Tuesday, Apr 20, 2021 • 37min

Episodio 5: La ragazza fantasma

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Anche gli uomini possono cadere vittime di una dipendenza affettiva. Max ci racconta la sua relazione con una ragazza, vissuta quasi esclusivamente online, che in dieci anni l’ha portato a perdere tutto e a pensare di togliersi la vita, prima di cominciare a rinascere e ricostruire la sua vita anche grazie a una serie di coincidenze fortunate.
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Talking about
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Speakers
(2)
Max
Selvaggia Lucarelli
Transcript
Verified
00:10
Un piccolo avvertimento prima di cominciare. Questo podcast tratta argomenti sensibili ed è riservato l'ascolto da parte di un pubblico adulto.
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Selvaggia Lucarelli
00:23
Nelle dipendenze affettive può cadere chiunque. Persone fragili, che inciampano in chi è capace di soffiare sul fuoco delle loro insicurezze, ma anche persone apparentemente risolte, che mai penserebbero di finire vittime di una dipendenza affettiva.
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00:38
Max è un uomo adulto, con il suo lavoro, le sue appaganti avventure sentimentali, quando si imbatte nella ragazza che gli toglierà ogni certezza. Una ragazza che apparirà di rado, una specie di fantasma, capace però di irretirlo e legarlo a sé per ben dieci anni.
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01:00
Ci sono amori felici. Ci sono amori infelici.
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01:05
E poi ci sono storie come certi quadri appesi. Tutti li vedono storti, tranne i due abitanti della casa.
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01:14
Storie che non hanno nulla a che fare con la felicità e, soprattutto, con l'amore.
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01:39
Sono Selvaggia Lucarelli e questo è "Proprio a me. Storie di dipendenze affettive". Un podcast di Chora Media.
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01:59
Episodio cinque. La ragazza fantasma.
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Max
02:05
Sono Max. Tutto è cominciato nel 2005. Avevo trentotto anni, adesso ne ho cinquantaquattro. A quei tempi facevo una vita assolutamente normale, anzi, era un periodo piuttosto felice. Vivevo bene, abitavo in un appartamento che condividevo con altri due studenti perché avevo ripreso a studiare.
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02:25
Avevo un buon lavoro, come amministrativo, non avevo problemi economici, non avevo problemi, appunto, sentimentali, perché avevo delle frequentazioni, come piaceva a me, insomma, un po' libertine e avevo avuto una fidanzata per tanti anni, poi era finita, ma senza grossi traumi e avevo un sacco di cose da fare. Una vita intensa, ma che mi piaceva.
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02:46
Per puro caso, appunto, un giorno ho conosciuto questa ragazza in una videoteca. Mi ha colpito immediatamente. Era una ragazza molto bella, molto timida, esprimeva una fisicità importante, era prorompente, molto sensuale.
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03:01
Ma, soprattutto, era molto affascinante perché, oltre a tutto questo, lei si interessa molto di cinema e di letteratura. Leggeva molto, registi particolari tra l'altro, come Béla Tarr, regista ungherese,
Lav Diaz,
regista filippino. Cioè, potevo sostenere dei discorsi con lei che non avrei potuto sostenere con altre persone, con altre donne, che magari non avevano tutti questi interessi.
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03:25
Quindi questa cosa mi aveva colpito particolarmente, fino a quando poi lei mi spedì un messaggio e abbiamo cominciato a scriverci tutta la notte. E lì mi racconta un po' la sua vita e mi dice che era fondamentalmente un hikikomori. Era una di quelle donne che stavano a casa sempre la notte e aveva una vita quasi esclusivamente virtuale e quindi lei passava tutto il suo tempo così
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03:51
Nel 2005 io tra le altre cose, avevo un blog, curavo questo blog di racconti brevi. A un certo punto le dico: "Se non hai nulla da fare, vai pure a leggere questo blog che è il mio".
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04:03
E lei mi ha risposto: "Guarda l'ho già letto ieri". E io sono rimasto molto colpito. Lei nemmeno mi conosceva, era riuscita a risalire a questo blog attraverso la mia mail e si era letta tutti i racconti, che erano centinaia, e allora da lì è un po' partito tutto.
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Selvaggia Lucarelli
04:18
Quindi voi avete questo rapporto virtuale, grandi chat notturne, quindi telefonate. Quanto duravano queste chat, così, per intenderci?
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Max
04:27
Dalle undici fino alle nove, dieci, undici del mattino, per dieci-dodici ore di fila. Dormivo dalle cinque-sei di sera fino alle undici, e poi dopo lei mi chiamava.
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Selvaggia Lucarelli
04:38
Quindi oltre il lavoro e le chat, questa comunicazione con lei, non esisteva più niente nella tua vita a livello di vita sociale?
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Max
04:45
Assolutamente no. Lei era una fan della programmazione neurolinguistica. Si esprimeva sempre in maniera quasi metafisica. Era particolare. E un po' anche inquietante.
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Selvaggia Lucarelli
04:57
Diciamo che lei aveva anche un po' studiato quelle che sono le tecniche di manipolazione.
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Max
05:03
Sì, io anni dopo mi sono sentito una preda, ma ormai non era troppo tardi, no? Queste chat sono durate per più o meno quattro o cinque settimane. Io la invitavo sempre ad uscire. Lei però si rifiutava adducendo scuse, dicendo che poi lei comunque era fatta così, che non amava uscire e che non amava apparire in pubblico. Fino a quando io l'ho invitata fuori e lei ha accettato e siamo andati in collina, dalle mie parti.
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05:32
Abbiamo parlato e parlavamo continuamente. Era una cosa piacevolissima, ma c'era chiaramente una grandissima tensione, tensione sessuale, e mi sono proposto. Lei all'inizio ha accettato le mie avance, ma a un certo punto si è fermata e mi ha detto: "No, io queste cose qui non le faccio" e mi ha fatto scegliere. Mi ha detto: "Se vuoi possiamo fare del sesso questa notte. Poi però non ci vediamo più".
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05:55
"Oppure ci possiamo vedere altre volte e ci possiamo conoscere meglio". E lì ho fatto la peggior scelta della mia vita. Una scelta stupida e di cui mi sono pentito poi amaramente negli anni successivi.
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Selvaggia Lucarelli
06:07
Perché quindi cosa è successo quella sera?
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Max
06:09
Abbiamo continuato a parlare, io volevo fare l'amore, ma abbiamo continuato a parlare per tutta la notte fino all'alba e poi l'ho accompagnata a casa.
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Selvaggia Lucarelli
06:18
Ma scusa, quando lei ti ha fatto questa proposta, no? Ti ha messo di fronte a questa alternativa, non hai pensato: "Questa è matta?".
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Max
06:26
Sì, assolutamente sì. Però mi affascinava questa ragazza. Poi devo dire un'altra cosa, era anche molto simpatica, sempre sorridente, sempre molto accogliente e anche molto affettuosa. Era divertente, era una delle prime volte che trovavo una persona così, insomma, poi era strana, certo, però questa stranezza mi intrigava ancora di più.
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Selvaggia Lucarelli
06:49
Gli esordi di tutte le storie d'amore disfunzionali hanno dei tratti comuni, col senno di poi molto riconoscibili. Questa stranezza che intriga così tanto Max dovrebbe invece costituire un campanello d'allarme.
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07:03
Lei non ha un atteggiamento lineare, da una parte lo attira a sé, mostrandosi presente e affascinante. Dall'altra mette in atto una serie di comportamenti manipolatori che Max ritiene trascurabili, perfino intriganti. Dunque non solo non scappa e non si ribella, ma senza accorgersene cade nella sua rete, convinto di aver trovato una ragazza diversa, una ragazza speciale.
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Max
07:31
Io mi sentivo molto attratto da lei. A dire la verità, fin dall'inizio pensavo che non avrei voluto essere da un'altra parte e sentivo che anche da parte sua c'era questa attrazione. Secondo me era una cosa assolutamente corrisposta, anche perché lei diceva sempre: "Io cerco degli spiriti affini" e io cercavo di comportarmi come lei voleva.
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07:53
Per esempio, lei amava andare nei cimiteri, quindi le dicevo "Vabbè, allora andiamo in cimitero e facciamo questo o quello" e fantasticavo su cose come se per me fosse normale. In realtà non era né normale né mi piaceva l'idea. Però vedevo che questa cosa la colpiva in qualche modo e quindi la riproponevo continuamente.
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08:11
All'inizio era soprattutto una grandissima attrazione fisica. Cioè, io volevo andare a letto con lei, però mi piaceva anche. Quindi queste cose poi pian piano, man mano che la nostra conoscenza progrediva, si amplificavano, perché a me piaceva sempre di più.
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Selvaggia Lucarelli
08:27
Piano piano, senza rendertene conto, un po' stavi annullando la tua personalità. Cioè non eri tu che imponevi, che proponevi a lei, di condividere cose che piacevano a te. Era lei che ti portava dalla sua parte.
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Max
08:39
Esatto, tant'è che a un certo punto mi sono sentito io svuotato e mi sono accorto che dall'altra parte. però il ritorno che poi una persona si aspetta durante una relazione, un ritorno di emozioni, i sentimenti, piano piano si placava, anche perché lei aveva cominciato a raccontarmi della sua vita, delle sue frequentazioni precedenti e lì ancor di più mi sono reso conto di avere a che fare con una persona con un po' di problemi.
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09:07
Non dico malata, però ci ho pensato, ma anche lì invece di spaventarmi, invece di dire me ne vado, di fuggire, ho detto "Beh, poverina, probabilmente ha bisogno di qualcuno" e quindi io continuavo a dare dimostrazioni importanti, continue.
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09:23
Tutta questa cosa, per altro, ho scoperto più tardi, era studiata a tavolino. Lei guardava
Maria De Filippi
e quindi quando lei uscivamo, ed era molto raro, perché di solito stavamo sempre in chat, quando uscivamo lei le chiamava "le esterne".
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09:37
Quando facciamo queste esterne le cose funzionavano sempre nello stesso modo, tutta la notte, in un posto, ma non un posto affollato, in un posto o di campagna o in collina, a parlare e ad abbracciarci. E questo era, però e non era facile per me sostenere una tensione del genere, ma era sempre lei che decideva.
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09:56
Tante volte, anche in maniera inaspettata, questa sera ci vediamo. Poi magari mi portava fino lì, fino al momento in cui proprio c'era la possibilità di lasciarsi andare. E lei poi mi mandava via, diceva: "No, non voglio più. Non mi interessa più".
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10:11
Questa cosa è andata avanti per anni, perché ci sono stati dei momenti in cui non ci siamo visti all'inizio. Ma poi noi non ci siamo più visti per un paio d'anni, non ci siamo visti mai di persona. Io insistevo affinché ci incontrassimo. Lei mi diceva: "No, assolutamente" perché lei stava male perché lei voleva rimanere a casa, perché per lei era un problema
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10:29
E io poi non insistevo oltre. Cominciavamo queste chat infinite in cui parlavamo di veramente qualsiasi cosa. Anche lì, una cosa strana, parlavamo di qualsiasi cosa, tranne che di noi.
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10:41
Nelle nostre chat e le nostre telefonate, se io mancavo di rispondere immediatamente alla sua domanda, lei mi chiedeva: "Cosa stai facendo?" e facevo anch'io altrettanto: "Dove sei? Stai parlando con qualcuno? Sei al telefono con qualcuno?".
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10:55
Lei esercitava un controllo totale su di me e io mi facevo trovare sull'attenti. Questo era il problema più grande. L'esempio più brutto, proprio, un mio carissimo amico mi ha invitato a cena a casa sua. Lei era un paio di giorni che non si faceva sentire. Io ovviamente ero, non dormivo nemmeno di notte.
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11:10
Però era importante. Lui mi aveva da dire delle cose importanti e a un certo punto lui mi fa vedere la sua casa nuova. Lei mi chiama, mi dice: "Ho bisogno di parlare con te". Io, senza dare praticamente spiegazione, me ne sono andato.
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11:22
Tant'è che questo ragazzo non è più un mio amico, nel senso che si è arrabbiato tantissimo. Ma era una persona importante per me, per la mia vita.
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Selvaggia Lucarelli
11:29
Ma con le persone che conoscevi parlavi di lei?
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Max
11:32
Con i miei amici veri non potevo parlare tanto di lei perché, se avessi cominciato a parlare con loro, loro mi avrebbero fatto capire tante cose che avevo già capito un po' da solo. Quindi preferivo uscire, le poche volte che mi capitava di farlo, con persone con le quali potevo parlare di lei.
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11:47
A un certo punto non avevo veramente più una vita sociale, nel senso che i miei amici non li vedevo quasi più, ho cominciato a frequentare soltanto alcune persone, per lo più donne, con le quali parlavo di lei e parlavo soltanto con persone che però mi dicevano che sicuramente lei provava qualcosa per me.
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12:05
E assieme a queste persone analizzavamo addirittura i messaggi. Ma i suoi messaggi erano tipo "Oggi c'è il sole" e lì partiva tutta una sorta di delirio totale. Che cosa potrà mai aver voluto dire lei? E così.
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12:19
Poi, appunto, al lavoro io ero totalmente rintronato. Ha cominciato a fare errori anche grossi e a un certo punto ho scelto io in realtà di andare via.
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12:27
Ho detto, vabbè, è inutile che continui a lavorare perché tanto non mi interessa, l'unica cosa che voglio fare è stare, passare il mio tempo con lei. Non volevo abbandonarla e quindi tutto quello che in qualche modo ostacolava quello che era il nostro rapporto, la nottata a chattare, ed era la cosa più bella, oppure la possibilità di incontrarsi di nuovo, era di impiccio, di intralcio e quindi l'ho eliminato.
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Selvaggia Lucarelli
12:52
Max racconta di aver eliminato gli amici, la vita sociale, il lavoro per rincorrere il fantasma di questo amore ideale.
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12:58
Ma la verità è che lui non ha scelto né deciso nulla, ha perso completamente il controllo della sua vita.
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13:06
Tutto intorno a sé si sta sgretolando, perché ogni sua pulsione vitale è rivolta a lei. All'oggetto della sua dipendenza. Non decide di smettere di lavorare, non è più capace. Non sceglie di non vedere più gli amici, non è in grado di avere alcuna relazione oltre quella con lei, che succhia ogni sua energia.
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13:28
E il tono rassegnato con cui racconta l'inizio del suo annientamento è probabilmente il riflesso di quello che era il suo stato d'animo all'epoca. Capiva che si stava autodistruggendo, ma era incapace di ribellarsi.
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13:45
Non si ribella neppure quando sul web fa una scoperta che dovrebbe accendere una luce sulla personalità di questa ragazza.
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13:52
Trova il blog di una sua amica.
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Max
13:55
Per puro caso una sera l'ho trovato, ho letto un post, poi due, e ho capito che lei era una di quelle persone che commentavano e che questa era la sua migliore amica. Lei prendeva in giro i ragazzi che frequentava, che aveva frequentato e che conosceva. E io ho pensato di far parte di questa, un po', squadra, proprio.
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14:14
Cioè lì ho cominciato a capire che lei in realtà aveva una vita in presenza, come si dice adesso. Lei non è che passava tutte le notate a chattare o con me o con altri. No, lei vedeva delle persone, faceva sesso con delle persone, faceva tantissime cose che a me erano negate.
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14:29
Mi fingo immediatamente interessato a questa amica, comincio a scriverle con un finto nome, cominciamo a interagire. Lei, tra l'altro, comincia a dimostrarsi incuriosita anche lei da me. Però voleva sapere la verità, perché lei pensava di avere un po' capito chi potevo essere. Io ho detto la verità, ho detto "Sì, sono io" e lei li mi ha sciorinato un po' tutto quello che in realtà c'era dietro questo personaggio.
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14:56
Ed è stato un colpo durissimo. Mi ha fatto leggere alcune chat in cui parlava di me. Lei mi prendeva proprio in giro. Sull'aspetto fisico, ad esempio, addirittura. Parlava male di me. Non sempre, però quasi sempre. Ma io non mi sono dimostrato molto intelligente. Perché avrei dovuto dire "Basta, adesso".
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15:15
No, continuavo a vedere. Continuavo a cercare di capire perché secondo me c'era qualcosa. E questa sua amica mia, mi ha anche lei un po' illuso: "In effetti tu non eri come tutti gli altri". Io mi incazzo tantissimo. Le chiedo quindi spiegazioni e la la chiamo.
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15:30
Lei si nega poi a un certo punto mi dice che in realtà io non centravo nulla, che comunque io ero diverso da queste persone qui. Ovviamente io le credevo sempre, però lei a quel punto lì mi chiede un incontro e, durante questo incontro, mi dice che non voleva vedermi più perché voleva ritirarsi. Non voleva vedere più nessuno e starsene tranquillamente a casa senza aver nessun tipo di contaminazione con altre persone.
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Selvaggia Lucarelli
15:55
Perché secondo te lei ti ha comunicato questa volontà di rompere quando tu hai scoperto di questo blog e questi racconti anche su altre altre frequentazioni?
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Max
16:05
Lei credo che mi abbia comunicato questa cosa proprio perché forse ho cominciato a scoprire alcuni altarini, ma soprattutto perché il gioco le era venuto a noia. Si era un po' rotta le balle, si era stancata, si era stufata e aveva anche conosciuto delle altre persone a cui voleva dedicare il suo tempo.
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Selvaggia Lucarelli
16:22
A questo punto lei capisce di aver perso colpi, di essere indebolita nella sua capacità manipolatoria. Max ha realizzato di non essere l'unico uomo della sua vita, ha letto le parole ciniche su di lui, pretende delle risposte per la prima volta.
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16:39
Lei quindi, da abile manipolatrice quale è, capisce che quando perde forza, quando perde un po' di controllo su Max, può fare una sola cosa. Sparire. Alimentare in lui quel tormento.
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16:53
Solo che questa volta c'è una variabile che lei ha forse sottovalutato. La sua amica, anzi ex perché avevano litigato. Max si aggrappa a questa nuova conoscenza, probabilmente la vede come il suo ultimo legame rimasto con l'oggetto della sua dipendenza. E quindi lei, il fantasma, gelosa, indispettita, all'idea che lui possa aver trovato una bolla in cui respirare, se lo va a riprendere. Accorcia nuovamente il guinzaglio.
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Max
17:25
Allora lì lei si riavvicina a me in maniera ancora più forte di prima, tanto che mi invita a casa sua. Non ero mai andato a casa sua io prima, mai, non era mai successo, però lei mi ha accompagnato lì, poi mi ha detto che stava molto male ed è andata da un'altra parte, da sua madre, e io sono rimasto lì la prima volta per una decina di giorni senza che lei venisse mai lì.
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17:46
E ogni sera io la chiamavo per chiedere se veniva e non passava mai, diceva che stava male e io rimanevo lì, dentro questa casa. Dopo un mesetto, più o meno, lei ha detto che si sentiva meglio e che avrebbe potuto vedermi e passare del tempo con me.
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18:01
Allora io sono ritornato a casa sua, lei lì è rimasta con me. La prima sera siamo stati assieme, ma io ho pensato molto probabilmente prima lei non riusciva a comportarsi con me in maniera normale perché non stava bene. Invece in quel momento lì stava bene e la vedevo felice, la vedevo contenta. E lì siamo andati a letto assieme.
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18:24
Le mie aspettative erano alte, anche perché lei mi parlava spesso di quello che sarebbe potuto accadere. Ti ho sognato in questo modo. Ma è stato brutto, molto brutto. E io me l'ero immaginata mille volte, mille. Lei era veramente statuaria. Ciononostante è stata una cosa molto fredda e lei era molto fredda. E poi è finita così. E poi stavo male, ho cercato in qualche modo di riprendermi. Insomma, una serata, il peggior momento in cui potevamo andare a letto insieme era quello lì.
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18:53
A un certo punto ogni tanto saltavano fuori dalle altre persone che lei aveva conosciuto e dei quali lei si era invaghita. Me lo raccontava. Lì è stato un momento più grande di questa malattia sentimentale terribile, perché io le chiedevo che cosa facesse con questi ragazzi.
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19:08
Lei mi raccontava tutto. All'inizio controvoglia, e poi magari si vedeva che un po' le piaceva farlo. Però mi diceva che lei, e questa è la cosa più stupida, proprio che, lei mi diceva che lei in realtà con loro ci andava a letto perché di loro non li interessava nulla, mentre io sì, le interessavo, e quindi con me non trombava. Questo è il senso della cosa.
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Selvaggia Lucarelli
19:29
Tu eri l'amore spirituale.
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Max
19:32
Io ero un cretino, però totalmente in preda, assecondava totalmente qualsiasi suo desiderio e, a volte, prendevo la bici di notte e andavo, quando lei non mi parlava, fino sotto casa sua in bicicletta. E io facevo andata e ritorno di notte in questa bici al buio, senza luci, una quarantina di chilometri che faceva bene alla linea però un po' meno al cuore e anche all'amor proprio.
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20:00
Ma era, ti parlo di, con qualsiasi tempo, quindi col freddo, con la neve, con quaranta gradi, andavo lì per capire quello che stava succedendo, se era sveglia, se dormiva, era una cosa allucinante, veramente.
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Selvaggia Lucarelli
20:16
Max, ma tu mentre vivevi questa situazione, ti sei mai detto "Sono vittima di una dipendenza", hai mai pensato alla parola dipendenza?
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Max
20:25
Sì ho pensato a questa cosa come una dipendenza, quasi da subito, in realtà, però sapevo che la colpa era mia, che avrei potuto, comunque, forse pensavo di potermi tirare fuori da questa situazione quando volevo. Ma non mi ero reso conto di non avere più ormai nulla.
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Selvaggia Lucarelli
20:44
Nelle storie di dipendenza, che siano per un amore o per una sostanza, arriva sempre il momento dell'abbrutimento definitivo, dello svilimento totale della persona.
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20:56
Max ha smesso di esistere per se stesso. Tutti i luoghi e il tempo che non comprendono lei sono mera sopravvivenza. Anzi a malapena sopravvivenza. Perché Max, ridotto a vivere come un senzatetto, sa che l'abisso in cui è sprofondato può condurlo fino alla morte. Ma semplicemente non gli interessa. Non gli interessa nulla oltre lei.
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Max
21:28
Allora io vivevo in questa casa nel quartiere peggiore della mia città.
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21:34
Una specie quasi di container, più o meno, in alluminio e dentro non c'era niente, c'era soltanto un letto e una cucina a gas. E non c'erano tavoli, sedie, non c'era nulla. Non c'era armadi. Non c'era nulla. E io sul letto tra l'altro avevo solo un materasso e poi un sacco a pelo dove io dormivo. Tutto molto brutto.
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21:54
Non avevo riscaldamento, non avevo luce, me l'han tagliata, non avevo niente, stavo con le candele. A volte era veramente molto triste. Per mangiare, appunto, a un certo punto non avevo il gas e quindi non potevo più cuocermi nulla. Allora tutto quello che rubavo lo mangiavo crudo, ma anche la carne a volte.
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22:11
La notte d'inverno faceva veramente un freddo assurdo. Una volta, appunto, mi ricordo il termostato segnava meno due gradi ed erano i momenti peggiori, più brutti. Veramente non sapevo se mi sarei svegliato il giorno dopo. Però a me non importava. Io cercavo soltanto dei posti dove c'era wi-fi per poter parlare con lei.
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22:26
Spesso, tra l'altro, ritornavo da queste gite in bicicletta che mi facevo per andare a casa sua, con la neve, ricordo una volta c'era mezzo metro di neve, ghiacciato praticamente, ero un ghiacciolo vivente e mi addormentavo lì. Non so tutt'oggi ancora come ho fatto, ci deve essere stato qualcuno che ha tenuto, mi ha tenuto la mano sulla testa.
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22:48
Facevo qualche lavoretto d'ufficio per alcuni miei amici, tenevo la contabilità, facevo delle piccole cose. Se non avessi avuto questi amici che, in qualche modo, mi hanno dato una mano, a livello pratico, io sarei morto, molto probabilmente.
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23:07
A un certo punto ho pensato sinceramente che tanto ero da solo, non avevo nessuno, non avevo una famiglia, non avevo niente, non avevo prospettive, non avevo un lavoro. Avevo capito che a lei non importava più di tanto di me. Anzi mi usava, appunto. Ero un suo giochino. Avevo pensato di uccidermi, un po' di volte.
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23:26
E poi succedeva sempre qualcosa che mi salvava il culo. Questo succedeva.
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23:33
Una sera, era un venerdì. Era una di quelle sere in cui, non è capitato spesso, però mi è capitato, in cui volevo farla finita perché capivo di non avere più niente. E poi erano i primi in cui tanto non sentivo lei perché si è arrabbiata per qualcosa, ero triste oltre misura depressa, ecco.
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23:51
E quindi a un certo punto, in questo quartiere, tra l'altro, appunto, poverissimo, camminando per strada, senza un centesimo, non avevo niente, ho trovato in terra cinquanta euro e mi ricordo che sono andato, ho preso l'autobus e sono andato in centro e mi sono messo a bere dei bicchieri di vino che mi hanno scaldato un po' il cuore.
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24:11
Bevevo anche tanto in quel periodo lì, perché certe volte era l'unico modo che avevo per uscire un po' con la testa da questa, da questa situazione.
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Selvaggia Lucarelli
24:21
Ma non riuscivi ogni tanto a guardarti dal di fuori, uscire dal tuo corpo e dire "Mi devo salvare perché sto sprofondando?".
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Max
24:31
Io ero assolutamente consapevole di quello che mi stava succedendo, solo che a un certo punto è difficile, anche con, se hai la volontà di cambiare le cose e cambiarle. Poi la verità è che anche gli amici, quelli più intimi, a un certo punto si stancano, perché non è facile nemmeno per loro vivere una situazione del genere.
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24:51
Durante queste mie frequentazioni con lei non avevo mai avuto nessuna storia, né ci avevo mai pensato, ovviamente.
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24:58
Una sera sono uscito dicendo stasera voglio trovare una donna, perché posso ancora farlo. E in effetti quella sera lì in un bar, ho conosciuto una ragazza e siamo finiti a casa sua. E la cosa incredibile, incredibile, è che proprio mentre stavamo cominciando a... Mi arriva un messaggio suo: "Dove sei?".
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25:18
Assurdo. Però così. E io ho detto "Ma eccola qua". Ho dovuto farmi un po' forza, nel senso che ho detto "No, vabbè, sei ancora un uomo, sei ancora una persona senziente, vivente con delle pulsioni" e quindi l'ho fatto perché a un certo punto devi decidere se veramente se vivere o morire, veramente, non hai più niente.
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25:39
E questa cosa mi ha aiutato tanto, perché che mi sentivo di aver guadagnato, acquistato in dignità. Pensavo che potevo piacere ancora. Ma all'inizio lei mi assecondava, mi dava dei consigli, mi diceva, non so, "Mi piace questa ragazza frequentala ancora".
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25:53
Mi sembra che a certo punto, però, quando capiva che io me ne stavo in qualche modo andando, gli stavo liberando, mi riportava a sé e io ritornavo da lei ogni volta. Quindi lasciavo perdere. E non è successo una volta sola. É successo più volte.
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Selvaggia Lucarelli
26:05
Quindi ogni volta che tu conoscevi una ragazza che ti piaceva, lei per un po' te la faceva frequentare, ma poi immediatamente doveva rimettere le cose in ordine, cioè riportarti a sé.
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Max
26:18
Sì, doveva marcare il territorio e quindi si arrabbiava, diceva che questa non era una persona per me, oppure mi irrettiva in qualche modo, mi diceva "Vorrei vederti, ti ho pensato, in fondo sei tu la persona più importante" e io ci cascavo. Quando diceva queste cose, io rientravo immediatamente nei ranghi.
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26:36
Ho conosciuto alcuni suoi ex ragazzi tramite Facebook perché erano suoi amici di Facebook e qualche volta ci incontravamo appunto, perché la città è piccola. Con uno sono diventato anche amico, abbastanza. Certe volte ci raccontavamo queste cose ed erano uguali. Però lui aveva avuto la forza, il coraggio, di tirarsi fuori prima, da questa situazione. Non ha mai lasciato quello che poi lui aveva di importante. Invece io si'.
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27:01
Lei aveva fatto le stesse cose con lui, però con lui era stata più generosa perché lui chiedeva delle cose in cambio. Io non l'ho mai fatto. Io vivevo così, non mi importava. Per me lei era un sogno, era qualcosa che prima o poi io sarei riuscito a conquistare.
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27:18
A un certo punto lei mi ha raccontato per caso, anche lì non si capiva molto bene, di essere rimasta incinta di un'altra persona, che per questo motivo lei a un certo punto si era ritirata a vita ancora più solitaria perché non voleva vedere nessuno.
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27:36
Pensavo che questo era il motivo per il quale lei non mi voleva più vedere, perché non voleva raccontarmi di questa cosa e quindi non era perché in realtà non le fregava nulla, ma non mi chiamava più perché era rimasta traumatizzata da questa cosa e quindi non voleva più vedermi.
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27:51
E io però, facendo un po' di calcoli, pensavo magari che avrei potuto essere io, no, il papà di questo bambino, che poi non è mai nato, mentre lei negava, diceva assolutamente non era possibile. Quindi questo voleva dire che nello stesso momento in cui abbiamo fatto l'amore, lei lo lo faceva anche con altri.
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Selvaggia Lucarelli
28:09
Hai mai pensato che potesse essere una bugia?
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Max
28:12
Si, anche. Lei mi ha raccontato molte bugie secondo me.
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Selvaggia Lucarelli
28:19
È chiaro, dopo tutti questi anni, che lei fosse ormai consapevole di avere un totale controllo su Max, un controllo che esercitava tenendolo appeso ai suoi cambi d'umore, ai suoi racconti di vita sempre più buia, la sua personalità contorta, quello che lui all'inizio aveva trovato strana e intrigante.
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28:38
Max non sa neppure più cosa sia vero e cosa sia falso in ciò che lei gli racconta. Quello che per lui importa è solo esserci, esistere nei suoi pensieri, sentire di avere un ruolo, magari quello di colui che la salverà dai suoi demoni, perché non esistono solo le crocerossine. Esistono anche gli uomini illusi degli "Io ti salverò".
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Max
29:02
Avevo questa sindrome del salvatore, no? Le donne hanno la sindrome della crocerossina. Io avevo questa sindrome del salvatore, di essere quello in grado di farle vivere una vita diversa, migliore e felice. In realtà lei non voleva avere una vita diversa, migliore, felice. Lei voleva vivere quella vita lì. Peraltro poi in quel periodo ho cominciato ad avere problemi di peso, io non avevo mai avuto problemi di peso.
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29:24
Quando andavo a fare un po' di scorta nei supermercati, queste spese proletarie, io caricavo tutto, mangiavo minestroni crudi, cose così aperte perché non avevo, non potevo cucinare. A un certo punto ho sfondato il quintale, io pesavo ottanta chili prima. Questa cosa mi è rimasta ancora adesso come una cicatrice, indelebile, che mi ricorda quei momenti lì, insomma abbastanza tristi.
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Selvaggia Lucarelli
29:50
Poi nella vita di Max succede qualcosa. Nel momento peggiore, quello in cui la risalita sembra ormai impossibile, un'amica gli propone di andare a lavorare in Spagna durante l'estate.
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30:02
Ha capito che Max sta male, che è in una fase di autodistruzione senza ritorno. Intuisce che un viaggio potrebbe essere non una fuga da un amore, ma una cura da una dipendenza ormai consumata fino all'osso. Erano sette lunghi anni che Max non usciva neppure dalla sua città, città che poi non era neppure più sua. Era semplicemente la città in cui c'era lei.
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30:27
Per andare via, però, ha bisogno di pagarsi le spese del viaggio. Chiede aiuto agli amici, quei pochi amici rimasti che fanno una colletta per aiutarlo. Proprio mentre sta per partire e, forse non a caso, quando le finestre della sua casa, dopo anni di buio, tornano ad essere se non aperte, almeno socchiuse, Max incontra una ragazza, una ragazza che gli piace davvero. E non è un fantasma, questa volta.
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Max
30:55
Con lei è cominciato subito qualcosa contemporaneamente al fatto di andare a lavorare all'estero e mi ha detto "Vai pure, tanto io ti aspetto. Sono qui". L'esperienza spagnola è stata meravigliosa. È stato uno dei momenti più belli della mia vita, anche perché poi ero partito all'inizio con l'idea di non tornare più. Ma sarebbe stata una fuga, no? Invece no.
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31:16
Quando ho capito che questa ragazza poteva essere molto importante per me, ho capito che sarei anche ritornato da lei. Anche lei è una ragazza molto bella, molto carina, che aveva i suoi corteggiatori. È stato un po' un colpo di fulmine perché mi è piaciuto da subito molto.
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31:32
Però avevo capito che poteva essere importante perché con lei sì che avevo delle affinità. Io lei non ho detto niente di questa ragazza, perché non mi andava di turbare quel momento con dei ricordi così brutti. Era una cosa così bella, dopo tanti anni, che mi stava succedendo e stava capitando a me che non volevo rovinarla.
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31:48
Ma non le ho mentito sul mio stato. Gli ho detto guarda, io non ho da mangiare e dormo in una catapecchia senza luce né acqua e sono nella merda. Cioè questa è la situazione.
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31:60
Quando ho preso il treno per
Milano
per poi andare a
Barcellona
, mi ricordo addirittura le lacrime con la mia compagna perché ci eravamo appena conosciuti e avevamo voglia di stare insieme, pero' lei mi ha detto: "No, vai, vai".
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32:10
Perché lei aveva capito che ho bisogno di qualche settimana per decantare un po', e ripulirmi da tutta questa melma che mi portavo dentro, da questo dolore, anche poi in realtà, ma in quel momento veramente mi sentivo un, più che altro, un sopravvissuto, un sopravvissuto a una dura, dura battaglia contro me stesso più che altro.
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32:30
Però, non è stato facile, è stato assolutamente difficile. Lei è stata un po', lo dico sempre, un po' la mia salvatrice, ma non è arrivata lì per caso, è arrivata lì, perché a un certo punto io devo aver chiesto qualcosa, non so, a me stesso, uno sforzo ulteriore.
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Selvaggia Lucarelli
32:48
In
Spagna
e comunque durante questo periodo tu non senti mai lei?
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Max
32:53
Mai. A un certo punto io decido, dopo questi passettini che piano piano stavo facendo per cercare comunque di uscire da questa situazione di difficoltà, di non far più parte della vita della manipolatrice, di questa ragazza che in qualche modo si era presa gioco di me. Quindi non l'avevo più sentita, avevo cercato veramente di disintossicarmi.
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33:15
Avevo capito che in qualche modo stavo uscendo da questa situazione di empasse che durava da dieci anni. Per questo anche motivo, credo, sono riuscito ad accettare la proposta di lavoro, di questa mia amica e anche di mettermi subito in gioco con quella che poi è diventata la mia compagna.
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33:32
E io mi sentivo un sopravvissuto pieno di cicatrici, uscito da una situazione difficilissima. Difficile anche da spiegare, perché se tu sei un tossicodipendente magari puoi dire "È stata la droga il mio problema" ma come fai a raccontare una storia del genere? Perché una ti dice "Sei un cretino. Come hai fatto a metterti in questa situazione di dipendenza totale da una persona che ti prendeva in giro?".
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33:59
E io non ho evitato niente, mi sono cacciato in un guaio, sapendo benissimo di cacciarmi in un guaio, a un certo punto. Non ho mai capito perché. E probabilmente nemmeno adesso lo so. per una cosa talmente futile, una nonstoria, qualcosa che io in realtà non c'è stato niente tra me e questa persona., niente di importante, perché le cose importanti lì ho capito sono altre, anche la sofferenza e la condivisione del dolore. Lì non era condivisione. Lì c'era lei che aveva delle esigenze che in qualche modo appagavo. E quando non le appagavo si rivolgeva altrove. Questo era quanto. Non c'era altro, io non ero niente.
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34:35
Io ho capito anche l'importanza del tempo, di quanto sia importante il tempo per noi, per me soprattutto, che io ho lasciato lì. Ho lasciato lì dieci anni della mia vita che non recupererò mai.
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34:45
Mi ricordo il dolore. Mi ricordo la vicinanza all'autodistruzione. Io ormai avevo quasi compiuto un intero percorso autodistruttivo che mi aveva portato veramente alla fine dei miei giorni, quasi, perché io veramente mi sentivo che sarei morto.
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Selvaggia Lucarelli
35:03
Hai pensato che questa esperienza ti abbia regalato una maturità anche affettiva, che non avresti avuto in un altro modo?
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Max
35:12
Probabilmente avevo bisogno di crescere dentro. Credo di aver pagato un prezzo molto alto prima di ottenere, appunto, quello che ho adesso. Cioè una compagna che io amo, che mi ama, due figli bellissimi e una famiglia che non ho mai avuto prima.
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35:28
E questo è arrivato soltanto dopo anni e anni di dolore, di solitudine, di sofferenza, di depressione, di imbarbarimento. Io non ero veramente più niente, non avevo più amor proprio.
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Selvaggia Lucarelli
35:42
Non l'hai mai più sentita, lei?
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Max
35:45
No. Soltanto quando sono nati i bambini, le ho mandato una mail.
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35:50
Ma perché lei poi, fondamentalmente appunto, non ha colpe.
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Selvaggia Lucarelli
35:53
Perché le ha mandato una mail?
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Max
35:55
Ma, per farle capire che poi alla fine non era così importante, che le cose importanti sono queste e non altre.
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36:03
La vita, purtroppo o per fortuna, é anche mettersi in gioco, non rimanere chiusi in casa, lì, davanti a un computer. Lei mi ha risposto, mi ha soltanto detto: "Sono contenta per te, perché questo, in fondo, forse era il tuo sogno". È finita lì. Basta così.
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Selvaggia Lucarelli
36:22
Max è un uomo felice, ha trovato un equilibrio sentimentale affettivo, è diventato padre. E la vita di quella ragazza, dopo dieci anni di dipendenza, non lo riguarda piu'.
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36:34
Eppure quando, per usare le parole di lei realizza il suo sogno di famiglia e stabilità, sente la strana esigenza di comunicarglielo.
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36:45
Come se quel fantasma aleggiasse ancora da qualche parte, in un luogo segreto. Che poi è il luogo segreto in cui resta lo scheletro di tutte le dipendenze affettive. Il luogo in cui sopravvive una domanda precisa, che chi ha vissuto una storia così non smette mai di porsi.
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37:04
Come è potuto succedere proprio a me?
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37:13
Proprio a me è una serie di Selvaggia Lucarelli prodotta da Chora Media, realizzata con la collaborazione di Debora Campanella.
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37:21
Il sound design la sigla sono di
Luca Micheli
, la post-produzione e la finalizzazione sono di Guido Bertolotti. La supervisione editoriale è di
Pablo Trincia
. La producer è
Valentina Meli
. Il fonico di presa diretta è Giulio Moratti. Il fonico di studio è Pietro Bozzini.
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