voglio che tu sappia che ti voglio bene. Ti voglio molto bene. Sto chiamando dal telefono dell'aereo". Mark Bingham, trentun anni, ex giocatore di rugby, alla madre Alice, dal volo
United Airlines
novantatre.
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09:23
"Ti amo e amo i bambini, ci hanno dirottato", CeeCee Roslyles al marito dal volo
United Airlines
novantatré.
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09:42
"Siamo bloccati, se non ti rivedo, sappi che ti voglio tanto bene" Frank Naples, ventotto anni, alla moglie Heidi, dalle
Twin Towers
.
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09:54
"Ti voglio bene, non so se ne uscirò vivo. Promettimi che sarai di sostegno a tutta la famiglia. Sai cosa tu e la piccola Nicole significate per me, ti amo", James Gartenberg alla moglie, dall'ottantaseiesimo piano della torre nord.
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10:23
Tutti costoro non li abbiamo visti. Possiamo solo immaginarli, ma per altri le cose vanno diversamente.
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10:32
Infatti il calore infernale, l'enorme quantità di fumo ostacolano i soccorsi degli occupanti intrappolati al di sopra dei piani colpiti.
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10:41
Ci siamo chiesti tutti ma perché non li salvano con gli elicotteri? Io me lo sono fatto spiegare dagli esperti.
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10:48
L'ipotesi viene immediatamente scartata perché è troppo rischiosa e con minime possibilità di successo. L'incendio produce una corrente ascensionale molto surriscaldata, e ciò non permette ad alcun elicottero di sostenere il proprio peso.
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11:03
Serve che spieghi: l'aria calda è meno densa di quella fredda.
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11:08
È come il principio di Archimede per l'acqua: se vi bagnate nel
Mar Morto
, salatissimo e dunque denso, galleggiante senza sforzo. In acqua dolce, meno densa, affondate. Insomma, niente elicotteri.
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11:24
Credo che prestissimo molti abbiano capito che non c'era scampo. In ogni caso alcuni cominciano a lanciarsi nel vuoto per sfuggire alle fiamme.
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11:32
Due di loro, e non sappiamo neanche chi sono, non verranno mai identificati, fanno l'ultimo tragico salto tenendosi per mano.
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11:41
Le immagini faranno il giro del mondo come quella di un uomo, ribattezzata in seguito The Falling Man - L'uomo che cade, la cui inconsueta compostezza in volo, sarebbe divenuta un'immagine iconica dell'attentato.
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11:58
La poetessa polacca
Wislawa Szymborska
, premio Nobel per la letteratura del millenovecento novantasei, dedicherà a queste persone una struggente poesia.
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12:07
"Sono saltati giù dai piani in fiamme, uno, due, ancora qualcuno, sopra, sotto. La fotografia li ha fissati vivi, e ora li conserva sopra la terra, verso la terra. C'è abbastanza tempo perché si scompiglino i capelli e dalle tasche cadano gli spiccioli, le chiavi. Restano ancora nella sfera dell'aria. Solo due cose posso fare per loro: descrivere quel volo, senza aggiungere l'ultima frase".
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12:42
Otto e quarantasei è un podcast di
Paolo Colombo
prodotto da Chora Media.
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12:47
È scritto da
Paolo Colombo
e Davide Antonelli ed è un progetto di storia e narrazione.
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12:52
Cura editoriale di Francesca Milano.
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12:55
Postproduzione di Stefano Tumiati.
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12:57
Producer Matteo Perkins.
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12:60
Assistente alle ricerche Francesca Abruzzese.
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13:03
Fonico di studio Federico Slaviero.
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