Tuesday, Apr 27, 2021 • 40min

Episodio 6: La giusta distanza

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Laura ci racconta la sua travolgente storia con un collega: quello che sembrava un amore da romanzo nel tempo si trasforma, regalandole brevi momenti di felicità in un mare di sofferenze. Una relazione che finirà per fagocitare la sua vita, tanto da portarla a scappare lontano pur di riuscire a ricostruirsi. Solo oggi, a distanza di molti anni e da donna felicemente sposata, Laura ha saputo dare un nome a ciò che ha vissuto.
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Talking about
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Speakers
(3)
Laura
Selvaggia Lucarelli
Pablo Trincia
Transcript
Verified
Pablo Trincia
00:10
Un piccolo avvertimento prima di cominciare. Questo podcast tratta argomenti sensibili ed è riservato l'ascolto da parte di un pubblico adulto.
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Selvaggia Lucarelli
00:22
Non tutte le persone che cadono vittime di dipendenze affettive realizzano ciò che sta loro accadendo e spesso, neppure quando la loro storia malata finisce, sanno dare un nome a quello che hanno attraversato.
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00:36
Alcune confondono il concetto di dipendenza affettiva con l'idea più generica di amore infelice. Altre, le più numerose, semplicemente di dipendenza affettiva non hanno mai sentito parlare.
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00:50
Laura, prima di ascoltare una mia intervista in tv con
Daria Bignardi,
in cui raccontavo la mia storia d'amore tossico, era tra quelle che associavano la parola dipendenza alla sigaretta, all'alcol, alla droga, alle cose che si toccano e si vedono, che si annusano.
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01:07
Quando ha ascoltato la descrizione della mia dipendenza ha avuto una folgorazione. "Tu stavi raccontando te stessa, ma stavi raccontando anche me. È stato come ricevere per la prima volta una carezza dopo tanto tempo", mi ha detto quando mi ha contattata per dirmi che, sì, era successo anche a lei. Per dirmi che ora, finalmente, era riuscito a dare un nome a ciò che le è capitato molti anni fa.
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01:40
Ci sono amori felici. Ci sono amori infelici. E poi ci sono storie come certi quadri appesi. Tutti li vedono sporti, tranne i due abitanti della casa. Storie che non hanno nulla a che fare con la felicità e soprattutto con l'amore.
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02:10
Sono Selvaggia Lucarelli e questo è "Proprio a me. Storie di dipendenze affettive". Un podcast di Chora Media.
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02:38
Episodio sei. La giusta distanza.
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Laura
02:44
Sono Laura e questa è la storia di quello che pensavo essere il grande amore della mia vita e che poi ho capito essere qualcosa d'altro nell'intervista con
Daria Bignardi
.
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02:59
Io quando ti ho ascoltato ho visto tante cose che pensavo di aver vissuto solo io. Ho sentito parlare di dipendenza affettiva solo da te. Per me era semplicemente una storia d'amore, forse un grande amore, boh, sofferto.
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Selvaggia Lucarelli
03:17
Allora Laura, com'era la tua vita prima di incontrare lui?
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Laura
03:23
Dal punto di vista professionale, iniziavo la mia attività. Dal punto di vista diciamo personale ero una ragazza normale, diciamo. Avevo una vita tranquilla, diversi amici. Quando ho conosciuto questa persona era da poco finita questa relazione con questa persona più grande di me. Però avevo avuto delle relazioni tranquille e serene.
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Selvaggia Lucarelli
03:45
Mi racconti il tuo incontro con lui?
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Laura
03:48
Io ero appunto una ragazza, avevo appena finito di studiare. Iniziavo la mia attività professionale, ero agli inizi, anche se comunque avevo un certo tipo di ruolo in questa azienda, e lui era, se possiamo definirlo, un top manager, quindi era comunque ad altissimi livelli.
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04:05
Ammiravo questa persona sotto il profilo, ovviamente professionale. Quindi era una persona che aveva un certo tipo di ruolo, che però era anche, umanamente, una persona molto vicina anche a chi aveva, diciamo, era agli inizi della carriera, quindi comunque un mentore, qualcuno che poteva accompagnarmi nella mia crescita professionale.
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Selvaggia Lucarelli
04:28
Il giorno in cui l'hai incontrato, la prima volta in cui l'hai visto, hai avuto un colpo di fulmine o no?
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Laura
04:34
In quel momento non è scattato nulla, è scattato dopo. È scattato quando abbiamo iniziato, appunto, a collaborare nei progetti e io ho visto l'altra parte di lui. Aveva questa ambivalenza per cui aveva un ruolo molto di un certo livello, ma poi nella vita personale sembrava quasi una persona schiva, umile.
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04:56
L'atteggiamento era quello di una persona che si era ritrovata di colpo in questa posizione, anche perché era una persona molto giovane per quel tipo di ruolo, quindi ha fatto scatenare una sorta di mix tra il rispetto, l'ammirazione e una sorta di senso di protezione, senso di di tenerezza.
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05:19
Questa ambivalenza ha esercitato quel fascino li, cioè io credo che ci sia stato un momento, anzi lo ricordo, in cui io mi sono resa conto che era scattata una sorta, lì è scattato una sorta di colpo di fulmine. Io ricordo che avevamo collaborato su una serie di progetti e poi ci siamo ritrovati, appunto, a passeggiare in questa città. E io mi sono resa conto che era un po' imbranato.
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05:43
Era molto imbarazzato nei miei confronti, era molto intimidito, sembrava una persona un pochino impacciata e quindi quella passeggiata mi ha un po' svelato il lato più umano di questa persona. Un lato che non era assolutamente un legame con quello che era un ruolo professionale. In me succede qualcosa, cambia qualcosa.
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06:03
Poi da lì comunque continuiamo a collaborare su questo progetto e poi c'è, scatta un invito a cena.
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Selvaggia Lucarelli
06:12
Tu ci speravi un po'?
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Laura
06:13
Io ci speravo tantissimo e speravo che fosse scattato qualcosa anche in lui, cosa che di fatto poi era scattata. Probabilmente era scattata anche prima. Probabilmente mi chiedo se su quei progetti abbiamo lavorato insieme, perché questa cosa era già scattata in lui prima che fosse scattata in me.
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Selvaggia Lucarelli
06:30
Com'è, questa cena?
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Laura
06:32
Questa cena è stata una cena bellissima, perché siamo andati in questo ristorante e lui aveva comunque scelto un ristorante di un certo tipo con, insomma, un bel giardino. E passiamo una serata a chiacchierare e a parlare tantissimo. È sempre quella persona che io avevo un po' intravisto in quella passeggiata di cui mi ero, che mi aveva un po' folgorato, quindi questa questa tenerezza, questa umanità, questa persona anche umile, anche un po' impacciata, continuava a esserlo un pochino, quindi io una tenerezza pazzesca.
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07:04
Continuiamo dopo la cena, a passeggiare per questa città, sempre chiacchierando tantissimo, parlando tantissimo, cioè... la favola. Tant'è che rimaniamo fino all'alba, cioè praticamente io ricordo questo questo sorgere del sole insieme a lui, chiacchierando, con lui che mi presta la giacca perché faceva un po' freddo, cioè, proprio queste cose romanticissime da film. Il bacio scatta quando lui mi riaccompagna in albergo, da lì poi ritorno nella mia città, ma lui da lì era partito e quindi ha cominciato ovviamente a chiedermi di rivederci e inizia la storia.
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Selvaggia Lucarelli
07:42
Laura e quest'uomo così affascinante nella sua doppiezza, impacciato nel privato e risoluto nella sua professione, iniziano quindi un'appassionata relazione, pur vivendo in città diverse. Nelle storie che fin da subito ricalcano lo schema della dipendenza, la distanza è un fattore che amplifica molto la tossicità emotiva.
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Laura
08:03
Iniziammo a vederci, come spesso succede in queste in queste situazioni, nei weekend, le classiche storie a distanza per cui viviamo tra due città.
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Selvaggia Lucarelli
08:15
In cui vi mancavate, ve lo dicevate?
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Laura
08:17
In cui ci mancavamo e c'era questa passione incredibile. Un innamoramento classico, quello dei grandi libri, questi amori in cui vivi questa passione incredibile, questo contare le ore che dividono dal vedersi, qualcosa che di fatto a me non era neanche mai successa, perché avevo sempre avuto storie con persone che vivevo, che vivevo nella quotidianità.
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08:41
Quindi comunque una situazione portata, già da quello, un filo all'eccesso, nel senso che ovviamente aspetti, vivi i tuoi giorni nella tua quotidianità, aspettando il momento in cui vedi questa persona che diventa il tuo tutto.
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09:00
All'inizio era tutto perfetto, ma perfetto nel senso che non ci vedevamo spessissimo, quindi quando ci vedevamo era tutto meraviglioso. Passavamo dei weekend incredibili, a distanza messaggi meravigliosi, lui mi diceva che era la prima volta che viveva un amore del genere.
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09:17
Ricordo, guarda, io ero talmente ritornata un'adolescente, in quel momento, che mi sono segnata a tutti i suoi messaggi. Io ancora, forse, un librettino in cui i primi messaggi dei primi mesi che lui mi scriveva, io li ricopiavo tutti, perché erano talmente carichi di passione, di emozione, d'amore, qualcosa che non avevo mai vissuto e lui mi diceva che era sconvolto, che l'aveva sconvolto questa cosa, che per lui era la prima volta che provava questo sentimento, che anche lui era insomma completamente coinvolto da questo amore immenso, questo amore incredibile che era totalizzante. E quindi questa passione, quasi un po' da romanzo.
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Selvaggia Lucarelli
10:05
Ma li hai ancora?
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Laura
10:06
Ho buttato diverse cose, però secondo me quel libretto lì con i suoi messaggi devo averlo ancora.
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Selvaggia Lucarelli
10:13
Quand'è che la storia comincia a prendere una piega diversa? C'è un momento in cui tu, insomma, ti accorgi che la storia sta cambiando? E ha anche un altro lato più oscuro?
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Laura
10:27
Forse dalla prima importante litigata.
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10:31
Io avevo il telefonino in mano, gli faccio vedere una foto che mi aveva inviato un amico. Lui prende questo questo telefonino con la foto, risale sui messaggi precedenti e si imbufalisce perché i toni con cui io scrivevo a questo amico, secondo il suo modo di vedere, erano troppo affettuosi, troppo, lasciavo troppo spazio a questo amico di, diciamo, di avere confidenza con me e che non era quello il modo per, diciamo, rapportarsi a una persona che sia di sesso diverso.
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11:08
E da lì parte una di quelle crisi, la prima lui prende e se ne va. Io ricordo che comincio a rincorrerlo per questa città. Lui non mi vuole parlare, vuole assolutamente chiudere, "È finita qui, adesso basta, tu non sei assolutamente la persona che pensavo".
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11:25
Riesce a dirmi delle cose cattivissime, umiliandomi, come persona, come donna, perché poi il lato era sempre che io ero una poco di buono, eccetera eccetera, e lì diventa un'altra persona.
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Selvaggia Lucarelli
11:39
Dopo quanto accade questa prima grande, furiosa litigata?
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Laura
11:44
Potrebbe essere dopo un cinque mesi, cinque-sei mesi.
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Selvaggia Lucarelli
11:48
E come si conclude?
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Laura
11:49
Si conclude come si concluderanno sempre anche le altre, che io cerco assolutamente di recuperare, che io comincio a, inizia innescarsi in me una sorta di panico, paura di perderlo, di perdere quest'uomo straordinario, e io comincio a supplicarlo di scusarmi, che aveva ragione, che ho sbagliato, che effettivamente io avevo un atteggiamento troppo affettuoso, che avrei, sarei cambiata...
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12:13
È stata una cosa lunghissima. Credo abbia preso ore. Penso di aver passato tutto il mio pomeriggio a supplicarlo, con lui che che poi alla fine della giornata mi diceva: "Va bene, ok, d'accordo, allora se è così riproviamo". Poi grande cena insieme e poi via, poi passione.
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Selvaggia Lucarelli
12:32
C'era molta attrazione fisica tra di voi?
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Laura
12:35
Si c'era assolutamente molta passione fisica e, secondo, me la passione fisica è stato il principale collante che ha tenuto questa storia, molto più di quanto magari avrebbe tenuto se non ci fosse stata questa passione. È uno dei punti chiave di questa relazione. C'era un'intesa perfetta, un'intesa perfetta.
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Selvaggia Lucarelli
12:54
Dopo questa prima discussione ne arrivano tantissime altre. Io volevo capire se il perno di queste discussioni era sempre la gelosia da parte sua.
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Laura
13:03
Secondo me la gelosia era uno dei primi, nei confronti di tutti gli altri uomini che potessero essere amici, ex fidanzati.
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13:13
C'erano anche altre discussioni legate alla mia famiglia. Inizialmente aveva preso di mira mia mamma, poi ha preso di mira mia sorella, con cui io ero particolarmente legata, cercando di dire che queste persone che, diciamo, cominciavano a vedere che io non stavo bene e, quindi, che cercavano di allontanarmi da questa persona lui cercava in queste discussioni di sminuirnemele, di farmi vedere che queste persone non mi volevano poi così bene, che non erano così attaccate a me, che avevano degli interessi personali nel dirmi certe cose.
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13:48
C'è stato un periodo in cui io, quando stavo con questa persona, nella mia città condividevo l'appartamento con questa mia sorella. Lei ovviamente cercava di farmi vedere, con il giusto distacco con cui lo può fare una sorella e la tenerezza, le cose che non andavano.
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14:05
Lui rimproverava a mia sorella che era una persona egoista, che lei pensava solo ai suoi interessi, che lei avrebbe avuto interesse che io continuassi a vivere con lei per così potevamo, appunto, dividere questo affitto... Metteva tutto sotto il profilo dell'interesse, c'era un interesse da da parte di queste persone a cambiare le cose.
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Selvaggia Lucarelli
14:26
E lui vedeva tutto l'universo che ruotava intorno a te come una sorta di minaccia.
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Laura
14:30
A un certo punto io ho cominciato a credere a tutto quello che diceva. E quindi per me era diventato il riferimento, per me nessuno mi capiva meglio di lui.
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14:40
Nessuno mi conosceva meglio di lui. Lui sapeva leggermi sotto il profilo passionale, cosa che non era mai successo prima e che aveva delle chiavi di lettura mie che nessuno aveva mai colto. Ecco, forse per quello gli avevo dato l'importanza, per cui non lo so, pensavo che fosse l'unica persona che avesse capito chi fossi, come fossi fatta.
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14:59
Vedeva degli atteggiamenti delle mie amiche, piuttosto che delle persone a me care, dicendo: "Vedi quella persona, però, ha fatto così. Vedi, però ha fatto questo. Ha fatto quell'altro". Io cominciavo a prendere distanza e dicevo: "Caspita, è vero".
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15:12
Lui stava cercando di isolarmi, cosa che poi è riuscito a fare nel lungo. Questa persona, nella sua vita in quel momento, era molto solo. Era una persona molto concentrata sul suo lavoro, sul suo lavoro e su di me.
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15:24
E quindi lui mi diceva: "Vedi, io non spreco il mio tempo dietro a persone che non ne vale la pena. Meglio averne poche, ma avere delle persone che valgono". Risultato, lui non aveva nessuno. E poi a un certo punto mi sono trovata anch'io non aver più nessuno, perché allontanavo io stessa alcune persone.
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15:43
Quando lui finiva di lavorare, io finivo di lavorare, poi a un certo punto iniziavamo a telefonarci. Telefonate che potevano durare ore, magari durante la stessa telefonata poi si discuteva, veniva attaccato il telefono, spesso da parte sua. Ci si richiamava, si stava le ore al telefono fino alla mattina, quindi anche magari le giornate dopo al lavoro. Io non è che fossi proprio più efficace perché ero stanca, perché spesso a volte, molto spesso, mi è capitato di avere telefonate o messaggi fino alle tre, le quattro di notte.
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16:17
Se io spegnevo il cellulare mi veniva poi rimproverato "Perché hai spento il cellulare? Io sono stato male questa notte, ho voluto richiamarti. Se tu non mi rispondi al telefono non mi chiami, non mi rassicuri. Io poi passo le notti a piangere. Sto male, quindi questa cosa mi mi crea tutta una serie di problemi".
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16:36
Quindi io vivevo queste giornate un po' così, stanca, magari a volte non proprio lucidissima, aspettando il weekend.
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16:44
Contavo i giorni, era il venerdì finalmente l'avrei potuto rivedere, avrei potuto sistemare finalmente le cose che non riuscivo a sistemare, perché avevamo discusso ma adesso ci vediamo e risolviamo tutto, perché così gli spiego ancora una volta quanto io lo amo, quanto tutto è perfetto, che io sono una brava persona. Quindi io quando lui arrivava, per esempio nella mia città, la casa era perfetta, avevo preparato tutto, preparavo dei pranzi eccellenti, vivevo tutto in anticipazione.
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17:09
Lui a volte mi chiamava il venerdì, per esempio, alle non so, doveva arrivare alle sette, alle sei e mezza mi chiamava e diceva "No, io non vengo. Non vengo perché ho cambiato idea, perché questa situazione non va bene, perché io ho dei dubbi, perché questa situazione non mi piace. Quindi io non vengo".
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Selvaggia Lucarelli
17:25
E tu?
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Laura
17:27
Disperata.
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Selvaggia Lucarelli
17:29
Laura è ormai di fatto sola. Lui l'ha isolata ed è diventato il perno intorno al quale ruota tutta la vita di lei. Non c'è nulla di indispensabile fuori dalla loro relazione.
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17:43
Per Laura le giornate in cui sono lontani rappresentano degli intervalli di tempo inutili e faticosi tra un weekend e l'altro. Per lui anche gli incontri talvolta diventano un'occasione sadica, per sfibrarla ancora di più, per tirare la corda, per farla logorare nella sua assenza.
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18:03
E poi, come in tutti gli schemi classici degli amori tossici, lui inizia piano piano a rosicchiare l'autostima di lei, perché su una donna che si sente sbagliata è più facile esercitare il controllo.
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Laura
18:17
Allora mi veniva rinfacciato assolutamente il fatto che lui avesse un ruolo e che doveva rispettare questo ruolo, anche sociale, e che non poteva accompagnarsi a una persona come me.
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18:32
Che non poteva portarmi a certi eventi o a certe cose, se io non avessi avuto un certo atteggiamento, che doveva essere un atteggiamento più maturo, una persona più seria.
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18:46
E io ovviamente non ero una persona seria, una persona che non lo metteva in difficoltà creando gli queste ansie.
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18:54
Ecco, lui mi rimproverava di crearli, io, un sacco di problemi, un sacco di ansie, che lui doveva essere una persona serena perché per il ruolo che aveva doveva avere una persona accanto che lo rendesse sereno, che lo tenesse calmo, che io invece per questo modo che avevamo di videre questo rapporto, insomma, non lo tenevo calmo, lo facevo sempre arrabbiare piuttosto che lo lo facevo preoccupare, lo rattristavo e quindi che lui, insomma, non andavo bene per che, diciamo, sostanzialmente il suo discorso era sempre: "Mannaggia a me, che mi sono innamorato di una come te". Questo è il discorso.
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19:38
Se avesse potuto avrebbe scelto qualcun altro, ma non ha potuto, non aveva potuto perché, purtroppo, si era innamorato follemente di me e non riusciva a staccarsi.
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19:49
Io, grazie a Dio, avevo avuto la fortuna che questo essere eccelso si fosse innamorato di me. E quindi dovevo, assolutamente, intanto ringraziare ogni giorno per avere questa fortuna. E poi comunque devo meritarmi questo ruolo.
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Selvaggia Lucarelli
20:09
In fondo anche lui, no, non stava bene in questo rapporto, ma comunque ci rimaneva dentro perché ne era vittima esattamente come come poi lo eri tu, anche se lui era chiaramente la parte sadica della coppia. Ma entrambi vivevate una relazione malsana.
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Laura
20:26
Sicuramente se dovessi intervistare lui, io credo che ti direbbe che l'ha vissuta allo stesso modo lui. Anche perché, se vogliamo, all'inizio io ero quella più vittima, per molto tempo, diciamo almeno per un anno e mezzo. Io subivo le sue collere, la rabbia, gli insulti anche.
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20:47
Poi a un certo punto io comincio a non poterne più e comincio a anch'io a tirare fuori di tutto. Quindi, a un certo punto, anch'io comincio a dirgli delle cose tremende. Non c'è più stato vittima o carnefice. Era talmente distruttivo che, insomma, ce ne si diceva di tutti i colori.
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Speaker 4
21:09
Cosa vi dicevate, Laura? Mi fai qualche esempio?
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Laura
21:13
Io a un certo punto, quando noi iniziavamo a litigare, quello su cui io diventavo particolarmente aggressiva e cattiva era la sua incapacità a creare un rapporto d'amore, che era molto bravo nel suo lavoro, ma che di fatto poi nella realtà quotidiana non riusciva a creare nulla.
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Selvaggia Lucarelli
21:34
Laura sa che il punto di fragilità di lui è l'incapacità di crearsi una rete di affetti e lo attacca su quel fronte, pur ottenendo una reazione blanda. Lui, forte del suo ruolo, ben sapendo di avere una posizione privilegiata rispetto a lei, la sminuisce nelle sue capacità lavorative.
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21:53
È un modo per rimarcare la sua dominanza e farla sentire una donna molto fortunata nel poter godere delle attenzioni di un uomo così perfetto e così è arrivato. E quindi le dice frasi perfide e sminuenti.
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22:10
Che ero un incapace, che non sapevo fare assolutamente niente. Anche perché noi abbiamo continuato, durante la relazione, ad avere dei progetti insieme, cosa che è assolutamente ancora più malsana, perché poi lui doveva controllare il mio operato.
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Laura
22:27
Quindi capitava che un sacco di volte questo operato mio non andasse bene, non andava bene, era uno schifo, io non ero assolutamente in grado quando, fino al giorno prima avevamo litigato, avevamo fatto chilometri di macchina, o lui o io, per raggiungersi, treni presi di corsa, situazioni assurde in cui magari arrivavo a casa stanchissima.
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22:51
Quindi io comunque non sarei andata da nessuna parte. Grazie a Dio che lui ogni tanto mi dava qualche progetto importante da fare insieme, in modo che magari quello mi sarebbe servito per crescere un po'.
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23:01
Magari eravamo a cena, "Guarda, devo chiamare questa persona bravissima, è stata bravissima, persona in gambissima, ha fatto un percorso incredibile, devo chiamarla" e lui magari stava al telefono con questa persona che, appunto, di cui lodava le qualità professionali, per dire, prendeva il tempo di interrompere perché lui doveva chiamare questa persona per congratularsi davanti a me e mettendo in valore, quindi, in disvalore me e in valore lei.
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Selvaggia Lucarelli
23:25
Mi descrivi qual'era il tuo stato d'animo quando stavi male, perché magari lui ti lasciava per un breve periodo?
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Laura
23:40
Allora, se io dovessi definire come stavo normalmente, togliendo i momenti bruttissimi, la norma era uno stato di confusione. Io ero in un perenne stato di confusione, non riuscivo a mettere insieme i pensieri. Io ero concentrata, tutta la mia attenzione era verso il risolvere i problemi della mia coppia o cercare di sistemare le cose che non andavano o quello che in quel momento avevo fatto di male.
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24:08
Nella mia relazione non mi sentivo lucida. Ero in uno stato sempre di confusione, di confusione, anche proprio pratica. Io ero sempre stato una persona molto organizzata, che programmava, che aveva una vita, che aveva progetti, tante cose. Lì non facevo niente.
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24:27
Passavo il mio tempo a ragionare, a pensare, piuttosto che rispondere ai messaggi subito, a rispondere alla telefonata, non aspettare che ci fossero due chiamate non risposte, perché poi dovevo giustificare perché non avessi risposto subito. Vivevo in questa sorta di confusione totale.
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24:43
Dopo le litigate io ero in una condizione non più di confusione, ma di disperazione assoluta.
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24:51
Il mio obiettivo era assolutamente tornare insieme. Io passavo il mio tempo a dire "Io così non ci posso stare. Non posso. Perché io sennò mi ammalo, sennò io chissà cosa mi succede e quindi io devo ritornare con questa persona". Più volte mi è successo di tornare guidando in autostrada, di essere completamente confusa, alterata anche proprio emozionalmente e di dire "Se un camion, qualcosa, mi investe, non me ne frega niente".
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25:23
Cioè voglia quasi di chiudere gli occhi e vedere cosa succede. Tra l'altro io cioè, devo ammettere che non mi è successo nulla ma io andavo velocissima in macchina in quel periodo lì. Rcordo di aver sfiorato i limiti di velocità parecchie volte e non me ne fregava niente.
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Selvaggia Lucarelli
25:39
Eri diventata pericolosa per te stessa.
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Laura
25:42
E anche per gli altri.
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25:43
E dicevo "Se succede qualcosa, magari, magari questa persona capisce che io sto male". Perché il problema era sempre lui. Il problema era empre che lui stava male e che io mi devo occupare di lui. Ma di me, non si era mai, lui non si è mai occupato. Quindi mi dicevo "Beh, magari se mi vede in ospedale, capisce che anch'io sto male".
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Selvaggia Lucarelli
26:01
Quando ripensi a te così, ti fai un po' di tenerezza? Che sensazioni hai nei confronti di quella te di allora?
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Laura
26:10
Purtroppo non ho la tenerezza. Forse dovrei avercene. Ho l'atteggiamento che hanno avuto tutti con me. Cioè io la guardo e dico "Guarda che stupida che sei stata. Guarda che stupida. Ma perché non ti sei presa in mano, ti sei messa in standby per tre anni senza fare nulla, praticamente, non crescendo professionalmente, buttandoti via per quest'uomo che poi, di fatto, non era l'uomo giusto, no?
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26:35
Quindi mi viene rabbia. La verità è che, invece, è importante, secondo me, la tenerezza. La tenerezza a me in quel momento, e in generale, non è mai arrivata. Non è arrivata da parte delle mie amiche. Non è arrivata da parte della mia famiglia. Non mi guardavano con tenerezza, non mi dicevano "Beh, vieni qua, caspita, ti abbraccio, ti consolo, ti do una carezza", mi arrivavano solo quello che ti dico io e che direi a me stessa, cioè l'atteggiamento "Sei una stupida, Guardati come ti sei ridotta. Sei proprio una sciocca".
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Speaker 4
27:08
Le persone intorno a te vedevano che stavi buttando via la tua vita.
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Laura
27:11
Sì, perché era evidente. La domanda era "Ma ci stai ancora insieme o non state più insieme? Dove state in questo momento della vostra relazione?".
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Selvaggia Lucarelli
27:23
A questo punto della relazione, una persona lucida, sana, che si vuole bene, deciderebbe di troncare, di salvarsi. Ma non è quello che succede in questi amori storti, in cui più le cose vanno male, più si cerca di legare l'altro a sé. Laura addirittura nel momento più infelice e pericoloso della storia, gli dice "O facciamo le cose sul serio o ci lasciamo".
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27:48
In pratica vuole che l'uomo che la rende triste, si impegni anche formalmente a rimanere con lei. Ed è così che lui scappa via per tre mesi e poi, inevitabilmente, torna. Questa volta con un anello, con le presentazioni ufficiali alla famiglia, e delle intenzioni molto meno luccicanti del solitario che le ha appena regalato.
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Laura
28:12
Poi nel giro del delle due ore successive quasi si rimangia un po' la cosa. Cioè "Questo non vuol dire che comunque che noi ci dobbiamo sposare", lui mi fa capire che il valore che lui dava questo solitario non era quello che danno tutti, ecco.
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28:26
Secondo me è una donna quando riceve un solitario ha un'idea, anche perché quando poi tu te lo metti questo solitario, il resto delle donne o degli uomini che lo vedono pensano che magari ci può essere un matrimonio a breve o qualcosa del genere.
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28:38
Di fatto mi trovavo con un anello di, tra virgolette, di fidanzamento, che non valeva un bel niente, che capivo che era un'altra forma di umiliazione. Però non potevo toglierlo. Forse li cominciavo un pochino a prendere, non lo so se prendevo coscienza. Io comunque ero stanca, sì.
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Selvaggia Lucarelli
28:58
Eri stanca. E cominci forse anche un po' a guardarti intorno perché, un certo punto iniziano tanti tira e molla, no?
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Laura
29:06
Nonostante lui avesse cercato di rendermi molto sola, sono sempre stata una persona molto socievole. E quindi io mi trovo sempre qualcuno di nuovo con cui magari cercare di uscire quando lui mi piantava nei weekend, piuttosto che cercare di insomma di salvarmi un po' dauesta situazione in cui io poi sennò avevo veramente solo lui e solo il suo pensiero, invece uscire con qualcuno, qualche amico, mi svagava.
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29:27
Magari iniziavo a vedere qualcuno, a uscirci, piuttosto che a prenderci un aperitivo per dire "Beh, vediamo se magari trovo la persona che mi porta via da questa situazione", perché in una parte di me voleva uscirne, no, diciamo che io da sola pensavo che non ce l'avrei fatta e che, forse, se avessi trovato qualcuno, avrei potuto farcela.
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Selvaggia Lucarelli
29:49
Eri ancora dipendente, quindi volevi curare la tua dipendenza con un'altra dipendenza. Non potevi smettere di botto, no?
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Laura
29:56
Sì, forse è proprio questo. Avevo bisogno di passare, non lo so, dal whisky a uno spritzettino.
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Selvaggia Lucarelli
30:05
Comunque continuare con l'alcol, ecco, di rimanere sobria non se ne poteva proprio parlare. Capisco. Mi immedesimo molto bene.
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Laura
30:12
Quindi si, esatto. Quindi io cercavo, però non trovavo mai nessuno che potesse essere ai livelli appunto di questa persona.
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30:23
Fino a che c'è un momento in cui io, in una di queste pause un po' più lunghe, io conosco una persona che a me comincia a parlare più degli altri, tra l'altro una persona molto più simile a me, con tanta voglia di vivere, una persona piena di amici che ha un'empatia nei miei confronti e anche una sorta di protezione nei miei confronti, particolari. Quindi li mi rendo conto che ho uno spaccato di una realtà diversa. Vedo un'altra cosa. Vedo una cosa a cui non ero più abituata, che avevo dimenticato.
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Selvaggia Lucarelli
30:56
Una relazione sana.
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Laura
30:57
Sì, ma che io ormai non pensavo più fosse una relazione sana, pensavo fossero solo storie banali, che io avevo vissuto prima di conoscere il vero amore.
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Selvaggia Lucarelli
31:05
Come ricadi nel...?
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Laura
31:07
Questa persona secondo me aveva capito che c'era qualcuno e quindi da lì ritorna in parte un pochino a essere quello che era agli inizi. Per un brevissimo periodo, eh, il tempo di riconquistarmi.
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Selvaggia Lucarelli
31:19
Ma tu quando ritornavi in questi ultimi passaggi, diciamo così, prima della fine, ritornavi con la stessa convinzione, con la stessa gioia?
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Laura
31:28
No, io lo sentivo come una necessità. Cioè io sentivo che se non fossi tornata sarei stata malissimo. Per me era diventata una parte di me, quella persona lì. Cioè era come se mi togliessi una parte di me, sicuramente della parte più brutta di me, ma anche della parte più bella.
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31:47
Lui ha conosciuto tanto di quel brutto di me, della rabbia, della tristezza. Però ho conosciuto anche, e io ho sentito, una parte di quei pochi momenti in cui io ero felice con lui. Io mi sentivo la più bella del mondo, proprio in assoluto.
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Selvaggia Lucarelli
32:10
La relazione è ormai al culmine della tossicità. Entrambi sanno di non poter essere felici insieme ed entrambi forse vorrebbero sganciarsi da questa dipendenza, ma non ci riescono.
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32:23
La frustrazione monta in maniera incontrollata, si accusano reciprocamente, si insultano finché lui un giorno oltrepassa il limite del rispetto. Lei sente che qualcosa si rompe, ma lui, come sempre, cerca di capovolgere la realtà mettendo lei sul banco degli imputati.
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Laura
32:43
Comunque mi fa molto sentire in colpa, cioè, quindi, mi dice che questa associazione è stata dovuta al fatto che io comunque era una poco di buono e che quindi lo avevo messo in questa condizione, che ancora una volta era colpa mia se lui era stato così aggressivo, così eccessivo, no, era colpa mia.
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32:59
Io comunque, anche in quella situazione mi sento colpevole, nonostante in quel momento veramente vittima e, tra virgolette, perdono. Per assurdo, fino ad allora forse era comunque rimasto sempre un po' un ideale, nonostante la storia fosse una catastrofe. Però da lì non lo ritenevo più quella sorta di, non lo so, Dio no, a io ero devota.
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Selvaggia Lucarelli
33:28
Laura per la prima volta sente che il rapporto è arrivato a un punto di non ritorno. Non lo ha perdonato per davvero, ha ancora una volta mentito a lui e a se stessa pur di tenerselo.
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33:41
Ma adesso lo sa e sente che questo compromesso con la sua felicità e il suo amor proprio ha un prezzo troppo alto, è arrivata l'ora di provare a guarire. E per guarire da una dipendenza, anche se non sei in grado di darle quel nome, il desiderio di sopravvivere ti suggerisce una cosa sola. Scappare.
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Laura
34:02
Lo lascio via telefono, mia telefonata. Non lo voglio incontrare. Evito ogni tipo di incontro. Non rispondo più alle telefonate e decido che è il momento per andarmene, per lasciare l'Italia. E quindi prendo e me ne vado.
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Selvaggia Lucarelli
34:19
Senza saperlo, tu capisci che per guarire da una dipendenza devi allontanarti dall'oggetto della tua dipendenza.
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Laura
34:28
Lo sento come una necessità. Io ho cioè tutta me stessa che mi dice "Vattene, vattene via Perché ormai tra l'altro non hai più niente. Non hai più niente da perdere". Diciamo che quella città in
Europa
era sempre rimasto un po' il mio sogno.
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34:41
Avevo degli amici, quindi avevo una situazione che poteva in qualche modo accogliermi, farmi svagare E decido che è il momento di seguire un altro sogno. Se voglio chiudere con quello che era stato il mio sogno d'amore, devo iniziare un altro sogno.
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34:57
L'altro sogno della mia vita era era iniziare una vita in quella città che per me rappresentava tante cose.
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35:03
Sono stata investita da positività e ho ripreso quella voglia di fare, quella voglia di creare, quella... Col tempo è ritornato tutto fuori. Ritorna a essere un giardino, finalmente un giardino pieno di tante piante.
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35:19
Non una sola in un deserto.
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Selvaggia Lucarelli
35:24
Laura, dunque, ha ripreso in mano la sua vita. Ha tagliato con lui geograficamente, ma non è ancora pronta a dirglielo e a chiudere davvero emotivamente. Con l'aiuto di alcuni amici gli fa credere di essere ancora in
Italia
per mesi e di non volerlo incontrare, finché lui un giorno non scopre che Laura è partita.
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35:41
Sale su un aereo con la scusa di un impegno di lavoro nella città di lei e i due si incontrano, ancora una volta. Ma è un incontro da reduci in cui ci si vede tristi e ammaccati, in cui Laura capisce di non voler tornare indietro perché non ha più bisogno di quella dose di lui per sentirsi capace di stare al mondo.
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Laura
36:04
Ho sentito che potevo rinascere, quindi a me faceva solo paura l'idea di ritornare in quel vortice lì.
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36:10
Prima era "Se sto senza di lui, soffro". Lì, io vedo una realtà e dico "Se torno con lui, soffro".
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Selvaggia Lucarelli
36:22
Quell'uomo con cui avevi avuto quella piccola parentesi felice, sana l'abbiamo definita, no, poi cosa è diventata?
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Laura
36:31
Quell'uomo adesso è mio marito.
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36:34
Quello che è uno dei miei rimorsi è di non aver rotto prima. Quando ho visto la luce, io sono poi ritornata in quella storia e ho perso però del tempo, sono comunque stati anni che ho tolto a quello che poteva essere il vero amore, l'amore quello sano.
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Selvaggia Lucarelli
36:52
Laura ma tu sei andata a cercarlo subito quest'uomo? Come è nato il ritorno con con lui?
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Laura
36:59
Quest'uomo ha avuto comunque la pazienza di esserci. Poi quando mi sono sentita pronta ho cercato in qualche modo di riconquistarlo.
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Selvaggia Lucarelli
37:09
L'hai più rivisto lui?
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Laura
37:11
L'ho rivisto dopo più di dieci anni. Mi sono resa conto che sta vivendo una situazione difficile e quindi l'ho contattato, lui in quel momento è stato felice del contatto, i contatti sono stati solo via messaggio.
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37:29
Poi, quando questa situazione si è risolta per lui, abbiamo deciso di vederci e di berci praticamente un un caffè insieme.
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Selvaggia Lucarelli
37:38
Come è stato?
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Laura
37:39
Eh, tosto. Quando l'ho incontrato, io quando l'ho visto, ahimè, quella cosa che avevo sentito quando era scattata quella scintilla, c'era ancora. Quando io l'ho visto entrare in quel momento ho detto "Cavolo".
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37:57
Poi niente, abbiamo parlato, di fatto poi abbiamo parlato anche molto della nostra storia in quel caffè perché non ne avevamo mai parlato poi, quindi comunque ci sono state un po' di spiegazioni su alcune cose. Lui diceva che eravamo troppo giovani e che comunque la situazione gli aveva preso la mano, che oggi lui non avrebbe mai più vissuta così.
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Selvaggia Lucarelli
38:25
E tu, cosa gli hai detto?
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Laura
38:27
Io di fatto, ancora, io per assurdo mi aspetto sempre uno "Scusa", perché io a lui scusa gliel'ho detto, gli ho detto "Guarda, scusami se ti ho fatto soffrire". Lui a me uno scusa non me l'ha mai detto. E io avrei voluto che lui si rendesse conto che mi aveva comunque fatto molto male.
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Selvaggia Lucarelli
38:45
Se oggi pensi a qual è stato il grande amore della tua vita, chi ti viene in mente?
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Laura
38:51
Se io oggi ci penso, penso a mio marito. Penso a mio marito perché proprio è stato un momento in cui ho ascoltato una canzone e non è una canzone di tristezza, di amori sofferti, come spesso sono tante canzoni, in una canzone di di positività, una canzone dell'amore gioioso e per me con l'amore, quell'amore è il mio attuale marito.
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39:12
Ha capito che con questa figura forse io nella mia testa o comunque non chiuderò mai che una parte di me che ci sarà sempre, perché comunque è stata una parte fondamentale, nel bene e nel male. Dopo una storia del genere devi avere un'accoglienza di tutto il pacchetto mio. Il mio pacchetto è anche quella parte lì, non posso toglierla.
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39:33
Mi aiuta anche a non tenere nascosta quella parte lì, perché se la tengo nascosta le do fin troppo valore. È una cosa che ho vissuto, è una cosa che affrontiamo e se l'affrontiamo lo affrontiamo anche insieme proprio a me.
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Selvaggia Lucarelli
39:51
Proprio a me è una serie di Selvaggia Lucarelli prodotta da Chora Media, realizzata con la collaborazione di Debora Campanella. Il sound design e la sigla sono di
Luca Micheli
, la post-produzione e la finalizzazione sono di Guido Bertolotti. La supervisione editoriale è di
Pablo Trincia
, la producer è
Valentina Meli
. Il fonico di Presa diretta è Matteo Bennici. Il fonico di studio è Pietro Bozzini.
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